UNESCO, LA TRANSUMANZA CANDIDATA A PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE DELL’UMANITA’

0
742

Un anno fa, il 27 marzo 2018, Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali presentava
formalmente la candidatura transnazionale de “La Transumanza” come patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO. La candidatura è stata avanzata dall’Italia come capofila insieme alla Grecia e all’Austria. Con la firma del dossier di candidatura transnazionale è stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale che vedrà coinvolto un organo di esperti tecnici indipendenti e poi la successiva decisione da parte del Comitato di governo dell’UNESCO nel novembre 2019.

La pratica tradizionale della Transumanza rappresenta la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e
dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano in differenti zone climatiche, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi. Il viaggio dura giorni e si effettuano soste in luoghi prestabiliti, noti come
“stazioni di posta”.

La transumanza quale elemento culturale, dal forte contenuto identitario, ha saputo nei secoli creare forti
legami sociali e culturali tra praticanti e i centri abitati da essi attraversati, nonché rappresentare un’attività economica sostenibile caratterizzata da un rapporto peculiare tra uomo e natura, influenzando con la
sua carica simbolica tutti i campi dell’arte.

La transumanza è ancora oggi praticata sia nel Centro e Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice (nella cui piazza principale si svolgeva storicamente la grande festa dei pastori transumanti) e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia. Pastori transumanti sono ancora in attività anche nell’area alpina, in
particolare in Lombardia e nel Val Senales in Alto Adige.

La redazione del dossier di candidatura, coordinata a livello internazionale dal Gruppo di Lavoro UNESCO
del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, presieduto dal prof. Pier Luigi Petrillo, ha visto il coinvolgimento attivo delle comunità italiane che in questi anni hanno attivamente lavorato alla valorizzazione e salvaguardia della transumanza e del fondamentale apporto di famiglie e pastori che hanno saputo mantenere negli anni la vitalità della pratica, nonostante le difficoltà socioeconomiche e lo spopolamento delle aree rurali.