STORIA SOCIALE E TEATRO POPOLARE A SAN NICANDRO, LA TRADIZIONE DEL “DITT”

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San Nicandro Garganico nei primi anni del ‘900 è centro promotore di un movimento anarchico protagonista di frequenti e decisi atti dimostrativi contro la prevaricazione dei potenti; è il paese natale di un leader socialista, Domenico Fioritto, instancabile organizzatore politico, e di Emanuele Gualano, indomabile capopopolo di fede anarchica; è il teatro di scontri violenti fra opposte fazioni politiche ; è la sede di un movimento di dissidenza evangelica, intorno alla profezia neo-ebraica di Donato Manduzio, che raccoglie le aspettative e le speranze millenaristiche della protesta popolare.

Questa realtà sociale e politica fa da substrato alle vicende e alle forme dell’espressività carnevalesca, grande rappresentazione collettiva che a San Nicandro ha assunto nel secolo scorso, sino agli anni ’50, la fisionomia di una partecipata drammaturgia di massa.

Esperienza centrale e legame di questa connessione il ditt, una forma di drammaturgia popolare, che vedeva la partecipazione comunitaria nelle diverse fasi di creazione, rappresentazione e spettacolo. Scritta da contadini, pastori e artigiani (i poeti) questa forma drammatica ha continuato nel tempo a costituire un’insostituibile esperienza comunitaria non solo nei suoi aspetti ludici e socializzanti, ma quale pretesto di satira politica e sociale, di trasmissione di contenuti e valori.

La ricerca, effettuata tra il 1977 e il 1980 in più missioni da Rinaldi e Sobrero, consentì anche il reperimento di una mole ingentissima di manoscritti teatrali della tradizione del ditt. Le registrazioni documentano quindi, oltre alle voci, ai suoni e al caos del partecipato carnevale che inonda le strade del paese ogni anno, anche le singole biografie, aneddoti storici e descrizioni di vita sociale, canti anarchici, politici e romanze o serenate, la storia della tradizione (con la recitazione di un intero testo) del ditt, l’intera sequenza di mascherate realizzate nell’arco di decine di anni dal duo Cosimicchio e Trippetta, che insieme all’amico Rignanese, sono il vero e proprio nucleo di memoria culturale e musicale del paese. (archiviosonoro)