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IL SABATO SANTO E LA SPERANZA CRISTIANA

Il sabato santo è giorno in cui la Chiesa non celebra l’eucaristia, ma “sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte” in attesa della celebrazione della “madre di tutte le veglie”, la Veglia pasquale

Questo giorno è scandito unicamente dalla celebrazione della liturgia delle ore ed è particolarmente significativa al riguardo la seconda lettura dell’Ufficio delle letture, tratta da un’antica Omelia sul sabato santo (III secolo), in cui l’anonimo autore, con grande talento letterario e fervida immaginazione, descrive il dialogo tra Gesù, entrato nel regno dei morti, ed Adamo: “Oggi sulla terra c’è grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi….Svegliati, tu che dormi! Infatti io non ti ho creato perché rimanessi prigioniero dell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura”. L’evento qui descritto, la discesa agli inferi di Cristo, in cui alcuni padri della Chiesa hanno scorto il punto estremo della kenosi del Figlio di Dio, presuppone per una sua adeguata comprensione la fede nella resurrezione. Infatti – come ha scritto il teologo francese C. Duquoc – “la discesa agli inferi nel Credo apostolico non si separa dalla risurrezione, ma sottolinea al contrario la verità della vita nuova in Gesù poiché sottolinea la verità della sua morte”. Per Cristo dunque discendere agli inferi significa affrontare la morte sperando che questa sarà vinta dal Padre a vantaggio non solo del Figlio ma di tutta l’umanità, significa in altri termini “sperare contro ogni speranza che Dio affronterà l’irrimediabile”.

Tale discesa “indica tanto la realtà della morte di Gesù quanto l’inaugurazione della sua vittoria sulla morte”. Difatti, proprio la “rappresentazione della discesa di Gesù nel regno della morte, non l’uscita dal sepolcro come in Occidente, è per le chiese orientali l’autentica icona pasquale. Nella discesa fra i morti e nella conseguente eliminazione di tutta la mancanza di relazioni dell’oscuro regno dei morti si manifesta, infatti, tutta la forza della potenza della risurrezione di Cristo. Anzi, per il grande teologo, Hans Urs von Balthasar questa discesa di Gesù nel regno della morte è addirittura il motivo più profondo della speranza universale. Il Figlio di Dio, essendo, infatti, penetrato proprio lì dove è il posto il peccatore, cioè nel luogo della mancanza di relazioni, della solitudine e della lontananza da Dio, abbraccia con il suo amore anche coloro che sono più lontani da Dio. In tal modo le pote degli inferi si spalancano, sono costrette ad aprirsi alla forza di Cristo che comunica una nuova vita e un nuovo futuro” (G. Greshake).

Cristo ha sconfitto la morte mediante la sua morte che è essenzialmente solidarietà con la condizione dell’uomo fino alla condivisione del suo stato di morte. Secondo Karl Rahner “Gesù ha gustato il nostro stato di morte. Vi è disceso, ha toccato il fondo del nostro essere e si è sprofondato nel suo abisso incommensurabile. Poiché egli vi si lasciò andare abbandonandosi nelle mani del Padre suo, sperimentò l’ingresso nel mistero infinito di questo amore eterno come uno sprofondarsi in maniera anonima nelle tenebre della morte, nel vero stato di morte”. Da tale punto di vista il sabato santo è il giorno della speranza, poiché “confessare che Gesù è disceso agli inferi equivale a confessare un evento salvifico che illumina anche oggi la situazione dell’uomo davanti a Dio e lo distoglie dalla perdizione” (C. Duquoc). La liturgia bizantina invita in questo giorno al silenzio: “resti muto ogni mortale e stia con timore e tremore; non mediti alcunché di terreno”.

Allora il sabato santo è per tutti noi un richiamo all’essenziale, alla contemplazione, fuggendo la chiacchiera quotidiana e l’affaccendamento mondano in cui non c’è posto per il silenzio dove rientrare in se stessi per consegnare la propria fragilità all’amore di Dio. Il sabato santo è traversato dalla domanda sul futuro, nel crollo di tutte le certezze, nell’apparente trionfo del male con la morte in croce di Gesù. Siamo dunque sollecitati in questo giorno ad una profonda riflessione sul senso del vivere e del morire. La morte è un evento che oggi si tende ad esorcizzare, a non prendere in considerazione. E’ la paura che spesso ci afferra di fronte alla percezione bruciante della finitudine umana, insuperabile dentro lo spazio della potenza manipolativa dispiegata dalla tecno-scienza e che si accompagna spesso all’incapacità di pensare un’ulteriorità rispetto all’ambito dell’empirico. Solo il mistero pasquale può aprire alla speranza, proprio quella speranza che in una società dominata dal mito dell’efficienza e in cui tutto è misurato sul metro del fare, del conseguire qualcosa, del produrre, è ritenuta inutile, vuota. Solo la fede nella risurrezione può illuminare le notti oscure della vita, la disperazione che finisce per sovrastarci quando ci scontriamo non solo con la caducità inscritta nella nostra carne ma anche con il male (politico, sociale, economico etc) che sembra dominare la scena del mondo.

La disperazione mortale non può essere l’ultima parola sull’uomo, così come la violenza del potere non può essere il sigillo definitivo sul corso della storia. La memoria della Passione del Signore ci dona uno sguardo diverso sulle vicende umane, spingendoci alla solidarietà con gli uomini e i popoli crocifissi dall’impero del denaro e facendoci entrare nella loro passione fino al dono della vita, con la certezza che la notte del peccato è vinta dalla luce della Pasqua di Cristo e che il silenzio di Dio prelude alla Gloria della Parusia.

Amedeo Guerriere

BANDO PUBBLICO CONTRIBUTI PIANI DI MOBILITA’ CICLISTICA

È stato prorogato al 30 aprile 2021 (ore 12.00) il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al  Bando pubblico per l’assegnazione di contributi finalizzati alla redazione dei Piani della Mobilità Ciclistica in favore degli Enti Locali, con il quale s’invitano i soggetti interessati, in possesso dei previsti requisiti, a presentare istanza di partecipazione per l’assegnazione di un cofinanziamento (in misura massima del 50%) a copertura delle spese di elaborazione di un Piano della Mobilità Ciclistica.

“Abbiamo deciso di prorogare i termini di adesione – ha commentato l’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia – con l’obiettivo di garantire la massima partecipazione degli Enti interessati. Dotarsi di un piano della mobilità ciclistica per un Ente Locale è infatti di fondamentale importanza per pianificare i propri percorsi ciclabili e programmare i relativi interventi, in modo da incentivare l’uso della bicicletta per gli spostamenti casa scuola e casa lavoro dei propri cittadini, anche alla luce di questa fase emergenziale. Inoltre, grazie ai piani della mobilità ciclistica gli stessi Enti potranno accedere ai finanziamenti comunitari dedicati alla mobilità sostenibile. Questa è una ulteriore azione – ha concluso la Maurodinoia – che si innesta nel solco delle attività già intraprese dalla Regione per incentivare la mobilità ciclistica sia con l’adozione della Proposta di Piano Regionale della Mobilità Ciclistica” (PRMC) sia con l’approvazione delle Linee Guida regionali per la redazione dei Piani della Mobilità Ciclistica degli enti locali”.

