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“VIA APPIA. REGINA VIARUM” PATRIMONIO MONDIALE UNESCO, LA PROVINCIA SOTTOSCRIVE IL PROTOCOLLO D’INTESA

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La Provincia di Foggia ha provveduto alla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa finalizzato alla candidatura del sito “Via Appia. Regina viarum” nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco.

Un’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura e condivisa con 4 Regioni, tra cui la Puglia, Parchi, Università e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

La “Via Appia”, strada consolare che collegava Roma a Brindisi, ancora oggi costituisce uno dei più rilevanti modelli di ingegneria stradale romana. Un percorso divenuto anche parte del cammino religioso della “Via Francigena”.

L’adesione convinta dell’Amministrazione provinciale al Protocollo d’Intesa si inserisce nel solco delle attività già messe in campo dall’Ente di Palazzo Dogana proprio lungo il tracciato della “Via Appia” che coinvolge la Capitanata, nello specifico i Comuni di Troia, Foggia, Castelluccio dei Sauri, Ascoli Satriano, Ordona, Cerignola.

Tra le azioni della Provincia finalizzate alla valorizzazione della “Via Appia” va ricordato in particolare il restauro conservativo del “Ponte Romano” sul fiume Carapelle.

Il “Ponte Romano”, ricadente nel territorio di Ascoli Satriano, fu infatti costruito durante l’imperium di Traiano e faceva parte della via Appia Traiana, itinerario che accorciava e velocizzava gli spostamenti verso Brindisi proprio nell’ambito della “Via Appia” di età repubblicana.

La Provincia, investendo 500mila euro a valere sulle risorse del proprio bilancio, ha previsto interventi tesi a realizzare una seria manutenzione dell’opera, conservandone e preservandone il valore storico.

A completamento dell’intervento di conservazione l’Amministrazione provinciale ha poi predisposto la sistemazione di panchine e di pannelli informativi turistici circa il valore archeologico e paesaggistico dell’infrastruttura.

È stata infine prevista la deviazione della Strada Provinciale 105 Foggia-Ascoli Satriano, con la costruzione di un nuovo ponte – per il quale è già disponibile il relativo finanziamento – proprio al fine di proteggere e tutelare un bene archeologico di grandissimo pregio, esaltando un importantissimo attrattore nel campo del turismo culturale.

ROBERTA SASSANO PRESENTA AL CRD IL SUO LIBRO “LA CAPITANATA NAPOLEONICA”

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Si terrà giovedì 19 gennaio 2023 il prossimo appuntamento con il CRD – Centro di Ricerca e Documentazione sulla Storia della Capitanata, da anni attivo sul territorio per la ricerca e la promozione della cultura storica. Alle ore 18, a “Spazio Ripoli” in via San Girolamo, 12 (vicolo San Severino) a San Severo sarà presentato il libro “La Capitanata Napoleonica – Istituzioni e ceti dirigenti dalle università alle municipalità ai comuni”, scritto da Roberta Sassano (edito nel maggio 2021 dalla Fondazione Monti Uniti) presente all’incontro.

Il volume abbraccia circa un ventennio, dal 1796 al 1816 e si concentra soprattutto sulle istituzioni e i ceti dirigenti di Capitanata nel periodo napoleonico, passando per la Repubblica napoletana del 1799 e la successiva Prima Restaurazione borbonica. Sassano parte dal generale, il Regno di Napoli, e arriva al particolare, vale a dire alla Capitanata e ai quattro case-studies presi in esame. Di questo e altro ancora dialogherà Maria Grazia Battista, Archivista di Stato, con l’autrice, dopo i saluti della presidente Dina Contò Orsi.

Roberta Sassano, foggiana, classe 1986, è docente di Lettere. Dottoressa di ricerca in Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea presso l’Università degli Studi della Basilicata, Cultrice della Materia di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Foggia.

FINANZA: 4 MISURE CAUTELARI PERSONALI PER CORRUZIONE, TURBATIVA DI GARE DELL’AZIENDA “OSPEDALI RIUNITI”

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Dalle prime luci dell’alba, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, con il supporto di militari del Comando Provinciale di Foggia e del Gruppo Pronto Impiego di Bari, sta dando esecuzione a un’ordinanza – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica alla sede – applicativa della misura cautelare detentiva nei confronti di 4 soggetti (di cui 1 in carcere e 3 agli arresti domiciliari). Con tale provvedimento sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) a carico dei predetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, commessi a Foggia nel periodo 2018 – 2021.

Le indagini sono state svolte dal Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo P.E.F. Bari – con il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia – mediante intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, escussione di persone informate sui fatti, servizi dinamici di osservazione e pedinamento, perquisizioni e analisi della copiosa documentazione, cartacea e informatica, sequestrata. Le complesse attività investigative hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in relazione a episodi di concussione e corruzione correlati ad affidamenti diretti di lavori e forniture, nonché la “manipolazione” di 4 gare di appalto bandite dall’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia:

– l’affidamento del servizio di riqualificazione e attivazione delle 8 sale operatorie all’interno del blocco

operatorio (gara bandita in data 01.07.2019 dagli Ospedali Riuniti di Foggia), per un impegno di spesa pari a € 2.199.555,89;

– l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici (gara bandita il 23.07.2020 dagli Ospedali Riuniti di Foggia), per un impegno di spesa pari a € 4.000.000,00;

– l’affidamento diretto del servizio inerente alla viabilità interna ed agli accessi carrabili e pedonali (gara bandita il 18.07.2019 dagli Ospedali Riuniti di Foggia), per un impegno di spesa pari a € 42.362,46;

– l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti gas medicinali e tecnici (gara bandita in data 15.05.2018 dagli Ospedali Riuniti di Foggia), per un impegno di spesa pari a € 1.600.000,00.

Sarebbe, infatti, emerso un vero e proprio “reticolo di contatti” tra imprese e pubblici ufficiali, con lo scopo di pilotare gli appalti, al fine di perpetrare i predetti reati contro la Pubblica Amministrazione e ottenere illeciti guadagni, nel cui ambito un ruolo primario sarebbe stato rivestito dal dirigente dell’Area Gestione Tecnica degli Ospedali Riuniti di Foggia (attinto dalla misura cautelare della custodia in carcere).

Nello specifico (secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Foggia):

? quanto alla gara per la riqualificazione delle sale operatorie per l’attività intramoenia, i referenti di una s.p.a. con sede a Milano – uno dei quali nominato anche dirigente a contratto dalla stessa stazione appaltante – avrebbero redatto sia i documenti necessari ad avviare la procedura (studio di fattibilità, quadro economico, progetto preliminare e progetto esecutivo), sia gli atti di gara (capitolato tecnico, bando e disciplinare), tutto al fine di assicurarsi vantaggi nella fase di valutazione tecnica del progetto presentato. In più, il citato dirigente dell’Area Gestione Tecnica degli OO.RR. di Foggia, non solo nella qualità di R.U.P. si sarebbe attribuito la paternità di alcuni documenti (relazioni, tavole architettoniche) mai stilati, indispensabili per l’avvio della procedura, ma – quale componente della commissione giudicatrice di gara – avrebbe favorito il raggruppamento temporaneo di imprese (costituito dalla citata s.p.a. milanese e da una s.r.l. con sede a Bari), poi risultato vincitore dell’appalto;

? in relazione alla gara per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici, il predetto dirigente dell’Area Gestione Tecnica avrebbe ricevuto dall’amministratore unico di una s.r.l.s. con sede a Foggia partecipante alla procedura, prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande, l’offerta tecnica ed economica consigliandogli l’inserimento di migliorie. Peraltro, lo stesso dirigente dell’Area Gestione Tecnica avrebbe ricevuto dal medesimo amministratore unico – in cambio di 29 affidamenti diretti di lavori concessi nel periodo 2018-2020 – varie utilità [tra cui 18 lampade da appartamento e 2 impianti di antifurto per le sue abitazioni di Troia (FG) e Foggia] per un valore complessivo di circa 9.000 euro;

