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SCUOLA, FORMAZIONE DOCENTI OBBLIGATORIA: IN ARRIVO LE DIRETTIVE, ANTICIPAZIONI

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A partire dall’anno scolastico 2016/17, la formazione dei docenti della scuola assume carattere obbligatorio, permanente e strutturale. Così stabilisce il comma 124 della legge 107. Diventerà a tutti gli effetti uno dei compiti del docente. Questa è una delle tante novità introdotte dalla riforma scolastica, che faranno il loro “debutto” nel 2016. La formazione ha lo scopo di migliorare le scuole, motivo per cui la legge prevede che siano “definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il PTOF e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche”. Ciò non toglie che le indicazioni generali saranno fornite dal Miur tramite un decreto, che dovrebbe arrivare a breve. Quali sono le indicazioni contenute nel decreto?

Naturalmente per conoscere nel dettaglio tutte le indicazioni del Miur circa la formazione obbligatoria dei docenti che inizierà a partire dal prossimo anno scolastico (2016/17), bisogna attendere il decreto. A quanto pare è una questione di giorni, come anticipa Orizzonte Scuola, in quanto dovrebbe uscire in concomitanza con l’approvazione dei POF triennali, la cui scadenza (non perentoria) è fissata per il 15 gennaio 2016. Il contenuto del decreto, secondo le anticipazioni fornite, dovrebbe prevedere che il docente venga formato per quanto riguarda la lingua inglese. Inoltre sarà rivista anche la metodologia della didattica, da un punto di vista innovativo. Ciò significa che i docenti dovranno iniziare a prendere familiarità con i social networking e i workshop, ad esempio. Tra gli strumenti operativi dell’insegnante spicca anche il laboratorio. Ma che dire del luogo di formazione? Seguendo la scia innovativa, una parte della formazione potrà essere fatta da casa. Includerà lo studio a livello personale (con documentazione di quanto svolto) e il confronto sul web. Tutto ciò che viene appreso andrà rendicontato. Sono previste anche lezioni che richiedono la presenza fisica.

11ENNE SALVATO A SCUOLA CON DEFIBRILLATORE. E GLI ISTITUTI DI SAN NICANDRO?

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Momenti di paura all’istituto “Publio Virgilio Marone” di Francavilla Fontana, dove uno studente di 11 anni è stato colto da infarto a scuola ed è stato salvato usando un defibrillatore. Lo studente è ricoverato nel reparto di Cardiologia del locale ospedale, ma non sarebbe ancora fuori pericolo. Il defibrillatore, donato da privati un anno fa, è stato usato dal dirigente scolastico, dalla vice e dalla docente di educazione fisica che avevano frequentato un corso di primo intervento.

Fortunatamente gli istituti superiori di San Nicandro sono in possesso di un defibrillatore. Anche gli altri istituti (scuole elementari e medie) dovrebbero essere in possesso di tale strumento salvavita. Si sa che la Regione Puglia fino a qualche tempo fa metteva a disposizione defibrillatori per tutti i comuni. Forse è il caso di provvedere.

SAN NICANDRO, OGGI SI CHIUDE LA 1^ EDIZIONE DEL PRESEPE VIVENTE

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Termina oggi la meravigliosa esperienza della 1^ edizione del Presepe vivente organizzata dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’arrivo dei Magi, che doveva aver luogo lo scorso 6 gennaio e rinviato ad oggi, prevede, appunto, l’incontro dei Magi che arriveranno a cavallo con il Bambino Gesù. Al loro arrivo ci sarà la popolazione di Betlemme ad onorare il Bambino con i pastori e con il suono delle zampogne.

Dopo la consegna dei doni, la natività si trasferirà all’interno del Convento con i tre Magi e comincerà l’ultima visita da parte di chi ancora non ha avuto modo di ammirare gli ambienti, i mestieri ed i figuranti in un’atmosfera che magicamente trascina il visitatore nel mondo straordinario di quel tempo.

ANGELO CERA PREME PER IL RITORNO IN GRANDE STILE DELLO SCUDO CROCIATO

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“Siamo scomparsi dalla cartina geografica della politica perché in questo meccanismo che l’ha svilita qualcuno ne ha approfittato. Facciamole presenti queste cose a livello nazionale se vogliamo costituire un’area popolare”. Il consigliere regionale Napoleone Cera annuncia che il suo gruppo riprenderà il nome e il simbolo dell’Udc (eletti come Popolari) in una biblioteca affollata per l’arrivo del vicepresidente nazionale Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco, “stella del partito e pilastro della nostra strategia congressuale”. La sala della biblioteca è affollata, Cera junior si compiace del luogo, che difende: “Non chiuderà, Emiliano non permetterà che si perda un luogo con questa tradizione”. Per essere un venerdì e per non essere gli incontri politici più molto in voga rappresenta un risultato. Massimiliano Di Fonso, il segretario cittadino, esulta: “Grazie, siete tanti, abbiamo lavorato molto in città, dal rinnovo della segreteria cittadina, composta di tanti giovani, alle manifestazioni per tutelare la famiglia e i nidi comunali la cui spesa è stata tagliata del 50% da questa amministrazione”.

Fra qualche mese si vota in nove Comuni della Capitanata, Torremaggiore, San Severo e San Marco in Lamis rappresentano roccaforti dell’Udc e del parlamentare centrista. Dunque preannuncia: “Ci presenteremo con nostre liste e ce la giocheremo in tutti e tre i Comuni con numeri a due cifre, è un atto d’amore nei confronti di questo simbolo e di questa tradizione”. Ipotizza di almeno tremila tessere il pacchetto che dalla Capitanata arriverà alla direzione romana ed esorta i vertici nazionali presenti a darsi una mossa: “Se non vi spicciate mi iscrivo al gruppo Misto-Udc”, cioè lui e il suo gruppo nell’area popolare non ci vanno.