Possono presentare domanda di partecipazione alla procedura i Comuni, le Province e la Città Metropolitana della Regione Puglia, che non risultino destinatari di alcun contributo, statale o regionale, per la medesima finalità, in forma singola o in forma di associazione di Enti Locali con la nomina di un capofila. Potranno, altresì, partecipare al bando anche gli Enti Locali, già dotati del Piano della Mobilità Ciclistica che sia stato adottato o approvato da più di tre anni alla data del 31/12/2020 e, di conseguenza, necessita di aggiornamento.

Per ulteriori informazioni e per visionare gli allegati del bando si rimanda all’indirizzo: https://regione.puglia.it/web/territorio-paesaggio-e-mobilita/-/bando-pubblico-assegnazione-contributi-redazione-dei-piani-mobilita-ciclistica

BRUCIATURE STOPPIE IN AREE PROTETTE

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Nota del Gruppo regionale di Fratelli d’Italia.

“L’approvazione all’unanimità del Consiglio regionale di un annoso problema agricolo è la dimostrazione che anche dall’opposizione si possono ottenere risultati nell’interesse dei pugliesi. In questo caso del mondo agricolo dal quale eravamo stati sollecitati, compresa la Coldiretti che aveva più volte sollevato il problema della bruciatura di stoppie nelle aree protette e nei siti “Natura 2000”.

Con l’emendamento a firma del consigliere Francesco Ventola, fermo restando il divieto assoluto di bruciature nel periodo compreso tra il 1° giugno ed il 30 settembre, sarà possibile bruciare le erbacce che compromettono il raccolto del grano e altre colture, senza considerare i disagi che prati incolti rappresentano per i pascoli.

L’emendamento approvato modifica la legge in materia di incendi boschivi, e con le dovute autorizzazioni permette agli agricoltori di bruciare le stoppie anche in zone dove finora era impossibile farlo perché aree protette. Fratelli d’Italia si è solo resa disponibile all’ascolto di chi cercava di far capire all’assessorato all’Agricoltura che quelle pratiche agricole erano indispensabili anche per la salvaguardia dell’Ambiente. E dobbiamo dire che l’assessore Donato Pentassuglia si è dimostrato sensibile e favorevole, un atteggiamento che ha consentito di portare a casa il risultato”.

 

LE DICHIARAZIONI DI FURORE E FARO SUL RADDOPPIO DEL TRATTO FERROVIARIO LESINA-TERMOLI

“Ha finalmente preso il via, grazie al lavoro del Movimento 5 Stelle in questi anni al fianco del nostro sottosegretario Giancarlo Cancelleri la fase di progettazione esecutiva e di realizzazione del raddoppio del primo lotto, tra Lesina e Ripalta, della linea ferroviaria adriatica. È una notizia storica perché, finalmente, si elimina questa specie di collo di bottiglia, che rende un inferno la vita degli utenti, migliorando così la qualità del servizio lungo la Dorsale adriatica, nella direttrice Lecce-Bologna. Il tutto non perdendo di vista la cosa più importante: la tutela ambientale”.

Così in una nota l’europarlamentare del MoVimento 5 stelle, Mario Furore e la parlamentare, Marialuisa Faro.

“Il raddoppio (circa 7 chilometri sui 32 complessivi tra Termoli-Lesina, verrà realizzato con un viadotto a 47 campate. Ciò rappresenta una vera svolta per il territorio perché permetterà di superare, per la prima volta, l’annoso problema degli allagamenti della linea ferroviaria dovuti alle esondazioni del fiume Fortore. I lavori hanno un valore di 106 milioni di Euro e saranno portati a termine nel 2025. Gli addetti occupati a regime saranno 200. Un’attività che avrà un chiaro ritorno tanto sull’occupazione, quanto sulla crescita e lo sviluppo per le imprese locali coinvolte nel cantiere”.

Ma, in un periodo così particolare per la nostra Italia, si ha necessità, oltre che il dovere, di fare la politica in modo serio, responsabile e, soprattutto, si deve comunicare il modo trasparente e lineare, senza mettersi le medaglie in petto.

“Massimo Casanova, europarlamentare della Lega ha avuto il coraggio di spacciare, in questi giorni, come vittoria leghista il parere positivo espresso dalla Commissione Tecnica VIA sull’intervento infrastrutturale di raddoppio dei binari ferroviari nel tratto Termoli-Lesina, tra il Molise e la Puglia: Non diciamo fesserie! – hanno evidenziato Furore e Faro – La Commissione Tecnica è indipendente dalle dinamiche governative, ed è stata formata per altro in un periodo in cui l’allora ministro era Sergio Costa, quando la Lega era orgogliosamente all’opposizione: quindi, prima della nascita del governo Draghi.

Sempre la Lega accusava noi del M5S di voler bloccare l’opera semplicemente perché cercavamo di far coesistere l’infrastruttura con la sostenibilità ambientale (tema che, come sapete, per noi è centrale in tutti i settori)”.

Le conclusioni di Faro e Furore:

“Troppo comodo arrivare ora e prendere meriti che non sono propri. Questa è la differenza tra chi fa, chi ogni giorno s’impegna, e chi è abituato solo a parlare”.

POLICLINICO FOGGIA, IL REPORT AGGIORNATO DEI PAZIENTI COVID-19

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Si informa che il numero dei pazienti Covid-19 ricoverati presso il Policlinico Riuniti di Foggia aggiornato ad oggi, differenziato per reparto, con l’indicazione dell’età media e della percentuale di genere, è il seguente:

MALATTIE INFETTIVE 84

PNEUMOLOGIA 37

RIANIMAZIONE 32

MALATTIE INFETTIVE AD INDIRIZZO CHIRURGICO 9

MALATTIE INFETTIVE AD INDIRIZZO OSTETRICO – GINECOLOGICO 1

MALATTIE INFETTIVE AD INDIRIZZO NEFRO-UROLOGICO 12

MALATTIE INFETTIVE AD INDIRIZZO GASTROENTEROLOGICO 14

MALATTIE INFETTIVE AD INDIRIZZO PSICHIATRICO 0

TOTALE RICOVERATI 189

ETÀ MEDIA:  67 anni

% M/F – TOTALE M 62%   F 38%

MEDICINA D’URGENZA – OBI COVID 20

TOT. POSITIVI COVID PRESENTI 209

SULL’UDT DI SAN NICANDRO CHIESTA AUDIZIONE AL D.G. ASL-FG PIAZZOLLA

Il consigliere regionale del M5S Marco Galante ha chiesto un’audizione al D.G. Piazzolla sull’Unità di Degenza Territoriale di San Nicandro Garganico chiusa da un anno.

La struttura è chiusa dallo scorso anno per effettuare interventi per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza per il Covid. In quell’occasione il dg Piazzolla aveva chiarito la volontà da parte dell’Asl di riaprire l’UDT in modo che potesse continuare a funzionare come ospedale di comunità. A distanza di un anno però è ancora tutto fermo e i cittadini di San Nicandro Garganico hanno diritto di sapere quali siano le decisioni assunte dalla Asl sull’’Unità di Degenza Territoriale. Una questione di cui mi ha interessato la nostra parlamentare Marialuisa Faro che ringrazio, perché di grande importanza per la comunità.

