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CARABINIERI: CONTROLLO DEL TERRITORIO, ARRESTI, DENUNCE E CONTRAVVENZIONI

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Tra il 9 e il 10 gennaio 2021 militari della Compagnia Carabinieri di San Severo, coadiuvati dalle Stazioni Carabinieri territorialmente competenti, da personale dell’11 Reggimento Carabinieri “Puglia” e dal Nucleo Cinofili di Bari Modugno, hanno effettuato diversi controlli alla circolazione stradale, al rispetto della normativa volta al contenimento del contagio da Covid-19 e ai soggetti sottoposti a misure detentive, nel comune di San Severo e in quelli limitrofi.

Nel corso della giornata di Sabato i Carabinieri della Stazione di San Severo hanno deferito in stato di libertà, per il reato di “violazione di domicilio”, 2 giovani che si erano introdotti e trattenuti all’interno di un’abitazione contro il parere della proprietaria. I militari hanno inoltre denunciato una donna per furto aggravato di energia elettrica, avendo scoperto un allaccio abusivo alla rete.

Nel corso dei controlli volti a verificare il rispetto delle misure detentive i Carabinieri hanno arrestato per “evasione” due soggetti già ai domiciliari, rispettivamente per spaccio di stupefacenti e per furto in abitazione, i quali dopo l’udienza di convalida, su disposizione del Tribunale di Foggia, sono stati ricondotti presso le loro abitazioni in regime di arresti domiciliari.

Domenica pomeriggio, ad Apricena, i Carabinieri nel corso di una perquisizione si sono imbattuti in 8 soggetti che, in violazione alla normativa che vieta gli assembramenti al fine di prevenire il contagio da covid-19, si erano riuniti per giocare a carte: nei loro confronti è stata elevata la sanzione di cui all’art. art. l , co.8, D.L. n. 33/ 2020.

Nonostante il weekend sia stato caratterizzato da abbondanti piogge e quindi da un conseguente minore movimento di persone, nel corso del servizio sono state complessivamente controllati 20 veicoli e identificate 55 persone ed elevate 7 contravvenzioni al Codice della Strada.

CI SARA’ LA POSSIBILITA’ DI UNA CORRETTA VACCINAZIONE DI MASSA A SAN NICANDRO?

La settimana scorsa Civico 93 ha invitato l’amministrazione comunale ad una riflessione sull’opportunità di mettere a disposizione spazi per la vaccinazione anti Covid-19. L’articolo ha suscitato molto interesse anche perché, una volta ultimata la fase di questi interventi a favore degli operatori sanitari e dei degenti nelle Rsa, sarà interessata la popolazione più anziana e, perciò, molte famiglie hanno chiesto delucidazioni e informazioni in merito.

Un organo di informazione non può decidere su scelte che sono a carico unicamente di enti proposti a tale scopo ma può solo esporre un problema comune a tutti i cittadini di cui solo l’ente pubblico può fornire la soluzione.

Intanto, si prende atto con estremo favore che il vaccino anti-Covid19 è realtà e, insieme ai comportamenti che tutti conoscono, rappresenta la barriera a questo devastante della pandemia. Occorre, pero, in tempi molto brevi, procedere ad un’efficace vaccinazione protettiva per il più ampio numero di soggetti.

Sembrerebbe tutto facile in quanto la procedura di vaccinazione è stata semplice perché ha interessato la popolazione delle strutture ospedaliere e delle case di riposo. Il problema si presenta ora con gli anziani che devono essere vaccinati basandosi sul criterio dell’età, quindi partendo da coloro che hanno più di 80 anni e via via andando a vaccinare le fasce di popolazione più giovani (prima coloro che hanno tra 75 e 80 anni, poi tra i 70 e i 75 anni e così via).

Si è quasi certi che anche i medici di medicina generale potranno essere impegnanti per la vaccinazione ma non tutti dispongono di spazi adeguati per questa importante misura di prevenzione.

In molte parti d’Italia anche la chiesa ha offerto locali per le vaccinazioni oltre ai comuni perché risulta impensabile che le unità mobili a disposizione dell’Asl possono assolvere appieno alla loro funzione.

Ecco, quindi, la buona politica di una cittadina che vuole contribuire a ridurre notevolmente i disagi che sicuramente avranno le persone che si sposteranno in altre sede per farsi vaccinare.

Può darsi pure che l’Asl potrà non essere d’accordo ad una iniziativa che favorisca i cittadini ma che risolve anche problemi logistici per l’Asl stessa, ma è questa una posizione che ogni amministrazione dovrebbe prendere per favorire la volontà di affrontare l’emergenza sanitaria in corsa.

UN LUPO E’ STATO AMMAZZATO FEROCEMENTE E IMPICCATO SUL GARGANO…PERCHE’?

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Ho visto la foto raccapricciante di un lupo che, dopo essere stato ammazzato, è stato impiccato, quasi fosse colpa sua essere nato predatore. Dispiace che un animale venga ucciso senza pietà e poi, addirittura, esposto con un cinismo ed una crudeltà inaudita.