L’incontro tenta di tracciare dei confini con la politica dei colleghi e si misura con le sfide della politica in rete. Bordate contro Salvini “che parla solo di immigrati” e contro i “grillini”, la mira costante è “il populismo”. Cera li attacca: “Pensano che basti mettersi in rete, fare dei circoletti, come si chiamano, per accelerare il loro arrivo in politica mentre noi veniamo dalla scuola di partito”. Al vulcanico parlamentare non risponde con la stessa foga De Mita. La prende alla lontana il giovane venuto da Nusco cui Napoleone, figlio di Cera, notizia: “Io e te siamo i più giovani in questo partito”.

Si cerca e si chiede il rinnovamento, questa storia di essere confusi con Ncd non gli sta bene: “Siamo scomparsi dalle trasmissioni tv ma noi siamo un partito coraggioso che deve farsi notare”. Stare al passo coi tempi, interpretare l’astensione è il compito destinato a De Mita che però rifiuta qualunque “formula algebrica, non si tratta di rifare un partito ma vanno riscritte delle regole comunitarie per una società che ha preso i grandi uomini come Moro, che ha cacciato i De Mita e rottamato i D’Alema”.  Si ricomincia con i temi della famiglia della genitorialità, con la politica che “riscrive le regole e non strumentalizza le paure della gente. In ogni caso non bisogna accusare gli altri e credere di possedere la verità”, è la chiosa del vicepresidente nazionale.

Passa nel dibattito anche la legge elettorale, Angelo Cera è convinto che “qualcuno abbia lavorato per il re di Prussia e che anche le vittorie di un partito avranno bisogno dell’Udc”. Ribaltato sul territorio il discorso porta a Manfredonia, alla Provincia, a Foggia, centri dove la sigla udiccina ha preso numeri a due cifre. Certo, e lo ammette, nei grandi centri servirà una coalizione centrista ma nei piccoli paesi, “l’afflato dell’amicizia ci darà grandi risultati”. Il dibattito è sul “ruolo dei cattolici moderati nell’Udc” ma si tratta di capire il ruolo del centrismo dopo la scomparsa della politica tradizionale delle “sezioni” e leggere l’attualità che De Mita, per ora, interpreta. (limmediato)

IL REGALO DI RENZI ALLA PUGLIA, SI’ ALLE TRIVELLAZIONI A DUE PASSI DA TREMITI

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“Il governo non si smentisce mai. Il 31 dicembre la legge di stabilità ed ecco il decreto per permettere le trivellazioni alle Tremiti, sempre alla stessa società, sempre nello stesso luogo dove venne permesso dalla Prestigiacomo. Alla faccia dei movimenti e dei cittadini che hanno detto no. Contano solo gli interessi. Noi non molliamo”. Riparte la battaglia del Movimento Cinque Stelle in Puglia con il consigliere regionale Rosa Barone che nelle ultime ore ha annunciato battaglia al “regalino” del governo guidato da Matteo Renzi. La zona richiesta e su cui è stato concesso il permesso, stando alla tavola allegata, si trova al confine tra Abruzzo e Molise. Un’area molto vasta, di circa 370 chilometri quadrati, e che è posizionata al largo di Termoli e delle Isole Tremiti. Non è bastato dunque il fronte del “no” guidato dal governatore Michele Emiliano a dissuadere il governo dal procedere. La storia dell’autorizzazione alla società irlandese Petroceltic Elsa – interrotta durante i giorni del drammatico incidente piattaforma petrolifera Deepwater Horizon – ritorna tal quale. Già allora, il presidente del Parco del Gargano Stefano Pecorella ammise tutta la propria perplessità per l’autorizzazione a trivellare in una preziosa riserva marina senza consultare il parere degli enti locali, come la Provincia di Foggia, l’ente Parco e la Regione Puglia, che invece avrebbero dovuto essere ascoltati preventivamente. La protesta allertò anche i sindaci e Legambiente.

I numeri della ricerca del petrolio

L’atto di accusa più grande è sicuramente riportato nelle pagine del documento presentato più di un anno fa dagli ambientalisti: oltre 12.290 chilometri quadrati nell’Adriatico centro meridionale italiano sono interessati da permessi di ricerca, istanze di coltivazione o nuove attività di esplorazione di petrolio che si aggiungono alle 8 piattaforme già attive e da cui nel 2013 sono state estratte 422.758 tonnellate di greggio, il 58% del totale nazionale estratto dai fondali marini.

“La ricerca di greggio nel mare italiano, nel dibattito energetico internazionale, sembra l’ennesimo regalo alle compagnie petrolifere che hanno trovato nel nostro Paese un vero Eldorado – aveva spiegato il presidente di LegambienteFrancesco Tarantini durante la presentazione del dossier -. Poco importa se Comuni, Regioni e cittadini sono contrari a svendere il loro mare per pochi spiccioli. È tempo che questo Governo si svincoli davvero dal passato e pensi seriamente a cambiare verso, per usare uno slogan amato dal nostro premier”.

Tra le aree maggiormente interessate dalle estrazioni petrolifere, secondo il dossier di Legambiente, vi è il mar Adriatico. La moltiplicazione delle estrazioni off-shore aumenterebbe ancora di più il rischio di inquinamento da idrocarburi del nostro mare. Non a caso la sicurezza delle attività estrattive offshore è al centro dell’attenzione della Comunità europea già dal 2010, anche in conseguenza all’incidente del Golfo del Messico. Non va dimenticato che il Mar Adriatico è estremamente fragile per le caratteristiche proprie di “mare chiuso” che definiscono un ecosistema molto importante e già messo a dura prova. La fragilità del suo equilibrio ecologico è aggravata dalla scarsa profondità e dal modesto ricambio delle acque. Per questo, un eventuale sversamento di petrolio deve fare i conti con la scarsa, se non nulla, possibilità di dispersione, con conseguente inquinamento delle coste e dell’ecosistema marino. Senza considerare l’impatto che queste attività possono avere anche sulla pesca, fino ad arrivare ad una diminuzione del pescato anche del 50% intorno ad una sorgente sonora che utilizza airgun, la tecnica geofisica di rilevazione di giacimenti nel sottofondo marino.

