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TG3 PUGLIA, IL CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA RIFIUTI DI SAN NICANDRO ESEMPIO DI INEFFICIENZA

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Ancora San Nicandro sul TG3 Puglia come esempio di inefficienza. Questa mattina, nel servizio “Che fine hanno fatto le discariche del 1990?”, si è parlato delle inefficienze di quasi tutti i comuni pugliesi in merito alla bonifica di quelle zone in cui è stato versato di tutto con possibili gravi pericoli dal punto di vista ambientale. Insomma tutte le province pugliesi non hanno fatto il loro dovere con Legambiente che continua a far rilevare comportanti assurdi da parte della amministrazioni comunali. Nel 2013 è cambiato qualcosa ed intanto quelle zone sono stato utilizzate anche per scopi diversi. Ed ecco che il TG Puglia indica l’esempio di San Nicandro la cui zona interessata della discarica (circa 10 mila mq) è stata utilizzata per la costruzione di un campo sportivo, riferendosi chiaramente alla zona di Via Lauro ove doveva essere insediato il Centro Comunale di Raccolta che, fortunatamente, è stato definitivamente bloccato.

FORZA ITALIA INTERROGA IL SINDACO SULLA TARSU E ICI DEL 2010

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Interrogazione del gruppo consiliare di Forza Italia (Villani Giovanni, Ritoli Giuseppe e Vincenzo Giagnorio) sull’omesso o parziale pagamento Tasi ed Ici relativi all’anno 2010. Si fa presente al Sindaco Gualano che i cittadini hanno dovuti sopportare la stampa sbagliata della Tari (saldo o acconto), inviti a presentare documentazione non dovuta (atti notarili, planimetrie, ecc..), passi carrabili non dovuti o inviate a persone non interessate al tributo. Poi, in relazione agli avvisi Tarsu e Ici relativi all’anno 2010, si chiedono ricevute di ben 5 anni fa. Come possono fare, soprattutto le persone anziane o bisognose a districarsi in una marea di scartoffie di oltre 5 anni? E si mette sotto accusa l’elargizione di progetti di produttività inerenti la banca dati e la registrazione dei pagamenti dei tributi. Cosa è stato fatto finora? Come anche le spese di raccomandate su atti da annullare per il solo fatto che l’ufficio competente non ha tenuto in debito conto quanto sopra. Insomma, secondo Forza Italia, sarebbe stato più corretto fare prima attente verifiche su chi ha pagato o meno e poi invitare i cittadini morosi in ufficio per chiarimenti in merito al pagamento. Non si può addossare tutto sui più deboli mentre la burocrazia la fa da padrona. L’interrogazione si chiude con alcune richieste: numero esatto degli avvisi di accertamento, i contribuenti non colpevoli a cui è stato inviato avviso, le raccomandate arrivate ai contribuenti dopo il 31 dicembre scorso sono valide o si ha la prescrizione del pagamento stesso?

LA SANITA’ NELLE REGIONI ITALIANE, COME SI POSIZIONA LA PUGLIA?

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L’Istituto di ricerca “Demoskpica” ha valutato sette indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, liste d’attesa, spesa sanitaria, spese catastrofiche e famiglie impoverite a causa di spese sanitarie. In testa alla classifica, con il più alto indice di performance, si collocano il Trentino Alto Adige (462,2 punti), seguito dalla Lombardia (450,6 punti) e dal Lazio (449,9 punti). In coda si posizionano la Calabria (210,8 punti) preceduta dalla Puglia (243,7 punti) e dalla Sicilia (248,3 punti). Le migliori perfomance al Nord con ben cinque regioni, due per il Centro. Sul versante opposto, i peggiori piazzamenti si registrano nell’intero Mezzogiorno.

In Italia circa 500 mila persone hanno rinunciato a curarsi a causa delle liste d’attesa. Accedere alle prestazioni sanitarie presenta i tempi di attesa più rilevanti in Calabria che con l’1,9% di tasso di rinuncia rilevato e 37 mila residenti rinunciatari, ottiene il punteggio più basso (5,3 punti). A seguire la Puglia (5,8 punti) con ben 69 mila soggetti che hanno rinunciato a curarsi, pari all’1,7% e la Sardegna (7,4 punti) con circa 21 mila rinunciatari pari ad una quota dell’1,3%. Tempi d’attesa significativamente minori in Trentino Alto Adige (100 punti), Lombardia (69 punti), Umbria (54,8 punti) e Liguria (45,6 punti).

L’indicatore “famiglie impoverite” esprime, in termini percentuali, le famiglie residenti che a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) si sono impoverite scendendo al di sotto della soglia di povertà. A meritare il ranking migliore in questa graduatoria è il Lazio (100 punti), con una quota percentuale di appena lo 0,1% di nuclei familiari piombati al di sotto della soglie di povertà stimabile in circa 2.600 famiglie. A seguire, il Piemonte (82,5 punti) con una quota dello 0,2% pari a circa 4 mila famiglie, l’Umbria (60,9 punti) con una quota di poco superiore allo 0,2% pari a poco meno di 800 nuclei familiari e le Marche con una quota dello 0,3% pari a circa 2 mila famiglie. A finire al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria (7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3 punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti) entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente 10 mila e 22 mila nuclei familiari.

PARCO DEL GARGANO PUNTA ALLA CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE

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Il Parco Nazionale del Gargano ha avviato la procedura di candidatura per ottenere la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS).  Nei giorni scorsi, infatti, a Foggia, si è svolto il primo forum che ha dato l’avvio al percorso per l’ottenimento della certificazione che permette una migliore gestione dello sviluppo del turismo sostenibile nelle aree protette.

Per Stefano Pecorella, presidente del Parco del Gargano, la Cest rappresenta “una grande opportunità per il Parco e per il territorio per dare maggiore valore alle iniziative messe in campo fino ad oggi sul turismo sostenibile e per sperimentarne di nuove, entrando a far parte di una rete di eccellenza europea”.

POSTE ITALIANE, CONCORSO PUBBLICO GENNAIO 2016

Poste Italiane effettua nuove assunzioni e ricerca giovani Ingegneri da inserire nel campo di ‘ottimizzazione dei processi operativi e logistici’, da collocare nelle seguenti sedi di lavoro:

  • Calabria: Catanzaro;
  • Lazio: Roma;
  • Liguria: Genova, Savona;
  • Lombardia: Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Monza e della Brianza, Pavia, Varese;
  • Piemonte: Asti, Novara, Torino;
  • Puglia: Foggia;
  • Toscana: Livorno;
  • Trentino Alto Adige: Bolzano;
  • Sicilia: Trapani;
  • Veneto: Padova, Treviso, Venezia, Verona.

