Il gioco sporco della tecnologia: da un lato ci impedisce di abbandonarci alla noia che genera creatività. E dall’altro appena non abbiamo qualcosa da fare, accendiamo lo smartphone.
Importanza della noia
La noia ci fa paura. La percepiamo come un malessere interiore, una condizione di disagio, con la quale facciamo fatica a convivere. La vita diventa buia, nella penombra di un senso di vuoto e di abbandono, e finiamo nel vortice di un’ansia, di una compulsione a muoversi, a fare qualcosa. Un vero spreco di energie e di emotività. La noia arriva a sfondare nel campo della depressione, e talvolta ne rappresenta soltanto una maschera quotidiana, difficile da sfilare.
In letteratura grandi scrittori (ne cito uno per tutti: Alberto Moravia) hanno raccontato l’uomo divorato dalla noia, e mi è capitato di conoscere persone realizzate, ricche e con una buona carriera in corso, afflitte però dal virus della noia. Sono davvero difficili da frequentare, non hanno pace. Trasmettono ansia, hanno sempre la frenesia di cambiare luogo e compagnia. Non godono il piacere di alcun momento stabile della giornata. Non riescono a tirare un respiro senza trasformarlo in un rantolo di stress.
Ma con la noia dobbiamo imparare a convivere e questo interminabile periodo di pandemia ci ha offerto un’occasione unica, da non sprecare, per farlo con il criterio della leggerezza. Per effetto del Covid-19 siamo immersi nelle vite sospese, luoghi perfetti per le incursioni della noia, e specialmente i bambini, che non sono abituati a fare i conti con i tempi vuoti, possono avere contraccolpi dalla noia. Restando con noi, grandi e piccoli insiemi, prigionieri della fatidica domanda “E adesso che cosa faccio?”. E invece possiamo fare tutti qualcosa, se partiamo dal valore magico della noia che sollecita creatività, pensiero e immaginazione, e dall’idea che annoiarsi può procurarci diversi vantaggi.
L’ansia da prestazione
Viva la noia. Viva la riscoperta di qualcosa che abbiamo perso nell’era della fretta, dell’ansia di prestazione, del volere fare tutto e subito, e dei tempi della super velocità imposti da dominio tecnologia. Viva la noia che rilassa, consente di staccare, ci aiuta a prendere le distanze dall’ansia e dallo stress e ci accompagna a uno stile di vita piu’ sobrio e più sereno. Una noia positiva, costruttiva e non avvilente e pessimista. Viva la noia, per grandi e per piccoli. Per i nonni che vivono la fatica dell’invecchiamento e per i bambini che hanno la frenesia della crescita. In molti credono che l’inattività sia negativa e che possa innescare il circolo vizioso della pigrizia. In realtà l’ozio stimola la creatività. Riduce stress e tensioni e ci aiuta a coltivare nuove idee. Questo significa che dobbiamo diventare sfaccendati? Assolutamente no, piuttosto rivalutiamo il valore e il senso della noia. La noia ci ossessiona, ci fa paura, e la sentiamo sempre in agguato. Talvolta proviamo a evitarla anche rifugiandoci nel mondo virtuale, ma in questo caso il rimedio può essere peggiore del male, perché alla noia si associa un senso di solitudine. E siamo perfino spaventati dal rischio che i nostri figli possano annoiarsi: una paura inutile e sbagliata.
Contrordine: annoiarsi serve. Può fare molto bene ai bambini bombardati dagli stimoli sia educativi sia tecnologici, alle coppie che soffrono il caos che circonda le relazioni tra uomo e donna, a tutti quelli che sentono il peso della malinconia. La noia, in questa nuova versione, non solo non rappresenta un’emozione di segno negativo, uno stato d’animo da evitare a qualsiasi costo, ma è perfino un motore che libera creatività e pensiero. E dunque autonomia.
La noia nei bambini
Una nuova corrente di psicologi infantili, pediatri e terapeuti, avverte le famiglie: fate annoiare i vostri figli. Non seppelliteli con l’agenda degli impegni extra scolastici, dal catechismo al nuoto, dallo studio di una lingua a un’attività di gruppo, ma lasciate che nel loro tempo e nella loro giornata ci siano anche buchi di tempo. Spazi vuoti nei quali abbiano appunto la possibilità di annoiarsi. Non diventeranno tristi per questo, avvertono gli esperti, e semmai il momento della noia segnerà un salto evolutivo nella crescita dei bambini, dunque andrà seguito con interesse e senza paura.
La noia e la tecnologia
Prima del boom tecnologico, e della nostra totale dipendenza dalle protesi elettroniche, i bambini si annoiavano spesso, molto spesso. Ma quello era un tempo prezioso per la crescita, per la maturità, in quanto nell’attesa si imparava a coltivare le virtù della pazienza e si esercitava la fantasia. Da bambini, grazie alla noia, sognavamo, contivavamo desideri, vivevamo pezzi della giornata sospesi in una piacevole dimensione di trance. Oggi angoli di vuoto nel corso della giornata non esistono più, tutto viene riempito, anche nell’agenda di un bambino , che scambia la noia come una perdita, un lutto. E non riesce a coglierne le opportunità. Non potrebbe essere diversamete di fronte al fatto che più della metà di bambini e ragazzi usa quotidianamente, per alcune ore, lo smartphone. Solo su YouTube vengono caricate circa 300 ore di video ogni minuto e ciò significa che servirebbero circa 18mila anni solo per riuscire a vedere tutti i video aggiunti in un anno.