Sono bastati gli annunci di disponibilità di trivellazioni nel versante croato dell’Adriatico per far scattare, anche nel nostro Paese, in primis da parte del Governo e del ministro dello Sviluppo economico in particolare, proclami e annunci in favore del rilancio delle attività petrolifere in mare – spiegarono in quella occasione – seguendo il principio, alquanto discutibile, che è inutile fermare le attività estrattive nel nostro mare se tanto partono le trivellazioni nelle acque di competenza degli altri Paesi costieri. Quando invece sarebbe molto più logico lavorare per avviare delle serie politiche di tutela, a livello internazionale, di un bacino, quale è quello adriatico, particolarmente delicato e già oggi sotto pressioni ambientali molto elevate”. Evidentemente, queste previsioni non sono state affatto tenute in considerazione. (immediato)

PRESEPE VIVENTE DI RIGNANO GARGANICO

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L’Associazione Presepe Vivente di Rignano Garganico chiude la XVIII edizione con un bilancio più che positivo. I Re Magi hanno portato con loro, oltre ai doni per il Bambinello e le caramelle per i più piccini, anche temperature decisamente invernali, ma questo non ha fermato i volontari che hanno accolto i tanti visitatori nelle botteghe allestite in maniera da riprodurre la vita contadina degli anni ’30.

Quest’ultima edizione ha registrato il tutto esaurito in termini di visite. In migliaia, infatti, si sono riversati nelle viuzze del centro storico di Rignano, portando gran beneficio a tutto il paese.

Sono orgoglioso del lavoro svolto – afferma il presidente dell’associazione, Giuseppe Palladino – e devo ringraziare non solo chi mi ha preceduto nelle edizioni passate, ma anche chi mi ha accompagnato in questa edizione, a cominciare dai membri dell’Associazione, alle comparse, alle varie associazioni di Protezione Civile, tutti volontari ci tengo a ribadirlo. Naturalmente un ringraziamento va a chi ci sostiene, all’Ente Parco Nazionale del Gargano e al Comune di Rignano Garganico. Raccogliamo – continua Palladino – i frutti del gemellaggio con il Presepe di Deliceto e con quello di Canosa di Puglia, nonché dell’inserimento nella Rete dei Presepi di Puglia, un grande progetto della Regione Puglia per la promozione di un turismo destagionalizzato. Questo non significa che possiamo cullarci sugli allori, ma dobbiamo cercare di dare sempre il massimo, affinché la manifestazione continui ad affascinare sempre più visitatori”.

La XVIII edizione si è conclusa con un bellissimo momento di comunità e fede nella Chiesa Madre, dove, su invito del parroco don Nazareno Galullo e dell’Associazione, tutti i figuranti, unitamente al sindaco, Vito Di Carlo, si sono raccolti in preghiera attorno a Gesù Bambino, intonando i più bei canti natalizi.

L’Associazione Presepe Vivente ringrazia le comparse, i volontari delle varie associazioni di Protezione Civile, le forze dell’ordine, le aziende, i mass media, l’Ente Parco Nazionale del Gargano, il Comune di Rignano Garganico, la popolazione tutta, ma soprattutto i tantissimi visitatori che di anno in anno scelgono questa manifestazione.

Arrivederci alla prossima edizione! (COMUNICATO STAMPA)

TIROCINI RETRIBUITI PRESSO LA COMMISIONE EUROPEA

Sono aperte le candidature per svolgere un tirocinio retribuito dai 3 ai 5 mesi (ottobre 2016 – febbraio 2017) presso le Direzioni Generali (DG) della Commissione Europea a Bruxelles o Lussemburgo.

L’offerta prevede due tipi di tirocini:

– Tirocini amministrativi da svolgere in una delle DG della Commissione per acquisire esperienza diretta e quotidiana e lavorare sui dossier della Commissione.

– Tirocini in traduzione per laureati in lingue che vogliano applicare le conoscenze teoriche acquisite nel corso degli studi.

Requisiti specifici per il tirocinio per traduttori:

– capacità di tradurre nella propria lingua madre due altre lingue ufficiali dell’UE

– la propria lingua madre deve essere una delle 24 lingue ufficiali dell’UE

– prima lingua sorgente tra inglese, francese o tedesco

– seconda lingua sorgente può essere una qualsiasi tra le 24 lingue ufficiali dell’UE

Requisiti:
a. Cittadinanza in uno stato membro dell’UE o di uno dei Paesi candidati (un numero limitato di posti è riservato ai cittadini di paesi terzi)

b. Diploma di laurea (anche triennale)

c. Ottima conoscenza di almeno di una delle lingue di lavoro della Commissione (inglese, francese o tedesco)

e di una seconda lingua tra le 24 lingue ufficiali dell’UE

d. Non aver mai lavorato per più di 6 settimane presso altre istituzioni o enti UE

Retribuzione: ogni anno la Commissione stabilisce il livello retributivo per i tirocini presso i suoi uffici che si aggira normalmente tra i 1.000/1.200 euro al mese (per 40 ore di lavoro per settimana).

Scadenza per presentare la candidatura: 29 gennaio 2016, ore 12:00.

Per maggiori info e per candidarsi: http://ec.europa.eu/stages/

A QUANTO AMMONTA LO STIPENDIO DEI CONSIGLIERI REGIONALE DELLA PUGLIA?

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Si chiama “indennità di carica e di funzione”. Tradotto, vuol dire lo stipendio da riscuotere ogni trenta giorni. L’indennità di carica, a partire da luglio 2015, del consigliere regionale della Puglia ammonta a 7.000,00 euro lordi mensili. A cui bisogna aggiungere le spettanze in ragione della funzione svolta.

Ecco: 2.700,00 euro per Presidente della Giunta e del Consiglio, 1.500,00 euro per vicepresidente della Giunta e del Consiglio ed Assessori, 1.200,00 euro per presidente del Gruppo consiliare, presidente di Commissione, Consigliere Segretario ed Assessori esterni.