I soggetti selezionati verranno introdotti in un percorso professionale e di training on the job nel settore logistico. Lo stage durerà un lasso di tempo di 6 mesi e vi sarà un rimborso della somma di 600 euro al mese. Gli stagisti dovranno avere come requisitiun attestato di laurea in Ingegneria Meccanica o Gestionale e avere ottenuto una votazione minima di 102/110.

Inoltre, il soggetto dovrà dimostrare di aver conseguito la laurea da non oltre 24 mesi, possedere una buona comprensione della lingua inglese, detenere un’eccellente cognizione degli strumenti di Office Automation e la disponibilità assoluta alla trasferibilità nazionale. Le figure interessate alla candidatura dovranno rivolgersi direttamente sul sito delle Poste Italiane e registrarsi alla pagina dedicata alle posizioni aperte.

A CACCIA DI STORIA SUI TRENI DELLE FERROVIE DEL GARGANO

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Si chiama Hans Jǘrg Roher, e svizzero ed è un appassionato ricercatore storico di treni (http://www.hrohrer.ch/rohrer.htm). Porta la sua firma la recente pubblicazione “Sui treni d’Italia” (Editoriale del Garda), un vero e proprio atlante delle linee ferrate del Bel Paese. Per arricchire il suo archivio fotografico – uno dei più ricchi del settore – di recente è stato in casa delle Ferrovie del Gargano per visitare location e mezzi lungo la vecchia tratta chiusa da un paio di mesi in attesa dell’entrata in funzione dei binari che utilizzeranno la galleria di Monte Tratturale. Il prof. Roher, accompagnato da dirigenti e consulenti delle FerGargano, ha immortalato i luoghi più belli del vecchio percorso, le stazioni dismesse e i treni della nostra Azienda. Uno shooting fotografico che, ne siamo certi, darà spazio alla sua creatività… letteraria. Che dire… non si è perso nulla. Dalla flora alla fauna con un occhio di riguardo ai panorami mozzafiato del magico Gargano.

EBREI A SAN NICANDRO GARGANICO, INTERVISTA A GRAZIA GUALANO

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E’ stato chiesto a Civico93 una intervista rilasciata da una sannicandrese su Donato Manduzio. Sicuramente sarà l’intervista rilasciata da Grazia Gualano, ricercatrice di storia dell’ebraismo sannicandrese al giornalista Sergio Franzese che noi, volentieri pubblichiamo.

 

La vicenda è, o perlomeno dovrebbe essere, abbastanza nota nell’ambiente ebraico, ma tanto vale accennarne a grandi linee per poi mettere a fuoco alcuni aspetti dell’attualità.

Nel pieno di un’Italia fascista e clericale (ma come potremmo definirla quella di oggi?) un bracciante pugliese di nome Donato Manduzio ricevette in dono da un suo compaesano una Bibbia, che questi aveva ottenuto da un predicatore pentecostale. Manduzio, privo di istruzione scolastica ma amante della lettura, scoprì in questo modo l’esistenza e le vicissitudini del popolo ebraico, che credeva ormai estinto. Avendo maturato la certezza, anche attraverso l’interpretazione di alcuni sogni, di essere stato scelto per comprendere il messaggio salvifico contenuto nella Torah, iniziò a seguirne scrupolosamente le prescrizioni. Donato Levi Manduzio, come aveva stabilito di chiamarsi, levita non per appartenenza ma per “elezione divina”, incominciò così a celebrare lo Shabbat e le feste ebraiche ed a radunare intorno a sé un crescente numero di persone. Quando venne a sapere da un forestiero che gli ebrei non erano scomparsi e che esistevano addirittura diverse comunità sparse per l’Italia, Manduzio iniziò a stabilire con queste dei contatti. I rapporti furono dapprima infruttuosi ed in certi momenti anche conflittuali, ma infine condussero questa piccola comunità (che nel frattempo era venuta in contatto anche con soldati volontari ebrei della Palestina Mandataria giunti in Puglia nel 1943) verso una piena integrazione in seno all’ebraismo. Nel 1946 il Beth Din di Roma accolse ufficialmente gli adepti e procedette alla milà di 13 uomini; negli anni che seguirono, tra il 1948 ed il 1950, la maggior parte degli ebrei di Sannicandro (circa 70 persone) fece l’aliyah. I discendenti di quei convertiti vivono tuttora con le loro famiglie in Erez Israel.

A Sannicandro Garganico, quasi ottanta anni e cinque-sei generazioni dopo, è in corso un secondo risveglio ebraico che vede attualmente coinvolte una cinquantina di persone.

Le domande che seguono le abbiamo rivolte a Grazia Gualano, ebrea e studiosa dell’ebraismo sannicandrese.

Potresti raccontarci che cosa accadde alla comunità di Sannicandro Garganico dopo che, tra il 1948 ed il 1950, quasi tutti i suoi membri emigrarono in Israele?

Agli inizi del 1948, da Sannicandro Garganico, partirono circa in 70 (la maggior parte della comunità) spinti dal grande desiderio di andare nella Terra Promessa che D-o aveva dato al suo popolo. Particolare curiosità ha destato l’opposizione di Donato Manduzio a tal proposito, infatti nel suo Diario e dalle testimonianze pervenuteci dagli ebrei di Sannicandro ancora in vita in Israele, egli esprime con particolare chiarezza di non volere, in quel periodo, che i membri della comunità andassero in Israele dicendo: “ Non è questo il momento giusto per andare in Israele, arriveranno momenti migliori e allora potrete andare ed inoltre io penso che se noi siamo nati qua, in questo periodo, vuol dire che un motivo deve esserci e che vi è un disegno Divino”. Queste parole però non furono ascoltate dalla comunità che subito dopo la morte di Manduzio partì in più ondate. Dovevano andare via tutti e con loro sarebbe andato via l’ebraismo da Sannicandro Garganico, questo piccolo paesino di circa 20.000 uomini. Ma per alcuni problemi e disguidi restarono quattro donne, tra le quali la moglie di Manduzio, ed ecco riecheggiare nella mia mente le parole di Manduzio “se noi siamo qui un motivo deve esserci” perché, pensate, queste quattro donne fecero rinascere e rifiorire una comunità che attualmente conta circa 40-50 membri che con grande fede hanno continuato ad osservare lo Shabbath e le festività, educando i loro figli nell’ebraismo e tramandando di generazione in generazione il grande amore per D-o Benedetto e per l’osservanza dei suoi precetti.

In che modo la storia degli ebrei di Sannicandro Garganico è stata raccontata da chi se n’è occupato e quali inesattezze rispetto alla realtà storica hai potuto rilevare nei libri e negli articoli che hai letto o nei programmi televisivi andati in onda?

