Home Blog Pagina 321

TANGO RODI 2021

0

Sabato 3 luglio, alle ore 21:00, il Palazzo Concerti Porto turistico di Rodi Garganico ospiterà una manifestazione di ballo “Milonga della Libera” organizzata da Mario D’Amaro e Guido Paglialonga in collaborazione con Oblivion Tango Foggia, Associazione Arte e Cultura con il patrocinio del comune di Rodi Garganico.

Per gli amanti del ballo un appuntamento da non perdere.

 

ECCO QUANTO GUADAGNANO I CALCIATORI DELLA NAZIONALE ITALIANA

0

Tutte le cifre degli stipendi dei giocatori della Nazionale italiana di calcio. L’articolo di Alessandro Cipolla per Money.it

Quanto guadagnano i giocatori dell’Italia impegnati a Euro 2020? Anche quando a scendere in campo è la Nazionale, il tema degli stipendi dei calciatori desta sempre curiosità specie ora che siamo in periodo di calciomercato.

Del resto in tema di previsioni sul possibile vincitore di questo campionato europeo, spesso si è tirato in ballo il valore di mercato complessivo delle rose, con l’Inghilterra a primeggiare in questa graduatoria davanti a Francia e Germania.

Per quanto riguarda invece un’altra speciale classifica, quella degli stipendi, il Paperone della Nazionale dell’Italia è Marco Verratti, ma Gigio Donnarumma potrebbe presto superare il centrocampista viste le cifre che circolano in merito a un suo possibile approdo al PSG.

Vista l’emergenza Covid, l’Uefa ha autorizzato le varie Nazionali a convocare per Euro 2020 fino a 26 giocatori.

Questi sono gli stipendi dei calciatori dell’Italia chiamati dal CT Roberto Mancini.

  • Gianluigi Donnarumma (Milan) – 6 milioni
  • Alex Meret (Napoli) – 1 milione
  • Salvatore Sirigu (Torino) – 2 milioni
  • Francesco Acerbi (Lazio) – 1,8 milioni
  • Alessandro Bastoni (Inter) – 1,5 milioni
  • Leonardo Bonucci (Juventus) – 6,5 milioni
  • Giorgio Chiellini (Juventus) – 3,5 milioni
  • Giovanni Di Lorenzo (Napoli) – 2,3 milioni
  • Emerson Palmieri (Chelsea) – 4,5 milioni
  • Alessandro Florenzi (PSG) – 3 milioni
  • Leonardo Spinazzola (Roma) – 3 milioni
  • Rafael Toloi (Atalanta) – 1 milione
  • Nicolò Barella (Inter) – 2,5 milioni
  • Bryan Cristante (Roma) – 1,8 milioni
  • Jorginho (Chelsea) – 6 milioni
  • Manuel Locatelli (Sassuolo) – 0,7 milioni
  • Gaetano Castrovilli (Fiorentina)
  • Matteo Pessina (Atalanta) – 0,4 milioni**
  • Marco Verratti (PSG) – 9 milioni*
  • Andrea Belotti (Torino) – 2 milioni
  • Domenico Berardi (Sassuolo) – 1,8 milioni
  • Federico Bernardeschi (Juve) – 4 milioni
  • Federico Chiesa (Juventus) – 5 milioni
  • Ciro Immobile (Lazio) – 4 milioni
  • Lorenzo Insigne (Napoli) – 4,6 milioni
  • Giacomo Raspadori (Sassuolo) – 0,1 milioni
  • Stipendi netti, fonte Kickest+

*Fonte L’Equipe

**Fonte Calcio & Finanza

Il più pagato della comitiva azzurra è così Marco Verratti, anche se sul suo stipendio da sempre vige una sorta di mistero: per L’Equipe il salario netto annuo del centrocampista sarebbe di 9 milioni, mentre altre fonti parlano di cifre più alte.

Dopo aver annunciato l’intenzione di non rinnovare con il Milan, Gigio Donnarumma potrebbe raggiungere il compagno di Nazionale al PSG. Da quanto si apprende, i parigini avrebbero messo sul piatto un contratto da 12 milioni netti a stagione, con il portiere che in caso di firma diventerebbe il più pagato tra gli azzurri.

Cifre queste che in qualche modo cozzano con i 100.000 euro percepiti da Giacomo Raspadori al Sassuolo e i 400.000 euro da Matteo Pessina all’Atalanta. Per i due giovani però presto potrebbe arrivare un rinnovo di contratto con relativo adeguamento dello stipendio. (starmag. – Alessandro Cipolla)

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 21 GIUGNO 2021

0

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 21 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 4.356 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 19 casi positivi: 1 in provincia di Bari, 11 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto. 1 caso già registrato nella provincia BAT è stato riclassificato e riattribuito.

Sono stati registrati 4 decessi: 3 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 2.619.454 test.

237.853 sono i pazienti guariti.

8.420 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 251.882 così suddivisi:

95.077 nella Provincia di Bari;

25.563 nella Provincia di Bat;

19.723 nella Provincia di Brindisi;

45.119 nella Provincia di Foggia;

26.875 nella Provincia di Lecce;

39.349 nella Provincia di Taranto;

806 attribuiti a residenti fuori regione;

370 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

 

FINANZA: SEQUESTRATE A SAN NICANDRO OLTRE 400 PIANTE DI MARIJUANA E MUNIZIONI PER PISTOLA E FUCILE

 

Nell’ambito di attività di controllo del territorio, finanzieri del Comando Provinciale Foggia hanno deferito alla Procura della Repubblica, per coltivazione, produzione e detenzione di stupefacenti, O.A.P., classe 1964, pluri pregiudicato di San Nicandro Garganico, poiché intento alla coltivazione di più di 400 piante di marijuana.

Erano giorni che i militari della Tenenza di San Nicandro Garganico (FG) pedinavano O.A.P., pluripregiudicato sannicandrese gravato anche da una condanna per reati di stupefacenti. Ne hanno studiato in modo occulto i movimenti notando, in particolare, che era solito fare un passaggio presso un immobile nella sua disponibilità al calar del sole, momento ideale per innaffiare e concimare le piante senza pregiudicarne la crescita.

Con l’ausilio dei pastori tedeschi EFES e HORST, cani antidroga della Compagnia della Guardia di Finanza di Manfredonia (FG), e dei loro conduttori, i finanzieri hanno eseguito alcune perquisizioni d’iniziativa presso gli immobili nella disponibilità del pregiudicato rinvenendo e sequestrando, in quello dove si recava spesso al tramonto, 423 piante di marijuana pronte per essere innestate e coltivate in piantagione. È stato sequestrato anche munizionamento per pistola calibro 6.35 e per fucile calibro 28 oltre a copioso materiale per la coltivazione delle piante di cannabis e un bilancino di precisione.

La produzione in larga scala delle piante di stupefacente sequestrate avrebbe certamente garantito al pregiudicato introiti di diverse migliaia di euro.

L’attività riportata si inserisce in un quadro operativo che mira a mettere in campo sul territorio della Provincia ogni possibile sforzo per prevenire e reprimere ogni attività criminale, tra cui quelle di coltivazione, produzione e commercio di sostanze stupefacenti non autorizzate.