Pertanto, a decorrere dal 1° luglio 2015, il pagamento complessivo da corrispondere mensilmente ai 50 consiglieri regionali e assessori esterni è pari a 2.395.000,00 euro. In precedenza, fino a giugno 2015, essendo i consiglieri 70 più assessori esterni la Regione sborsava euro 3.445.200,00. Il 29 dicembre scorso c’è stata un’integrazione economica per l’emolumento pro consiglieri e assessori esterni, anno 2015. Motivo? “Le nomine dei consiglieri/assessori avvenute successivamente alla data di impegno di spesa del secondo semestre 2015 hanno determinato una riquantificazione delle somme, rilevando una maggiore spesa di 123.737,88 euro”. (A cura di Nino Sangerardi, autore del testo ‘Quello che i pugliesi non sanno’)

IL M5S SULL’ASP ZACCAGNINO SAN NICANDRO: “BASTA NOMINE POLITICHE”

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 “Sia fatto un bando pubblico e trasparente nel quale le nomine devono essere compiute solo per titoli e non per conoscenze. Quello che era lo spirito nobile del benefattore e il fine che l’animava, si è perso nei meandri degli interessi di alcuni. Non è possibile – conclude – che i nomi che circolano siano quelli di un altro ex sindaco o di figure comunque legate a doppi fili alla politica, si dia la possibilità a chiunque di mettersi in gioco e di poter dirigere un istituto che dovrebbe avere come unico scopo quello di essere un sostegno per gli ultimi, non una cassa per fini di pochi”, conclude la consigliera regionale. E’ questo quanto richiesto dalla consigliere regionale del Movimento 5 stelle Rosa Barone al Presidente Emiliano in merito alla nomina alla presidenza dell’Asp “V. Zaccagnino” di San Nicandro. La nomina di Nicandro Di Salvia è scaduta lo scorso anno e l’ente aspetta di rinnovare l’organo direttivo proprio con la indicazione e nomina del nuovo presidente. Per questo il M5S si rivolge ad Emiliano al quale chiede “un atto di coraggio nella scelta della nuova nomina che deve essere fuori la logica dei partiti e dei giochi di potere, che fino ad adesso hanno governato l’ex fondazione”.

TG3 PUGLIA, IL CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA RIFIUTI DI SAN NICANDRO ESEMPIO DI INEFFICIENZA

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Ancora San Nicandro sul TG3 Puglia come esempio di inefficienza. Questa mattina, nel servizio “Che fine hanno fatto le discariche del 1990?”, si è parlato delle inefficienze di quasi tutti i comuni pugliesi in merito alla bonifica di quelle zone in cui è stato versato di tutto con possibili gravi pericoli dal punto di vista ambientale. Insomma tutte le province pugliesi non hanno fatto il loro dovere con Legambiente che continua a far rilevare comportanti assurdi da parte della amministrazioni comunali. Nel 2013 è cambiato qualcosa ed intanto quelle zone sono stato utilizzate anche per scopi diversi. Ed ecco che il TG Puglia indica l’esempio di San Nicandro la cui zona interessata della discarica (circa 10 mila mq) è stata utilizzata per la costruzione di un campo sportivo, riferendosi chiaramente alla zona di Via Lauro ove doveva essere insediato il Centro Comunale di Raccolta che, fortunatamente, è stato definitivamente bloccato.

FORZA ITALIA INTERROGA IL SINDACO SULLA TARSU E ICI DEL 2010

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Interrogazione del gruppo consiliare di Forza Italia (Villani Giovanni, Ritoli Giuseppe e Vincenzo Giagnorio) sull’omesso o parziale pagamento Tasi ed Ici relativi all’anno 2010. Si fa presente al Sindaco Gualano che i cittadini hanno dovuti sopportare la stampa sbagliata della Tari (saldo o acconto), inviti a presentare documentazione non dovuta (atti notarili, planimetrie, ecc..), passi carrabili non dovuti o inviate a persone non interessate al tributo. Poi, in relazione agli avvisi Tarsu e Ici relativi all’anno 2010, si chiedono ricevute di ben 5 anni fa. Come possono fare, soprattutto le persone anziane o bisognose a districarsi in una marea di scartoffie di oltre 5 anni? E si mette sotto accusa l’elargizione di progetti di produttività inerenti la banca dati e la registrazione dei pagamenti dei tributi. Cosa è stato fatto finora? Come anche le spese di raccomandate su atti da annullare per il solo fatto che l’ufficio competente non ha tenuto in debito conto quanto sopra. Insomma, secondo Forza Italia, sarebbe stato più corretto fare prima attente verifiche su chi ha pagato o meno e poi invitare i cittadini morosi in ufficio per chiarimenti in merito al pagamento. Non si può addossare tutto sui più deboli mentre la burocrazia la fa da padrona. L’interrogazione si chiude con alcune richieste: numero esatto degli avvisi di accertamento, i contribuenti non colpevoli a cui è stato inviato avviso, le raccomandate arrivate ai contribuenti dopo il 31 dicembre scorso sono valide o si ha la prescrizione del pagamento stesso?

LA SANITA’ NELLE REGIONI ITALIANE, COME SI POSIZIONA LA PUGLIA?

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L’Istituto di ricerca “Demoskpica” ha valutato sette indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, liste d’attesa, spesa sanitaria, spese catastrofiche e famiglie impoverite a causa di spese sanitarie. In testa alla classifica, con il più alto indice di performance, si collocano il Trentino Alto Adige (462,2 punti), seguito dalla Lombardia (450,6 punti) e dal Lazio (449,9 punti). In coda si posizionano la Calabria (210,8 punti) preceduta dalla Puglia (243,7 punti) e dalla Sicilia (248,3 punti). Le migliori perfomance al Nord con ben cinque regioni, due per il Centro. Sul versante opposto, i peggiori piazzamenti si registrano nell’intero Mezzogiorno.

In Italia circa 500 mila persone hanno rinunciato a curarsi a causa delle liste d’attesa. Accedere alle prestazioni sanitarie presenta i tempi di attesa più rilevanti in Calabria che con l’1,9% di tasso di rinuncia rilevato e 37 mila residenti rinunciatari, ottiene il punteggio più basso (5,3 punti). A seguire la Puglia (5,8 punti) con ben 69 mila soggetti che hanno rinunciato a curarsi, pari all’1,7% e la Sardegna (7,4 punti) con circa 21 mila rinunciatari pari ad una quota dell’1,3%. Tempi d’attesa significativamente minori in Trentino Alto Adige (100 punti), Lombardia (69 punti), Umbria (54,8 punti) e Liguria (45,6 punti).