Nel corso di questi ottanta anni molti sono stati gli studiosi e i registi che hanno voluto narrare, a loro modo, la storia di Donato Manduzio e dell’ebraismo a Sannicandro Garganico. Tra i primi citerei uno dei testi che diede maggiore notorietà a questa storia, si tratta di “San Nicandro. Un paese del Gargano si converte all’ebraismo” di Elena Cassin. Sulla storia narrata non ho trovato tante inesattezze, poiché la Cassin ebbe la possibilità di fotografare, copiare e revisionare tutto il diario di Manduzio, ma avrei qualcosa da dire sui commenti che l’autrice fa sulla storia stessa. Tanto per fare un esempio usa il termine “setta”, che certamente non si addice né alla comunità di allora né tanto meno a quella di oggi. Lo stesso termine fu usato a più riprese da molti altri studiosi, giornalisti e via dicendo. Potrei citare il romanzo di Phinn E. Lapide, il famoso generale W. Aron Phincas citato nel diario di Manduzio e che giunse a Sannicandro Garganico con la brigata nel 1943 chiedendo a Manduzio la possibilità di copiare tutto il suo diario per poter poi in futuro narrare questa storia a tutto il mondo, pubblicato in Italia nel 1958 con il titolo “Mosé in Puglia”; oppure potrei parlare del documentario “San Nicandro” di Alexandra Pisar-Pinto e Pierre-Henry Salfati, prodotto nel 2002 dalla BBC, realizzato con lo scopo di mostrare agli spettatori un racconto fuori dal comune che purtroppo contiene diverse inesattezze. Potrei elencarne altri ancora e dire alla fine che tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere questa storia dalle fonti dirette hanno saltato sempre una nota importante che Manduzio stesso ha lasciato: “Qui si raccomanda al lettore di non macchiare questa storia perché è la giusta parola di D-o”.

Oltre al volume Fonte di ogni bene ed al Cd  so che è in preparazione un documentario che verrà presentato in occasione della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica. Potresti parlarcene spiegandoci qual è stato il tuo ruolo e quello della comunità ebraica sannicandrese alla realizzazione di entrambe le iniziative?

Nel primo progetto, ovvero la realizzazione del libro “Fonte di ogni bene” realizzato con il contributo dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dell’U.C.E.I. e curato da Francesco Lotoro, caro amico della comunità, da Paolo Candido e dal prof. Pasquale Troìa, alcuni membri della comunità hanno contribuito con l’incisione di alcuni dei (quasi 150) canti nel Cd, ed io ho fornito il materiale fotografico sia dei vari personaggi che dei testi originali di Donato Manduzio in mio possesso. Differente è stato il contributo che è stato fornito da me per la realizzazione del documentario “San Nicandro – Sefat, il viaggio di Eti” realizzato con il sostegno dell’Apulia Film Commission, un importante progetto che ha il fine di narrare attraverso il viaggio di Eti la storia della comunità ebraica di Sannicandro Garganico, dove ella si recherà per riscoprire le sue radici ebraiche e la terra in cui vissero i suoi nonni. Eti è la nipote di Eliezer ed Esther Tritto, entrambi membri della comunità ebraica Sannicandrese all’epoca di Donato Manduzio, che ebbero un ruolo di primo piano nei tempi passati come lo ebbe in particolar modo il bisnonno di Eti, Costantino Tritto. Poi vi è la testimonianza di Miriam e di Yossi, suo figlio; Miriam era una delle figlie di Antonio Cerrone, un altro membro della comunità che ebbe un ruolo importante insieme a Tritto. Miriam a distanza di circa sessant’anni ritorna a Sannicandro ritrovando tutti i luoghi, la casa in cui aveva vissuto, le tradizioni, i canti, il linguaggio e a mano a mano che si ambienta ogni cosa le diventa sempre più famigliare. Vi assicuro che vedere i suoi occhi pieni di lacrime nel momento in cui ricorda tutti i bei momenti passati nella comunità ebraica sannicandrese è stata per me un’emozione fortissima, mi sembrava di rivivere insieme a lei quelle sensazioni e quella gioia. Alla fine ci sono io, che ho il compito di far ritrovare le radici ad Eti e di far rivivere a Miriam e a suo figlio i momenti passati. Particolare importanza avrà la lettura del “Diario di Donato Manduzio” che avverrà tra me ed Eti dando rilievo al ruolo affidato alle nuove generazioni, tanto qui che in Israele, ovvero di narrare e mantenere vivo il ricordo di questo splendido miracolo e della nascita dell’ebraismo in questo piccolo paesino per opera di D-o, proprio in un periodo in cui nel mondo il popolo ebraico stava per subire le peggiori persecuzioni.

Quali sono i progetti legati alla conservazione della memoria e volti a far conoscere la vostra storia a chi si reca in visita a Sannicandro Garganico?

Se Dio vorrà quest’anno con l’aiuto della Regione Puglia e del Comune di Sannicandro Garganico abbiamo l’intenzione di aprire un piccolo museo ebraico che sarà strutturato in due parti, la prima per far conoscere l’ebraismo, soffermandoci più sugli aspetti religiosi, ossia come si prepara lo Shabbath, le varie festività e tutti gli indumenti e oggetti annessi ad esse; la seconda, per testimoniare la nascita dell’ebraismo a Sannicandro Garganico, conterrà documenti, immagini, testi ed in particolar modo i Diari lasciatici da Manduzio. L’idea di un museo strutturato in questo modo nasce dalle esigenze che nel corso degli anni abbiamo riscontrato: la nostra comunità è stata punto di riferimento per molte scuole e per molte associazioni culturali che hanno voluto conoscere sul proprio territorio l’ebraismo sotto l’aspetto religioso più che sotto il profilo storico, di cui già si parla nei testi scolastici. Questa impostazione è dunque un modo per rispondere con grande piacere e nel migliore dei modi a tutti coloro che da un lato sentono il desiderio di conoscere ciò che significa essere ebrei e, allo stesso tempo, sono spinti dalla curiosità di saperne di più sulle particolari origini dell’ebraismo a Sannicandro Garganico.

Quale tipo di rapporto vi lega oggi all’ebraismo italiano e mondiale e quali sono le difficoltà pratiche che la vostra piccola comunità deve affrontare?