Però in questi ultimi mesi ho visto anche tanti allevatori ed agricoltori del “mio Gargano” piangere lacrime amare e di disperazione per l’uccisione di tanti capi di bestiame, da parte dei lupi e i loro campi seminati distrutti da branchi di cinghiali affamati…La cosa che mi ha fatto, ancora più male è che mentre la notizia di un lupo ammazzato ed impiccato ha fatto il giro del web e, giustamente, ha sollevato sdegno e accuse varie da parte di tutti o quasi, invece, della notizia di tante famiglie che soffrono giornalmente e che subiscono danni da lupi e da cinghiali, non ha fatto, almeno fino ad ora, mai clamore!

Di questa gente onesta che si alza la mattina prima che il sole sorga, lavora duro nell’azienda agricola-zootecnica, con qualsiasi condizione metereologica per poi, tornare la sera a casa, dopo il tramonto del sole e, spesso, resta anche all’addiaccio per curare il proprio gregge e i propri terreni, affinché possa avere uno scarno utile finale con la commercializzazione dei suoi animali e l’insilamento di foraggio che, altrimenti sarà costretta ad acquistare, NESSUNO NEPARLA E NESSUNO SE NE DISPIACE!! Invece, nessuno scrive o ne parla che, da un pò di tempo, allevare bestiame allo stato brado e tenere arati e coltivati i terreni con enormi sacrifici è diventato quasi impossibile!! Mettere in atto le sane pratiche agricole e tutto ciò che ne deriva, sul Gargano non è più possibile, perché tutto è fermo…tutto è morto…tutto langue…le istituzioni sono ASSENTI!! Anche quel poco di utile che tali attività arrecavano non c’è più, perché, spesso, il lupo e i cinghiali arrivano prima del compratore e prima della mietitura…e non danno utili e non fanno sconti!!  Allora la pazienza lascia il posto alla rabbia e alla disperazione…Quando, poi, la sera si ritorna a casa e si trovano bollette e tasse da pagare, la difficoltà di mettere insieme il pranzo con la cena, vedere i figli emigrare, i sogni e le speranze di una vita meno grama infranti e che le autorità preposte NON VOGLIONO RISOLVERE IL PROBLEMA…ALLORA QUALCOSA SALTA NELLA MENTE DI CHI SUBISCE OGNI GIORNO E NON CE LA FA PIU’!! ALLORA IL COLPEVOLE SONNO O L’INCAPACITA’ DELLE ISTITUZIONI E LA DISPERAZIONE GENERANO DEGLI ATTI INCONSULTI CHE VFEDONO UN LUPO SCANNATO ED IMPICCATO E UN ANONIMO ALLEVATORE DIVENTARE UN MOSTRO!!

Ma sia il lupo che l’allevatore sono entrambe vittime di una stasi politico-amministrativa che non sa dare o non vuole dare delle risposte concrete, perché, forse, ha interessi diversi dai nostri che su questa montagna nasciamo, ci viviamo e vorremmo morire e non più solo emigrare!!…ALLORA MI CHIEDO…CHI E’ IL VERO MOSTRO? IL VERO MOSTRO SONO LE ISTITUZIONI! Quando manca la certezza del diritto e della giustizia…succede spesso che anche le PERSONE E LUPI FINISCANO ALLO STESSO MODO…ENTRAMBI VITTIME ED ENTRAMBI CARNEFICI…MA ENTRAMBI ESSERI VIVENTI NON TUTELATI DA UN ENTE PARCO CHE COMINCIA A RIMOSTRARE (come in un recente passato che abbiamo lottato…e pronti ancora) I SEGNI DI UNA CRESCENTE SORDITA’ NEI CONFRONTI DI TUTTI NOI CHE IL PARCO LO VIVIAMO…E COSI’ COM’E’ STRUTTURATO, ALMENO FINO AD ORA, LO SOFFRIAMO.

Si ricordino le istituzioni preposte che “LA LEGITTIMA DIFESA E’ PREVISTA ANCHE DAL VANGELO” …E alla fine se non si interviene subito tutto si potrebbe risolvere con un tragico momento di folle autodifesa “ MORS TUA VITA MEA” che sarebbe la sconfitta di un E. P. N. G . di chi lo dirige, di chi ci vive e di tanti poveri animali indifesi che saranno ancora incolpevoli vittime…che siano lupi e cinghiali, che siano uomini, loro campi e greggi…o che siano le istituzioni…

IL LUPO AMMAZZATO E IMPICCATO DEVE FAR PENSARE CHE NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE…LA GENTE ORMAI NON CE LA FA PIU’ MA DALL’ENTE PARCO ANCORA TUTTO TACE…E  NON C’E’ UNA SOLA RISPOSTA VALIDA PER ARGINARE SE NON DEBELLARE TALE PIAGA.

  1. NINO MARINACCI

 

CORONAVIRUS, LA PUGLIA SORPASSA LA LOMBARDIA

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Per rendersi conto dell’evoluzione della pandemia, i numeri presi da soli servono a poco. Occorrono confronti. Così, per capire come stanno le cose in Puglia, e prendere coscienza della gravità della situazione, basta uno di questi confronti.

La Puglia ha sorpassato la Lombardia per quanto riguarda i casi attualmente positivi al Covid-19 (ricoverati in terapia intensiva, ricoverati con sintomi, isolamento domiciliare). Insomma, oggi, o più precisamente ieri, visto che il dato si riferisce all’11 gennaio, ci sono più malati di Covid in Puglia che non in Lombardia, ovvero nella Regione che ha pagato, i termini di morti e di contagi, il prezzo più elevato alla pandemia.
Lo si legge nel sito della Fondazione Gimbe, che produce uno dei più attenti e dettagliati monitoraggi dell’andamento della diffusione del virus.

