TORRE MILETO, LA SCANDALOSA TRANSAZIONE CON IL PRINCIPE…ANCORA UNA VOLTA!

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Nell’antica Cina si diceva che i paesi, come gli uomini, certe volte hanno il destino segnato. Ci sono paesi, purtroppo, che sanno di sventura, si riconoscono dall’aria torbida che si respira. Ancora una volta si vuole dare al Principe il cosiddetto “tratturo comunale” ossia quel tratturo che inizia dall’incrocio della strada sp 41 e arriva alla Torre, attraversa il villaggio del Principe per poi proseguire costeggiando la “caletta del principe” dove il signor Di Gregorio, ossia il Principe, ha impiantato il suo lido. Il tratturo, poi, prosegue costeggiando Cala Rossa e la spiaggia successiva fino al confine di Cagnano Varano, che si trova poco prima della base della marina militare italiana sita in Capoiale.

La concessione di questo tratturo impedirà per sempre ai sannicandresi di raggiungere Cala Rossa e la spiaggia prima, tanto care a tutti noi. Addio per sempre caro e vecchio tramonto di Cala Rossa, di cui tutti i sannicandresi hanno ricordi indelebili. Il Principe, addirittura, potrà piantare ombrelloni e sdraio poiché nessun altro avrà l’accesso, come d’altra parte, già sta facendo da tantissimi anni con la “caletta del villaggio del principe” che, ripeto, è del Comune. Non solo, potrà posizionare le boe di sicurezza in acqua delimitando di fatto anche l’accesso via mare.

Dicono che questa operazione porta sviluppo. Ma a chi? Se non esclusivamente al Principe? Ad esempio, la suddetta “caletta del principe” gestita da Di Gregorio da tantissimi anni, che per arrivarci utilizza l’unica strada percorribile che è il nostro tratturo comunale, quello, ripeto, che passa nel suo villaggio, ha portato sviluppo a Sannicandro? Non mi sembra. Ha portato sviluppo solo a lui. Lo stesso accadrà per le altre spiagge. E in cambio di che cosa? Delle spese legali della causa che, tra l’altro, bisogna vedere se verranno compensate, del parcheggio pavimentato davanti al lido centrale, la cui colpa è stata solamente quella di non aver completato gli atti di esproprio, poca roba quindi, e di un pezzo di terreno di macchia mediterranea adiacente il tratturo per realizzare una pista ciclabile, ammesso che si trovino le risorse economiche e soprattutto ammesso che si possa realizzare dato che è macchia mediterranea.

Ma che senso ha? Il Comune ha già il suo tratturo per fare la pista ciclabile – pedonabile e che non avrebbe nessun impedimento (dato che è già tratturo) e che non è oggetto di contenzioso legale.

Il PD nella scorsa amministrazione si oppose a questa transazione, auspicando un tavolo tecnico di tutti i consiglieri, maggioranza ed opposizione, dicendo, inoltre, che non era giusto concedere ulteriore proprietà pubblica al Principe, tanto si evince dagli atti di consiglio comunale del 19.02.2020 della precedente amministrazione e tale richiesta fu accolta e approvata dall’allora Presidente del Consiglio.

Come mai adesso ha cambiato idea e non ha coinvolto nessuno della minoranza? A chi si sta facendo il favore? Si paghino i debiti e le spese legali al signor Principe allo stesso modo delle cause giudiziarie di altri cittadini. Non capisco perché in questo caso si devono pagare le spese legali cedendo la proprietà dei sannicandresi! Questa transazione legittimerebbe ogni cittadino che vinca una causa contro il Comune a chiedere in cambio un immobile o un pezzo di terreno o una strada o magari il campo sportivo?! Vi sembra normale?

I cittadini hanno pagato le tasse per risolvere il dissesto finanziario di qualche anno fa (24 milioni di euro di cui tanta responsabilità è proprio del PD) e adesso non possiamo pagare una somma ridicola rispetto ai debiti del passato? MA A CHI LA RACCONTATE?

È sufficiente cedere al signor Di Gregorio solo il pezzo di “tratturo” di proprietà del Comune che passa dentro il suo villaggio, dato che nessuno vuole deturpare la proprietà privata, per avere tutto il resto in cambio una volta e per sempre senza cedere altra proprietà.

Signor Sindaco, si batta più energicamente per la terra dei Sannicandresi!

LO CHIAMANO PRINCIPE, MA SICURAMENTE AZZURRO NON E’.

Domenico Fallucchi