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IERI SERA LEO BONFITTO CON RANIERI SU RAI 1

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Chi ha visto ieri lo spettacolo musicale “Sogno e son desto 3”, in prima serata su Rai1, condotto da Massimo Ranieri ha potuto notare nel corpo di ballo Leo Bonfitto. Con le coreografie di Bill Goodson, l’artista sannicandrese si sta affermando sempre più nel mondo straordinario del balletto come si evince dalle tante apparizioni televisive in trasmissioni di successo e dalle continue tournée in giro per l’Italia e all’estero.

A Leo un grande “in bocca al lupo” dalla nostra cittadina e dallo staff di Civico93 a cui è legatissimo.

IL GARGANO D’INVERNO SUL CORRIERE DELLA SERA

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Passeggiare nell’immensa distesa di faggi, rapiti da un silenzio surreale, interrotto di tanto in tanto dal rumore delle foglie sollevate da un capriolo, esemplare protetto di cui si scorge in lontananza soltanto il profilo. L’immagine di pace e di totale immersione nella natura arriva dalla Foresta Umbra, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano. Un posto incantato d’estate come d’inverno, quando in più circostanze la neve rende il paesaggio quasi fiabesco. Come dare torto a Giuseppe Ungaretti quando scriveva che “nella Foresta Umbra sembra che le stagioni si siano incantate in sull’ora di sera; con caprioli, lepri, volpi che vi scappano di fra i piedi; con ogni gorgheggio, gemito, pigolìo d’uccelli”?! E’ l’inverno la stagione che, forse più delle altre, fa conoscere il Gargano in tutta la sua diversità: non solo mare e spiagge meravigliose, ma anche paesi dai vicoli che profumano di pancotto e fave e cicorie, laghi e lagune sulle cui acque danzano migliaia di uccelli svernanti. Un insieme di luoghi dal grande potere spirituale ma dove è possibile anche praticare gli sport più vari. “Il Parco del Gargano – spiega il presidente Stefano Pecorella – è una delle aree protette più importanti a livello nazionale ed europeo, con un territorio dai  paesaggi incredibilmente vari. Si va dalle zone umide di Manfredonia e del Lago Salso alla steppa pedegarganica di San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo, dalla zona boscata della Foresta Umbra e Bosco Quarto a quella delle lagune di Lesina e Varano, passando per la fascia costiera di Mattinata, Peschici, Vieste e RodiSi tratta – continua Pecorella – di un territorio di 18 comuni con una popolazione di oltre 200 mila abitanti. Il Gargano, che vanta anche cinque presidi Slow Food, è il monte più vario che si possa immaginare e che merita di essere visitato in ogni periodo dell’anno. E’ importante far conoscere la vera bellezza di un’area protetta che non è soltanto la natura ed il paesaggio ma enogastronomia, cultura, valori tradizionali della religione”. Il Gargano è anche la destinazione ideale di tanti sportivi che hanno la possibilità di scegliere tra il deltaplano (dal parapetto naturale di Rignano Garganico), il kite-surf sui litorali ventosi di Vieste, il diving alle Isole Tremiti, il trekking ed il cicloturismo attraverso i sentieri del Parco nazionale del Gargano e della Foresta Umbra, la vela grazie alla rete dei porti turistici. Tutto questo fa del Gargano la destinazione ideale del turismo attivo, nella cui categoria rientrano tutte le tipologie di fruizione turistica a basso impatto ambientale e che implicano un impegno del visitatore in diverse attività. Si tratta di una nuova strategia di sviluppo legata ad un’offerta turistica innovativa. “Il nostro territorio – conclude Pecorella – ha tutte le carte in regola per attirare visitatori in ogni periodo dell’anno. D’estate il mare, in primavera le ottanta specie di orchidee, in autunno i colori da tavolozza della Foresta Umbra, in inverno le incantevoli zone dell’entroterra dove si possono degustare piatti della cucina tradizionale”.

FOGGIA, PRETE PEDOFILO CONFERMA CONDANNA

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Condanna confermata per don Nicolangelo Rossi, il prete salesiano di 85 anni, beccato per pedofilia durante la sua permanenza alla parrocchia “Sacro Cuore”, rione Candelaro di Foggia. L’uomo, originario della Campania, secondo la giustizia ha commesso molestato sessualmente su una bambina e condannato a un anno e sei mesi. La Corte suprema ha rigettato, dunque, il ricorso presentato dal difensore del prete che chiedeva l’annullamento della condanna. Il prete fu arrestato a maggio del 2007 e messo ai domiciliari per alcuni mesi. Ha sempre protestato la sua innocenza ma invano. In primo grado infatti, fu condannato a 2 anni, 2 mesi e 10 giorni per una delle 4 imputazioni contestate dalla Procura. Sentenza del Gup del Tribunale di Foggia datata 13 maggio 2011. Invece fu assolto dall’accusa di aver molestato altre tre bambine sempre durante le confessioni. Le bambine ridimensionarono notevolmente le proprie accuse dopo iniziale denuncia. Le dichiarazioni della ragazzina, all’epoca 11enne (molestata la sera del 21 luglio 2006), vennero definite “intrinsecamente credibili e attendibili e i suoi genitori non erano affatto alla testa di un complotto, né erano anticlericali, né volevano attaccare l’istituzione ecclesiastica, né pretendevano lauti risarcimenti per il danno subìto dalla loro figlia o per mettere a tacere quanto accaduto”.

Don Nicolangelo Rossi, Pesco Sannita (Bn), sacerdote salesiano nato il 9 ottobre 1931 residente a Vico Equense (Napoli). È lui il protagonista di una vicenda che tenne banco soprattutto tra il 2006 e il 2007.