Rispetto alla prima e forse anche alla seconda fase, la geografia dell’epidemia sta sensibilmente cambiando.
Per quanto riguarda i casi attualmente positivi, la Puglia figura al quinto posto della graduatoria nazionale, con 54.933 casi (circa 400 in più della Lombardia) alle spalle di Veneto (87.540), Lazio (78.881), Campania (74.717) ed Emilia Romagna (61.466).

Di questa curva pericolosa, non sembra esservi un’adeguata e corretta percezione. Dovrebbe destare maggiore attenzione (e preoccupazione) anche la distribuzione dei contagi all’interno del territorio regionale, tutt’altro che omogenea. La pandemia colpisce molto più duramente la Puglia centrosettentrionale rispetto a quella meridionale. La mappa dei contagi rivela due Puglie, il che significa che nell’area maggiormente colpita è ancora maggiore il rischio di un’evoluzione incontrollata del virus.

La provincia che denota la maggiore incidenza tra il numero dei contagi e la popolazione residente è la Capitanata (3,6%), incalzata da Bari (3,2%). Segue la Bat (3%), quindi Taranto (2,2%), Brindisi (1,)%) e infine Lecce (1%).

Desta allarme anche il rapporto tra tamponi effettuati e contagi: 9,11%, che colloca, anche in questo caso, la Puglia al quinto posto della graduatoria nazionale, alle spalle di Val d’Aosta (11,56%), Piemonte (11,9%), Lombardia (9,92%) e Campania (9,31%). (letteremeridiane)

IL PRESIDENTE NICOLA GATTA: LA PROVINCIA TORNA AD ASSUMERE PERSONALE

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Pubblicati sul sito istituzionale della Provincia di Foggia, nella Sezione “Amministrazione Trasparente – Bandi di concorso”, i bandi per i concorsi pubblici per esami per la copertura di due posti, a tempo pieno e indeterminato, di istruttore tecnico, categoria giuridica C e di tre posti, a tempo pieno e indeterminato, di istruttore direttivo tecnico, categoria giuridica D.

Le domande di partecipazione potranno essere inoltrate non appena gli avvisi verranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale IV Serie Speciale Concorsi ed esami. Alle graduatorie che si formeranno potrà attingersi anche in futuro, nei limiti temporali della loro vigenza.

“La Provincia torna ad assumere personale. – Dichiara il Presidente, Nicola Gatta – Un bilancio elaborato con attenzione e rigore ed una situazione economica migliorata rispetto al passato, ci consentono di inserire nuove professionalità all’interno dell’Ente, soprattutto, nei servizi tecnici, considerato che sono tecniche le maggiori competenze provinciali relativamente a scuole e strade. Una decisa inversione di tendenza visto che, nel 2016, i dipendenti dell’Ente erano circa 600 e che, con i tagli della Legge Delrio e i naturali pensionamenti, sono stati drasticamente ridimensionati ed oggi sono poco più di 200. Le nuove figure professionali contribuiranno a rendere più efficace l’azione tecnico-amministrativa provinciale. Adesso punteremo ad implementare il Piano di assunzioni del personale per attuare la precisa volontà di mettere al centro del territorio l’Ente e per fornire alla collettività servizi sempre più efficienti”.

FAMIGLIA E SCUOLA: QUALE CONTINUITA’?

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Con il termine alleanza educativa scuola/famiglia, si intende non solo una reciproca fiducia tra le due parti, ma anche una certa coerenza nella linea pedagogica proposta, con il fine di sostenere la crescita dei bambini.

Spesso nei colloqui che affrontiamo con i genitori ci vengono chiesti consigli sulla gestione di determinati comportamenti riguardanti i piccoli: sembra scontato che utilizzare una linea comune sia la cosa migliore. Ma cosa si intende per linea comune? È davvero possibile adottare una linea comune scuola/famiglia? E se così non fosse, quali ripercussioni ci sarebbero sui bambini?

Inoltre: cosa chiede una famiglia alla scuola? Quali valori è indispensabile trasmettere nell’educazione dei bambini di oggi? E infine riguardo a quali valori, principi una famiglia non può pensare di delegare tutto alla scuola?

Capita spesso all’interno di una famiglia che mamma e papà diano messaggi contraddittori. Allo stesso modo anche le educatrici di una medesima sezione possono agire e pensare in modo differente e talvolta opposto. Così a scuola ad esempio c’è un’insistenza su determinate regole che magari a casa non sono prese in considerazione. Solitamente i bambini si adattano perfettamente a chi hanno davanti e ai differenti contesti in cui abitano, rispettando i diversi stili educativi.

È l’adulto che ha la responsabilità di far sì che il bambino non entri in confusione innanzitutto dando le ragioni e motivando un determinato intervento educativo. Poi sarebbe opportuno anche far loro capire la distinzione dei contesti in cui viene veicolato un messaggio.

Sicuramente molto dipende anche dal tipo di richiamo che stiamo dando ai bambini e dal modo in cui lo diamo, perché talvolta è la modalità con cui comunichiamo che manda in crisi i piccoli.

