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ASP ZACCAGNINO, AVVISO PUBBLICO PER LA NOMINA DEL DIRETTORE GENERALE

In esecuzione della deliberazione del Consiglio di Amministrazione n.05 del 20.01.2023 è indetto un avviso pubblico finalizzato all’acquisizione di disponibilità per ricoprire l’incarico di Direttore Generale dell’ASP dr. Vincenzo Zaccagnino” tra gli iscritti nell’apposito Albo Regionale Pugliese.

 

L’approvazione di un “avviso pubblico finalizzato all’acquisizione delle manifestazioni di interesse a ricoprire l’incarico di Direttore Generale dell’ASP dr. Vincenzo Zaccagnino” tra gli iscritti nell’apposito albo Regionale Pugliese, si è reso necessario per garantire una più ampia diffusione, tra gli aventi diritto, della possibilità di ricoprire l’incarico di Direttore Generale della ASP Dr. Vincenzo Zaccagnino.

“L’intero consiglio di amministrazione ha ritenuto opportuno emanare tale bando al fine di rendere, più ampia e trasparente la scelta del prossimo direttore generale dell’ASP Dr. Vincenzo Zaccagnino”, dichiara la Presidente Patrizia Lusi, “ricordando che è la prima volta che tale procedura viene espletata, nel pieno rispetto della normativa Regionale e dello Statuto”.

Inoltre, continua la presidente Patrizia Lusi, “come Consiglio di Amministrazione abbiamo definito che il rapporto di lavoro del Direttore Generale sarà a tempo determinato, con contratto di lavoro di diritto privato, a part time per 30 ore settimanali e avrà la durata del Consiglio di Amministrazione, così come prevede la normativa in vigore”. L’avviso è consultabile sul sito istituzionale dell’ASP Zaccagnino.

Resta ferma la previsione di legge che il Direttore Generale è nominato, a scrutinio segreto, con il voto favorevole della maggioranza dei componenti del Consiglio di Amministrazione fra gli iscritti all’albo Regionale dei Direttori Generali delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona.

Il Presidente

avv. Patrizia C. Lusi

 

L’INSEDIAMENTO FORTIFICATO DELL’ETA’ DEL BRONZO DI TORRE MILETO

I lavori sono stati finanziati dal Parco Nazionale del Gargano ed appaltati dal Comune di Sannicandro Garganico (FG) alla ditta Archeores di Avezzano per l’allestimento del cantiere e alla società Akhet s.r.l. di Roma per la direzione e la gestione del cantiere. I lavori di ricerca sul campo sono stati coordinati da David Wicks, con la direzione scientifica di A. M. Tunzi. Le indagini sono state realizzate nei mesi di maggio – giugno 2009, riprese nel mese di settembre 2009.

Il promontorio sul quale sorge l’insediamento protostorico di Torre Mileto, situato tra i laghi di Lesina e Varano sul versante settentrionale del Gargano, era già noto per la notevole concentrazione di materiale di superficie riconducibile all’età del Bronzo (GRAVINA 1995; 2002, pp. 21-52) e per la presenza di una Torre di avvistamento risalente, almeno, al XII-XIII sec. d. C.

Un primo saggio di scavo di limitata estensione nell’area occidentale del promontorio, realizzato negli anni ’90 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, aveva permesso di riconoscere un’area fortemente antropizzata della piena media età del Bronzo, a ridosso della quale insisteva una struttura di età basso medievale (TUNZI SISTO 1949). Nel corso delle nuove ricerche sono stati espletati una preliminare ricognizione di superficie ed il piazzamento topografico delle anomalie, riscontrate mediante stazione totale3. L’indagine, purtroppo, è stata condizionata da svariati fattori, quali la presenza del Villaggio Turistico “Cala del Principe”, che attualmente occupa all’incirca il 75% del sito archeologico, e l’estensione della macchia nell’area meridionale dell’abitato, protetta e oltretutto necessaria per limitare i danni del processo di erosione della costa.

I primi saggi di scavo all’interno dell’abitato sono stati impostati con l’obiettivo di comprendere la dislocazione planimetrica e valutare il grado di conservazione delle capanne protostoriche. A tal fi ne sono stati aperti cinque interventi (I-II-III-IV-V) in aree morfologicamente adatte ad ospitare tali strutture, evitando i disturbi medievali e moderni o sfruttandoli per facilitare la lettura delle seriazioni stratigrafiche. I dati di questa prima ricognizione e le emergenze archeologiche riconosciute all’interno dei saggi sono stati successivamente posizionati sulla fotografia aerea del promontorio. Da ciò è scaturita una più esaustiva lettura dell’abitato, inclusa l’identificazione di strutture antiche anche all’interno dell’area del villaggio turistico. In particolare, è stato possibile riconoscere con maggior precisione il percorso della cinta muraria che delimitava l’abitato dell’età del Bronzo, tanto da poter procedere all’esecuzione di due ulteriori saggi di scavo in prossimità della strada moderna di accesso al sito. I risultati delle indagini, sinteticamente presentati in questa sede, consentono di recuperare importanti informazioni sullo sviluppo dell’abitato fortificato di Torre Mileto nel corso della protostoria e delle epoche successive. I dati e le ipotesi interpretative rivestono in ogni caso carattere preliminare, non essendo stato ancora completato lo studio del materiale ceramico.

Fase I : impostazione della cinta muraria. La realizzazione di un intervento di scavo lungo la costa (saggio VI) ha permesso di riconoscere elementi di una complessa struttura muraria di notevoli dimensioni (largh. m 6,25 ca.), costruita al di sopra dei depositi descritti in precedenza. A nord-ovest è documentata la faccia a vista settentrionale di una struttura chiaramente di contenimento con andamento nord-ovest/sud-est, realizzata con grandi massi di calcare e depositi di pietre incoerenti miste a ghiaia e sabbia. Nella porzione sud-occidentale del saggio è visibile un secondo muro con caratteristiche analoghe, che costituisce il limite meridionale di quest’imponente struttura. In essa è identificabile un muro a secco (larg. m 0,80 ca.) del quale rimangono almeno 4 fi lari formati da grandi lastre di calcare, per un’altezza complessiva di m 0.55 ca. All’interno di questi muri di contenimento è riconoscibile il nucleo, composto da un’alternanza di strati: nella parte settentrionale sono localizzati limi rossastri piuttosto omogenei con occasionali pietre calcaree, al di sopra dei quali erano state allettate lastre di calcare disposte di piatto, nella parte centrale limi scuri misti a pietre e, a sud, concentrazioni di depositi compatti di calcare disgregato. Nella sezione esposta a ovest lungo la costa è stata documentata un’ulteriore sistemazione di grandi pietre all’interno del nucleo. Si tratta di un probabile muro a secco (larg. m 0,80) conservato per un’altezza di almeno m 0,65, che sembrerebbe rappresentare un contenimento costruito durante la realizzazione del nucleo della struttura muraria, probabilmente per dare stabilità alla costruzione principale. Il proseguimento di questa struttura di monumentali dimensioni, rinvenuta quasi interamente rasata nel saggio VI, sembrerebbe riconoscibile più a est nel saggio VII, dove risultava inglobata all’interno degli sviluppi strutturali della successiva fase II. Si tratta di un grande muro a secco di natura composita (larg. m 4 ca) conservata per un’altezza di almeno m 2, benché al momento non sia stato riconosciuto con certezza il suo limite inferiore. A sud è riconoscibile la cortina esterna costituita da grandi frammenti e schegge di calcare, della quale si conservano almeno 15 fi lari per un’altezza di m 1,75. Sul lato settentrionale, ovvero all’interno del nucleo, si addensavano potenti accumuli di materiale poco coerente, in parte privi di matrice e in parte misti a ghiaia e sabbia. All’interno di questi depositi, accanto alla base della cortina è stato rinvenuto un vaso quasi integro deposto in posizione capovolta, probabilmente una deposizione cultuale rientrante nell’atto di fondazione della struttura. Il nucleo incoerente descritto era rivestito sul lato settentrionale da una struttura di contenimento notevolmente inclinata verso sud; questa rappresentava il primo di una serie di simili apprestamenti riconoscibili all’interno della struttura, la cui funzione era probabilmente quella di aggiungere stabilità alla muratura a secco durante il processo di edificazione. L’assenza della formazione di piani di calpestio al di sopra o accanto a queste strutture, lascerebbe pensare che si trattasse di un processo costruttivo privo di interruzioni prolungate nel tempo. Un’analoga tecnica costruttiva era stata precedentemente documentata nella cinta difensiva dell’abitato di Punta Manaccora, dove una serie di muri a secco di limitate dimensioni conteneva nuclei di pietrame incoerente.