Lo stesso rapporto che lega tutti gli ebrei del mondo, l’amore per D-o Benedetto, per lo studio della Torà e per l’osservanza dei precetti. Le difficoltà pratiche che la nostra comunità deve affrontare sono difficoltà oggettive che toccano un po’ la maggior parte degli ebrei in Italia ed in alcuni paesi. Da noi magari sono un po’ più accentuate, ma non per questo insormontabili, e sono legate più all’acquisto di prodotti kasher, in particolar modo la carne, oppure particolari prodotti per Pesach. Comunque vada, grazie a D-o, riusciamo ad organizzarci nel migliore dei modi cercando di soddisfare le esigenze di ognuno e va sottolineato il fatto che viviamo anche in un territorio ricco di risorse alimentari che provengono dai terreni, dai laghi, dal mare e che contribuiscono a soddisfare il fabbisogno di molte famiglie.

A conclusione di questa intervista a Grazia Gualano, che ringraziamo per la disponibilità e per la testimonianza, è opportuno ricordare che la sorprendente vicenda sannicandrese passa anche dalla nostra città. La comunità ebraica di Torino fu infatti la prima a cui Donato Manduzio si rivolse dopo aver scoperto che gli ebrei erano presenti in diverse città italiane. Il rabbino di quel tempo gli rispose consigliandogli di prendere contatti con la comunità romana, che poi si estesero a quella di Napoli competente per territorio.

Quella degli ebrei di Sannicandro Garganico è dunque una storia che prosegue al di qua e al di là del Mediterraneo e che ancora oggi non cessa di stupirci.

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Inviata in data 30 dicembre 2015, la lettera del Presidente Francesco Miglio, all’On. Dario Franceschini Ministro per i Beni Culturali e al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Nella lettera, il Presidente esprime una certa preoccupazione per il ritardo e le difficoltà con cui la Regione Puglia sta procedendo all’attuazione della propria legge n. 31 del 2015. Premesso che la legge di riforma n. 56 del 7 aprile 2014, avendo inizialmente espunto le attività culturali dalle funzioni fondamentali della Provincia, ha significato per la Provincia di Foggia la perdita della prestigiosa Biblioteca Provinciale anche come Polo SBN di Foggia, su cui gravitano 62 biblioteche pubbliche e private. A rendere più complessa l’intera situazione sono intervenute da un verso le disposizioni finanziarie contenute nella legge di stabilità del 2015 che hanno fatto obbligo, alle Province di ridimensionare i propri organici sul 50% della spesa consolidata in tale materia e dall’altro il D.M. 14 settembre 2015 che ha individuato i tempi e le scadenze entro cui le Regioni avrebbero dovuto collocare nei propri ruoli il personale assegnato alle funzioni ex provinciali a loro trasferite.

Al di là della complessità dell’intera vicenda si è determinata una evidente sfasatura fra i tempi di definizione e di passaggio delle funzioni ed il percorso di mobilità individuale dei singoli dipendenti che svolgono quelle funzioni, ma che tecnicamente sono stati collocati in esubero; questi ritardi stanno determinando apprensioni fra i lavoratori e soprattutto incertezza per le funzioni trasferite, riverberandosi essenzialmente sulla continuità e la qualità dei servizi erogati. La volontà espressa a tutti i livelli (da quello comunale fino a quello ministeriale) di salvaguardare questa eccellenza, così come il percorso prospettato di recente dalla Regione, che vuole conservare I’integrità delle biblioteche ex provinciali, e segnatamente quella di Foggia, si scontrano oggettivamente con l’indisponibilità di posti nella propria dotazione organica.

Conclude Miglio: intravedo la possibilità di trovare una soluzione condivisa in grado di salvaguardare l’intero comparto della cultura, mi permetto di avanzare alle SS.LL. la proposta di in incontro urgente nei prossimi giorni, magari qui a Foggia per verificare la tenuta della nostra proposta.

PER IL GIUBILEO CONCORSO MINISTERO BENI CULTURALI, 60 ASSUNZIONI: REQUISITI E SCADENZE

E’ stato pubblicato il bando di concorso per l’assunzione di 60 esperti da parte del Ministero dei Beni Culturali. Il Ministero si è attivato per rispondere al fabbisogno di personale che, presumibilmente, si registrerà nei prossimi mesi nelle strutture gestite dal Ministero a seguito del maggiore afflusso di visitatori  garantito dal Giubileo aperto a Roma lo scorso 8 dicembre.

Le 60 assunzioni previste dal nuovo concorso del Mibact, saranno impiegate con un contratto temporaneo di nove mesi in attività di tutela, vigilanza, conservazione e valorizzazione dei beni culturali presso musei, biblioteche ed altri siti statali. Questi i requisiti principali richiesti:

  • età non superiore ai 40 anni;
  • cittadinanza italiana o di uno degli Stati Ue, purché con una adeguata conoscenza della lingua italiana;
  • pieno godimento dei diritti politici.

Per quanto riguarda il titolo di studio, è richiesta la laurea (specialistica o magistrale) il dottorato di ricerca nell’ambito dei beni culturali, con una comprovata esperienza professionale di almeno tre anni, sempre in attività inerenti i beni culturali.

La domanda per partecipare al concorso del Mibact per 60 assunzioni di esperti a tempo determinato, dovrà essere presentata esclusivamente con modalità on line secondo la procedura predisposta sul sito www.beniculturali.it. a partire dalle ore 12 del prossimo 21 gennaio 2016 ed entro la scadenza fissata per le ore 12 del 22 febbraio 2016. Alla domanda dovrà essere allegato un curriculum vitae redatto sul modello del formato europeo e riportante il titolo di studio, le conoscenze linguistiche e le esperienze professionali nel settore dei beni culturali.

La procedura di selezione consisterà nella redazione di una graduatoria redatta sulla base dei punteggi assegnati ai titoli di studio e alle esperienze professionali secondo la tabella riportata nel bando di concorso consultabile sullo stesso sito del Miur. I primi 180 candidati saranno successivamente chiamati a sostenere un colloquio individuale diretto alla valutazione delle capacità professionali in riferimento all’incarico da svolgere. I posti disponibili, con relative sedi e incarichi, sono dislocati in tutta Italia ed il dettaglio è pubblicato nell’allegato A del bando di concorso stesso.

