SI E’ SPENTO IL GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI VINCENZO CENDAMO

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Ieri sera, nella chiesa di San Biagio di San Nicandro, è stata celebrata una messa solenne in suffragio a Vincenzo Cendamo, Generale dell’Arma dei Carabinieri, che si è spento a Napoli il 16 gennaio scorso. Tanti gli amici che vi hanno partecipato nel ricordo di una persona che, anche se ha vissuto lontano, aveva San Nicandro nel cuore.

Dalla sua pagina, si riportano alcune notizie sulla sua brillante carriera militare. Frequenta l’Accademia di Modena e la Scuola di Applicazione con il grado di Tenente. Poi entra nell’Arma dei Carabinieri e destinato a Bologna dove ha assunto il comando del Plotone Carri della Compagnia Corazzata. Un encomio solenne per “per capacità professionale, giovanile entusiasmo, dedizione al dovere e profondo spirito di sacrificio”. Partecipa nell’autunno del 1966 alle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite da pubbliche calamità nella zona di Sala Bolognese (Bologna). Per l’attività svolta in quella zona mi furono concessi un attestato di Benemerenza dal Ministro della Difesa, ed un encomio solenne dal Comandante della XI Brigata Carabinieri Meccanizzata.

Promosso capitano nel 1969, frequenta la Scuola di Fanteria di Cesano il 6° Corso per Capi Sezione Istruttori di Scuole, CAR e BAR (5 -19 maggio 70) e alla Scuola Truppe Corazzate di Caserta, il corso per Comandanti di Compagnia Meccanizzata (1° – 30 aprile 1970).  Presta servizio alla Compagnia di Brindisi, di Napoli – Tribunali, alle Legioni di Napoli e di Perugia, alla allora Scuola Sottufficiali di Velletri (Roma), quale insegnante.
A Napoli, durante il processo ai NAP (Nuclei Armati Proletari) fu impiegato nei servizi di assistenza in aula e di traduzione e scorta ai detenuti. Nel corso di una udienza fu seriamente ferito, mentre cercava di far uscire dalla gabbia dei detenuti, un nappista, espulso dall’aula, per offese alla Corte, dal Presidente del Collegio Giudicante, che, prima del mio trasferimento alla Legione di Perugia, gli inviò la seguente lettera:
[…] Nelle udienze finora tenute nel processo Papale ed altri ho avuto modo di apprezzare le sue doti di ufficiale, la prontezza con la quale ha eseguito e fatto eseguire le mie disposizioni, lo sprezzo del pericolo per la incolumità personale col quale ha affrontato le non facili situazioni che si sono venute a creare, la sua collaborazione è stata addirittura preziosa. Desidero, quindi, che le pervenga il mio più vivo elogio […]. 
Nel febbraio 1981  ha chiesto al Comando Generale dell’Arma il trasferimento a Torino, allora, soggetta a frequenti attentati terroristici. Fu accontentato. Il 9 marzo 1981 ha assunto il comando del Nucleo Operativo e, alcuni mesi dopo, del Reparto Operativo del Gruppo di quella città. Servizio impegnativo ma ricco di risultati. Molti, infatti, furono i terroristi ed i loro fiancheggiatori arrestati, diversi i covi scoperti, interessante materiale documentale recuperato oltre ad armi e munizioni di vario tipo. Operazioni queste rese possibili dall’apporto determinante della Sezione Anticrimine, di Torino. Il Comandante della allora XI Brigata CC. di Torino gli concesse un encomio solenne per l’attività svolta nelle province di Torino e Vercelli. Durante il periodo di permanenza a Torino ha comandato interinalmente, per due mesi, il Gruppo di Novara. Dall’ 11 ottobre 1983 al 10 settembre 1986 ha retto il comando il Comando Provinciale di Messina. Comando non facile, sia per la vastità del territorio con conseguente elevato numero di compagnie (9) e Stazioni (101) dipendenti, sia, soprattutto, per l’omertà della popolazione.

I risultati conseguiti furono di tutto rilievo (liberazione della piccola Elena Luisi, sequestrata in Lugliano di Bagni Lucca da malavitosi siciliani; esecuzione di 290 ordini di cattura, in gran parte eseguiti nella notte tra il 21 e 22 giugno 1985; liberazione di un giovane possidente, sequestrato da malavitosi calabresi, ecc.).
La citazione dell’arresto delle 290 persone, si è resa necessaria, perché, al termine del processo contro di loro intentato, fu riconosciuto, per la prima volta, l’esistenza della mafia anche a Messina, da sempre, considerata città “baba”. Per il contributo dato dal suo gruppo alla liberazione della piccola Luisi il Comitato organizzatore del premio Alata Solertia della città di Messina, alla presenza delle autorità cittadine, ha consegnato a Cendamo una targa ricordo e la città di Milazzo (Messina) una medaglia d’oro.

Nel 1992 assume il Comando del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina, con giurisdizione sulla Sicilia e sulla Calabria. Questo Reparto è stato il primo, dopo quello di di Roma, che l’Arma ha istituito in Italia. Cendamo è stato il primo comandante raggiungendo concreti traguardi.

Nel1993 promosso Colonnello ed il 14 dicembre 1996, Generale di Brigata in ausiliaria. Insignito della Medaglia Mauriziana al merito di dieci lustri di vita militare; della Croce d’ Oro al Merito di Lungo Comando; della Croce d’Oro d’Anzianità di Servizio; delle Onorificenze di Cavaliere, di Ufficiale e di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

Ha scritto diversi articoli, pubblicati su giornali regionali e locali, tra cui: sul brigantaggio in Capitanata, con particolare riferimento al mio paese natio; sulla Natura Artistica della Divina Commedia; sulla Goliardia; su Fede e Ragione; Sul Revisionismo Storico; sul Volontariato e Sicurezza Pubblica; sul Calcolo delle Coordinate Epicentrali dei Terremoti; su Guerra, Pace e Civiltà; ecc.

Ha fatto parte, con professori delle università di Messina, Catania e Genova, del gruppo di studio che ha proposto nuove definizioni quantitative (con un intervallo di tolleranza ± 10) per la scala MSK (Mercalli, Sieberg, Cancani). I risultati dello studio – “Methodological proposals on the use of the MSK Intensity Scale” – sono stati pubblicati su “Rendiconti dell’Osservatorio Geofisico Reggino” (volume XXIX, pagg. 33–48 , anni 1982/83/84/ 85).  La magistratura della Sicilia e della Calabria mi ha nominato Consulente Tecnico e/o Perito in importanti processi di mafia e ‘ndrangheta. Ha conseguito le lauree in Scienze Strategiche, Scienze Politiche, Matematica, Economia e Commercio e Fisica e l’abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista.