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MA LA FAMIGLIA MANDA IN CONFUSIONE DI MAIO

Due interviste per Di Maio. La posizione del governo gialloverde sulla famiglia è stata evocata più volte nelle ultime settimane, soprattutto in occasione del contestato Congresso mondiale delle famiglie che si è svolto a Verona tra il 29 e il 31 marzo. In particolare, la partecipazione alla kermesse di alcuni ministri di sponda leghista – primo fra tutti il ministro dell’Interno Matteo Salvini – ha fatto emergere nuove divisioni, e qualche litigio pubblico, all’interno della coalizione di governo di Movimento 5 stelle e Lega. Sulle politiche di conciliazione vita-lavoro è stato intervistato domenica 7 aprile a “Che tempo che fa” il vice-premier e ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio, che al conduttore Fabio Fazio ha fornito risposte contraddittorie e piuttosto imprecise:

Fazio: “Però ministro lo scorso fine settimana c’è stato questo dibattito sulla famiglia, ma l’Inps ha ricordato che il governo Conte ha tagliato il bonus per baby sitter e asili nido”.

Di Maio: “No, questo è un dossier che seguo io come ministro delle Politiche sociali. (…) Il bonus baby sitter era un bonus che fu ideato dal precedente governo che diceva ‘se la mamma non usa il congedo parentale, cioè i due mesi prima della gravidanza e i tre dopo, allora le paghiamo il babysitter’. Ma alla fine le mamme hanno preso tutte il congedo parentale, era un po’ una follia, e quindi era uno strumento che non stava funzionando. Che abbiamo fatto? Abbiamo preso i soldi e li abbiamo messi per aumentare l’abbassamento della retta sugli asili nido”.

Di Maio era già stato interpellato anche il 4 aprile a “Mattino cinque” in merito alla decisione di non rinnovare il bonus infanzia (conosciuto anche come contributo baby sitting), e la sua risposta era stata:

“Io le smentisco questa notizia perché il bonus per il baby sitting, perché di questo stiamo parlando, è passato con l’ultima legge di bilancio da 500 fino a 1.500 euro”.

Il quadro che si delinea è decisamente nebuloso e pasticciato. Quale è dunque la situazione riguardo alle politiche di conciliazione vita-lavoro? Per fare chiarezza è necessario innanzitutto distinguere tra le diverse misure.

Cos’è il contributo baby sitting. Il contributo baby sitting o asili nido è una misura introdotta in via sperimentale nel 2012 per il biennio 2013-2015, in seguito prorogata dal governo Renzi fino a dicembre 2018 con alcune modifiche ed estensioni. Il provvedimento permetteva alle madri lavoratrici di richiedere – al termine del congedo di maternità ed entro gli 11 mesi successivi – un voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, per un massimo di sei mesi. Il contributo era rivolto a lavoratrici dipendenti pubbliche e private o iscritte alla Gestione separata. In misura leggermente differente era stato esteso anche a lavoratrici autonome o imprenditrici (con una durata di tre mesi). L’ammontare massimo del sostegno era di 600 euro mensili.

Come si legge chiaramente sul sito dell’Inps, la legge di bilancio del 2019 non ha prorogato la misura. È bene ricordare che si poteva scegliere il contributo in alternativa al congedo parentale, un periodo di astensione facoltativo dal lavoro della durata complessiva di 11 mesi tra i due genitori, utilizzabile entro i primi 12 anni di vita del bambino, durante il quale i genitori ricevono solo una piccola frazione della retribuzione spettante (normalmente il 30 per cento ma in alcuni casi nessuna retribuzione). Il contributo baby sitting rappresentava quindi una delle poche misure di conciliazione vita-lavoro: a usufruirne infatti erano le madri lavoratrici che sceglievano di rientrare al lavoro rinunciando al congedo facoltativo e che per questo pagavano il supporto di una persona nella cura dei figli oppure la retta di un asilo nido.

Perché Di Maio fa confusione sulle misure. Alla luce di queste informazioni, ripercorriamo gli interventi del vice-premier Di Maio, a partire da quello meno recente a Mattino cinque.

La risposta del ministro alla domanda sulla soppressione del contributo baby sitting è sbagliata per due motivi. Anzitutto, malgrado il tentativo di smentita, è evidente che il provvedimento non è stato prorogato, come abbiamo precisato sopra e come ha comunicato l’Inps. Inoltre, Di Maio confonde il contributo baby sitting o asili nido con una diversa misura di sostegno al reddito delle famiglie, ovvero il bonus asilo nido introdotto nel 2016. Avrà giocato a sfavore del ministro la somiglianza innegabile dei nomi, fatto sta che i due rimangono provvedimenti distinti. Il bonus asilo nido è infatti un altro contributo mensile per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati oppure di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche. In questo caso, però, la misura non costituisce un’alternativa al congedo parentale (come invece il contributo baby sitting), ma una possibilità estesa a tutti i genitori di un minore nato o adottato dal 1° gennaio 2016 in possesso dei requisiti richiesti. L’importo su base annua di quest’ultimo bonus è stato effettivamente aumentato con l’ultima legge di bilancio a 1.500 euro per tutti e tre gli anni dal 2019 al 2021, ma l’ammontare di partenza non era di 500 euro come affermato dal vice-premier Di Maio, bensì di 1.000.

Se la confusione si fermasse qui, si potrebbe quasi chiudere un occhio, ma le dichiarazioni rilasciate a Che tempo che fa domenica 7 aprile rendono necessarie ulteriori correzioni.

Alla richiesta di chiarimenti di Fabio Fazio, il ministro risponde ammettendo che in effetti il contributo baby sitting non c’è nella legge di bilancio 2019, ma la spiegazione che abbozza contiene alcune inesattezze. Il primo errore non stravolge il contenuto del messaggio, ma va riportato per precisione: il bonus baby sitting o asili nido non è stato ideato dal precedente esecutivo, ma nel dicembre 2012 dall’allora governo Monti e poi successivamente prorogato dal governo Renzi.

Il secondo errore, invece, è concettuale e riguarda il congedo parentale. È assolutamente vero che il contributo baby sitting veniva erogato in alternativa al congedo parentale, ma quest’ultimo non corrisponde ai due e tre mesi di congedo prima e dopo il parto (“gravidanza” secondo le parole di Di Maio, ma ci siamo capiti). Quello a cui fa riferimento il ministro del Lavoro è il congedo di maternità, che è appunto un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alle lavoratrici dipendenti durante i due mesi che precedono il parto e i tre mesi successivi. Invece, come abbiamo specificato sopra, il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro che può essere utilizzato sia dalla madre sia dal padre per una durata complessiva non superiore a 12 mesi.

