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EVENTI ESTIVI DELL’ASSOCIAZIONISMO, MENO VINCOLI PER IL PIANO DI SICUREZZA?

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Le norme sulla sicurezza non devono mettere a rischio le migliaia di eventi culturali, storici ed enogastronomici organizzati dai comuni, soprattutto nel periodo estivo. Questa è la richiesta che l’Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia) e l’Unpli (Unione Nazionale della Pro Loco) hanno recapitato al capo della Polizia Gabrielli. La richiesta mette in evidenza tutte le criticità dell’attuale normativa che ha portato, di fatto, alla cancellazione di molti eventi a causa della materiale impossibilità di adeguarsi a tutte le prescrizioni.

Una cosa va chiarito subito: i comuni non hanno chiesto sconti sulla sicurezza, ma solo una maggiore certezza del diritto, vista la circolare del Viminale sull’onda emotiva dell’estate 2017 relativi alla città di Torino. Insomma l’attuale normativa sta creando difficoltà interpretative ai comuni mettendo a rischio migliaia di iniziative su tutto il territorio nazionale. L’esempio più vicino è quello dell’ultima Festa Patronale di San Nicandro durante la quale, nella serata finale, non ci sono stati i fuochi pirotecnici (pure previsti) a causa delle strettissime normative relative al piano di sicurezza

La richiesta presentata ritiene indispensabile che venga prevista una classe di rischio minimale per i piccoli eventi, gestiti da volontario e senza fine di lucro. La risposta è stata quella che la stessa verrà sottoposta al ministro Salvini affinchè vengano superate le criticità rilevate.

TRA LE OPERE INCOMPIUTE DELLA REGIONE PUGLIA FIGURA ANCORA SAN NICANDRO

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La Regione Puglia ha pubblicato l’Elenco – anagrafe delle Opere Incompiute per l’anno 2017. Continua ad esserci San Nicandro per il fabbricato destinato all’alloggi per immigrati con la quantificazione dell’intervento pari ad euro 658.937,06 stimando nel 32,84% dei lavori eseguiti.

Una struttura che, se non ci sarà la possibilità di poterla ultimare, sarà l’esempio più concreto dello sperpero di denaro pubblico in Italia.

SAN NICANDRO, IN PAGAMENTO I COMPENSI PER I COMPONENTI DEI SEGGI ELETTORALI

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Dopo i compensi per i componenti i seggi elettorali relativo alla tornata elettorale del 10 giugno scorso, ecco la delibera di pagamento agli stessi componenti dei per le votazioni del ballottaggio del 24 giugno. Il compenso che spetta è così fissato: euro 150,00 per i Presidenti, euro 120,00 per gli Scrutatori e i Segretari. L’ammontare complessivo lordo è di euro 16.500,00.

Restano da preparare solo i mandati di pagamento e, forse, già dalla fine di questa settimana si potrà riscuotere le indennità dovute ai componenti dei 22 seggi per gli onorari giornalieri.

ECCO I CONCORSI PER OOS IN PUGLIA

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Arriva la notizia tanto attesa dell’imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del maxi concorso per operatori socio sanitari in Puglia. Ben 1789 OSS troveranno così occupazione stabile, il 50% dei quali concorrerà in una corsia preferenziale, riservata sia a coloro che hanno già maturato 36 mesi di servizio alla data del 31 dicembre 2017, sia a coloro che in servizio come ausiliari specializzati, hanno frequentato il corso di riqualificazione OSS.

I posti disponibili sono così ripartiti in tutte le A.S.L. pugliesi: Taranto 100, Lecce 550, Brindisi 383, Riuniti di Foggia 200, Bari 170, Foggia 106, BAT 41, Giovanni XXIII 30, IRCS di Castellana Grotte 9.

Questo tanto atteso concorso permetterà la stabilizzazione di parte del personale precario dando la possibilità di entrare nel mondo del lavoro a tanti inoccupati della nostra regione, che si sono anche formati professionalmente ed attendono di poter entrare nel mondo del lavoro.

Le domande dovranno essere presentate per esclusiva via telematica. Civico93 terrà informati i suoi lettori su tutto l’iter del bando.

L’AGAPE DI SAN NICANDRO RINGRAZIA IL GRUPPO NAUTICO TORRE MILETO

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Dopo l’evento di domenica 1° luglio organizzato dal Gruppo Nautico Torre Mileto per l’associazione Agape, quest’ultima ha fortemente voluto consegnare un segno di ringraziamento non una targa ricordo per scrivere una magnifica dedica: “Da domani, scivolando sulle onde con le vostre barche, ascoltate la musica del mare: è il riso gioioso dei nostri bambini che ogni anno fate sognare. Grazie.”

Questa è la grandezza delle associazioni di San Nicandro con interventi gratuiti per il “bene” di una persona, famiglia o collettività non strettamente appartenente alla propria cerchia e che offre al volontario ed alla sua organizzazione una posizione privilegiata nel dialogo con il territorio e con le sue istituzioni.

Il volontariato non dipende dalle risorse di un finanziatore e questo consente di potersi confrontare con tutti gli attori sociali di un territorio. Tale autonomia permette inoltre al volontariato di poter offrire e collocare i propri servizi con ingegno e creatività in qualsiasi punto critico delle reti solidali già operanti in un territorio. Quello che maggiormente incide a rendere valore aggiunto ad ogni esperienza è lo scopo e l’indirizzo dell’agire dei volontari.  Gli obiettivi e le finalità che i volontari di una organizzazione perseguono scegliendo particolari contesti di solidarietà, denotano una speciale “missione” che l’organizzazione assume nel quadro della solidarietà organizzata del territorio.

San Nicandro deve essere fiera delle associazioni di volontariato che operano sul territorio i cui volontari operano come fosse un “mandato” consegnato alla loro competenza dagli stessi contesti di disagio ai quali si rivolgono.