Quindi una sfaccettatura di divergenza può essere ammessa, ma l’unità d’intenti (per così dire) deve essere percepita dal bambino.

Alcuni insegnamenti e linee educative dovrebbero essere comunemente portate avanti sia dalla scuola che dalla famiglia, ad esempio la necessità di crescere nella condivisone, nel rispetto, la spinta a responsabilizzarsi e all’autonomia. Base di una buona educazione credo sia anche sapere dare delle regole, dire dei no senza paura, e non assecondare in modo eccessivo i capricci. In questi casi, è bene che ci sia una medesima linea: ne va infatti del benessere dei bambini.

Per fare alcuni esempi: se un bambino a casa viene lasciato libero di fare sempre ciò che vuole e gli viene concesso tutto, mentre a scuola ci sono regole precise e “no” detti in tranquillità, il bambino farà fatica ad accettare quei “no”, e non capirà come mai a casa avviene il contrario. Questo a mio parere non contribuisce ad una crescita armonica del bambino. Inoltre le maestre si troveranno in grande difficoltà nel far rispettare regole che in casa sono inesistenti.

Viceversa a scuola possono esserci delle permissioni che a casa non avvengono. Le scuole nel bosco che di recente hanno preso avvio, lasciano i bambini liberi di arrampicarsi, esplorare, correre. E questa può essere una bellissima esperienza, ma va contestualizzata e spiegata al bambino, che potrebbe tornare a casa e (fatto realmente accaduto!) arrampicarsi sul tetto della macchina come un piccolo selvaggio e con un leggero rammarico da parte dei genitori.

In un soggiorno di lavoro a Berlino ci è stato spiegato come i genitori firmino, in fase di iscrizione, un patto in cui prendono atto e accettano alcune precise regole che vigono nella scuola tra cui ad esempio il permesso di arrampicarsi sugli alberi. Per cui una mamma non deve preoccuparsi se, andando a prendere il figlio a scuola, lo vedesse in cima a un albero. E poi….come potrà poi impedire al figlio di arrampicarsi su un altro albero nel giardino di casa o in un parco pubblico? A scuola si, qui no. Il compito arduo in questo caso spetta alla famiglia.

Allora sarà anche il caso di chiedersi cosa chieda una famiglia alla scuola e quando è bene non delegare tutto all’istituzione. Anche perché il primo luogo educativo sarà sempre la famiglia.

Ciascuna scuola ha poi un suo proprio indirizzo specifico: e sarà ancora la famiglia a decidere a chi affidare l’educazione del proprio figlio, in base a ciò che reputerà essere meglio per quel bambino.

Scuola e famiglia dovrebbero collaborare insieme alla crescita dei bambini: insieme non vuol dire che le regole siano esattamente le stesse, ma che, pur nei diversi contesti, si agisca per il bene dei bambini. La grande difficoltà è che oggi, quando si parla di bene dei bambini, regna un triste relativismo, essendosi forse un po’ persa per strada nella nostra società quella sana oggettività di bene, buono e bello. Ma questo è un altro discorso. (filodiritto-paolo panzacchi)

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 12 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 12 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 10.458  test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.261 casi positivi: 398 in provincia di Bari, 96 in provincia di Brindisi, 151 nella provincia BAT, 299 in provincia di Foggia, 82 in provincia di Lecce, 232 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 42 decessi: 22 in provincia di Bari, 1 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 8 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.133.040 test.

45.506 sono i pazienti guariti.

55.250 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 103.496, così suddivisi:

39.727 nella Provincia di Bari;

11.796 nella Provincia di Bat;

7.632 nella Provincia di Brindisi;

22.444 nella Provincia di Foggia;

8.294 nella Provincia di Lecce;

12.940 nella Provincia di Taranto;

563 attribuiti a residenti fuori regione;

100 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

SATURIMETRO GRATIS IN FARMACIA: CHI PUO’ RICHIEDERLO?

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A partire dal 11 gennaio, in 1.200 farmacie in tutta Italia è possibile richiedere un saturimetro gratis, grazie ad un’iniziativa della Società italiana di pneumologia. Vediamo insieme chi può farne richiesta.

La Società italiana di pneumologia (Sip), in collaborazione con Federfarma, ha lanciato un’importante iniziativa volta a prevenire le complicazioni gravi legate al Covid. A partire da oggi verranno distribuiti 30 mila saturimetri gratis ai cittadini in tutta Italia.

Ad annunciarlo è stato Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia e componente del Comitato Tecnico Scientifico (Cts).

L’importanza del saturimetro. Strumento poco conosciuto prima che scoppiasse la pandemia di Condi-19, il saturimetro si è rivelato fondamentale in questo periodo, in quanto consente di capire se ci sono complicazioni a livello respiratorio che richiederebbero l’intervento del personale specializzato.

Gli esperti consigliano di averne sempre uno in casa per rilevare la quantità di ossigeno nel sangue e accertare l’insorgenza di eventuali complicazioni.

Abbiamo infatti imparato, nel corso di questo anno, che l’ossigenazione del sangue è un parametro di riferimento per monitorare lo stato di avanzamento del Covid che, in casi seri, comporta difficoltà respiratorie, le quali riducono appunto il livello di ossigeno nel sangue, indice del rischio di polmonite interstiziale, grave complicanza del virus.