Ricapitolando, quando si parla di politiche di sostegno al reddito delle famiglie bisogna stare molto attenti perché la terminologia inganna, le dichiarazioni di Di Maio ce lo dimostrano: il contributo baby sitting o asili nido è cosa diversa dal bonus asilo nido, così come sono due misure ben distinte il congedo parentale e il congedo di maternità.

Il verdetto. Il vice-premier nonché ministro delle Politiche sociali ha le idee confuse sulle misure di sostegno alle famiglie che afferiscono proprio al suo ministero. Non soltanto non sembra conoscere la differenza tra il contributo baby sitting o asili nido e il bonus asilo nido, ma finisce per equivocare anche sul congedo di maternità e il congedo parentale. Complice la somiglianza dei nomi, dobbiamo ammetterlo. Se a queste manchevolezze aggiungiamo anche l’errore sull’ammontare di partenza del bonus asilo nido e l’imprecisione sulla paternità del provvedimento che ha introdotto il contributo baby sitting, le dichiarazioni di Luigi Di Maio sono nel complesso PARZIALMENTE FALSE. (lavoce)

Greta Ardito e Silvia Picalarga

“NOTRE DAME” BRUCIA, LA PROCURA DI PARIGI APRE INDAGINE CONTRO IGNOTI

La notizia che la famosa Cattedrale di nostra Signora di Parigi, Cathedrale Notre-Dame de Paris in francese, sta bruciando con notevole difficoltà per i pompieri di raggiungere quelle altezze, ha fatto  da subito nella serata di lunedì  15 aprile 2019 il giro del mondo  per essere questa chiesa una delle più famose al mondo   ed uno   dei simboli della Parigi gotica del XII secolo.

Per completezza d’informazione riporto una brevissima cronistoria riguardante la costruzione della Cattedrale Notre Dame di Parigi, un imponente edificio storico i cui lavori iniziarono a intorno al 1163 per essere conclusi  nel 1345.

Infatti si deve a Re Luigi VII e al Vescovo Maurice de Sully che vollero per la città un grande edificio che potesse ospitare tutti i fedeli cattolici parigini tanto da diventare simbolo della cristianità.  Durante la rivoluzione francese parte di questa struttura andò distrutta e fu anche depredata dei suoi tesori tanto è che per l’incoronazione di Napolone I° nel 1804   la facciata fu ricostruita in cartone. La Cattedrale Notre-Dame di Parigi è stata altresì palcoscenico di alcune cerimonie fondamentali per la storia francese ed europea: 1430 incoronazione del giovane re d’Inghilterra Enrico VI, 1455 processo a Giovanna d’Arco, incoronazione di Maria Stuarda, matrimonio fra Margherita di Valois ed Enrico IV.

L’incendio dato immediatamente in diretta TV su più reti ha interessato l’intera copertura in legno e la guglia centrale intorno alla quale sembra sviluppatosi l’incendio e che ha comportato anche il crollo dell’intero tetto di copertura.

Altra notizia trasmessa solo qualche giorno prima è che proprio su questa struttura erano iniziati lavori di ristrutturazione dopo tanti anni di abbandono.

La normativa italiana che disciplina l’esecuzione delle opere pubbliche e quelle che riguardano il patrimonio storico, artistico e dei “beni culturali” è molto complessa e garantista della Pubblica Amministrazione appaltante specialmente dopo l’incendio del teatro “La Fenice” di Venezia, pure causato dai lavori appaltati.

Con ciò basta pensare che in Italia, anche in applicazione della Normativa Europea e del Codice dei Contratti Pubblici, per l’esecuzione anche di modestissime opere viene richiesta all’impresa appaltatrice una polizza (assicurazione in favore dell’Ente) almeno pari al valore di tutto l’immobile oltre a quelle ulteriori di esecuzione del contratto ed a quella richiesta al Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione .

Non riesco di pensare quale possa essere la stima “in valore” di questo o di altri beni simili che necessitino di interventi manutentivi o di adeguamento funzionale e di messa in “sicurezza” e quali i danni ed i tempi necessari ai ripristini.  Intanto la procura di Parigi ha aperto un’indagine sull’incendio, le cui cause sono ancora sconosciute: per questo motivo, i dettagli sull’indagine non sono ancora stati resi noti.

Gianni Della Torre

 

AVEVA ESPLOSO NUMEROSI COLPI DI PISTOLA PER STRADA A SAN NICANDRO GARGANICO, ORDINANZA CAUTELARE

Verso le ore 11.45 dello scorso 17 marzo, di domenica, a San Nicandro Garganico lungo via Marconi, in quel momento densamente trafficata da tanti che, vista la bella giornata di sole, si stavano recando verso Torre Mileto, tra le numerose autovetture incolonnate all’altezza di un semaforo, uno sconosciuto, alla guida di una Fiat Punto di colore nero, aveva improvvisamente estratto una pistola esplodendo alcuni colpi.

I militari della locale Stazione Carabinieri e della Sezione Operativa del N.O.R.M. della Compagnia di San Severo, immediatamente intervenuti sul posto, avevano accertato che, dei colpi sparati dallo sconosciuto, uno aveva colpito il parabrezza di una Jeep Compass in transito, di proprietà di una persona del posto, mentre un altro aveva mandato in pezzi lo specchietto retrovisore di una BMW 320, in quel momento parcheggiata e con la proprietaria a bordo. Solo per un caso i proiettili non avevano raggiunto il conducente della Jeep, che si era rapidamente abbassato sui sedili appena accortosi degli spari, né ferito la donna che si trovava seduta nella sua auto.

Su disposizione del Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Foggia, i Carabinieri avevano quindi immediatamente avviato una serie di accertamenti, tra i quali l’acquisizione e l’analisi di numerosi filmati estrapolati da diversi sistemi di videosorveglianza della zona, al fine di ricostruire l’accaduto e identificarne il responsabile. Inizialmente non si era escluso, nonostante l’estrema gravità del fatto, che la vicenda fosse riconducibile ad un alterco per motivi di traffico tra automobilisti, anche perché dalla visione delle immagini si era notato che da una Fiat Panda di colore verde, che si era appena fermata al semaforo di via Marconi, era sceso il conducente che si era diretto con fare aggressivo verso le autovetture che erano incolonnate dietro la sua, tra le quali la Fiat Punto di colore nero, come se dovesse rimproverare qualcosa. Il conducente di quest’ultima autovettura, visto il piglio del conducente della Fiat Panda, aveva estratto l’arma che aveva in auto ed aveva esploso una serie di colpi per fermare l’uomo che gli veniva incontro, senza però colpirlo, ma andando a raggiungere le due autovetture con a transito, di proprietà di una persona del posto, mentre un altro aveva mandato in pezzi lo specchietto retrovisore di una BMW 320, in quel momento parcheggiata e con la proprietaria a bordo. Solo per un caso i proiettili non avevano raggiunto il conducente della Jeep, che si era rapidamente abbassato sui sedili appena accortosi degli spari, né ferito la donna che si trovava seduta nella sua auto.