Il monumentale impianto di Torre Mileto rappresenta, verosimilmente, la porzione finale di una prima fase di cinta muraria, realizzata a difesa dell’abitato protostorico8. All’esterno della cinta muraria, in appoggio alla faccia a vista meridionale della struttura, si notava la presenza di una serie di strati abbastanza compatti di limo argilloso con piccoli pezzi di calcare (spessore m 0,25 ca), al cui interno sono stati riconosciuti frammenti ceramici e carboni. Al di sopra vi era un deposito di schegge di calcare di piccole e medie dimensioni, con matrice sabbio –ghiaiosa poco coerente, sulla cui superficie poggiava uno strato di limo grigio-marrone piuttosto sottile e friabile, contenente alcuni frammenti ceramici. Tale superficie fu sigillata, nella fase successiva, dalla realizzazione di un’ulteriore struttura muraria9. In corrispondenza del lato interno della struttura più antica si è osservata, invece, la presenza di una sequenza stratigrafica obliterata dagli sviluppi successivi. Si trattava di un deposito di limo compatto rossastro omogeneo e piuttosto spesso (m 0.50 ca), contenente materiale antropico (frammenti di ceramica, selce e carboni), forse un iniziale piano di calpestio interno all’insediamento. Lo strato era coperto da un ulteriore sviluppo strutturale, forse una sottofase costruttiva analoga ai rivestimenti descritti. Non è quindi escluso che questo piano fosse funzionale alla costruzione stessa, dato che gli strati di terriccio compatto avrebbero potuto offrire maggiore stabilità interna alla struttura, secondo quanto documentato nel limitrofo saggio VI. All’interno del saggio VI, alla distanza di m 1 ca. dallo strapiombo roccioso, l’osservazione della sezione esposta ha permesso di riconoscere un focolare retrostante il muro di cinta. Di forma probabilmente circolare, era delimitato da pietre ed all’esterno da una deposizione di piccoli ciottoli privi di matrice; all’interno, sotto un sottile strato di bruciato, erano riconoscibili alcuni frammenti ceramici. L’insieme delle strutture descritte sembrerebbe inquadrabile cronologicamente nell’ambito della piena media età del Bronzo.

Le indagini all’interno dell’abitato. Dal materiale rinvenuto e dalla stratigrafia esposta dalle erosioni, appare evidente che il sito di Torre Mileto sia stato occupato da un importante insediamento, delimitato da un imponente circuito murario. Il percorso ipotizzabile per l’opera difensiva consente di ricostruire un abitato esteso almeno 30.000 mq, del quale solo una piccola porzione, corrispondente all’1% ca., è stato ad oggi oggetto di indagine stratigrafica. Nel corso dei cinque saggi di scavo, piani di frequentazione ed elementi strutturali collegabili a capanne protostoriche sono stati riconosciuti unicamente all’interno dei saggi I e IV; in particolare, nel primo saggio sono riconoscibili almeno due diversi livelli di abitazioni, verosimilmente databili a fasi del Bronzo medio e del

Indagini preliminari nell’insediamento fortificato dell’età del Bronzo di Torre Mileto

Bronzo finale. Al di sopra di questi piani si documentano attività strutturali riferibili alla prima età del Ferro. Nei restanti tre saggi (II-III-V), dove il banco roccioso è af orante ed alquanto irregolare, non sono riconoscibili tracce di impianti strutturali, pur non mancando lembi sopravvissuti di piani di calpestio con materiali di età protostorica.

L’età medievale. Nel corso delle indagini non sono stati identificati resti strutturali, né sono stati rinvenuti materiali riconducibili all’epoca romana ed alto-medievale. Risulta, invece, ben documentato nel sito di Torre Mileto il periodo relativo al basso Medioevo: le fonti storiche parlano, infatti, della distruzione da parte dei Saraceni di un villaggio “casale” sul promontorio; nel 1284 è già documentata la presenza di una torre, mentre nel 1568 è ricordata la ricostruzione e l’ampliamento della struttura, fi no a modificarne l’aspetto in quello riconoscibile attualmente (A. da MONTESARCHIO 1732; SARNELLI 1680. A queste notizie storiche potrebbero appartenere i resti murari documentati nel corso degli scavi. Si tratta di strutture che presentano un orientamento approssimativamente nord-est/sud-ovest, analogo a quello della torre. Sono state individuate due differenti tipologie murarie: la più antica è caratterizzata da strutture legate con malta (larg. m 0,80), mentre ad una fase più recente sembrerebbero appartenere una serie di muri a secco con analogo orientamento (larg. fra m 0.55 e m 0.60). Sulla base dei dati stratigrafici e, in particolare, della tecnica edilizia, è plausibile ipotizzare la presenza sul promontorio di un primo impianto rettangolare con asse principale est-ovest (m 37.50 x 37.0), al quale sembrerebbe riconducibile anche la torre, sì da raggiungere una lunghezza complessiva dell’insediamento di m 70 ca. L’uso di malta nelle strutture consentirebbe una datazione all’età normanna (circa XI-XII sec. d. C.)13. È del tutto plausibile identificare in questo impianto il villaggio ‘casale’ che, come attestato dai documenti, era già presente nel 1245. Ad una fase successiva risalgono, invece, i muri a secco che si presentano alquanto rustici, con una organizzazione che deriva in parte da quella dell’impianto precedente14. Queste strutture potrebbero essere riconducibili ad una nuova fase di vita dell’insediamento, successiva alla distruzione da parte dei Saraceni. La planimetria mostra una certa organizzazione delle strutture, ben divise da muri perimetrali a secco, forse limiti di proprietà. I nuovi edifici, dislocati non immediatamente vicini alla Torre, furono forse eretti per scopi difensivi. La cronologia di questa fase di attività costruttiva e la sua durata sono al momento incerte, benché notizie storiche ricordino un restauro e ampliamento della Torre di Mileto, avvenuto nel 1568. Le evidenze di epoca medievale sono largamente compromesse dall’inarrestabile fenomeno dell’erosione marina, che in quest’area ha creato un arretramento della costa di almeno m 5.

I risultati dei saggi di scavo hanno permesso di recuperare una notevole quantità di informazioni circa lo sviluppo dell’abitato di Torre Mileto nel corso dell’età protostorica. Le evidenze archeologiche documentate hanno portato in luce il potenziale informativo del sito ed in particolare l’eccezionale stato di conservazione delle strutture murarie di fortificazione dell’abitato che, una volta esposte interamente, rappresenterebbero un importante esempio di sistema difensivo dell’età del Bronzo, vista la conservazione in elevato di oltre m 2,50. Di rilevanza anche i risultati emersi nelle indagini all’interno dell’abitato, in particolare nei saggi I e IV, i cui livelli sovrapposti di capanne evidenziano la lunga occupazione del sito.

A.M. Tunzi

APRICENA È PRESENTE AL FESTIVAL DELLA MUSICA ITALIANA

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L’apricenese Angelica Romagnolo ballerina nel corpo di “SANREMO JUKEBOX”.

È stata da poco resa nota la partecipazione di una nostra concittadina, Angelica Romagnolo in arte “Anela”, che a febbraio prenderà parte agli eventi della Città dei fiori come ballerina professionista nel corpo di “Sanremo Jukebox”, a pochissimi passi dal palco dell’Ariston. Un grande evento collegato al Festival della musica italiana.

