QUOTA 100, C’E’ CARENZA DI TECNICI

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Quota 100, dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 31 marzo 2019, il dott. Cicchetti, Commissario Straordinario al comune di Torremaggiore, su nomina del PREFETTO di Foggia, lancia l’allarme e dice: “C’è carenza di tecnici”!

Evidentemente l’afflusso notevole alle pensioni anticipate nei diversi settori della Pubblica Amministrazione e derivanti soprattutto dall’applicazione di “quota 100” (62 anni di età e 38 di contributi) incomincia a farsi sentire ed è allarme per mancanza di “tecnici” in generale.  Infatti le lamentate “carenze” sono giustificate dall’impossibilità di adozione nel breve periodo soprattutto per rispettare i termini imposti dalla Legge che sono sempre più restrittivi. Infatti predisporre atti ad evidenza pubblica e di natura contrattuale sono richieste alte professionalità nei diversi settori della P.A., che in breve sintetizzo: urbanistica, edilizia, lavori pubblici, bilanci  e soprattutto programmazione  anche nella  valorizzazione del patrimonio e nelle dismissioni.

Detto ciò, per chi non conosce e non mastica da tempo di leggi e regolamenti, ovverossia ha amministrato in passato alla “carlona”, in questi ed altri settori dei servizi soprarichiamati, non è certamente che attraverso la mancanza di un tecnico per lo più diplomato o laureato (e con chi sa quali voti conseguiti a scuola), che cambi qualcosa.

Invece c’ è da dire, già da oggi pensando a domani, che la corsa alle pensioni anticipate, in aggiunta a quelle che normalmente si susseguono, sia   già scattata proprio nel pubblico impiego ed in misura maggiore a   quelli alle dipendenze del privato.

Pur non sapendo dall’esterno delle locali strutture pubbliche quanti degli impiegati presenti sul nostro Comune e su quelli limitrofi, nonché nelle AA.SS.LL. e nella scuola,  vi abbiano già  aderito, avendone i requisiti di legge  o  hanno già iniziato a fare i calcoli per verificare se la formula 62 anni d’età e  38 di contributi consentirà loro di andare in pensione un po’ prima, ritengo obiettivamente che ci sia da preoccuparsi per garantire una certa efficienza dei servizi.

Quello che sembra certo è che chi avrà i requisiti ne approfitterà, anche se dovessero essere previste delle penalizzazioni economiche.  E, ciò perché i lavoratori del settore pubblico, oggi, sono in “forte sofferenza”, per l’aumento dei carichi di lavoro, ma soprattutto delle nuove   responsabilità attribuite dalla legge. E, che oggi vanno dall’essere direttamente sottoposti a responsabilità soggettive che riguardano, sia il penale (falso ed abuso d’ufficio, ecc.), sia il patrimoniale (addebiti della Corte dei Conti), nonché la chiamata diretta del Dirigente in giudizio (e da rivalsa), a seguito di danni derivanti dagli atti adottati direttamente e da “infortunio“ sui  posti di lavoro. E ciò per quanto disciplinato dal D. Leg.vo n.81/’08 smi ed a valere in quanto dipendente direttodel Comune o delle imprese appaltatrici di lavori e di servizi, non coperti da assicurazione.

I rischi sono più che evidenti.

Una fuga che rischia di indebolire un comparto già assottigliato e invecchiato dal mancato ricambio generazionale (blocco turnover) degli anni scorsi e previsti fino a novembre 2019 dalla Legge Finanziaria e soprattutto dai mancati investimenti della P. A., sia nella “formazione, qualificazione ed aggiornamento“ dei dipendenti, sia nella “messa in sicurezza” delle strutture di  uso pubblico.

Si prevede pertanto che sarà una situazione di partenza alquanto critica e questo metterà a rischio la garanzia dei pubblici servizi in generale, ovverosia gestiti direttamente dal Comune o affidati in concessione a privati.

D’altronde il nostro Comune avesse tra gli obiettivi programmatici individuati nel medio e lungo periodo, si potrebbero utilizzare da subito, ed a costo “zero” per il Comune, oltre a qualche decina e più di tecnici laureati (e diplomati) nei diversi settori della P. A. con notevolissimi vantaggi da fresche progettualità e da impegni maggiori per affermarsi.

Ed inoltre procedendo anche attraverso l’utilizzo di risorse e dei locali eventualmente messi a disposizione della locale ASP – Zaccagnino o di privati imprenditori, si potrebbero individuare una serie di   percorsi     formativi dei “quadri professionali e dirigenziali “, sopperendo così a livello provinciale (e non solo) alle dichiarate carenze di tecnici qualificati” della P. A. .

Avere dei “tecnici formati ed informati” sulle diverse tipologie di “processi realizzativi e di rischi specifici” di mandato, significa anche “prevenzione” ed avere attraverso i nuovi strumenti tecnologici il controllo a basso costo del territorio e delle sue potenzialità. Si favorirebbe così l’integrazione – immissione qualificata   sui posti di   lavoro nel rispetto della normativa sulla sicurezza (D. Leg.vo n. 81/’08 smi), che oltre ad aumentare il benessere percepito dal cittadino ne aumenta la fiducia stessa nell’efficienza delle istituzioni nel rispetto dei tempi e termini imposti dai Regolamenti attuativi.

L’aver realizzato nel sottosuolo stradale la “fibra ottica“ e non utilizzarla a pieno con collegamenti diretti  tra i diversi gestori dei servizi e gli Organismi sarebbe stato inutile spreco di risorse pubbliche e comunitarie.  E ciò nel mentre che, quello che risulta finora evidente è (e rimane) di aver sfasciato (il termine adoperato è buono ed è voluto) le strade cittadine rimaste sempre più piene di buche pericolosissime in assenza di una certa  progettualità e controllo  dell’Ente ad ottenerne i ripristini.

Dico che, arrivare nel breve periodo a tanto, non dovrebbe essere ritenuto dagli Amministratori come “utopia” di chi scrive, poiché il tutto incide notevolmente oltre che sulla “qualità della vita percepita” dai cittadini amministrati, sull’inquinamento ambientale e la qualità dell’aria.

Ciò consentirebbe la raccolta di dati sul traffico da utilizzare nelle progettazioni e nelle programmazioni degli interventi   manutentivi   con abbattimento reale dei costi ed attuale nuova “frontiera dello sviluppo ingegneristico“ che certamente non esclude (e come potrebbe) l’utilizzo a pieno delle “risorse professionali  locali”.

Gianni Della Torre