PER I MIGRANTI LA SOLIDARIETA’ DELL’EUROPA E’ SOLO SU BASE VOLONTARIA

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Sbarco Migranti provenienti dalla Siria a Brancaleone Marina il 30 Settembre 2013

Nonostante le grandi aspettative della vigilia, il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno non ha portato grosse novità nella gestione delle migrazioni, lasciando alla volontarietà degli stati membri gran parte delle azioni di solidarietà. Le questioni (per nulla risolte) sono principalmente tre: la gestione delle frontiere esterne, l’apertura di campi profughi in Africa e la revisione del regolamento di Dublino.

Il punto di maggiore consenso riguarda le strategie per rallentare i flussi di migranti lungo le rotte del Mediterraneo. Si sono già nettamente ridotti rispetto al 2015 e 2016, grazie agli accordi UE-Turchia (2016) e Italia-Libia (2017), ma l’opinione pubblica europea continua a percepire uno stato di “emergenza”. E l’instabilità dei paesi di transito (in particolare la Libia) mantiene la situazione assai precaria, come dimostrano i naufragi di questi ultimi giorni. Il potenziamento dell’agenzia Frontex e il sostegno alla guardia costiera libica sono sicuramente iniziative necessarie, ma non sufficienti.

Più difficile la questione degli hotspot in Africa. L’Italia avrebbe voluto delegare a paesi terzi (Tunisia, Libia, Niger, ma si è parlato anche di Albania) le fasi di identificazione e valutazione delle richieste d’asilo; altri avrebbero preferito lasciare l’onere ai paesi UE di frontiera, finanziando i centri di accoglienza. Il compromesso europeo parla di “piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con paesi terzi” (senza specificare quali) e di “trasferimento in centri istituiti negli stati membri, unicamente su base volontaria”.

È una soluzione che lascia molti dubbi. Non è chiaro come si otterrà la collaborazione dei paesi terzi, né a che prezzo (l’accordo UE-Turchia, ad esempio, costerà 6 miliardi di euro in quattro anni, 2016-2019). Il concetto di “base volontaria” sembra poi un assist alla de-responsabilizzazione: ad esempio, in caso di valutazione positiva della domanda d’asilo, quale paese europeo sarebbe responsabile? E in caso di diniego, dove finirebbero le persone respinte? Chi può garantire che non tentino comunque la traversata in mare?

Inoltre, pur se è vero che, almeno nel breve termine, l’aumento dello sviluppo favorisce le migrazioni anziché limitarle, nei rapporti con i paesi africani è necessario considerare anche gli impegni europei in materia di cooperazione allo sviluppo. E in questi anni, a detta dello stesso Parlamento europeo, gli strumenti finanziari (in particolare quelli annunciati a La Valletta nel 2015 e ad Abidjan nel 2017) sono stati utilizzati più per pattugliare le coste che per promuovere progetti di sviluppo. Il Consiglio ha approvato il potenziamento di tali fondi, senza però entrare nel merito della gestione.

Sulla revisione del regolamento di Dublino, già l’incontro dei ministri dell’Interno dell’UE del 5 giugno aveva affossato l’ambiziosa proposta di riforma proposta dal Parlamento europeo, basata su quote di ricollocamento automatiche. L’Italia, dopo aver sostenuto in un primo momento i paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, contrari alla riforma), ha riproposto lo schema dell’Europarlamento, affermando il principio che “chi sbarca in Italia sbarca in Europa”.

I partner europei hanno però ribadito la volontà di limitare i movimenti secondari, elemento centrale del regolamento di Dublino, mantenendo di fatto inalterata la responsabilità della gestione delle richieste d’asilo (e dell’accoglienza) a carico dei paesi di primo ingresso. Pur affermando la necessità di “trovare un consenso sulla riforma del regolamento di Dublino”, il Consiglio non chiarisce quando e come la riforma avverrà.

Il documento sottolinea la distinzione tra migranti economici (chiamati “irregolari”) e rifugiati (“persone bisognose di protezione internazionale”), escludendo del tutto la prima categoria. In realtà, l’Europa vive da anni la contraddizione tra l’aumento delle richieste d’asilo e la chiusura dei flussi regolari: nonostante l’economia in ripresa, oggi l’unico modo per cercare lavoro in Europa è affidarsi agli scafisti. Temi come inserimento lavorativo, fabbisogni delle imprese, riconoscimento di qualifiche e competenze, valutazione delle politiche di integrazione rimangono invece del tutto fuori dal dibattito.

È chiaro a tutti che sul tema delle migrazioni si sta giocando una partita più ampia a livello europeo, ovvero un braccio di ferro tra due visioni opposte di Unione europea. I paesi di Visegrad e l’Austria (a cui spetta dal 1° luglio la presidenza di turno del Consiglio UE), in particolare, sono favorevoli a un maggiore controllo delle frontiere esterne, ma non alla condivisione delle responsabilità dell’accoglienza.

È altrettanto vero che l’immigrazione è un tema che facilmente può essere strumentalizzato o ingigantito, cavalcando paure e percezioni. Peraltro, la stessa intesa su base volontaria è esposta alle variabili politiche: se in futuro si rafforzeranno forze politiche xenofobe in paesi chiave come Francia e Germania, l’Italia rimarrà ancora più isolata, svantaggiata anche dalla posizione geografica

Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini e Chiara Tronchin

LIDO DEL SOLE, BIMBO SALVATO DA CANE BAGNINO SCISAR

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Stamattina, intorno alle ore 11, sulla spiaggia dello stabilimento balneare “Bluemarine Village”, località Lido del Sole, a Rodi Garganico, con il rinforzare del vento di maestrale un ragazzino di 9 anni ha scuffiato (capovolgimento dell’imbarcazione a vela, che perde l’assetto e si ribalta in acqua) a circa 100 mt dalla riva.
Prontamente si sono tuffati in soccorso il giovane Giuseppe Pintucci e il suo cane da salvataggio Yra, con brevetto Scisar Puglia Nord Vieste. Il bagnino del lido, Carmine Perillo, con il pattino di salvataggio li seguiva mentre a terra, l’altro assistente bagnanti, addetto in torretta, Domenico Bocale, teneva sotto controllo il ragazzino in mare. I primi a raggiungerlo sono stati Yra e il suo conduttore. Lo hanno aiutato a raddrizzare la barca e a farlo risalire, mentre sopraggiungeva l’altro assistente bagnanti con il pattino di salvataggio.
Tutto si è risolto per il meglio, grazie alla preparazione di tutti, in particolar modo della unità cinofila da salvataggio Yra, brevettata Scisar, delegazione Puglia Nord di Vieste. (garganotv)