 

SAN NICANDRO: “LA JADDINA C’ SPENNA QUANN’ E’ MORTA”

Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “La jaddina c’ spenna quann’ è morta” cioè “La gallina si spenna quando è morta”.

La cupidigia. L’avidità, il desiderio di possesso costituiscono senz’altro una piccola fetta di dimensione umana. Oggi, probabilmente per effetto di un capovolgimento di valori. Questo smodato desiderio di denaro ha invaso anche la coscienza di uomini della cui integrità giammai avremmo dubitato. Questa brama smaniosa e irragionevole di divenire padrone e signore di un certo complesso di beni (denaro, proprietà), del quale si potrebbe disporre grazie ad una onesta attività di lavoro o per via di una fortunata successione, sta diventando una frenesia comune, sta dilagando a macchia d’olio, sta invadendo anche la coscienza dei migliori. Il grosso rischio al quale andiamo incontro è la contaminazione di ideali e coscienze per un feticcio (il denaro) in nome e per conto del quale l’umanità corrotta continua a commettere esecrandi delitti.

Potremmo dilungarci a parlare di capricci o di delirio di possesso, ma sempre ci troveremmo di fronte ad una dimensione patologica dell’essere umano, la cui guarigione richiederebbe la riaffermazione di quei valori e di quegli ideali (rispetto, solidarietà, amore, ecc..) che tutte le religioni monoteiste della terra (da quella cristiana a quella ebraica a quella musulmana) hanno sempre affermato e divulgato.

La società del benessere abituata a spendere e a spandere a profusione, l’irrefrenabile attivismo dei giovani giustamente preoccupati per un posto di lavoro, la sfida della “malavita” a quanto di buono e onesto permane ancora, nonostante lo smarrimento e lo sconvolgimento di tali coscienze, non consentono sicuramente di percorrere, con animo sereno, un itinerario che ci riporti a vivere una dimensione più a misura d’uomo, fatta certamente anche di debolezze, ma soprattutto di idealità, di sentimenti nobili, di pensieri elevati. E tuttavia bisogna provarci, cominciando a far capire a chi di dovere che il godimento di un diritto, che una persona ha per la sua conquista personale o potrebbe ricevere da altri, è moralmente legittimo se viene esercitata consapevolmente, a tempo opportuno e nei modi consentiti dalla legge. Perciò, ogni intempestiva ingerenza nel controsenso delle garanzie che la legge e la morale prevedono per ciascun essere umano è sicuramente un atto sconveniente.

In proposito, desideriamo concludere questa breve riflessione esprimendo chiaramente il nostro pensiero. Noi riteniamo che ogni indebita pressione esercitata per ottenere un eventuale patrimonio di beni o lasciti di qualsiasi natura sia un’azione riprovevole o condannabile e per ciò stesso (a parte l’aspetto penale della questione) non degna di una persona moralmente irreprensibile. Tanto più perché è opinione comune che dietro ogni forzatura si nasconde di solito un fine illecito, perché l’atto di espoliazione (di questo si tratta) non si concilia affatto con la umanità dell’uomo, i cui attributi sono la generosità, l’altruismo, la benevolenza, l’amore e il sentimento della fratellanza.

 

LETTERA APERTA ALL’ON. MARIA LUISA FARO

Egregio On.,

voglio sottoporre alla Sua attenzione un aspetto della vita amministrativa della unica ASP operante in Sannicandro Garganico, la ASP Fondazione Zaccagnino, e cioè la mancata pubblicazione in forma estesa dei bilanci consuntivi di detta ASP negli ultimi 5 anni, con la richiesta di un Suo autorevole intervento a che questa “lacuna” che è una vera e propria violazione delle leggi dello Stato in materia di trasparenza venga sanata.

Preciso, e questo è scritto anche nella mia pagina Facebook “La nostra Fondazione Zaccagnino” che i bilanci consuntivi degli ultimi 5 anni sono stati tutti approvati e pubblicati nel sito web della ASP, come si può rilevare scorrendo le delibere del CDA degli ultimi 5 anni, ma, all’interno di queste delibere il bilancio consuntivo pubblicato, si riduce a 5  sole poste : il totale delle Entrate e il Totale delle uscite, l’accertamento dei residui attivi e passivi  con l’indicazione dell’avanzo di amministrazione.

Come fa un cittadino a rendersi conto della gestione della ASP con queste sole poste?

Le leggi 33/2013 e seguenti obbligano gli Enti Pubblici a rendere pubblico il bilancio consuntivo con tutti dati che concorrono a formarlo. E’ una legge del Parlamento di cui Lei è un autorevole rappresentante.

La caratteristica del M5S, nelle cui liste Lei è stata eletta, fa della trasparenza un dogma che non è cambiato con la trasformazione del Movimento che è in atto. Il rispetto delle leggi, tra l’altro, prescinde, dal situarsi o meno, politicamente, in un “Movimento” piuttosto che in un “Partito”.

La invito, pertanto, se lo ritiene opportuno, ad attivarsi presso tutti gli Enti che, a seconda della propria competenza, hanno il dovere di vigilanza sulla ASP. a che i cittadini di Sannicandro Garganico possano essere messi in condizione di conoscere i bilanci consuntivi della propria ASP.

Certo che, nonostante i Suoi molteplici impegni a favore della Comunità riuscirà a trovare un po’ di tempo anche per questa “strana omissione” del dimissionario CDA della ASP voglia gradire i miei più distinti saluti.

Con stima

Marciano Benedettino

 

 

I TRENI DELL’ESTATE PER RAGGIUNGERE RODI, SAN MENAIO, CALENELLA E PESCHICI

0

Da ieri, 20 giugno, è in vigore il nuovo orario ferroviario delle Ferrovie del Gargano per i treni dell’estate 2021.

In allegato i nuovi orari.

ORARI_Ferroviari_Estate2021

OGGI FESTA DELLA MUSICA A SAN MARCO IN LAMIS

In occasione della 27^ edizione della Festa della Musica che si svolge in tutta Italia, oggi 21 giugno un grande appuntamento a San Marco in Lamis organizzato da “Mò l’estate” e il Circolo Arci con l’amministrazione comunale.

Location dell’evento è la villa comunale alle ore 12:00 e proseguo alle ore 18:00 con musica non stop con gli anni d’oro del rock e l’esposizione di copertine di vinili a cura di Luigi Ciavarella.

Vasto e qualificato il cast di artisti che si esibiranno, come Ciro Iannacone, Tiziano e Gian Paolo Paragone e tanti altri ancora.

 

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 20 GIUGNO 2021

0

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 20 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 3.990 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 45 casi positivi: 9 in provincia di Bari, 12 in provincia di Brindisi, 5 nella provincia BAT, 7 in provincia di Foggia, 9 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

E’ stato registrato 1 decesso, in provincia di Bari.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 2.615.098 test.

8.655 sono i pazienti guariti.