In audizione chiederò al direttore Piazzolla il cronoprogramma dei lavori per l’adeguamento ai protocolli anti Covid e per la conseguente riapertura dell’Unità di Degenza Territoriale. Parliamo di un presidio fondamentale per garantire l’assistenza territoriale, sia per San Nicandro che per i comuni vicini e non si può continuare a lasciare scoperto il territorio.

La Asl, dopo le rassicurazioni dello scorso anno sulla volontà di non chiudere l’UDT, deve dare seguito a quanto detto. I cittadini attendono risposte.

Sono contenta che il consigliere regionale Marco Galante abbia immediatamente accolto la richiesta dei cittadini di San Nicandro Garganico e attendiamo l’audizione di Piazzola per avere risposte ufficiali e non di circostanza e che vengano seguite poi dai fatti. L’Udt di San Nicandro G.co essere attrezzato e deve poter riaprire per dare un servizio alla comunità”. Questa la dichiarazione dell’on Marialuisa Faro.

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 2 APRILE 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 2 aprile 2021 in Puglia, sono stati registrati 14.031 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 2.044 casi positivi: 776 in provincia di Bari, 137 in provincia di Brindisi, 194 nella provincia BAT, 336 in provincia di Foggia, 217 in provincia di Lecce, 415 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione, 34 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti.

Sono stati registrati 25 decessi: 13 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 7 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.885.180 test.

143.805 sono i pazienti guariti.

48.747 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 197.425 così suddivisi:

77.337 nella Provincia di Bari;

19.269 nella Provincia di Bat;

14.380 nella Provincia di Brindisi;

36.486 nella Provincia di Foggia;

18.642 nella Provincia di Lecce;

30.328 nella Provincia di Taranto;

691 attribuiti a residenti fuori regione;

292 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

CARABINIERI FOGGIA, OPERAZIONE “PRINCIPI E CAPORALI”

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Caporalato. Braccianti sfruttati, costretti a lavorare anche 16 ore al giorno: 10 misure cautelari personali e 8 aziende sottoposte a controllo giudiziario. 

Accertate e documentate le condizioni di sfruttamento cui erano sottoposti numerosi braccianti extracomunitari provenienti dall’Africa, impiegati a lavorare nelle campagne della Capitanata, tutti “residenti” nella nota baraccopoli di Borgo Mezzanone, ove insiste un accampamento che ospita circa 2000 persone, che vivono in precarie condizioni igienico-sanitarie e in forte stato di bisogno.

Le prolungate, complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia e condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Manfredonia e da quelli del Nucleo Ispettorato di Foggia, hanno preso le mosse dalla diffusa situazione di illegalità radicata nelle campagne del foggiano, non indifferente ai Carabinieri che quotidianamente svolgono servizi di controllo del territorio in quell’area.

Numerosi furgoni, quasi sempre privi di assicurazione e modificati nelle caratteristiche costruttive per consentirne il trasporto anche di 20/25 persone in luogo delle 9 previste per quel tipo di mezzi, è la situazione che giornalmente ci si trova a vedere passando per le campagne. A bordo di furgoni e autovetture vetuste si vedono giovani braccianti che per guadagnare qualche soldo si prestano a lavorare anche in condizioni di evidente sfruttamento.

Servizi di osservazione e pedinamento sono bastati ai Carabinieri per comprendere le dinamiche: i braccianti, quasi tutti africani, venivano prelevati dalla baraccopoli di Borgo Mezzanone e da li, a bordo di precari automezzi, venivano trasportati nelle vicine campagne di Stornara (FG), per poi essere impiegati a lavoro nei campi a ritmi estenuanti, spesso senza i previsti dispositivi di protezione individuale e soggetti a controlli serrati da parte dei caporali.

La chiara fotografia della situazione rappresentata alla Procura della Repubblica di Foggia, che sul fenomeno del Caporalato aveva già fornito direttive precise nel recente passato, ha permesso di avviare l’indagine denominata “Principi e Caporali”, attiva da luglio a ottobre 2020, condotta oltre che attraverso numerosissimi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, anche con il fondamentale ausilio delle attività tecniche di intercettazioni telefoniche, grazie alle quali è stato possibile cristallizzare il sistema di selezione e reclutamento della manodopoera messo in piedi dai proprietari delle aziende incriminate, padre e due figli, che avvalendosi di stretti e fidati collaboratori, italiani e non, avevano messo in piedi un apparato “quasi perfetto”, che andava dall’individuazione della forza lavoro necessaria per la lavorazione dei campi, al reclutamento della stessa, fino al sistema di pagamento, risultato palesemente difforme rispetto alla retribuzione stabilita dal CCNL, nonché dalla tabella paga per gli operai agricoli a tempo determinato della provincia di Foggia.

Le buste paga, infatti, sono risultate non veritiere, poiché nelle stesse venivano indicate un numero di giornate lavorative inferiori a quelle realmente prestate dai lavoratori, senza tener conto dei riposi e delle altre giornate di ferie spettanti. I lavoratori, tra l’altro, non venivano neanche sottoposti alla prevista visita medica.

Agli indagati, 10 in totale, di cui 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 6 sottoposti all’obbligo di presentazione alla p.g., viene contestato –a vario titolo– l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, di cui all’art. 603 bis del codice penale, recentemente modificato con la legge 199/2016.

Tutti i soggetti, S.K., ivoriano di anni 35, K.A. senegalese di anni 31, K.S. guineano di anni 31, quali intermediatori illeciti e reclutatori della forza lavoro, D.P. di anni 66, D.A. di anni 31 e D.R. di anni 40, padre e figli, italiani, titolari delle società agricole, quali utilizzatori della manodopera,   F.M. di anni 30 e F.T.E. di anni 56, italiani, quali gestori delle assunzioni e dei pagamenti dei lavoratori e D.L.A. di anni 44  e M.N. di anni 58, italiani, addetti al controllo sui campi dei braccianti, in concorso, assumevano, utilizzavano o comunque impiegavano manodopera costituita da decine di lavoratori africani, allo scopo di destinarla alla coltivazione di terreni agricoli di proprietà, o comunque nella disponibilità delle suddette imprese e società, sottoponendo i predetti lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno derivante dalle condizioni di vita precarie e dalla circostanza che essi dimorano presso baracche e ruderi fatiscenti all’interno della zona denominata “expista” di Borgo Mezzanone, pretendendo dagli stessi anche del denaro sia per il trasporto che per l’assunzione, con l’aggravante di aver commesso il fatto impiegando un numero di lavoratori superiori a tre.