BIBLIOTECA COMUNALE DI SAN NICANDRO, UN FONDO PER LA SUA VALORIZZAZIONE

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Il comune di San Nicandro ha l’opportunità di arricchire e valorizzare il patrimonio libraio della biblioteca civica, purtroppo ancora chiusa. Infatti è possibile utilizzare un fondo statale istituito proprio per questo scopo e il suo obiettivo è la promozione della lettura per tutti a cominciare dagli studenti.

La richiesta di utilizzazione del fondo deve essere prodotta dal dirigente comunale della biblioteca e dai dirigenti scolastici (si consiglio di visionare il decreto Mibact del 5/6/2018, G.U. n. 133 del’11/6/18). Tale richiesta deve essere inviata entro il prossimo 12 luglio per l’anno in corso ed entro il 30 aprile per gli anni successivi. Resta evidente che occorre un progetto per gli interventi da realizzare, per La valorizzazione del proprio patrimonio librario con i costi previsti.

Mancano solo dieci giorni per la presentazione della richiesta e forse sono sufficienti per adoperarsi af fine di ottenere un finanziamento importante per la nostra biblioteca.

GRUPPO NAUTICO TORRE MILETO E AGAPE, UN’ACCOPPIATA VINCENTE

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Domenica, alla presenza di tanti “AMICI”, si è svolta presso la chiesa del Crocifisso, sul Lago di Varano, l’ormai puntuale ed attesa manifestazione di solidarietà per i bambini meno fortunati dell’AGAPE e per i loro genitori che per un giorno hanno abbandonato i loro affanni e le loro intrepidi lotte per trascorrere una spensierata domenica nelle 13 imbarcazioni messe a disposizione dal GRUPPO NAUTICO TORRE MILETO.

La giornata è iniziata con l’imbarco dei bambini e delle loro famiglie ed è proseguita con una splendida uscita in mare e bagno per poi dirigersi nel Lago di Varano, attraversandolo in lungo, fino a raggiungere la Chiesa del Crocifisso sulle sponde dell’altro versante del Lago. Ad attendere il Gruppo Nautico per la solenne cerimonia di apposizione dei fiori al Crocifisso in acqua, tutta l’AGAPE di San Nicandro, di Ischitella e Carpino.

Terminate le operazioni di sbarco, nell’area esterna della chiesa, i bambini sono stati accolti dall’AGAPE come dei veri eroi e con una splendida e ricca festa di accoglienza: ricca di regali per i piccoli, animazione, musica, balli e tutto l’occorrente perché gli “AMICI” trascorressero una memorabile giornata.

È seguita la consueta benedizione delle imbarcazioni e dei loro comandanti da parte di Don Dino, la consegna ai bambini dei tanti giochi e gadget, la consegna da parte del Gruppo Nautico Torre Mileto degli attestati di partecipazione, anche ai benefattori.

Tantissime le manifestazioni di solidarietà da parte di tanti per i piccoli e tanti i toccanti pensieri per loro, così come altrettanti si sono messi a diposizione, in maniera gratuita e talvolta rimanendo nell’anonimato.

Così hanno risposto i Presidenti del Gruppo Nautico Torre Mileto e dell’AGAPE:

“Ormai l’evento sociale è diventato un appuntamento continuativo che dura ormai da cinque anni visto che siamo alla V edizione e sicuramente rimane indelebile nelle menti dei ragazzi dando così il suo piccolo contributo in termini di felicità per loro e avvicinando al problema tantissime genti. L’AGAPE ringrazia noi per tutto ma in realtà siamo noi a ringraziare l’AGAPE perché ci permette di fare qualcosa di veramente importante, qualcosa che arricchisce lo spirito di chi la fa! Vedere i genitori così felici per i loro figli, la soddisfazione dei partecipanti pensando a quanto di bene stanno facendo e soprattutto quella luce, quella luce negli occhi dei ragazzi vi garantisco che è una cosa che, al di là di ogni velleità di apparire o di essere chissà chi, commuove e riempie i nostri animi. Per un giorno ci sentiamo i loro Angeli Custodi. Un grazie per il loro contributo all’azienda farmaceutica ANGELINI per il tramite del socio GN dott. Leo DELUCA, alla MMS “Montenegro” per il tramite del socio GN Matteo Peticchio, alla Pizzeria da “Enzo” di Apricena, per il tramite del socio GN Leonardo Gagliardi, che ha collaborato con il socio V. Flena e ovviamente un grazie all’AGAPE e a tutti i partecipanti”.

“Questa edizione è stata dedicata interamente ad un nostro piccolo “angelo” che quest’anno ha partecipato da lassù perché è volato in cielo diventato un vero Angelo, “Donato Coccia”. Personalmente rivolgo a nome dell’AGAPE i ringraziamenti a tutti per la condivisione e per i tanti gesti di solidarietà e volevo esprimere la nostra gratitudine verso chi, pur se non presente, ha agito e sostenuto, rimanendo nell’anonimato. Ancora un grazie a chi ha contribuito con il suo “lavoro”: penso a Don Dino e Nicola: Parroco e Priore della chiesa del Crocifisso, , all’animazione “RIVA”, al Centro estetico e benessere RAHEEL, ad Antonio Tenace con CHIC GARGANO, a Carmine Padula, al panificio BREZEL, al panificio Mimì per aver messo a disposizione il suo “pony”, a Gina e Mario Caruso, a Bibite Coco, a Lorella Murano, a Leo per la musica, a Matteo La Torre, a Maura Di Salvia ed a tutti quelli che anche in minima parte hanno dato il loro apporto”.