237.399 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 252.863 così suddivisi:

95.076 nella Provincia di Bari;

25.564 nella Provincia di Bat;

19.712 nella Provincia di Brindisi;

45.118 nella Provincia di Foggia;

26.873 nella Provincia di Lecce;

39.344 nella Provincia di Taranto;

806 attribuiti a residenti fuori regione;

370 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

COVID@CASA, IL PROGETTO PER LA RIABILITAZIONE DOMICILIARE DEI PAZIENTI COVID

0

Previste assunzioni con contratti a tempo determinato per oltre cento fisioterapisti per le attività di recupero funzionale e pneumologico

Potenziare l’assistenza domiciliare riabilitativa per i pazienti positivi o guariti che necessitano di fisioterapia a casa e riabilitazione pneumologica per ridurre l’ospedalizzazione. Con questo obiettivo Dipartimento Salute della Regione Puglia, Protezione civile e AReSS hanno stabilito di implementare la piattaforma regionale di monitoraggio e consulto a distanza, Progetto Covid@casa promosso da AReSS a supporto della attività assistenziale di medici di Medicina generale e dei pediatri di Libera scelta.

In questo momento della emergenza sanitaria in cui la curva dei contagi sta progressivamente calando il servizio sanitario regionale sta prestando maggiore attenzione sull’assistenza da rendere a tutti i pazienti positivi o guariti dal Covid 19. Pazienti che necessitano di cure riabilitative motorie, cardiologiche e pneumologiche che possono essere assicurate a casa, evitando così e/o riducendo il ricorso alle strutture ospedaliere.

“Fra i problemi creati dalla pandemia purtroppo dovremo affrontare quello di tanti pazienti che, dopo la guarigione clinica e virologica, hanno bisogno di un periodo più o meno lungo di riabilitazione soprattutto respiratoria – spiega l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – questo bisogno di cura sarà per noi una occasione per rafforzare la rete di assistenza domiciliare”.

L’idea progettuale è quella di utilizzare 3 sale operative distribuite in tre zone strategiche del territorio regionale – a Foggia, Campi Salentina e a Modugno – dotate della piattaforma Covid@casa per censire le esigenze di riabilitazione domiciliare ed erogare così i servizi. L’equipe a supporto delle control rooms sarà formata da personale medico, infermieristico e amministrativo, compresi i fisioterapisti che avranno un ruolo centrale nel portare avanti le attività di riabilitazione.

Asl Bari metterà a disposizione delle altre aziende sanitarie la graduatoria attualmente attiva dei fisioterapisti per assumere tutte le unità previste.

 

EDITORIALE DELLA DOMENICA. LA POLITICA COME ARTE DELL’IMPOSSIBILE E DELLA TESSITURA

0

La politica è l’arte dell’impossibile e, anche dove non arriva la ragione, la politica riesce a risolvere l’irrisolvibile.

In questa fase di composizione delle alleanze e di costituzione di coalizioni che si affronteranno alle prossime elezioni comunali, si assiste ad un dinamismo che, forse, mai prima d’ora si era verificato.

Intanto la coalizione di centrosinistra vede l’adesione di un’altra lista civica che poi non sarebbe altro che quella che doveva essere di Forza Italia ma che, in alternativa ai dettati provinciali, ha preferito lasciare di simbolo di Berlusconi per modificarlo in Forza San Nicandro. Una scelta forte, senz’altro ragionata contro i diktat a cui i vari esponenti storici non si sono voluti adeguare. Nessuno avrebbe mai previsto incontri ravvicinati di partiti tanto diversi tra loro, ma l’esempio del governo Draghi ha fatto scuola e, quindi, potrebbe giustificare i vari comportamenti individuali dei singoli partiti.

L’altra novità eclatante è stata quella di una coalizione di centrodestra naufragata per rinuncia di colui che doveva essere il candidato a primo cittadino. Le ragioni possono essere diverse che forse vanno oltre l’aspetto prettamente politico. Sta di fatto che i partiti e i movimenti che ne facevano parte ora sono rimasti orfani ma continueranno la corsa verso Palazzo Zaccagnino posizionandosi valutando i contendenti in campo. Qualche forza, quasi certamente, aderirà al progetto di Berardi ed altre potrebbero avvicinarsi alla nuova coalizione di centro che potrebbe avere il battesimo a giorni. Come pure, anche singolarmente, forse sarà possibile qualche scelta verso il centrosinistra. Strade diverse sembrano impossibili ma, come si diceva prima, l’impossibile in politica è una parola vuota e senza senso. Anzi, qualcuno ha azzardato l’idea di un’altra nascente coalizione che, ad oggi però, non è ancora possibile prevedere.

Insomma, ora si sta stringendo il cerchio e tutti vogliono far terminare questa prima fase delle coalizioni in campo perché il tempo per riflettere ancora non c’è ma la scelta deve essere fatta perché poi segue un’altra fase ancora più importante e cioè riempire le liste che, come sanno gli esperi ai lavori, non è una cosa facile in quanto la storia ci insegna che molti candidati forse non si sono votati neppure loro.

Tutto questo è la politica che ha il compito di fare del bene alla gente ma che è piena di episodi che vanno dal personalismo al rancore, dalla voglia di unire all’invidia, dalla morale di ciò che è giusto alla morale della sopravvivenza.

Purtroppo la vita è questa e, anche se può sembrare duro tutto questo, la verità è che questo film lo si vede sempre prima delle elezioni. L’auspicio è che tutto termini quanto prima e che si ponga la dovuta attenzione al programma elettorale che dovrebbe essere sempre sulla scrivania all’attenzione del primo cittadino ma che, quasi sempre, viene messo in un cassetto per poi essere dimenticato.

Il Direttore

LE CARTOLINE DI SAN NICANDRO

Continua la pubblicazione delle “100 cartoline di San Nicandro” del prof. Pasquale Colella che lo studioso Emanuele Petrucci ha messo gentilmente a disposizione di Civico 93. La 72^ cartolina porta la seguente didascalia: “Terra rossa. Particolare sparito”.

 

CERTIFICAZIONE VERDE, TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE

Via libera alla Certificazione verde. Il green pass vaccinale avrà valore dal 1° luglio in tutti i Paesi dell’Ue. Tutti i dettagli (e il testo integrale del Dpcm)

Prende il via in Italia la Certificazione verde Covid-19, il documento gratuito in formato digitale e stampabile.

Ieri sera il presidente del Consiglio Draghi ha firmato il Decreto che definisce le modalità di rilascio della Certificazione Verde Covid-19.

La Certificazione verde Covid-19 può essere richiesta nel nostro Paese per partecipare a eventi pubblici (come fiere, concerti, gare sportive, feste in occasione di cerimonie religiose o civili), per accedere alle Rsa o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”.

Con l’attivazione della piattaforma nazionale realizzata e gestita da Sogei, a partire da giovedì 17 giugno, i cittadini potranno iniziare a ricevere le notifiche via email o sms con l’avviso che la certificazione è disponibile e un codice per scaricarla su pc, tablet o smartphone.

L’invio dei messaggi e lo sblocco delle attivazioni proseguiranno per tutto il mese di giugno, e sarà pienamente operativo dal 28 giugno, in tempo per l’attivazione del pass europeo prevista per il 1° luglio.

Dal 1° luglio infatti la Certificazione verde Covid-19 sarà valida come EU digital Covid certificate e renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen.