Al termine della procedura di selezione, i 60 vincitori saranno assunti con contratto a tempo determinato di nove mesi di area III e posizione economica F1 secondo il CCNL del comparto Ministeri in vigore al momento dell’assunzione


ECCO IL PROGETTO “VEGARGAN”, MANGIARE VEGANO CON I PRODOTTI GARGANICI

Inizia domenica 10 gennaio il percorso del progetto “Vegargan” con ricette ed idee culinarie di Costantino Maccarone Creative Food di San Marco in Lamis in collaborazione con lo chef viestano Leonardo Vescera. Il primo appuntamento è presso il “Capriccio” di Vieste. L’idea è quella di utilizzare i prodotti garganico senza nessun uso di prodotti di origine animale. Insomma tutta lascia prevedere la scoperta di un’altra eccellenza garganica, quale questo tipo di cucina che per molti è una scelta di vita. Prossima tappa è Cagnano Varano. Per condividere ed anche eventualmente ospitare tale iniziativa contattare costantino.maccarone@gmail.com

BEFANA: TRADIZIONE E LEGGENDA

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Il termine Befana deriva da “Epifania”, precisamente dal greco “epipháneia”, cioè la “manifestazione di una divinità”. Secondo la leggenda, la Befana è una donna brutta e con la gobba, ma le sue origini provengono dalle tradizioni pre-cristiane e dalla cultura popolare, ed è colei che porta i doni ai bambini. Ciò avviene lo stesso giorno in cui i Re Magi portarono i loro al Divin Salvatore. La Befana è una strega, una di quelle che volavano nel cielo sopra i campi, durante le dodici notti dopo il solstizio invernale, per propiziare i raccolti futuri. Gli antichi Romani pensavano che la Befana insieme alle altre streghe, fosse guidata dalla Dea Diana. Questa credenza, però non fu accettata dalla Chiesa, che condannò come demoniaca. Per gli antichi, la dodicesima notte dopo il Natale si celebrava la morte e la rinascita della natura, ossia si celebrava Madre Natura, che il 6 gennaio, stanca di aver dato tutta sé stessa nel corso dell’anno, appariva nel cielo sotto forma di una strega con la scopa. Madre Natura seccava e con un pezzo di legno si lasciava bruciare per “rinascere” giovane dalle ceneri. Nei tempi odierni, durante la notte del 5 gennaio, i bambini sono soliti preparare una tavola con arance, qualche dolcetto e dell’acqua, perché la Befana possa recuperare energie per continuare a portare i doni a tutti i bambini del mondo. Una leggenda racconta la nascita della Befana: quando i Re Magi partirono per portare doni a Gesù Bambino, solo una vecchietta si rifiutò di seguirli. Ma poi, la vecchietta si pentì, cercò di raggiungerli e non vi riuscì. Da allora, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bimbi i doni che non è riuscita a dare a Gesù Bambino. (Frate indovino)

SAN NICANDRO E IL DILEMMA DEI PASSI CARRABILI

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Riceviamo ancora lamentale da parte di cittadini sul problema dei passi carrabili anche perché ricevono dalla società concessionaria comunicazione di regolarizzare e, quindi, di pagare la tassa occupazione suolo in entrambi i casi e cioè, passo carrabile a raso e passo carrabile a livello sfalsato. Cerchiamo di dare un contributo per fare un pò chiarezza.

Citiamo una sentenza della Cassazione (n. 16733/2007) con la quale i giudici hanno avuto modo di precisare che l’unica differenza tra il passo carrabile ordinario e quello a raso è unicamente rintracciabile nella Tosap, ovverosia in quello specifico tributo dovuto dal titolare dell’autorizzazione all’ente comunale in relazione all’occupazione di suolo pubblico per fini privati, giacché il passo carrabile genericamente inteso rappresenta una sottrazione dello spazio pubblico al potenziale utilizzo da parte della collettività. Ecco che, in caso di passo carrabile a raso, è unicamente giustificata l’esenzione dal pagamento del tributo, ma non anche la mancata esposizione del cartello con i dati indicati. In buona sostanza, nel caso si voglia inibire la sosta o la fermata dinanzi al proprio cancello, l’unica strada percorribile, anche in presenza di un passo carrabile a raso, sarà quella di inoltrare l’apposita richiesta all’ente locale, pagare il tributo laddove previsto, ottenere la relativa autorizzazione ed esporre la cartellonistica imposta dal codice. Quindi, chi ha un passo carrabile a raso può non pagare niente, né esporre un cartello fittizio di “Divieto di sosta”.

I passi carrabili ordinari (non a raso) per consentire l’osservanza del relativo divieto di sosta e il diritto alla rimozione di veicoli che eventualmente sostassero in violazione di detto divieto, dovranno essere identificati per mezzo di specifico cartello stradale.

Il problema sta proprio nell’art. 159 del codice della strada il quale stabilisce che gli organi di Polizia, in detti passi carrabili, dispongano la rimozione dei veicoli. Da quanto si apprende, il nostro comune non ha il mezzo di rimozione, né sembra abbia mai stipulato convenzione con un’autofficina autorizzata alla rimozione. Allora la domanda di tutti è: “Perché devo pagare il passo carrabile e non avere il servizio che il comune è obbligato ad assolvere?”.  Sarebbe opportuno per tutti i sannicandresi e specialmente per coloro in età avanzata che devono disbrigare pratiche a volte fuorvianti, che gli uffici competenti facciano chiarezza su questa questione magari anche con manifesti pubblici per evitare disservizi e contenziosi.

PRESEPE VIVENTE, LA MANIFESTAZIONE DI OGGI RINVIATA A SABATO PROSSIMO

Causa le cattive previsione meteorologiche, la manifestazione dell’arrivo dei Magi alla capanna di Gesù Bambino in Piazza IV Novembre davanti al Convento prevista oggi alle ore 19:30, è stata rinviata a sabato prossimo, 9 gennaio.

Padre Lorenzo e l’organizzazione avvisano che oggi si procederà comunque alla visita del presente vivente come già comunicato in programma. Il rinvio a sabato riguarda solo l’arrivo dei Magi.

ANIMALISMO, TRA IL BENE E L’OSSESSIONE

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L’Associazione Italiana Animalista Onlus ha come principale obiettivo quello di tutelare i diritti morali ed etici degli animali, spingendo la società a promuovere sanzioni più severe a chi li maltratta, li abbandona o ne fa un utilizzo improprio. Molte specie sono finite a rischio di estinzione come il lupo, il leone, la tigre della Siberia, le balene l’orso, animali che, a causa della massiccia caccia da parte dell’uomo, rischiano di sparire. Gli animalisti si battono per impedirlo attraverso campagne di protesta contro l’utilizzo di pellicce (uso inutile poiché con lo sviluppo delle industrie tessili sono in commercio pellicce sintetiche che assolvono allo scopo di ripararsi dal freddo senza dover uccidere gli animali). Anche nel settore culinario sono stati fatti notevoli passi avanti grazie ai tassativi divieti con relative sanzioni verso i ristoranti che utilizzano carni classificate come non idonee nella scala nutrizionale.

