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OSPEDALI APERTI IN PUGLIA, L’ASSISTENZA SANITARIA E’ UN DIRITTO, E’ CURA

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“Sono passati i mesi e gli anni dai momenti più duri del covid, ma negli ospedali e nelle RSA il tempo sembra essersi fermato. Non va bene. Non è più accettabile.”

Arriva in Puglia la mobilitazione spontanea per la riapertura degli Ospedali all’assistenza famigliare e alle visite, di fatto negate da quasi tre anni ovvero dall’arrivo della pandemia Covid.

A raccogliere le tante istanze e a rilanciare con una proposta politica, il consigliere dem salentino Donato Metallo.

“Le donne che partoriscono devono avere accanto il partner, o una persona fidata e amica per tutto il tempo che ritengono necessario, per loro stesse e per il neonato. I bambini ammalati non hanno bisogno solo della vicinanza della mamma, ma anche degli altri famigliari.

Gli anziani che sorridono quando vedono i figli, quando ricevono una carezza, stanno meglio. E così per le persone disabili, la presenza di una persona cara fa una differenza enorme anche nella forza della cura.

Da ieri la Lombardia è intervenuta per le categorie più fragili, con un protocollo indirizzato a tutti gli ospedali e a tutte le direzioni sanitarie. Molte cose stanno cambiando già oggi. Si può fare” prosegue Metallo. “Mi farò portavoce delle tante sofferenze, della speranza che le cose possano cambiare e che nei luoghi di cura si torni a mettere al centro la presenza, la vicinanza, l’amore.

Presenterò una mozione in Consiglio regionale, scriverò al presidente Emiliano, all’assessore Palese, al direttore di dipartimento Montanaro. È ora di riaprire gli Ospedali e la Puglia può e deve essere in questo una porta che si spalanca e che indica il coraggio ad altri. Già delle indicazioni sono state date in una nota regionale del Dipartimento di qualche mese fa. Ma troppo poco ancora è stato fatto, siamo ancora lontani dall’esercizio di quello che è un vero e proprio diritto dei malati e delle loro famiglie.”

Si chiama “Ospedali Aperti”, la campagna nata dall’associazione Salvagente che ormai è una vera e propria onda sociale nazionale. Un’onda che ha trovato molta forza dopo i recenti fatti di cronaca del Pertini di Roma, dove ha perso la vita il piccolo Carlo Mattia pochi giorni dopo il parto della mamma, che era in ospedale senza assistenza famigliare. La Regione Lombardia ha aderito per prima alla campagna attraverso un protocollo del 1° febbraio. A questo punto potrebbe essere la volta della Puglia.

DUE PASSI TRA LA STORIA DI SAN NICANDRO: TERRAVECCHIA E CHIESA MATRICE

Probabilmente l’origine dell’abitato può collocarsi nella prima metà del secolo XI, come ha evidenziato Pasquale Corsi nella sua ricognizione sistematica delle fonti documentarie relative al centro. Le prime notizie risalgono al secolo XI, in particolare al 1095, data del privilegio concesso dal conte Henricus di Monte Sant’Angelo al monastero di San Giovanni in Lamis per regolare i rapporti tra il suddetto monastero e gli abitanti di S. Eleuterio, Rignano, Castel Pagano, Cagnano e Sannicandro. Numerose citazioni del Castellum S. Nicandri sono contenute nel Chartularium tremitense: di particolare interesse la “charta donationis” rogata nel 1174 nel castellum di Sannicandro, in cui Guglielmo figlio di Manero, signore di Sannicandro, dona a Basilio, monaco del monastero delle Tremiti, la chiesa di San Pancrazio. Nel mese di maggio 1225 Federico II nel confermare tutti i privilegi e i possedimenti dell’abbazia di S. Maria di Pulsano, elenca case e terreni siti a Devia e a Sannicandro, di proprietà di Raone, signore feudale di Devia. Nello Statutum de reparatione castrorum la manutenzione del castello viene affidata agli abitanti del medesimo insediamento (probabilmente tra il 1240 e il 1245).

Per il periodo angioino possediamo documenti relativi a tassazioni e imposizioni fiscali e a vicende feudali: Roberto de Clary o de Clariaco, cavaliere e familiaris di Carlo I d’Angiò, riceve dal re le terre di Sannicandro, il tenimentum di Devia e il casale di Banzia. Dopo il ritorno di Roberto in Francia, il re assegna il feudo a Rainulfo o Rodolfo de Colant, divenuto uno dei baroni dell’Honor di Monte Sant’Angelo. Successivamente, le terre vengono confermate a Giovanni de Colant, figlio di Rainulfo e ancora a Ugone, detto Rosso de Sully, che le restituisce alla Corona in cambio di Rapolla e della villa di Aprano (Aversa). I documenti consentono di ricostruire l’assegnazione del feudo nel 1280 a Filippo de Lagonessa, maresciallo del regno e familiaris del sovrano.

Segue un vuoto nella documentazione archivistica fino al 1464, quando il feudo di Sannicandro fu acquistato da Nicola Della Marra. Successivamente, viene perso da Giovan Paolo Della Marra “per delitto di fellonia” e venduto dal Fisco ad Antonello Piccolo o Picciolo. Gli succede il figlio Giovanni Alfonso che nel 1558 vende a Giovan Francesco Di Sangro il feudo per 30.000 ducati. Nel 1605 passò alla famiglia Caroprese e nel 1626 fu venduto sub hasta ai principi Cattaneo che lo mantennero fino all’eversione della feudalità. Come ha evidenziato Massafra la signoria feudale dei Cattaneo appartiene alla rete dei “grandi complessi feudali dei de Sangro principi di San Severo, dei Guevara duchi di Bovino”, costituiti da diverse comunità e migliaia di vassalli.

Il nucleo più antico del centro, denominato Terravecchia, delimitato a sud-est dal castello, si articola intorno alla piccola chiesa dedicata a San Giorgio (patrono della città prima di Nicandro), estesamente rimaneggiata. Nel XVI secolo si registra l’ampliamento urbanistico e l’incremento demografico della città, iniziato già nei secoli precedenti dopo l’abbandono di Devia e di Castel Pagano e favorito da una felice posizione geografica e da un territorio particolarmente fertile. Nel 1532 Sannicandro era infatti tassato per 48 fuochi (211 abitanti), nel 1595 per 347 fuochi (1526 abitanti). Si determinò così la necessità di costruire al di fuori del perimetro medievale un Borgo e su decreto di Mons. Silvestro d’Afflitto (vescovo di Lucera dal 1643 al 1661, erroneamente attribuito al 1500), fu costruitala chiesa Matrice intitolata a S. Maria del Borgo e “fu traslocata la Parrocchia dell’antica chiesa di S. Giorgio esistente nel Castello”. Probabilmente, c’è una sovrapposizione tra la costruzione della chiesa nel XVI secolo e la sua trasformazione in matrice durante l’episcopato di Mons. D’Afflitto. L’edificio sorge accanto al castello, al margine del nucleo antico. Profondamente rimaneggiato tra XVII e XVIII secolo, conserva tuttavia l’impianto originario a tre navate, con volta a botte unghiata nella navata centrale e volte a crociera nelle laterali.

Rosanna Bianco

APRICENA, INIZIATIVA PER LA RIAPERTURA DEL CINE TEATRO SOLIMANDO

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Con l’iniziativa di Alfonso Masselli, Apricena potrà raggiungere un traguardo importante dal punto di vista culturale. Infatti Masselli ha lanciato una petizione per la riapertura del Cine Teatro Solimando di Apricena, storico locale apricenese chiuso al pubblico all’incirca vent’anni fa.

Un desiderio piuttosto diffuso, anche in considerazione del fatto che Apricena (secondo bacino marmifero d’Italia) non ha un cinema. L’iniziativa sta coinvolgendo in maniera massiccia la cittadinanza con la certezza di un esito favorevole visto soprattutto l’importanza culturale aggiuntivo alla comunità.