Tutti i dettagli.

CHE COS’È LA CERTIFICAZIONE VERDE VACCINALE

È una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato.

In Italia, è emessa soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

CHI PUÒ OTTENERLA

Può ottenerla chi ha effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni chi ha completato il ciclo vaccinale; chi è negativo a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti e chi è guarito dal Covid-19 nei sei mesi precedenti.

LA TUTELA DELLA PRIVACY

A tutela dei dati personali, il QR Code della certificazione andrà mostrato soltanto al personale preposto per legge ai controlli.

COME OTTENERE LA CERTIFICAZIONE VERDE: LE MODALITÀ DIGITALI

La Certificazione verde Covid-19 si potrà visualizzare, scaricare e stampare su diversi canali digitali: – sul sito dedicato www.dgc.gov.it – sul sito del Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale www.fascicolosanitario.gov.it/fascicoli-regionali – sull’App Immuni – e presto sull’App IO.

ANCHE SULL’APP IO

Anche IO, l’app dei servizi pubblici (io.italia.it), è uno dei canali attraverso cui ottenere la Certificazione Verde Covid-19, il cosiddetto “Green Pass”.

Risolti infatti dubbi del Garante Privacy: PagoPA S.p.A che gestisce l’app IO ha adottato una serie di misure tecniche a tutela degli utenti, accogliendo di fatto i rilievi circa i rischi di tutela della privacy mossi dal Garante.

Tornando alla Certificazione Verde, gli utenti dell’app IO che lo desiderano (sia che già usino l’app o che intendano scaricarla) senza fare alcuna richiesta riceveranno una notifica sul proprio dispositivo mobile ogni volta che sarà disponibile una certificazione a loro intestata e potranno visualizzarla direttamente aprendo il messaggio in app.

Il servizio è disponibile con l’ultima versione già presente negli store di IO. Per i quasi 12 milioni di cittadini che hanno installato e già usano IO, sarà sufficiente aggiornare l’app.

LA MODALITÀ CARTACEA

Chi non dispone di strumenti digitali (computer o smartphone) potrà rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o al farmacista (che hanno accesso al sistema Tessera Sanitaria) per il recupero della propria Certificazione verde.

GREEN PASS INCOSTITUZIONALE?

“Il green pass incostituzionale? No, è una certificazione di libertà dal coronavirus”, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1.

“Potrebbe rasentare delle problematiche tali — spiega Sileri — se fosse legato solamente al vaccino perché a quel punto significherebbe dare un obbligo vaccinale indiretto. Ma non è così perché — ricorda — tralasciando chi è guarito, tu hai due opzioni: puoi farti il vaccino ma puoi anche farti solo il tampone se non vuoi farti il vaccino. Quindi hai estrema libertà. Direi che dobbiamo fare un passo in più — aggiunge il sottosegretario — ovvero garantire un certo numero di tamponi per coloro che ancora non hanno fatto il vaccino e soprattutto per coloro che sono sotto i 12 anni e che non possono fare il vaccino ma vogliono spostarsi”.

IL PARERE DEL COSTITUZIONALISTA

“Per la prima volta abbiamo un Dpcm che apre, non che chiude”, ha detto all’Adnkronos il costituzionalista Alfonso Celotto commentando le modalità di rilascio delle certificazioni verdi digitali covid 19 definite dal Decreto firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Il costituzionalista esclude ogni possibile profilo di incostituzionalità del green pass: “è costituzionalmente corretto perché recepisce la legge 52-2021 articolo 10. E non è in alcun modo discriminatorio perché nell’individuare tre requisiti possibili attraverso cui ottenere il lascia passare (vaccinazione, esito negativo di un tampone entro le 48 ore o la guarigione dall’infezione) non discrimina nessuno. E consentirà a chi è idoneo di viaggiare liberamente tra i 27 paesi Ue, accedere a manifestazioni, matrimoni, eventi”.

Il fatto che ad oggi il vaccino sia obbligatorio solo per i sanitari e non per altre categorie è irrilevante: “Ormai la facoltà di vaccinarsi la hanno tutti gli italiani. Molti non si sono prenotati. È prevista la possibilità del tampone dunque non ci sono penalizzazioni per i non vaccinati”. (startmagazine)

TORNA A CRESCERE LA POVERTA’ ASSOLUTA NELL’ANNO DELLA PANDEMIA

0

 Il 16 giugno sono stati pubblicati dall’Istat i dati relativi alla povertà in Italia nel 2020. Si tratta della versione definitiva delle statistiche relative alla povertà assoluta nel 2020, anticipate da Istat già nello scorso mese di marzo. Il dato di quest’anno può aiutare a capire quale sia stato l’impatto della crisi sulle famiglie più deboli e quanto siano state efficaci le misure introdotte dal governo per ridurne l’intensità. Il dato sulla povertà assoluta è in crescita rispetto al 2019, con un’incidenza sulle famiglie che è salita al 7,7 per cento, con oltre 300 mila nuovi nuclei sotto la soglia di povertà (da 1 milione e 674 mila a 2 milioni e 7 mila). Gli individui in povertà assoluta sono 5,6 milioni (9,4 per cento, contro il 7,7 del 2019). Il valore dell’intensità della povertà assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) – registra una riduzione dal 20,3 per cento del 2019 al 18,7 per cento nel 2020. Questo risultato è frutto anche delle misure emergenziali messe in atto dal governo, che hanno permesso sia a chi è scivolato sotto la soglia di povertà sia a chi si trovava già al di sotto di mantenere un livello di consumo vicino alla soglia. È infine in calo la povertà relativa, con l’incidenza che scende dall’11,4 al 10,1 per cento e 334 mila famiglie in meno sotto la soglia, anche se questo risultato potrebbe essere legato soprattutto a ragioni metodologiche, più che a un effettivo miglioramento della condizione delle famiglie povere. La soglia di povertà relativa, infatti, si calcola in percentuale alla spesa media nazionale, e il crollo della spesa per consumi di quest’anno ha portato a una riduzione della soglia, che ha fatto uscire molte famiglie dalla povertà, ma solo virtualmente.

L’importanza dell’istruzione, della qualità occupazionale e dell’età. L’incidenza della povertà dipende fortemente dal titolo di studio: è pari al 10,9 per cento se la persona di riferimento nella famiglia ha al massimo la licenza media, mentre scende al 4,4 per cento per chi ha almeno il diploma di scuola superiore. La crescita della povertà assoluta ha riguardato soprattutto le famiglie in cui la persona di riferimento è occupata, con un aumento dell’incidenza dal 5,5 al 7,3 per cento. Anche il tipo e il livello di occupazione contano: l’incidenza della povertà tra gli operai è del 13,2 per cento (dal 10,2 del 2019), mentre quella di dirigenti, quadri e impiegati è al 2,5 per cento (dall’1,7 del 2019). Anche tra gli autonomi si registra un aumento, dal 4 per cento del 2019 al 6,1 del 2020. Resta invece stabile l’incidenza tra i disoccupati (19,7 per cento) e tra i pensionati (4,4 per cento).