Il saturimetro riporta un valore percentuale dell’emoglobina legata all’ossigeno, che in condizioni normali dovrebbe attestarsi tra il 98 e il 100%. Un livello inferiore al 94-92% potrebbe costituire un campanello d’allarme che, dunque, non va sottovalutato. In questo caso, infatti, è bene consultare il proprio medico per valutare se è necessario un controllo in ospedale.

Ed è proprio al fine di fare prevenzione che, a partire da oggi, lunedì 11 gennaio, saranno distribuiti saturimetri a titolo gratuito in circa 1.200 farmacie.

Come spiegato da Richeldi, il progetto nasce “dall’esigenza di far conoscere questo dispositivo, che serve a misurare il grado di ossigenazione del sangue e che può essere un ‘alleato prezioso per prevenire le complicanze gravi da Covid”.

Il presidente Sip ha sottolineato l’importanza del saturimetro, che, dice, “dovrebbe essere presente nelle nostre case quasi come se fosse un secondo ‘termometro”. Richeldi ha chiarito che i primi saturimetri sono stati acquistati grazie alle donazioni fatte alla Sip e Federfarma si occuperà della distribuzione sul territorio. L’obiettivo è distribuirli nell’arco di 1-2 mesi.

Saturimetro gratis: chi può farne richiesta?

L’iniziativa è rivolta a tutti quei nuclei familiari all’interno dei quali ci sono persone affette da patologie respiratorie.

La prevenzione è fondamentale per chi soffre di queste patologie ed è piú esposto ai rischi legati al contagio da Covid, ma anche per chi, per un fattore di età o per altre malattie pregresse, correrebbe maggior rischio di incappare in complicanze in caso di contagio.

Gran parte dei soggetti con malattie respiratorie, ha spiegato Richeldi, “sono a rischio più alto di complicanze gravi se infettati dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2”.

Inoltre, ha sottolineato, il saturimetroè fondamentale anche per individuare i pazienti che necessitano di ricovero in ospedale: “Se il valore segnalato è sotto il 92% va avvertito subito il medico e si può rendere necessario il ricovero. Così anche per il medico è più facile monitorare i pazienti”, ha affermato il presidente Sip.

Anche in assenza di problemi respiratori è consigliato di monitorare le proprie condizioni con il saturimetro, per “evitare ricoveri inutili”.

Da oggi, dunque, come esplicato da Richeldi, le famiglie al cui interno c’è almeno un membro affetto da patologie respiratorie potranno recarsi in farmacia e richiedere gratuitamente un saturimetro. Tuttavia, all’iniziativa hanno aderito solamente 1.200 farmacie in tutta Italia e i saturimetri a disposizione sono soltanto 30 mila.

Ad ogni modo, ricorda Richeldi, c’è la possibilità, per chi ne avesse bisogno, di andare in farmacia per un test gratuito del livello di ossigeno nel sangue.

Le parole del presidente di Federfarma

Anche il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha parlato dell’iniziativa, affermando che si “punta ad educare i cittadini sull’importanza dell’utilizzo del saturimetro, ancora poco conosciuto”. “La dotazione che abbiamo è di 30mila apparecchi, circa 22 per ognuna delle 1.200 farmacie impegnate nella campagna, ma speriamo di poterne avere ancora in seguito”, ha aggiunto.

Cossolo ha infine chiarito che “il dispositivo verrà distribuito in questa fase principalmente a pazienti con asma e bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva, ndr), che in Italia in totale rappresentano circa 1 milione di persone”. (attuttonotizie)

SAN NICANDRO, SCAMPOLI DI UNA NOTTE RUBATA

Anche nel periodo invernale non si arresta la voglia di giovani e ragazzi di utilizzare le ore notturne per consumare bibite alcoliche e analcoliche. La foto che ci ha inviato un nostro lettore ne è la prova evidente di come si utilizza la notte, rubando tempo al sonno e allo studio, come scampolo di una giornata da finire con la volontà di farsi male.

Non è vero che non sanno a cosa vanno incontro in quanto, anche da statistiche nazionali, i ragazzi sono coscienti dei rischi ma questa consapevolezza non basta a frenarli ed a fermarli. Si inizia prima con pratiche di consumo occasionale e poi ci si ritrova ad un consumo che può diventare quotidiano.

E’ questa che viene considerata un’abitudine dei giovani un po’ di tutti i paesi e città ed il problema è che questo non fenomeno non si riesce a condizionarlo in senso positivo, cioè nella consapevolezza del danno che provoca questo comportamento soprattutto per le fasce d’età molto basse.

Sono preoccupanti gli studi che riguardano questo problema del bere per i giovani in quanto si è certi che in futuro si evidenzieranno patologie legato al consumo di alcol che molto anticipo di quanto succede ora.

Tutto questo deve far riflettere tutti.

 

SAN NICANDRO, UN ALBERO PER OGNI 18ENNE

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Questa è una iniziativa dell’Assessore all’Agricoltura, Risorse agroalimentari, Alimentazione, Riforma Fondiaria, Caccia e Pesca, Foreste, dott. Donato Pentassuglia.

La Regione Puglia persegue politiche che si pongono obiettivi di tutela e valorizzazione attiva del territorio anche nella sua componente forestale, attraverso l’attuazione delle normative nazionali e comunitarie che prevedono, tra le altre, l’incentivazione dell’educazione ambientale e della divulgazione della conoscenza del comparto boschivo.