Dai ragazzini era definito come “quel prete anziano, un po’ gobbo e con pochi capelli”. Ma alcune delle bambine che all’epoca frequentavano la chiesa “Sacro Cuore”, lo ricordano per ben altri motivi. Una di loro raccontò di essere stata molestata durante una confessione. Don Nicola la faceva stare in piedi toccandola sul costato, sulla coscia e accarezzandola sulla guancia. La minore affermò di essere stata toccata in quell’occasione anche nell’interno. Spiegò che durante la confessione, svolta in occasione del ritiro spirituale, si inginocchiò poggiando la testa fra le gambe del sacerdote. Poi, una volta in piedi, mentre recitava l’atto di dolore, don Nicola con la stessa mano che poneva all’altezza dei suoi genitali, la toccò sul viso e nelle parti intime sulla tuta che indossava. (immediato)

IL TEATRO A SAN NICANDRO, E’ AVANGUARDIA 2.0

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Qualcuno lo ha rinominato Teatro2.0, questo teatro che ha ancora tanto da dire e che non si arrende di fronte alla noncuranza di chi della cultura dovrebbe fare un’arma, di distruzione sì, ma soltanto delle brutture sociali e del male del secolo: l’indifferenza. Nell’epoca in cui “2.0” è sinonimo di tecnologia, velocità, social network e rapporti umani sempre meno umani, a San Nicandro Garganico il Teatro2.0 ha riscosso un encomiabile successo alla sua prima presentazione. Non un grande palco con quinte e sipario ma una sala ricevimenti, debitamente allestita, e l’entusiasmo di 15 attori che hanno coinvolto e travolto il pubblico attraverso gli esilaranti quadri di una commedia tra le piú celebri della tradizione napoletana. “Il progetto di “Miseria e Nobiltà” è nato quasi per gioco, tra la voglia di ritornare alla prosa e, al contempo, il timore di non avere una location adeguata per la messa in scena dopo la recente chiusura del nostro CineTeatroItalia”, racconta Antonella Squeo, presidente dell’Associazione Culturale Prospettive Artistiche. “A questo proposito, a nome dell’Associazione tutta, ringrazio i gestori della Sala Ricevimenti “Villa Florio” che hanno accolto di buon grado la nostra proposta e hanno messo a completa disposizione degli artisti gli eleganti ambienti della villa, supportando la nostra iniziativa con estrema gentilezza ed ospitalità”. L’entusiasmo del pubblico è stato tale da sollecitare la proposta di una replica nelle prossime settimane. L’appuntamento è per martedì 26 gennaio presso la Sala Ricevimenti “Villa Florio”, San Nicandro Garganico (FG). Porta ore 20.30, sipario ore 20.45

Per info e prevendita 328 359 5844

LA SOPPRESSIONE INNOCENZIANA DEI CONVENTI CARMELITANI IN CAPITANATA NEL XVII SEC.

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Ecco la sintesi della relazione dei conventi carmelitani della Capitanata con riferimento al convento di San Nicandro.

Stato del convento di Santa Maria del Carmine intitolato a San Sebastiano della Terra di Santo Nicandro della provincia di Capitatata, diocesi di Lucera.

Situato dieci passi fuori dall’abitato sulla pubblica strada, fu fondato nel 1570 dal frate Giuseppe Siciliano, con atto del notaio Giovan Battista Melchionda. Nella parte superiore vi era una sala con due camere e in quella inferiore una stalla, un cellaro e un’altra camera. Accoglieva un sacerdote (il Priore padre Fabio Stampa foglio di anni 56 di Monte S. Angelo) e un converso (fra Geronimo Pacientia di anni 50 a di Apice).

Descrizione del bilancio in ducati                  Ducati       carlini        grana

Entrate per possessi e beni stabili 1650            50              2

Introito anno 1644                                                79               1             4,5

Introito anno 1645                                                 94              0              11

Introito anno 1646                                                84               4               7

Introito anno 1649                                               110              2              11

Totale                                                                      368              3             15

“Nell’anno 1647 e 1648 fu la revolutione del populo in detti anni, conforme fu per tutto il regno, e stante detta revolutione o guerra civile non si percepiva cosa nessuna dalli detti censi e quotidiani, ch’ognuno smesso pagare e non si regnava giustitia”.

Scudi          paoli        baiocchi

Uscite anno 1644                                                     82                 4

Uscite anno 1645                                                     96                 1               14

Uscite anno1646                                                      90                 2               12

Per gli anni 1647/48 vedi sopra

Uscite anno 1649                                                   120                 0              18,5

Uscite anno 1650 (mancano)

Totale                                                                        389                4                4,5

In scudi romani le entrate erano                          338                2                4

divise per anni quattro, ogni anno erano             84                0,5              1

e le uscite erano                                                      350                4             2 e q2

divise per quattro anni, ogni anno erano            88,5              1

Guseppe Clemente

UN 2016 ALL’INSEGNA DELLA PUGLIA, ANCHE IN AMERICA

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Meno male che Checco c’è. Il nuovo super testimonial della Puglia, l’uomo di cui tutti parlano, è lui, Luca Medici, in arte Checco Zalone, che, in coppia con il regista Gennaro Nunziante, ha dato vita a quel Quo Vado? che si avvia a diventare il film più visto di sempre in Italia, con incassi da record al botteghino e per il quale, come ha ironicamente annotato Lino Patruno in un suo recente articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno, “c’è chi si mette in coda all’alba come davanti ai musei vaticani o per l’assegnazione della casa popolare”. Non meno imponente il dibattito scaturito dal film in cui, come sin dai tempi dei “comunisti” contro i “fascisti”, l’Italia si è divisa tra “pro” e “contro” Zalone, con molti più “pro” per la verità, con intellettuali che citano Sordi e perfino Totò, come Nicola Lagioia, che su La Repubblica recentemente ha ricordato anche i trascorsi del regista e sceneggiatore Nunziante, che su Telebari e Telenorba, negli anni Novanta, sfornava gli irresistibili show di Toti e Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo) e soprattutto Il polpo, mitica sit-com che proponeva in salsa pugliese la parodia della serie televisiva La piovra. “Il linguaggio usato era complesso e assolutamente in anticipo sui tempi: contaminava senza sosta i generi – afferma Lagioia – …da lì a poco nel mondo sarebbe esploso Pulp Fiction”. Onore al talento, insomma, con buona pace di chi critica, magari anche per invidia per la pioggia di milioni che sta sommergendo Medici e Nunziante.