? con riferimento alla gara per i lavori inerenti alla viabilità interna e agli accessi carrabili e pedonali, la turbativa sarebbe stata perpetrata mediante l’artata predisposizione del computo metrico estimativo e con la preventiva condivisione dell’offerta economica tra l’imprenditore partecipante e il predetto dirigente dell’Area Gestione Tecnica, che sarebbe anche intervenuto direttamente sul R.U.P. della procedura nella fase di aggiudicazione dei lavori; per quanto concerne la gara per il servizio di gestione e manutenzione degli impianti gas medicinali e tecnici, la manipolazione della procedura sarebbe stata realizzata mediante la predisposizione degli atti a base di gara (capitolato tecnico e disciplinare) ad opera della s.r.l. con sede ad Altamura (BA), poi risultata aggiudicataria dell’appalto. Inoltre, a seguito della iniziale aggiudicazione del servizio ad altro operatore economico, il rappresentante legale della citata s.r.l. e il R.U.P. – ancora una volta individuato nella figura del nominato dirigente dell’Area Gestione Tecnica – avrebbero concordato di attivare la procedura per l’accertamento sulla congruità dell’offerta presentata, provvedendo alla sua esclusione e al definitivo affidamento dei lavori alla predetta s.r.l., grazie all’elaborazione da parte del legale dell’azienda – in luogo della stazione appaltante – della replica alle giustificazioni presentate dall’aggiudicatario provvisorio. Il dirigente dell’Area Gestione Tecnica, per favorire l’aggiudicazione di tale gara, avrebbe ricevuto dall’amministratore di fatto della s.r.l. vincitrice dell’appalto un soggiorno di una settimana con la compagna presso una struttura alberghiera sita a Sestriere (TO), di proprietà della predetta società, unitamente ai biglietti aerei di andata e ritorno, nonché uno smartphone IPHONE X e un divano.

Infine, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P., il più volte menzionato dirigente dell’Area Gestione Tecnica – abusando della sua qualità di pubblico ufficiale e dei suoi poteri – avrebbe costretto il socio di una s.n.c., operante nel settore della falegnameria, in cambio di 26 affidamenti diretti di lavori concessi nel periodo 2019-2021, ad acquistare beni ed a eseguire lavori in suo favore [tra cui la ristrutturazione di vari mobili, la realizzazione di una scala retrattile, l’acquisto e il montaggio di zanzariere per le sue abitazioni di Troia, Foggia e Pineto (TE)] per un valore complessivo di oltre 4.000 euro. Significative, al riguardo, le espressioni usate dal predetto dirigente da cui si desumerebbe lo stato di soggezione dell’imprenditore: “Il parroco della chiesa qui sono io e ti devi rivolgere solo a me”; “O con me o contro di me”.

La presente attività costituisce una chiara testimonianza del costante impegno profuso dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari – in sinergia con la Procura della Repubblica di Foggia – nel contrasto ai fenomeni di corruttela e alle turbative degli appalti pubblici, a tutela della legalità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione, nonché degli imprenditori onesti.

Si evidenzia che gli indagati – seppure attinti da indizi di colpevolezza ritenuti gravi dal G.I.P. – vanno considerati non colpevoli sino all’eventuale pronuncia di una sentenza definitiva di condanna.

 

SAN NICANDRO, RIUNIONE STRAORDINARIA CONSIGLIO COMUNALE

E’ stata disposta la convocazione del Consiglio Comunale in sessione straordinaria, per il giorno 18/01/2023, ore 11,00 presso l’aula consiliare di Palazzo Zaccagnino, per trattare gli argomenti nel dispositivo specificati.

Si comunica, altresì, che la seduta del Consiglio Comunale sarà trasmessa mediante diretta streaming, sito: www.sannicandro.org.

ORDINE DEL GIORNO

  1. Presa d’atto della sospensione di un Consigliere comunale ex art. 11 D.Lgs n. 235/2012 e sostituzione temporanea;
  2. Contestazione di una causa di incompatibilità e presa d’atto delle controdeduzioni del Consigliere De Luca Loris Pio – art. 63 D.Lgs. n. 267/2000

SAN NICANDRO E GLI ORI DEL CARNEVALE

Di tutta la Regione Puglia, la Capitanata è l’ambito culturale dove nell’800 risulta documentata una produzione orafa. Le botteghe sono concentrate soprattutto nei centri garganico di Monte Sant’Angelo e di San Marco in Lamis. Gli ornamenti conservati nelle collezioni museali, nelle raccolte di famiglie sono per lo più produzioni ottocentesche…..

La crescita della domanda popolare abbassò inevitabilmente la qualità e il pregio artistico degli ornamenti, producendo una democratizzazione dei gioielli…….

L’oreficeria tradizionale si distingue per l’impiego di leghe auree di basso titolo, lavorate in lamine ritagliate e stampigliate con uso di punzoni che gli orafi producevano appositamente in grande varietà. L’apparato ornamentale fa sovente ricorso ad applicazione in filigrana e granulazione ed all’uso di corniole, conchiglie e corallo, cristalli di vetro colorato, medaglioni di porcellana dipinti. Con tecniche antiche e materiali di scarso pregio, gli orafi dei centri garganici sono riusciti a realizzare piccoli capolavori di creatività in equilibrio tra tradizione e suggestioni di varia provenienza……

La “susta”, tipico ornamento nunziale delle “pacchiane”, secondo la tradizione nasce composta da tre placche auree, una centrale sagomata, con figure di santi incise e due laterali decorate a motivi floreali. I tre pezzi erano fissati ad un nastro di velluto legato al collo…….

La creatività degli orafi garganici si è distinta soprattutto nella diversificazione di diverse forme di orecchini.

(le foto e la descrizione sono tratte dal libro “Ori del Gargano” e “Oreficerie del Gargano” a cura di Anna Maria Tripputi e Rita Mavelli)

 

 

I FUOCHI PIROTECNICI DI SAN SEVERO HANNO FESTEGGIATO I CAMPIONI DEL MONDO NEL QATAR

“Congratulazioni Argentina! siamo onorati di avervi festeggiato, campioni del mondo 2022! Abbiamo accolto i vincitori con un superbo display multimediale e pirotecnico, con fiamme, luci, droni e ovviamente i nostri unici fuochi d’artificio, per dare fuoco al cielo di Doha ieri sera. Festeggiare i vincitori è stata la nostra vittoria”. Così il commento dei Fratelli “Del Vicario” di San Severo con la vittoria dell’Argentina, su uno tra i palcoscenici più importanti al mondo. Il cielo del Qatar si è colorato con i fuochi dei pirotecnici sanseveresi insieme a quelli della società maltese “Pyroemotions”.

Una bellissima realtà imprenditoriale della regione Puglia che mantiene alta una tradizione e che rappresenta una rilevante eccellenza della nostra provincia.

PIEMONTESE, RIMOZIONE BOMBA ECOLOGICA SAN SEVERO E LUNGO LA STATALE 89 PER APRICENA

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Verrà disinnescata ed avviata la rimozione di una bomba ecologica fatta da 17 mila tonnellate di rifiuti, facendo largo alla bonifica di un territorio importantissimo per l’agricoltura e l’agroalimentare pugliese, come quello di San Severo e dell’Alto Tavoliere.

Nell’ambito dei contributi agli investimenti assegnati alle Regioni italiane per la messa in sicurezza del territorio, è stato selezionato questo intervento finanziato con 3 milioni e mezzo di euro.