In Cina l’uso di carne canina purtroppo è consentito dalla legge, cosa assolutamente vietata in Italia, eppure i Nas a Milano hanno scoperto che in un ristorante cinese veniva servita carne di animali domestici, il titolare è stato arrestato e la sua azienda chiusa. Questo esempio è una delle dimostrazioni di quanto i paesi orientali trovino difficoltà nell’adeguarsi alle leggi Italiane: non è ammissibile uccidere animali domestici o a rischio di estinzione arrogandosi il diritto di poterlo fare nei loro paesi. Chi ama e protegge gli animali è statisticamente predisposto all’aiuto incondizionato verso il prossimo, motivo per il quale spesso sono proprio loro che fanno parte di altre associazioni volte a contribuire le necessità dei bisognosi . Maltrattare gli animali non vuol dire necessariamente togliere loro la vita, ci sono altre forme di comportamenti estremamente dannosi per i nostri amici pelosi; in particolare, i cani che amano appassionatamente il proprio padrone vengono trascurati e lasciati nel giardino di casa da soli finché non perdono il contatto con il mondo esterno tanto da poter diventare aggressivi: è l’istinto animale che porta verso l’attacco-difesa nei confronti del non conosciuto ergo temuto. Sono teorie semplici che dovrebbero portare l’uomo a riflettere prima di adottare un cucciolo.
Naturalmente ciò non vale per tutti i cuccioli dato che a quanto pare non siamo in grado di distinguere animali addomesticabili (cane gatto coniglio criceto) da animali non solo impossibili da tenere in casa a causa della mole ma anche potenzialmente pericolosi! Sovente capita che la polizia, durante i check-in in aeroporto, sequestri animali esotici di cui è vietato il commercio o anche in casa, felini che in futuro diventeranno assolutamente pericolosi come cuccioli di leoni. La missione degli animalisti è certamente giusta ma non bisogna dimenticare che cosi come tutte cause giudicate legittime, vi sono all’interno i falsi animalisti, cioè coloro che mettono in primo piano sempre e solo gli animali anche a discapito degli uomini.
Facciamo alcuni esempi concreti che possono essere condivisi o meno.

– Facebook è diventato negli ultimi tempi un mezzo per la sensibilizzazione contro la violenza sugli animali che effettivamente è cosa giusta, eppure non è adeguato bombardare e molestare psicologicamente le persone attraverso immagini raccapriccianti di cani impiccati, lupi sgozzati, gatti sciolti nell’acido che solo a vederle una persona normale si sente male. La domanda è questa è necessario mettere immagini del genere che turbano e urtano la sensibilità? Personalmente quando scorro la bacheca facebook e trovo queste cose con la scritta “se hai un cuore condividi” commenterei “purtroppo ho anche uno stomaco e!”. Sono anche certa che chi condivide queste cose non sia molto più sensibile di chi invece pensano che gli animali vadano protetti concretamente e non con le condivisioni virtuali.

– Una show girl qualche anno fa fece una generosa donazione per aprire un ospedale veterinario nei luoghi poveri dove non ci sono ospedali nemmeno per i bambini. Se quel contributo fosse stato fatto per aprire un ospedale per i bambini non sarebbe stato meglio? Ognuno è libero di aprire il proprio portafogli per la causa che ritiene di voler promuovere, ma molti hanno trovato di cattivo gusto l’apertura di un ambulatorio veterinario in un posto dove non vengono curate adeguatamente le persone. È giusto pensare prima al benessere fisico di un cane piuttosto che di un bambino? Con queste provocazioni lascio ai posteri l’ardua sentenza di discernere gli animalisti convinti dagli accaniti che rasentano l’ottusità.

NUOVI COMUNI 2016

Il 1° gennaio 2016 sono stati istituiti 25 nuovi comuni italiani mediante la fusione amministrativa di 68 comuni. Il numero dei comuni italiani è passato da 8.046 a 8.003. Le regioni finora interessate ai processi di fusione di comuni nel 2016 sono Emilia-Romagna (4), Lombardia (1), Piemonte (3) e Trentino Alto-Adige (17). Le fusioni fra comuni continuano ad essere un’opportunità per le amministrazioni per ottimizzare i costi ed i servizi ai cittadini. Sono state 7 le fusioni approvate da leggi regionali nel 2015 e 24 nel 2014.

In Abruzzo si attende la pubblicazione sul Bollettino Regionale che sancirà la nascita di un nuovo comune e cioè Nuova Pescara che comprenderà i comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore.

Il processo di fusione di due o più comuni contigui è disciplinato dagli articoli 15 e 16 del Decreto Legislativo n.267/2000 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”. Tali articoli fanno riferimento agli articoli 117 e 133 della Costituzione Italiana e dispongono che spetta esclusivamente alle Regioni modificare le circoscrizioni territoriali dei comuni e istituirne di nuovi mediante fusione. L’obbligo per il legislatore regionale è quello di “sentire le popolazioni interessate” al processo di modifica territoriale mediante lo strumento del referendum consultivo.

Le funzioni amministrative di questi nuovi comuni saranno esercitate da commissioni straordinarie che rimarranno in carica fino alle elezioni amministrative 2016. In Capitanata si parla già di fusioni di alcuni paesi del Subappennino. Il Gargano, per ora, resta fuori.

PADRE PIO, TRANSLAZIONE DA PIETRALCINA A ROMA

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È stato definito dalle competenti autorità ecclesiastiche il programma di massima della traslazione temporanea e della permanenza delle spoglie di san Pio da Pietrelcina a Roma. Nella mattina del 2 febbraio, l’urna contenente il corpo di Padre Pio verrà trasferita nella chiesa superiore a lui intitolata. Alle ore 18,00, a conclusione dell’Anno della Vita Consacrata, mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo presiederà una solenne Concelebrazione Eucaristica a cui parteciperanno tutti i religiosi e le religiose dell’Arcidiocesi.Il 3 febbraio, alle ore 7,30, nella medesima chiesa il guardiano della Fraternità, fr. Francesco Langi, presiederà la santa Messa. Al termine l’urna partirà per Roma, con l’arrivo previsto nel primo pomeriggio nella basilica di San Lorenzo al Verano, affidata alla cura pastorale dei frati minori cappuccini, dove giungeranno anche le reliquie del corpo di san Leopoldo Mandiæ. I due Santi resteranno nell’antica Basilica anche per tutta la giornata del 4 febbraio. Nel pomeriggio del 5 febbraio saranno accompagnati processionalmente nella Basilica di San Pietro, dalla parrocchia di San Salvatore in Lauro (situata nel cuore del centro storico della capitale e scelta come una delle tre chiese di riferimento dei pellegrini in cammino verso la Porta santa vaticana).