Solo per fare un poco di storia, il cinema Solimando fu costruito nel 1939 in via Oberdan, per volontà di Vincenzo Solimando, il cinema ha una capienza iniziale di 570 posti. Con l’entrata dell’Italia in guerra, però, la sala porta avanti la sua attività proiettando soltanto pellicole italiane e tedesche, ripetute diverse volte. Nonostante il periodo di guerra, il cinema (a conduzione familiare) continua ad essere frequentato, in quanto forma di svago ed aggregazione sociale. Terminata la guerra, i militari americani non sequestrano il cinema, ma lo adoperano per pubblicizzare in Italia i loro prodotti ed i loro stili di vita, fornendo le pellicole in inglese gratuitamente. La sala inizia, inoltre, ad ospitare rappresentazioni teatrali di diverse compagnie, dall’operetta al dramma, raggiungendo il culmine dell’attività lavorativa negli anni Settanta. In questo periodo la struttura viene rimodernata: vengono ridotti gli originari bracci laterali della balconata, che arrivavano fin sopra il palcoscenico, a causa dell’avvento del cinemascope e dell’istallazione dello schermo panoramico; viene contenuta la capienza della sala, portando i posti della galleria a 130, mentre quelli della platea a 320. Negli anni Settanta riesce l’esperimento delle rassegne musicali, cui Vincenzo Solimando aveva assistito nei cinema del nord Italia, ed inizia l’attività di cineforum con le scuole e le università.”

L’amministrazione comunale ha sostenuto l’iniziativa ed il sindaco Potenza ha assicurato la massima disponibilità a riattivare il dialogo con la proprietà del cineteatro, per esplorare insieme le possibili soluzioni per ridare vita ad un luogo simbolo della cultura.

COME CHIEDERE SCUSA

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Una sola parola, molto breve. Ma potentissima. Quasi un soffio delle labbra per pronunciarla, eppure, detta al momento giusto e con la persona giusta, da sola, può cambiare il corso di una giornata, e perfino di una relazione umana. Scusa. Null’altro che questo, un termine che abbiamo del tutto cancellato dal nostro vocabolario quotidiano, in tempi di rancore facile e condivisioni difficili. In tempi nei quali essere gentili, e magari riconoscere un errore, cosa che, banalmente, capita a tutti e tutti i giorni, è considerato quasi un handicap, una forma di fragilità.

Chiedere scusa può essere anche uno sforzo, visto che abbiamo paura, con questa parolina, di mostrarci deboli, remissivi, perdenti. O, peggio, sconfitti. E invece riconoscere un errore, anche quello banale che poi nel silenzio reciproco può gonfiarsi fino all’astio, con naturalezza e disinvoltura, è il modo più semplice per evitare sprechi enormi. Sprechi di tempo (gli scontri silenziosi e prolungati molto spesso si traducono in una enorme dispersione di tempo e di energie), di affetti, di relazioni. Di amore. E di buoni rapporti a tutti i livelli, a casa, in famiglia, come sul lavoro, dove talvolta contano anche le gerarchie e dire scusa può essere indispensabile.

COME CHIEDERE SCUSA IN MODO CONVINCENTE

Ma per pronunciare questa parola-chiave, che migliora tutte le relazioni umane, bisogna anche capire quale può essere il momento più giusto, essere capaci di utilizzare tono e parole giuste, e dimostrare di non essere un giocatore di poker che sta bluffando, trasmettendo, al contrario, la convinzione che stiamo facendo davvero sul serio.

MODI PER CHIEDERE SCUSA

Ecco allora cinque consigli essenziali, molto semplici, compresi alcuni errori da evitare per chiedere scusa nel modo giusto:

Non abbiate fretta. È vero che lasciare una ferita aperta nei rapporti umani, rinunciando comunque a riconoscere un errore, anche quando a sbagliare magari si è stati in due, può consumare il legame. Renderlo vulnerabile fino al punto di non ritorno e alla sua perdita. Ma per chiedere scusa, molto spesso bisogna sapere cogliere il momento giusto, e avere un tempismo corretto. Può essere un attimo dopo l’errore, o qualche tempo dopo. L’importante, comunque, è non avere fretta.

Siate chiari. Pochi giri di parole, e niente sguardi obliqui. Quando si chiede scusa, è sempre meglio essere diretti e guardare l’interlocutore negli occhi. Se possibile, evitate frase generiche, del tipo “Forse c’è stato un malinteso….”, che possono perfino irritare, e andati dritti al punto. Anche senza troppo approfondire (talvolta è controproducente), ma dando importanza a una cosa essenziale: la vostra sincerità.

Mettetevi in discussione e lasciate tempo all’altro. Chiedere scusa è un gesto di sana umiltà, e come tale ha ancora più valore. Quindi cogliete l’occasione per guardarvi dentro, capire meglio la genesi dei vostri errori: avrete più energia per superare il pregiudizio iniziale di consideravi deboli pronunciando la parola Scusa.  Allo stesso tempo, non incalzate il vostro interlocutore, una volta che avete chiesto Scusa. Per esempio, dicendo: “Mi perdoni?”. Oppure “Adesso è tutto a posto?”.  Questo meccanismo delle scuse sincere e semplici, antidoto allo spreco di affetti autentici, deve avere il suo tempo per sedimentare.

Evitate messaggi elettronici. Se possibile, e se non avete un’urgenza e una particolare necessità, evitate di chiedere Scusa utilizzando la tecnologia. Cioè con un sms o una mail o uno dei tanti messaggini che girano nella Rete. No, la cosa migliore, quando si tratta di scuse, è di esprimerle di persona. Guardandosi in faccia, appunto.

Attenti al tono. L’ironia e la leggerezza, che di solito sono ingredienti preziosi di una vita densa e ricca dal punto di vista della qualità umana, possono non essere adatte alla parola scusa che state pronunciando. Valutate se non è il caso di scegliere uno stile sobrio, specie se state pronunciando le scuse in un ambiente di lavoro. Ed evitate espressioni, anche con il sorriso e con il tono amichevole, del tipo: “Però anche tu…”. Rischiate solo di riaprire la ferita e di dovere ricominciare tutto daccapo.

COSA DIRE AL POSTO DI SCUSA?

In teoria ci sono diverse alternative alla semplicissima parola scusa, in realtà è bene stare attenti a non sprecarle, utilizzandole fuori luogo. Le più ricorrenti sono: Mi dispiace, Perdonami, Ti chiedo perdono. Le ultime due sono molto ridondanti e devono essere giustificate da quanto è davvero avvenuto. La prima è molto vaga e concentrata su se stessi, potrebbe dare una sensazione sbagliata, di reiterato narcisismo, al nostro interlocutore. Poi c’è la frase del risarcimento: Come posso rimediare? Consideratela una battuta, le scuse non si vendono e si comprano come in un suk. Ancora: Sono stato un idiota. E’ sempre bene riconoscere la propria stupidità, visto che tutti ne siamo forniti. Ciò che varia è il dosaggio, e chiedere scusa è un segno di intelligenza. E’ tutta colpa mia: questo è il modo con il quale, scusandosi, si assume una responsabilità. Ma sarà vero? (nonsprecare)

REGIONE PUGLIA, CON “CUSTODIAMO LE IMPRESE” RISTORATE 1660 IMPRESE PER L’EMERGENZA SANITARIA

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“Custodiamo le imprese”, misura regionale, gestita da Puglia Sviluppo e finalizzata a sostenere le imprese  in difficoltà per l’emergenza sanitaria, ha agevolato 1.660 imprese per sovvenzioni totali che sfiorano i 17 milioni di euro.

Un risultato importante che ha consentito a bar, ristoranti, commercianti, ambulanti, centri di estetica, parrucchieri, attività sportive e di divertimento, varie tipologie di servizi tra cui asili nido e assistenza per minori disabili, di ricevere un ristoro utile a recuperare almeno in parte i ricavi persi per l’emergenza sanitaria.