La povertà è più diffusa tra i giovani: l’incidenza tra i minori è pari al 13,5 per cento e anche quella per i giovani tra 18 e 34 anni è superiore al 10 per cento (11,3 per cento). Il dato cala di molto, seppure anch’esso in crescita rispetto al 2019, tra gli individui con più di 65 anni: 5,4 per cento.

Sempre più famiglie con figli e sempre più minori in povertà. Nel 2020, l’incidenza della povertà è al 20,5 per cento per le famiglie con almeno cinque componenti, mentre cala all’11,2 per cento con quattro componenti e all’8,5 per cento per le famiglie di tre persone. La povertà assoluta colpisce 1 milione 337 mila minori (13,5 per cento). Le famiglie con minori in povertà sono oltre 767 mila, con un’intensità della povertà pari al 21 per cento (contro il 18,7 a livello generale). Questo significa che le famiglie con minori, oltre ad essere più spesso povere, sono anche in situazione di maggiore disagio.

La povertà cresce soprattutto al Nord. L’aumento della povertà ha riguardato soprattutto il Nord: il numero di famiglie sotto la soglia di povertà assoluta è cresciuto di 217 mila unità, con un’incidenza che passa dal 5,8 al 7,6 per cento. Nonostante l’aumento in termini assoluti più consistente si sia registrato al Nord, la percentuale maggiore di famiglie in povertà rimane nel Mezzogiorno (9,4 per cento, rispetto all’8,6 del 2019). La forte crescita in termini assoluti al Nord ha creato uno squilibrio nella distribuzione territoriale della povertà: nel 2019, il 43,4 per cento delle famiglie in povertà assoluta viveva nelle regioni settentrionali e il 42,2 per cento in quelle meridionali, mentre nel 2020 le famiglie in povertà al Nord sono il 47 per cento del totale, contro il 38,6 per cento del Mezzogiorno.

Gli stranieri restano i più colpiti. Le famiglie con almeno uno straniero rappresentano l’8,6 per cento del totale, ma costituiscono il 28,3 per cento dei nuclei in povertà assoluta in Italia. L’incidenza tra le famiglie di soli italiani è del 6 per cento, un dato che sale al 25,3 per cento tra le famiglie con almeno uno straniero e al 26,7 per cento per quelle composte esclusivamente da stranieri. La percentuale di famiglie con minori e con almeno uno straniero che si trovano in povertà assoluta è pari al 28,6 per cento, un valore di oltre tre volte superiore all’8,6 per cento dei nuclei con minori composti da soli italiani.

Sembra, in sintesi, che le principali vittime della crisi del 2020 siano le stesse figure già colpite più di altre dalla precedente recessione del periodo 2008-13: i giovani (sia i minori sia in generale chi ha meno di 65 anni), gli immigrati, i lavoratori precari. Con una parziale novità: la forte concentrazione dell’incremento della povertà nelle regioni settentrionali.

Questi dati sollevano inoltre due osservazioni di tipo metodologico.

La prima riguarda il calcolo della misura di povertà assoluta. Secondo la definizione Istat è in povertà assoluta una famiglia che non riesce ad acquistare un determinato paniere di beni e servizi considerato essenziale per vivere in modo dignitoso, il cui valore dipende dal tipo di famiglia e dalla zona di residenza. Si è poveri quindi se si spende molto poco. Nel 2020 le varie misure di lockdown hanno materialmente impedito di effettuare molte spese, e la conferma viene dal forte incremento della propensione al risparmio. Alcune famiglie potrebbero quindi essere considerate povere perché non hanno avuto la possibilità di spendere.

Questo problema va tenuto in considerazione, anche se è possibile che il risparmio sia aumentato soprattutto tra le famiglie a reddito medio-alto, mentre può essere più difficile ridurre i consumi quando essi sono già bassi. Inoltre, se l’aumento della povertà fosse dovuto solo alla impossibilità di consumare provocata dal lockdown, l’incremento del rischio di povertà dovrebbe essere piuttosto uniforme tra le categorie socio-demografiche. Invece i dati ci dicono che per alcuni l’incidenza della povertà è cresciuta di più: per esempio di 1,8 punti percentuali per le famiglie con persona di riferimento occupata (3 punti per gli operai), contro 0,1 punti in più per le famiglie di chi è ritirato dal lavoro. L’aumento è inoltre di 1,1 punti percentuali per le famiglie di soli italiani, di 3,3 punti percentuali per le famiglie con stranieri.

La seconda osservazione riguarda l’andamento della povertà relativa, la cui incidenza è addirittura diminuita nel 2020. La ragione è metodologica: si è poveri relativi se si ha una spesa significativamente inferiore alla spesa media nazionale. La soglia viene ricalcolata ogni anno. Nel 2020 la spesa media è crollata, e con essa la soglia, passata da 1.093 euro nel 2019 a 1.002 nel 2020. Ma le famiglie a reddito basso hanno pochi margini per ridurre ulteriormente la spesa. Come scrive lo stesso comunicato Istat, alcune delle famiglie che nel 2019 risultavano povere si sono ritrovate a non esserlo più perché la linea di povertà è diminuita, anche se la loro condizione non è sostanzialmente cambiata. (lavoce – Massimo Baldini, Massimo Taddei)

IL NUOVO MOVIMENTO “INNOVAZIONE ITALIA” A SOSTEGNO DEL CANDIDATO ANTONIO BERARDI

A sostegno del candidato Sindaco Antonio Berardi e alle altre forze già in campo con lui, ci sarà anche il nuovo movimento Politico INNOVAZIONE ITALIA della segreteria di Vincenzo Palmieri per riportare ai cittadini il diritto perso in questi anni e rivalorizzare questo nostro paese non con chiacchierare ma con FATTI, siamo pronti quindi a sottoscrivere un PATTO PER IL BENE DELLA NOSTRA COMUNITÀ con il candidato Sindaco Antonio Berardi e la sua coalizione, Politica con una P maiuscola come Popolo anch’essa con una P maiuscola e questo sicuramente solo la coalizione del nostro candidato Sindaco può darla abbiamo un concreto programma di rilancio strategico chiara basato sulla lealtà è sui contenuti che mirano a valorizzare il nostro territorio.

La nostra è la vera sfida, al contrario di tante altre Coalizioni di miscuglio. Noi sicuramente avremo modo di portare il nostro programma pet una rinascita seria del nostro paese ormai al l’abbandono di tutti colori che si sono presentati e che si presentano oggi. Promesse ne abbiamo sentite troppe, noi non promettiamo ma faremo in modo che il nostro paese possa ritornare piano piano il fiore all’occhiello del Gargano che tutti stimavano.

Confidiamo tutti nel Candidato Sindaco Antonio Berardi che porterà stabilità e rispetto al suo mandato.

Enzo Palmieri

 

TIZIANO PARAGONE CANDIDATO A SINDACO DI SAN MARCO IN LAMIS

Nato qualche anno fa a San Marco in Lamis un movimento “Per il Bene Comune” con l’’intento di essere voce di tutti i cittadini coinvolgendo, possibilmente, tutte le forze politiche in un processo di riscossa culturale ed economica dell’intera comunità sammarchese con l’esplicito obiettivo di una amministrazione di salute pubblica.