Su disposizione del Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Foggia, i Carabinieri avevano quindi immediatamente avviato una serie di accertamenti, tra i quali l’acquisizione e l’analisi di numerosi filmati estrapolati da diversi sistemi di videosorveglianza della zona, al fine di ricostruire l’accaduto e identificarne il responsabile. Inizialmente non si era escluso, nonostante l’estrema gravità del fatto, che la vicenda fosse riconducibile ad un alterco per motivi di traffico tra automobilisti, anche perché dalla visione delle immagini si era notato che da una Fiat Panda di colore verde, che si era appena fermata al semaforo di via Marconi, era sceso il conducente che si era diretto con fare aggressivo verso le autovetture che erano incolonnate dietro la sua, tra le quali la Fiat Punto di colore nero, come se dovesse rimproverare qualcosa. Il conducente di quest’ultima autovettura, visto il piglio del conducente della Fiat Panda, aveva estratto l’arma che aveva in auto ed aveva esploso una serie di colpi per fermare l’uomo che gli veniva incontro, senza però colpirlo, ma andando a raggiungere le due autovetture con a bordo l’ignaro uomo e la donna. Sempre dalla visione delle immagini registrate dalle telecamere si era allora visto che il conducente della Fiat Panda, accortosi dell’arma impugnata dal conducente della Fiat Punto nera, era tornato di corsa al volante della sua autovettura, allontanandosi con estrema velocità.

Probabilmente i due, però, avevano già una conoscenza pregressa tanto che è stato dimostrato come lo sparatore stesse già da tempo pedinando la vittima designata, aspettando verosimilmente il momento giusto per compiere il suo gesto. Le immagini hanno anche cristallizzato le conseguenze della sconsiderata azione posta in essere dall’odierno arrestato: uno dei proiettili esplosi dall’arma da lui illecitamente detenuta ed utilizzata per sparare ha colpito, attraversandolo, il parabrezza di una jeep che proveniva nel senso opposto, non uccidendo il conducente solo per la prontezza di riflessi dello stesso, che si abbassava sul sedile di fianco.

Gli accertamenti effettuati hanno permesso di identificare lo sparatore in S. R. C., classe ’88, per il quale, acclarate le sue responsabilità nel folle gesto, la Procura della Repubblica, condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri, aveva richiesto all’Autorità Giudiziaria competente l’emissione di una misura cautelare.

Il G.I.P. del Tribunale, condividendo anch’egli pienamente gli elementi investigativi prodotti da Procura e Carabinieri, ha quindi emesso un’Ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del S., per il reato di duplice tentato omicidio nei confronti sia del conducente della Fiat Panda che della Jeep Compass, che nella mattinata odierna è stata eseguita dai militari della Sezione Operativa del N.O.R.M. di San Severo e della Stazione Carabinieri di San Nicandro Garganico.

Proseguono ulteriori verifiche volte sia ad accertare il movente e per scoprire come questi si fosse procurato la pistola.

 

TUTTO TACE SULLA PROTESTA DEGLI ALLEVATORI, AGRICOLTORI, ITTICOLTORI ALL’INTERNO DEL PARCO DEL GARGANO

I GIORNALI DEL NORD SCRIVONO DEI PASTORI CHE PORTANO 1000 PECORE IN PIAZZA A PADOVA PER PROTESTA CONTRO TRUMP…I GIORNALI DEL SUD “NON SCRIVONO NULLA” SU OLTRE 2000 PASTORI, AGRICOLTORI, ITTICOLTORI E ALTRE CATEGORIE PRODUTTIVE DEL GARGANO CHE SONO DISPERATI PERCHE’ VEDONO AGGREDITI DA LUPI( ed ibridi di lupi)  CHE SBRANANO IMPUNITI LE LORO GREGGI; DA CINGHIALI(ed ibridi di cinghiali) FAMELICI CHE DISTRUGGONO I LORO CAMPI, DA CORMORANI E GABBIANI( questa volta in purezza genetica) CHE DIVORANO QUINTALI DI PESCE AL GIORNO. TUTTO CIO’ SOLO PER DANNI INCALCOLABILI NEI VARI SETTORI PRODUTTIVI PORTATI AVANTI, CON ENORMI SACRIFICI…E CON METODI TRADIZIONALI, COME “IMPONE” LA LEGGE DEL PARCO. MA IL DRAMMA NON E’ DOVUTO AL RIMBORSO CHE E’ ESIGUO O ALTRO..IL DANNO E’ CHE TALI ATTIVITA’ SONO A RISCHIO FALLIMENTO PERCHE’ NON C’E’ STATO MAI UN VERO PIANO DI GESTIONE DELLA FAUNA E DELL’AVIFAUNA SELVATICA ALL’ INTERNO DELL’AREA DEL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO A CAUSA DI UNA DIRIGENZA TECNICO-POLITICA CHE, CON I SUOI PROVVEDIMENTI INEFFICACI E VESSATORI HA IMMOBILIZZATO LO SVILUPPO NELLE AREE INTERNE E POI, LE HA ABBANDONATE A SE STESSE PROVOCANDO LO SFACELO AMBIENTALE E DI SALVAGUARDIA DI TALI AREE…MA SOPRATTUTTO E’ IN ATTO L’EUTANASIA DI TUTTE LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE PRATICATE CON METODI TRADIZIONALI ALL’ INTERNO DEL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO…

ALLORA…“A CAPA MIA NUN E’ BONA”…

1** O MILLE PECORE AL NORD, PER PROTESTA CONTRO IL PRESIDENTE U.S.A. TRUMP, VALGONO TANTA ATTENZIONE NAZIONALE E LA STAMPA E I TELEGIORNALI SI MOBILITANO, “NON PERCHE’ STANNO MALE GLI ALLEVATORI MA PERCHE’ ESSI VOGLIONO DI PIU’”…ED IO NON CONTESTERO’ MAI UNA PROTESTA PER UNA QUALITA’ DELLA VITA MIGLIORE;