«Sono orgoglioso di questa scelta» – aggiunge il Sindaco Antonio Potenza – «che dimostra quanto i sacrifici e la passione possano portare lontano a realizzare i propri obiettivi. Faccio i miei complimenti a questa ragazza ed un grande in bocca al lupo per ciò che la attende nel suo futuro. Un immenso grazie va anche alla sua maestra di danza Gessica Canova, che qui ad Apricena porta avanti da tempo un progetto di formazione artistica di alto livello, un’opportunità per tanti altri ragazzi e ragazze che vogliono seguire i propri sogni.»

POMODORO, CIA CAPITANATA: “BENE LA DOP, ORA INTESA SUL PREZZO”

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“Occorre trovare subito un accordo sul prezzo del pomodoro da industria nel Centro-Sud, così da evitare quanto successo nel 2022, con oltre 2mila ettari in meno di superfici coltivate e una perdita netta di circa 3 milioni di quintali rispetto all’anno precedente”.

La richiesta, che è anche un monito, arriva da CIA Agricoltori Italiani di Capitanata. Avviato con successo il percorso che condurrà al riconoscimento della DOP per il pomodoro di Puglia, secondo Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “ora è il momento di dare ai produttori una base minima di certezze per metterli nelle condizioni di programmare e di trapiantare”.

Nella campagna del pomodoro 2022, l’intesa sul prezzo fu raggiunta solo in luglio. Troppo tardi poiché, in assenza di accordi, moltissime aziende agricole decisero in primavera di non procedere con i trapianti.

I numeri, più di ogni altra cosa, dimostrano le conseguenze dell’accordo tardivo: in Capitanata, nel 2022 stati raccolti circa 12 milioni di quintali di prodotto, a fronte dei 14.782.000 del 2021. In decrescita anche le superfici coltivate: l’oro rosso ricoprì 17.140 ettari nel 2021, mentre nel 2022 si è scesi a 15mila (complessivamente, in Italia, 32.500 ettari).

“Le industrie conserviere l’anno scorso hanno tirato la corda al massimo pur di non riconoscere un valore adeguato da corrispondere ai produttori. Il calo delle superfici coltivate e, di conseguenza, la minore produttività”, ha aggiunto Miano, “sono state la diretta conseguenza delle politiche attuate dalla parte industriale. Abbiamo penato per mesi prima di poter arrivare a un accordo sul prezzo del pomodoro da industria. Un’incertezza e uno stallo durati diversi mesi, tanto da convincere molti imprenditori agricoli a rompere gli indugi e a rinunciare a trapiantare”. L’accordo fu raggiunto nei primi giorni di luglio, con un’intesa basata su 13 centesimi al chilo per il tondo, 14 centesimi al chilo per il lungo, e una maggiorazione pari al 30% per il biologico. A fine campagna, però, il tondo raggiunse i 16 centesimi e il pelato i 21 centesimi. Un’ulteriore dimostrazione di quanto poco assennate siano state le scelte della parte industriale, arroccata su quotazioni insufficienti anche a coprire i costi di produzione per le aziende agricole, ma poi costretta a subire le conseguenze delle sue stesse azioni con la riduzione delle superfici e la conseguente corsa all’accaparramento che hanno fatto aumentare i prezzi ben oltre le richieste iniziali del mondo agricolo.

Per CIA Agricoltori Italiani di Capitanata, dunque, se ce n’è la volontà, nel 2023 si può fare molto meglio. Occorre, tuttavia, che le industrie conserviere arrivino molto prima a riconoscere un prezzo remunerativo al pomodoro prodotto in provincia di Foggia. “E’ necessario che la parte industriale sia guidata da visioni più ampie, capaci di considerare l’interesse dell’intera filiera. Si tornerà ai numeri del 2021 solo e soltanto se ci sarà un cambiamento da questo punto di vista, rompendo il muro creato da egoismi di parte che poi si rivelano autolesionistici, come dimostra il bilancio dell’ultima stagione del pomodoro”.

“La CIA Agricoltori di Capitanata lo chiedeva da tempo. La DOP per il pomodoro di Puglia è un primo e importante passo per rilanciare una filiera che, in provincia di Foggia, rappresenta un’eccellenza assoluta sia per quantità che per qualità. Abbiamo collaborato alla redazione del disciplinare e questo percorso ci vede assolutamente partecipi e convinti dei passi che andranno svolti da qui in avanti, il primo dei quali resta un’intesa soddisfacente e giusta sul prezzo del pomodoro da corrispondere ai produttori nella campagna 2023”.

STAGIONE TEATRALE: SABATO 28 GENNAIO GEGE’ TELESFORO E SERENA BRANCALE IN CONCERTO AL TEATRO VERDI

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Sabato 28 gennaio 2023 (porta ore 20,30, sipario ore 21,00) al Teatro Comunale Giuseppe Verdi serata all’insegna della buona musica con un doppio evento che prevede due concerti.  A salire sul palco saranno prima Gegè Telesforo (vocals & percussions) in “Big Mama”, che si potrebbe definire un suo ritorno alle origini (con lui Matteo Cutello – trumpet; Giovanni Cutello – sax alto; Christian Mascetta – guitars; Vittorio Solimene – organ & keys; Michele Santoleri – drums), e a seguire Serena Brancale in “Je so accussì”, il suo album – cofanetto di pietre preziose, canzoni e cover.

“La nostra stagione riprende alla grande – dichiara l’Assessore Celeste iacovino con una serata all’insegna della musica oltre i confini, dal blues al jazz, con due artisti che si alterneranno sul palco del Verdi”. Per Gegè Telesforo si potrebbe definire questo nuovo progetto un ritorno alle origini. Il pluridecorato vocalist foggiano, polistrumentista, compositore, produttore discografico, divulgatore, autore e conduttore dei programmi musicali radio e tv più amati dagli appassionati di musica del nostro paese, torna discograficamente e in concerto con un personale tributo al blues e al suono delle formazioni del periodo jazz – groovy fine anni ’50 della Blue Note Records. A seguire Serena Brancale presenta il suo album Je So Accusi, un cofanetto di pietre preziose, canzoni e cover che pensate nel dettaglio per regalare un’immagine matura di se stessa senza rientrare in un genere musicale definito. Un progetto in cui convivono mille sfaccettature di un grande Sud, dal dialetto barese all’Africa, dall’omaggio a Pino Daniele, alla figura della donna. In questo album è presente il brano che sigilla la collaborazione internazionale con Richard Bona e che vede Serena entrare nella “family” di Quincy Jones.

I biglietti sono in vendita presso il botteghino del Teatro Comunale Giuseppe Verdi.

Lo spettacolo sarà preceduto, alle ore 17.30 dall’incontro con gli studenti ed il pubblico con Gegè Telesforo e Serena Brancale. Modera la giornalista Rosaria d’Errico.

MOTOCROSS IN AREA PROTETTA: LE PRECISAZIONI DELL’ENTE PARCO DEL GARGANO

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A seguito delle segnalazioni pervenute all’Ente parco nazionale del Gargano sull’esercizio diffuso del motocross nell’area protetta, il Presidente Pasquale Pazienza ha organizzato degli incontri per ascoltare vari portatori d’interesse (guide ambientali, escursionisti, ecc.) al fine di meglio comprenderne i contenuti specifici.

“Ricordiamo che il motocross è un’attività vietata per legge nell’intera area protetta. La sua pratica è, pertanto, e a tutti gli effetti, un reato da cui scaturiscono responsabilità civili e penali, poiché da essa discendono problematiche che vanno, per breve sintesi, dal rischio di incidentalità ai danni di camminatori ed escursionisti, ai danni alle infrastrutture della sentieristica presente nel territorio e agli ecosistemi di aree di particolare pregio e sensibilità ambientale. Dell’esistenza di questa criticità, unitamente a ogni dettaglio utile, è stato informato il Reparto Carabinieri Parco nazionale del Gargano, per far sì che anche questo fenomeno possa diventare oggetto di attenzione nello svolgimento delle attività di controllo del territorio” ha dichiarato il Presidente Pazienza.

Il divieto in parola è disciplinato dal Decreto istitutivo del Parco nazionale del Gargano (lettere A e I dell’art. 3 “Divieti generali”), oltre che da una serie di altre norme nazionali.