E non c’è solo Zalone. Nonostante i tanti problemi che affliggono la Puglia e che si chiamano disoccupazione, Ilva, Xylella, Tap, trivelle alle Tremiti, solo per citare alcuni tra i temi più gravi sul tappeto, siamo sempre la regione da cui provengono le due tenniste che pochi mesi fa, con l’eclatante successo americano, sono state universalmente riconosciute come regine del tennis mondiale.

Riporta in Puglia anche la recente notizia, apparsa sui media dopo la pubblicazione sulla rivista scientifica Nature, quella della scoperta di un processo che potrebbe rapidamente annientare uno dei più insidiosi e frequenti tumori del cervello, il glioblastoma. A portare avanti la ricerca è stato un gruppo della Columbia University di New York, coordinato da Antonio Iavarone e Anna Lasorella, tra i più importanti cervelli italiani costretti a espatriare. Pugliese e legatissima alla sua terra Anna Lasorella, nativa di Noicattaro (Bari), è stata costretta a emigrare negli USA sedici anni fa per poter trovare una struttura universitaria in grado di offrire le opportune risorse economiche per portare avanti il suo lavoro di ricerca. Oggi, con il marito Antonio Iavarone, sta raccogliendo il meritato successo per questa scoperta che il mondo scientifico considera eclatante.

Last but not least il “nostro” Joseph Tusiani, ultranovantenne poeta, scrittore e latinista di fama internazionale, che compone in italiano, inglese, latino e dialetto garganico (nativo di San Marco in Lamis, Foggia, ma dall’età di 23 anni newyorkese d’adozione) lo scorso 9 gennaio è stato proclamato dal Governatore dello Stato di New York, Andrew Mark Cuomo, Poeta Laureato Emerito, insieme a Edmund White e Yusef Komunyakaa, in riconoscimento del contributo offerto alla comunità letteraria internazionale. “Questi scrittori di ispirazione e talento – ha affermato Cuomo – hanno dato notevoli contributi alla comunità letteraria di New York. Il loro lavoro, risorsa enorme, è servito come punto di riferimento per molti autori in tutto il mondo”. Chapeau alla Puglia. Speriamo che un inizio d’anno strepitoso e composito come questo porti a risultati sempre più grandi.

UNA DONNA PER L’ASP ZACCAGNINO?

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Si parla insistentemente di un avvicendamento alla guida dell’Asp Zaccagnino. Corrono voci che Emiliano potrebbe nominare commissario o presidente dell’ente una donna già candidata alle ultime elezioni regionali pugliesi. Insomma Di Salvia potrebbe essere sostituito. Il condizionale è d’obbligo in quanto nulla è prevedibile quando c’è la politica a decidere, come dire che può succedere di tutto e il contrario di tutto.

Una nota al presidente Emiliano, però, è dovuta. Lui si scaglia contro Renzi in quanto le decisioni (trivellazioni isole Tremiti ed altro) devono rispettare anche le volontà di altri enti, in questo caso la regione Puglia. Ebbene, c’è una delibera del consiglio comunale del comune di San Nicandro (approvata all’unanimità) che chiede al presidente della regione pro tempore circa la scelta del Presidente dell’Asp Zaccganino che sia individuato all’interno della nostra cittadina che vanta, in ogni caso, figure professionali di tutto rispetto e capaci di assolvere quell’incarico. Il ragionamento di Emiliano con Renzi si può tranquillamente traslare con quello tra l’amministrazione comunale di San Nicandro ed Emiliano. Insomma se il presidente della regione Puglia non dovrebbe adottare pesi e misure diverse. Ci si augura che quanto prima si proceda alla nomina del Presidente dell’Asp e che sia espressione di San Nicandro capace di ricoprire quell’incarico in maniera professionale e che possa fare dell’ente una eccellenza anche e soprattutto per l’economia del nostro territorio.

APRICENA, INAUGURAZIONE PALAZZO DELLA CULTURA

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Questa mattina apre la nuova ala del Palazzo della Cultura. Nuovi spazi che saranno destinati al settore cultura e scuola, ad ospitare importanti fondi librari, l’archivio storico e tante iniziative importanti. Un progetto, quello di Palazzo della Cultura, partito nel 2012, portato avanti con l’apertura del Museo Civico – Mediateca Federiciana e che oggi arriva a compimento.

FORZA ITALIA, A PROPOSITO DELLA FONDAZIONE ZACCAGNINO…

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La sua lunga storia di battaglie politiche ha sempre posto al centro del suo interesse San Nicandro ed i sannicandresi. Forza Italia negli anni 2013-2015, con gli assessori ai servizi sociali e pubblica istruzione ha collaborato con l’Asp con una costante, duratura e programmata gestione dello stato sociale e scolastico della nostra città.  Oggi la regione Puglia sta decidendo il nuovo presidente, alla sua figura sarà legata non solo l’appartenenza a posizioni indiscutibili di sinistra, ma soprattutto lo stresso legame con la città con la sua storia e le sue politiche sociali che il benefattore Vincenzo Zaccagnino ne esaltò con passione e dedizione privilegiando San Nicandro nelle sue note e chiare volontà.