2** O OLTRE 2000 PERSONE CHE CON LE LORO FAMIGLIE SOFFRONO E LOTTANO, “NON PERCHE’ VOGLIONO DI PIU’, MA PER NON VEDERE MORIRE, DEL TUTTO, LE LORO ATTIVITA’ PRODUTTIVE ALL’INTERNO DI TALE PARCO”, NON SONO TANTO IMPORTANTI COME 1000 PECORE DEL NORD…ALMENO, PER LE TELEVISIONI E QUALCHE QUOTIDIANO DEL SUD RESPONSABILI DELL’AREA DEL GARGANO E DELLA PROVINCIA DI FOGGIA;

3** SI SCRIVE CHE IL SUD SI SPOPOLA, I VECCHI SONO ABBANDONATI, MANCANO I SERVIZI…E CHE IL SUD MUORE! TALE E’ IL GRIDO DI DOLORE CHE SPESSO SI SENTE, SI LEGGE E SI VEDE NELLE VARIE TELEVISIONI DI STATO E PRIVATE…QUANDO UNA SOCIETA’ MUORE, C’E’ PRIMA UNA FASE DI AGONIA DOVUTA A TANTI FATTORI, TRA I QUALI LA LIBERTA’ DI STAMPA E LA CORRETTEZZA, AI SENSI DELLE VIGENTI LEGGI, DI FSR ARRIVARE ALL’OPINIONE PUBBLICA LE DUE VOCI CONTRASTANTI…E ANCHE PER IMPARI DIGNITA’ DI DARE NOTIZIE, CHE, A VOLTE SI DANNO DISTORTE, ED ESPONENDO SOLO I PROBLEMI DENUNCIATI DA UNA SOLA PARTE… O NO??

4** E’ PUR VERO CHE FA PIU’ NOTIZIA SE UN UOMO MORDE IL CANE…PURTROPPO, PERO’ E’ QUASI SEMPRE IL CANE CHE MORDE L’UOMO E LO MANDA ANCHE IN OSPEDALE! D’ALTRONDE E’ PUR VERO CHE TUTTI SIAMO UN POCO “COLLLUSI” CON “INCARICHETTI DA FAME E SOPRAVVIVENZA” E CHI E’ SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA ( primum vivere deindi philosofare!!)…MA NON SAREBBE MEGLIO LOTTARE, QUALCHE VOLTA, TUTTI INSIEME PER UN SUD, UN GARGANO E UN MONDO MIGLIORE? ALTRIMENTI, I RICCHI SARANNO SEMPRE PIU’ RICCHI E PIU’ POTENTI COMPRANDO O ASSERVENDO TUTTO E TUTTI AL LORO PROPRIO INTERESSE E TORNACONTO, I POVERI SEMPRE PIU’ POVERI DERISI, OFFESI E VILIPESI O, PEGGIO, ADDIRITTURA IGNORATI!! E COLORO CHE “GESTISCONO STAMPA E TELEVISIONI” SARANNO, FORSE, SEMPRE MENO LIBERI E PIU’ INTERESSATI A DIFENDERE I “DIRITTI DI 1000 PECORE DEL NORD” E A NON “VOLER VEDERE, NE SENTIRE, NE SCRIVERE” CHE C’E’ ANCORA GENTE IN QUESTO MIO AMATO E DISPERATO GARGANO E NEL SUD CHE LOTTA PER NON VEDER MORIRE GIORNALMENTE UN SOGNO DI LAVORO (E NON IL POSTO O L’INCARICUCCIO A PREBENDA GETTONATA) INDIPENDENTE E ANTICO “SOLO QUANDO E’ ANTICO IL MONDO…E POI?? TUTTI A PARLARE PER MESI DI TARANTELLE, PIZZICHE, ENOGASTRONOMIA (attività di promozione importanti per un territorio…ma non si vive di solo musica e manifestazioni super pagate)…AMMAZZANDO, CON I “COLPEVOLI SILENZI” QUEL MONDO RURALE CHE LE HA CREATE! SE COSI’ FOSSE ED IO FOSSI IN TALI INDIVIDUI “SIGNORI DELLA CARTA STAMPATA E DEI SERVIZI TELEVISIVI”…MI VERGOGNEREI…MA NON TANTO…SOLO UN POCO…ANCHE PERCHE’, MI SEMBRA, CHE CI SIA UN DIRITTO DI PARI DIGNITA’ NEL DARE DELLE NOTIZIE SE CI DOVESSERO ESSERE DUE FRONTI OPPOSTI…E MI SEMBRA CHE CI SIA ANCHE…MA NON NE SONO SICURO, CHE CI SIA PURE UN ALTRO DIRITTO DI DARE VOCE A CHI VIENE CHIAMATO IN CAUSA, AFFINCHE’ LA GENTE O LE ISTITUZIONI POSSANO SENTIRE LE DUE VERSIONI E FARSI UN’OPINIONE IN MERITO…E FORSE, ANCHE TALI “SIGNORI DELL’INFORMAZIONE” VIVREBBERO MEGLIO, PERCHE’ DICEVA TOTO’( PER METTERLA SUL COMICO, (ANCHE SE QUI DI COMICO NON C’E’ ASSOLUTAMENTE NIENTE) CHE LA COSCIENZA E’ COME L’ELASTICO, OGNUNO SE LA FORMULA, SI DA DELLE GIUSTIFICAZIONI SUL SUO OPERATO E SE LA CREA COME VUOLE E A SECONDA DELLE SUE ESIGENZE( anche Hitler ebbe una sua coscienza e dei giustificati motivi per mandare al macello milioni di innocenti ed incolpevoli ebrei), PERO’, POI, QUEL “TARLETTO” CHE SI CHIAMA “ONESTA’”…SOLO “ONESTA’”, PRIMA O POI,O ANCHE PER INTERESSE SOGGETTIVO DEL PROPRIO “PARTICULARE”, SI RISVEGLIA E COMINCIA A RONZARE NEL CERVELLO, SPECIE QUANDO, EVENTUALMENTE, GLI AGNELLI IMPORTATI, IN MODO SELVAGGIO( e senza controlli sanitari veri), DALLA ROMANIA, BULGARIA E DA CHISSA’ DOVE ANCORA, L’OLIO, IL GRANO, I POMODORI, LA FAVA DI CARPINO, LA CARNE DI MUCCA PODOLICA, CAPRETTO GARGANICO, AGNELLO GENTILE DI PUGLIA, IL PESCE DEI NOSTRI LAGHI SALMASTRI, ECC. NON SARANNO PIU’ I NOSTRI PRODOTTI TIPICI, COME IL LATTE E TUTTI I SUOI DERIVATI…SOLO ALLORA, TALI “SIGNOROTTI” DEI MASS MEDIA COMINCERANNO A SCRIVERE DI SETTORI TRADIZIONALI IN CRISI, DI ECONOMIA AGRO-SILVO-PASTORALE ALLO SBANDO, DI EMIGRAZIONE DI GIOVANI DALLE AREE INTERNE, DI DISTRUZIONE DI UN PATRIMONIO GENETICO ZOOTECNICO-AGRICOLO ANTICO… DELLA SCOMPARSA DEL GARGANO TRADIZIONALE!! MA ALLORA, SE NON SARANNO STATI IMPEGNATI A SCRIVERE DEL SESSO DEGLI ANGELI …NON SARA’ UN PO’…MA SOLO UN PO’ TROPPO TARDI PER AVERE AL LORO FIANCO, NON PIU’ LA GENTE CHE ANCORA E’ RESIDENTE-RESISTENTE SUL GARGANO E NEL SUD, NELLA LOTTA…MA SI TROVERA’ AL SUO FIANCO SOLO FANTASMI DI UN POPOLO RURALE DI UN GARGANO CHE FU? OPPURE ENFATIZZERANNO DI PROGETTI FARAONICI CHE, FINO AD ORA, HANNO IMPINGUATO SOLO LE CASSE DI FACOLTOSE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E DI QUALCHE TECNICO VICINO AL LORO SENTIRE CON PROGETTI BELLI MA CHE “NON BALLANO AFFATTO” E CHE NON HANNO DATO NESSUN BENEFICIO ALLA CLASSE OPERAIA DI QUESTO ACROCORO GARGANICO. CLASSE OPERAIA CHE NON STA IN PARADISO MA SCENDE GIORNALMENTE, SEMPRE DI PIU’, ALL’INFERNO?? MA FORSE, PER ALCUNI DI ESSI VAL BENE UNA NOTIZIA ARTEFATTA DATA AD ACTA IN UN DETERMINATO MOMENTO PER SMORZARE E NON FAR APPARIRE ALL’ ESTERNO CHE TUTTO VA BENE VA MEGLIO DI UNA VERITA’ SOFFERTA MA DIVULGATA CON ONESTA’ INTELLETTUALE E PROFESSIONALITA’ DEONTOLOGICA DI SETTORE…O ANCHE CHE PER TALI “SIGNOROTTI” DEI MASS MEDIA SONO PIU’ IMPORTANTI 1000 PECORE IN PIAZZA A PADOVA PORTATE DA ALLEVATORI RICCHISSIMI, CHE NON OPERANO IN AREE PARCO, CHE NON SONO RAZZE IN PUREZZA, CHE SONO ALLEVATE CON MANGIMI ED ESTROGENI VARI, CHE PROTESTANO CONTRO TRUMP(…a solo 8000 km di distanza e che a Trump non gliene può fregar di meno), CHE OLTRE DUEMILA FACOLTOSI OPERATORI CHE LOTTANO, CON LE LORO FAMIGLIE, PER NON MORIRE, NON IN UNA LOTTA CONTRO IL PARCO, IL LUPO O ALTRI ESEMPLARI DI FAUNA SELVATICA…MA PER UNA LORO STESSA SOPRAVVIVENZA…”INTELLIGENTI PAUCA”…POI, SI RESTA,OGNUNO, CON LA PROPRIA COSCIENZA CHE, A SECONDA DI UN EVENTUALE CONTRIBUTO O ASPETTANDO UN “INCARICUCCIO” A TEMPO, SI DECIDE SE E’ PULITA…O UN POCO…MA SOLO UN POCO DI PARTE …O ADDIRITTURA SPORCA…O NO?