“Prima della conferenza stampa di stamattina convocata dal sindaco Francesco Miglio, abbiamo fatto una riunione operativa con gli assessorati e le strutture tecniche comunali che dovranno, adesso, dare corso rapidamente alle procedure amministrative: anzitutto perché è un’emergenza ambientale gravissima che i cittadini non devono più vedere incombere sul loro presente e sul loro futuro. Ma anche perché le regole di questi contributi prevedono che siano affidati i lavori entro 8 mesi dall’attribuzione del finanziamento”. Così il vice presidente della Regione Puglia Piemontese che così continua: “Per intervenire su 14 mila metri cubi di ecoballe sversati alle porte di San Severo, lungo la Statale 89 che conduce ad Apricena, oggetto di un sequestro disposto nel 2018 dalla Procura della Repubblica di Foggia, la Regione Puglia aveva già riconosciuto un primo finanziamento di 435 mila euro per la messa in sicurezza dai rischi di incendio. Con il nuovo finanziamento da 3 milioni e 434.088,91 euro sarà possibile allontanare i rifiuti stoccati, sorgente primaria di contaminazione”.

FINANZA, SEQUESTRATI OLTRE 3 KG. DI SOSTANZE STUPEFACENTI E 230.000 PRODOTTI PERICOLOSI O CONTRAFFATTI

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Nel corso degli interventi effettuati dai finanzieri del Comando Provinciale di Foggia nell’ambito del piano di intensificazione del controllo economico del territorio attuato nel periodo delle festività, sono stati sequestrati oltre 3 kg di sostanze stupefacenti e 230.000 prodotti contraffatti o pericolosi.

In particolare, sono stati eseguiti controlli per il contrasto allo spaccio ed al consumo di sostanze stupefacenti lungo le principali vie di comunicazione dell’area garganica e del Tavoliere nonché a Foggia, San Severo, Manfredonia, Cerignola, Ortanova, Torremaggiore, Apricena, San Nicandro Garganico, Lesina e Chieuti.

Il fiuto dei cani antidroga è stato determinante e nel complesso sono stati sequestrati 1,2 kg di hashish, 1,85 kg di marijuana e 50 g. di cocaina.

55 persone sono state segnalate all’Autorità Prefettizia per uso personale di sostanze stupefacenti mentre nei casi riguardanti quantitativi più elevati o suddivisi in dosi i 7 responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, di cui 2 tratti arresto.

Per quanto riguarda la tutela dei consumatori, l’attività delle Fiamme Gialle è stata indirizzata al controllo di attività commerciali al dettaglio ed ambulanti.

Gli interventi eseguiti, tra gli altri nei Comuni di Foggia, Manfredonia, Cerignola, San Giovanni Rotondo, Lucera, Vieste, San Nicandro Garganico, Serracapriola e Cagnano Varano, hanno portato al sequestro di 52.500 luci natalizie e di oltre 13.000 articoli elettrici sprovvisti di marchio CE.

Sequestrati anche 160.000 dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherine) non rispondenti ai requisiti di sicurezza richiesti per la commercializzazione ed 800 capi di abbigliamento contraffatti, posti in vendita sia da ambulanti abusivi che presso alcuni negozi del capoluogo e di un altro centro della provincia.

CARABINIERI SALVANO 70ENNE CHE STAVA SOFFOCANDO

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I Carabinieri della Compagnia di Intervento Operativo dell’8° Reggimento “Lazio”, da alcuni mesi in supporto alla Compagnia Carabinieri di Cerignola, sono intervenuti nella tarda serata di ieri in soccorso ad un 70 enne che, mentre si trovava presso un ristorante, stava rischiando il soffocamento per un boccone di cibo.

I Carabinieri stavano pranzando prima di intraprendere servizio presso quel ristorante, quando improvvisamente hanno notato, al tavolo affianco, l’anziano agitarsi con palesi difficoltà respiratorie. Il malcapitato ha iniziato a portarsi le mani alla gola facendo capire che aveva le vie aeree ostruite dal bolo alimentare. A quel punto i militari sono intervenuti immediatamente coordinandosi a vicenda. Il capo equipaggio ha preso contatti con il 118, un carabiniere teneva a distanza gli altri commensali per evitare che la calca creasse ulteriore difficoltà, riducendo spazio intorno al soggetto che aveva bisogno di aria, mentre altri due militari, alternandosi, effettuavano la nota manovra di “Heimlich”. Uno dei due Carabinieri, infatti, aveva effettuato da poco apposito corso BLSD e dava indicazioni anche al commilitone su come muoversi. L’intervento del militare istruito nella specifica materia è stato determinante.

Infatti, dopo pochi minuti dall’inizio della manovra, sono riusciti a disostruire le vie aeree e l’anziano, dopo qualche istante, si è ripreso. A quel punto, su esplicita richiesta del 72enne che si sentiva decisamente meglio, l’invio dei soccorsi è stato annullato e l’anziano ha ringraziato vivamente i militari. Il lavoro di squadra di tutti i militari è stato essenziale in questa circostanza ed è sicuramente grazie al prezioso addestramento cui sono sottoposti i Carabinieri, che questi sono stati in grado di offrire una risposta immediata ad una tale situazione emergenziale.

ASPETTANDO CARNEVALE 2023. OLTRE ALLA REGIONE PUGLIA, 4 MILIONI DI EURO AI CARNEVALI STORICI

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Sempre aspettando il Carnevale Sannicandrese 2023, Civico 93 vuole dare una bellissima notizia e cioè il contributo di 4 milioni di euro ai Carnevali Storici della Regione Puglia.

“L’impegno da parte della Regione Puglia – ha detto la consigliera delegata alla Cultura, Grazia di Bari – per la salvaguardia, valorizzazione e tutela del patrimonio immateriale è ormai consolidato. In linea con quanto stabilito dalla legge quadro sui beni culturali immateriali tutte le Regioni hanno dato vita ad azioni concrete per tramandare la loro memoria storica e la Puglia non può non riconoscere il carnevale come tratto identitario. Quest’anno abbiamo previsto un emendamento in bilancio di un milione di euro per valorizzare i carnevali storici di Putignano, Manfredonia, Massafra, Gallipoli, Sammichele, Apricena, Bisceglie e Santeramo. Ieri abbiamo ricevuto la splendida notizia dell’emendamento previsto dal Ministero della Cultura per finanziare con 4 milioni di euro i carnevali storici.  Parliamo di manifestazioni in grado di far vivere ai turisti esperienze uniche e autentiche, che non possono trovare in nessun altro posto al mondo. Siamo consapevoli del grande patrimonio che abbiamo e lavoriamo per fare in modo che venga valorizzato a livello nazionale e internazionale, potenziando anche la partnership pubblico -privato, così da creare nuove opportunità e posti di lavoro”.

“Abbiamo in Puglia tanti carnevali – ha aggiunto poi la consigliera regionale Parchitelli, tra le firmatarie dell’emendamento per finanziare gli eventi – ognuno con le proprie specificità. In realtà, ogni Comune ha la propria tradizione carnevalesca, ma il carnevale di Putignano e quello di Sammichele nella provincia di Bari sono quelli riconosciuti da parte del Ministero della Cultura. A Putignano ci sono i carri allegorici e a Sammichele c’è la tradizione contadina con “l’uomo corto” e i festini. Con queste manifestazioni, oltre a valorizzare il territorio, operiamo anche per destagionalizzare il turismo”.

Si diceva all’inizio dell’articolo della bellissima notizia… ma che, purtroppo, riguarda altre realtà.

ASPETTANDO CARNEVALE 2023, I DUE COSTUMI TIPICI: PASTOR E PACCHIANA

Aspettando il Carnevale 2023, oggi analizziamo i due costumi tipici.

PACCHIANA DI SAN NICANDRO

Capelli

Le donne avevano i capelli molto lunghi. Essi venivano tirati dietro, intrecciati e sistemati per formare il cosiddetto “tupp”.

Spilloni

In occasione delle feste, sotto il “Tupp”, venivano sistemati ad entrambi i lati due spilloni detti “sp’ngh’lun” ornati sulla parte superiore. Si inseriscono degli spilloni mobili detti “tr’mulent” per un massimo di tre o quattro. Infine veniva messo un pettine d’argento per abbellire il tutto.

Orecchini

Le pacchiane portavano vari titpi di orecchini molto belli: orecchino “a rota” (quelli più tradizionali) e orecchini “a pera” (tradizionali ma più costosi. Pesavano circa 36 “trappese”. Il trappese pesava meno di un grammo).