Inoltre, la Regione Puglia è impegnata anche nella promozione, sostegno e realizzazione di iniziative finalizzate alla sensibilizzazione della popolazione alle problematiche ambientali e all’incremento del “verde” attraverso la messa a dimora di piantine forestali in giardini pubblici e privati.

Al fine di valorizzare tale attività di fondamentale importanza per il controllo della provenienza dei materiali forestali utilizzati negli imboschimenti di tipo naturalistico, nei rimboschimenti, nelle operazioni di rinfoltimento di radure e di boschi esistenti e di arredo verde in generale, si vogliono incrementare le azioni di sensibilizzazione della cultura del “verde” attraverso il coinvolgimento soprattutto della popolazione più giovane ed in particolare dei diciottenni pugliesi coinvolgendo che l’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali (ARIF) che è da sempre impegnata nell’attuazione di attività educative per bambini e ragazzi (visite guidate nei vivai forestali regionali e nei boschi demaniali regionali, messa a dimora di giovani alberi per la creazione di verdi nella città o presso istituti scolastici)

Viene quindi istituto “Un albero per ogni diciottenne”, in virtù della quale ogni diciottenne residente in Puglia possa recarsi presso uno dei Vivai Forestali Regionali gestiti dall’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali (ARIF) e richiedere la concessione gratuita di una piantina da mettere a dimora nel proprio Comune di appartenenza.

L’ARIF è tenuta a provvedere alla raccolta, alla pulitura dei semi e allo stoccaggio del materiale di moltiplicazione delle specie forestali arboree ed arbustive presenti nei boschi da seme appartenenti al demanio forestale regionale di seguito riportati:

Giovannicchio Vico del Gargano (FG)

Caserma Caritate Vico del Gargano (FG)

Valle del Tesoro Vico del Gargano (FG)

CROLLO MURO AD ORSARA: FARO, PELLEGRINI E BARONE SCRIVONO ALL’ANAS

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«È dovere dell’ANAS effettuare le manutenzioni a tempo debito e non intervenire solo a seguito di crolli o altri eventi»
In merito al crollo del muro di contenimento in prossimità del Km. 48,500 S.S. 90, tra Orsara di Puglia e Montaguto in Provincia di Foggia, l’onorevole Marialuisa Faro, il senatore Marco Pellegrini e la

consigliera regionale Rosa Barone, del Movimento 5 stelle, hanno inviato una missiva all’ANAS.

“In riferimento al crollo di un muro di contenimento sulla SS 90 in prossimità del Km. 48.500 tra Orsara di Puglia e Montaguto, esprimiamo profonda preoccupazione per questi episodi che mettono a repentaglio
l’incolumità dei cittadini e che, probabilmente, derivano dall’insufficiente manutenzione della rete stradale da Voi gestita”.

Si legge nella lettera a firma dei tre esponenti pugliesi del M5s. «Abbiamo scritto a Anas ricordando anche i numerosi solleciti e le varie segnalazioni, da parte nostra, circa lo stato dell’intera rete stradale pugliese, nello specifico erano stati richiesti interventi di messa in sicurezza dell’area interessata dal crollo degli ultimi giorni- dichiarano Faro, Pellegrini e Barone. È dovere dell’ANAS effettuare le manutenzioni a tempo debito e non intervenire solo a seguito di crolli o altri eventi, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini. Nella lettera abbiamo chiesto anche di informarci circa la cronologia e la tipologia degli interventi di manutenzione che sono stati eseguiti negli ultimi anni sulla SS90 e in particolare sul muro di contenimento che è crollato e di informarci circa i tempi necessari a ripristinare la viabilità. In merito all’accaduto verrà anche depositata una interrogazione parlamentare».

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 11 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 11 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 3.577 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 622 casi positivi: 228 in provincia di Bari, 39 in provincia di Brindisi, 106 nella provincia BAT, 146 in provincia di Foggia, 84 in provincia di Lecce, 18 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.

Sono stati registrati 26 decessi: 8 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 10 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.122.582 test.

44.604 sono i pazienti guariti.

54.933 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 102.235, così suddivisi:

39.329 nella Provincia di Bari;

11.645 nella Provincia di Bat;

7.536 nella Provincia di Brindisi;

22.145 nella Provincia di Foggia;

8.212 nella Provincia di Lecce;

12.708 nella Provincia di Taranto;

561 attribuiti a residenti fuori regione;

99 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

DUE CAMPAGNE SOCIAL: “MURALES IN COMUNE” E “RACCONTA IL TERRITORIO”

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Parte un nuovo viaggio virtuale alla riscoperta dei Comuni italiani con le campagne social di Anci #MuralesinComune e #Raccontailterritorio. Obiettivo è quello di raccontare sui nostri canali social (Instagram e Facebook) i progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana attraverso la street art e le iniziative a sostegno dell’economia locale a partire dalla promozione dei prodotti tipici dei territori.
– Con #MuralesinComune Anci nazionale pubblica sui propri canali social dell’Anci (Facebook e Instagram) le foto degli angoli più colorati delle nostre città per raccontare come negli spazi pubblici si stia ripensando alla “bellezza” urbana.