  1. Nino Marinacci

 

LELLO VOCALE: LA CONFCOMMERCIO CHIEDE DELUCIDAZIONI SULLA TARI E MINACCIA SERRATE

Caro Direttore,

Le scrivo qualche riga per spiegarLe la mia posizione personale in rappresentanza del ruolo ricoperto affinchè, Lei, grazie alla sua testata, possa divulgarla per farla capire ai miei colleghi e non il mio pensiero.

E’ quasi un anno che questa amministrazione ha preso le redini di un paese sfinito, già fallito e che, ormai, da un bel po’ di anni ha perso oltre il 20 per cento della popolazione, oltre il 30 per cento elle attività, scuole, uffici pubblici ed ha perso prestigio e peso politico sul territorio.

Colpa de fato sicuramente, ma colpa certamente dei sannicandresi e della loro mentalità gretta, miope e del loro scarso attaccamento alle sorti di questa comunità.

E’ con questa visione che si si è scelti negli anni i propri rappresentanti che, con la stessa superficialità e mancanza di idee, hanno amministrato e questo è il risultato.

Ora, come Confcommercio, abbiamo sempre teso la mano a chiunque si sia avvicendato al ruolo ammnistrativo perché contribuire in maniera costruttiva a rendere più virtuosa la nostra cittadina, per noi vuol dire avere più successo nel nostro lavoro e nel nostro ruolo.

Lo abbiamo fatto anche questa volta: vedi Fiera di Ottobre, manifestazioni per la legalità, il nostro impegno per i mercativi e varie manifestazione, il DUC, gli innumerevoli tavoli di confronto da noi richiesti per pianificare azioni ed agevolare il lavoro amministrativo per risolvere i problemi del commercio e far valere le regole che lo disciplinano.

Ora, invece, rumors parlano di volontà amministrativa di far effettuare il mercato settimanalmente e far ricadere il “macigno” della TARI solo sulle attività produttive del paese già agonizzanti, la dice tutta sulla capacità amministrativa e sulla visione che ha questa compagine sullo sviluppo e sul futuro di San Nicandro.

Premesso che, come cittadino che ormai da anni differenzio in maniera maniacale i rifiuti prodotti, non vedo premiato il mio sforzo….anzi! Quindi, la pretesa di sapere analiticamente come siamo tassati per le spese di gestione dei rifiuti da circa 1.200.000 di euro a circa 2.100.000, credo sia legittima.

Mercoledì si riunisce il direttivo alla presenza dei nostri funzionari che hanno avuto modo di visionare tutti i passaggi amministrativi che hanno portato poi a questa decisione amministrativa, i quali esporranno il tutto alla luce del sole.