L’appuntamento è per il prossimo anno.

REDDITO DI DIGNITA’ IN PUGLIA: AL VIA LE PROCEDURE SEMPLIFICATE, AMPLIATA PLATEA

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A seguito delle nuove determinazioni della Giunta Regionale che all’inizio di Giugno ha provato le modifiche al Reddito di Dignità per renderlo più efficace rispetto ai cambiamenti intervenuti a livello nazionale per il ReI, da lunedì 2 luglio alle ore 12,00 sarà nuovamente attiva la piattaforma regionale www.sistema.puglia.it/reired2018 per la presentazione delle domande di accesso al ReD – Reddito di Dignità Regionale e al ReI – Reddito di Inclusione Nazionale.

Sono state implementate importanti e significative novità ai fini di semplificare la compilazione della domanda da parte sia dei singoli cittadini, che operino dalle proprie postazioni private, sia dagli operatori degli Sportelli CAF e dei Segretariati sociali comunali regolarmente accreditati.

In particolare nella fase iniziale la richiesta del protocollo di rilascio della DSU a fini ISEE semplifica il rilascio delle info relative a livello ISEE e livello ISRE nonché alla composizione del nucleo fiscale a fini ISEE.

Questo, inoltre, consente al sistema immediatamente di indirizzare la compilazione della domanda verso la linea ReI oppure verso la linea ReD, differenziando subito anche la grafica delle due domande e quindi orientando correttamente ciascun utente anche ai fini delle fasi successive, per la richiesta di informazioni ad INPS (per gli utenti ReI) e ai Comuni (per gli utenti ReD).

Inoltre va evidenziato che dal 2 luglio anche tutti coloro nei cui nuclei familiari non vi siano figli minori possono fare domanda per il ReI, fermi restando i limiti ISRE a 3.000 e ISEE a 6.000.

Invece il ReD regionale si preoccuperà di coprire una platea ulteriore di utenza fragile:
– innanzitutto tutti i nuclei familiari, con o senza figli minori, che abbiano ISRE superiore a 3000 e ISEE fino a 6000;
– quindi tutti i nuclei familiari numerosi e con almeno 3 figli minori, che abbiano ISRE superiore a 3000 e ISEE fino a 10.000.

I Servizi sociali dei Comuni potranno inoltre utilizzare da luglio la leva del sostegno al reddito con il ReD anche per la presa in carico integrata e più efficace di specifici casi di fragilità estrema e urgente, che non fruiscano già di ReI, quali i seguenti:

– “Genitori separati” , cioè coniugi senza reddito da lavoro e che a seguito di separazione sono senza fissa dimora;
– Persone con disabilità, di età compresa tra i 18 e i 64 anni, senza supporto familiare, con ISEE<= 25.000 inseriti/da inserire in un percorso “dopo di noi”;

– Donne vittime di violenza prese in carico, da sole o con prole, in un percorso di accoglienza e protezione.
Per questi casi non sarà necessaria l’istanza di parte e quindi la compilazione diretta o tramite sportello CAF, in quanto saranno gli stessi Servizi Sociali professionali, una volta rilevata la fattispecie, ad attivare la procedura di concessione del Reddito di Dignità.

E’, infine, in corso di definizione la possibilità di riconoscere il ReD anche a Nuclei con ISRE superiore a 3.000 euro.
L’ultima novità, in corso di implementazione nel corso del mese di luglio, riguarda, invece la lavorazione dei dispositivi di pagamento direttamente da parte dei Comuni su piattaforma, che potranno anche optare per il pagamento mensile o per quello bimestrale.

A partire da lunedì oltre al consueto “Supporto Tecnico” accessibile direttamente dalla piattaforma, sarà attivo anche un servizio telefonico di supporto informatico al numero 0804670218.

PARTITO IL NUOVO RICCO CARTELLONE DI EVENTI DELL’ESTATE 2018

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“È ripartita “Apricena E’…State 2018” e la nostra Amministrazione coglie l’occasione per augurare una buona estate a tutta la Cittadinanza, nel segno del divertimento”. Con queste parole il Sindaco Antonio Potenza e l’Assessore alla Cultura Anna Maria Torelli danno il via all’edizione 2018 di “Apricena E’…State” che anche quest’anno movimenterà, ogni serata, tanti luoghi della Città, sia del centro che della zona Sacra Famiglia, passando per Cava Tortorelli, serate che vedranno protagonista, la cultura, lo sport, l’arte, l’enogastronomia ed il divertimento.  Una serie di proposte che daranno spazio ai talenti locali, alle tradizioni e all’intrattenimento, con alcuni eventi di grande spessore e rilievo per la nostra cittadina come – “L’inaugurazione di Corso Roma”, il salotto in Madrepietra della nostra Città, fiore all’occhiello della nostra Amministrazione, che si svolgerà dal 07 al 09 di Settembre – ricordano il Sindaco Antonio Potenza e l’Assessore Alla Cultura Anna Maria Torelli.

“Anche per l’edizione 2018 – sottolinea Torelli – nonostante le poche disponibilità di bilancio siamo riusciti ad offrire, in collaborazione con la “Città Che Vogliamo” e le varie Associazioni, un calendario variegato e ricco di iniziative che sapranno attirare persone anche da fuori Città, un cartellone ricco di eventi che da  giugno fino a settembre, alcuni già tenutisi,  andranno incontro ai gusti più vari” “Il nostro obiettivo – ribadisce il Sindaco Antonio Potenza – non è solo quello di allietare le serate ad Apricena, ma di farlo guardando sempre alla sicurezza e all’incolumità dei nostri Concittadini, con particolare riguardo ai  giovani offrendo quindi divertimento, senza i rischi che comporta il mettersi su strada in serate particolari come quelle estive”. Ringrazio il Vicesindaco Torelli, il Consigliere allo Spettacolo Ivan Augelli, la Città Che Vogliamo e tutte le associazioni apricenesi per l’impegno profuso alla collaborazione di “Apricena E’….state 2018”. Auguro a tutti di poter godere in serenità delle iniziative proposte, conclude il Primo Cittadino.