A darne notizia è l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci: “Questa misura – sottolinea – è stata una vera e propria “agevolazione di prossimità”, che è riuscita ad individuare e sostenere i bisogni delle imprese micro, piccole e medie dei più disparati settori, danneggiate dalle conseguenze economiche della pandemia. La risposta da parte delle aziende pugliesi è stata immediata e la gestione dello strumento particolarmente efficiente: in neanche un anno sono state disposte erogazioni per oltre 1.600 beneficiari. Vuol dire che quasi 17 milioni di euro, a fondo perduto, hanno già compensato, almeno in parte, riduzioni di fatturato generate dalla crisi sanitaria, sostenendo categorie, come i bar e i ristoranti, che hanno subito perdite rilevanti nei periodi di chiusura al pubblico. Vedere questi esercizi di nuovo aperti dopo un’emergenza che ha travolto il mondo, è il più grande premio per i nostri sforzi. Oggi, mentre discutiamo più che mai di autonomia differenziata, esorto il Governo a non fermare questo enorme sforzo da parte dei territori e degli attori istituzionali, e quindi di assegnare il Fondo di Sviluppo e di Coesione. Perché senza la disponibilità di questi finanziamenti non saremo più in grado di mantenere aperti gli avvisi in corso e di sostenere così le imprese e la crescita della Puglia”.

La misura straordinaria “Custodiamo le imprese”, legata al quadro temporaneo degli aiuti concessi dall’Unione Europea per il Covid, ha fatto parte delle iniziative regionali per sostenere le imprese costrette ad affrontare le conseguenze dell’emergenza sanitaria.  Rivolta alle imprese micro, piccole e medie della Puglia che, chiuse per decreto nel corso del 2021, avevano subito una contrazione di almeno il 30% dei ricavi, ha offerto un ristoro, cioè una sovvenzione diretta, finalizzata a compensare la riduzione del fatturato. Questa sovvenzione (a fondo perduto) poteva arrivare fino a 25mila euro. Le imprese della ristorazione hanno avuto necessità mediamente di oltre 14mila euro di ristori, contro i 9mila dei servizi sportivi, gli 8mila dei servizi sociali e i 7mila del commercio in sede fissa.

La maggior parte delle richieste è arrivata proprio dal comparto ristorazione e bar (il 43%) seguito da commercio ambulante (30,3%), commercio in sede fissa (9,5%), servizi alla persona (7,8%), servizi sportivi (5,1%) e servizi sociali (3,3%).

Quanto alle province, al primo posto per numero di domande si colloca Bari (29%), seguita da Lecce (24%), Bat (14%), Foggia (13%), Taranto (10%) e Brindisi (10%).

LA L.A.F. DI SAN NICANDRO GARGANICO RINNOVA IL CONSIGLIO DIRETTIVO

L’Assemblea degli iscritti alla LAF, Libera Associazione Forense di San Nicandro Garganico, ha proceduto, il 26 Gennaio scorso, al rinnovo delle cariche sociali. Ad aprire i lavori dell’Assemblea, il Presidente uscente, l’Avv. Giacinto Lombardi, che ha ripercorso le tappe salienti d’impegno e di fattiva operosità dell’Associazione nell’arco del precedente triennio, concludendo col dire che “in una Associazione professionale tra pari, quale è la nostra, è bene che vi sia una rotazione negli incarichi di rappresentanza del sodalizio, in modo da favorire l’emergere di idee nuove e talenti che possono apportare nuova linfa e un reale contributo di crescita alla categoria e al contesto territoriale di riferimento”.

L’assemblea degli iscritti ha così proceduto ad eleggere, all’unanimità dei presenti, il nuovo Presidente, nella persona dell’Avv. Gianni Vetritto e i Consiglieri Avv. Gianpaolo Manduzio, Avv. Rosa Carbonella, Avv. Davide De Cato, Avv. Sante Murano, Avv. Antonio Rago e Avv. Maria Grazie Romano.

Nell’ambito del Consiglio Direttivo, poi, Gianpaolo Manduzio è stato nominato Vicepresidente, mentre alle Avv. Rosa Carbonella e Maria Grazie Romano è stato affidato, rispettivamente, l’incarico di Tesoriera e Segretaria.

“Sono onorato di ricoprire questa carica – ha dichiarato il neo-Presidente dell’Associazione forense, Avv. Gianni Vetritto – e ringrazio i colleghi tutti per la fiducia che hanno inteso accordarmi. Il lavoro del Presidente e del Direttivo uscente è stato notevole: obiettivi importanti sono stati raggiunti, su svariati fronti; sarà nostra cura continuare nell’impegno e cercare di consolidare gli obiettivi raggiunti e raggiungerne di nuovi: crescita, formazione, deontologia, geografia giudiziaria, sono solo alcune delle tematiche di riferimento che ci vedranno impegnati nel prossimo triennio”.

Giuseppe De Cato

SAN NICANDRO: SULLO STRALCIO DELLE CARTELLE IL SINDACO SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI

Al posto di dare presenza e attenzioni ai cittadini, il sindaco continua a essere “social” senza però leggere con attenzione ciò che la normativa dice.

Corre l’obbligo chiarire e sottolineare le dichiarazioni fatte in un post su facebook e successivamente in un comunicato pubblicato su questo stesso giornale sempre per mano del sindaco. Nel Question Time i consiglieri Berardi e De Luca chiedevano di far aderire il Comune di San Nicandro Garganico entro il 31 gennaio 2023 con una delibera di consiglio comunale affinchè si potesse avere la possibilità di mettere nelle condizioni i cittadini debitori di stralciare le cartelle esattoriali fino a mille euro. La legge “contraddittoria” purtroppo va interpretata, e se analizzata bene porta in errore. In effetti caro Sindaco, i consiglieri di minoranza auspicavano di avere un confronto nella seduta del Question Time per un sano e costruttivo dibattito politico in quanto non avendo chiarimenti e vista la prossimità del 31 gennaio, il Comune poteva agganciarsi alla legge di bilancio aderendo e non in maniera automatica allo stralcio dei tributi fino a 1000 euro sperando che il Governo chiarisse questo aspetto sull’Agente della Riscossione così nel contempo lo stesso Comune si poteva aggrappare a questa norma scritta male. A tal riguardo non si sarebbe creato un danno erariale per l’Ente in quanto lo stesso Ente avrebbe recuperato la sorte capitale di difficile esazione, visti i carichi affidati all’agente privato della riscossione a far data dal 1 gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2015, eliminando le sanzioni e interessi che lo stesso Ente non avrebbe mai recuperato, facendo solo un favore alla nostra agenzia Soget che tra l’altro e comunque, come dice espressamente la Legge, avrebbe recuperato le spese di diritto di notifica oltre alle spese legate alle procedure esecutive direttamente dal contribuente.

Fa sorridere ahimè il fatto che “ora” dice che nel caso in cui il governo stabilisce entro il 31 marzo 2023 che anche i comuni con agenzie private possono aderire, smentito da lui stesso rispetto a quanto postato su Facebook dall’articolo del Sole 24 Ore, rinomata testata giornalistica che spiega ogni giorno attentamente informando con notizie attendibili sulle norme e tributi nazionali, San Nicandro Garganico potrà farlo indicendo un consiglio comunale invitando tutti i consiglieri a votare a favore! La Legge, anzi, La domanda è come mai nell’ultimo Question Time del 24 gennaio 2023 ha detto con un secco “no” che non lo avrebbe fatto e che come da lei interpretata, la legge andava in “automatico”. Come ha giustamente dichiarato in un video chiarificatore il consigliere De Luca, in automatico sta mandando in malora tutta la nostra cittadinanza e la nostra economia. La legge è quella e seppur un pò travisata essa parla chiaro! Quindi di quello che ha dichiarato sia sui social che tramite quel comunicato, è totalmente falso e che i cittadini e tutti i commercianti saranno informati dettagliatamente su come stanno le cose.