Al termine dei lavori, prenderemo in maniera collegiale, le dovute decisioni non escludendo le opportune manifestazioni e serrate per ribadire con forza che questa è una scelta sconsiderata che noi non accettiamo per nessuna ragione.

Lello Locale (Confcommercio)

E SALVINI SCIVOLA SULLA “SUA” FLAT TAX

Flat tax sì o flat tax no? È la domanda chiave di questi giorni. Con la pubblicazione dei numeri del Documento di economia e finanza, che ammettono un rallentamento dell’economia italiana nel 2019, la domanda non è banale perché l’introduzione della tassa piatta farebbe lievitare il deficit del 2020 al 4,1 per cento. Di flat tax si parla ormai da anni, soprattutto da quando la Lega di Matteo Salvini l’ha introdotta tra i suoi vessilli elettorali. Ed è stato proprio il vice-premier e ministro dell’Interno, durante la conferenza di Milano per presentare le alleanze in vista delle elezioni europee, a cadere in una credenza comune su questo tipo di imposta (di cui ci eravamo già occupati): “L’idea rivoluzionaria della flat tax, che si chiama tassa unica, tassa piatta, tassa uguale, è che è unica, piatta e uguale. Non esiste una flat tax progressiva, altrimenti mi tengo il sistema fiscale attuale”. Vediamo perché sbaglia.

Piatto non vuol dire per forza non progressivo. Nella sua versione più basilare la flat tax ha una sola aliquota, che deve essere moltiplicata per tutta la base imponibile. In questo modo l’imposta è puramente proporzionale, nel senso che a prescindere dal reddito i contribuenti versano un’uguale percentuale del proprio reddito. Ma è piuttosto facile renderla progressiva tramite deduzioni e detrazioni, ossia riduzioni di reddito prima di calcolare l’imposta o veri e propri abbattimenti del debito di imposta. In questo modo, il sistema diventa progressivo, poiché gli sconti fiscali come le deduzioni e le detrazioni hanno un peso maggiore su chi ha redditi più bassi. Quindi, con la messa a punto di deduzioni sufficientemente elevate si potrebbe garantire che all’aumentare del reddito aumenti più che proporzionalmente l’imposta da pagare. Ossia che l’aliquota marginale sia maggiore dell’aliquota media, condizione tecnica affinché un sistema fiscale sia progressivo.

Le proposte in Italia sono tutte progressive. La flat tax non si riscopre progressiva solo oggi, ma è stata modulata in questo modo per tutte le proposte fatte in Italia. Il documento politico sulla flat tax della Lega suggerisce un’aliquota fissa al 15 per cento per ogni nucleo familiare. Tutte le vecchie deduzioni e detrazioni sarebbero eliminate, ma esisterebbe una deduzione di 3 mila euro per ogni componente della famiglia. Ed è proprio questa deduzione a giustificare la dicitura “flat tax progressiva” che lo stesso documento della Lega evidenzia più e più volte. Cosa che fa un po’ sorridere, alla luce delle parole di Salvini.

Il contratto di governo prevedeva espressamente due aliquote fisse per tutti (al 15 per cento per i redditi sopra agli 80 mila euro e al 20 per quelli più elevati), con una deduzione di 3 mila euro per le famiglie sulla base del reddito familiare. In questo caso, non solo la deduzione, ma anche la doppia aliquota garantirebbe un certo grado di progressività. Da tempo, però, si è smesso di parlare di questa modulazione e, dopo l’introduzione della flat tax al 15 per cento per le sole partite Iva con la legge di bilancio 2019, la componente leghista del governo ha ribadito più volte che sarà avviata la fase due della flat tax al 15 per cento, che sarà applicata ai redditi familiari sotto i 50 mila euro. Anche qui, benché non ci sia una proposta ufficiale, si ipotizza una deduzione di 3 mila euro.

La proposta di Forza Italia invece punta a rimpiazzare l’Irpef con un’aliquota al 23 per cento sul reddito familiare, ponendo la soglia della cosiddetta no tax area a 12 mila euro, al di sotto dei quali il reddito non è tassato. I mutui ipotecari sarebbero detraibili e le spese mediche resterebbero deducibili. Tutte le altre detrazioni e deduzioni sarebbero eliminate, così da finanziare la riduzione di entrate pubbliche.

C’è poi la proposta dell’Istituto Bruno Leoni (Ibl), che nel 2017 indicava un’aliquota unica al 25 per cento che sostituisse tutte le imposte. Il progetto prevedeva l’abolizione di tutti i trasferimenti assistenziali (dall’assegno di accompagnamento alle pensioni sociali) a favore della creazione di un “minimo vitale”, ossia un reddito universale per il nucleo familiare diverso da Nord a Sud. Questo avrebbe rappresentato una deduzione base dalla flat tax di 7 mila euro annui per un nucleo familiare con un solo componente residente al Nord (6 mila euro al Centro e 5.100 al Sud). Per i redditi superiori, le deduzioni sarebbero andate via via a decrescere man mano che il reddito si allontanava da questa soglia.

È dunque evidente che le varie modulazioni di flat tax proposte in Italia includono già elementi di progressività. Compresa la proposta originaria della Lega, che espressamente definisce il suo modello una flat tax progressiva. È da escludere che possa comunque raggiungere i livelli di progressività dell’attuale sistema tributario. Come è altrettanto da escludere che la flat tax sia unicamente proporzionale. Se così fosse, la progressività dell’intero sistema fiscale potrebbe venir meno, in contrasto con l’articolo 53 della Costituzione. Resta comunque difficile prevedere le conseguenze reali di un modello simile data la mancanza di documenti ufficiali a cui poter fare riferimento.

A SAN MARCO CICLISTA TRAVOLTO DA UN CINGHIALE

Si apprende da una lettera mandata in redazione di “Sanmarcoinlamis.org” della disavventura di un ciclista che è stato travolto da un cinghiale. Infatti, come viene descritto nella missiva “Proprio qualche giorno fa, mentre percorrevo con la mia bicicletta da corsa la strada che da Cagnano Varano va verso San Giovanni Rotondo, nei pressi dell’incrocio con la strada per Carpino, all’improvviso dalla macchia alla mia destra è sbucato di corsa un cinghiale, che, senza darmi il tempo di reagire, mi ha travolto facendomi cadere malamente sulla strada”.

Lo sfortunato ciclista ha riportato la frattura di una vertebra e del bacino e solo grazie al casco ha evitato danni peggiori e irreversibili con un periodo di degenza di 30 giorni.