Al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano il compito di intrecciare la sannicandresità, le competenze, le professionalità e la politica in un nome. In un momento critico per l’economia locale, la politica non può stare a guardare passivamente con il rischio che venga spostato il riferimento fuori dalla nostra città.

Si spera che anche la sinistra locale abbia fatto prevalere con fermezza tali peculiarità, mettendole in evidenza  ai loro referenti e amministratori regionali.

Lorena Di Salvia

Dipartimento Cultura e Territorio Forza Italia

SE IL PUBBLICO IMPIEGO HA REGOLE UGUALI AL PRIVATO

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La sentenza della Cassazione del 26 novembre 2015, n. 24157, ha risolto nel modo più logico e scontato il problema dell’estensione al lavoro pubblico dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori come modificato dalla riforma Fornero: evidenziando che l’articolo 18 riformato si applica alla pubblica amministrazione.
La ragione è semplicissima e sta tutta nella previsione contenuta nell’articolo 51, comma 2, del testo unico sul lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni (decreto legislativo 165/2001): “La legge 20 maggio 1970, n.300, e successive modificazioni ed integrazioni, si applica alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti”. Dunque, per espressa previsione di legge e con buona pace di qualsiasi interpretazione dottrinale o governativa, le modifiche allo Statuto dei lavoratori automaticamente si riverberano anche nell’ambito del lavoro pubblico privatizzato (con l’eccezione dei lavoratori non privatizzati, come docenti universitari, magistrati, prefetti, forze dell’ordine, militari). Il problema, ora, si sposta su due fronti. Il primo riguarda le intenzioni del governo e del parlamento. Da mesi, anzi da anni, i vari governi che si sono succeduti dalla riforma Fornero a oggi hanno sostenuto che la riforma dell’articolo 18 non valesse per il lavoro pubblico. La Cassazione conferma l’erroneità di questa impostazione, sicché per dare corpo all’intenzione di non estendere ai dipendenti pubblici gli effetti della riforma non resta che adottare una legge che modifichi l’articolo 51, comma 2. E su questa linea pare essersi orientato il governo, che ha manifestato l’intenzione di proporre l’esclusione esplicita del lavoro pubblico dalla riforma dell’articolo 18 con un decreto apposito.

Il secondo fronte riguarda l’estensione al lavoro pubblico dell’ulteriore riforma al regime del licenziamento dei dipendenti pubblici operata con uno dei decreti attuativi del Jobs act, il decreto legislativo 23/2015.
Secondo un primo orientamento, il Jobs act non si estende al lavoro pubblico perché riguarda espressamente lavoratori che rivestono la qualifica di operai, impiegati o quadri, assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, una classificazione che non riguarda il lavoro pubblico. Si può, dunque, ricavare da tale classificazione una riserva di applicazione del nuovo regime di tutela dal licenziamento illegittimo al solo lavoro privato. Tale tipo di interpretazione, tuttavia, può essere superata da una lettura più sostanziale. Nel lavoro pubblico non esistono, è vero, queste categorie di lavoratori, ma dall’esame delle declaratorie delle qualifiche e mansioni contenute nei vari contratti nazionali collettivi di lavoro è possibile reperire figure professionali del tutto assimilabili. C’è, poi, un secondo elemento, sia formale sia sostanziale, rappresentato dal comma 3 del medesimo articolo 1 del decreto legislativo 23/2015, che estende la disciplina del Jobs act anche ai lavoratori alle dipendenze di aziende prima non soggette all’articolo 18. Il quale articolo 18, tuttavia, per l’espressa previsione dell’articolo 51, comma 2, del testo unico alle dipendenze del lavoro pubblico si è sempre applicato alla Pa, a prescindere dal numero dei dipendenti.

Dunque, l’espresso richiamo dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori contenuto nel Jobs act rende evidente che è una modifica e integrazione implicita dell’articolo 18 stesso. Quindi, secondo l’interpretazione sostanziale, il decreto legislativo 23/2015 finirebbe comunque per rendersi operante nel lavoro pubblico.
Non si deve dimenticare che in termini generali il testo unico sul lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni dispone l’estensione delle norme contenute nelle leggi sul rapporto di lavoro subordinato nelle imprese che non siano espressamente derogate dalle regole speciali del pubblico impiego.
Il decreto legislativo 23/2015 è senza ombra di dubbio “legge sul rapporto di lavoro subordinato nell’impresa”, mentre nel testo unico non esiste alcuna disposizione “diversa” sulla tutela dei licenziamenti.
Il che, allo scopo di fugare ogni dubbio e il fondato rischio che in giurisprudenza emergano interpretazioni contrastanti come in dottrina, porta comunque alla necessità che governo e parlamento intervengano in modo chiaro ed espresso sul tema, decidendo quale posizione assumere. Il problema ulteriore che si porrà, laddove governo e parlamento adottino iniziative normative finalizzate a escludere il lavoro pubblico dalle riforme del Jobs act, sarà quello della legittimità costituzionale di simili norme, potenzialmente lesive dei principi di uguaglianza.