L’articolo del Sole 24 ore lo ha pubblicato Lei caro sindaco e se lo legge bene dà ragione ai consiglieri Berardi e De Luca. “Il governo allarga drasticamente i confini dello stralcio e rottamazione delle entrate comunali. Lo fa con un emendamento al Milleproroghe in discussione al Senato che modifica i meccanismi della tregua fiscale in fatto di multe, Imu e altre entrate locali con tre mosse. Prima di tutto slitta al 31 marzo il termine, scaduto il 31 gennaio, entro il quale i sindaci avrebbero potuto stoppare lo stralcio parziale delle loro entrate, che nel caso dei tributi era limitato all’azzeramento di sanzioni interessi o dei soli interessi per le multe. Proprio questo aspetto è investito dalla seconda modifica preparata dal ministero dell’Economia: perchè entro la fine di marzo i sindaci potranno ora decidere, spiega l’emendamento, “l’integrale applicazione” dello stralcio disciplinato dal comma 222 della manovra. Anche per le entrate locali, in pratica, la tagliola potrebbe azzerare tutto il debito, le sanzioni e gli interessi delle partite fino a mille euro affidate entro il 31 dicembre 2015. In pratica, davanti alle amministrazioni comunali si aprono tre strade: bloccare con delibera lo stralcio parziale, e quindi mantenere in vita i loro crediti, aderire (senza deliberare nulla) allo stralcio parziale nella versione costruita dalla legge di Bilancio, oppure ampliare (con delibera) l’operazione di stralcio cancellando anche sanzioni e interessi oltre alla quota capitale. Ma è qui che casca l’asino, nella nuova versione, insomma, l’obiettivo è quello di lasciare la massima libertà decisionale ai Comuni, in un ventaglio di possibili scelte decisamente allargato. Il nuovo testo governativo, (però purtroppo) non cancella la disparità di trattamento già avviata con la legge di Bilancio, che nella tregua fiscale ha trascurato la riscossione effettuata dai municipi in proprio o con le loro società partecipate attraverso l’ingiunzione di pagamento. Un panorama, questo, che per i vecchi debiti interessati dallo stralcio interessa oltre la metà dei Comuni italiani e che negli ultimi anni è cresciuto ulteriormente con il progressivo abbandono dell’agente nazionale della riscossione. Scelte e responsabilità passano dunque integralmente ai sindaci.   Quindi caro Sindaco, si rende conto che Lei posta articoli senza nemmeno leggerli, o pensa che tutto va in automatico”? Su facebook girerà un video fatto con i consiglieri Berardi e De Luca dove si chiarisce in modo dettagliato leggendo anche la nota dell’IFEL (fondazione ANCI, associazione nazionale comuni italiani). Se non è chiaro con il video e con la nota dettagliatamente descritta, possiamo fare anche un disegnino affinchè si possa vedere il processo della legge.

Quindi, per chiudere, la SOGET è una società privata e non statale e che va informata sulle decisioni del consiglio comunale. Ci auguriamo sia chiaro, che il governo emani una nuova legge (anche se ci sono perplessità sul prorogarsi della decisione della legge di bilancio) e che tutti i cittadini possano avere la possibilità di sanare la loro posizione nei confronti dell’Ente e dell’Agenzia di riscossione.

Gino Carnevale

EDITORIALE DELLA DOMENICA. TURISMO A SAN NICANDRO? SI’, MA SERVE UNA PROGRAMMAZIONE

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Oggi Civico 93 pubblica una interessantissima notizia che riguarda il turismo nella provincia di Foggia.

Infatti, il sito World Inside Pictures, che figura fra quelli specializzati in fotografia, ha pubblicato un tour fotografico la provincia di Foggia viene ritenuta fra i posti migliori da visitare per le vacanze estive.

Una notizia che interessa soprattutto tutti i paesi del Gargano e che dovrebbe far riflettere sul futuro economico di questo nostro territorio.

Molti altri siti di viaggio e opinion leaders del turismo citano anche San Nicandro come meta da visitare. Lo fa anche il Parco del Gargano sul suo sito che mette in evidenza per tutti i comuni del parco i beni tutto ciò che può essere oggetto di turismo. Solo la Regione Puglia non è molto presente nella pubblicizzazione della nostra cittadina.

Allora che fare? Quello che fanno altri comuni e cioè una programmazione a livello culturale e turistico per tutto il territorio di San Nicandro. Un’operazione che interessa un ampio ventaglio di operatori del commercio, dell’artigianato, dell’edilizia, dell’agricoltura ed altro ancora. In parole più chiare, occorre che San Nicandro diventi un prodotto turistico.

Proprio su questo argomento, Civico 93 ha lanciato lo scorso anno alcune riflessioni sull’argomento che dovrebbe diventare uno dei temi predominanti per il futuro della nostra cittadina.

Il prodotto turistico di San Nicandro deve contenere almeno quattro componenti: attrattive, trasporti, alloggi e divertimenti. La componente “attrattive” (naturali, storico-culturali, ambientali, artistiche) orienta la scelta del turista per un particolare genere di prodotto e la nostra cittadina ne può offrire molto. La componente “servizi” è costituita da alberghi, alloggi, campeggi, villaggi, ristoranti, bar, impianti sportivi, negozi, ecc. Su questa componente San Nicandro non ha attualmente servizi sufficienti per poter competere. Poi, ancora, strade, ferrovie, aeroporti ed, infine, l’”immagine”, cioè l’impressione che si ha di una destinazione turistica. L’immagine di una destinazione è un fattore chiave nel processo decisionale di scelta ed ha un ruolo cruciale nella scelta stessa. Ed anche su quest’ultima componente occorre fare ancora molti passi avanti.

Insomma, San Nicandro risponde solo in parte a queste richieste del turista e, quindi, occorre un piano d’azione per raggiungere nel tempo l’obiettivo della valorizzazione, un piano di marketing territoriale, in cui è necessario pianificare definendo le linee strategiche, le azioni, le aree e gli ambiti di intervento.

Ma chi sono i soggetti coinvolti nel processo di valorizzazione territoriale? E’ un compito che può svolgere solo l’amministrazione comunale con il coinvolgimento di un’equipe che comprenda tutti gli attori interessati alle varie tematiche in gioco.

Se si vuole costruire il futuro turistico di San Nicandro bisogna partire oggi e fare delle scelte lungimiranti.  Può sembrare un percorso lungo ma, se ci si crede e con una progettualità valida, nel giro di pochi anni molte cose possono essere realizzate con una ricaduta economica importante per la nostra cittadina.

Il Direttore

LA PROVINCIA DI FOGGIA E’ STATA ELETTA LA PIU’ BELLA D’ITALIA

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Sapevi che c’è una provincia d’Italia che è stata eletta la più bella d’Italia? E’ il posto perfetto per una vacanza, scopriamo dove si trova questa provincia!

Il sito World Inside Pictures, che figura fra quelli specializzati in fotografia, ha pubblicato un tour fotografico in cui una provincia italiana viene definita come la più bella. Stiamo parlando della provincia di Foggia, ritenuta fra i posti migliori da visitare per le vacanze estive.

La provincia di Foggia la più bella del nostro paese

Il tour fotografico pubblicato sul sito World Inside Pictures include fra le zone d’Italia più belle da visitare anche la provincia di Foggia.

Le bellezze del Gargano e della Capitanata incantano tutti, come è evidente, e probabilmente pochi luoghi al mondo possono vantare varietà paesaggistica, ambientale e culturale come quella che offre la provincia di Foggia.

Perfetta per fare un viaggio nel tempo, la Capitanata offre numerose e interessanti testimonianze del passato, ma anche tante meraviglie del presente, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza unica attraverso i suoi paesaggi storici e naturali.

Una terra ricca di attrazioni e scenari suggestivi

Nella provincia di Foggia è facile spaziare fra luoghi straordinari come l’Arcipelago delle Isole Tremiti, le lagune di Lesina e Varano, le paludi di Frattarolo, il Parco Nazionale del Gargano, l’antica civiltà dei Monti della Daunia, il Tavoliere.

Gli scenari che si incontrano lungo i percorsi sono sempre diversi, ma suggestivi e incantevoli. Chiamata anche Daunia o Capitanata, la provincia di Foggia offre ai visitatori un’ampia offerta turistica. Questa provincia, quindi, è stata presentata in tutta la sua bellezza nel tour fotografico del sito, tanto da essere eletta la più bella d’Italia.

Primo posto conquistato insieme a Capri

Oltre alla provincia di Foggia, nel tour fotografico del sito è stata proposta nell’elenco di World Inside Pictures con due location anche l’isola di Capri.

La Capitanata, ovviamente, ha stravinto anche grazie alle meraviglie offerte dal Gargano, che nella galleria delle foto del sito è presente con le Isole Tremiti e con la Baia delle Zagare.