Nell’ambito delle norme vigenti, il Parco rimarca il proprio impegno a tutela del territorio e invita alla collaborazione le varie Comunità in esso esistenti.

PESCHICI STRAVINCE CON LA PALESTRA “DO” DEL MAESTRO LUIGI TAVAGLIONE

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Domenica 22 gennaio 2023, presso il “Palafiori” di Terlizzi (BA) si è tenuto l’evento di Coppa Italia Kickboxing, organizzato dall’Accademia “Den of Tigers” del Maestro Mario Roselli, in collaborazione con la “World Kickboxing Federation”.

Durante la giornata, sul ring, con passione e determinazione, si sono sfidati Atleti di ogni età provenienti dal Sud Italia.

A combattere erano presenti anche i Campioni della Palestra “DO” di Peschici, diretta magistralmente dal Maestro Luigi Tavaglione, il quale soddisfatto dei risultati conseguiti, dice: “…Ho fatto di quest’arte la mia ragion di vita…e questa filosofia cerco di trasmetterla ogni giorno, con impegno, sacrificio ed entusiasmo…”

Il “bottino” conquistato è di ben 11 medaglie: 6 ori, 3 argenti, 2 bronzi.

Qui di seguito i nominativi dei vincitori:

Carmine Piracci (2 ori, di cui 1 nella categoria boxe e l’altro in quella di Kickboxing)

Emanuele Russo (oro)

Giuseppe Tavaglione (oro)

Raffaele Tavaglione (oro)

Daniel Vecera (oro)

Giuseppe Biscotti (argento)

Matteo Liberato (argento)

Giuseppe Tavaglione (argento)

Mario Esposito (bronzo)

Daniel Vecera (bronzo)

 

SAN NICANDRO: I CONSIGLIERI BERARDI E DE LUCA SULLO STRALCIO DELLE CARTELLE DI PAGAMENTO FINO A 1000 EURO

Spesso a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina! Ebbene, entro il 31 gennaio 2023 i Comuni dovranno decidere se neutralizzare gli effetti dello stralcio parziale delle cartelle di pagamento fino a mille euro adottando una delibera di consiglio da trasmettere entro la stessa data all’agente nazionale della riscossione.

Sappiamo come questa amministrazione è molto attenta al destino dell’economia e quindi dei commercianti, degli imprenditori e dei cittadini di San Nicandro Garganico e sappiamo pure che l’ANCI ha inviato una nota di approfondimento sugli interventi di definizione agevolata dei contenziosi e di abbattimento dei crediti affidati all’agenzia delle Entrate-Riscossione previsti dalla legge di Bilancio 2023. Si tratta dello stralcio dei debiti tributari fino a 1000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, previsto dai commi 222-230 della legge 197/2022. Si tratta del quarto provvedimento di annullamento automatico dei carichi iscritti a ruolo adottato nell’ultimo decennio, dopo la legge 228/2012, il Dl 119/2018 e il Dl 41/2021.

Rispetto al testo emesso dal Governo, in sede di approvazione definitiva della legge di bilancio è stato introdotto un doppio regime, caratterizzato dall’annullamento “totale” (solo interessi e sanzioni) per gli altri enti, tra cui il Comune.

Per i tributi comunali l’annullamento automatico opera quindi limitatamente agli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, alle sanzioni e agli interessi di mora, ma non opera per quanto dovuto a titolo di capitale e alle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento.

Per le altre sanzioni amministrative, incluse quelle per violazioni del codice della strada, l’annullamento opera solo per gli interessi denominati (compresi gli interessi semestrali previsti dall’articolo 27 della legge 689/81) e non invece per le sanzioni e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione che restano integralmente dovute.

Alla luce di quanto descritto, i Comuni possono decidere di “non applicare” le disposizioni relative all’annullamento parziale dei loro crediti, con apposito provvedimento sul sito internet istituzionale del Comune e alla trasmissione dello stesso all’agenzia delle Entrate-Riscossione.

Tale decisione nel nostro Comune, sarà a favore o contro chi deve certe somme? La scelta è facoltativa dove spetta ad ogni singolo ente  locale la decisione entro il 31 gennaio 2023, considerati i tempi di convocazione dei consigli, trattandosi di delibera avente natura regolamentare. Il diniego allo stralcio parziale dei crediti di spettanza comunale. L’approvazione della delibera comporterà la possibilità per il contribuente di accedere a diverse condizioni, alla rottamazione quater prevista dalla stessa legge di Bilancio 2023 che, a differenza del passato, viene imposta ai Comuni che dovranno decidere se incamerare soldi nelle casse per far quadrare i conti o dare questa opportunità ai contribuenti oggetto di stralcio. I Consiglieri Comunali Berardi e De Luca interrogano nel question time cosa intende fare l’Amministrazione Comunale a tal riguardo. Fatto è che la già precaria economia sannicandrese fa preoccupare i consiglieri interroganti cercando di poter far respirare un po’ tutti coloro i quali si trovano tra queste possibilità.

Gino Carnevale

POLPO CRUDO ARRICCIATO NELL’ATLANTE DEI PRODOTTI TRADIZIONALI DELLA PUGLIA

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Descrizione sintetica del prodotto

Il polpo (Octopus vulgaris) viene consumato crudo come antipasto o aperitivo. È una delle pietanze che costituisce il cosiddetto “crudo di mare”. A Bari il crudo di mare viene definito la “colazione dei pescatori” e si compone di allievi, polpi, ostriche, noci, cozze nere, cozze pelose, ricci e tagliatelle di mare: tutto rigorosamente crudo. I polpi da mangiare crudi sono quelli di scoglio, pescati dalle barchette. Vengono arricciati con una tecnica unica al mondo che si perpetua da secoli.

Processo produttivo

Per mangiare il polpo (arricciato) occorrono polpi piccoli, di pochi etti, e soprattutto di scoglio (pulpe de pète) agevolmente pescabili nel periodo estivo, quando i giovani esemplari si mantengono nelle acque basse e ricche di scogli in cui si rintanano.

L’arricciatura del polpo, chiamata anche “cottura meccanica” o “cottura a freddo” prevede diverse fasi: asportazione della tasca del nero e della membrana tentacolare superiore; battitura del polpo, con una paletta di legno, su una lastra di pietra; sbattitura violenta del polpo sulla lastra o su uno scoglio (operazione ripetuta più volte); il polpo viene poi leggermente “strisciato” per il sacco sullo scoglio, con un movimento di andirivieni, per una quindicina di minuti, infine viene adagiato in un cestello piatto e fatto oscillare in un’altalena che va da un bordo all’altro del cestello. I cirri o tentacoli, dapprima flaccidi e snervati, si contorcono e assumono la forma di buccoli. L’operazione completa dura circa due ore.

Storia e tradizione

In base a quanto riportato da Sada nel libro “La cucina della Terra di Bari. Storie e ricette” (1991) l’arricciatura del polpo «È un rito che si compie chissà da quando; un’attestazione sicura è quella che ci dà Ateneo: “Plecté poliùpodos piléses”, tentacoli di polipo sbattuto. Più tardi le Decretazioni decurionali di Bari del 24 ottobre 1513 ci parlano, tra il “pulpo de camascia, secce seccate e altre sorte” di “pesce di Bari”, del pulpo rizzuto». Lo stesso autore riporta queste testimonianze nel libro “La cucina pugliese in oltre 400 ricette” (1994).

La descrizione dell’arricciatura e delle modalità di degustazione dei “polpitelli arricciati” viene riportata nel libro “La checine de nononne” (Panza, 1982)

QUANTO E’ IMPORTANTE RIDERE OGNI GIORNO

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La risata migliora l’umore e la circolazione. Allena il fisico e massaggia il viso. Sveglia l’intestino pigro. Cento sorrisi valgono come 15 minuti al vogatore

Sicuramente c’è meno voglia di ridere, in un mondo da molto tempo sottosopra. Pensiamo soltanto alla sequenza di eventi che hanno cambiato radicalmente la traccia delle nostre vite in pochi anni: la crisi finanziaria ed economica, l’impoverimento dei ceti medi a fronte di un’enorme e crescente ricchezza di piccole minoranze, il coronavirus ed il lockdown, l’attacco della Russia in Ucraina. Di fronti a questi fatti la voglia di ridere può anche passare. Ma invece dobbiamo conservarla, senza rimuoverla, con il soffio della leggerezza pronta a riscaldare le relazioni umane. E la leggerezza si alimenta con il soffio carezzevole del sorriso.