In particolare, gli indagati, in concorso hanno reclutato e impiegato a vario titolo manodopera a basso costo, per destinarla alla coltivazione di terreni agricoli in violazione, in violazione:

  • dei contratti collettivi nazionali, pagando i braccianti circa 4 euro anziché 7;
  • della normativa di settore relativa all’orario di lavoro e ai periodi di riposo,
  • della materia di sicurezza e igiene sul luogo di lavoro, in quanto impiegavano i suddetti lavoratori senza fornire loro dispositivi per la prevenzione degli infortuni (guanti, scarpe, abbigliamento ecc.), necessari allo svolgimento delle mansioni cui venivano adibiti e, anzi, li costringevano, ove necessari, ad acquistarli a loro spese o gli venivano decurtati dalla paga mensile;

Aspetto non meno rilevante, è il controllo serrato cui i braccianti erano sottoposti, attuato dai caporali su istigazioni degli odierni indagati, che altresì comminavano loro anche delle arbitrarie sanzioni disciplinari, prive di ogni garanzia di legge come, ad esempio, sottraendo € 1 di paga dalla retribuzione in quanto risultava errato il conteggio dei cassoni di pomodori raccolti e/o minacciando il licenziamento salvo riparo del danno che involontariamente avevano creato, come ad esempio quando durante i lavori venne danneggiato il lucchetto di una saracinesca per il quale pretesero il pagamento di una somma, o ancora il pagamento di una somma per poter essere inseriti nella lista dei braccianti da assumere e tenere in considerazione per lavori futuri

Contestualmente, in esecuzione della medesima ordinanza, il GIP di Foggia ha disposto il sequestro preventivocomprensivo delle relative sedi operative, dei beni mobili registrati e degli immobili e l’assoggettamento al controllo giudiziario[1]di 8 (otto) aziende agricole, riconducibili a 3 dei soggetti colpiti da misura cautelare. Il controllo giudiziario dell’azienda, introdotto con la legge 199/2016 ex art. 3, è quell’istituto che in base al quale l’amministratore giudiziario affianca l’imprenditore nella gestione dell’azienda fino alla completa regolarizzazione di tutti i rapporti di lavoro intrattenuti ed alla rimozione di tutte le irregolarità riscontrate. Sarà sempre l’amministratore, poi, ad autorizzare lo svolgimento degli atti di amministrazione utili all’impresa, riferendo al giudice ogni tre mesi, e comunque ogni qualvolta emergano irregolarità circa l’andamento dell’attività aziendale. Tutto questo, nell’ottica del legislatore è imprescindibile percorso da seguire per impedire che si verifichino ulteriori e censurabili situazioni di grave sfruttamento lavorativo.

10 M€ il valore complessivo dei beni sequestrati e 6 M€ il fatturato annuo delle aziende sottoposte a controllo giudiziario.

Le complesse ed articolate indagini svolte dai militari del NOR della Compagnia di Manfredonia e da quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro sono state effettuate con il prezioso supporto di personale del progetto SU.PRE.ME.[2], che ha messo a disposizione delle indagini un mediatore culturale, impiegato dai carabinieri nelle attività tecniche di intercettazioni telefoniche quale valido e fondamentale interprete, il cui contributo ha avuto un peso considerevole per il buon esito dell’indagine.

 

 

[1]    ex art 3 L. 199/16, (Controllo giudiziario dell’azienda e rimozione delle condizioni di sfruttamento).

[2]   è un progetto co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020, che mira a realizzare un’azione di sistema interregionale, mettendo in atto delle misure indirizzate all’integrazione socio-lavorativa dei migranti come prevenzione e contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura.

FINANZA: INDEBITA PERCEZIONE REDDITO DI CITTADINANZA PER OLTRE MEZZO MILIONE DI EURO. 113 DENUNCIATI

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Proseguono, nell’ambito delle attività finalizzate al controllo e alla tutela della spesa pubblica nazionale, le indagini dei finanzieri del Comando Provinciale di Foggia dirette a scoprire chi ha percepito con l’inganno il Reddito di Cittadinanza. Prima della fine del 2020 erano già finiti sotto la lente degli investigatori 63 nuclei famigliari.

Nei primi tre mesi dell’anno gli ulteriori approfondimenti della Guardia di Finanza, sulla base di apposito coordinamento info operativo con l’INPS, hanno portato alla scoperta e alla denuncia alla Procura della Repubblica di Foggia di n. 113 persone, il cui nucleo familiare percepiva il “Reddito di Cittadinanza” pur non avendone diritto, perché sottoposti a misure cautelari personali, proprietari di immobili o valori mobiliari, percettori di redditi – oltre determinate soglie – non dichiarati nonché disponibilità liquide derivanti da vincite al gioco.

La concessione del sostegno economico ad integrazione del reddito delle famiglie quale misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale è subordinata, tra l’altro, ad una serie di requisiti reddituali e patrimoniali che cumulativamente ciascun nucleo familiare deve possedere al momento della presentazione della domanda e conservare per tutta la durata dell’erogazione del beneficio.

Analizzando le numerose istanze presentate per ottenere il beneficio in argomento, i Finanzieri hanno approfondito la posizione di numerosi nuclei familiari riuscendo a rilevare che alcuni di questi avevano indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza perché:

  • in 81 casi, in sede di istanza all’Ente erogatore, il richiedente non aveva comunicato la sussistenza di una causa ostativa alla percezione del beneficio e cioè l’essere stato sottoposto a misura cautelare personale, ovvero la presenza nel proprio nucleo familiare di un componente attinto da analoga misura coercitiva. Tra gli 81 soggetti pregiudicati, 8 sono risultati essere affiliati alla criminalità organizzata;
  • in 22 casi, all’atto della richiesta del beneficio, erano state fornite false informazioni relative alla composizione del nucleo familiare, ai redditi percepiti o alla posizione lavorativa – in alcuni casi in nero – dei componenti dello stesso;
  • in 6 casi non erano state denunciate proprietà immobiliari o mobiliari;
  • in 2 casi hanno omesso di segnalare vincite on line per oltre 55 mila euro;

Da segnalare, infine, il caso di n. 2 percettori, di cui uno gravato da precedenti di polizia, che, nonostante fossero stati denunciati lo scorso anno per aver richiesto e ottenuto fraudolentemente il Reddito di cittadinanza, hanno reiterato l’istanza continuando a fornire informazioni non veritiere circa l’assenza di cause ostative alla percezione del sostegno.

Tutte le posizioni illecite emerse dalle indagini sono state segnalate all’INPS per la revoca e il recupero del beneficio economico non dovuto, nonché denunciate alla Procura della Repubblica di Foggia, che coordina le indagini per accertare le responsabilità di chi ha frodato l’Ente erogatore fornendo dichiarazioni false e omettendo informazioni dovute.

L’importo complessivo delle somme non dovute, sottratte fraudolentemente all’INPS, e di cui si provvederà al recupero, ammonta a oltre 560 mila euro.

Le pene previste per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza sono la reclusione da 2 a 6 anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta informazioni dovute e da 1 a 3 anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’Ente erogatore delle variazioni di reddito, del patrimonio nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o revoca del beneficio.

I risultati riportati manifestano la particolare attenzione del Corpo nel contrastare fenomeni che, come nel caso dell’accesso a benefici assistenziali da parte di chi non ne ha titolo, hanno un elevato disvalore socio – economico perché generano un danno immediato alle casse pubbliche distraendo risorse che potrebbero essere invece impiegate a favore di coloro che ne hanno realmente necessità.