Il 6 febbraio, alle ore 10,00, in piazza San Pietro, Papa Francesco concederà un’udienza speciale agli aderenti dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, ai dipendenti di Casa Sollievo della Sofferenza e ai fedeli dell’Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo. La mattina del 9 febbraio il Santo Padre presiederà una Concelebrazione Eucaristica con e per i frati minori cappuccini di tutto il mondo. Il 10 febbraio, mercoledì delle Ceneri, nell’ambito di una solenne Concelebrazione, che si svolgerà sempre in San Pietro, il Pontefice conferirà a circa 1000 Missionari della Misericordia (sacerdoti e religiosi di tutto il mondo) il mandato di essere «segno della sollecitudine materna della Chiesa per il Popolo di Dio, perché entri in profondità nella ricchezza di questo mistero così fondamentale per la fede» (Misericordiae Vultus, 18). «I Missionari, invitati dai Vescovi, andranno nelle Diocesi per animare le missioni al popolo o tutte quelle iniziative che hanno un particolare riferimento alla Misericordia. Essi saranno chiamati particolarmente a svolgere il loro mandato predicando e confessando. Per questo, Papa Francesco concederà loro l’autorità di assolvere anche i peccati riservati alla Sede Apostolica» (dalla prefazione del libro La misericordia in Padre Pio). La mattina dell’11 febbraio, dopo la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, le reliquie del corpo di san Pio da Pietrelcina ripartiranno da Roma dirette a Pietrelcina (da dove il Cappuccino era partito 100 anni fa, precisamente il 17 febbraio 1916, senza farvi più ritorno). L’arrivo è previsto per le ore 15,00 a Piana Romana (frazione rurale del paese sannita, dove la famiglia di Padre Pio possedeva un podere e dove il Cappuccino ricevette le prime stimmate). Qui si svolgerà una Liturgia di accoglienza e, a seguire, l’urna verrà accompagnata nella chiesa conventuale della Sacra Famiglia, dove permarrà nelle giornate del 12 e del 13 febbraio. Il 14 febbraio, dopo una Concelebrazione Eucaristica presieduta alle ore 9,00 dall’arcivescovo metropolita di Benevento, mons. Andrea Mugione, le reliquie del corpo di san Pio lasceranno Pietrelcina dirette alla chiesa del Convento dei Frati Minori Cappuccini di Sant’Anna a Foggia, ripercorrendo il cammino effettuato dal Santo circa 100 anni prima. Alle ore 15,30 si svolgerà un incontro di preghiera, che precederà la partenza per San Giovanni Rotondo. Alle ore 17,00 è previsto l’arrivo in Piazza Padre Pio, dove mons. Michele Castoro presiederà la santa Messa domenicale. Quindi un corteo accompagnerà san Pio da Pietrelcina dinanzi al Palazzo Municipale, dove l’Arcivescovo impartirà la benedizione alla città di San Giovanni Rotondo. Il corteo riprenderà il cammino verso Casa Sollievo della Sofferenza, in cui le reliquie sosteranno, fino alle ore 16,00 del 16 febbraio, quando verranno traslate nuovamente nella chiesa a lui intitolata. Qui, al loro arrivo, si svolgerà la Concelebrazione Eucaristica conclusiva, presieduta da fr. Francesco Dileo, rettore del santuario di Santa Maria delle Grazie e della chiesa di San Pio da Pietrelcina.

Il programma dettagliato delle celebrazioni che si svolgeranno nella basilica di San Lorenzo al Verano, a Pietrelcina e in Casa Sollievo della Sofferenza verrà reso noto appena sarà definito. Padre Pio Tv (canale 145 del digitale terrestre e di TivùSat e canale 852 di Sky) seguirà tutti gli eventi in diretta televisiva.

Stefano Campanella
Ufficio Stampa dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa “Sant’Angelo e Padre Pio”

NUOVA CARTA DI IDENTITÀ ELETTRONICA: LE NOVITÀ E COME RICHIEDERLA

Il 2016 appena entrato sarà ricordato anche per la nascita della carta di identità elettronica. Il nuovo documento di riconoscimento che di fatto sostituirà quella di carta che ogni italiano possiede, ormai è pronto. Infatti il decreto che dà il via alla nascita di questa nuova card è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e quindi è in vigore. Dopo anni di studio, prove ed iniziative in alcune città, dove hanno sperimentato questo nuovo documento di identità, presto sarà di dominio pubblico in ogni comune. Vediamo come sarà questa carta di identità e tutte le novità che la accompagneranno.

Impronte digitali e scelta per la donazione degli organi

La carta di Identità sarà una tessera simile alle comuni carte di credito, quindi plastificata, con la foto del cittadino come sulle nuove patenti e sarà munita del classico cip magnetico. La novità è che dovrebbe avere anche uno spazio per le impronte digitali del titolare e dovrebbe recare la scelta sulla donazione degli organi del soggetto. Quest’ultimo punto è la novità assoluta e fa parte di un progetto di sensibilizzazione, un’iniziativa denominata “Una scelta in comune” che cerca di rendere pubblico il tanto importante meccanismo della donazione di organi. Finisce così una querelle lunga un paio di decenni in cui tanto si è parlato di questa rivoluzione digitale che avrebbe interessato anche il famoso documento di riconoscimento ma che non è mai stata definitivamente lanciata. Il Governo ha quindi messo a punto la macchina operativa stanziando nel DL Enti Locali anche dei fondi per dare la possibilità ai comuni di mettere in piedi la macchina operativa del provvedimento. Adesso dovrebbe venire creata una commissione apposita che deve riuscire a consentire a tutti i comuni italiani di rilasciare il documento ai richiedenti. I comuni dove era già stata sperimentata saranno i primi che inizieranno da subito con le nuove emissioni (la vecchia carta elettronica non è valida), ma nel corso dei mesi, tutti i cittadini italiani, ovunque ubicati dovrebbero poter ricevere questa card.

 Come verrà richiesta e consegnata

Le linee guida sul da farsi sono chiare nel Decreto pubblicato in Gazzetta. Il cittadino potrà richiedere la tessera al proprio comune di residenza, ma, questa è la novità, potrà farlo on line su un sito creato ad hoc. Bisognerà scannerizzare la propria foto per renderla utilizzabile in formato digitale. Stessa operazione dovrà essere fatta per l’impronta digitale, per la firma autenticata nei casi in cui è richiesta e per le autorizzazioni all’espatrio. Il Comune dovrebbe essere in grado entro pochi giorni dalla richiesta, di rilasciare la card al richiedente. Come dicevamo, sulla card sarà inserito un microprocessore di quelli usati per la raccolta dei dati in versione digitale. La Carta di identità sarà munita dei classici codici PIN e PUK e serviranno ai titolari per l’accesso ai servizi on line che saranno disponibili per tutti. (blastingnews)

PRESEPE VIVENTE, DOMANI ULTIMO ATTO

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Domani 6 gennaio termina la magnifica avventura della comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, la prima edizione del Presepe Vivente. Ma manifestazione di domani conclude la storia della natività con l’arrivo dei tre Magi in Piazza IV Novembre alle ore 19:30. I Magi dovrebbero arrivare a cavallo per consegnare i doni a Gesù che sarà posizionato in una capanna all’esterno del convento. Dopo la consegna dei doni, apertura straordinaria per l’ultima visita al presepe.