Purtroppo la presenza di cinghiali e lupi nel Gargano viene rilevata quasi quotidianamente con danni ad agricoltori e allevatori. Se non si pongono in essere interventi decisivi migliaia di famiglie saranno costrette alla fuga dai campi. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le campagne, le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio.

Nel giro di dieci anni i lupi sono raddoppiati mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti. Solo nella nostra Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro.

Intanto l’episodio successo a quel ragazzo di San Marco deve far riflettere ai tanti amanti della bici e chi fa corsa nel senso di non avventurarsi mai da soli e di stare sempre allerti.

SAN NICANDRO, CONDONO TASSE LOCALI IMU, TARI E TASI?

Con il Decreto Crescita è prevista la pace fiscale per i tributi comunali e cioè IMU, TARI e TASI. Il condono riguarderà debiti e cartelle del periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2017. Di fatto, si potranno saldare i debiti con uno stralcio di sanzioni ed interessi maturati. Non è una cosa di poco conto in quanto si pagherebbe quasi unicamente il debito.

Evidente che tutta l’operazione non è automatica in quanto prevista del Decreto Crescita in quanto sarà il singolo comune a dover decidere se applicarla o meno. Infatti il comune potrà deliberare di adottare la normativa del decreto entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto Crescita stabilendo modalità e tempi per la presentazione della domanda e le scadenze per il pagamento delle rate.

Quale sarà la volontà del comune di San Nicandro? Approfitterà di questa occasione per estinguere il contenzioso in corso con la certezza di un introito certo per le casse comunali?

IL DOLORE UNANIME DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SAN NICANDRO PER DI GENNARO

La perdita di un uomo integro, onesto, semplice, un servitore dello Stato che ogni giorno dedicava la vita al bene della sua comunità, lascia in ognuno di noi un dolore oltre che un vuoto immane.

Il presidente del consiglio, a nome anche di tutta l’amministrazione comunale della città di San Nicandro Garganico, partecipa al grande dolore che ha colpito la famiglia dell’onorato maresciallo Vincenzo Di Gennaro ed esprime la sua sentita vicinanza all’altro carabiniere ferito gravemente nella sparatoria.

Loris Pio De Luca

 

IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA PER L’UCCISIONE DEL MARESCIALLO DI GENNARO

L’intera Capitanata si stringe attorno all’Arma dei Carabinieri per la morte del maresciallo Di Gennaro ed il ferimento di un altro militare nel corso di una sparatoria a Cagnano Varano. “Un tragico giorno per la Capitanata dopo l’uccisione, a Cagnano Varano, del Maresciallo Maggiore, Vincenzo Carlo Di Gennaro. Sono particolarmente vicino alla famiglia e all’Arma dei Carabinieri ed esprimo il mio sentito cordoglio e quello dell’Istituzione che rappresento. – Dichiara il Presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta – Auspico una pronta guarigione all’altro componente della pattuglia rimasto ferito”.

LANCIO DEL VORTEX: LISA STOICO CON 38:18 BATTE IL SUO RECORD PERSONALE

La giovanissima atleta originaria di Sannicandro Garganico oltre a correre forte da qualche anno ha scoperto anche la passione per il lancio del Vortex, una disciplina sconosciuta a tanti ma con un fascino particolare.
L’estate scorsa Lisa si è allenata molto nel campo sportivo di Sannicandro e sulla spiaggia di Torre Mileto, cercando di affinare la tecnica che gli permettesse di raggiungere distanze importanti, infatti nel lancio del Vortex oltre alla potenza, serve una buona tecnica, che può sicuramente fare la differenza, ed in effetti Lisa lancia con una tecnica molto particolare, potremmo dire un po’ insolita, perfezionata nel corso degli ultimi due anni, che le consente di dare una buona spinta al Vortex, raggiungendo ottimi risultati.

Ieri al Memorial Davide Moroni (Gara FIDAL) disputatosi a Rodengo Saiano (BS), Lisa nel primo lancio dei tre a disposizione, ha piazzato un ottimo 38.18 metri battendo il suo precedente record personale di 36.47 metri, e soprattutto facendo il nuovo record della società US Intrepida (Verona).

Grazie a questo lancio Lisa si è aggiudicata anche il gradino più alto del podio nella categoria ragazze, battendo avversarie di età più grande e fisicamente più adatte a questo tipo di attività.
Lisa continuerà ad allenarsi in questa disciplina in previsione dei campionati italiani che si disputeranno a Settembre.

EDITORIALE DELLA DOMENICA. …E LA BARCA (NON) VA!

Una famosa canzone di qualche anno di Orietta Berti diceva “Finchè la barca va lasciala andare”. Forse è il motivo conduttore dell’amministrazione di San Nicandro. Tutto sembrava che le consultazioni sarebbero concluse prestissimo e, invece, non sono ancora terminate.  Intanto c’è la scadenza del bilancio da approvare ma il Prefetto ancora non invia la diffida ad adempiere. Si prevede che tra l’arrivo della diffida e la successiva notifica ai consiglieri ci vorrà più di un mese per il consiglio comunale in cui, se la situazione politica non trova le soluzioni, potrà succedere di tutto. Ci potrà essere una ricomposizione della coalizione iniziale e il bilancio verrebbe approvato. Potrebbe non essere votato e si andrebbe al voto anticipato. Sembra poterci essere un’altra strada che è quella dell’astensione dei tre consiglieri centristi della minoranza, un’ipotesi questi che nell’ultima ora viene data anche per probabile da parte di alcuni. E’ vero che con quest’ultima soluzione l’amministrazione continuerebbe il suo cammino, ma l’astensionismo potrebbe essere autolesionistico per chi lo esercita anche perché significherebbe un futuro ingresso nella maggioranza. Insomma un’operazione molto rischiosa.

Intanto si è allo stallo completo e tutti sembrano non smuoversi dalle proprie posizioni, nessuno vuole fare un passo indietro ma, di fatto, i rapporti, sembrano essere fortemente lacerati nella maggioranza. Invece di dare una sterzata alla “barca”, sembra che la lasciano andare dove vuole senza nessuna guida nella speranza di orizzonti più sereni senza accorgersi di quei tornado che, all’improvviso, scatenano la tempesta perfetta.

Il Direttore

SAN NICANDRO, LIMITAZIONI ALLA CIRCOLAZIONE STRADALE IN OCCASIONE DELLA VIA CRUCIS

Per la Via Crucis organizzata dalla Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, per motivi di sicurezza ed opportunità, è stata emanata un’ordinanza che limita la circolazione in alcune strade cittadine ove è previsto il passaggio della processione.