 

L’ASS. BARONE AGLI AMBITI SOCIALI: “ASSUMERE ASSISTENTI SOCIALI A TEMPO INDETERMINATO”

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L’assessora al Welfare Rosa Barone ha inviato una nota agli Ambiti Sociali Territoriali e ai Comuni che li compongono per invitarli all’assunzione di assistenti sociali a tempo indeterminato, in modo da potenziare e dare continuità ai servizi sociali comunali, specificando che ciò è possibile facendo ricorso alle risorse della Quota servizi del Fondo Povertà, come chiarito anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

La Legge nazionale 178/2020 ha introdotto un livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale, definito da un operatore ogni 5.000 abitanti e un ulteriore obiettivo di servizio, definito da un operatore ogni 4.000 abitanti. In quest’ottica, ai fini di potenziare il sistema dei servizi sociali comunali, il governo nazionale ha previsto l’erogazione di un contributo economico a favore degli Ambiti sociali territoriali (ATS) in ragione del numero di assistenti sociali impiegati in proporzione alla popolazione residente. Il contributo è determinato in 40.000 euro annui per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato dall’Ambito, o dai Comuni che ne fanno parte, in numero superiore al rapporto di 1 operatore a 6.500 abitanti e fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 5.000 abitanti; 20.000 euro annui per ogni assistente sociale assunto in numero eccedente il rapporto di 1 a 5.000 abitanti e fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 4.000.

“Molti Ambiti – spiega Barone – non raggiungono allo stato il rapporto minimo di 1 assistente sociale a tempo indeterminato ogni 6500 abitanti, per questo non possono usufruire nell’anno in corso dell’anzidetto contributo. Per evitare che i Comuni perdano queste risorse e siano costretti a interrompere l’erogazione di servizi essenziali per le comunità, gli Ambiti e i Comuni che lo compongono possono indire ed espletare nel 2021, concorsi pubblici per l’assunzione di assistenti sociali a tempo indeterminato”.

Nella lettera si ribadisce che per potenziare il sistema dei servizi sociali comunali gestiti in forma singola o associata, il comma 802 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2021 prevede la possibilità fino al 31 dicembre 2023 di indire procedure concorsuali per l’assunzione a tempo indeterminato riservate, in misura non superiore al 50 per cento dei posti disponibili, al personale non dirigenziale con qualifica di assistente sociale che possieda tutti i requisiti di cui all’articolo 20, comma 2, del D. Lgs. n. 75/2017, mentre il comma 1 dell’articolo 20 del D. Lgs. n. 75/2017 consente di trasformazione i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato qualora siano rispettate le condizioni indicate.

“In un momento come questo – conclude Barone – è necessario potenziare i servizi sociali. Per questo ho voluto invitare gli Ambiti e i Comuni ad usare le risorse disponibili per l’assunzione degli assistenti sociali, in modo da dare continuità alle politiche sociali attuate e garantire il sostegno alle persone più fragili”.

 

VENERDI’ SANTO, IL SILENZIO DI UNA PROCESSIONE SENZA TEMPO

Nel giorno del Venerdì Santo è prevista la traslazione del venerato simulacro della Vergine Addolorata. Dalle ore 16:00, in tutte le parrocchie, la celebrazione ultime Sette Parole e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Alle 19:00 processione delle sacre effigi dei Misteri con il Cristo Morto e la Vergine Addolorata accompagnata dal Miserere e dai canti della Passione.

La processione del Venerdì Santo di San Nicandro in cui si celebra la religiosità più sentita dell’anima lascia senza parole. Un susseguirsi di emozioni al passaggio dei vari simulacri del Cristo nei vari momenti della sua passione e morte. Un silenzio che arriva dentro e che accarezza il cuore, un momento di doIore che si trasforma in intensa voglia di credere, una spiritualità che pervade l’atmosfera della sera. Nessuno apre bocca se non per pregare. Nessuno che viene distratto da chi assiste ai bordi della lunghissima processione, ognuno con il proprio “io” quasi a voler dialogare con sè stesso e, magari, rivedere il percorso della propria vita con i dolori che non si dimenticano mai ricordando qualcuno che non c’è più, con la leggerezza di un sentimento che assomiglia tanto alla generosità verso il prossimo e alla fiducia verso chi ti accompagna ogni giorno. La penombra della sera e la luce soffusa dei lampioni creano un’atmosfera che sembra irreale confusa in quel silenzio che è musica che si ascolta e che non ha parole perché ognuno possa interpretare quelle note come il suo cuore e la sua anima vuole. Un mistero che ognuno lo vive nella sua intimità all’ombra dei suoi ricordi più dolorosi.

Poi, quando anche gli ultimi fedeli che seguono la processione sono passati, si torna alla quotidianità di sempre con una voglia di credere di più. Tutta colpa di quel silenzio che è entrato nei meandri più inaccessibili della nostra mente e che ha svegliato quella parte della nostra coscienza più restia a credere negli altri, a credere che il mondo è colui che ti sta vicino anche se straniero. Sarebbe forse il caso di pensare a questo silenzio almeno una volta al giorno e chissà, forse aiuterebbe tutti a capire quello che ogni giorno si dimentica.

MISERERE MEI DEUS, APPUNTI SULLA SETTIMANA SANTA A SAN NICANDRO

Il corpus rituale della Settimana Santa sannicandrese segue le direttive della liturgia ufficiale, che, come è noto, col tempo si è aggiornata al succedersi delle varie riforme, la più incisiva delle quali resta quella del 1955. L’espressività cerimoniale extraliturgica ripropone modelli ampiamente diffusi, riscontrati, pur con le dovute differenze e specificità, in altri contesti etnografici (cfr. Atzori 2003).

Qui come altrove, anch’essa negli anni è stata soggetta a rivisitazioni, dovute in parte all’opera degli esponenti del clero, alcuni dei quali impegnati a marginalizzare ed emendare dal complesso cerimoniale tanto gli aspetti ritenuti più “rumorosi”, nel tentativo di instaurare quel silenzio prescritto per l’occasione, quanto quelli “popolari”, riconducibili in primo luogo all’azione delle associazioni confraternali laiche. In quest’ultimo caso, a essere colpito è stato il cosiddetto “Incontro”, introdotto nel 1982 su iniziativa privata sostenuta dalle confraternite e (tollerata) dal clero. L’evento, caratterizzato da una forte partecipazione popolare, si teneva alle cinque del mattino e prevedeva l’“incontro” tra i simulacri dell’Addolorata e quello del Cristo caduto sotto la croce, portati in processione da cortei distinti; entrambi convenivano in piazza Domenico Fioritto e nel momento in cui i due simulacri giungevano uno di fronte all’altro il frapporsi della croce ne impediva simbolicamente il contatto. Un suggestivo effetto teatrale enfatizzato, sul piano acustico, dall’improvviso spegnersi del fragore degli “strumenti delle tenebre” (cfr. Levi Strauss 2001), il cui risuonare accompagnava la corsa dei cortei, all’inserimento della croce, dando luogo, per alcuni minuti, a un silenzio irreale. La decisione di sopprimere la manifestazione paraliturgica nel 1997, stando alla linea ufficiale, venne dettata dalla necessità di preservare l’integrità del complesso cerimoniale “tradizionale” da elementi allotri. Una vexata questio che ogni anno, puntualmente, si ripropone quale argomento di confronto tra il clero e le confraternite, tra integralisti, color che son sospesi e i sostenitori del ripristino. Non meno incisiva anche l’iniziativa delle confraternite, a cui è riconducibile l’introduzione, nella seconda metà degli anni Settanta, della Via crucis cittadina, in sostituzione dell’Ufficio delle tenebre del Mercoledì, celebrato fino agli anni Cinquanta.