Nei 15 posti presenti nel tour fotografico del sito sono stati inseriti anche altri luoghi spettacolari della nostra Italia, come: Tropea a Vibo Valentia; le Isole Eolie a Messina; Verona in Veneto; Cala Mariolu in Sardegna, provincia dell’Ogliastra; Lago di Como in Lombardia; Sirmione a Brescia; Campione del Garda, Lago di Garda; Volpaia, in provincia di Siena; Villa d’Este a Tivoli; Hotel Splendido a Portofino; Cefalù in provincia di Palermo. (viaggi.nanopress)

LA “FRECCIA” DI TRENITALIA RACCONTA IL SAN VALENTINO DI VICO DEL GARGANO

Migliaia di passeggeri, per tutto il mese di febbraio, potranno conoscere Vico del Gargano e la sua grande Festa di San Valentino grazie a “La Freccia”, il magazine di Trenitalia distribuito gratuitamente a bordo dei treni ad alta velocità di tutta la Penisola.

Nell’edizione di febbraio, il mensile ospita un bellissimo articolo di Osvaldo Bevilacqua, giornalista che si è recato più volte a Vico del Gargano, ambasciatore de “I Borghi più belli d’Italia”.

L’articolo (https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/media/magazines.html) si può leggere anche online. A Vico del Gargano. A Vico del Gargano, anche sulla sua pagina facebook, Bevilacqua ha dedicato parole e immagini bellissime con un post pubblicato oggi, sabato 4 febbraio.

LA FESTA SI AVVICINA. La pubblicazione su “La Freccia” arriva a una settimana dall’inizio della Festa di San Valentino di Vico del Gargano che, quest’anno, sarà caratterizzata da quattro giorni di eventi da sabato 11 a martedì 14 febbraio. Tra le diverse iniziative in programma, sarà dedicata a una donna di straordinaria sensibilità e cultura, scomparsa prematuramente nel 2022, la prima edizione della “Camminata di San Valentino – In ricordo di Grazia D’Altilia”. Scrittrice, logopedista, vincitrice di premi letterari per la narrativa e la poesia, Grazia D’Altilia è ricordata per l’impegno nell’ambito sociale e culturale, il suo lavoro nel mondo del volontariato, le sue pagine che hanno suscitato meraviglia ed emozioni. La “Camminata di San Valentino – In ricordo di Grazia d’Altilia” si svolgerà a Vico del Gargano, domenica 12 febbraio. I partecipanti si metteranno in cammino alle ore 9.30 dalla Chiesa di Santa Maria Pura, percorreranno un itinerario di 3,5 km e arriveranno in Piazza Castello, dove sarà offerta loro una merenda a base di prodotti tipici. L’iscrizione per partecipare alla “Camminata” ha un costo di 5 euro e il ricavato sarà devoluto all’Organizzazione no profit “I bambini di Antonio”. Per iscriversi, occorre compilare un semplice modulo al link che segue: https://forms.gle/9hcwwEUVYfptW58j8.

DALL’11 AL 14 FEBBRAIO. Il lungo fine settimana di San Valentino a Vico del Gargano comincerà sabato 11 febbraio, alle ore 10, con l’inaugurazione della mostra interattiva di street art “La vita nel borgo”, a cura di Pasquale D’Apolito. Sabato, inoltre, prenderanno il via gli appuntamenti fissi che si terranno per tutti e quattro i giorni fino al gran finale dell’intera giornata del 14 febbraio: in Piazza San Domenico, apriranno i battenti “CioccolaTIAMO, la Festa degli innamorati e del cioccolato” e i mercatini enogastronomico-artigianali; per le vie del borgo, dalle ore 16, spazio alla ‘street-music’ di Rizza Band e alle poesie dai balconi; dalle ore 17, l’area degustazioni in Largo Fuoriporta e la mostra d’arte nella Chiesa di San Martino. Sempre sabato 11 febbraio, alle ore 19 andrà in scena “Aperilove”, pettolata accompagnata dalla musica de “I lut’m Br’gant” in Piazza Castello, mentre dalle 19.30, nella Chiesa Madre si potrà assistere all’allestimento del trono di San Valentino. Domenica 12 febbraio comincerà nel segno della musica: dalle ore 9, infatti, i complessi bandistici “A.F. Nardini” e Garganum “La Banda del Gargano” attraverseranno insieme le vie del paese. In serata, alle 19.30, la Chiesa Madre ospiterà il concerto “Un viaggio nel medioevo”, In Itinere Musica Medievale. Lunedì 13 febbraio, oltre agli appuntamenti fissi già citati, alle ore 19 in Chiesa Madre si terrà il concerto dell’Istituto comprensivo Manicone-Fiorentino; alle ore 20, nell’aula consiliare, il Laboratorio teatrale K2 metterà in scena “L’amore secondo noi”, da Neruda a Prevert.

MARTEDI’ 14 FEBBRAIO. Alle ore 11.30, la solenne e suggestiva processione della statua di San Valentino attraverserà le vie del borgo. Dal mattino, il paese si presenterà con vie, archi, chiese, piazze e portali allestiti con decorazioni, cuori, le profumate e succulente arance vichesi, alloro, mimose e ghirlande. Un cammino che condurrà verso il Vicolo del Bacio, uno dei luoghi più belli e suggestivi del borgo, e al pozzo delle promesse, presso il quale le coppie si promettono amore. Ci saranno la musica, la sagra-mercato di San Valentino con decine di stand di produttori, artigiani, degustazioni delle tipicità. In Piazza San Domenico, si svolgerà CioccolaTIAMO, la Festa del Cioccolato con le casette in legno presso le quali sarà possibile ammirare e gustare creazioni gustose, piccole opere d’arte del sapore realizzate da pasticceri e cioccolatai. E, ancora: l’area di ascolto per la poesia e la prosa, quella per le degustazioni, gli spettacoli teatrali e le poesie dai balconi. A conclusione della lunga giornata del 14 febbraio, non saranno i fuochi d’artificio a concludere la festa, ma uno spettacolo luminoso fatto di giochi di luce.

SPESA DI FEBBRAIO, UN CARICO DI VITAMINE E BENESSERE

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In questo mese i mercati si colorano del verde degli ortaggi, come broccoli, carciofi e cavoli. Ma troviamo anche sfumature calde degli agrumi, come clementine e mandarini

Febbraio, colorato dal Carnevale e dalle tante varietà di frutta e verdura tipicamente invernali, è il mese giusto per depurarsi, ma anche per mettere al riparo le nostre difese immunitarie dalle temperature che restano rigide. La primavera non è ancora nell’aria, ma qualche piccolo segnale c’è già. Sui banchi dei mercati arrivano nuovi prodotti che annunciano la fase calante dell’inverno e l’arrivo della stagione calda. Febbraio, per la frutta e verdura di stagione, è un mese magico. Lo avevamo intuito dai primi carciofi romaneschi, visti negli ultimissimi giorni di gennaio.

A dominare è il verde degli ortaggi, ravvivato dalle calde sfumature degli agrumi, c’è proprio lui, il re della stagione: il carciofo, una vera e propria miniera di principi attivi in pochissime calorie. Gustoso e ricco di fibre, sono numerosi i suoi usi in cucina: si può consumare sia crudo sia cotto, si presta a moltissime preparazioni, dalle più light – come il carpaccio di carciofi con scaglie di grana, olio e limone, adatto a chi in questo periodo vuole iniziare la propria rimessa in forma – ma può essere anche l’ingrediente di gustose torte salate, oppure cucinato in versione vellutata, con l’aggiunta di patate e porri, per riscaldarvi nelle sere più fredde del mese.

Freschi di stagione troviamo anche broccoli, cavoli e cavolfiori, che si sono guadagnati la nomea di alimenti antitumorali per eccellenza. Per non disperdere le loro preziose caratteristiche nutritive, vi consigliamo di cucinarli a vapore o in pentola a pressione.

Spazio anche alle verdure a foglia verde, come le bietole e spinaci, entrambi poco calorici e ricchi di proprietà nutritive. Delicati al palato, sono perfetti come ingredienti di zuppe, polpette e contorni. Provate a stufare le foglie con alcune fettine di zenzero e qualche pomodorino per ottenere un piatto particolarmente gustoso. Gli spinaci più giovani sono ottimi da consumare anche crudi in insalata, conditi con vinaigrette, noci e fettine di mela.