1° CORRILESINA, ESORDIO CON IL BOTTO

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Archiviata con successo la 1°CorriLesina, Campionato Provinciale 10 km di corsa su strada, svoltasi sabato 30 giugno. La gara organizzata dalla Running Accademy Lucera, ha visto la partecipazione di 400 atleti provenienti da tutta Italia, che hanno invaso il centro lagunare, colorandolo ed animandolo sin dal primo pomeriggio. Percorso pianeggiate su due giri da 5 km (omologato dai tecnici Fidal), con passaggio sul lungolago e il centro storico prima della volata sul lungo rettilineo di arrivo in piazza Lombardi, interamente chiuso al traffico e presidiato da volontari, forze dell’ordine e personale sanitario nel rigido rispetto delle normative vigenti, e nel perfetto stile dell’organizzatore Giovanni Melchionda, coadiuvato da Massimo Farina e altri collaboratori che ha curato personalmente tutti gli adempimenti richiesti per la sicurezza dei podisti.

Veloci le pratiche per il ritiro pettorali e pacchi gara, partenza alle ore 19 in punto, passaggio al 5° km sotto il traguardo e via per il secondo giro, trionfa Dario Santoro che chiude la gara in 30 minuti esatti, precedendo il rientrante Domenico Ricatti ( Aeronautica Militare) e Raffaele Giovannelli (International Security Service), tra le donne la vittoria va a Maria Carmela Landrascina (Trani Marathon) che precede Alessandra Foglia (Podistica Lucera) e Libera Francesca Caputo (Running Club Torremaggiore). Chiudono Antonietta Urbano (Atletica Padre Pio S.G.R.) e Teresa Giuliani (Run & Fun San Severo), nella classifica di società vince la ApricenainCorsa, seguita da I Podisti di Capitanata e Daunia Running. Articolata la premiazione delle società e delle categorie, con l’assegnazione del titolo di Campione Provinciale per i vincitori di ogni categoria tesserati per società della Provincia di Foggia, in rappresentanza del Comitato Provinciale Fidal Foggia, il Consigliere delegato al settore Master Raffaele Luciano, che effettua le premiazioni di rito, insieme alla Presidente della Running Accademy Rossana Simonetti e al direttore tecnico Nicola Bellebuono. Degno di nota è il ristoro finale preparato da un compatto, nutrito e simpatico gruppo di signore e amiche di Poggio Imperiale che hanno deliziato i podisti esausti con ricche porzioni di cibi dolci e salati.

Un bilancio sicuramente positivo per questa prima edizione, una gara fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale che ha investito molto accogliere i podisti e che vuole investire ulteriormente per la crescita di questa gara che rappresenta il lancio dalla Half Marathon Poggio Imperiale Lesina in programma il prossimo 14 ottobre.

Raffaele Luciano

 

SAN NICANDRO, AVVISO INTERRUZIONE PUBBLICA ILLUMINAZIONE ZONA VIA LAURO

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SI AVVISA LA CITTADINANZA CHE, A CAUSA DI UN GUASTO TECNICO, PER QUALCHE GIORNO CI SARA’ INTERRUZIONE DELLA PUBBLICA ILLUMINAZIONE DELLA ZONA DI VIA LAURO.

ECCO IL BILANCIO DELLA FESTA PATRONALE DI SAN NICANDRO

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Come già annunciato dal Comitato Feste Patronale, oggi è stato pubblicato il bilancio della festa di questo anno che si pubblica in allegato.

ATTIVA LA GUARDIA MEDICA ESTIVA A TORRE MILETO

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Il Sindaco Ciavarella, in seguito all’articolo apparso oggi su Civico93 in merito alla guardia medica turistica a Torre Mileto, comunica che è già attiva da ieri. Il 1° luglio ha cominciato la sua attività ma, purtroppo, manca ancora la segnaletica indicante il luogo di pronto intervento che è lo stesso dello scorso anno, cioè il locale adiacente al complesso turistico della “Gardenia”. Insomma nessuno ne era a conoscenza anche per il motivo che non c’è stata nessuna comunicazione in merito.

Il Sindaco informa anche che il solito mercato di Torre Mileto verrà quanto prima spostato in attesa di una completa pulizia della zona.

GUARDIA MEDICA TURISTICA A TORRE MILETO. DA QUANDO?

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Oggi è il 2 luglio ed ancora non entra in funzione a Torre Mileto la Guardia medica estiva, il servizio di assistenza sanitaria rivolto ai turisti italiani e stranieri.

Infatti, durante il periodo estivo San Nicandro Garganico vede la presenza di connazionali che anche dall’estero vengono a passare le vacanze a San Nicandro. Tale servizio elimina il grave disagio che potrebbe essere arrecato alla comunità per la mancanza di pronto intervento in quella parte di territorio di San Nicandro portando soccorso anche al vicino Istmo dello Schiapparo, completamente privo di soccorso disponibile. L’Asl FG non ancora comunica la data di effettuazione del servizio.

Sarebbe opportuno che il sindaco Ciavarella, in assenza della squadra di governo, prenda l’iniziativa di sollecitare l’Asl per il potenziamento del servizio sanitario estivo a Torre Mileto per le piccole e grandi emergenze collegate alla vita balneare.

LA LAGUNA DI VARANO, CENNI STORICI

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I documenti del passato parlano tutti di pesca abbondante e rinomata. Nel Dizionario del Regno di Napoli datato 1797 di Giustiniano leggiamo, infatti: “È incredibile la pesca che si fa in questo lago dalle popolazioni del circondario, e specialmente quella di Cagnano, e dalle altre di Carpino e di Ischitella: capitoni, anguille, capomazzi, spigole, tinche, orate, cefali”

Ne “L’Apprezzo del feudo detto di Varano dello Scaramuzzo” del 1750: “la maggiore quantità di pesca consiste in cefali, spinole, mansi, capitoni, anguille… pescato con vari “istrumenti, et artifici di cannizzate, reti e altro”.