Pur divise da ataviche rivalità, ieri come oggi sono le confraternite (cungréje), di concerto con il clero, a detenere la regia degli eventi delle cerimonie della Passione e Morte del Cristo e a garantire il «rito sonoro» (Ricci 2012: 42) che si consuma nei giorni del Triduo pasquale. Cinque le associazioni confraternali attualmente presenti e operanti: le Arciconfraternite del SS. Sacramento (istituita nel 1580, regio assenso del 1776, che ha sede presso la Chiesa del “Carmine”) e del Sacratissimo Rosario (canonicamente eretta nel 1718 (ma attiva già dal sec. XVII), regio assenso del 1750, con sede presso la Chiesa di San Giovanni Battista), le confraternite della Pietà e della Morte (istituita nel XVII, regio assenso del 1769, con sede presso la Chiesa dei “Morti”), di Maria SS. della Cintura (istituita nel 1863, con sede presso la Chiesa di San Biagio) e di Maria SS. di Costantinopoli (istituita nel 1882, con sede presso la Chiesa di San Giorgio) (cfr. Petrucci 2018).

Al loro strumentario appartengono gli idiofoni in legno denominati ndròccëla (battole) e tirrë tirrë (raganelle) (cfr. Sachs 2009: 539-555, Tucci 2007), che, realizzati nel tempo da artigiani locali su loro commissione o a esse donate in quanto associati, dopo il lungo periodo di riposo ritornano a far sentire la loro rumorosa voce. Scossi e fatti roteare dai confratelli e da chierichetti in età adolescenziale, ndròccëla e tirrë tirrë trovano impiego principalmente come strumenti da segnale per richiamare l’attenzione dei fedeli sui diversi momenti della drammaturgia rituale, come sostituti delle campane “legate” dopo il Gloria vespertino del Giovedì Santo, nel corso della Missa in coena Domini; un’interpretazione della funzione di questi strumenti che «sembra fortemente riduttiva e deviata da una sovrapposizione ideologica influenzata dalla Chiesa. Appare evidente invece […] che la produzione formalizzata di suoni indeterminati, in contesti cerimoniali di propiziazione, di rischio legato alla morte della divinità e di rinascita, rivesta una precisa funzione esorcistica e apotropaica dello spazio umanizzato» (Ricci 2012: 60-61). Il loro risuonare a sera inoltrata dà inizio della visita ai Sëppulëcrë, gli altari della deposizione, allestiti nelle parrocchie e rettorie del paese. Ogni confraternita attraversa le strade del centro abitato con in testa al corteo la croce raffigurante gli strumenti della Passio Christi, accompagnata da un esponente del clero (consuetudine consolidatasi negli ultimi due decenni); lungo il percorso è anticipato dal cerimoniere, che verifica la percorribilità dello spazio viario e se nella chiesa meta dei suoi sodali sia in corso la visita di qualche gruppo parrocchiale o di altre confraternite. Il percorso e le soste di alcune di esse sono scanditi dalle esecuzioni di O fieri flagelli (nella diffusissima versione attribuita a Sant’Alfonso De Liguori), Gesù mio con dure funi, Ai tuoi piedi o bella Madre (eseguito esclusivamente dalla Pietà e Morte al rientro nella propria sede al termine della visita alle sette chiese, a notte inoltrata) e del “Miserere” (Mësarérë), il Salmo 50 della Vulgata. Questo è intonato in chiesa con l’accompagnamento dell’organo o a cappella durante il percorso processionale e la prassi performativa prevede l’alternanza tra un gruppo di cantatori (al suo interno distinto in voci di “canto”, che eseguono la melodia principale, e di “controcanto”, che si assestano una terza sotto a essa) e il “solista”, a cui è affidata la cantillazione dei versetti pari del testo biblico (cfr. Frascaria 2018; si ascoltino le tr.e 20-24 del CD 2 a esso allegato). Il “Miserere”, tra i canti oggi in uso, è considerato l’emblema del repertorio confraternale (tanto che la sua specificità esecutiva è oggetto di contesa tra le cungrée) e costituisce l’impronta sonora più rappresentativa del paesaggio sonoro (cfr. Schaffer 1985) della Settimana Santa: un motivo così ricorrente da poter essere considerato alla stregua di un vero e proprio refrain. Il Venerdì Santo mattina è ancora il fragore degli “strumenti delle tenebre” della Pietà e della Morte, a cui si aggiungono i chierichetti della parrocchia di Santa Maria del Borgo, a segnare la scena acustica in cui è immerso il percorso del simulacro dell’Addolorata dalla sede in cui è custodita verso la Chiesa Madre: è la Via matris, introdotta nel 1997 in sostituzione dell’“Incontro”, funzionale ad agevolare la composizione della processione pomeridiana.

L’ingresso di ndròccëla tirrë tirrë nell’edificio sacro è amplificato dall’ambiente chiuso e riverberante; la loro presenza sonora si sovrappone al suono dell’organo e all’esecuzione del “Miserere”, che, con il graduale spegnersi del fragore degli strumenti lignei, prendono il sopravvento. Il simulacro della Vergine è collocato sul lato sinistro dell’altare maggiore dai confratelli della Pietà e della Morte. Nel primo pomeriggio si celebra l’Agonia con le meditazioni sulle Sette parole di Cristo e la commemorazione della Passione, secondo le direttive canoniche. Qualche ora prima dell’imbrunire, ha luogo l’evento più imponente e spettacolare della Settimana Santa: la processione dei Misteri. Essa prende corpo nello spazio viario antistante la Chiesa Madre, dove vi convengono gradualmente le confraternite (in abiti solenni), le autorità cittadine, le associazioni religiose e di volontariato, una rappresentanza delle forze dell’ordine e gli spettatori; lo sfondo sonoro enfatizza il clima di trepidante attesa: voci, chiacchierio e grida improvvisamente si smorzano all’uscita dei vari Misteri, per poi spegnersi bruscamente al rumore degli strumenti lignei che fa strada ai simulacri dell’Addolorata e del Cristo morto, quest’ultimo adagiato su una lettiga adornata da rose rosse (che il venerdì successivo verranno distribuite ai fedeli). La loro lenta discesa dalla gradinata del sagrato della Chiesa Madre è un momento delicatissimo e perciò carico di suspance: di tanto in tanto il brusco sobbalzo dei simulacri portati a spalla dai confratelli provoca il sussulto degli spettatori. Per permettere di fruire di una vista migliore, i più piccoli vengono sollevati al di sopra della folla; qualcuno di questi si “affaccia” per la prima volta su tale manifestazione e, avvertendo la tensione, irrompe nel pianto; qualche adulto invece è vinto dall’emozione. I flash dei fotografi fendono la scena e i clic delle apparecchiature si rincorrono.

Compostosi l’imponente corteo, in cui le confraternite si dispongono in base all’anno di fondazione, la processione è pronta per attraversare le strade del centro urbano, seguendo il consolidato itinerario che dalla Chiesa Madre lo condurrà in piazza Domenico Fioritto. I balconi che si affacciano sul percorso processionale sono adornati da coperte color porpora e illuminati da lampade elettriche; da questi, gremiti di spettatori, vengono lanciati petali di rose al passaggio dell’Addolorata e del Cristo morto. Da un’abitazione giunge il suono di una musicassetta che riproduce il “Miserere”, per cui i canti si tacciono e lasciano la scena acustica a questo atto devozionale. Per poter permettere a tutti gli spettatori il “contatto” visivo con l’Addolorata e il Cristo morto, agli incroci principali del percorso il corteo si arresta e i portatori ruotano lentamente i simulacri verso le strade non previste nell’itinerario, per poi riprendere il cammino. Il gruppo dei candaturë segue la statua della Vergine e intona e ciclicamente ripropone i canti del repertorio confraternale; il nucleo principale di questo gruppo esclusivamente maschile, che durante il percorso si accresce di nuovi membri (a riprova del prestigio sociale che riveste l’esserne parte, in quel momento), è costituito da confratelli che per l’occasione non sfilano con il resto della cungréa e da ex confratelli a cui viene socialmente riconosciuta la perizia nell’esecuzione dei canti.