Ma tra le verdure di febbraio ci sono anche finocchi, sedano, radicchio e carote: ingredienti alleati della salute che non possono mancare in cucina.

Per quanto riguarda la frutta, in questo periodo sono ancora protagonisti gli agrumi. Sotto forma di spremuta o da utilizzare come ingrediente per le più svariate ricette, dalle insalate ai dolci, gli agrumi sono un’ottima fonte di vitamina C e validi alleati del nostro sistema immunitario.

Febbraio è il momento giusto per assaporare mandarini e clementine, dato che la loro raccolta termina a fine mese. Per portare in tavola tutto l’anno la bontà e la dolcezza di questi deliziosi frutti, vi consigliamo di trasformarli in squisite marmellate, oppure candirli nello zucchero.

Per un piatto a base di agrumi leggero e saporito, ma soprattutto velocissimo da preparare, vi invitiamo a provare l’insalata di finocchi e arance. Questa ricetta regionale della Sicilia permette di unire due prodotti stagionali straordinari, per una pietanza salutare e ricca di gusto.

ELEZIONI DEL RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FOGGIA, SESSENNIO 2023/2029

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Sono indette per il giorno 15 marzo 2023 le votazioni per l’elezione del Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, per il sessennio 2023-2029.

All’occorrenza, la seconda votazione, la terza votazione e il ballottaggio si terranno, rispettivamente, nei giorni 23 marzo 2023, 28 marzo 2023 e 30 marzo 2023.

Questi i candidati che candidati alla carica di Rettore dell’Università che hanno presentato la candidatura:  prof.ssa Milena Sinigaglia, direttrice del Dafne – Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria, prof. Sebastiano Valerio, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici; prof. Nunzio Angiola, docente di Economia Aziendale; prof. Lorenzo Lo Muzio, docente di Malattie odontostomatologiche; prof.ssa Barbara Cafarelli, docente di Statistica; prof. Giuseppe Solaro, docente di Filologia Classica; prof. Gaetano Seviddio, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche e la prof.ssa Donatella Curtotti, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza.

CARNEVALE 2023, GLI ATTORI SIETE VOI. ECCO I PREMI

Ecco i concorsi a premio del Carnevale Sannicandrese 2023:

  • Teatro di strada: U’ Ditt’
  • Gruppo comico con almeno 4 elementi
  • Gruppo Concertino e Folkloristico
  • Carri allegorici
  • Pacchiana e Pastore
  • Maschera tradizionale sannicandrese (improvvisata)
  • Dole sannicandrese di Carnevale: “U’ C’rvon e la Pupata”

Si ricorda che le iscrizioni sono gratuite e si effettuano presso la sede di Corso Garibaldi da lunedì al venerdì dalle ore 17:00 alle ore 20:00.

La premiazione è prevista per il 26 febbraio nell’atrio di Palazzo Zaccagnino alle ore 1800.

Per informazioni: 320-4943441

ECCO IL PROGRAMMA DEL CARNEVALE SANNICANDRESE 2023

DOMENICA 19 FEBBRAIO

ORE 15:00 – PARCO SAN MICHELE – RADUNO DEI CARRI ALLEGORICI AFFAMATI D’ALLEGRIA – “CHE NE SAI DI UN CAMPO DI GRANO…”

SAN NICANDRO GIOVANI- “NETFLIX”

ESPERANZA – “METTETE IFIORI NEI CANNONI”

ORE 19:30 – PIAZZA 4 NOVEMBRE – MUSICA CON DJ MANUSTYLE & KOKOMIX

LUNEDÌ 20 FEBBRAIO     .

ORE 14:30 – PARCO SAN MICHELE

GRUPPO “PASTORE E PACCHIANA” – TERZA SFILATA STORICA A CURA DEL GRUPPO FOLK SANNICANDRESE

ORE 19:30 – CORSO GARIBALDI – MUSICA CON MICHELE MONACO

MARTEDI’ 21 FEBBRAIO

ORE 15:00 – PARCO SAN MICHELE – RADUNO DEI CARRI ALLEGORICI

GRUPPI SPONTANEI LUNGO CORSO GARIBALDI

ORE 18:30 – PIAZZA 4 NOVEMBRE – MUSICA CON TYO DE PASQUALE

DOMENICA 26 FEBBRAIO – CARNEVALElTO         ‘

ORE 19:00 – PALAZZO ZACCAGNINO

28-ESIMA EDIZIONE DELLA QUARANTANA A CURA DEL CENTRO STUDISTORICIDEMOLOGICI DEL GARGANO A SEGUIRE PREMIAZIONE DELLE MASCHERE, DEI CARRI, PASTORE E PACCHIANA, ETC.

IL COMUNE DI SAN NICANDRO ADERISCE ALL’INIZIATIVA DI INTERESSE NAZIONALE “IO RISPETTO IL CICLISTA”

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La richiesta del segretario Pistillo dell’associazione A.S.D. Pro.Gi.T. Sport Bike Team San Severo è stata ben accolta per i buoni propositi con cui si è posta.

Con la campagna “IO rispetto il ciclista” si vuole migliorare la sicurezza e la convivenza tra i diversi utenti della strada, facendo leva sull’effetto di sensibilizzazione che i cartelli producono sui conducenti dei veicoli, fermo restando che anche i ciclisti devono rispettare le norme e il codice della strada. Questa è una campagna nazionale per sensibilizzare gli automobilisti a guidare con prudenza, apprendo che con il nostro comune siamo arrivati a 32 nella provincia di Foggia ad aderire a questa iniziativa.

Sul nostro territorio i cittadini che utilizzano la bicicletta per spostarsi per lavoro oltre che per fare movimento e che per fare attività sportiva sono in crescita di fatti questa campagna mira a sensibilizzare i conducenti dei veicoli affinchè siano consapevoli della pluralità di tipologie di utenti sulle strade e a prestare particolare attenzione, così da ridurre sempre di più il numero degli incidenti che le statistiche nazionali evidenziano.

Per la buona riuscita della campagna nazionale di “io rispetto il ciclista” ringrazio la concreta attivazione da parte del signor Pistillo segretario dell’A.S.D. Pro.Gi.T. Sport Bike Team San Severo, il Sindaco, Il comandante della Polizia locale Pietro Bortone, l’addetto alla segnaletica Nino Sticozzi, il dirigente dei servizi sociali Rocco Frascaria.

Assessore al welfare Daniela Carbonella

IL PIANTO DELLE CENERI

Spesso ci capita di dimenticare il passato, forse per distrazione, per l’avvento di un presente più interessante o forse solo per non rischiare di rimanere “indietro”; ma molto più spesso ci proponiamo di dimenticare il passato, ci lavoriamo su per cancellarlo, cioè lo facciamo di proposito, perché il passato è rischioso. È scomodo frugare tra i resti di un tempo che ormai è andato, rivelare le responsabilità, rischiare di scoprirsi carnefici piuttosto che vittime in vicende che sembrano non appartenerci più. Ma quanto più vivamente desideriamo cacciare via dalla memoria qualcosa, ecco: ciò che abbiamo cancellato con tutte le nostre forze ritorna, prepotentemente si impone; i ricordi sono lì, tutti interi, si ripresentano, ma quando vogliono loro e, senza chiedere permesso, vengono per restare con forza nelle nostre anime, per tormentarle e cercare con insistenza risposte e, in mancanza di queste -che spesso non esistono- almeno attenzioni. Allora dobbiamo sforzarci di educare la memoria, perché essa, aiutata dall’istinto di ciascuno di non soccombere, si abitui non solo ad accettare e fare i conti con i ricordi, ma anche a ricomporre i frammenti, a sistemarli nel posto giusto della mente e del cuore.