Collane

Le collane venivano sistemate nel seguente modo: 1) “stringicollo”: collana corta che si posava sopra la “cam’scella” o “davantino”; 2) “vulera”: collana più larga e più lunga dello “strimngicollo”; 3) “nnocca”: collana ancora più lunga; 4) “lacc”: collane di vario tipo: “r’tort”, “a fava”, “a ferrovia” o A binario”, “guardapass” (collana con stelline.

Poi c’erano i fermagli o spille che servivano per sistemare i “lacc” in modo che non pendessero molto. Anche la gente povera aveva questi oggetti perché erano regali di matrimonio. Infatti era usanza che la sposa metteva sulle ginocchia un fazzoletto bianco finemente ricamato ove i parenti posavano i regali.

“Vunnedda”

Era la caratteristica più appariscente della Pacchiana. Consisteva in una voluminosa gonna pressata a ventaglio. Era di colore blu scuro con tre fasce d’oro per le famiglie benestanti (massar, art’gian, mezzo ceto, …). I più poveri avevano solo la pacchiana senza nessuna altra applicazione. I meno poveri mettevano un fascione (di grandezza media, cominciando da sotto); quelli che economicamente stavano meglio ne aggiungevano un altro (stretto sopra il primo). Il ceto medio portava tre fascioni p un giro di bordo. Si diceva, infatti, che chi aveva il bordo aveva anche tre fascioni. Un’attenzione particolare si dava al “fascione”. Infatti, se la pacchiana era di colore marrone il fascione era verde o “cherms” (color fiocco di cardinale); se la pacchiana era nera, normalmente il fascione era celeste, ma poteva essere anche rosa o verde.

Maniche

Tutte le pacchiane (con il bordo o i fascioni) avevano tra fili d’oro sulle maniche. La particolarità del filo centrale era che aveva la forma a “cucc’letta”.

Grembiule

Anticamente il grembiule, chiamato “z’nal” era di colore scuro, molto semplice e con pochi merletti. Successivamente non trovandosi più la stoffa adatta è stata impiegata un altro tipo di stoffa di color beige chiaro o bianco. Questo tipo di “z’nal” viene un po’ scurito con bellissimi ricami e lavori sovrapposti. Sopra il “z’nal” si usava mettere la cinta (bordo) con un fiocco.

Fazzoletto sulle spalle

Veniva usato un fazzoletto quadrato, piegato a triangolo e senza ricami della stessa stoffa delle maniche e del grembiule. Anticamente, però, “z’nal” e maniche erano dello stesso tipo mentre il fazzoletto veniva ricamato solo in qualche parte.

Fasciator

Fazzoletto piegato a pizzo usato per le festività. Era di panno lencio di colore rosso sempre con tre fili di bordo dorato. Alcune volte il “fasciator” era di colore verde.

Cutredd

Era quadrato, trapuntato e di coloro bianco. Veniva usato per le visite e per le cerimonie funebri.

Scarpe

Le pacchiane usavano stivaletti con elastici ai lati oppure con bottoni laterali. I “chianell”, che erano ciabatte con tacco basso, venivano usate per i lavori domestici. Comunque i più poveri, poiché non potevano permettersi di comprare le scarpe, si sposavano con le “chianell”,

Borsetta

E’ un accessorio d’argento aggiunto solo recentemente che serve per offrire i confetti ai conoscenti.

Anelli

Ne mettevano quanti ne possedevano. Erano di vario tipo; anello d’oro a primo e secondo piano (con rialzo), anello raffigurante il Santo del nome dello sposo (per esempio: se il marito si chiamava Michele, l’anello raffigurava San Michele), anello della Madonna del Carmine (per devozione), anello a “curniola” (pietra marrone, anello a fasce verdi, anello a “cinta”, ecc. E’ chiaro che non portavano la “fede”, cioè l’anello matrimoniale.

Calze

Erano normali calze di cotone.

Trucco

Non veniva adoperato dalle pacchiane. Alcune donne usavano una specie di cipria rosa che era chiamata “u citt citt” per far capire che veniva messo di nascosto senza che potessero ACCORGERSI. Talvolta era occasione di offesa. Infatti, per parlare di una donna non molto onesta, si usava dire “quedda c’è mess’ u citt citt”.

IL “PASTOR” DI SAN NICANDRO

Dopo aver analizzato nell’articolo di ieri il costume della “Pacchiana”, si conclude l’analisi dei due costumi tradizionali sannicandresi con il vestito del “Pastor”.

Sciascina

Tipo di cappello usato unicamente dentro le mura domestiche per ripararsi dal freddo. Era di velluto nero, finemente ricamato, ora è divenuto accessorio per il carnevale. Infatti, il Pastor quando era con la Pacchiana usava il normale cappello.

Giacca

Era di velluto liscio non a coste di colore marrone. Aveva tre bottoni sul davanti e tre sui polsi.

Pantaloni

Della stessa stoffa della giacca. Corto fino alle ginocchia e lateralmente c’era un bottone dorato o di ottone.

Cinta

Fascia di velluto nero che serviva per tenere i pantaloni. Veniva messa sotto il gilet.

Gilèt

Era di velluto marrone. Aveva solo una particolarità: le tasche erano allungate lateralmente.

Camicia

La camicia aveva il collo a “p’stagna” con i normali bottoni.

Fazzoletto sulle spalle

Era chiamato “muqquator”. Era di colore giallo e veniva annodato in avanti. Non si usava far passare il fazzoletto attraverso anelli.

Pan’ttera

Anche questo, come la borsa della Pacchiana, è un accessorio aggiunto solo recentemente in occasione del carnevale per mettere i “confetti da getto” prima ed ora per offrirli agli amici.

Bastone

Non lo usavano durante le feste e le cerimonie.

Calze

Erano di colore bianco, lavorate ai ferri con disegni vari.

L’IMPORTANZA DEL DIALETTO

Nell’epoca della globalizzazione, in cui Internet regna sovrano, dove le comunicazioni avvengono attraverso congegni elettronici che, da una parte sono il frutto di un progresso inevitabile, ma dall’altra ci tolgono il piacere di comunicare guardandoci negli occhi, parlare del dialetto può sembrare anacronistico.

Non è così: il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle ed è l’inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo ad un certo luogo, ad un certo tempo e che ci identifica e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale.

Il dialetto rappresenta la nostra etichetta, le nostre radici, la nostra carta d’identità. Il dialetto inteso come lingua è il mezzo che identifica tutto: i soprannomi, i rioni, le località.Il dialetto dà nuova forma alle parole, riesce a rendere l’idea prima ancora di ridurla in termini precisi, a volte armonizza e a volte indurisce.

Il dialetto è l’espressione di un popolo, è come un abito fatto su misura, è come una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi, persone e che restituisce fatti, episodi, luoghi, persone con profilo e identità precisi, ma soprattutto con un’anima.

Amare il dialetto, usarlo nel nostro quotidiano, insegnarlo ai nostri figli, significa amare noi stessi, significa essere possessori di una grande eredità: l’eredità della nostra storia.

Un grande poeta scomparso di recente, Andrea Zanotto, a proposito del dialetto amava dire: “…il dialetto è qualcosa che serve per individuare indizi di nuove realtà che premono ad uscire…”.

L’importanza del dialetto, sta nel fatto che è vicinissimo alla vita quotidiana e verace della gente e rappresenta una diversità di radici storiche, di culture, di esperienze umane che non deve andare perduta.

E’ importante conoscere l’idioma nazionale come strumento di comunicazione, ma la diversità socio-culturale fra le diverse comunità italiane è una ricchezza che va mantenuta, difesa, valorizzata e divulgata.

E’ assodato che il dialetto possiede una forza espressiva e descrittiva genuina che scaturisce dal suo verismo; lo strumento che meglio esprime sentimenti, valori, culture, speranze, con cui ripercorrere i sentieri della memoria drasticamente inquinati dalla frenetica vita moderna.