Tale movimento diventa lista civica “Bene comune” che ha l’obiettivo di candidare Tiziano Paragone alla guida del movimento ma, soprattutto, a sindaco della città di San Marco in Lamis per le prossime elezioni comunali. Una bella candidatura, una persona molto stimata e che conosce benissimo il territorio.

 

 

NON ESISTONO DUE FORZA ITALIA. DATTIS NON PERDONA CHI A SAN NICANDRO APPOGGIA PD E M5S: FUORI DAL PARTITO

Il commissario regionale di FI esclude categoricamente un’alleanza e mette alla porta il direttivo che ha dato vita alla lista Forza San Nicandro. E il coordinatore provinciale Di Mauro è già pronto a rimpiazzare gli ex forzista.

“Escludo categoricamente che a San Nicandro Garganico Forza Italia starà con Pd e M5S. Chi, tra dirigenti locali o simpatizzanti, pensa una cosa del genere è fuori dal partito”. Il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, è intransigente. È il più alto in grado a esprimere ufficialmente la posizione del partito. Ed è lui a detenere il simbolo, che Berlusconi affida ai coordinatori regionali. Senza il suo placet non può essere concesso.

“Vocale non è il candidato sindaco di Forza Italia”. Stando alle sue parole, del direttivo che ha costituito la lista civica Forza San Nicandro si può già parlare al passato: “Non sono di Forza Italia, chi fa una cosa del genere ha cambiato idea”.

Il gruppo dirigente di Forza Italia, a giudicare dai toni di post e comunicato stampa, sembra avere di fatto abbandonato il partito, ma il coordinatore provinciale Raffaele Di Mauro non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Lorena Di Salvia, capogruppo in Consiglio comunale di FI e candidata alle ultime Regionali, testuali parole, ha accantonato il suo partito, per appoggiare il candidato espressione del patto Pd-M5S. Il coordinatore cittadino Giovanni D’Emma e tutto il direttivo, presentato solo a ottobre, ha scelto di travalicare i confini della politica tradizionale con il nuovo progetto.

Eppure, stando a quanto riferito proprio dal coordinatore, il gruppo aveva avuto carta bianca, a meno di improbabili alleanze. “Non esistono due Forza Italia, non esiste cioè la Forza Italia di San Nicandro e quella di Roma, ne esiste una sola, e Forza Italia sta all’interno della coalizione di centrodestra – afferma oggi Di Mauro – Forza Italia non ha imposto assolutamente nulla. Fabrizio Tancredi, che doveva essere il candidato, ha ritirato la sua disponibilità, non hanno individuato nessun altro al loro interno e hanno fatto una scelta in contrapposizione al centrodestra”.

Il tavolo della coalizione, peraltro, è ancora aperto: “Ci sono stati diversi tavoli provinciali, a cui hanno partecipato anche le segreterie cittadine – riferisce il coordinatore provinciale – Le scelte su San Nicandro non sono state ancora compiute in maniera definitiva, stiamo procedendo all’individuazione del profilo migliore da candidare”.

Sul punto, l’onorevole D’Attis si sbilancia e prova a recuperare Domenico Fallucchi, che nelle ultime ore, con una lettera aperta ai segretari cittadini e provinciali, ha gentilmente declinato l’invito a candidarsi con la coalizione di centrodestra: “Mi auguro che ci ripensi”.

Sui social, Lorena Di Salvia ha espresso la sua amarezza e ha detto di essersi sentita “spaesata, arresa di fronte a una politica basata sull’Io e mai sul noi”. Velate critiche al partito che Di Mauro considera evidentemente ingenerose. “San Nicandro Garganico ha avuto la possibilità di esprimere un candidato alle Regionali, proprio nella persona di Lorena Di Salvia, che tra l’altro è stata anche valorizzata dal partito fuori da San Nicandro, ed è stata premiata dall’affetto e dall’amicizia di tanti amici di Forza Italia sparsi sull’intero territorio provinciale. Se, poi, rispetto all’io si fa riferimento a qualche consigliere regionale che prende nettamente più voti degli altri, mi sembra che anche l’impegno e la storia sul territorio di un consigliere regionale sia nettamente superiore a quella di qualsiasi altro amministratore, se non fosse per gli anni passati a compiere militanza e servizio nell’intero territorio provinciale. Se invece con l’io si abbraccia il concetto della solitudine, questo lo contesto perché è proprio attorno ad alcune figure come quella di Lorena che si è stretto tutto il partito. Per un verso, però, si contesta Forza Italia, poi dall’altro si utilizza un nome che richiama Forza Italia: mi pare ci sia una certa discrasia”.

Il caso del simbolo potrebbe arrivare a Roma, specie se dovesse presentarlo anche Forza Italia. Il tricolore spennellato, il colore blu del carattere e quel Forza marcato, a parte la volontà dichiarata nel simbolo di sostenere Vocale sindaco, sembrano gli elementi di un cordone ombelicale che lega ancora a Forza Italia quello che è stato il suo direttivo.

Probabilmente, se fossero già disponibili i risultati del censimento, rinviato a causa dell’emergenza sanitaria, sotto il cappello delle civiche, alla stregua di altri comuni, l’accordo non avrebbe fatto scalpore. Oggi San Nicandro è ancora considerato un centro sopra i 15mila abitanti, ma ne risultano 14.444. Se si prendesse in considerazione questo dato, si voterebbe in un solo turno, senza ballottaggio e senza obbligo di presentare il simbolo di partito.

Di Mauro non nasconde un certo rammarico, se non altro perché era un gruppo consolidato da anni e anni di amicizia di partito oltre che di vicinanza umana. Ma il partito non sparisce a San Nicandro Garganico: “Forza Italia ha un patto federativo a livello nazionale con l’Udc. Nel momento in cui solo si è sparsa la voce dell’uscita di questi amici – fa sapere il coordinatore provinciale – abbiamo già avuto contatti con gente che per vicissitudini interne aveva abbandonato il partito e vuole tornare in Forza Italia”.

(fonte: Foggiatoday)

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 19 GIUGNO 2021

0

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 19 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.142 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 61 casi positivi: 11 in provincia di Bari, 13 in provincia di Brindisi, 5 nella provincia BAT, 4 in provincia di Foggia, 12 in provincia di Lecce, 17 in provincia di Taranto. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 3 decessi, in provincia BAT.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 2.611.108 test.

237.305 sono i pazienti guariti.

8.909 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 252.818 così suddivisi:

95.067 nella Provincia di Bari;

25.559 nella Provincia di Bat;

19.700 nella Provincia di Brindisi;

45.111 nella Provincia di Foggia;

26.864 nella Provincia di Lecce;

39.341 nella Provincia di Taranto;

806 attribuiti a residenti fuori regione;

370 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

ZUCCARO SI DICHIARA INDIPENDENTE

Dopo un’attenta valutazione della situazione politica amministrativa che dovrebbe gestire il programma,ad oggi, c’è una paralisi che non condivido, ringrazio l’UDC per aver speso il mio nome come candidato Sindaco pertanto, dichiaro la mia indipendenza,continuando il mio impegno in rappresentanza di tutti i Sannicandresi, pronto per un nuovo impegno per il territorio.

