TURISMO DELLE RADICI, LAVORARE CON I COMUNI E LE COMUNITA’ ITALIANE NEL MONDO

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La collaborazione istituzionale è uno dei pilastri del turismo delle radici. Solo lavorando fianco a fianco con chi si impegna sul territorio tutti i giorni è possibile promuovere al meglio le eccellenze italiane e rafforzare i legami con i nostri connazionali in giro per il mondo.

Le opportunità offerte dal “Turismo delle Radici”

Risposta alla sfida digitale: Il Turismo delle Radici sfrutta canali innovativi, poichè la diffusione capillare delle informazioni e la ricerca dei documenti sulla storia familiare passerà dai siti web. Inoltre, gli amministratori dei piccoli borghi, i proprietari degli agriturismi, le famiglie attive nell’ospitalità diffusa possono utilizzare i social network per informare il turista delle radici.

Ecosostenibilità: il turismo delle radici lascia indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile. La valorizzazione dei piccoli centri e delle campagne consente da un lato la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali (su tutti, quelli eno-gastronomici). Il turista delle radici è «ambasciatore» dei territori che custodiscono la sua storia familiare (solitamente i piccoli borghi).

Incentivo all’occupazione giovanile: l’operatore turistico specializzato in viaggi delle radici è una figura nuova: per garantire un’offerta turistica di livello, un importante obiettivo è quello di promuovere la formazione di operatori del turismo delle radici, in coordinamento con le amministrazioni centrali interessate, i centri accademici e di ricerca, gli enti locali, gli operatori economici del settore turistico e le associazioni attive sul territorio. In tal modo viene stimolata l’occupazione, in particolare quella giovanile, proprio in aree colpite da progressivo spopolamento, che sono quelle di predilezione per il turista delle radici.

Il ruolo della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina

La Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha riconosciuto il potenziale offerto da questo segmento del Turismo e, il 29 maggio del 2018, ha organizzato insieme ad ENIT e alle associazioni RAIZ ITALIANA e ASMEF (Associazione Mezzogiorno Futuro) il primo tavolo tecnico di coordinamento sul Turismo delle Radici, tenutosi presso la Farnesina, con la finalità di creare una rete di attori pubblici e privati interessati alla realizzazione e promozione di un’offerta turistica a livello nazionale. Dagli incontri che si sono ripetuti poi nel 2019, nel 2020 e nel 2021 sono nati una serie di progetti sostenuti dalla Farnesina quali:

una collana di guide turistiche dal titolo: “Guida alle radici italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati”. Il primo volume prodotto dall’Associazione Raiz Italiana, è stato pubblicato in italiano-inglese, italiano-spagnolo, italiano-portoghese e italiano-francese (scaricabili in calce) ed include quattro regioni: Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna. Successivamente, è stato presentato in Argentina, Uruguay, Brasile, Colombia e Paraguay in un tour istituzionale organizzato con il sostegno del MAECI e la collaborazione delle Ambasciate italiane, ENIT e le regioni coinvolte nel progetto. L’Associazione è a lavoro per il secondo volume, sempre sostenuto dalla DGIT del MAECI, che sarà pubblicato a entro luglio 2021 ed includerà le regioni Calabria, Sicilia, Molise, e Lombardia.

Una ricerca quali-quantitativa dal titolo “Scoprirsi Italiani: i viaggi delle radici in Italia” dell’Osservatorio delle radici italiane nato in seno all’Associazione AsSud. L’indagine, attraverso un questionario tradotto in cinque lingue, interviste in profondità e focus group, vuole investigare sul senso delle radici, sulla domanda turistica dei discendenti italiani residenti nei cinque continenti e sulle loro aspettative di viaggio con lo scopo di fornire degli stumenti utili ad istituzioni ed operatori per la creazione di un adeguato prodotto turistico.

Uno studio-ricerca sulle caratteristiche del turista delle radici con riferimento specifico alla comunita’ italiana in Argentina, in particolare quella di origini calabrese, condotto dall’Universita’ della Calabria in collaborazione con le Università di Tirino e Mar Del Plata.

Un master formativo di primo livello dal titolo “Esperto in organizzazione e gestione del turismo delle radici” istituito su proposta del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’Università della Calabria e con il sostegno della Farnesina, che ha come obiettivo quello di formare figure professionali capaci di partecipare alla pianificazione ed organizzazione di un’offerta turistica rivolta a tale tipologia di viaggiatori.

Oltre a questi progetti di ricerca, formazione, individuazione e promozione dei principali attrattori turistici, ve ne sono molti altri proposti dai componenti del tavolo tecnico e sostenuti dalla DGIT del MAECI che potrebbero contribuire a generare la domanda turistica e rispondere alle esigenze e aspettative dei nostri connazionali.

L’importanza della memoria: “Gli italiani all’estero, i diari raccontano”

Correlata al Turismo delle Radici è la valorizzazione del ruolo della memoria. Le storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi sono un fermo punto di riferimento per gli italo-discendenti nei cinque continenti. Proprio per questo, la Direzione Generale degli Italiani all’Estero e delle Politiche Migratorie della Farnesina ha finanziato il progetto “Italiani all’estero, i diari raccontano”, una selezione delle parti più significative delle testimonianze raccolte nel fondo catalogato con il soggetto “emigrazione” presso la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR). Si tratta di una selezione di un 200 storie di vita scelte tra più di mille presenti nel fondo, dalle quali sono state estrapolate e digitalizzate alcune pagine scelte tra le decine, a volte centinaia totali disponibili.  In questo modo ogni pagina si è trasformata in un racconto, pubblicato nel sito https://www.idiariraccontano.org/. I criteri seguiti per la scelta delle testimonianze da pubblicare riguardano l’interesse storico delle singole traiettorie umane raccontate nei documenti. Oltre all’interesse di presentare punti di vista diversi sui grandi avvenimenti storici, questo progetto si è posto l’obiettivo di raccontare il vissuto comune a tutte le esperienze migratorie, che costituiscono il nucleo principale della selezione documentale insieme ai racconti di viaggio o di lavoro temporaneo all’estero.  Questo progetto rappresenta una ricca fonte di consultazione per i turisti delle radici, che potranno usufruirne anche prima di intraprendere il loro viaggio in Italia.

Perché il “Turismo delle Radici” è un’idea su cui puntare

È capace di coinvolgere le nostre comunità all’estero ed i Com. It. Es., nell’individuazione delle strategie migliori per creare un’offerta turistica appropriata;

Può potenziare la rete dei musei dell’emigrazione italiana, favorendo la sistematizzazione delle attività dedicate all’approfondimento della storia locale, della lingua e della cultura italiana;

Favorisce la digitalizzazione degli archivi delle anagrafi italiane, aumentando la domanda di documenti genealogici e relativi alla storia familiare;

Crea degli itinerari standard a cui abbinare esperienze personalizzate (ad esempio degustazioni di prodotti tipici o possibilità di svolgere attività artigianali o ancora di partecipare a sagre e feste locali), che potrebbero in futuro essere inseriti in una APP, sulla falsa riga della “Guida alle radici italiane”, che permetta al viaggiatore delle radici di studiare e documentarsi sul proprio itinerario ancor prima di raggiungere la propria destinazione;

Promuove esperienze di working holidays in Italia per i nostri connazionali all’estero: il turismo delle radici consente di ripartire da esperienze autentiche a contatto con il territorio, da proporre ai giovani oriundi italiani, esperienze che sostengono il lavoro artigianale e le filiere produttive di cui a livello globale abbiamo riscoperto l’importanza soprattutto per via della crisi socio-sanitaria in atto.