Tra gli effetti collaterali di un uso troppo pervasivo della tecnologia c’è anche il forte aumento delle probabilità di annoiarsi velocemente. Nel libro Il diritto di annoiarsi (edizioni Il Mulino), lo psicoterapeuta Daniele Malaguti sottolinea che, schiacciati dalle sollecitazioni tecnologiche, facciamo fatica a mantenere alto il livello di attenzione. Anche nella conversazione con le persone più care. Abbiamo sempre meno voglia di nuovi stimoli, nuovi desideri e nuove curiosità. A fronte di una soddisfazione appena momentanea per un lancio sulle piattaforme social, la soglia per attirare la nostra attenzione si è molto alzata. E il rischio di essere insoddisfatti e dunque annoiati è aumentato.
Il doppio gioco dello smartphone
La tecnologia, impersonificata dallo smartphone, fa un gioco subdolo, doppio, rispetto alla noia. Da un lato ci priva del piacere di distrarci, di abbandonarci completamente a noi stessi, di non pensare a nulla, di annoiarci. E ci assedia con le sue seduzioni.Dall’altro lato, ogni volta che abbiamo un momento di vuoto, di pausa, ogni volta che il nostro cervello è a folle, cosa facciamo? Prendiamo il cellulare e iniziamo a smanettare: dobbiamo essere sempre occupati, non possiamo concederci più il lusso della pausa, ma questa cancellazione forzata della noia non fa altro che alimentarla e amplificarla.
Cosa fare contro la noia
E allora cosa possiamo fare rispetto alla noia? Più che contro, dobbiamo fare qualcosa per la noia. Semplicemente cercarla, inseguirla, raccoglierla. Ogni giorno. Con gesti semplici come questi:
Fare una passeggiata
Guardare un panorama
Inseguire una situazione e un ambiente nel quale siamo circondati dal silenzio
Sedersi all’aria aperta e osservare il cielo e le nuvole
Non rispondere a telefonate, messaggi mail
Provare ad abituarsi a una dose quotidiana di dieci minuti di noia
Noia nella vita di coppia
Anche la vita di coppia è esposta alle contraddizioni della noia. In Francia è diventato un bestseller il libro scritto dalla professoressa di filosofia Claude Habib e appena pubblicato in Italia con il titolo “Il gusto della vita insieme” (edizioni Ponte delle Grazie). La Habib smonta, pezzo su pezzo, tutta la retorica che accompagna il libertinaggio francese della vita di coppia, la possibilità di tradire il partner senza renderne conto, le famiglie allargate che si moltiplicano nel caos delle vite matrimoniali e sentimentali. «Una relazione, per durare e per dare serenità, non può essere un susseguirsi di avventure» dice la studiosa di filosofia «Sento insistere spesso sulle parole “libertà” e “trasgressione”, alle quali io oppongo il valore della monotonia, della noia, come condizione che consente alla coppia di creare insieme. Ovviamente la noia di cui parlo non è l’angoscia, l’essere reciprocamente prigionieri, ma appunto quella dolce monotonia che libera creatività e pensiero e rafforza i sentimenti». D’altra parte prima della Habib già un altro filosofo, qualche secolo fa, aveva definito la noia come «il più sublime dei sentimenti umani». Si chiamava Giacomo Leopardi.
Alla noia non si sfugge, non si può sfuggire. È una trappola emotiva che fa parte della natura umana: tutti, prima o poi, ci annoiamo di qualcosa, a partire dalla quantità di tempo che trascorriamo tra smartphone e computer. Ma proprio in quanto imprescindibile dalla natura umana, la noia va considerata come una risorsa. Da non sprecare. “Non fare nulla”, sinonimo grossolano della noia, significa ricominciare a fare qualcosa. Partire da un disagio, un’insoddisfazione, e trovare la spinta per nuove idee, nuovi progetti. Cambiamenti. Ecco per quale motivo, come confermano diverse ricerche scientifiche, la noia è il momento migliore per essere creativi, inattaccabili da qualsiasi stimolo esterno. Non evitiamola. Che fare quando arriva la noia? Sulla base di ciò che vi abbiamo raccontato finora, la risposta sarebbe molto semplice: nulla. La noia va vissuta, senza ansia e come un modo piacevole per stare con sé stessi. Se però proprio non riuscite a godervela, allora reagite con qualche rimedio naturale, scegliendo tra i più semplici. Avete solo bisogno di riaccendere una piccola fiamma di interesse. Può essere utile un’attività sportiva, una bella passeggiata, la lettura di un libro. O anche qualche ora di bricolage. Dovete semplicemente attivare uno stimolo, e non lasciarvi andare alla pigrizia.
Come si supera la noia in casa?
La casa può trasformarsi per ovvi motivi l’epicentro della noia. E la risposta più naturale diventa, di solito, anche la meno efficace: stravaccarsi davanti alla televisione o immergersi nel mondo virtuale di un pc. Invece, per non sprecare la noia in versione casalinga, approfittatene per fare qualcosa che di solito non avete il tempo di realizzare. Ordine, anche alla scoperta di qualche oggetto dimenticato. Dedicatevi a hobby rilassanti, come la cucina e la cura di qualche spazio verde. Cogliete l’occasione di liberarvi di cose inutili: regalandole. (nonsprercare)