LA REGIONE PUGLIA ACQUISTA CARROZZINE AL DOPPIO DEL PREZZO

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“La Regione Puglia in un anno spende all’incirca 70 milioni di euro per l’acquisto di carrozzine motorizzate ad un costo medio di circa 6 mila euro a pezzo, peccato però che il prezzo di mercato equivalga a meno della metà e, a seconda del modello, può costare anche meno”. Questa la denuncia del consigliere M5S Mario Conca membro della commissione Sanità. La giustificazione addotta dalle ASL è quella che sono obbligati ad utilizzare i prezzi imposti dal nomenclatore nazionale, in vigore dal 1999 e non ancora adeguato ai nuovi LEA. Usa parole forti il consigliere Conca che parla di “una truffa legalizzata che solo l’inserimento del repertorio potrà rendere strumento equo e conveniente per l’Ente pubblico”. Facendo due conti insomma ogni anno ci sarebbe una “appropriazione indebita di almeno 30 milioni di euro a danno della collettività pugliese che finiscono in mano a pochi furbetti del quartiere” secondo il consigliere cinquestelle che prosegue: “I danni erariali crescono esponenzialmente se si considera che le stesse magagne avvengono per la fornitura di letti, traverse, cellulari per ipovedenti, etc”. Il consigliere gravinese prosegue annunciando una interrogazione al presidente Michele Emiliano: “Nei prossimi giorni depositerò apposita interrogazione all’assessore alla Sanità per chiedere di porre rimedio a questi furti di Stato, per denunciare tutte le storture che i pugliesi sono costretti a subire e per dirgli di farsi valere nella conferenza Stato-Regioni”. (immediato)

“MISERIA E NOBILTA’”, SI REPLICA

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L’associazione Prospettive Artistiche comunica che la commedia di Eduardo Scarpetta “Miseria e nobiltà” si replica martedì 26 gennaio prossimo sempre presso “Villa Florio Ricevimenti”. Porte ore 20:30, sipario ore 20:45.

UNIVERSITA’ DEL SUD A RISCHIO SCOMPARSA ENTRO 15 ANNI

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Entro 15 anni le università del Sud rischiano di sparire: lo ha detto il presidente della Svimez, Adriano Giannola, intervenuto al convegno su Innovazione e Mezzogiorno che si è svolto a Benevento nella sede dell’Associazione Futuridea. Secondo Giannola, “c’è un progetto per distruggere le università del sud, che sta andando avanti con cinismo da circa 9 anni, e che rischia di farle sparire nel giro di 15 anni.”
A lanciare l’allarme il quotidiano napoletano “Il Mattino”, che dedica alla presa di posizione di Giannola un ampio servizio.

Il problema principale, secondo il presidente della Svimez – scrive ancora “Il Mattino” -, sono i criteri utilizzati per ripartire i fondi alle università: “per esempio uno dei parametri adattati è dare più risorse a chi ha più studenti in corso. Al Sud – sottolinea – ci sono più studenti fuori corso a causa di difficoltà oggettive, come essere pendolare e dover impiegare tutti i giorni ore per arrivare all’università”. Poi un altro criterio è dare più fondi a chi ha la maggiore capacità di attrarre investimenti da privati ma “è ovvio – rileva Giannola – che in una realtà con difficoltà di sviluppo e con poche imprese è più difficile attrarre investimenti di questo tipo”.
L’articolo de “Il Mattino” è stato ripreso e rilanciato sul social network dal sindaco di Biccari, Gianfilippo Mignogna, che lo ha così commentato: “Secondo il presidente dello Svimez “entro 15 anni le Università del Sud rischiano di sparire”. Visto l’andazzo, probabile che a quella data saranno già spariti ‪#‎piccolicomuni, servizi pubblici locali, ospedali, ecc.. in cambio magari di qualche trivellazione nei nostri mari, di qualche altra ATO e di altre cose strane. E quando ci svegliamo tutti quanti?” (letteremeridiane)

CONTINUANO I DISAGI ALLA SCUOLA MATERNA DI VIALE VITTORIO VENETO

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Il nuovo anno non ha portato nulla di buono ai bambini della scuola materna che sono stati trasferiti dal plesso di Piazza IV Novembre a quello dell’ex scuola Media “Vocino”. Fatta salva la motivazione del trasferimento che è del tutto giustificato, non si spiegano le disfunzioni che si sono verificate dal rientro e che ancora continuano a verificarsi. Innanzitutto, i locali freddi del primo giorno di rientro a scuola in quanto quell’edificio è stato sempre chiuso. Ma la cosa di cui si lamentano le famiglie è il trasporto alunni. Infatti, costoro sono tutti residenti nella zona vicino all’edificio di Piazza IV Novembre e perciò si sono iscritti lì. Con il trasferimento sono costretti ad essere accompagnati al rione stazione dalle proprie famiglie e questo già rappresenta un disagio. E chi non è in possesso di mezzi come fa?. Rappresentanti dei genitori si sono recati agli uffici comunali competenti i quali hanno risposta che il pulmino c’è ma manca l’accompagnatore dei bambini. Molte famiglie già hanno minacciato il ritiro dei propri figli forse anche per mandarli altrove se nel più breve tempo possibile la situazione non ritorna normale. Loro sono disposti a portare i bambini alla scuola del convento ove poi potrebbe partire il pulmino per portare i bambini alla stazione. Se i disagi dovessero ancora continuare molti potrebbero decidere di non iscrivere i proprio figli alla scuola per il prossimo anno con conseguente perdita di personale scolastico nell’organico dell’istituto.