Si consiglia di tenersi dietro le transenne per ammirare la scena dei Magi e di non stancarsi a fare la fina per il presepe perché “ne vale proprio la pena”.

L’AGONIA DI FOGGIA E DELLA CAPITANATA

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Si ripropone un articolo di Gianni Lannes di maggio 2015. E’ cambiato qualcosa da allora?

Benvenuti nel terzo mondo europeo. La città capoluogo è in macerie, così come dopo il bombardamento del 22 luglio 1943.

Lavorazioni cartiera del poligrafico dello Stato? Trasferite

Attività e strutture ferrovie dello Stato? Trasferite!

Officina F.S. Grandi Riparazioni? Trasferita!

Attività spedizioni poste e telecomunicazioni? Trasferite!

Distretto militare? Chiuso!

Banca d’Italia? Trasferita!

Autorità agro-alimentare? Trasferita a Pescara!

Aeroporto Gino Lisa? Paralizzato!

Fiera nazionale dell’agricoltura? Trasferita!

Scuola di Polizia? Chiusa!

Biblioteca Provinciale? In dismissione!

Archivio di Stato? Trasferito in una caserma a Monopoli!
Cinema nella città? Chiusi tutti tranne uno!
Stazione ferroviaria F.S.? Un ramo secco automatizzato e trapassato!
Ovile nazionale? Chiusura!

Corte d’Appello a Foggia? Un’utopia!

Speculazione edilizia? A tutto spiano!
Ecomafie, usura, traffico di droga? Alle stelle!

Il più antico archivio storico d’Italia, quello di Lucera, sopravvissuto ai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale, per decisione del governo Renzi, sarà chiuso e trasferito in una caserma dismessa a Monopoli in provincia di Bari, a 200 chilometri di distanza.

Nel territorio provinciale, in compenso sono attive due centrali turbogas (Candela e San Severo), alcuni inceneritori di rifiuti, tra cui l’impianto abusivo della Marcegaglia realizzato illegalmente e con denaro pubblico (contratto d’area, 2° protocollo), grazie anche a Paolo Campo (ex sindaco di Manfredonia), attuale candidato regionale del piddì nella lista Emiliano! Inoltre, mastodontici impianti industriali eolici e fotovoltaici, decisamente fuori scala, sproporzionati ed abominevoli, hanno sottratto terreno fertile all’agricoltura (ormai in agonia, saldamente controllata da banche e camorra) e deturpato il paesaggio. Il Gargano e i Monti Dauni risultano in fase avanzata di devastazione amministrativa a vantaggio di un’accozzaglia di privati.

Il governo Vendola ha rilasciato una dozzina di autorizzazioni per cercare e trivellare giacimenti di gas e petrolio, addirittura nel perimetro del santuario e del bosco dell’Incoronata! Nella Capitanata, inoltre, giacciono abbandonate una ventina di opere pubbliche mai utilizzate, mentre le strade statali e provinciali sono ormai in disfacimento. Dagli anni ’60 ad oggi, lo Stato italiano, l’Eni e l’Edison, hanno rubato alla Daunia 35 miliardi di metri cubi di gas, destinato altrove. Alla rapina di risorse naturali si è aggiunta la beffa: gli autoctoni pagano senza fiatare la bolletta del gas alla multinazionale francese GDF Suez. Le falde acquifere sono contaminate da rifiuti d’ogni genere, importati dal Nord Italia e dall’estero. Il patrimonio archeologico e storico – privo di effettiva tutela – è preda di furti e danneggiamenti ininterrotti.

La Daunia, non ha alcuna rappresentanza politica indipendente ed autonoma, né tantomeno una classe dirigente! Lasciano prosperare soltanto la criminalità più o meno organizzata che taglieggia la popolazione, mentre lo Stato seguita a tartassare la gente. D’altro canto, la magistratura a livello locale, non ha mai sfiorato la mafia politica, e a tutt’oggi non ha ancora scoperto chi ha assassinato Francesco Marcone il 31 marzo 1995. Nel frattempo, va in onda l’ennesima farsa elettorale su scala regionale. La Capitanata, secondo gli ultimi dati ufficiali (risalenti al 2006) detiene il record regionale di tumori al pancreas. Disoccupazione e inoccupazione registrano un aumento mai registrato prima. Nel 2014 con la pressione fiscale dello Stato al 50 per cento, il 70 per cento delle aziende locali sono collassate. Le migliori e giovani intelligenze sono costrette ad emigrare proprio come un secolo fa, o a morire in loco! Amen?

SAN NICANDRO, A QUANDO LO STOP AGLI ABUSIVI?

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Con il nuovo anno arrivano a Civico93 indicazioni di problemi che devono essere assolutamente risolti. In questo periodo la richiesta più impellente sembra essere l’abusivismo che imperversa nella nostra cittadina. Sarà l’effetto del periodo natalizio che ha visto un notevole incremento di spesa da parte delle famiglie. Ci si lamenta dei tanti ambulanti di prodotti ortofrutticoli che hanno stazionato nella varie strade cittadine, di coloro che vendevano fiori e stelle di natale, di qualcuno che vendeva mortaretti, altri che vendevano pesce e così via. Insomma un abusivismo ignorato durante l’anno e che è continuato anche durante le festività con una certa rabbia da parte dei commercianti che si lamentano per i controlli che mancano.

L’abusivismo a San Nicandro è un fenomeno che interessa molti settori economici, soprattutto quello artigianale come l’edilizia e lavorazioni di vario genere. Una piaga per coloro che sono costituiti ufficialmente con regolare partita iva e che sono soggetti, paradossalmente, a controlli più incisivi. Molta colpa è di coloro che usufruiscono di servizi da parte degli abusivi perché spendono meno ma ciò contribuisce all’aumento del fenomeno tanto che a San Nicandro i cosiddetti “regolari” sono solo una piccola parte del mondo del lavoro in generale. Un’attenzione maggiore sarebbe auspicabile da parte di chi ha l’autorità per farlo.