– Con #Raccontailterritorio i Comuni possono segnalare invece foto, attività, progetti e iniziative che stanno realizzando (breve descrizione – max 20 righe) per la promozione del territorio e il rilancio dell’economia locale a partire dalla valorizzazione dei prodotti tipici (come ad esempio: cibo, piatti locali, ceramica, oggetti, tessuti, ecc.).

Tutti i materiali delle due campagne (foto ad alta risoluzione, locandine, breve descrizione dei progetti – max 20 righe) vanno inviati entro il 22 gennaio all’indirizzo mail sito@anci.it con oggetto la campagna a cui si desidera partecipare. Nella mail i Comuni possono segnalare anche i propri canali social di riferimento.

SAN NICANDRO: “CHI LA VO’ COTTA E CHI LA VO’ CRUDA”

Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “Chi la vò cotta e chi la vò cruda”, cioè “Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda”.

La tesi popolare esprime la difficoltà e le complicazioni che solitamente i contendenti incontrano prima di raggiungere un determinato accordo., Essa ribadisce le diversità delle opinioni e degli atteggiamenti delle singole persone, tant’è che ciascuno di noi vede e interpreta la stessa realtà a seconda delle esperienze fatte. Di solito, ciò avviene perché ciascuno vuole che le cose vadano in una certa maniera, cioè, nella direzione di certi interessi da soddisfare. Si tratta di contemperare due o più volontà, ma sempre protese nella direzione di un profitto poco lecito. Il riferimento alla vivanda cotta o meno cotta è soltanto allusivo di una situazione che, viceversa, è tutta di carattere politico-amministrativo. Questo è il vero aspetto significativo del proverbio, aspetti che a noi maggiorenni ci hanno caldamente raccomandato. Naturalmente conciliare le diverse ideologie e, dunque, i nascosti interessi dei vari politicanti, non è un’impresa facile, anche se noi siamo convinti che l’incontro tra i cointeressati e il civile confronto delle loro idee dovrebbero rimuovere ogni ostacolo e consentire la giusta soluzione con il compiacimento e il gradimento di tutti.

Le diversità dio opinioni e di atteggiamenti intorno ai problemi assillano la società o una piccola comunità è certamente segno di sensibilità, di attenzione e di vivacità culturale. Queste manifestazioni, però, dovrebbero trovare  la loro naturale composizione non in una giustapposizione delle diverse opinioni espresse, così, tanto da non scontentare nessuno (come spesso avviene nel campo politico-amministrativo), ma in una riformulazione concettuale del problema che contemperi in modo significativo le varie richieste, dando luogo contestualmente ad una disciplina integrata e più ordinata. E sarebbe addirittura esaltante per la società se, bandendo ogni inutile bizantinismo, si riuscisse finalmente a proscrivere forme e formule compromissorie, che non hanno mai risolto i reali problemi della vita. La società civile è certamente stanca delle soluzioni di compromesso solitamente raggiunte per mezzo di reciproche concessioni e, dunque, sacrificando riconosciuti e indiscussi imperativi morali a vantaggio di azioni discutibili le quali mal dispongono sulla onestà, morigeratezza e incorruttibilità dell’uomo. Vivaddio esistono ancora i galantuomini che all’interesse personale antepongono il bene della collettività. Questa presenza sia di stimolo all’operato dei più.

FINANZIAMENTI PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA

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Al via il bando che stanzia 4,2 milioni di euro per progetti finalizzati al miglioramento delle colture, all’innovazione dei processi produttivi, al trasferimento tecnologico, alla fruizione e diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 7 gennaio, sono scattati i 45 giorni di tempo per le Università e gli enti pubblici per prendere parte al bando dedicato ai progetti di ricerca per l’agricoltura biologica. Lo stanziamento complessivo a disposizione è pari a 4,2 milioni di euro e prevede una copertura fino al 90% della spesa ammessa a finanziamento, sino ad un massimo di 300mila euro a progetto. Ben otto le tematiche di ricerca: miglioramento genetico, riduzione degli input esterni, trasformazione dei prodotti, florovivaismo, piante officinali e piante aromatiche, l’agroecologia, meccanizzazione, sviluppo sostenibile del territorio e tutela ambientale, forestale e paesaggistica.

“Con questo bando miriamo al miglioramento delle produzioni biologiche, all’innovazione dei processi produttivi, al trasferimento tecnologico, alla fruizione e diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – I progetti di ricerca devono tendere al consolidamento e allo sviluppo del settore e, attraverso il coinvolgimento obbligatorio sin dal primo momento di almeno una azienda agricola biologica, avere una applicazione concreta dei risultati sulle realtà produttive. In questo modo, potremo fare davvero innovazione e permettere alle nostre imprese – conclude L’Abbate – di creare quel valore aggiunto che può essere determinante per la competitività sui mercati nazionale e internazionale”.

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 10 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 10 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 8.510 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.162 casi positivi: 503 in provincia di Bari, 100 in provincia di Brindisi, 150 nella provincia BAT, 150 in provincia di Foggia, 139 in provincia di Lecce, 110 in provincia di Taranto, 9 residenti fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 24 decessi: 5 in provincia di Bari, 10 in provincia BAT, 2 in provincia di Brindisi, 6 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.119.005 test.

43.662 sono i pazienti guariti.