Allora non solo la vita, che deve farlo per non rimanere schiacciata, ma anche la scuola deve insegnare ad educare la memoria, per esorcizzare la paura di non sopravvivere alla potenza devastante di un passato assurdo e orrendo, come lo è stato il tempo dell’olocausto. La scuola del I Ciclo della nostra città, l’Istituto comprensivo D’Alessandro-Vocino, guidato dal Dirigente scolastico, dott.ssa Angela Pia Vaira, sempre sensibile e attenta alla crescita culturale e affettiva degli alunni della sua scuola e pertanto disponibile ad ogni nuova proposta educativa, ha realizzato dei laboratori di storia nelle giornate del 26 e 27 gennaio. È stato interessante notare quanto i ragazzi della scuola, se stimolati con metodi educativi più vicini alla loro “modernità”, siano capaci di comprendere, più degli adulti, la necessità di affrontare il ricordo di fatti orrendi della storia per diventare, dopo aver avuto il coraggio e aver acquisito l’abitudine ad ascoltare il pianto delle ceneri, costruttori di rispetto, di convivenza in pace, di umanità, quella primitiva e perciò pura.

Alla Scuola secondaria di I grado è stato organizzato, per le sole classi Terze, il primo laboratorio che ha visto la partecipazione di rappresentanti di realtà tanto diverse, ma lì convenute per testimoniare, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo, la veridicità dell’espressione “L’uomo: una sola razza”. Dopo i saluti della Prof.ssa Anna Maria Conte, collaboratrice della DS, che ha spronato i ragazzi ad affrontare con spirito critico gli argomenti previsti nel laboratorio, i lavori sono iniziati con l’intervento del sindaco della città, dott. Matteo Vocale, che ha ricordato la crudeltà degli eventi del tempo della dittatura, scuotendo gli animi dei giovani, troppo spesso assopiti per la “comodità” della democrazia; l’assessore all’Istruzione Sig.ra Arcangela Tardio, che ha raccomandato di essere sensibili, di accorgerci di chi ci abita accanto, perché gli altri sono la misura di noi stessi. Forte e deciso l’intervento del Dirigente scolastico dell’IISS De Rogatis-Fioritto, prof. Francesco Donataccio, il quale ha raccomandato di curare l’educazione, più ancora dell’istruzione nei giovani, per prepararli, attraverso la conoscenza del passato, a progettare in modo più giusto il futuro; le due professoresse, Lucia Grana e Filomena Ciavarella, docenti delle Scuole Superiori della città, hanno reso visibili, per mezzo della musica, della pittura e della poesia, gli effetti devastanti della shoah, sia presentando i fatti storici accaduti, sia dando voce al grido più interiore dell’umanità sacrificata al tempo dell’olocausto. Presente al laboratorio una forte rappresentanza della Comunità ebraica locale che, nella persona di Grazia Casavecchia, ha presentato le sue radici storiche, notevolmente conosciute anche nella terra di Gerusalemme, come è stato raccontato dal prof. Giuseppe De Cato, in un suo piacevolissimo intervento. Poi il monito del vescovo uscente di San Severo, Mons. Gianni Checchinato di non sottrarci al nobile dovere di “custodire” pensieri, persone, sentimenti, umanità, perché è in questa capacità la riscoperta del nostro essere creature di Dio e della nostra conseguente salvezza. E poi canti ebraici interpretati e gestualizzati dagli alunni, preparati con una dedizione e passione straordinarie dai professori di musica Ernesto Maiorano, Attilio Rispoli e Carmela Battista, qualche giorno prima nei laboratori interni alla scuola: una vera fucina di emozioni e un notevole lavoro per “educare la memoria”.

Il giorno dopo un nuovo laboratorio, “Le pietre d’inciampo”, è stato allestito al Plesso Zuppa della Scuola: dopo un notevole lavoro di coordinamento da parte dell’insegnante Roberta Zilletti, seconda collaboratrice della DS, per favorire l’incontro di tutte le classi Quinte, destinatarie del laboratorio, sono iniziati i lavori per ascoltare la storia della Shoah, attraverso il commento di parole-chiave apposte su grossi massi, che hanno permesso di toccare le fasi storiche fondamentali della tragedia consumatasi per mano dei prepotenti della Terra. Più ancora dei fatti raccontati, in quella giornata ha fatto scuola la calda accoglienza da parte dei docenti De Cata Leonardo, Rosanna Acquaviva e di tutti gli insegnanti del plesso e l’incontro con i colleghi degli altri plessi, tutti validissimi educatori dell’unica scuola del I ciclo della città. I ragazzi sono stati meravigliosi, attenti ad ogni particolare raccontato, emozionati di fronte ad ogni scena del passato resa loro quasi visibile, entusiasti nel ricevere personalmente un piccolo sasso e nel proposito di impegnarsi a trasformare quelle pietre d’inciampo in gradini verso la PACE. Dolce e materna la parola della più saggia delle maestre presenti, la Signora Natina Mascolo Vaira, scrittrice sannicandrese, che spesso mi accompagna nella mia crescita professionale: lei ha raccontato storie di salvezza, di vite faticosamente strappate al massacro, spostando così l’attenzione dei ragazzi e degli insegnanti presenti, sulla necessità di  credere ancora nella bontà del cuore dell’uomo, nonostante l’evidente sfacelo dei fatti narrati. Nella stessa  mattina del 27, gli alunni del Consiglio Comunale dei ragazzi sono stati invitati dal sindaco a deporre,  insieme a tutta l’amministrazione comunale, una corona presso la sinagoga della città, per dare ancora voce alle ceneri mute del passato.

Dopo tutto questo lavoro mi chiedo cosa resterà nel cuore dei ragazzi presenti agli eventi: forse nell’arco di pochi giorni avranno dimenticato le parole, i concetti, forse resisterà un pochino più a lungo il ricordo della melodia dei canti ebraici imparati per l’occasione; ma- ne sono certa ricorderanno di aver provato a confrontarsi con il passato e ricorderanno di aver imparato, anche per un solo giorno, a non temere le sfide della memoria, a non restare a guardare senza schierarsi, a non rimanere dietro quel filo spinato, ma a librarsi coraggiosamente in volo, come la farfalla gialla raccontata nel laboratorio.

Mirella Montemitro

SPAGHETTI CON LE COZZE NELL’ATLANTE DEI PRODOTTI TRADIZIONALI DELLA PUGLIA

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Descrizione sintetica del prodotto

Il profumo del mare si incontra in questo piatto dai colori vivaci e dal sapore incredibilmente esclusivo. Gli spaghetti con le cozze sono un piatto apparentemente impegnativo, ma in Puglia si prepara anche nella routine settimanale, giusto per assaporare un ottimo primo di mare. La fortuna di vivere in una regione affacciata sul mare è proprio quella di poter trovare frutti di mare freschi, appena pescati, direttamente nei mercati rionali, o dal proprio pescatore di fiducia. Il gusto delle cozze combinato a quello del pomodoro dà origine ad un connubio perfetto per il pranzo o la cena.

Questa ricetta in realtà si può preparare almeno in due modi diversi: con un sugo di pomodoro fresco che tende ad addolcire e mitigare la sapidità delle cozze, oppure nella versione in bianco dove invece si sente in maniera prepotente il sapore delle cozze, dell’aglio, del peperoncino ed il profumo del mare. Solitamente a questa versione chiamata dai baresi “al verde” si può aggiungere qualche filetto di pomodorino per rendere il piatto più bello esteticamente e per mitigare leggermente la sapidità delle cozze.

Processo produttivo

Per realizzare questo piatto iniziate pulendo le cozze nere, sciacquate sotto un filo d’acqua corrente, eliminate le impurità, i cirripedi presenti, aiutandovi magari con un coltello, ed il bisso, quella specie di filamento che è presente al lato di ogni cozza, strappandolo con le dita. In una padella con dell’olio fate aprire le cozze con una manciata di prezzemolo tritato ed uno spicchio d’aglio.

Durante la cottura agitate il tegame rimestando l’interno. Una volta aperte, rimuovete i molluschi dal guscio, lasciando le più belle nel guscio come decorazione e metteteli da parte. Filtrate il fondo di cottura.

In un’altra padella, fate rosolare nell’olio caldo uno spicchio d’aglio e il peperoncino e, quando l’aglio inizia a prendere colore, unite i pomodorini. Nel frattempo fate lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata bollente. Dopo qualche minuto dall’aggiunta dei pomodorini, unite anche li frutti di mare messi da parte.

