TRATTURI E TRANSUMANZA: LA POSTA DI SAN NAZARIO

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Ieri Civico93 ha pubblicato la notizia che un anno fa, il 27 marzo 2018, veniva presentava
formale richiesta della candidatura transnazionale de “La Transumanza” come patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO.  E’ stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale per decisione da parte del Comitato di governo dell’UNESCO nel novembre 2019. Nell’attesa si vuole pubblicare un importante documento sulla “Posta di San Nazario” e domani con altre notizie riguardanti il nostro territorio sempre legate alla transumanza.

Il Tavoliere di Puglia è stato in Italia il più grande territorio di pascolo invernale per le greggi transumanti. Esso era suddiviso in 43 aree pascolive, denominate locazioni. Le locazioni ordinarie, destinate alle diverse “nazioni” di pastori, erano 23: ad esse affluivano le greggi provenienti da gruppi contigui di paesi abruzzesi e molisani. Altre 20 locazioni straordinarie erano invece destinate alle greggi dei feudatari e dei grandi proprietari.

La Posta di San Nazario

Ciascuna locazione ospitava un certo numero di poste. La posta era il rifugio serale delle greggi transumanti ed era di solito collocata nei pressi di una masseria. Aveva forma rettangolare, circondata da alte mura e suddivisa in scomparti per ospitare le diverse tipologie di ovini. Era costruita su pendio ventilato e comunque in forma digradante per evitare il ristagno e facilitare lo scolo dei liquidi di risulta e dei liquami putridi. Nella parte alta erano collocati i casoni destinati all’alloggio dei pastori, alla lavorazione del latte e alla custodia degli attrezzi di lavoro. All’esterno ma in modalità comunicante era il recinto destinato alla mungitura delle pecore.

Il casone

Il Censimento dei beni culturali realizzato per il Piano Territoriale di Coordinamento del 2009 ha rilevato nella provincia di Foggia ben 1035masserie e 77 poste. La posta è la tipica azienda pastorale del Tavoliere e consta generalmente di due gruppi di fabbricati: lo scaraiazze, costruzione allungata, esposta a sud e aperta a porticato, per il ricovero degli animali; il casone, complesso di fabbricati per abitazione dei pastori e la lavorazione dei formaggi, con il caratteristico camino e l’altrettanto caratteristico fumaiolo (papaglione). Precario è, nella maggior parte dei casi, lo stato di conservazione di poste e masserie che, generalmente, risalgono al primo Ottocento, quando, in una parte rilevante della pianura, un tempo sottoposta al regime della Dogana, si stabilizza il possesso della terra. La categoria delle masserie comprende differenti tipologie edilizie: generalmente nel Tavoliere prevale una struttura con più gruppi di fabbricati, sparsi attorno all’aia. Sono presenti di norma la casa padronale, quasi sempre a due piani fuori terra, con le abitazioni dei lavoranti fissi, e un complesso comprendente le “cafonerie”, cioè il ricovero per i lavoratori avventizi, la cucina, le stalle per gli animali da lavoro.

Il mungituro

Visitiamo il complesso di San Nazario, situato al confine di ben quattro comuni: Apricena, San Nicandro Garganico, Poggio Imperiale e Lesina. Vi si accede facilmente dallo svincolo di Apricena della superstrada Garganica 693 dei laghi di Lesina e Varano. Il complesso è immediatamente a ridosso dello svincolo. Una breve passeggiata collega la Posta di San Nazario alla Masseria Zaccagnino e al santuario di San Nazario. La Posta propone come suo elemento architettonico più appariscente il lungo porticato di accesso al corridoio interno destinato al ricovero degli animali e sovrastato dal silos centrale. La corte esterna è suddivisa da muretti in cinque recinti distinti. Il casone centrale ospita la residenza degli allevatori e i locali di lavorazione dei prodotti. Sono ancora visibili i servizi, le risorse interne, la pavimentazione e i due caratteristici comignoli. Più vicina alla strada è l’area della mungitura. Una struttura circolare protetta da muretto raccoglieva le pecore e le introduceva a un edificio coperto attraverso varchi adeguati alla statura degli animali; qui erano allineate le diverse e ingegnose stazioni per gli operai addetti alla mungitura. Al termine, gli ovini defluivano in un grande recinto quadrangolare all’aperto. L’intero complesso mostra evidenti segni di degrado, pur restando perfettamente leggibile.

I varchi del mungituro

La Masseria Zaccagnino è oggi un’Azienda pubblica di Servizi alla Persona che ospita comunità di alloggio e attività assistenziali. Del suo passato rimangono testimonianza gli immobili di servizio che circondano la casa padronale, l’ampio cortile interno, la cantina con botti d’epoca, le arnie scavate nella pietra, il camino per l’affumicatura di carni e formaggi e i torchi.

Il porticato delle stalle

Il vicino Santuario ricorda il giovane legionario romano Nazario che subì il martirio per aver diffuso la sua fede cristiana. Secondo la tradizione San Nazario, passò proprio qui, ristorando le sue ferite nella sorgente termale presso il torrente Càldoli. Il moderno edificio ha sostituito l’antica cappella seicentesca.

(http://www.camminarenellastoria.it)