GIORNATE EUROPEE DELL’ARCHEOLOGIA, ECCO L’INSEDIAMENTO PREISTORICO DI TORRE MILETO

Da ieri, venerdì 18 Giugno, apertura delle Giornate Europee dell’Archeologia. In Puglia l’opportunità di partecipare al Tour degli Ipogei a Canosa, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia con tanti altri rilevanti eventi nelle altre province.

Perché questa introduzione? Perché anche San Nicandro ha dei siti importantissimi che hanno bisogno solo di essere conosciuti dal grande turismo culturale che è sempre in crescita. Tra questi l’insediamento preistorico di Torre Mileto. Sia pure virtualmente, Civico 93 vuole far partecipare la nostra cittadina alle “Giornate Europee dell’Archelogia” con una relazione della dott.ssa Tunzi in occasione degli scavi effettuati proprio in loco.

I lavori sono stati finanziati dal Parco Nazionale del Gargano ed appaltati dal Comune di Sannicandro Garganico (FG) alla ditta Archeores di Avezzano per l’allestimento del cantiere e alla società Akhet s.r.l. di Roma per la direzione e la gestione del cantiere. I lavori di ricerca sul campo sono stati coordinati da David Wicks, con la direzione scientifica di A. M. Tunzi. Le indagini sono state realizzate nei mesi di maggio – giugno 2009, riprese nel mese di settembre 2009.

Il promontorio sul quale sorge l’insediamento protostorico di Torre Mileto, situato tra i laghi di Lesina e Varano sul versante settentrionale del Gargano, era già noto per la notevole concentrazione di materiale di superficie riconducibile all’età del Bronzo (GRAVINA 1995; 2002, pp. 21-52) e per la presenza di una Torre di avvistamento risalente, almeno, al XII-XIII sec. d. C.

Un primo saggio di scavo di limitata estensione nell’area occidentale del promontorio, realizzato negli anni ’90 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, aveva permesso di riconoscere un’area fortemente antropizzata della piena media età del Bronzo, a ridosso della quale insisteva una struttura di età basso medievale (TUNZI SISTO 1949). Nel corso delle nuove ricerche sono stati espletati una preliminare ricognizione di superficie ed il piazzamento topografico delle anomalie, riscontrate mediante stazione totale3. L’indagine, purtroppo, è stata condizionata da svariati fattori, quali la presenza del Villaggio Turistico “Cala del Principe”, che attualmente occupa all’incirca il 75% del sito archeologico, e l’estensione della macchia nell’area meridionale dell’abitato, protetta e oltretutto necessaria per limitare i danni del processo di erosione della costa.

I primi saggi di scavo all’interno dell’abitato sono stati impostati con l’obiettivo di comprendere la dislocazione planimetrica e valutare il grado di conservazione delle capanne protostoriche. A tal fi ne sono stati aperti cinque interventi (I-II-III-IV-V) in aree morfologicamente adatte ad ospitare tali strutture, evitando i disturbi medievali e moderni o sfruttandoli per facilitare la lettura delle seriazioni stratigrafiche. I dati di questa prima ricognizione e le emergenze archeologiche riconosciute all’interno dei saggi sono stati successivamente posizionati sulla fotografia aerea del promontorio. Da ciò è scaturita una più esaustiva lettura dell’abitato, inclusa l’identificazione di strutture antiche anche all’interno dell’area del villaggio turistico. In particolare, è stato possibile riconoscere con maggior precisione il percorso della cinta muraria che delimitava l’abitato dell’età del Bronzo, tanto da poter procedere all’esecuzione di due ulteriori saggi di scavo in prossimità della strada moderna di accesso al sito. I risultati delle indagini, sinteticamente presentati in questa sede, consentono di recuperare importanti informazioni sullo sviluppo dell’abitato fortificato di Torre Mileto nel corso della protostoria e delle epoche successive. I dati e le ipotesi interpretative rivestono in ogni caso carattere preliminare, non essendo stato ancora completato lo studio del materiale ceramico.

Fase I : impostazione della cinta muraria. La realizzazione di un intervento di scavo lungo la costa (saggio VI) ha permesso di riconoscere elementi di una complessa struttura muraria di notevoli dimensioni (largh. m 6,25 ca.), costruita al di sopra dei depositi descritti in precedenza. A nord-ovest è documentata la faccia a vista settentrionale di una struttura chiaramente di contenimento con andamento nord-ovest/sud-est, realizzata con grandi massi di calcare e depositi di pietre incoerenti miste a ghiaia e sabbia. Nella porzione sud-occidentale del saggio è visibile un secondo muro con caratteristiche analoghe, che costituisce il limite meridionale di quest’imponente struttura. In essa è identificabile un muro a secco (larg. m 0,80 ca.) del quale rimangono almeno 4 fi lari formati da grandi lastre di calcare, per un’altezza complessiva di m 0.55 ca. All’interno di questi muri di contenimento è riconoscibile il nucleo, composto da un’alternanza di strati: nella parte settentrionale sono localizzati limi rossastri piuttosto omogenei con occasionali pietre calcaree, al di sopra dei quali erano state allettate lastre di calcare disposte di piatto, nella parte centrale limi scuri misti a pietre e, a sud, concentrazioni di depositi compatti di calcare disgregato. Nella sezione esposta a ovest lungo la costa è stata documentata un’ulteriore sistemazione di grandi pietre all’interno del nucleo. Si tratta di un probabile muro a secco (larg. m 0,80) conservato per un’altezza di almeno m 0,65, che sembrerebbe rappresentare un contenimento costruito durante la realizzazione del nucleo della struttura muraria, probabilmente per dare stabilità alla costruzione principale. Il proseguimento di questa struttura di monumentali dimensioni, rinvenuta quasi interamente rasata nel saggio VI, sembrerebbe riconoscibile più a est nel saggio VII, dove risultava inglobata all’interno degli sviluppi strutturali della successiva fase II. Si tratta di un grande muro a secco di natura composita (larg. m 4 ca) conservata per un’altezza di almeno m 2, benché al momento non sia stato riconosciuto con certezza il suo limite inferiore. A sud è riconoscibile la cortina esterna costituita da grandi frammenti e schegge di calcare, della quale si conservano almeno 15 fi lari per un’altezza di m 1,75. Sul lato settentrionale, ovvero all’interno del nucleo, si addensavano potenti accumuli di materiale poco coerente, in parte privi di matrice e in parte misti a ghiaia e sabbia. All’interno di questi depositi, accanto alla base della cortina è stato rinvenuto un vaso quasi integro deposto in posizione capovolta, probabilmente una deposizione cultuale rientrante nell’atto di fondazione della struttura. Il nucleo incoerente descritto era rivestito sul lato settentrionale da una struttura di contenimento notevolmente inclinata verso sud; questa rappresentava il primo di una serie di simili apprestamenti riconoscibili all’interno della struttura, la cui funzione era probabilmente quella di aggiungere stabilità alla muratura a secco durante il processo di edificazione. L’assenza della formazione di piani di calpestio al di sopra o accanto a queste strutture, lascerebbe pensare che si trattasse di un processo costruttivo privo di interruzioni prolungate nel tempo. Un’analoga tecnica costruttiva era stata precedentemente documentata nella cinta difensiva dell’abitato di Punta Manaccora, dove una serie di muri a secco di limitate dimensioni conteneva nuclei di pietrame incoerente.