VICO DEL GARGANO, SAN VALENTINO 2016

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VICO DEL GARGANO, SAN VALENTINO 2016

Si preparano i festeggiamenti per San Valentino

Carissimi cittadini vichesi e graditissimi ospiti, anche quest’anno si rinnova la tradizionale festa del santo patrono, san Valentino, protettore della città e degli agrumeti. La vita di un santo che risale a tempi lontani da noi, nell’ottica della fede cristiana, non è mai distante: essa può essere continuamente un esempio e un invito a legarci sempre più alle nostre radici, curandole con ogni sorta di concime spirituale, perché, rinvigorite, portino frutti sempre più abbondanti nella vita di ciascuno di noi. La nostra cittadina ha bisogno di guardare a san Valentino, suo patrono, non per un rituale magico, ma per un desiderio di rinnovamento e di fortezza che affiori nell’animo di tutti, soprattutto nei confronti dei più deboli e dei più soli. Festeggiare un santo significa anche rivedere la propria vita sull’esempio suo e, gustando la Misericordia di Dio, rileggere il Vangelo, vera guida della nostra vita.
Sono grato agli amici della PRO LOCO di Vico per aver accettato l’incarico di organizzare questa festa in tutti i suoi aspetti, senza trascurare nessuno. Ringrazio quanti con la propria generosità renderanno concreta la realizzazione di questa festa. Per intercessione di san Valentino, Dio vi benedica tutti!
Programma religioso
Venerdì  5 – Sabato 13  febbraio  NOVENA   a cura delle Comunità Cristiane cittadine 
Ore 17.30: Rosario
Ore18.00: Messa e Novena
SABATO 13  febbraio
Ore 18.00: Messa e BENEDIZIONE dei FIDANZATI
Ore 18.45: Coro “PAX et BONUM”: “Miserere mei, Domine …” Il salmo 50.
DOMENICA 14  febbraio
Ore 9.00: Messa
Ore10.30: Messa Solenne presieduta da S. Ecc.za Rev.ma Mons. Michele CASTORO,
nostro Arcivescovo, con la presenza di tutte le autorità religiose, civili e militari.
Ore11.30 PROCESSIONE per le vie del paese
Ore18.00: Messa e BENEDIZIONE delle COPPIE di SPOSI, uniti in matrimonio nel
2015 e coppie “Giubilari” (25° e 50° di matrimonio).
Ore18.45: Coro “ARMONIA”: “I Canti della MISERICORDIA”.

Don Gabriele, parroco

FORZA NUOVA: “NO ALLA CHIUSURA DELL’OSPEDALE DI LUCERA”

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Nella notte militanti di Forza Nuova hanno affisso uno striscione nei pressi dell’ ospedale Lastaria di Lucera, il coordinatore regionale della Puglia Mimmo Carlucci ed il segretario provinciale della provincia di Foggia Alessandro Rinaldi dichiarano” il piano di riordino ospedaliero previsto dalla giunta regionale guidata da Emiliano ricalca le scellerate scelte dei suoi predecessori Fitto ed Emiliano, invece di mettere mano agli sprechi e di cacciare i lobbisti della sanità pugliese legati ai grandi interessi del business della sanità, si preferisce penalizzare i malati, come sempre destra e sinistra negli anni sono deboli con i forti e forti con i deboli, chi ne paga le conseguenze sono i cittadini pugliesi; cambiano i colori politici delle giunte regionali ma le lobby trasversali della sanità non vengono mai toccate, e per esigenze di bilancio è facile programmare di sopprimere gli ospedali come nel caso di Lucera, oppure di prevedere un drastico ridimensionamento enorme come sarà fatto a Manfredonia, la cui struttura diventerà un centro per malati cronici e non autosufficienti. La proposta di Forza Nuova è chiara, semplice e radicale, eliminare gli sprechi di cui la ASL di Foggia negli anni è diventata tristemente famosa, e mantenere le strutture esistenti potenziandole, vorremmo ricordare ad Emiliano che la chiusura ad esempio dell’ospedale di Lucera appesantirà ancora di più la situazione ormai insostenibile degli ospedali riuniti di Foggia, dove i malati a volte per due o tre giorni devono stazionare all’interno del pronto soccorso, negli ultimi anni questa è diventata la regola e non l’eccezione, possibile che manager e supermanager nelle ASL pagati con i soldi pubblici non riescano a presentare un piano che eliminando gli sprechi non penalizzino i cittadini? Il nostro sospetto e che nella sanità pugliese chi comanda sono le lobby della sanità, le multinazionali dei farmaci, al taglio incondizionato e penalizzante per i cittadini Forza Nuova propone una proposta di pulizia e trasparenza, che ad oggi Emiliano non sa dare, il governatore regionale è in linea con i suoi predecessori, disagi ai cittadini, privilegi mantenuti per i burattinai della sanità.”

BIBLIOTECA PROVINCIALE, IN MOSTRA STORIE E UOMINI DI CAPITANATA NEI 60 ANNI DELLA RAI

C’è tempo fino al prossimo 16 gennaio per visitare in Biblioteca Provinciale a Foggia una mostra – RaiMen – allestita con entusiasmo e curata nei minimi particolari da Maurizio De Tullio, giornalista e responsabile de “La Meravigliosa Capitanata”, l’archivio telematico della Biblioteca di viale Michelangelo. Quali sono le storie e quali gli uomini di Capitanata che hanno calcato il palcoscenico o il dietro le quinte della Rai nei 60 anni di storia? De Tullio appassionato di storia locale, e che ha firmato nel 2009 il Dizionario Biografico di Capitanata. 1900-2008 contenente quasi 600 schede di personaggi di Foggia e provincia di rilevanza nazionale e internazionale, ha allestito la mostra dedicata proprio a quei volti e a quelle voci made in Capitanata che sono sbarcate sulla tv di Stato: non solo il giornalista ha dedicato proprio a loro una Conversazione di Storia Locale, dal titolo Voci, volti e vicende di Capitanata nei primi 60 anni della Rai,

Tra episodi di cronaca, politica, sport (Foggia-Inter 3-2 del ’65) cultura, fede e spettacolo che hanno portato la Capitanata alla ribalta nazionale. Tra i volti in rassegna il musicista e showman Renzo Arbore, i conduttori tv Savino Zaba e Giovanni Muciaccia, la cantante Rosanna Fratello, il coreografo Saverio Ariemma, l’attore Nicola Rignanese, la produttrice Maria Fares e tanti altri che in RAI hanno vissuto esperienze importanti e lasciato tracce indelebili. (teleradioerre)