L’indicatore “famiglie impoverite” esprime, in termini percentuali, le famiglie residenti che a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) si sono impoverite scendendo al di sotto della soglia di povertà. A meritare il ranking migliore in questa graduatoria è il Lazio (100 punti), con una quota percentuale di appena lo 0,1% di nuclei familiari piombati al di sotto della soglie di povertà stimabile in circa 2.600 famiglie. A seguire, il Piemonte (82,5 punti) con una quota dello 0,2% pari a circa 4 mila famiglie, l’Umbria (60,9 punti) con una quota di poco superiore allo 0,2% pari a poco meno di 800 nuclei familiari e le Marche con una quota dello 0,3% pari a circa 2 mila famiglie. A finire al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria (7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3 punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti) entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente 10 mila e 22 mila nuclei familiari.

PARCO DEL GARGANO PUNTA ALLA CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE

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Il Parco Nazionale del Gargano ha avviato la procedura di candidatura per ottenere la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS).  Nei giorni scorsi, infatti, a Foggia, si è svolto il primo forum che ha dato l’avvio al percorso per l’ottenimento della certificazione che permette una migliore gestione dello sviluppo del turismo sostenibile nelle aree protette.

Per Stefano Pecorella, presidente del Parco del Gargano, la Cest rappresenta “una grande opportunità per il Parco e per il territorio per dare maggiore valore alle iniziative messe in campo fino ad oggi sul turismo sostenibile e per sperimentarne di nuove, entrando a far parte di una rete di eccellenza europea”.

POSTE ITALIANE, CONCORSO PUBBLICO GENNAIO 2016

Poste Italiane effettua nuove assunzioni e ricerca giovani Ingegneri da inserire nel campo di ‘ottimizzazione dei processi operativi e logistici’, da collocare nelle seguenti sedi di lavoro:

  • Calabria: Catanzaro;
  • Lazio: Roma;
  • Liguria: Genova, Savona;
  • Lombardia: Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Monza e della Brianza, Pavia, Varese;
  • Piemonte: Asti, Novara, Torino;
  • Puglia: Foggia;
  • Toscana: Livorno;
  • Trentino Alto Adige: Bolzano;
  • Sicilia: Trapani;
  • Veneto: Padova, Treviso, Venezia, Verona.

I soggetti selezionati verranno introdotti in un percorso professionale e di training on the job nel settore logistico. Lo stage durerà un lasso di tempo di 6 mesi e vi sarà un rimborso della somma di 600 euro al mese. Gli stagisti dovranno avere come requisitiun attestato di laurea in Ingegneria Meccanica o Gestionale e avere ottenuto una votazione minima di 102/110.

Inoltre, il soggetto dovrà dimostrare di aver conseguito la laurea da non oltre 24 mesi, possedere una buona comprensione della lingua inglese, detenere un’eccellente cognizione degli strumenti di Office Automation e la disponibilità assoluta alla trasferibilità nazionale. Le figure interessate alla candidatura dovranno rivolgersi direttamente sul sito delle Poste Italiane e registrarsi alla pagina dedicata alle posizioni aperte.

A CACCIA DI STORIA SUI TRENI DELLE FERROVIE DEL GARGANO

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Si chiama Hans Jǘrg Roher, e svizzero ed è un appassionato ricercatore storico di treni (http://www.hrohrer.ch/rohrer.htm). Porta la sua firma la recente pubblicazione “Sui treni d’Italia” (Editoriale del Garda), un vero e proprio atlante delle linee ferrate del Bel Paese. Per arricchire il suo archivio fotografico – uno dei più ricchi del settore – di recente è stato in casa delle Ferrovie del Gargano per visitare location e mezzi lungo la vecchia tratta chiusa da un paio di mesi in attesa dell’entrata in funzione dei binari che utilizzeranno la galleria di Monte Tratturale. Il prof. Roher, accompagnato da dirigenti e consulenti delle FerGargano, ha immortalato i luoghi più belli del vecchio percorso, le stazioni dismesse e i treni della nostra Azienda. Uno shooting fotografico che, ne siamo certi, darà spazio alla sua creatività… letteraria. Che dire… non si è perso nulla. Dalla flora alla fauna con un occhio di riguardo ai panorami mozzafiato del magico Gargano.

EBREI A SAN NICANDRO GARGANICO, INTERVISTA A GRAZIA GUALANO

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E’ stato chiesto a Civico93 una intervista rilasciata da una sannicandrese su Donato Manduzio. Sicuramente sarà l’intervista rilasciata da Grazia Gualano, ricercatrice di storia dell’ebraismo sannicandrese al giornalista Sergio Franzese che noi, volentieri pubblichiamo.

 

La vicenda è, o perlomeno dovrebbe essere, abbastanza nota nell’ambiente ebraico, ma tanto vale accennarne a grandi linee per poi mettere a fuoco alcuni aspetti dell’attualità.

Nel pieno di un’Italia fascista e clericale (ma come potremmo definirla quella di oggi?) un bracciante pugliese di nome Donato Manduzio ricevette in dono da un suo compaesano una Bibbia, che questi aveva ottenuto da un predicatore pentecostale. Manduzio, privo di istruzione scolastica ma amante della lettura, scoprì in questo modo l’esistenza e le vicissitudini del popolo ebraico, che credeva ormai estinto. Avendo maturato la certezza, anche attraverso l’interpretazione di alcuni sogni, di essere stato scelto per comprendere il messaggio salvifico contenuto nella Torah, iniziò a seguirne scrupolosamente le prescrizioni. Donato Levi Manduzio, come aveva stabilito di chiamarsi, levita non per appartenenza ma per “elezione divina”, incominciò così a celebrare lo Shabbat e le feste ebraiche ed a radunare intorno a sé un crescente numero di persone. Quando venne a sapere da un forestiero che gli ebrei non erano scomparsi e che esistevano addirittura diverse comunità sparse per l’Italia, Manduzio iniziò a stabilire con queste dei contatti. I rapporti furono dapprima infruttuosi ed in certi momenti anche conflittuali, ma infine condussero questa piccola comunità (che nel frattempo era venuta in contatto anche con soldati volontari ebrei della Palestina Mandataria giunti in Puglia nel 1943) verso una piena integrazione in seno all’ebraismo. Nel 1946 il Beth Din di Roma accolse ufficialmente gli adepti e procedette alla milà di 13 uomini; negli anni che seguirono, tra il 1948 ed il 1950, la maggior parte degli ebrei di Sannicandro (circa 70 persone) fece l’aliyah. I discendenti di quei convertiti vivono tuttora con le loro famiglie in Erez Israel.