Il monumentale impianto di Torre Mileto rappresenta, verosimilmente, la porzione finale di una prima fase di cinta muraria, realizzata a difesa dell’abitato protostorico8. All’esterno della cinta muraria, in appoggio alla faccia a vista meridionale della struttura, si notava la presenza di una serie di strati abbastanza compatti di limo argilloso con piccoli pezzi di calcare (spessore m 0,25 ca), al cui interno sono stati riconosciuti frammenti ceramici e carboni. Al di sopra vi era un deposito di schegge di calcare di piccole e medie dimensioni, con matrice sabbio –ghiaiosa poco coerente, sulla cui superficie poggiava uno strato di limo grigio-marrone piuttosto sottile e friabile, contenente alcuni frammenti ceramici. Tale superficie fu sigillata, nella fase successiva, dalla realizzazione di un’ulteriore struttura muraria9. In corrispondenza del lato interno della struttura più antica si è osservata, invece, la presenza di una sequenza stratigrafica obliterata dagli sviluppi successivi. Si trattava di un deposito di limo compatto rossastro omogeneo e piuttosto spesso (m 0.50 ca), contenente materiale antropico (frammenti di ceramica, selce e carboni), forse un iniziale piano di calpestio interno all’insediamento. Lo strato era coperto da un ulteriore sviluppo strutturale, forse una sottofase costruttiva analoga ai rivestimenti descritti. Non è quindi escluso che questo piano fosse funzionale alla costruzione stessa, dato che gli strati di terriccio compatto avrebbero potuto offrire maggiore stabilità interna alla struttura, secondo quanto documentato nel limitrofo saggio VI. All’interno del saggio VI, alla distanza di m 1 ca. dallo strapiombo roccioso, l’osservazione della sezione esposta ha permesso di riconoscere un focolare retrostante il muro di cinta. Di forma probabilmente circolare, era delimitato da pietre ed all’esterno da una deposizione di piccoli ciottoli privi di matrice; all’interno, sotto un sottile strato di bruciato, erano riconoscibili alcuni frammenti ceramici. L’insieme delle strutture descritte sembrerebbe inquadrabile cronologicamente nell’ambito della piena media età del Bronzo.

Le indagini all’interno dell’abitato. Dal materiale rinvenuto e dalla stratigrafia esposta dalle erosioni, appare evidente che il sito di Torre Mileto sia stato occupato da un importante insediamento, delimitato da un imponente circuito murario. Il percorso ipotizzabile per l’opera difensiva consente di ricostruire un abitato esteso almeno 30.000 mq, del quale solo una piccola porzione, corrispondente all’1% ca., è stato ad oggi oggetto di indagine stratigrafica. Nel corso dei cinque saggi di scavo, piani di frequentazione ed elementi strutturali collegabili a capanne protostoriche sono stati riconosciuti unicamente all’interno dei saggi I e IV; in particolare, nel primo saggio sono riconoscibili almeno due diversi livelli di abitazioni, verosimilmente databili a fasi del Bronzo medio e del

Indagini preliminari nell’insediamento fortificato dell’età del Bronzo di Torre Mileto

Bronzo finale. Al di sopra di questi piani si documentano attività strutturali riferibili alla prima età del Ferro. Nei restanti tre saggi (II-III-V), dove il banco roccioso è af orante ed alquanto irregolare, non sono riconoscibili tracce di impianti strutturali, pur non mancando lembi sopravvissuti di piani di calpestio con materiali di età protostorica.

L’età medievale. Nel corso delle indagini non sono stati identificati resti strutturali, né sono stati rinvenuti materiali riconducibili all’epoca romana ed alto-medievale. Risulta, invece, ben documentato nel sito di Torre Mileto il periodo relativo al basso Medioevo: le fonti storiche parlano, infatti, della distruzione da parte dei Saraceni di un villaggio “casale” sul promontorio; nel 1284 è già documentata la presenza di una torre, mentre nel 1568 è ricordata la ricostruzione e l’ampliamento della struttura, fi no a modificarne l’aspetto in quello riconoscibile attualmente (A. da MONTESARCHIO 1732; SARNELLI 1680. A queste notizie storiche potrebbero appartenere i resti murari documentati nel corso degli scavi. Si tratta di strutture che presentano un orientamento approssimativamente nord-est/sud-ovest, analogo a quello della torre. Sono state individuate due differenti tipologie murarie: la più antica è caratterizzata da strutture legate con malta (larg. m 0,80), mentre ad una fase più recente sembrerebbero appartenere una serie di muri a secco con analogo orientamento (larg. fra m 0.55 e m 0.60). Sulla base dei dati stratigrafici e, in particolare, della tecnica edilizia, è plausibile ipotizzare la presenza sul promontorio di un primo impianto rettangolare con asse principale est-ovest (m 37.50 x 37.0), al quale sembrerebbe riconducibile anche la torre, sì da raggiungere una lunghezza complessiva dell’insediamento di m 70 ca. L’uso di malta nelle strutture consentirebbe una datazione all’età normanna (circa XI-XII sec. d. C.)13. È del tutto plausibile identificare in questo impianto il villaggio ‘casale’ che, come attestato dai documenti, era già presente nel 1245. Ad una fase successiva risalgono, invece, i muri a secco che si presentano alquanto rustici, con una organizzazione che deriva in parte da quella dell’impianto precedente14. Queste strutture potrebbero essere riconducibili ad una nuova fase di vita dell’insediamento, successiva alla distruzione da parte dei Saraceni. La planimetria mostra una certa organizzazione delle strutture, ben divise da muri perimetrali a secco, forse limiti di proprietà. I nuovi edifici, dislocati non immediatamente vicini alla Torre, furono forse eretti per scopi difensivi. La cronologia di questa fase di attività costruttiva e la sua durata sono al momento incerte, benché notizie storiche ricordino un restauro e ampliamento della Torre di Mileto, avvenuto nel 1568. Le evidenze di epoca medievale sono largamente compromesse dall’inarrestabile fenomeno dell’erosione marina, che in quest’area ha creato un arretramento della costa di almeno m 5.

I risultati dei saggi di scavo hanno permesso di recuperare una notevole quantità di informazioni circa lo sviluppo dell’abitato di Torre Mileto nel corso dell’età protostorica. Le evidenze archeologiche documentate hanno portato in luce il potenziale informativo del sito ed in particolare l’eccezionale stato di conservazione delle strutture murarie di fortificazione dell’abitato che, una volta esposte interamente, rappresenterebbero un importante esempio di sistema difensivo dell’età del Bronzo, vista la conservazione in elevato di oltre m 2,50. Di rilevanza anche i risultati emersi nelle indagini all’interno dell’abitato, in particolare nei saggi I e IV, i cui livelli sovrapposti di capanne evidenziano la lunga occupazione del sito.

A.M. Tunzi