EFFETTI BENEFICI DEL RIDERE

Non siate avari con le risate. Anzi, abbondate. Non sprecate né tempo né energie, ma al contrario farete un vero bagno di benessere. Ridere cambia la vita, e la migliora. Troppo spesso ci prendiamo tanto sul serio, quando proprio non serve, e magari ci gonfiamo, in un unico e deprimente meccanismo. Deprimente anche per chi è costretto a starci accanto. E intanto sprechiamo quelle continue opportunità che la vita ci concede di alleggerire anche le cose più pesanti, di ammorbidirle nella leggerezza di una salutare risata. Una risata che, se condivisa con persone care, si trasforma anche in un gesto d’amore.

RIDERE È VITA

Già perché ridere, ridere, ridere (ovviamente senza diventare dei pagliacci o delle macchiette) non è solo una parola d’ordine per un ottimo stile di vita, ma è anche una chiave per migliorare la nostra salute, il benessere psico-fisico. Ridere è vita. Senza dimenticare, a proposito della forza dirompente del ridere, una celebre frase della letteratura anarchica, ripresa poi da Bertold Brecht: “Una risata vi seppellir”.

PERCHÉ RIDERE FA BENE

Un sorriso ironico, una risata, che non sia dispregiativa, possono lasciare il segno a chi prova a ferirci molto più di una dannosa arrabbiatura. Inoltre, una lunga serie di ricerche universitarie, da Oxford al Maryland, non fanno altro che confermare i tanti benefici di una prolungata risata. Per il cervello, il cuore, i polmoni, la testa. Il motivo scientifico è chiaro: la risata stimola la produzione di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che migliorano il nostro umore. Da qui il suo primo beneficio, anche come forma di antidepressivo.

RIDERE INCORAGGIA LA CREATIVITÀ

Inoltre ridere aumenta la pressione sanguigna, e questo fa bene alle arterie, mettendoci al riparo da problemi cardiovascolari. Riduce ansia, stress e tensioni. Pratica un vero e proprio massaggio ai muscoli, e incoraggia la creatività. Senza trascurare l’aspetto relazionale: ridere, specie in compagnia, è un fattore che alimenta le nostre capacità di rapportarci agli altri. Ci fa stare bene insieme, e non da soli. Senza considerare che sorridere e quindi il buon umore sono un elemento fondamentale per aumentare l’efficienza sul lavoro. Come tutte le cose, infatti, approcciarsi nel modo giusto ai nostri doveri ci aiuta a finire prima e con meno fatica. Se volete una prova tangibile di questi effetti, quando vi sentite stressati, provate a fare un respiro profondo e un bel sorriso e vedrete come l’intero organismo vi ringrazierà.

L’EFFETTO TONIFICANTE DELLA RISATA

I professori dell’American College of Cardiology hanno perfino individuato il dosaggio giusto, un totale di quindici minuti al giorno di risate o di sorrisi, mentre il loro collega William Fry dell’Università di Stanford ha calcolato che cento risate quotidiane hanno, sul fisico, l’effetto tonificante di dieci minuti di intensa attività con il vogatore.

YOGA DELLA RISATA

Ma esistono esercizi che aiutano a ridere? Certo. Esiste perfino lo yoga della risata, una tecnica nata alla fine degli anni Novanta dagli studi del dottor Madan Kataria. Lui era bloccato a letto da una grave malattia e scoprì i benefici della risata proprio su se stesso: ridendo per dieci minuti, riusciva a dormire senza dolori per almeno due ore.

Adesso le tecniche dello yoga della risata si stanno sviluppando sul web, laddove esistono 16mila club della risata in tutte le nazioni del mondo, dei quali 250 in Italia. In particolare, è stato inaugurato Skype Risata Italia: due volte al giorno, alle 7.30 e alle 21.00 ci si ritrova su Skype e si ride in gruppo. La chiamano la «chimica della felicità»: provare per credere. (nonsprecare.it)

SAN NICANDRO, RIAPERTO L’UFFICIO DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE

Finalmente, dopo quasi tre anni, l’Ufficio di front-office dell’Acquedotto Pugliese di San Nicandro è stato riaperto al pubblico.

Un altro risultato dell’Amministrazione Vocale ottenuto con fermezza dopo mesi di insistenza, un ufficio di cui era programmata la chiusura e che, invece, resta sul territorio a ristabilire un servizio utile a molti comuni del Gargano e della Provincia di Foggia.

Ringrazio in primis il vicesindaco di Vieste Rossella Falcone, componente del CdA di AQP, per la sensibilità dimostrata nel farsi portavoce del territorio e il responsabile di area CM, Marco Carabellese.

L’ufficio è aperto tutti i 𝗺𝗮𝗿𝘁𝗲𝗱𝗶̀ e 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱𝗶̀ 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟬𝟴.𝟬𝟬 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟲.𝟬𝟬, con due sportelli attivi 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲.

La prenotazione dell’appuntamento è possibile effettuarla tramite l’App AQPF@acile o l’App CodaQ, cliccando su “prenota l’appuntamento agli sportelli AQP”, selezionando giorno e orario più comodo. Al termine della procedura si riceve un ticket virtuale con il quale il cliente può presentarsi direttamente allo sportello. L’appuntamento è anche prenotabile chiamando il nr verde AQP 800.085.853 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 08.30 alle 17.30 e il sabato dalle ore 08.30 alle 13.00.

Rimangono attive tutte le altre modalità di contatto dei clienti Vs AQP:

– Numero verde commerciale 800.085.853, gratuito da rete fissa e mobile, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 08.30 alle 17.30 e il sabato dalle 08.30 alle 13.00

– numero verde pronto intervento e segnalazione guasti 800.735.735, gratuito da rete fissa e mobile, attivo 24 ore su 24

– il sito internet www.aqpfacile.it

– l’App Pedius per non udenti che, grazie alle tecnologie di riconoscimento e sintesi vocale, permette alle persone sorde di telefonare al Servizio Clienti Informazioni e Pronto Intervento

Segnalazione Guasti

– via pec clienti@pec.aqp.it

– via fax 080.2313497

– tramite lettera

SAN NICANDRO, CONFERENZA SULLA AUTONOMIA DIFFERENZIATA

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Domani, 23 gennaio 2023, alle ore 18:30 presso la Camera del Lavore di Piazza Enzo Fioritto, l’ANPI di San Nicandro organizza una conferenza sulla “Autonomia differenziata”.

Introdurrà i lavori Agostino Trombetta, Presidente Anpi di San Nicandro a cui seguiranno i saluti del sindaco Matteo Vocale.

Questi i relatori dell’incontro: Francesco Iannone (Dottore Commercialista), Michele Galante (Presidente provinciale Anpi Foggia) e Antonio Russo (Vice Presidente Nazionale Acli)

I cittadini sono invitati a partecipare.

EDITORIALE DELLA DOMENICA. SAN NICANDRO: BEN SETTE PARLAMENTARI DAL DOPOGUERRA

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San Nicandro, pur essendo considerata una cittadina ai margini della nostra provincia, nella sua storia del dopoguerra, ha espresso ben sette parlamentari: Domenico Fioritto, Raffaele Mascolo, Severino Fallucchi, Giuseppe Iannone, Nicandro Marinacci, Maria Luisa Faro e Annamaria Fallucchi. Nel Gargano nessun’altra cittadina ha fatto meglio.

Ad eccezione di quest’ultima, in carica solo da qualche mese, e del Fioritto per il periodo storico in cui ha coperto la carica, con questa squadra in campo, San Nicandro è migliorata o no?

Dall’analisi storica, la risposta è sotto gli occhi di tutti in quanto, soprattutto a livello di economia locale, San Nicandro ha perso molte posizioni e non esiste un settore trainante che possa dare una svolta e contribuire alla rinascita e ricrescita del nostro territorio.