Da nord al sud numerose, nella storia, sono stati i poeti e gli autori che hanno inteso esprimersi in vernacolo con ottimi risultati: dai napoletani Giulio Cesare Cortese e Giovan Battista Basile, al milanese Carlo Maria Maggi, nel Seicento, a Goldoni, a Porta, a Belli, e in tempi piú recenti, a Salvatore Di Giacomo, a Trilussa, a Eduardo De Filippo ad Andrea Camilleri, tanto per citarne qualcuno. Senza contare le numerose opere di scrittori locali, alcune di ottima fattura, relegate nell’ambito di sterili distribuzioni editoriali.

Occorre, pertanto, all’interno del più ampio disegno della letteratura nazionale recuperare questo patrimonio linguistico in vernacolo in tutta la sua ricchezza, varietà, bellezza e significato.

“Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà”. Così scriveva Pier Paolo Pasolini.

Pasolini vedeva nel dialetto l’ultima sopravvivenza di ciò che ancora è puro e incontaminato. Come tale doveva e deve essere “protetto”. (fiscen)

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: LE COLPE DI IMPRESE, POLITICA E SINDACATI

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La questione dell’occupazione giovanile è gettonatissima sui social, ma se vogliamo parlarne senza sceneggiate è opportuno guardare qualche numero, e fare qualche ragionamento

I DATI SULLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE IN ITALIA

In primissimo luogo le cifre della disoccupazione, che, ricordiamo, indicano quanti giovani cercano attivamente lavoro senza trovarlo. In Italia nel 2021 erano il 9,5% della popolazione in età da lavoro, contro il 3,6% della Germania, il 7,9% della Francia, il 7,7% dell’Area Euro. In generale nell’UE solo Spagna e Grecia sono messe peggio di noi.

Tuttavia, se scendiamo nel dettaglio dell’occupazione giovanile esistente, scopriamo qualcosa di interessante: nella fascia 15-24 anni il 23,9% degli occupati è sottoposto all’orrendo part time, ma in Danimarca sono il 45%, in Germania il 24%, in Olanda il 54% e nell’Area -Euro il 25%.

I CONTRATTI A TERMINE

Da notare anche il dato sui contratti a termine: in Italia il 61% dei giovani tra 15 e 24 anni è occupato con contratto a termine, ma il dato non è lontanissimo da quello francese (56,1%) svizzero (54%) e addirittura inferiore a quello olandese (68%): segnale di una condizione largamente diffusa, per quella classe di età, in tutta Europa e non peculiarmente italiana.

È diffuso il fenomeno per cui ai giovani vengono inizialmente offerti posti di lavoro a basso contenuto professionale, ma non è un fenomeno tipico italiano; se guardiamo a due paesi paragonabili anche per popolazione all’Italia, vediamo che i giovani tra 15 e 24 anni sono occupati in professioni “elementari” (dati 2021) in numero di 148.000 in Italia, 149.000 in Germania, e 208.000 in Francia. Un altro profilo professionale piuttosto basso è quello dei sales services: in Italia 310.000 gli addetti, in Francia 333.000, in Germania 375.000. I giovani italiani non sono sostanzialmente più sottoccupati dei coetanei europei.

Tuttavia sono meno qualificati: sempre nella fascia 15-24 anni in Italia hanno concluso la secondaria superiore 1.612.000 lavoratori, contro 2.280.000 della Francia e 4.324. della Germania; sono laureati 627.000 italiani, 2.391.000 francesi e 1.696.000 tedeschi.

I GIOVANI ITALIANI AVVIANO ATTIVITÀ AUTONOME

Alto invece il numero dei giovani italiani 15-24 anni che avviano un’attività autonoma: 99.200 in Italia contro 85.500 della Francia e 74.800 della Germania (dati 1° quadrimestre 2022). Il che però non è di per sé indice di una particolare propensione all’imprenditorialità, ma sconta piuttosto un diffuso utilizzo del rapporto di lavoro autonomo da parte delle imprese per aggirare vincoli e costi del lavoro dipendente.

LE RETRIBUZIONI

Sorprendentemente, le retribuzioni dei giovani italiani non sono da fame: nella fascia under 30 per un full timer la retribuzione media lorda annua espressa in PPS (Parità di Potere d’Acquisto) è di 25.123 € (dato Eurostat 2018); in Francia è di 23.434 €, in Germania 30.187 E, in UK 25.132 €, in Olanda 28.518 €.

I giovani italiani che percepiscono un salario povero (cioè inferiore ai 2/3 del salario mediano nazionale) sono il 15,94% del totale, in Francia il 15,85%, in Germania il 32% e in Olanda il 45% (in questi casi è determinante l’uso intensivo del part time) e nell’area Euro del 28%.

La retribuzione oraria espressa in Parità di Potere d’Acquisto per i lavoratori under 30 è di 10,53 € in Italia, 11,83 € in Francia, 12,74 € in Germania, 10,02 in Olanda e 11.8 € per l’Area Euro.

Recentemente ha avuto una certa notorietà la notizia che le retribuzioni aumentano al crescere dell’anzianità: trattasi di ovvietà. A parte il fatto che gli stessi CCNL premiavano fino a poco tempo fa l’anzianità aziendale (e in alcuni casi lo fanno ancora) è naturale che le imprese privilegino in linea di massima, a parità di profilo professionale l’esperienza lavorativa. Non è peraltro un fenomeno italiano: Eurostat ci dice che se prendiamo in considerazione tre classi di età (<30 anni, 30-50 e >50) nell’area € il rapporto tra la seconda classe e la prima è pari a un incremento di 138 vs. 100, in Germania di 153 vs. 100, in Francia di 140 e in Italia di 132. Siamo in linea con la realtà europea e addirittura ai margini inferiori per incremento dei salari in relazione all’età.

I DATI CHE MANCANO

Non sono disponibili dati sui tirocini extracurricolari che comunque esistono, sia pure regolamentati in modi molto diversi, in tutta l’UE. Altresì non esistono, ovviamente, dati attendibili sul lavoro nero o grigio, che certamente coinvolge un numero significativo di giovani, probabilmente in misura superiore a quella dei Paesi UE di maggiore industrializzazione, ma non certamente tale da determinare un differenziale decisivo sul complesso dell’occupazione giovanile.

LA PARTECIPAZIONE GIOVANILE AL MERCATO DEL LAVORO

Nonostante questi dati, che dimostrano come le condizioni di lavoro offerte dal mercato ai giovani italiani siano del tutto simili a quelle dei giovani europei, ci differenziamo nettamente per la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro: il dato dei NEET (Not in Employment, Education or Training) tra i 15 e 29 anni è del 29,8%; nell’Area Euro è pari al 16,4% della popolazione di questa fascia d’età, in Germania del 14,6%, in Francia del 17,4% e perfino in Spagna e Grecia è inferiore (18,4% e 16,5%).

D’altra parte, questo dato ha riscontro nell’analisi condotta da Eurostat sul labour slack, che dimostra come l’Italia potrebbe incrementare le forze di lavoro (la somma di chi lavora e di chi cerca lavoro) di quasi il 12%: un dato enormemente superiore a quello degli altri paesi europei (la seconda in graduatoria è l’Irlanda con poco più del 6%, la Francia e la Germania stanno attorno al 4%). Questi numeri si riferiscono al totale della popolazione in età da lavoro, ma è evidente la coincidenza con quelli riferiti alla fascia più giovane.

In sostanza il fenomeno italiano dei NEET è semplicemente il manifestarsi in quella determinata fascia di età di una propensione a fuggire dal mercato del lavoro che è comune alla società italiana. Occorre, per verità, dire che è molto probabile che una quota consistente di NEET coincida con quote di lavoro nero, e ancor più di lavoro “grigio” (e questa è probabilmente una caratteristica “tutta italiana”) ma non in misura tale da giustificare la sproporzione con i NEET di Germania o Francia, a meno di postulare che tutti i lavoratori in nero in Italia appartengano alla fascia di età 15-9 anni.