È attorno a loro che si costituisce il gruppo, col passare degli anni sempre più esiguo, segno del mancato ricambio generazione lamentato dai confratelli. (Da ciò l’appello diffuso sui social network dall’Associazione “Settimana Santa” per costituire un coro stabile di cantori per il 2019).

È qui che si “formano” i canti, che ne viene deciso l’ordine di esecuzione; qui si “impara” a cantare rispettando le precedenze accordate ai cantatori più anziani (alcuni dei quali cantano per devozione e per tradizione famigliare), coloro i quali “sanno” tenere il passo dei canti e che, data la loro esperienza, fungono da “diapason” per l’intero gruppo fornendo ai membri l’intonazione che permetta loro di poter partecipare all’esecuzione. Le loro voci si innalzano da uno sfondo sonoro tutt’altro che silenzioso, fatto di continui sibili emessi per quietare il chiacchierio di fondo, di suoni funzionali a richiamare l’attenzione dei portatori dei simulacri (brevi scambi di battute, l’eco dei colpi della mazza priorale per segnalare la fine delle soste, seguiti da quelli delle mani contro le stanghe dei fercoli) e gli accordi tra i cantatori circa i brani da eseguire in base al percorso processionale. Il rumore dei passi sul manto stradale scandisce il maestoso e incostante avanzare del corteo.

Con l’esposizione dei Misteri in piazza, si giunge all’ultima sosta. Alla fine della predica il corteo si divide in due gruppi: uno segue il rientro del Cristo morto in Chiesa “Madre”, accolto all’interno dal “Miserere” intonato dall’Arciconfraternita del Sacratissimo Rosario e dal gruppo dei cantatori; l’altro sosta nello spazio viario antistante la Chiesa dei “Morti”, attraversato dal suono delle battole per il rientro dell’Addolorata. Sistemato il simulacro, i confratelli della Pietà e della Morte gli si pongono di fronte e intonano Ai tuoi piedi o bella Madre.

La tensione finalmente si scioglie e il clima si fa più disteso. Anche i confratelli appaiono più rilassati: alcuni si intrattengono a salutare famigliari e conoscenti, scambiandosi gli auguri, mentre altri commentano i momenti critici affrontati durante il percorso, che talvolta danno luogo ad accese discussioni.

La sera del Sabato Santo per le strade del centro abitato gli “strumenti delle tenebre” tornano per l’ultima volta a far sentire il loro fragore per richiamare i fedeli alla veglia, in attesa dei rintocchi delle campane a Festa che li riporteranno nelle cassepanche delle sagrestie dove taceranno fino al prossimo anno.

Angelo Frascaria

L’ASSEGNO UNICO FAMILIARE E’ LEGGE, L’EROGAZIONE DAL 1° LUGLIO PROSSIMO

Come funziona e cosa prevede

Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl delega sull’assegno unico e universale per i figli. I voti favorevoli sono stati 227, gli astenuti 4 e nessuno contrario. Il provvedimento era stato già approvato dalla Camera e diventa così legge.

Dal primo luglio

Dal 1° luglio verrà dato, fin dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, un assegno unico 200-250 euro a figlio. La somma verrà data mese dopo mese, maggiorata in caso di un terzo figlio e bambini disabili. La quota verrà stabilita per tutti in base al reddito e viene dunque richiesto il modulo Isee.

A chi spetta

Le famiglie con meno possibilità riceveranno di più, e quelle per così dire facoltose avranno solo una quota base. Inoltre, una norma transitoria preannunciata dalla Ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni.

Il nome

Si chiama assegno unico familiare perché raggruppa tutti gli altri bonus: dal bonus bebè all’assegno familiare e per i gruppi familiari numerosi.

Chi ha diritto

Per ottenerlo bisogna essere cittadini italiani, extracomunitari con permesso di soggiorno europeo, risiedere e pagare le tasse in Italia.

I figli maggiorenni

I ragazzi che hanno 18 anni potrebbero avere diritto se frequentano università, svolgono un tirocinio, un corso professionale e un lavoro a basso reddito. Gli stanziamenti

I fondi a disposizione sono 20 miliardi tra quelli per gli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare.

Non si perdono benefici

Una norma transitoria preannunciata dalla ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni.

Il governo rassicura così i genitori, dopo che diverse analisi avevano indicato il rischio che alcune famiglie potessero essere penalizzate dall’assegno unico rispetto a quanto prendono oggi. Da ultimo, uno studio del gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia aveva stimato che 1,35 milioni di nuclei avrebbero avuto una perdita mediana di 381 euro. Una clausola di compensazione integrale delle perdite, che consentirebbe di scegliere per il regime più favorevole costerebbe 800 milioni. (foto: Il Giorno)

PSR, PER LA RIPARTENZA DEL TURISMO IL BANDO PER MASSERIE E AGRITURISMI

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“In questo momento delicato per il turismo, gli ulteriori 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Puglia per sostenere le imprese agrituristiche pugliesi possono rappresentare una boccata d’ossigeno per l’intero comparto”. Così il presidente della Commissione Agricoltura, Francesco Paolicelli, commenta la notizia della pubblicazione di un avviso pubblico finalizzato a ristorare agriturismi, masserie e boschi didattici pugliesi.
“Si tratta del secondo bando – aggiunge Paolicelli – pubblicato con l’obiettivo di risollevare le sorti di quelle aziende che muovono un settore trainante per lo sviluppo economico e la crescita del nostro territorio. Poche regioni dispongono dello stesso inestimabile patrimonio in termini di masserie storiche e agriturismi ed è anche grazie a queste realtà che la Puglia negli anni è diventata meta privilegiata per turisti da ogni parte d’Italia e del mondo. Ora più che mai quelle aziende hanno bisogno di poter contare su misure straordinarie per poter organizzare la ripartenza che, ci auguriamo, possa avvenire quanto prima. L’ulteriore provvedimento arriva a pochi mesi dall’attivazione della Misura 21 del PSR e di altri tre bandi finalizzati a ristorare le aziende vitivinicole, florovivaistiche e agrituristiche colpite dalla stretta anti-Covid. Perciò ringrazio l’assessore Pentassuglia, l’Autorità di Gestione del PSR Puglia e tutta la struttura dell’assessorato alle Politiche agricole per aver trovato il modo di ampliare la platea di beneficiari delle misure di sostegno, con l’intento di mantenere attiva l’offerta di servizi nelle aree rurali”.

“Non bisogna fermarsi. Gli agricoltori sono tra quelle categorie che maggiormente risentono di una crisi socio-economica senza precedenti. Da parte della Commissione Agricoltura, – conclude il consigliere – garantisco di mantenere alta l’attenzione sulle strategie da mettere in campo a loro supporto, anche al di là dei ristori, e di mantenere acceso il dialogo con tutti i soggetti coinvolti”.