Certamente il ruolo dei deputati e senatori è quello di legiferare ma quello che è interessante conoscere è il modo di essere classe dirigente di una nazione e il modo in cui si interpreta la politica. Ora, con la riduzione del numero dei parlamentari, la situazione ora si è complicata in quanto tutti i collegi sono enormemente più vasti e, quindi, un territorio più difficile gestire da parte degli eletti.

Prima di questa legislatura, dei nostri rappresentanti in Parlamento, solo pochi hanno prestato un po’ d’attenzione a San Nicandro. Ma quello che forse non è mai stato effettivamente consolidato è il rapporto con la dirigenza regionale, quella provinciale e comunale proprio per capirne istanze e soluzioni che potevano essere locali o “romane”.

Vi è la responsabilità morale nei confronti dei propri elettori, anche di quelli che hanno fatto scelte diverse. Non deve essere mai dimenticato di essere un rappresentante di un popolo e non interprete libero di un’idea che non corrisponde a chi lo ha eletto.

E’ grave disinteressarsi del proprio territorio perché questo spinge al non voto e, quindi, c’è una precisa responsabilità politica in chi governa ricordando sempre che ogni azione deve essere fatta con le leggi ma, soprattutto, con la propria coscienza.

Il Direttore

A VICO DEL GARGANO LA FESTA DI SAN VALENTINO PIU’ GOLOSA E ANTICA D’ITALIA

Vico del Gargano, “il paese dell’amore” devoto al Patrono degli innamorati e delle arance, si appresta a vivere l’edizione più colorata, romantica e luminosa di San Valentino. E’ dal 1618, da oltre 400 anni, che i vichesi hanno legato il nome e il destino del proprio paese al Santo a cui è dedicato il 14 febbraio. Gli eventi, i riti e le celebrazioni, a Vico del Gargano, cominceranno ben prima: il 4 febbraio, infatti, prenderà il via il Festival del Teatro Popolare che è parte integrante del ‘programma valentiniano’; il 5 febbraio, l’inizio della novena sarà annunciato dallo scampanellio di tutte le chiese del borgo e non più dai fuochi d’artificio, una scelta consapevole, voluta, nel segno della sostenibilità.

Gli eventi veri e propri prenderanno il via sabato 11 febbraio e si protrarranno fino all’intera giornata, fino a tarda sera, di martedì 14 febbraio 2023. Ci sarà l’immancabile percorso degli innamorati, un itinerario tra vie, archi, chiese, piazze e portali allestiti con decorazioni, cuori, le profumate e succulente arance vichesi, alloro, mimose e ghirlande. Un cammino che condurrà verso il famoso Vicolo del Bacio, uno dei luoghi più belli e suggestivi del borgo, e il pozzo delle promesse, presso il quale le coppie si promettono amore e rinnovano il loro sodalizio di innamorati.

Ci saranno la musica, la sagra-mercato di San Valentino con decine di stand di produttori, artigiani, degustazioni delle tipicità. In Piazza San Domenico, si svolgerà CioccolaTIAMO, la Festa del Cioccolato con le casette in legno presso le quali sarà possibile ammirare e gustare creazioni gustose, piccole opere d’arte del sapore realizzate da pasticceri e cioccolatai. Ci sarà spazio per la street art, per valorizzare attraverso il rapporto tra moderno e antico i luoghi di interesse storico-architettonico del paese, e per le street band che faranno attraversare il borgo dalla musica.

Non mancheranno i più tradizionali complessi bandistici, con l’Ensemble di Fiati “Garganum” e il complesso “A.F. Nardini”, mentre la Fanfara dell’Aeronautica militare si esibirà nella Chiesa Madre il 14 febbraio alle 19.30. E, ancora: l’area di ascolto culturali per la poesia e la prosa, quella per le degustazioni, gli spettacoli teatrali e le poesie dai balconi. Il 14 febbraio, alle 11.30, prenderà il via la solenne processione di San Valentino. A conclusione della lunga serata del 14 febbraio, non saranno i fuochi d’artificio a concludere la festa, ma uno spettacolo luminoso fatto di giochi di luce.

“Il programma, finanziato e sostenuto dall’Amministrazione Comunale, è stato organizzato dalla Pro Loco di Vico del Gargano e dal Comitato Feste Patronali, in un’ottica di sinergia e coinvolgimento dal basso che hanno portato a lavorare insieme, fianco a fianco, un nutrito gruppo di persone capaci di mettere a disposizione di una importante tradizione un capitale di impegno, cura, dedizione e creatività”, ha dichiarato Michele Sementino, sindaco di Vico del Gargano. Importante anche la collaborazione del Liceo Publio Virgilio Marone, quella delle scuole e delle diverse realtà associative.

“Tutto il paese tiene molto a questa ricorrenza ed è consapevole della sua importanza da ogni punto di vista: religioso, culturale, identitario ed anche turistico, poiché ci permette di valorizzare in toto il patrimonio materiale e immateriale del nostro borgo che si fregia del riconoscimento dei Borghi più belli d’Italia”. San Valentino è il Patrono di Vico del Gargano e degli aranceti, oltre ad essere “il santo degli innamorati”.

La “festa degli innamorati”, il 14 febbraio, è una ricorrenza ricca di riti suggestivi, profumi e colori che la Regione Puglia ha inserito nel progetto “Patroni di Puglia”. Sono tante le peculiarità di questo grande evento popolare che unisce spiritualità, religione e tradizioni rurali. Gli agrumi del Gargano, e in particolare le arance e il limone “Femminello” di Vico (la varietà di limone più antica d’Italia), sono un presidio Slow Food. Tutto l’antico borgo vichese è inghirlandato di arance, a cominciare dal “Vicolo del Bacio”, una strada strettissima, pittoresca, uno dei simboli del giorno di San Valentino in Puglia. I giorni che precedono la festa presentano un paese in fermento, con una partecipazione popolare che si respira in ogni casa, nelle sedi delle Confraternite e in quelle delle associazioni, ed è visibile in ogni strada, su ogni vetrina delle attività commerciali grazie ad allestimenti e addobbi del tutto caratteristici e originali.

AUTORITA’ IDRICA PUGLIESE, NEL 2022 CANTIERI PER 1 MILIARDO DI EURO

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Con 28 conferenze di servizio nel 2022, l’Autorità Idrica Pugliese ha approvato 19 progettazioni definitive per un importo di 609 milioni di euro di lavori sulla rete idrica e fognaria della regione Puglia e 28 progettazioni definitive e/o esecutive per interventi sulla depurazione delle acque, per un importo di 116 milioni di euro, consentendo l’avvio all’appalto di opere per circa 1 miliardo di euro. Sono investimenti finalizzati al completamento delle reti fognarie della regione, al contenimento delle perdite idriche, all’adeguamento delle reti agli standard gestionali, all’aumento della fornitura di acqua in zone in crisi idrica, alla minimizzazione dei problemi ambientali connessi ad una inadeguata depurazione, all’efficientamento della gestione dei fanghi prodotti nel ciclo depurativo, alla eliminazione dei disturbi olfattivi, alla realizzazione di sistemi di recapito che non impattino sulla fruizione del territorio e dei litorali, nonché volte a favorire il riuso delle acque reflue depurate per scopi irrigui, industriali, ambientali e/o civili.