FORMAZIONE E SERVIZI AL LAVORO

In definitiva, l’unico dato strutturale che sembra avere un effetto determinante sull’occupazione giovanile in Italia è quello relativo alla formazione e ai servizi al lavoro.

Quanto alla prima, basti notare che il mismatch tra domanda e offerta di lavoro nella fascia di età giovanile è del 41% per i profili più qualificati (programmatori, infermieri, disegnatori industriali, idraulici, elettricisti: come si vede, non scienziati nucleari, ma profili tranquillamente alla portata del sistema nazionale di istruzione-formazione).

Quanto ai secondi, negli ultimi anni (e non solo a dire il vero) le politiche attive sono prevalentemente consistite in sgravi fiscali e contributivi per le aziende, in qualche intervento di sistema (Garanzia Giovani, Dote Lavoro Lombardia) e in zero servizi di orientamento, però in compenso in una importante mole di interventi normativi atti a vietare forme “improprie” di accesso dei giovani all’occupazione e a disincentivare, anche su pressione dei sindacati, forme innovative quali l’alternanza scuola-lavoro.

LE CAUSE DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE IN ITALIA

In definitiva: la disoccupazione giovanile italiana non è dovuta, se non marginalmente, ad una propensione malvagia delle imprese a sfruttare i giovani lavoratori, che hanno in Italia trattamenti sostanzialmente analoghi a quelli di tutta Europa. Esiste un problema reale di formazione – istruzione e di servizi al lavoro, cui in generale le forze politiche e i sindacati rispondono non con politiche attive mirate ma con sussidi, divieti e obblighi.

A dimostrazione di una ormai conclamata inadeguatezza di forze politiche e sindacati a governare il mercato del lavoro e della connessa scelta di ripiegare sulla propaganda. Resta da comprendere se, oltre a questi dati oggettivi, vi sia anche una propensione “culturale” dei giovani italiani, che sarebbe interessante indagare. Ma questa, come si dice, è un’altra storia… (startmag.)

EDITORIALE DELLA DOMENICA. IL RISCHIO DI UN GOVERNO SENZA UNA MINORANZA

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Il voto del 25 settembre scorso ha cambiato totalmente la politica italiana e, per la prima volta, un partito di destra ha l’egemonia di una coalizione. L’opposizione più importante, da parte sua, è presa da problemi di ricostruzione interna e si concentra su come eleggere la nuova segreteria. L’altra opposizione beneficia di un aumento di consensi e della terza non se ne capisce il vero obiettivo e quindi sta a guardare in attesa di una decisione finale mentre tutti i commentatori politici di destra e di sinistra concordano con fatto che una democrazia senza una minoranza/opposizione rappresenta un danno per una politica incisiva a favore dei cittadini.

A San Nicandro tutti affermano che non c’è una minoranza e, ancora peggio, una opposizione ad governo cittadino. La maggioranza fa bene la sua parte di maggioranza mentre dall’altra parte non si comprende ancora bene chi sono consiglieri di minoranza, quelli di opposizione e quelli della collaborazione?

Perché questa differenza che non è affatto linguistica?

Semplice, perché per “minoranza”, in contrapposizione diretta a maggioranza, si intende inferiorità numerica e cioè un gruppo di persone che, disponendo di un numero minore di voti, non può imporre la propria volontà in un’assemblea consiliare.

“Opposizione”, invece è l’azione di contrasto esercitata dai gruppi consiliari che indicano idee contrarie a quelle di chi governa e quando la loro azione à dura ed unanime, si dice che viene fatta un’opposizione compatta e che può anche essere costruttiva.

Ed infine, la parola “collaborazione” che vuole solo essere un’apertura di credito nei confronti della maggioranza in carica.

In ogni caso, l’agire dei consiglieri comunali di minoranza deve essere sempre improntato alla correttezza istituzionale, alla lealtà ed anche alla moderazione nell’eloquio. L’opposizione, anche per responsabilità nei confronti dei loro elettori, deve impegnarsi a migliorare, l’attività di governo (maggioranza permettendo) e quindi uno stimolo per evitare il deterioramento della politica e, quindi, le scelte politiche

Per chi segue la politica a San Nicandro (e dovrebbero farlo tutti) può valutare in maniera soggettiva e dare un proprio giudizio sulla situazione all’interno del consiglio comunale sempre considerando che alla minoranza è consentito il diritto–dovere di intervenire in tutti i campi con apporti di integrazione o di modifiche che dovrebbero essere esaminati ed accolti se funzionali ad una soluzione migliore o respinti in caso contrario, mentre la maggioranza non dovrebbe imporre le proprie proposte.

Il problema (che è voce comune a San Nicandro) è che l’opposizione consiliare ha tante minoranze e non vuol farsi plurale per diventare un gruppo coeso proprio per cercare di stabilire un limite all’azione della maggioranza la quale ha sempre bisogno di una minoranza affinchè l’intero sistema possa essere democratico. La coalizione che ha vinto ha una sua regola e deve andare avanti per l’attuazione del suo programma, mentre l’attuale minoranza deve adoprarsi in modo che in futuro possa diventare maggioranza.

Siamo in democrazia e così dev’essere.

Il Direttore

SAN NICANDRO, ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE LA FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE

La Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di San Nicandro Garganico organizza per martedì 17 gennaio prossimo la Festa di Sant’Antonio Abate con il seguente programma:

  • Ore 18,00: Preghiera del Rosario _
  • Ore 18,30: Santa Messa e preghiera di intercessione a S. Antonio abate
  • Ore 19,30: In piazza IV novembre accensione e benedizione del tradizionale falò di S. Antonio.

La serata sarà animata dal “Gruppo Folk Sannicandrese” (La Pacchiana e il Pastore).

CARENZA FARMACI, PALU’: “NON C’E’ ALLARME REALE, ABBIAMO ALTERNATIVE”

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«Non c’è un allarme reale» sulla carenza di farmaci in Italia. «I farmaci di cui c’è una vera carenza, tra i 3.197 che l’Aifa mette sul sito, sono 30. Di 300 che importiamo dall’estero, 30 sono realmente essenziali. La maggior parte sono farmaci di cui non c’è più la produzione, che non sono in commercio, ma quasi tutti hanno un equivalente o un’alternativa terapeutica». A placare i timori sulla disponibilità di farmaci è Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Ci tengo a dire che si tratta forse di una comunicazione non perfetta, un po’ distorta, nel senso che ci vuole un dialogo importante tra medici, farmacisti, associazioni di categoria», aggiunge.

Solo 30 sono i farmaci essenziali senza alternative

«Ricordo che la maggior parte dei prodotti attivi chimici viene prodotta in India e in Cina», spiega Palù. «Ma solo 30 sono veramente essenziali perché non trovano un corrispettivo prodotto da un’industria italiana. Sono farmaci che vengono usati in sala operatoria. Degli antinfiammatori, dei cortisonici, dei miorilassanti e degli antibiotici abbiamo sempre valide alternative», aggiunge. L’Aifa, ricorda Palù, «cura il Tavolo tecnico delle indisponibilità e questo è stato attivato con i referenti istituzionali». Per esempio «è successo nel caso del Covid». L’Italia, tiene a precisare il presidente di Aifa, «è un passo avanti alle altre nazioni europee, soprattutto per quanto riguarda la regolazione e la carenza dei farmaci, c’è un’alta professionalità tra i dirigenti» dell’Agenzia. E «c’è una pagina in costante aggiornamento sui farmaci attualmente carenti che può essere regolarmente visitata da medici, professionisti, farmacisti. Quindi io non mi preoccuperei», ribadisce.

Palù: «Opportuno riportare in patria alcune produzioni»

«Se qualcosa ci ha insegnato la pandemia – sottolinea Palù – è che dobbiamo tener conto che noi abbiamo delocalizzato molta della produzione: eravamo i primi al mondo nella chimica, oggi le materie prime ci arrivano in larga misura dall’estero. Quindi, forse, quello che si chiama con un anglicismo ‘reshoring’, riportare in patria alcune produzioni, sarà opportuno. E nel medio-lungo periodo anche il nostro Paese deve confrontarsi con queste esigenze». Per quanto riguarda il rischio rappresentato dalla cosiddetta variante Kraken, Palù specifica che «circola pochissimo in Cina e circola pochissimo anche in Europa» al momento. Se negli Usa i dati mostrano che questo mutante di Sars-CoV-2 è cresciuto rapidamente, qui «si viaggia intorno all’1,5% in Italia, 2,5% in Europa».