Nella “Fisica appula” di M. Manicone: “Il lago Varano è fonte di un abbondante commercio esterno perché ricco di pescagione fra cui anguille maretiche e pantanine, capo mazzi e capitoni, cefali, manzi, urute, spinole, grugnali e tinche”.  Il documento indugia anche sulle dimensioni dei nostri pesci (diversi rotoli), sulle aree più pescose, sul rapporto venti-pesca.

  1. De Monte in Una gemma del Gargano, 1952, scrive: “Già il lago Varano, per le sue acque speciali, ha ospitato sempre abbondanti e squisitissime qualità di pesce. Basti dire che sinanche i re Carlo d’Angiò e Ferdinando II, entrambi buon gustai, solevano ogni anno provvedersi, dal lago di anguille e pesce salato, particolarmente di uova di cefali e di tinche. Senza dubbio, la qualità del pescame al presente è più varia e più eccellente: oltre i capitoni, i capo mazzi, le anguille maretiche, i mazzoni, le alici, i grognaletti, le ragnette, le folaghe, i mallardi, eccetera, come in passato, non di rado si pescano pesci completamente marini come triglie, merluzzi, avrute e altre varietà ittiche.”

Anche dai ricordi dei nonni, risulta che in passato il lago è stato generoso, restituendo alle famiglie pescate miracolose. Mia madre ricorda con grande soddisfazione i diversi quintali di anguille pescate in una notte del 1972, alla “scurda” della Madonna delle Grazie – Vo jesse benedetta quedda Sanda!

Ma i miracoli non si compiono tutti i giorni e la pesca in laguna nella società tecnologica, conoscitiva e globalizzata come la nostra non può più affidarsi solo alla sorte. La pesca va ripensata, alla luce dell’ecosistema lago, dei sistemi di pesca, delle tecnologie di cui disponiamo, degli studi e delle sperimentazioni, delle esperienze effettuate in altri luoghi, delle capacità progettuali maturate nel tempo, tenendo in ogni caso presente che va evitata la pesca di rapina e che alcune, poche regole vanno rispettate.

I documenti del passato, però, non offrono dati quantitativi sul pescato, tanto da indurmi a pensare che molto probabilmente l’abbondante pesca del passato sia un mito. In realtà, disponiamo di cifre solo dal 1931 – esclusi gli anni del secondo conflitto- al 1985.  Dal prodotto pescato si evince che gli anni più pescosi risalgono dal decennio 1955-1965. Volendo ricercare i motivi che hanno concorso all’aumento del pescato, si può pensare che in quel periodo furono realizzati i lavori di bonifica della Mazzacurati, che gli attrezzi da pesca non erano ancora molto distruttivi, che la vigilanza era attiva, che non ancora era decollata la mitilicoltura, che i reflui urbani erano più contenuti. Il rapporto in ogni caso non è lineare, ma molto più complesso. È probabile però che i lavori di bonifica, i canali sub lacuali, la colmata delle paludi, l’ampliamento e lo sprofondamento delle foci, abbiano avuto i loro effetti.

Un decennio senza morie: l’ultima risaliva al 1954 e la successiva al 1979. Diverse furono comunque le morie registrate in laguna nel tempo, quasi fossero fisiologico. I documenti del passato ricordano, inoltre, quelle cadute negli anni 1809 (capomazzi e anguille), 1823, 1903, 1910, 1924, 1933, 1941, 1949.

Dai dati del decennio più pescoso, però, non si evince che la condizione dei pescatori fosse agiata.

Il   Convegno sul lago di Varano della cooperativa Vongolari Capojale (1982), d’altro canto, si spiega proprio per la crisi innescata sulla pesca e sulla mitilicoltura, dopo la battuta d’arresto di questa nuova attività dal 1973, anno del colera, la moria di pesce del 1979. Da allora, il lago ha cominciato a soffrire irreversibilmente e molti pescatori hanno fatto le valigie, cominciando a dubitare sulla compatibilità tra pesca e mitilicoltura. Preoccupazione infondata, dicono i biologi, a condizione che si impari a gestire anche questa risorsa, nel giusto quantitativo.

Il lago è cambiato anche sotto il profilo della gestione e se tra Otto e Novecento le amministrazioni si prendevano cura di questa realtà, ad esempio, adoperandosi per la realizzazione delle foci, dragandole, facendo eseguire i lavori di bonifica, il banchinaggio, attendendo all’opera di vigilanza, oggi non se cura quasi più.

È vero altresì che in cambio di dette cure, l’amministrazione imponeva e riscuoteva la gabella sul pesce pescato, sugli spanditoi, su aree del lago date in affitto. Una gabella che da 1000 lire passò a 45.000, come ricorda L. Pepe nel 1934, nell’interessante saggio “Memoria in difesa degli usi civici di pesca nel lago Varano”, e che nel 1948 raggiunse la cifra di due milioni di lire (N. De Monte, “Una gemma del Gargano”).

A partire dagli anni Ottanta, comunque, in seguito alla crisi della pesca e al trasferimento della mitilicoltura in mare, non si ha modo di verificare il pescato in laguna. Chiuse anche le pese di Capojale e di Bagno, dove il gabelliere imponeva la gabella sul pesce pescato, ogni pescatore ha fatto come ha potuto, vendendo il frutto del suo lavoro ai commercianti, oppure in proprio, in paese.

La gabella anche se contestata ha offerto ai pescatori una garanzia che oggi non hanno più, perdendo insieme ad essa potere contrattuale. Di fatto ogni pescatore è costretto a svendere il pescato perché in balia di se stesso. Per alcuni di essi meglio sarebbe riapplicarla.