“L’acqua è una risorsa strategica per la Puglia: gestirla con intelligenza puntando al risparmio e al riuso ed eliminando ogni pericolo di inquinamento sulle coste potenziando la depurazione è uno degli obiettivi del governo regionale. Insieme all’Autorità idrica e all’Acquedotto Pugliese – sottolinea il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – stiamo lavorando intensamente per garantire ai pugliesi i più elevati standard per il servizio idrico integrato, con investimenti imponenti e mantenendo pubblica la proprietà di Aqp. Si tratta di esempi virtuosi per l’intera Italia, grazie al duro lavoro dei tecnici e degli operatori che ogni giorno permettono ai cittadini e ai turisti di consumare sempre un’acqua pubblica, buona e con il giusto costo. Non è una cosa scontata nel Mezzogiorno e soprattutto in una regione come la nostra praticamente priva di fonti naturali”

Nel complesso, la programmazione dell’Autorità Idrica Pugliese è stata orientata a consentire l’attuazione di lavori e la concretizzazione di una spesa complessiva per il 2023 di circa 520 milioni di euro e di ulteriori 487 milioni di euro nel 2024. In particolare, nel 2023 è prevista una spesa per il comparto delle reti idriche di circa 234 milioni di euro, 57 milioni di euro per le reti fognarie e 190 milioni di euro per interventi sul comparto depurativo. Nel 2024 si prevede una spesa per il comparto reti idriche di circa 201 milioni di euro, 47 milioni di euro per le reti fognarie e 150 milioni di euro per interventi sul comparto depurativo. Tra i lavori di maggiore rilievo per rilevanza economica ci sono gli interventi per il completamento delle reti fognarie così da conseguire il grado di copertura del 100%, laddove tecnicamente possibile, gli interventi per la riduzione delle perdite idriche creando gestioni distrettuali su tutti i comuni che allo stato non presentano reti attrezzate di postazioni di misura e controllo e gli interventi di adeguamento funzionale agli standard gestionali e l’interconnessione e/o estendimento della rete di adduzione, con l’obiettivo di una migliore flessibilità di gestione per fronteggiare criticità specifiche delle fonti di approvvigionamento e/o delle opere di trasporto.

Per quanto riguarda il comparto depurativo, gli investimenti più consistenti dal punto di vista economico, sono quelli di potenziamento e adeguamento del trattamento depurativo, finalizzati a garantire il rispetto dei limiti allo scarico previsti dalla normativa, superando e/o evitando l’insorgere di procedure di contenzioso comunitario connesse ad una inadeguata o non completa depurazione delle acque reflue urbane. Fanno da corollario gli interventi di contenimento e deodorizzazione dell’aria emessa dai depuratori, al fine di evitare molestie olfattive, quelli atti a ridurre i volumi di fango in uscita dagli impianti e quelli grazie ai quali l’acqua depurata potrà essere riutilizzata senza alcun nocumento per l’utilizzatore finale (irrigazione, industria, verde urbano, …)

“Acquedotto Pugliese grazie al lavoro svolto dall’Autorità Idrica Pugliese (AIP) e dalla Regione Puglia lavora per migliorare ulteriormente la gestione unificata ed efficiente della rete idrica, confermandosi reattiva – sostiene il presidente di AQP, Domenico Laforgia – nel far fruttare le opportunità e nel tradurle in vantaggi per tutto il territorio servito. Un ottimo lavoro di squadra, che vede impegnato Aqp a realizzare gli impegni presi con il Piano Strategico al 2026, grazie ad un cambio di passo degli investimenti per 2.031 milioni di euro, di cui oltre l’85% rivolto a migliorare la qualità del servizio ai clienti ed alla mitigazione dell’impatto ambientale, tramite la riduzione delle perdite e il raggiungimento di nuove frontiere tecnologiche nell’ambito del sistema di depurazione. Una cifra importante visto che ogni milione di euro investito da AQP induce uno sviluppo del sistema economico locale di altri 15 milioni di euro, come sta già avvenendo e ne siamo particolarmente contenti con il miliardo traguardato alla fine del 2022 con un impatto di circa 15 miliardi di euro”.

A tutte le opere programmate e in realizzazione andranno ad aggiungersi anche quelle candidate alla programmazione CIS “ACQUA BENE COMUNE (750 milioni di euro complessivi di cui 91 milioni di euro per efficientamento energetico) ed a quelle previste nella programmazione dei fondi comunitari 2021-2027.

Nota di approfondimento. Alcuni dei progetti più significativi che AQP ha avviato nel corso del 2022 a gara nella provincia di Foggia:

Adeguamento funzionale e normativo dell’impianto di depurazione di Rodi Garganico marine – Lido del Sole;

Interventi di adeguamento dell’impianto di depurazione in Località “Macchia” – frazione di Monte Sant’Angelo (FG);

Risanamento delle reti idriche di distribuzione di 22 Comuni dell’Ato Puglia – Sostituzione delle condotte vetuste e ammalorate – Lotto FG;

Acquedotto del Fortore, Locone ed Ofanto – Opere di interconnessione Secondo Lotto: Condotta dalla vasca di Canosa al serbatoio di Foggia – I stralcio funzionale – lavori di esecuzione dei saggi archeologici.

AGGRESSIONI AI MEDICI: LE REGIONI PUNTANO SU VIGILANTES E TELECAMERE IN ATTESA DEL MINISTERO

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Il crescente numero di aggressioni ad operatori sanitari ha spinto le Regioni ad attivare delle strategie per fronteggiare l’emergenza in attesa delle iniziative del Governo. Servizio di Vigilanza in Piemonte e Liguria, telecamere per ambulatori e ambulanze in Lombardia mentre in Veneto formati 90 istruttori antiviolenza

Presidi di forze dell’ordine negli ospedali per garantire interventi rapidi a tutela di medici e operatori sanitari. Dopo l’ennesima aggressione, il governo corre ai ripari. Il Ministero dell’Interno ha avviato una mappatura delle strutture ospedaliere per individuare quelle maggiormente a rischio, una fotografia che sarà pronta nei prossimi giorni e consentirà di definire il piano di intervento con l’obiettivo di garantire la tutela del personale medico e infermieristico e di disinnescare ogni eventuale tensione tra pazienti, famigliari e camici bianchi. Nel frattempo, le regioni che non sono rimaste a guardare, hanno cercato di far fronte all’ondata di violenza contro i camici bianchi con iniziative singole.

Tra i primi ad attivarsi per garantire l’incolumità di medici e infermieri è stato il Piemonte che durante la pandemia ha avviato un piano di vigilanza nei Pronto Soccorso tale da ridurre il numero di aggressioni.

In Liguria, uno studio realizzato dall’Università di Genova nei mesi scorsi ha confermato il trend nazionale in ambito di aggressioni a medici e operatori sanitari rivelando che 1 infermiere su 3 è stato vittima di violenza fisica o verbale. In attesa di conoscere le linee di indirizzo del Ministero quindi la Regione da tempo si è attivata per garantire l’incolumità dei camici bianchi. « Ad oggi ci sono sul territorio iniziative legate ai singoli ospedali, con la presenza di forze dell’ordine e, dove necessario, un eventuale supporto supplettivo o complementare del sistema di guardie giurate – fanno sapere dall’assessorato alla Sanità ligure – Si tratta però di un piano che ha una sua definizione da tempo, non generato in modo specifico per un’allerta o un allarme sul territorio. Differente è la questione sollevata dal Ministero che è in fase di definizione e stiamo attendendo indicazioni».

Chi da almeno tre anni può contare su una legge regionale per la tutela del personale sanitario (legge 15/2020) è Regione Lombardia. Le linee guida predisposte dalla direzione regionale del welfare prevedono corsi di formazione rivolti ad operatori del settore sanitario, installazione di telecamere a circuito chiuso e collegamenti diretti con le forze dell’Ordine, misure che hanno interessato non solo i Pronto Soccorso, ma anche le associazioni di volontariato che fanno attività di soccorso per conto di AREU, a cui sono stati destinati fondi per l’acquisto di telecamere per ambulatori e ambulanze

Anche in Veneto, dove si sono registrati nei mesi scorsi diversi episodi di violenza ai danni di medici e infermieri, si attende con fiducia l’intervento del Ministero su cui sono riposte molte speranze, ma nel frattempo si lavora per cercare di contenere il fenomeno. Nei mesi scorsi è stato avviato il corso per la formazione di 90 istruttori antiviolenza, personale proveniente da tutte le aziende sanitarie del territorio la cui formazione è stata affidata alla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica con la U.O.C Rischio clinico di Azienda Zero. Il personale, una volta formato su autocontrollo, autodifesa, capacità di gestire i momenti di paura in una situazione di profondo stress, verrà poi inserito capillarmente all’interno delle singole realtà per trasferire ai colleghi le strategie utili per affrontare eventuali aggressioni. Prevenzione e gestione del pericolo rappresentano dunque le strategie messe in campo fino ad oggi da Regione Veneto ma, in attesa delle azioni del Governo, c’è chi in Regione chiede l’istituzione di presidi di vigilanza negli ambulatori più a rischio. (sanitainformazione)

ORTO IN CASA: COME FARE IL SEMENZAIO

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Siamo a gennaio e i lavori nell’orto, sia esso su balcone o in giardino, languono, ma da bravi ortolani, ci prepariamo per la nuova stagione. Segui i consigli del tutor del verde

Possiamo cominciare con il costruire un semenzaio domestico, questo ci serve a far crescere le piantine in ambiente caldo e protetto dai rigori ambientali, così che al momento opportuno potranno essere trapiantate in piccoli vasetti o alveoli per la crescita e successivamente, con il travaso, nell’orto o nei vasi all’aperto.