A Sannicandro Garganico, quasi ottanta anni e cinque-sei generazioni dopo, è in corso un secondo risveglio ebraico che vede attualmente coinvolte una cinquantina di persone.

Le domande che seguono le abbiamo rivolte a Grazia Gualano, ebrea e studiosa dell’ebraismo sannicandrese.

Potresti raccontarci che cosa accadde alla comunità di Sannicandro Garganico dopo che, tra il 1948 ed il 1950, quasi tutti i suoi membri emigrarono in Israele?

Agli inizi del 1948, da Sannicandro Garganico, partirono circa in 70 (la maggior parte della comunità) spinti dal grande desiderio di andare nella Terra Promessa che D-o aveva dato al suo popolo. Particolare curiosità ha destato l’opposizione di Donato Manduzio a tal proposito, infatti nel suo Diario e dalle testimonianze pervenuteci dagli ebrei di Sannicandro ancora in vita in Israele, egli esprime con particolare chiarezza di non volere, in quel periodo, che i membri della comunità andassero in Israele dicendo: “ Non è questo il momento giusto per andare in Israele, arriveranno momenti migliori e allora potrete andare ed inoltre io penso che se noi siamo nati qua, in questo periodo, vuol dire che un motivo deve esserci e che vi è un disegno Divino”. Queste parole però non furono ascoltate dalla comunità che subito dopo la morte di Manduzio partì in più ondate. Dovevano andare via tutti e con loro sarebbe andato via l’ebraismo da Sannicandro Garganico, questo piccolo paesino di circa 20.000 uomini. Ma per alcuni problemi e disguidi restarono quattro donne, tra le quali la moglie di Manduzio, ed ecco riecheggiare nella mia mente le parole di Manduzio “se noi siamo qui un motivo deve esserci” perché, pensate, queste quattro donne fecero rinascere e rifiorire una comunità che attualmente conta circa 40-50 membri che con grande fede hanno continuato ad osservare lo Shabbath e le festività, educando i loro figli nell’ebraismo e tramandando di generazione in generazione il grande amore per D-o Benedetto e per l’osservanza dei suoi precetti.

In che modo la storia degli ebrei di Sannicandro Garganico è stata raccontata da chi se n’è occupato e quali inesattezze rispetto alla realtà storica hai potuto rilevare nei libri e negli articoli che hai letto o nei programmi televisivi andati in onda?

Nel corso di questi ottanta anni molti sono stati gli studiosi e i registi che hanno voluto narrare, a loro modo, la storia di Donato Manduzio e dell’ebraismo a Sannicandro Garganico. Tra i primi citerei uno dei testi che diede maggiore notorietà a questa storia, si tratta di “San Nicandro. Un paese del Gargano si converte all’ebraismo” di Elena Cassin. Sulla storia narrata non ho trovato tante inesattezze, poiché la Cassin ebbe la possibilità di fotografare, copiare e revisionare tutto il diario di Manduzio, ma avrei qualcosa da dire sui commenti che l’autrice fa sulla storia stessa. Tanto per fare un esempio usa il termine “setta”, che certamente non si addice né alla comunità di allora né tanto meno a quella di oggi. Lo stesso termine fu usato a più riprese da molti altri studiosi, giornalisti e via dicendo. Potrei citare il romanzo di Phinn E. Lapide, il famoso generale W. Aron Phincas citato nel diario di Manduzio e che giunse a Sannicandro Garganico con la brigata nel 1943 chiedendo a Manduzio la possibilità di copiare tutto il suo diario per poter poi in futuro narrare questa storia a tutto il mondo, pubblicato in Italia nel 1958 con il titolo “Mosé in Puglia”; oppure potrei parlare del documentario “San Nicandro” di Alexandra Pisar-Pinto e Pierre-Henry Salfati, prodotto nel 2002 dalla BBC, realizzato con lo scopo di mostrare agli spettatori un racconto fuori dal comune che purtroppo contiene diverse inesattezze. Potrei elencarne altri ancora e dire alla fine che tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere questa storia dalle fonti dirette hanno saltato sempre una nota importante che Manduzio stesso ha lasciato: “Qui si raccomanda al lettore di non macchiare questa storia perché è la giusta parola di D-o”.

Oltre al volume Fonte di ogni bene ed al Cd  so che è in preparazione un documentario che verrà presentato in occasione della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica. Potresti parlarcene spiegandoci qual è stato il tuo ruolo e quello della comunità ebraica sannicandrese alla realizzazione di entrambe le iniziative?