IMU/TASI, COMODATO AI FIGLI RIDUZIONE DEL 50 PER CENTO. ATTENZIONE ALLE SCADENZE

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La Legge di Stabilità 2016 ha portato con sé tante novità fiscali, e quelle a cui tengono maggiormente i proprietari di immobili riguardano TASI e IMU. Saranno contenti i possessori di immobili adibiti ad abitazione principale, in quanto è stata abolita la TASI e l’IMU e felice sarà anche chi possiede terreni agricoli, a cui è stato abolito l’IMU. La legge si è ricordata anche delle case concesse in comodato ai figli o ai genitori, mettendo dei paletti ben precisi. Sarà una vera agevolazione?

La Legge di Stabilità ha apportato modifiche rispetto all’anno scorso. Innanzitutto è prevista l’abolizione della Tasi per tutti quegli immobili destinati ad abitazione principale, basta che non si tratti di quelli appartenenti alle categorie catastali di lusso. L’abolizione riguarda anche le case concesse all’ex coniuge separato in modo legale, e l’immobile delle forze dell’ordine che però sono stati trasferiti per causa di servizio. Novità anche per gli inquilini che non devono pagare la loro quota se occupano l’abitazione come principale. Qualora si tratta di locazioni a canone concordato l’aliquota TASI si riduce del 25%, mentre per il comodato d’uso a figli e parenti di 1° grado la riduzione sarà del 50%. Da non dimenticare, inoltre, la TASI dei fabbricati che sono destinati alla vendita dall’impresa costruttrice, per cui è prevista la riduzione all’1 per mille.

Per quanto riguarda l’IMU, si ha la conferma dell’abolizione per i terreni agricoli con ubicazione in comuni montani, e per quelli parzialmente montani solo se sono posseduti da coltivatori diretti e IAP (imprenditori agricoli professionali). L’esenzione è riconfermata per l’IMU di immobili non di lusso destinati ad abitazione principale, mentre è prevista la riduzione del 25% per i contratti di locazione a canone concordato e la riduzione del 50% per il comodato.

Riduzione del 50% su TASI e IMU per il comodato. Requisiti e adempimenti

Ecco quali sono i requisiti per ottenere la riduzione del 50% sul versamento di TASI e IMU 2016:

  • Il comodante, cioè chi concede, può essere proprietario soltanto di un’altra casa oltre quella concessa, ovvero quella destinata ad abitazione principale;
  • il comodatario, cioè a cui viene concesso, deve essere un parente di primo grado del comodante, quindi l’immobile deve essere prestato a genitori oppure a figli;
  • il comodatario deve adibire l’immobile dato in comodato come abitazione principale;
  • l’abitazione principale del comodante e quella che cede ai familiari devono trovarsi nello stesso Comune

Come se non bastasse, per poter usufruire di questa riduzione è necessario porre degli adempimenti ben precisi, quali:

  • la registrazione del contratto di comodato d’uso gratuito a figli e parenti, che ha un costo di 232 euro tra l’imposta di registro e la marca da bollo;
  • la registrazione deve essere richiesta entro 20 giorni dalla stipula del contratto;
  • il proprietario, che dà in comodato, deve presentare la dichiarazione IMU 2016 entro il 30 giugno 2017. Se non si hanno delle variazioni di proprietà degli immobili, non è obbligatoria la presentazione della dichiarazione.
  • Chi vuole ottenere la riduzione del 50% del primo semestre 2016 deve avere e registrare il contratto di comodato di uso gratuito dal 1° al 20 gennaio 2016. (blastingnews)

CARNEVALE 2016 A SAN NICANDRO, COSA BOLLE IN PENTOLA?

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Fra meno di un mese è Carnevale e, mentre cominciano ad essere pubblicati i programmi delle varie manifestazioni carnevalesche di altre cittadine, a San Nicandro non ancora si sa niente di iniziative relative a quest’antica nostra tradizione per il 2016. Già da qualche anno ci si pone il problema: “Cosa rimane di questa festa?”. E’ inutile dire che per i tradizionalisti il carnevale è finito in quanto non si concepisce lo spettacolo dei carri allegorici perché non appartiene alla nostra tradizione, anche se già da qualche anno, per questioni di costo, i carri non si vedono più. Per i non tradizionalisti il carnevale è rinato solo quando c’erano i carri perché portava in strada tanta gente.

E’ evidente che il passato non torna più anche perché non ci sono i nuovi “Tr’ppetta e Cus’micchj” . “U’ Ditt’” non trova più emozione tra la gente ormai abituata ad altre forme di spettacolo. Rimane solo la coppia della Pacchiana e del Pastore a dare l’impronta della tradizione che fortunatamente ancora continua.

Ogni cosa si evolve col tempo ed anche il nostro carnevale aveva cercato di evolversi con i carri allegorici che non avevano il compito di far morire il passato ma di affiancare il passato con un presente più vicino ai giovani.

Forse il discorso va spostato sulla organizzazione del carnevale. Ci sono associazioni deputate proprio a questo tipo di manifestazione, tra cui la Pro Loco, ma, purtroppo, incontrano enormi difficoltà per fare corpo unico ed organizzare insieme l’evento carnevalesco. Eppure si può, anzi si deve trovare un punto di incontro per non disperdere energie e creare un grandissimo evento. La tradizione può convivere con la modernità, la musica folk può essere ascoltare insieme a quella tipica brasiliana. Occorre soltanto programmare, con una regia condivisa, le tre giornate con eventi distinti ma coordinati per uno stesso obiettivo.