Come costruire il semenzaio domestico? Per prima cosa procuriamoci il materiale:

  • una cassetta di plastica non troppo profonda e forata sul fondo • del tessuto non tessuto • terriccio • sabbia • compost • semi.

Come seconda azione prepariamo il substrato riempiendo la cassetta con la miscela costituita da: • 1/3 di compost • 1/3 di terriccio • 1/3 di sabbia.

La cassetta del semenzaio domestico deve avere come rivestimento interno il tessuto non tessuto, che serve a garantire protezione e traspirazione al nostro semenzaio. Possiamo infine a piantare le nostre sementi: se i semi sono piccoli basta spargerli il più uniformemente possibile nel semenzaio domestico, mentre se i semi sono grandi (ad esempio, legumi) si possono mettere a dimora distanziandoli l’uno dall’altro in modo uniforme.

Il semenzaio va quindi tenuto in casa lontano da fonti di calore ad una temperatura che non deve mai scendere sotto i 15°c.

Procedendo così per tutto il mese di febbraio possiamo accudire le pianticelle delicate, come anguria, indivia, lattuga, melanzane, pomodoro, porro, sedano, cetriolo, melone, peperone, queste piante una volta germinate e cresciute dovranno essere trapiantate (nel mese di marzo) in coltura protetta (serra) o se il clima lo consente (nella seconda parte del mese) in piena terra senza protezioni.

In questi tempi dove i prezzi continuano ad aumentare, il consiglio di Campagnamica è importante.

GUARDIA DI FINANZA: CONCORSO PER 69 ALLIEVI UFFICIALI

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TERMINE DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE ORE 12.00 DEL 16 FEBBRAIO 2023

È indetto per l’anno accademico 2023/2024 il concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione di 69 allievi ufficiali del ruolo normale – comparti ordinario e aeronavale – all’Accademia della Guardia di finanza. Il bando è stato pubblicato sul portale unico del reclutamento www.inpa.gov.it.

I posti disponibili sono così ripartiti:

  1. a) n. 60 sono destinati al comparto ordinario di cui: n. 1 è riservato ai candidati in possesso dell’attestato di cui all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, riferito al diploma di istituto di istruzione secondaria di secondo grado o superiore;
  2. n. 1 è riservato al coniuge, ai figli superstiti, ovvero ai parenti in linea collaterale di secondo grado qualora unici superstiti, del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia deceduto in servizio e per causa di servizio;
  3. b) n. 9 sono destinati al comparto aeronavale di cui:
  4. n. 6 alla specializzazione “pilota militare”;
  5. n. 3 alla specializzazione “comandante di stazione e unità navale”.

Possono partecipare al concorso i cittadini italiani i quali, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, siano in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione ai corsi per il conseguimento della laurea; non essendo in possesso del previsto diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell’anno scolastico 2023/2024; abbiano, alla data del 1° gennaio 2023, compiuto il 17° anno e non abbiano superato il giorno di compimento del 22° anno di età.

La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro le ore 12.00 del 16 febbraio 2023, deve essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo “https://concorsi.gdf.gov.it”, seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.

Ai fini della presentazione della domanda di partecipazione al concorso, i concorrenti devono munirsi di uno dei seguenti strumenti di autenticazione:

  1. a) Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). Le istruzioni per il rilascio delle credenziali SPID sono disponibili sul sito ufficiale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) all’indirizzo www.spid.gov.it;
  2. b) Sistema di identificazione digitale “Entra con CIE” con l’impiego della carta di identità elettronica (CIE) rilasciata dal Comune di residenza. Le modalità con le quali i candidati in possesso di una CIE possono autenticarsi ai servizi on line abilitati sono disponibili sul sito www.cartaidentita.interno.gov.it.

Ultimata la registrazione al portale, i candidati possono compilare il form della domanda di partecipazione – raggiungibile tramite la propria area riservata – e concluderne la presentazione seguendo la relativa procedura automatizzata.

Sul sito internet www.gdf.gov.it – area “Concorsi” è possibile prendere visione del bando e acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio.

 

SAN NICANDRO, CERCASI ABITI PER IL CARNEVALE 2023

C’è una gran voglia di festeggiare il prossimo Carnevale e lo si evince dalle numerose richieste di notizie pervenute alla redazione di Civico 93 in merito all’approvvigionamento dei costumi per la festa. La maggior parte delle domande riguarda dove è possibile trovare e, quindi, comprare o affittare vestiti per il carnevale. Moltissime richieste riguardano i costumi tradizionali e cioè la pacchiana e il pastore.

Dalle nostre informazioni è possibile solo indirizzare coloro che cercano abiti di carnevale verso alcuni esercizi commerciali del luogo che hanno tutto quanto può servire per la festa anche se le maggiori possibilità sono per i bambini e ragazzi. Per gli adulti diventa tutto più difficile e quindi le strade da utilizzare sono due: comprarli in un’altra città oppure, ed è quello che poi succede di più, farseli prestare da parenti, amici e conoscenti.

Discorso diverso riguarda i costumi tradizionali per i quali occorre rivolgersi a sarti o sarte specializzate per questa tipologia di costumi a cui sia stato tramandato questo tipo di lavorazione artigianale. Poi c’è anche un mercato di vendita ma occorre avere la fortuna di avere conoscenza di chi vuole disfarsi di questi abiti.

LA MONTAGNA DEL SOLE, TRA NATURA E SPIRITUALITA’ IL NUOVO BRANO DI NAPOLITANO CANTATO DA GIULIANI

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Fiorisce sempre più il movimento cantautorale di Capitanata, che questa volta vede la collaborazione tra Alessandro Napolitano e Nicola Giuliani. Due città, Apricena e San Severo, due mondi e due sensibilità che si incontrano, per dar vita ad un brano intenso, struggente, capace di evocare sensazioni ancestrali, fino a narrare la spiritualità naturale e paesaggistica del Gargano.

Scritto da Napolitano e interpretato da Giuliani, La Montagna del sole è da poco on line, con un video d’arte e paesaggi, in cui il calore garganico diviene subito sensualità, idealizzata dal tango, e poi colori e luoghi, incarnati dalla fotografia e dalla voce e dal carisma dell’interprete.

Un racconto figurativo, che si fa preghiera, quasi una confessione, mettendo a nudo l’animo dell’autore. “Ho voluto mostrare il Gargano meno conosciuto ma ugualmente bello, lontano dalle cartoline patinate del turismo, ma sanguigno ed originale, in linea col codice ancestrale del testo e dei sentimenti che l’hanno ispirato” spiega Alessandro Napolitano, che trova nella voce e nell’interpretazione scenica di Nicola Giuliani un modello ideale, a cui si è sempre ispirato.

“Il ruolo di interprete puro mi è nuovo, da cantautore ho soprattutto interpretato i miei brani, e questa esperienza mi fa capire ancor più la forza e le responsabilità dell’interprete, sia verso il brano che verso l’autore ed il pubblico” chiarisce Nicola Giuliani.

Un’intesa maturata all’interno del collettivo dei Cantautori Dauni e che, in modo indipendente, ha dato vita ad una delle più significative produzioni musicali della nostra terra.

Arrangiato da Edgardo Caputo per l’Edrecords di San Severo, La Montagna del Sole si può ascoltare e vedere su YouTube, Facebook ed è disponibile sugli store digitali.