Lasciate cuocere per un paio di minuti a fiamma alta mescolando in modo tale che le cozze s’insaporiscano bene; regolate di sale. Scolate gli spaghetti e condite con il sugo appena realizzato, aggiungendo il prezzemolo tritato. Servite gli spaghetti alle cozze aggiungendo i molluschi con il guscio messi da parte e un filo d’olio a crudo.

Storia e tradizione

Gli spaghetti con le cozze, con la traduzione in dialetto in “Vermrciidde che le cozze”, vengono descritte da Panza nel libro “Le checine de nononne” (1982): «Forse non c’è altra preparazione in cui si attua in pieno il detto della nonna che in cucina, oltre all’amore e fantasia, ciascuno ha un proprio modo di cucinare… Ma la differenza maggiore sta nel momento di aggiungere al sugo le cozze. Crude o aperte in padella? Non intendo certo riferirmi a chi è capace di aprirle con l’apposito coltello e a chi, non sapendolo fare, deve necessariamente aprirle al calore… C’è chi sostiene – e ne è convinto – che le cozze messe crude rendono il sugo un po’ troppo lento; c’è invece chi sostiene – e ne è convinto – che le cozze cotte prima di metterle nel sugo perdono la fragranza di mare. E c’è chi preferisce mettere prima una decina di cozza crude nell’olio, le fa soffriggere, poi ci mette la salsa e, quando questa bolle, aggiunge le rimanenti cozze… Altro fattore di differenziazione importante è il prezzemolo: non va cotto troppo, anzi sarebbe preferibile aggiungerlo crudo nel piatto già preparato con la pasta cotta, condita e già pepata con generosità. La pasta più gradita è rappresentata dai vermicelli, anzi, i vermicellini… Ma tutte le trafile, se di produzione di ottimi pastifici del barese, sono squisite.». Anche Pepe nel libro “Le ricette della mia cucina pugliese” (1991) riporta la ricetta.

APRICENA, POLITICHE IN FAVORE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ: NOMINATA LA CONSULTA COMUNALE

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È stata da poco ufficializzata con delibera di Giunta Comunale, la composizione della Consulta comunale per le politiche in favore delle persone con disabilità, nata nel 2017. Uno strumento che in passato si è mostrato molto efficace per monitorare le necessità di tanti concittadini ed anziani che si trovano in situazioni di disabilità e per intervenire in maniera tempestiva.

La consulta è presieduta dal Sindaco della Città Ing. Antonio Potenza, dall’Assessore alle Politiche Sociali Dott.ssa Ada Soccio, ed è composta da persone appartenenti alla società civile, esperti provenienti dalle associazioni di categoria, scuole ed un consigliere comunale per la maggioranza e per l’opposizione.

«Sono molto contento del fatto che questo organo consultivo sia stato ricomposto e ritorni a lavorare, dopo le difficoltà dovute al dilagare della pandemia.» – aggiunge il Sindaco Antonio Potenza – «Siamo ben consapevoli di quanto siano stati preziosi, nel corso del 2020 e del 2021, gli spunti di riflessione che erano sorti proprio in questa consulta per aiutare quanti si trovavano in difficoltà, e di quanto lo siano tuttora per valorizzare l’apporto delle persone con disabilità nella società civile.»

CANTAUTORI – ON LINE “CANZONI DI TERRA”, IL DOPPIO ALBUM DI GIULIANI E TARTAGLIONE

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Si intitola CANZONI DI TERRA, il doppio album dei cantautori sanseveresi Nicola Giuliani e Nazario Tartaglione: on line dal primo febbraio 2023, è possibile scaricarlo al seguente link https://we.tl/t-eU4WP5Utb6

Una raccolta che ripropone gli album VINO E APRICOSS di Giuliani, e FOLK – DALL’AMERICA AL MEDITERRANEO di Tartaglione: artisti uniti sin dall’adolescenza che, dopo un lungo percorso individuale, si ritrovano intorno alla Lingua Madre, a testimoniare lo sviluppo di una scuola cantautorale sanseverese.

Costituito da oltre venti brani, CANZONI DI TERRA narra di cantine, vino, donne, vicende e personaggi popolari, come di vicoli e chiese antiche, paesaggi, ricordi e cieli stellati, fino all’attualità cittadina e italiana, non dimenticando romanticismo e sensualità.

Maturata all’interno del collettivo dei Cantautori Dauni, CANZONI DI TERRA conferma l’importanza di fare squadra, soprattutto in una regione povera di mediazioni editoriali. “Il progetto dei Cantautori Dauni, che ad oggi raccoglie circa dieci cantautori, più quattro interpreti, della nostra provincia, vuole costituire un punto di riferimento per quei repertori e cantautori tra gli altri maggiormente progettuali, che senz’altro meritano sostegno. E’ importante che il pubblico riceva un’offerta artistica compatta, a testimoniare la forza e la serietà del settore” spiegano Tartaglione e Giuliani: all’ombra di quello che si profila come un vero e proprio movimento artistico e culturale, stando alle novità e alla crescita che il cantautorato organizzato può favorire e/o determinare nel rappresentare la propria terra.

Un viaggio musicale da compiere tutto d’un fiato CANZONI DI TERRA, che apre le porte della Capitanata d’autore. Una raccolta figlia della migliore canzone italiana, che propone testi carichi di narrativa e poesia, diverse per album e autore, su sonorità che spaziano dal folk al rock acustico fino alla ballata, ai ritmi latini e al teatro canzone.

In cantiere, un concerto che vedrà i due cantautori insieme sul palco.

DIVENTANO DEFINITIVE ALCUNE CONDANNE DELLA MAXI INCHIESTA ANTIMAFIA “NEVE DI MARZO” DEI CARABINIERI

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Durante la giornata del 01.02.2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato attuazione a tre ordini di esecuzione per la carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Corte d’Appello di Bari, dopo la dichiarazione di inammissibilità dei relativi ricorsi da parte della Suprema Corte di Cassazione. Si tratta di alcune condanne passate in giudicato derivanti dalla maxi operazione antimafia coordinata dalla DDA di Bari, svolta dai militari dell’Arma nella città di Vieste (FG), convenzionalmente denominata “Neve di Marzo”. Tale importante inchiesta giudiziaria, che ha consentito la disarticolazione di un sodalizio criminale operante nella città di Vieste, ha riguardato un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso, dall’ingente quantitativo dello stupefacente smerciato e dall’impiego di armi, anche da guerra.

I provvedimenti restrittivi definitivi eseguiti dai militari del Nucleo Investigativo si ricollegano in particolare ai primi fermi della DDA di Bari eseguiti nell’agosto 2018 ed in particolare hanno avuto come destinatari RADUANO Marco, 40enne di Vieste, condannato quale figura di vertice dell’omonimo clan operante nella nota città turistica, attualmente ristretto in carcere a Nuoro, a cui è stata inflitta una condanna di 19 anni di reclusione, oltre a 3 anni di libertà vigilata quale misura di sicurezza, e TROIANO Luigi, 60enne di Vieste (FG), il quale è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, oltre ad una multa di 18.000 euro, sempre per contestazioni di spaccio aggravato di sostanze stupefacenti. Altra condanna “pesante”, inoltre, ha riguardato anche il figlio di TROIANO Luigi, Gianluigi TROIANO, 30enne di Vieste, considerato dagli investigatori intraneo al clan “Raduano”, tuttora latitante, condannato a nove anni e due mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sulle cui tracce ci sono sempre i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, diretti dalla DDA di Bari, che nelle settimane scorse hanno arrestato – su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Bari – due suoi presunti fiancheggiatori, tuttora detenuti.

Sempre nell’ambito dello stesso procedimento era già stato condannato in via definitiva a tredici anni di reclusione anche AZZARONE Liberantonio, coimputato con i summenzionati destinatari degli ordini di esecuzione per la carcerazione.

Ancora una volta, con il passaggio in giudicato di queste importanti condanne, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno dato una tangibile risposta – in termini di giustizia e sicurezza – sul territorio di Vieste (FG) ed in generale sul Gargano. L’ennesima forte testimonianza della determinata presenza dello Stato in una delicata area della provincia di Foggia permeata da insidiosi fenomeni di criminalità organizzata anche di matrice mafiosa.