Nel primo progetto, ovvero la realizzazione del libro “Fonte di ogni bene” realizzato con il contributo dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dell’U.C.E.I. e curato da Francesco Lotoro, caro amico della comunità, da Paolo Candido e dal prof. Pasquale Troìa, alcuni membri della comunità hanno contribuito con l’incisione di alcuni dei (quasi 150) canti nel Cd, ed io ho fornito il materiale fotografico sia dei vari personaggi che dei testi originali di Donato Manduzio in mio possesso. Differente è stato il contributo che è stato fornito da me per la realizzazione del documentario “San Nicandro – Sefat, il viaggio di Eti” realizzato con il sostegno dell’Apulia Film Commission, un importante progetto che ha il fine di narrare attraverso il viaggio di Eti la storia della comunità ebraica di Sannicandro Garganico, dove ella si recherà per riscoprire le sue radici ebraiche e la terra in cui vissero i suoi nonni. Eti è la nipote di Eliezer ed Esther Tritto, entrambi membri della comunità ebraica Sannicandrese all’epoca di Donato Manduzio, che ebbero un ruolo di primo piano nei tempi passati come lo ebbe in particolar modo il bisnonno di Eti, Costantino Tritto. Poi vi è la testimonianza di Miriam e di Yossi, suo figlio; Miriam era una delle figlie di Antonio Cerrone, un altro membro della comunità che ebbe un ruolo importante insieme a Tritto. Miriam a distanza di circa sessant’anni ritorna a Sannicandro ritrovando tutti i luoghi, la casa in cui aveva vissuto, le tradizioni, i canti, il linguaggio e a mano a mano che si ambienta ogni cosa le diventa sempre più famigliare. Vi assicuro che vedere i suoi occhi pieni di lacrime nel momento in cui ricorda tutti i bei momenti passati nella comunità ebraica sannicandrese è stata per me un’emozione fortissima, mi sembrava di rivivere insieme a lei quelle sensazioni e quella gioia. Alla fine ci sono io, che ho il compito di far ritrovare le radici ad Eti e di far rivivere a Miriam e a suo figlio i momenti passati. Particolare importanza avrà la lettura del “Diario di Donato Manduzio” che avverrà tra me ed Eti dando rilievo al ruolo affidato alle nuove generazioni, tanto qui che in Israele, ovvero di narrare e mantenere vivo il ricordo di questo splendido miracolo e della nascita dell’ebraismo in questo piccolo paesino per opera di D-o, proprio in un periodo in cui nel mondo il popolo ebraico stava per subire le peggiori persecuzioni.

Quali sono i progetti legati alla conservazione della memoria e volti a far conoscere la vostra storia a chi si reca in visita a Sannicandro Garganico?

Se Dio vorrà quest’anno con l’aiuto della Regione Puglia e del Comune di Sannicandro Garganico abbiamo l’intenzione di aprire un piccolo museo ebraico che sarà strutturato in due parti, la prima per far conoscere l’ebraismo, soffermandoci più sugli aspetti religiosi, ossia come si prepara lo Shabbath, le varie festività e tutti gli indumenti e oggetti annessi ad esse; la seconda, per testimoniare la nascita dell’ebraismo a Sannicandro Garganico, conterrà documenti, immagini, testi ed in particolar modo i Diari lasciatici da Manduzio. L’idea di un museo strutturato in questo modo nasce dalle esigenze che nel corso degli anni abbiamo riscontrato: la nostra comunità è stata punto di riferimento per molte scuole e per molte associazioni culturali che hanno voluto conoscere sul proprio territorio l’ebraismo sotto l’aspetto religioso più che sotto il profilo storico, di cui già si parla nei testi scolastici. Questa impostazione è dunque un modo per rispondere con grande piacere e nel migliore dei modi a tutti coloro che da un lato sentono il desiderio di conoscere ciò che significa essere ebrei e, allo stesso tempo, sono spinti dalla curiosità di saperne di più sulle particolari origini dell’ebraismo a Sannicandro Garganico.

Quale tipo di rapporto vi lega oggi all’ebraismo italiano e mondiale e quali sono le difficoltà pratiche che la vostra piccola comunità deve affrontare?

Lo stesso rapporto che lega tutti gli ebrei del mondo, l’amore per D-o Benedetto, per lo studio della Torà e per l’osservanza dei precetti. Le difficoltà pratiche che la nostra comunità deve affrontare sono difficoltà oggettive che toccano un po’ la maggior parte degli ebrei in Italia ed in alcuni paesi. Da noi magari sono un po’ più accentuate, ma non per questo insormontabili, e sono legate più all’acquisto di prodotti kasher, in particolar modo la carne, oppure particolari prodotti per Pesach. Comunque vada, grazie a D-o, riusciamo ad organizzarci nel migliore dei modi cercando di soddisfare le esigenze di ognuno e va sottolineato il fatto che viviamo anche in un territorio ricco di risorse alimentari che provengono dai terreni, dai laghi, dal mare e che contribuiscono a soddisfare il fabbisogno di molte famiglie.

A conclusione di questa intervista a Grazia Gualano, che ringraziamo per la disponibilità e per la testimonianza, è opportuno ricordare che la sorprendente vicenda sannicandrese passa anche dalla nostra città. La comunità ebraica di Torino fu infatti la prima a cui Donato Manduzio si rivolse dopo aver scoperto che gli ebrei erano presenti in diverse città italiane. Il rabbino di quel tempo gli rispose consigliandogli di prendere contatti con la comunità romana, che poi si estesero a quella di Napoli competente per territorio.

Quella degli ebrei di Sannicandro Garganico è dunque una storia che prosegue al di qua e al di là del Mediterraneo e che ancora oggi non cessa di stupirci.

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Inviata in data 30 dicembre 2015, la lettera del Presidente Francesco Miglio, all’On. Dario Franceschini Ministro per i Beni Culturali e al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Nella lettera, il Presidente esprime una certa preoccupazione per il ritardo e le difficoltà con cui la Regione Puglia sta procedendo all’attuazione della propria legge n. 31 del 2015. Premesso che la legge di riforma n. 56 del 7 aprile 2014, avendo inizialmente espunto le attività culturali dalle funzioni fondamentali della Provincia, ha significato per la Provincia di Foggia la perdita della prestigiosa Biblioteca Provinciale anche come Polo SBN di Foggia, su cui gravitano 62 biblioteche pubbliche e private. A rendere più complessa l’intera situazione sono intervenute da un verso le disposizioni finanziarie contenute nella legge di stabilità del 2015 che hanno fatto obbligo, alle Province di ridimensionare i propri organici sul 50% della spesa consolidata in tale materia e dall’altro il D.M. 14 settembre 2015 che ha individuato i tempi e le scadenze entro cui le Regioni avrebbero dovuto collocare nei propri ruoli il personale assegnato alle funzioni ex provinciali a loro trasferite.