«Siamo vicini alla fine della pandemia»

Il presidente Aifa ha rassicurato anche sul fatto che «se superiamo questo inverno senza un aumento, e i casi sono stabili o in lieve calo nelle rianimazioni e anche negli ospedali, potremmo stare tranquilli». E continua: «Ovviamente sta all’Oms dichiarare la fine della pandemia». Siamo vicini o lontani? «Io penso che siamo abbastanza vicini – dice Palù -. Non è prevedibile quanto, perché non si può mai dire. Ma sicuramente siamo vicini e direi che l’Italia è ben protetta, come il resto dell’Europa». (sanitainformazione)

TEMPLARI E GIOVANNITI NEL MEZZOGIORNO NORMANNO-SVEVO

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Si terrà venerdì 20 gennaio alle ore 17:30, presso lo spazio “Writers’ corner” al primo piano della Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana” a Foggia, la presentazione del nuovo libro di Vito Ricci dal titolo “Templari e Giovanniti nel Mezzogiorno Normanno-Svevo”. Il Mezzogiorno italiano, soprattutto in epoca normanno-sveva, ricoprì un ruolo determinante nella storia e nelle vicende degli Ordini religioso-militari, in particolare, e del movimento crociato più in generale. La posizione geografica della penisola forniva una serie di facilitazioni nei rapporti con la Terrasanta. Al fattore geografico ben presto se ne aggiunse uno ulteriore di natura economica: lo sfruttamento della terra con l’impianto di aziende dedite all’agricoltura e all’allevamento ovino. In questo lavoro si esamina la rete degli insediamenti degli Ordini, le strategie insediative e un aspetto dell’organizzazione spesso trascurato, quello relativo alla “familia”, ovvero tutti quei laici, che a vario titolo, gravitavano intorno al mondo dei cavalieri.

Dialogherà con l’autore il presidente dell’Associazione storico culturale “Gens Capitanatae” Alessandro De Troia. Inoltre, durante la serata vi sarà un intervento a cura di Michele Giardino, presidente dell’Associazione “Cives Regni Siciliae” il quale mostrerà fedeli ricostruzioni di reperti, abiti e oggetti del XIII secolo.

Vito Ricci nelle sue ricerche si interessa della presenza degli Ordini religioso-militari nel Mezzogiorno italiano e in Puglia, con particolare riguardo alle strategie insediative e all’economia, e della storia economica e sociale in Terra di Bari tra Medioevo e prima Età moderna. Ha pubblicato le monografie “Province e maestri provinciali templari nel Mezzogiorno italiano” (Edit@, 2017) e “I Templari nella Puglia medievale” (Edizioni Dal Sud, 2009); dal 2010 ad oggi ha all’attivo diversi contributi nelle riviste Studi Bitontini, Medioevo Adriatico. Ricerche della Società internazionale per lo studio dell’Adriatico nell’età medievale, Porphyra – International academic journal in Byzantine Studies, Nicolaus. Studi storici, Archivio Storico Pugliese, in atti di convegni e in pubblicazioni miscellanee. È socio ordinario della Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani (LARTI), del Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto e socio fondatore dell’Associazione del Centro Studi normanno svevi. Ha tenuto interventi sugli Ordini religioso-militari e su argomenti di Storia medievale in incontri, conferenze, seminari e convegni in Puglia e in altre Regioni italiane.

L’evento è a cura delle Associazioni “Gens Capitanate” e “Cives Regni Siciliae” di Lucera, dell’Archeoclub d’Italia aps – Sezione “Minerva” di Lucera e del portale “Mondi Medievali”.

RAMONA PALMISANI, PITTRICE SANSEVERESE CHE ESPONE IN ITALIA E ALL’ESTERO

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Sanseverese, classe 1989, Ramona Palmisani è un artista in pieno divenire, che non arresta la sua ricerca di senso e di stile, nemmeno dopo approvazioni e riconoscimenti nazionali ed esteri.

Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti, inizia il suo percorso creativo sin da piccola, passando per la pittura ad acquerello e poi ad olio, per giungere agli acrilici, creando opere che suscitano interesse ed apprezzamenti.

Ma è nella pittura astratta prima e in quella segnica e concreta poi che individua il suo centro di gravità, definendo un tratto ed un immaginario assolutamente personali, in cui trovano posto la sua idea di vita e i sentimenti più profondi, fino alla spiritualità, grazie a ricerca, originalità e fantasia. .

Una creatività che non si limita ed impone spazialità, nel pieno rispetto delle idee, realizzando opere che dilatano la tela fino a coprire dimensioni di tre metri. A guidare le sue creazioni il colore blu, dall’accesa connotazione spirituale.

Dopo la partecipazione a prestigiosi concorsi e collettive in cui si distingue, giunge alla sua prima mostra personale, Sogno di Colori, tenutasi ad Avellino dal 6 al 24 settembre 2022, presso il Museo Irpino, ex Carcere Borbonico con il Patrocinio della Provincia di Avellino.

Prossimo appuntamento dal 2 al 4 marzo presso il Palazzo delle Stelline di Milano.

Definite da Giucar Marcone “un viaggio intorno al femminile”, esempio di emancipazione e simbolo di un nuovo modo di fare arte, le opere di Ramona Palmisani si trovano in musei italiani ed esteri, come in collezioni pubbliche e private.

DA SAN NICANDRO IL GRIDO DI DOLORE DI ROBERTO SCIOTTA, DANNEGGIATO DA VACCINO COVID E ABBANDONATO DA TUTTI

San Nicandro Garganico, una cittadina nel pieno Gargano, il meraviglioso Gargano invidiato da chi lo ha conosciuto. Si, questa terra non è solo quello che molti raccontano; e poi, trovatemi una terra che non abbia gli stessi problemi! Chi la ama chiude gli occhi e assapora i suoi profumi, i suoi colori, i suoi frutti, il suo cielo, il suo lago, il suo mare, i suoi mestieri, le sue tradizioni, i suoi viottoli della terra vecchia che ha dato le origini a questa cittadina ricca di storia e di tradizioni. I “pupurat” e i “taralli zuccherati”, il suo “carnevale” con i carri allegorici tra i primi nella storia, il suo “pane” fatto di farine prodotte con vecchi metodi e le sue “cantate” nelle migliaia di recite e dei “ditt” che si facevano; i suoi “goliardi” con una storia antichissima e i suoi vecchi mestieri.

San Nicandro Garganico è tutto per chi ci è nato; la sua politica con le beghe tra democrazia cristiana e partito comunista e oggi con i comizi in piazza che intrattengono gli elettori. È la nostra realtà, tra una promessa e un “servizio” fatto, è la nostra vita, è la nostra aria che respiriamo, è la nostra terra.

In questa meravigliosa terra ci viviamo, e ci vive anche chi purtroppo non può più assaporare l’aria fresca delle nostre colline ricche di pascoli di vacche podoliche che fortunatamente ed intelligentemente molti giovani armentari hanno ripopolato. In questa meravigliosa terra ci vive anche chi purtroppo non può più raccontare a sua figlia con spensieratezza  il perché del suo amore con la mamma Emanuela, il perché tanto amore e il perché non riesce più a correre su quella interminabile spiaggia che va dalla foce Schiapparo e arriva dopo la Torre di Mileto.

Ecco, per chi ancora corre e vive una vita in libertà è tutto facile, tutto sereno, tutto bello. Immaginate se dall’oggi al domani si viene condannati a restare dentro casa con due stampelle a sorreggerti quando le tue gambe ti dicono di “si”, oggi puoi spostarti dalla camera da letto al salotto, poi se riesci vai in bagno e se avanza un pò di forza arrivi di nuovo in camera per riabbracciare il tuo cuscino e bagnarlo di lacrime.

