ELEZIONI E IL DOVERE DI UMILTA’ PER TUTTI

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La campagna elettorale è terminata e le urne hanno dato il loro risultato, cioè quello che è oggi è la volontà degli italiani. L’astensionismo non ha diritto di parlare perché ha delegato gli altri a votare per lui.

In campagna elettorale si sono sentite frasi non sempre corrette nei confronti delle persone candidate nelle varie coalizioni in campo. Un rito che, purtroppo, si ripete costantemente prima di ogni appuntamento al voto.

Puntare il dito su qualcuno o qualcosa è davvero semplice come pure dare le colpe agli altri esonerando sé stessi da ogni giudizio. Comportamenti che ci aiutano a non avere mai nessuna colpa e che ci fanno star meglio come fossimo persone dal giudizio insindacabile. Insomma noi siamo migliori e, quindi, possiamo dire ogni cosa sugli altri.

Beh, non è proprio così! A parte il Vangelo e chi deve scagliare la prima pietra sulla Maddalena, quello che spesso si dimentica è una strana parola un po’ in disuso che non si sente mai pronunciare sia dalla politica che dalla gente comune, “Umiltà”, il cui significato viene associato al buonismo più assoluto di una persona senza decisioni, di colui che sta in disparte quasi a voler evitare problemi.

Invece l’umiltà è l’essenza di chi è sapiente, di chi vuole decidere nel modo migliore, di chi non usa l’arroganza per avere ragione, di chi non sa essere falso, di chi affronta il destino di uomo alla pari con gli altri senza ergersi a paladino della conoscenza, di chi non si vuole confondere con una diffusa falsa morale tanto in voga e che tanto piace, di chi sa anche di poter sbagliare ma, se lo fa, ammette il proprio operato nel rispetto di un’etica che agli altri manca.

E’ evidente che molte cose non vanno per il verso giusto a San Nicandro anche per situazioni pregresse e bisogna ammettere che la situazione è difficile ma è l’opinione pubblica che deve scegliere un cammino comune abbandonando l’isolazionismo individuale e creare ponti per il futuro.

Insomma, l’umiltà ad ogni costo per una convivenza comune che potrebbe essere decisionismo sfrenato con il quale risolvere ogni cosa all’insegna di un rispetto reciproco per un obiettivo da concordare e da raggiungere.

Il Direttore