Al di là della complessità dell’intera vicenda si è determinata una evidente sfasatura fra i tempi di definizione e di passaggio delle funzioni ed il percorso di mobilità individuale dei singoli dipendenti che svolgono quelle funzioni, ma che tecnicamente sono stati collocati in esubero; questi ritardi stanno determinando apprensioni fra i lavoratori e soprattutto incertezza per le funzioni trasferite, riverberandosi essenzialmente sulla continuità e la qualità dei servizi erogati. La volontà espressa a tutti i livelli (da quello comunale fino a quello ministeriale) di salvaguardare questa eccellenza, così come il percorso prospettato di recente dalla Regione, che vuole conservare I’integrità delle biblioteche ex provinciali, e segnatamente quella di Foggia, si scontrano oggettivamente con l’indisponibilità di posti nella propria dotazione organica.

Conclude Miglio: intravedo la possibilità di trovare una soluzione condivisa in grado di salvaguardare l’intero comparto della cultura, mi permetto di avanzare alle SS.LL. la proposta di in incontro urgente nei prossimi giorni, magari qui a Foggia per verificare la tenuta della nostra proposta.

PER IL GIUBILEO CONCORSO MINISTERO BENI CULTURALI, 60 ASSUNZIONI: REQUISITI E SCADENZE

E’ stato pubblicato il bando di concorso per l’assunzione di 60 esperti da parte del Ministero dei Beni Culturali. Il Ministero si è attivato per rispondere al fabbisogno di personale che, presumibilmente, si registrerà nei prossimi mesi nelle strutture gestite dal Ministero a seguito del maggiore afflusso di visitatori  garantito dal Giubileo aperto a Roma lo scorso 8 dicembre.

Le 60 assunzioni previste dal nuovo concorso del Mibact, saranno impiegate con un contratto temporaneo di nove mesi in attività di tutela, vigilanza, conservazione e valorizzazione dei beni culturali presso musei, biblioteche ed altri siti statali. Questi i requisiti principali richiesti:

  • età non superiore ai 40 anni;
  • cittadinanza italiana o di uno degli Stati Ue, purché con una adeguata conoscenza della lingua italiana;
  • pieno godimento dei diritti politici.

Per quanto riguarda il titolo di studio, è richiesta la laurea (specialistica o magistrale) il dottorato di ricerca nell’ambito dei beni culturali, con una comprovata esperienza professionale di almeno tre anni, sempre in attività inerenti i beni culturali.

La domanda per partecipare al concorso del Mibact per 60 assunzioni di esperti a tempo determinato, dovrà essere presentata esclusivamente con modalità on line secondo la procedura predisposta sul sito www.beniculturali.it. a partire dalle ore 12 del prossimo 21 gennaio 2016 ed entro la scadenza fissata per le ore 12 del 22 febbraio 2016. Alla domanda dovrà essere allegato un curriculum vitae redatto sul modello del formato europeo e riportante il titolo di studio, le conoscenze linguistiche e le esperienze professionali nel settore dei beni culturali.

La procedura di selezione consisterà nella redazione di una graduatoria redatta sulla base dei punteggi assegnati ai titoli di studio e alle esperienze professionali secondo la tabella riportata nel bando di concorso consultabile sullo stesso sito del Miur. I primi 180 candidati saranno successivamente chiamati a sostenere un colloquio individuale diretto alla valutazione delle capacità professionali in riferimento all’incarico da svolgere. I posti disponibili, con relative sedi e incarichi, sono dislocati in tutta Italia ed il dettaglio è pubblicato nell’allegato A del bando di concorso stesso.

Al termine della procedura di selezione, i 60 vincitori saranno assunti con contratto a tempo determinato di nove mesi di area III e posizione economica F1 secondo il CCNL del comparto Ministeri in vigore al momento dell’assunzione


ECCO IL PROGETTO “VEGARGAN”, MANGIARE VEGANO CON I PRODOTTI GARGANICI

Inizia domenica 10 gennaio il percorso del progetto “Vegargan” con ricette ed idee culinarie di Costantino Maccarone Creative Food di San Marco in Lamis in collaborazione con lo chef viestano Leonardo Vescera. Il primo appuntamento è presso il “Capriccio” di Vieste. L’idea è quella di utilizzare i prodotti garganico senza nessun uso di prodotti di origine animale. Insomma tutta lascia prevedere la scoperta di un’altra eccellenza garganica, quale questo tipo di cucina che per molti è una scelta di vita. Prossima tappa è Cagnano Varano. Per condividere ed anche eventualmente ospitare tale iniziativa contattare costantino.maccarone@gmail.com

BEFANA: TRADIZIONE E LEGGENDA

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Il termine Befana deriva da “Epifania”, precisamente dal greco “epipháneia”, cioè la “manifestazione di una divinità”. Secondo la leggenda, la Befana è una donna brutta e con la gobba, ma le sue origini provengono dalle tradizioni pre-cristiane e dalla cultura popolare, ed è colei che porta i doni ai bambini. Ciò avviene lo stesso giorno in cui i Re Magi portarono i loro al Divin Salvatore. La Befana è una strega, una di quelle che volavano nel cielo sopra i campi, durante le dodici notti dopo il solstizio invernale, per propiziare i raccolti futuri. Gli antichi Romani pensavano che la Befana insieme alle altre streghe, fosse guidata dalla Dea Diana. Questa credenza, però non fu accettata dalla Chiesa, che condannò come demoniaca. Per gli antichi, la dodicesima notte dopo il Natale si celebrava la morte e la rinascita della natura, ossia si celebrava Madre Natura, che il 6 gennaio, stanca di aver dato tutta sé stessa nel corso dell’anno, appariva nel cielo sotto forma di una strega con la scopa. Madre Natura seccava e con un pezzo di legno si lasciava bruciare per “rinascere” giovane dalle ceneri. Nei tempi odierni, durante la notte del 5 gennaio, i bambini sono soliti preparare una tavola con arance, qualche dolcetto e dell’acqua, perché la Befana possa recuperare energie per continuare a portare i doni a tutti i bambini del mondo. Una leggenda racconta la nascita della Befana: quando i Re Magi partirono per portare doni a Gesù Bambino, solo una vecchietta si rifiutò di seguirli. Ma poi, la vecchietta si pentì, cercò di raggiungerli e non vi riuscì. Da allora, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bimbi i doni che non è riuscita a dare a Gesù Bambino. (Frate indovino)