Come funziona e cosa prevede
Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl delega sull’assegno unico e universale per i figli. I voti favorevoli sono stati 227, gli astenuti 4 e nessuno contrario. Il provvedimento era stato già approvato dalla Camera e diventa così legge.
Dal primo luglio
Dal 1° luglio verrà dato, fin dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, un assegno unico 200-250 euro a figlio. La somma verrà data mese dopo mese, maggiorata in caso di un terzo figlio e bambini disabili. La quota verrà stabilita per tutti in base al reddito e viene dunque richiesto il modulo Isee.
A chi spetta
Le famiglie con meno possibilità riceveranno di più, e quelle per così dire facoltose avranno solo una quota base. Inoltre, una norma transitoria preannunciata dalla Ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni.
Il nome
Si chiama assegno unico familiare perché raggruppa tutti gli altri bonus: dal bonus bebè all’assegno familiare e per i gruppi familiari numerosi.
Chi ha diritto
Per ottenerlo bisogna essere cittadini italiani, extracomunitari con permesso di soggiorno europeo, risiedere e pagare le tasse in Italia.
I figli maggiorenni
I ragazzi che hanno 18 anni potrebbero avere diritto se frequentano università, svolgono un tirocinio, un corso professionale e un lavoro a basso reddito. Gli stanziamenti
I fondi a disposizione sono 20 miliardi tra quelli per gli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare.
Non si perdono benefici
Una norma transitoria preannunciata dalla ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni.
Il governo rassicura così i genitori, dopo che diverse analisi avevano indicato il rischio che alcune famiglie potessero essere penalizzate dall’assegno unico rispetto a quanto prendono oggi. Da ultimo, uno studio del gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia aveva stimato che 1,35 milioni di nuclei avrebbero avuto una perdita mediana di 381 euro. Una clausola di compensazione integrale delle perdite, che consentirebbe di scegliere per il regime più favorevole costerebbe 800 milioni. (foto: Il Giorno)