Per non parlare poi dei veglioni che si organizzano in questo periodo. Ben vengano queste iniziative, ma come sarebbe bello se tutti quelli che vanno ai veglioni poi si riversassero per le strade del paese con quegli stessi costumi. Sarebbe un apoteosi di colori, di spettacolo, di musica e di divertimento collettivo. Un ultimo invito va all’amministrazione comunale per una partecipazione fattiva al carnevale con la disponibilità totale a livello di logistica e di altro. Così operando, tradizionalisti e non potranno contare su una convivenza tra passato e presente nella speranza di dare a San Nicandro quel primato del Carnevale che una volta deteneva e che deve riconquistare con la partecipazione di tutti.

Intanto, mancano forse 25 giorni all’evento. Cosa bolle in pentola?

PERCHE’ I MURI NON POSSONO FERMARE I RIFUGIATI

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Si chiude male il 2015 per i rifugiati. E il 2016 non promette bene. Dopo molte discussioni, vertici europei, agende e piani per la gestione di quella che è stata definita enfaticamente “emergenza umanitaria”, le ultime mosse dei responsabili politici del continente vanno in una direzione assai diversa da quella prospettata a settembre, sull’onda della commozione per le foto del piccolo Aylan. Gli attacchi terroristici di novembre, dopo i risultati elettorali danesi, sloveni, polacchi, hanno spinto i governi verso la chiusura.
La partita vede fondamentalmente contrapporsi, non solo in Europa, due visioni antagoniste: la cultura dell’accoglienza e la strategia del contenimento. A favore della prima stanno i diritti umani affermati da costituzioni nazionali e convenzioni internazionali, le associazioni e i movimenti che difendono la causa umanitaria, ma soprattutto il dato ineludibile dei flussi di persone in cerca di scampo, dentro e fuori dai confini del proprio paese. Va sempre ricordato che l’86 per cento dei richiedenti asilo rimane nel Sud del mondo. Paesi come la Turchia, il Libano o la Giordania ospitano complessivamente circa 3,5-4 milioni di profughi, principalmente siriani. Solo una minoranza, di solito più attrezzata oltre che fortunata, riesce ad approdare sul suolo europeo. Per un breve momento è sembrato che la cultura dell’accoglienza stesse prevalendo, quando a settembre Jean-Claude Juncker ha annunciato a nome dell’Unione Europea un piano per accogliere e distribuire tra i paesi membri 160mila profughi, sospendendo di fatto gli accordi di Dublino. Ora però i governi sembrano essersi convinti che l’accoglienza scontenta gli elettori e alimenta i populismi. Hanno quindi abbracciato con apparente risolutezza la strategia del contenimento, dando così solidi argomenti a chi da sempre propugna la chiusura e irride il diritto di asilo.

Una prima mossa in questa direzione è stata la negoziazione di un impegnativo accordo con la Turchia: aiuti per 3 miliardi di euro, eliminazione dei visti per l’area Schengen, accelerazione delle trattative per l’ingresso nell’UE, purché Ankara sigilli le frontiere e non consenta più il passaggio dei profughi. Di fatto, si sono spostati verso l’esterno i dispositivi degli accordi di Dublino. Non hanno avuto seguito le critiche di Amnesty International per le modalità adottate dalle autorità turche per trattenere i fuggiaschi e il governo Erdogan ha ottenuto una legittimazione internazionale forse insperata. In secondo luogo, anche in Europa ricompaiono i muri, fisici e simbolici. Ne sono stati censiti quarantadue attraverso il mondo, ma si sperava che l’Europa si fosse lasciata alle spalle questa tecnica antichissima per separare “noi” da “gli altri”. L’Ungheria di Viktor Orban, anziché essere isolata e stigmatizzata, ha aperto la strada. Per di più, gli attentati di Parigi hanno consentito di rilanciare il supposto nesso tra rifugiati e pericolo terrorista, inducendo il governo francese a ritirare la sua tiepida disponibilità verso l’accoglienza dei richiedenti asilo.
A dicembre, un po’ a sorpresa, è arrivato l’annuncio di una procedura d’infrazione contro Italia e Grecia sulla questione della rilevazione delle impronte digitali, con tanto di invito a ricorrere alla forza, se necessario. Poiché la redistribuzione verso altri paesi avviene con il contagocce, la mossa significa ripristinare alla lettera le regole di Dublino e scaricare sui paesi rivieraschi l’onere dell’accoglienza. Gli istituendi hotspot, con ogni probabilità, non saranno stazioni di transito, ma terminal di arrivo.

Non nuova, ma periodicamente reiterata, è poi una quarta misura di contenimento: la minaccia delle maniere forti verso i cosiddetti scafisti. Si fa credere che i profughi arrivino rischiando la vita perché qualcuno li trasporta per denaro, occultando il fatto che in mancanza di mezzi legali chi fugge deve mettersi nelle mani di chi è disposto a trasportarlo, a qualunque costo. Non potendo dire pubblicamente che non vogliono accogliere altri profughi, i governi europei dichiarano guerra agli scafisti. Continuano invece a mancare i canali umanitari richiesti dalle organizzazioni internazionali per consentire ai fuggiaschi un accesso legale e protetto a paesi sicuri. Qui un piccolo segno di speranza è rappresentato dall’iniziativa assunta dalla chiesa valdese insieme alla comunità di Sant’Egidio per l’apertura di due corridoi umanitari, dal Marocco e dal Libano, per portare in salvo in Italia 2mila profughi. Un dato infatti rimane certo anche per il 2016: se non arriverà la pace, in Siria e altrove, altre migliaia di persone sfideranno le politiche di contenimento, cercando scampo con ogni possibile mezzo.