 

SAN NICANDRO, SI E’ DIMESSO L’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI FABRIZIO CASIMIRI

 

Si è appreso che, in data odierna, l’Assessore ai Lavori Pubblici di San Nicandro Garganico Fabrizio Casimiri ha presentato le dimissioni irrevocabili dal suo incarico.

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 1 APRILE 2021 – DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORE LOPALCO

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 1 aprile 2021 in Puglia, sono stati registrati 13.293 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 2.369 casi positivi: 860 in provincia di Bari, 150 in provincia di Brindisi, 131 nella provincia BAT, 562 in provincia di Foggia, 291 in provincia di Lecce, 374 in provincia di Taranto, 5 casi di residenti fuori regione, 4 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati ed attribuiti.

Sono stati registrati 36 decessi: 19 in provincia di Bari, 6 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 4 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.884.442 test.

142.501 sono i pazienti guariti.

48.032 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di  195.381 così suddivisi:

76.561 nella Provincia di Bari;

19.075 nella Provincia di Bat;

14.243 nella Provincia di Brindisi;

36.150 nella Provincia di Foggia;

18.425 nella Provincia di Lecce;

29.913 nella Provincia di Taranto;

688  attribuiti a residenti fuori regione;

326 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’, PIER LUIGI LOPALCO

“La circolazione del virus in Puglia rimane alta e i contagi comunicati toccano quota 2.369, un dato mai registrato dall’inizio dell’emergenza. La pressione sul sistema sanitario è elevatissima. Ecco perché è importante rispettare le misure di sicurezza e prevenzione. Nonostante le norme limitino al minimo le possibilità di spostamento, è visibile a tutti che in giro c’è ancora troppa gente, in ogni luogo.

Questo apre autostrade al virus, che vive di contatti. Le prossime festività pasquali saranno un altro tornante della pandemia.

Si dovrà evitare di muoversi da casa, per non peggiorare la situazione.

Evitiamo di affollare i luoghi pubblici, facciamo la spesa in orari non di punta, proteggiamo le persone non ancora immunizzate e evitiamo di farci gli auguri di Pasqua di persona.

Una visita di cortesia per scambiarsi gli auguri può essere il preludio di una tragedia.

Il virus cammina su chi si incontra, si saluta o si abbraccia e si propaga ad altissima velocità”.

FINANZA: TRUFFA AI DANNI DI PIATTAFORMA DI COMMERCIO ELETTRONICO. SEQUESTRATI 4 MILIONI

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Nei giorni scorsi i finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, su ordine della Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dalla Sezione GIP presso il Tribunale di Foggia, di circa 4,5 milioni di euro depositati su un conto corrente intestato ad una società operante nel mercato elettronico di prodotti di telefonia mobile.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, avviate dopo specifica denuncia presentata tramite legale dalla Internet Company, sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia. I finanzieri hanno accertato che una società con sede operativa in Cerignola ha venduto su una nota piattaforma di commercio elettronico, in concomitanza con la settimana del cosiddetto “Black Friday” 2020, migliaia di smartphone di ultima generazione offerti a prezzi concorrenziali, mai consegnati ai legittimi acquirenti.

Al danno d’immagine subito dalla Internet Company per aver ospitato sul proprio sito di e-commerce la vendita fasulla di smartphone organizzata dalla compagine cerignolana, si è aggiunta la beffa rappresentata dall’aver accreditato all’azienda truffatrice circa 4,5 milioni di euro quali corrispettivi versati alla Internet Company dai clienti raggirati. Corrispettivi che l’azienda proprietaria del sito Internet, per tutelare l’immagine e il suo buon nome ha provveduto a risarcire a tutti i clienti che avevano finalizzato gli acquisti ma senza ricevere i prodotti, venendo così incontro ai disagi economici provocati dal terzo venditore.

L’attività di servizio si inquadra nel costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e a salvaguardia del corretto funzionamento del mercato, attraverso il contrasto di condotte fraudolente perpetrate anche attraverso l’utilizzo del mercato elettronico.

 

CONTROLLI ANTI-COVID DEI CARABINIERI, RAFFICA DI SANZIONI

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Nelle prime due settimane della Puglia in “zona rossa”, i carabinieri della Compagnia di Cerignola, durante i controlli volti a monitorare il rispetto delle prescrizioni imposte dall’emergenza sanitaria svolti nel territorio di competenza – che comprende Cerignola, Stornara, Stornarella, Ascoli Satriano, Candela, Rocchetta Sant’Antonio, Sant’Agata di Puglia, Anzano di Puglia e Monteleone di Puglia – hanno sanzionato 104 persone sulle complessive 1.110 sottoposte a controllo. Le principali violazioni riguardano il mancato utilizzo delle mascherine, la violazione del coprifuoco e l’inosservanza del divieto di assembramento.

Sono stati sanzionati anche 3 titolari di bar, per aver violato le disposizioni governative volte a contenere la diffusione del Covid-19 ed, in particolare, per aver consentito la consumazione sul posto dopo le ore 18.00. I controlli saranno ulteriormente intensificati nei prossimi giorni, in vista delle festività pasquali.

EMANUELE PETRUCCI: LA PASQUA DEI BAMBINI

Il contributo culturale alla Pasqua dello storico Emanuele Petrucci con una sua composizione “La Pasqua dei Bambini” tutta dedicata ai riti della Settimana Santa di San Nicandro. Infatti parla del giovedì santo, del venerdì, dei “tirre tirre” del sabato santo fino all’arrivo del giorno di Pasqua seguito poi dalla scampagnata il lunedì “sóp’ó papagghjóne”.

Una bellissima ricostruzione dell’evento pasquale in vernacolo che può scriverle soltanto chi ha nostalgia di una storia locale che vuole far rivivere anche con le straordinarie immagini dei suoi libri.

ALLEGATO

La Pasqua dei bambini 1 (1)

 

IL GIOVEDI’ SANTO A SAN NICANDRO, COENA DOMINI E VISITA AI SEPOLCRI

Oggi, giovedì santo la Santa Messa Vespertina in Coena Domini in tutte le parrocchie e visita alle chiese per i “Sepolcri”. La tradizione vuole che, dopo le messe in Coena Domini nelle varie chiese, si allestiranno i “Sepolcri”, ovvero gli altari dove si conserva la SS. Eucaristia nella notte in cui Gesù rimase a pregare nel Getsemani prima di essere condannato. I fedeli si recano a far visita alle Sette Chiese di San Nicandro seguendo un itinerario che inizia e termina con una chiesa. Queste le chiese: Chiesa di Santa Maria del Borgo, Chiesa di San Giorgio, Chiesa di San Giovanni, Chiesa di San Biagio, Chiesa dei Morti o della Pietà, Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Chiesa del Carmine.

Gli altari di tutte le chiese avranno addobbi di composizioni floreali e germogli di semi di grano. Tutto il resto della Chiesa viene oscurato, in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù; le campane tacciono, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti.

Infine le confraternite di San Nicandro, con la tradizionale Croce dei Misteri, partono dalle Chiese di riferimento per recarsi a far visita agli altari della reposizione con orazioni e canti.