Roberto è tutto questo, Roberto è un dolore costante che corrode il suo corpo e la sua anima che impotente deve guardare il mondo con occhi diversi, con uno spirito diverso. Da quel maledetto giorno che ha conosciuto l’ago di quel “siero” la sua vita è cambiata. Non gli avevano creduto! Forse non ancora gli credono oggi chi con semplicità e leggerezza ha dato per scontato che la salvezza stava in quelle sostanze iniettate in un corpo forte, muscoloso, possente. Eppure Roberto è cascato come un palazzo con 100 candelotti di tritolo per farlo cadere giù. Egli è crollato in tutto il suo corpo, i suoi muscoli non reggono e gli provocano un dolore lancinante che lo impediscono di vivere  la vita che faceva prima di questa triste conoscenza con il “siero” e gli ospedali, innumerevoli stanze di ospedali con tante facce che gli ridevano su un viso dolorante e in lacrime.

Cosa abbiamo imparato oggi dalle migliaia e migliaia di denunce fatte da chi ancora può raccontarlo? Nulla! Nella sfortuna Roberto è fortunato a poterlo raccontare a tutti ed è un esempio per chi ancora tace e ha paura di esporsi. Ma lui è un uomo vero, è un padre, è un marito, era un lavoratore instancabile  e soprattutto è un guerriero. Ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona il giorno della vigilia di capodanno, era il 31 dicembre 2022, mi reco a casa sua dopo che ci siamo messaggiati spesse volte. Decido di portare chi con me condivide molte battaglie contro il “sistema” e contro “l’indifferenza”, l’amico fraterno Antonio Berardi. Bussiamo alla sua porta, sono le 19 di sera, nelle case c’è aria di festa, preparativi per la cena della vigilia e per il fatidico cenone. Il nostro regalo è stato altro. Quella porta che si apre e quell’omone buono che ci accoglie con un sorriso da bambino felice; ci abbraccia e si emoziona, noi insieme a lui.

Ci sediamo e iniziamo a parlare, a scambiare le nostre vedute, i nostri pensieri, le nostre battaglie, le nostre inquietudini su come oggi la nostra cittadina vive i suoi innumerevoli problemi socio economici e le sue innumerevoli pecche sugli aiuti e su quanto ancora c’è da fare per aiutarci gli uni con gli altri. Viviamo ancora il grave problema del 118 e la mancanza di medici e personale infermieristico. Manca tutto! Ma tutti tacciono!

Non trattengo le lacrime. Roberto parla a ruota libera, come quelle ruote che giravano velocemente sulle strade quando guidava il camion per andare in lungo e in largo per tutta l’Europa. Dipendente modello, figlio di autista e di una famiglia che nella sua ricchezza d’animo e di valori non ha mai abbandonato il suo Roberto. Mi emoziono di continuo, piango e singhiozzo davanti alle sue grida di dolore, un dolore fisico e psicologico che non può vincere, non deve vincere. Questo dolore va sconfitto con la sua forza, la forza che gli arriva da sua figlia, un angelo che lo coccola tutti i momenti della giornata con il suo amore e la sua tenerezza.

Una famiglia che ha voluto, innamorandosi della sua Emanuela, della sua donna che lo avrebbe poi fatto diventare padre. Anni di sacrifici che si sono sgretolati in poche ore dopo l’iniezione di quella “fiala salvavita” come fu pubblicizzata da TV, radio e giornali. Un inganno che è costata cara a Roberto e a tanta altra gente. Oggi si contano purtroppo migliaia e migliaia di decessi riconducibili a questi maledetti sieri sperimentali. Roberto oggi è uno dei tanti che ha subito gravi danni fisici riconosciuti fortunatamente dai medici dove è stato preso in cura. Ma la battaglia non è finita. Roberto lotta tutti i giorni, tutte le notti. Lotta contro i dolori lancinanti che gli provocano un abbandono psicologico rendendolo assente dalla vita quotidiana. Mi guardava negli occhi. Ci guardavamo negli occhi. Non aveva le forze che avrebbe dovuto avere una persona di quella statura! Oggi purtroppo Roberto lotta anche contro l’indifferenza delle istituzioni e della gente. Oggi più che mai ha bisogno di tutti noi, ha bisogno di tutto ciò che possa dare sollievo alla sua vita familiare e alla sua vita come uomo. I medicinali, le continue visite mediche, sono costosissime e ha dovuto vendere ciò che possedeva. Tutto ciò è sconcertante. Tutto ciò è abominevole. Tutto ciò è inquietante. Lo lasciamo con un sorriso e con un abbraccio sincero e fraterno sicuri che sarebbe stato il primo di una lunga serie perché ogni promessa è un debito e tutta l’Italia se non tutta Europa deve conoscere la storia di Roberto e quella di migliaia e migliaia di persone che hanno avuto reazioni avverse da siero sperimentale che grazie a medici compiacenti e venduti hanno indotto senza precauzioni a farsi iniettare un veleno nel corpo ricattati da uno Stato complice di case farmaceutiche senza scrupoli.

Oggi chi ridarà il sorriso a Roberto e alla sua famiglia? Chi ridarà quelle forze nelle sue gambe? Cosa accadrà a Roberto nei prossimi anni? Che aspettativa di vita ha Roberto e quelli come lui? Ecco. Chiediamocelo e diamoci delle risposte reagendo alle dittature sanitarie e politiche. Il caso di Roberto Sciotta non si ferma a San Nicandro Garganico. Ne sentirete parlare ancora.

Gino Carnevale

I FUOCHI DI SAN NICANDRO INSERITI NEL REGISTRO DEI FUOCHI DELLA REGIONE PUGLIA. SI, PERO’….

Il culto dei fuochi in onore di Sant’Antonio Abate è un’antica tradizione ancora oggi molto sentita a San Nicandro Garganico, difatti il 17 gennaio di ogni anno, vengono allestiti numerosi falò, nei vari quartieri cittadini; un rituale ancestrale, misto fra sacro e profano che conserva ancora oggi una sua peculiare identità.

Tanti, si riuniscono attorno a questi grandi fuochi e si divertono fra balli e canti, mangiando ceci, carne arrostita con del buon vino, come si faceva un tempo conservandone la tradizione.

In questa ricorrenza si inaugura anche il carnevale, come citato nel proverbio sannicandrese “sant’Antòn, masckur e sòn”.

Considerata l’importanza per la nostra Città, di questa antica usanza e tenuto conto che la Regione Puglia con legge regionale n. 1 del 25 gennaio 2018 ad opera di Napoleone Cera che fu il primo firmatario, ha istituito il registro regionale dei  rituali festivi legati al fuoco, il defunto Sindaco Costantino Ciavarella con l’Assessore al Turismo Costanza Di Leo, hanno fortemente voluto e quindi avviato l’iter per il riconoscimento dei Fuochi di Sant’Antonio alla Regione Puglia, attraverso l’Ufficio Turismo del Comune nelle persone di Vincenzo Augello e di Vincenzo Civitavecchia.

Con determina dirigenziale n. 135 del 17/09/2020 della Regione Puglia è stata approvata l’iscrizione nel registro regionale dei rituali festivi legati al fuoco della manifestazione “Fuochi di Sant’Antonio Abate” promossa dal Comune di San Nicandro Garganico.

Un riconoscimento importante  per San Nicandro, in quanto ora è possibile accedere ai fondi regionali per promuovere e organizzare al meglio le manifestazioni legale ai rituali dei falò come strumento di sviluppo turistico e consentire la valorizzazione e la conoscenza i nostri fuochi, quale espressione del patrimonio storico e culturale e per trasmettere le sue tradizioni alle generazioni future.

Sembra che in tre anni tutto è rimasto ancora come prima e nessuna richiesta di contributi è stata fatta. A che è servito il riconoscimento da parte della Regione di questo tipo di iniziative se poi non vengono richiesti i contributi?