La fenomenologia del pescatore. Cappotte di pandane e stuale,  coppela ngape d’nverno e paglietta d’estate, maglia di lana di pecora anche nella stagione più calda, pantaloni di fustagne o di velluto, il viso solcato di evidenti e numerose righe. Era questo l’aspetto del pescatore del lago. Per conoscere la sua condizione possiamo effettuare delle inferenze, prendendo a prestito informazione dai documenti dell’archivio comunale, dalle storie di vita, dai vissuti personali. C’è poi l’analisi del prodotto pescato dagli anni 1931-1985 (cfr. La laguna di Varano). Allo scopo torna utile anche il richiamo di qualche detto popolare. Quando un pescatore passeggiando per la coppa incontrava un amico o un compare ch li chiedeva: “Come va?”. Egli rispondeva: “Ce camba”. C’era poi un detto più antico che recita: “Prima de Natale né fridde, né fame/dope Natale, fridde e fame”. Terminato l’ultimo novilunio della stagione autunnale, la più pescosa dell’anno, infatti, bisognava tornare a stringere la cinghia.

Andando indietro nel tempo, in un documento del Cinquecento leggiamo: “La condizione dei pescatori cagnanesi si andava facendo insopportabile sempre più. Su la terra ferma non trovavano di che campare, poiché tutto era in mano del feudatario di Cagnano, e nel feudo non si poteva neppure entrare senza il permesso pagato al principesco padrone. Sicché la pesca che il Duca non contrastava più, era il solo mezzo per guadagnarsi il pane e questa veniva loro contrastata con tanta violenza e tanta crudeltà e ferocia dai feudatari di Vico e di Ischitella. […].”

Nel primo ventennio del Seicento i documenti parlano di pescatori fucilati, di altri arrestati, di reti sequestrate (nel numero di 220), di sandali distrutti (15), insomma di ripetute vessazioni e violenze su questa parte misera della popolazione che si vedeva negati gli usi civici affermati sin dal 1306 dal re Carlo II d’Angiò.

Dai dati del catasto Onciario del 1749, si evince che i pescatori costituivano il 19% della popolazione, producevano il 13% dell’imponibile e avevano una redditività media di once procapite di 41, la più bassa tra i produttori. Dalle pagine del catasto Murattiano, 1808, notiamo che il numero degli addetti alla pesca costituiva il 12% della composizione reddituale, che la redditività media procapite era di sei ducati (ancora la più bassa, sia pure di 1 ducato rispetto agli addetti al settore agrosilvopastorale).

Verso la prima metà dell’ottocento, metà della popolazione viveva sulla pesca, ma le loro condizioni di vita erano misere. Questo perché, secondo gli amministratori, non c’era ancora al foce di Capoiale, né era stato realizzato il Drizzagno a Varano.

Avvicinandoci ai nostri tempi, ricorderemo che la malaria ha decimato i nostri pescatori, fino agli anni del dopoguerra. Essa fu debellata con vari mezzi, ma la miseria ha continuato a regnare. Nei primi settant’anni del Novecento, infatti, le condizioni non mutarono, lo posso affermare con sicurezza, perché ne sono testimone. Da bambina anch’io, come gli altri figli di pescatori e come tutti i ragazzini del popolo, andavo a comprare i generi alimentari di necessità con la “carta”, dato che non le famiglie non disponevano di denaro liquido tutti i giorni. I mesi più pescosi cadevano nella stagione dell’autunno e dopo Natale era la fame. Bisognava perciò fare come la formica, mettere da parte per l’inverno, alimentarsi sempre di mazzoni di piccola taglia o di piccole anguille, insomma di pesce di basso valore commerciale. Pane nbusse e brudette quasi tutti i giorni. Un po’ di lardo nel sugo alla domenica.  Vestiti e scarpe fatti in casa o dal vicino, sarto o calzolaio, si riciclavano, passando dai fratelli più grandi ai più piccoli. La scuola meglio non frequentarla perché non dava pane. Non c’era danaro per i libri. Tra i vicini vigeva il baratto, scambiando pesce con uova o formaggi. La bistecca non si conosceva. Quel che più fa meraviglia è che i comportamenti sopra descritti si registravano ancora negli anni Sessanta, quando il pescato registra i valori più alti. Si può chiamare ricco un pescatore che guadagna grosso modo il corrispettivo di ottocento euro di oggi, nel tempo in cui le famiglie erano numerose?

Neanche negli anni più pescosi, che cadono tra il 1955 al 1965, perciò il tenore di vita cambiò.

Leggendo i documenti del passato si corre il rischio di mitizzarlo, di inciampare in certi luoghi comuni, secondo i quali si stava meglio quando in realtà si stava peggio. Negli anni sessanta e settanta, quando i cagnanesi colonizzarono l’isola, si viveva come quelli del terzo e quarto mondo. Si lavavano i piatti nelle acque del lago. Ci si faceva pungere a sangue dalla anofele. Si dormiva in dieci in un monolocale, non di rado sul pavimento. I minori continuarono ad essere sfruttati, senza potere andare a scuola. Tra Otto e Novecento la classe dei pescatori registrava una scolarità minima e contava anche un buon numero di analfabeti. I genitori preferivano condurre con sé il figlio al lago e avviarlo al mestiere. Solo a partire dagli anni settanta del secolo scorso, diversi figli di pescatori hanno cominciato a completare l’obbligo scolastico, conseguendo la terza media, non di rado da privatista. Anche perché obbligati, al fine di ottenere la licenza di pesca.  Con l’emigrazione, i nostri pescatori hanno cominciato a fare i pendolari: sei mesi a Cagnano e sei mesi in Francia, in Germania, in Svizzera. Alcuni non sono più tornati.

L’allevamento dei mitili sembrò portare qualche miglioramento, ma strappò le ragazzine alla scuola, utilizzandole per innestare le cozze: com’erano svelte le loro piccole mani! La gioia è durata poco. Nel 1973 infatti la mitilicoltura fu interrotta per via del colera e nel 1993, a causa della moria delle cozze e grazie ai finanziamenti europei, i pescatori hanno impiantato la mitilicoltura in mare.