55.279 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 101.613, così suddivisi:

39.101 nella Provincia di Bari;

11.539 nella Provincia di Bat;

7.497 nella Provincia di Brindisi;

21.999 nella Provincia di Foggia;

8.128 nella Provincia di Lecce;

12.690 nella Provincia di Taranto;

560 attribuiti a residenti fuori regione;

99 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

EDITORIALE DELLA DOMENICA. SAN NICANDRO, FUNZIONI E COMPENSI DEI CONSIGLIERI COMUNALI

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Nei giorni scorsi sono stati messi in liquidazione i compensi ai consiglieri comunali di San Nicandro Garganico per la partecipazione delle presenze alle sedute del consiglio comunale nel periodo 1° gennaio 2020 -31 dicembre 2020. E’ stata, quindi, disposta la liquidazione ai consiglieri dei gettoni di presenza per le sedute per l’ammontare complessivo di 1.959,02 euro.

Questo il costo totale dei consiglieri comunali in quanto le altre figure e cioè il Sindaco, il Presidente del consiglio e gli assessori sono retribuiti con uno stipendio mensile.

In verità sembra poca cosa per il compito e il ruolo che ha un consigliere comunale sia di maggioranza che di opposizione. La normativa gli consegna un rilievo importante all’interno della “macchina” comunale e le competenze sono tantissime. Sia va, infatti, dall’urbanistica alla manutenzione delle strade, al controllo rifiuti, alla tutela dell’ambiente, alla circolazione stradale, alla sanità, alle attività culturali, allo sviluppo economico delle attività produttive locali, turismo, imprenditoria, servizi sociali e assistenziali per i meno abbienti ed altro ancora.

Il ruolo di consigliere è come prima cosa fare gli interessi del Comune e dei cittadini e, con le procedure stabilite dal regolamento del Comune, ha diritto di esercitare l’iniziativa per tutti gli atti e provvedimenti rientranti nella competenza deliberativa del Consiglio comunale e di presentare interrogazioni, mozioni e proposte di risoluzioni agli assessori e al Sindaco per promuove argomenti di discussione e chiedere spiegazioni riguardo a determinati fatti.

Insomma primario nella gestione dell’ente comune anche con responsabilità personale.

In consiglio, il pubblico nota la votazione, cioè l’alzare della mano per approvare o non approvare, ma dietro questo cenno della mano del singolo consigliere dovrebbe essere un lavoro preventivo di discussione, di anali e di condivisione su quel singolo accapo dell’ordine del giorno. Tutto questo anche per il senso di responsabilità che si deve agli elettori che hanno contribuito alla sua elezione.

Questo è il ruolo del consigliere comunale per una cultura democratica che deve essere sempre presente e testimonianza di quanto, dal punto di vista amministrativo e politico, si produce.

Il Direttore

LE CARTOLINE DI SAN NICANDRO

Continua la pubblicazione delle “100 cartoline di San Nicandro” del prof. Pasquale Colella che lo studioso Emanuele Petrucci ha messo gentilmente a disposizione di Civico 93. La 48^ cartolina porta la seguente didascalia: “Zona Cimetta – Via Mare”.

CAMPAGNA DI VACCINAZIONE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE DEL DISTRETTO ASL DI SAN MARCO

Sono stati convocati e sottoposti alla vaccinazione i medici di medicina generale del Distretto di San Marco in Lamis. Quindi i medici di San Nicandro, di San Marco in Lamis, di Rignano Garganico e di San Giovanni Rotondo hanno aderito all’invito con la consapevolezza che il vaccino farà la differenza nella lotta al virus.

Altra notizia importante che gli stessi medici di famiglia potranno essere chiamati a somministrare anche loro le dosi sulla popolazione.

Il Ministro Speranza aveva ribadito che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta hanno la priorità nelle vaccinazioni, proprio perché avranno un ruolo fondamentale nella campagna di somministrazione del vaccino anti Covid-19. Così il presidente dell’Federazione Medici di Medicina Generale, Anelli, ha invitato l’assessore Lopalco a dare precise disposizioni per eseguire il vaccino prioritariamente a tutti i medici, inclusi odontoiatri e liberi professionisti. Ill vaccino è un dispositivo di protezione fondamentale, anche a tutela dei pazienti, per cui non si possono ammettere ritardi.

Insomma una buona notizia soprattutto perché pUò eliminare anche i disagi da parte di pazienti che, per l’assenza del proprio medico di famiglia, devono rivolgersi ad altri medici che sostituiscono i colleghi assenti e che può essere una prima risposta per quanti hanno bisogno di supporto medico.

 

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 9 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 9 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 10880 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1499 casi positivi: 494 in provincia di Bari, 127 in provincia di Brindisi, 161 nella provincia BAT, 248 in provincia di Foggia, 181 in provincia di Lecce, 272 in provincia di Taranto, 11 residenti fuori regione, 5 residenti in provincia non nota.

Sono stati registrati 27 decessi: 10 in provincia di Bari, 5 in provincia BAT, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.110.495 test.

43.068 sono i pazienti guariti.

54.735 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 100.451, così suddivisi:

38598 nella Provincia di Bari;

11389 nella Provincia di Bat;

7397 nella Provincia di Brindisi;

21849 nella Provincia di Foggia;

7989 nella Provincia di Lecce;

12580 nella Provincia di Taranto;

551 attribuiti a residenti fuori regione;

98 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.