Al contempo il numero degli addetti alla pesca ha registrato un forte calo. I dati ufficiali in nostro possesso parlano di poche unità di addetti alla pesca nelle acque del Varano. Vero è invece che chi esercita al pesca e la mitilicoltura in mare, appena fiuta odore di pesce tende le reti e altre trappole nel Varano.  Di fatto accade perciò che i 120 pescatori di mare – che si sono dotati di pescherecci – sono anche pescatori di lago, vivendo una vita più tranquilla e agiata. Va aggiunto che la redditività dei pescatori non è mai stata trasparente, essendo connessa a diverse variabili e prestandosi alle evasioni. I dati in nostro possesso perciò non dicono che una parte della verità.

Leonarda Crisetti

EMERGENZA CALDO, CONSIGLI PER UN’ESTATE SICURA

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E’ cominciato il caldo e, come sempre, alcuni consiglio forniti dall’Asl.

COME POSSIAMO VINCERE IL CALDO?

AMBIENTE DOMESTICO • migliorare il clima dell’ambiente domestico e di lavoro. In casa arieggiare gli ambienti nelle ore fresche e chiudere finestre e tapparelle nelle ore calde. ABBIGLIAMENTO • indossare abbigliamento leggero e proteggersi dai raggi del sole. Vestirsi con abiti leggeri e comodi in fibre naturali (cotone, lino, ecc.) di colore chiaro e ripararsi il capo usando cappelli leggeri di colore chiaro. ESPOSIZIONE AL SOLE • evitare di uscire nelle ore più calde (dalle 11,00 alle 18,00). Passare il più tempo possibile in ambienti freschi, ventilati e condizionati. Fare docce tiepide, bagnarsi il viso e le braccia con acqua fresca per ridurre la temperatura del corpo. COME VIAGGIARE • se si entra in una macchina parcheggiata al sole, aprire gli sportelli per ventilare l’abitacolo e non lasciarvi persone non autosufficienti (neonati, bambini, anziani, disabili) o animali, anche per poco tempo. • se la macchina non è climatizzata, evitare di mettersi in viaggio nelle ore più calde (dalle 11,00 alle 18,00). • prima di mettersi in viaggio, non bere bevande alcoliche o consumare cibi pesanti e assicurarsi di portare con sè sempre una scorta d’acqua.

COSA BERE • bere acqua in abbondanza, anche quando non si ha sete ed evitare alcolici e bevande ghiacciate. COME ALIMENTARSI • mangiare cibi semplici e leggeri, frutta e verdura in abbondanza e conservare correttamente gli alimenti deperibili (latticini, dolci con creme, gelati, carni, ecc.). QUANDO SI ASSUMONO FARMACI • consultare il proprio medico di famiglia prima di assumere o sospendere farmaci, che devono essere conservati nelle confezioni originali, in luogo fresco e asciutto. SAPER RICONOSCERE I SINTOMI DEL CALDO • consultare il proprio medico di famiglia oppure la Guardia Medica (Continuità assistenziale) in presenza di segni e sintomi dovuti al caldo associati tra loro: crampi muscolari, temperatura corporea elevata, sete, sudorazione, svenimenti, vertigini, tachicardia, nausea e vomito, mal di testa, ipotensione, sbandamento, irritabilità. CONTROLLARE I SOGGETTI A RISCHIO • le persone particolarmente suscettibili al caldo devono evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, che potrebbe causare anche perdita di coscienza. • neonati e bambini, anziani (soprattutto se vivono da soli) e persone affette da patologie croniche e disabilitanti necessitano di particolare attenzione.

COSA FARE IN CASO DI BISOGNO?

MEDICO DI FAMIGLIA • Il medico di famiglia (o il pediatra di libera scelta) è la prima persona da consultare, perché è certamente colui che conosce meglio le condizioni di salute, le malattie preesistenti, la posologia e il tipo di farmaci assunti dai suoi assistiti. GUARDIA MEDICA • Durante le ore notturne o nei giorni festivi ci si può rivolgere al servizio di Guardia medica (servizio di Continuità assistenziale) del territorio di residenza, attivo dalle ore 20.00 alle ore 8.00 nei giorni feriali e dalle ore 10.00 del sabato o di un qualsiasi giorno prefestivo alle ore 8.00 del lunedì o del primo giorno feriale seguente.

EMERGENZA SANITARIA • Nel caso di un malore improvviso o in presenza di condizioni che fanno temere un serio pericolo per la vita, attivare immediatamente il servizio di Emergenza sanitaria, chiamando il 1118. IN ATTESA DI SOCCORSO • Prendere la temperatura corporea della persona. Se possibile, traspor- tare la persona in un luogo fresco e ventilato. • Cercare di raffreddare il corpo più velocemente possibile, avvolgendolo in un lenzuolo bagnato e ventilandolo per creare una corrente d’aria o, in alternativa, schizzando acqua fresca, non fredda, sul corpo. Fare bere molti liquidi. • Non somministrare farmaci antipiretici (per esempio aspirina o tachipirina).

CONCERTO DEI “NEGRAMARO” A LECCE

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Il prossimo 13 luglio si terrà a Lecce la tappa del tour nazionale dei Negramaro. Per questo importante evento musicale è prevista la presenza di più di 25mila spettatori, il 70 per cento dei quali – secondo le stime – raggiungerà la città con mezzo proprio. C’è dunque l’esigenza di garantire in quell’occasione un numero sufficiente di posti auto e servizi correlati al parcheggio per l’ordinato afflusso e deflusso di spettatori.
Per il 13 luglio, chi ha acquistato il biglietto per il concerto dei Negramaro potrà raggiungere l’area del concerto da fuori città utilizzando il servizio di Busforfun.com srl prenotandosi sul sito www.busforfun.it.

LA PROVINCIA CANDIDA LE SCUOLE AI FINANZIAMENTI

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Sono state presentate 61 candidature per un importo complessivo di Euro 218.726.278,64. Tra queste ci sono i seguenti istituti di San Nicandro: Istituto d’Arte “Andrea Pazienza” con studio di fattibilità di 4.990.000, 00 euro e l’Istituto Tecnico Commerciale “Fioritto” con studio di fattibilità di 4.985.000,00 euro.