Ecco le limitazioni stradale per lunedì 15 aprile 2019:

– dalle ore17,00 alle ore 23,00, sono vietati il transito e la sosta in Piazza 4 Novembre;

– dalle ore19,00 alle ore 22,00 è vietata la sosta in Viale Papa Giovanni XXIII, Via Adriatico, Via Madonna del Carmine, Piazza D. Fioritto e Corso Garibaldi;

– la sospensione temporanea della circolazione stradale durante il passaggio della processione della Via Crucis.

ESENZIONI TICKET DA APRILE 2019

E’ in corso il rinnovo delle annuali esenzioni dal pagamento ticket per motivi di reddito (visite, esami specialistici, acquisto dei farmaci). Gli utenti in possesso delle esenzioni per motivi diversi dal reddito (patologia, invalidità, ecc.) non dovranno rinnovare l’esenzione e quindi non devono recarsi allo sportello.

IN ALLEGATO LA GUIDA DELL’ASL FG

ESENZIONI TICKET

PIU’ CHE TRADIZIONALI O NUOVE LE FAMIGLIE SONO INCERTE

Nelle ultime settimane ha suscitato perplessità la decisione del governo di non rinnovare il finanziamento del cosiddetto bonus infanzia. La misura prevedeva la possibilità per le neo-mamme lavoratrici di richiedere la corresponsione di un voucher dal valore di 600 euro al mese per pagare servizi di baby sitting o una quota della rata dell’asilo nido per un periodo massimo di sei mesi, in alternativa al congedo parentale facoltativo retribuito al 30 per cento dello stipendio.

Il bonus era stato introdotto in via sperimentale nel 2012 per il triennio 2013-2015 e poi rinnovato negli anni successivi. L’obiettivo era facilitare il rientro al lavoro delle neo-madri che lo desiderassero o ne avessero necessità, al termine del congedo obbligatorio di maternità o comunque prima della fine del congedo facoltativo, tramite un sostegno monetario per le spese per i servizi per l’infanzia.

Il ricorso al bonus è costantemente aumentato fra il 2013 e il 2017. La crescita osservata nei primi anni riflette la diffusione dell’informazione e dell’interesse per la misura, grazie anche all’aumento dell’importo del sussidio (da 300 a 600 euro dopo il 2013) e all’allungamento dei termini per presentare la domanda; ciò ha portato all’esaurimento del budget previsto sia nel 2015 che nel 2016. Per il biennio 2017-2018, dunque, lo stanziamento è aumentato: 40 milioni per le lavoratrici dipendenti e 10 milioni per le lavoratrici autonome. Si tratta di una cifra comunque bassa, che ha permesso di raggiungere circa 16 mila lavoratrici nel 2017.

Le analisi condotte su dati Inps mostrano come il bonus sia stato efficace nell’incentivare il rientro al lavoro: in media, le donne che ne hanno usufruito rimangono due mesi in meno in congedo rispetto alle altre. Tuttavia, il rientro anticipato non sembra apportare benefici di lungo periodo sulle retribuzioni: a due anni dalla nascita del figlio, le differenze fra i due gruppi di donne spariscono e la penalità salariale rispetto al periodo precedente la nascita è la stessa.

Il bonus infanzia non era perciò una panacea alle diverse problematiche legate all’impatto della maternità sulla vita lavorativa delle donne in termini di salari inferiori, minori possibilità di carriera e, soprattutto, minore partecipazione al mercato del lavoro.

D’altro canto, la sua stessa formulazione aveva limiti intrinsechi. Un bonus di soli sei mesi non può risolvere il problema di conciliazione lavoro-famiglia, specialmente in un paese in cui il 20 per cento delle donne lavoratrici rinuncia all’occupazione dopo la nascita del primo figlio. Inoltre, come testimoniato dalla preferenza del voucher per baby sitting rispetto ai sussidi per l’asilo nido – tanto più marcata al Sud Italia – la misura si inseriva in un contesto di scarsa offerta di servizi per l’infanzia, come spesso sottolineato qui e altrove, deprimendone le potenzialità.

Come sostenere le famiglie. Quando fu introdotto nel 2012, il bonus faceva parte di un pacchetto di misure che avevano l’intento di “sostenere la genitorialità, promuovendo una cultura di maggiore condivisione della cura dei figli all’interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro”. Tuttavia, da allora, l’intento è rimasto lettera morta. La mancata proroga della misura e la scarsa discussione intorno a essa fanno temere che il governo, nonostante gli annunci, non abbia in mente alcuna strategia per stimolare la fecondità, né per aiutare le famiglie e tanto meno le donne. D’altra parte, le politiche familiari che di volta in volta vengono introdotte in Italia hanno spesso carattere “sperimentale” e devono sottostare al necessario rinnovo ogni pochi anni. Rinnovo che spesso non avviene, cosicché le famiglie non possono fare affidamento sul sostegno dello stato.

Nel lungo termine, l’Italia ha bisogno di una strategia complessiva che sostenga stabilmente fecondità e occupazione femminile, aumentando i servizi per l’infanzia, la remunerazione del congedo parentale, introducendo misure che rendano più agevole la combinazione di maternità e lavoro e che favoriscano condivisione e riequilibrio dei compiti di cura. Ben venga, dunque, l’obbligo di allinearci alla nuova direttiva UE che prevede 10 giorni di congedo obbligatorio per i neo papà, il doppio degli attuali. Un suggerimento per cominciare? I 50 milioni appena risparmiati con il mancato rinnovo del bonus siano destinati a questo: il costo stimato di (altri) 5 giorni di congedo papà è proprio quello. (lavoce)

Enrica Maria Martino e Daniela Piazzalunga

COMUNICATO DEL SINDACO CIAVARELLA

Grande è il dolore e cordoglio per il maresciallo dei Carabinieri Di Gennaro, oggi rimasto ucciso a Cagnano Varano durante l’espletamento del suo servizio. Solidarietà al brigadiere rimasto gravemente ferito cui auguriamo pronta guarigione. Tutta la comunità, oggi più di ieri, si sente vicino tutte le istituzioni dello Stato che ogni giorno lavorano per la collettività ed ancor più ai Carabinieri e alle donne e uomini di tutte le Forze dell’Ordine impegnati ogni giorno per garantire sicurezza e legalità.

Oggi è una giornata triste per il Gargano ma bisogna far emergere con più convinzione il sentimento di fiducia e la volontà di reagire contro chi vuole destabilizzare il nostro territorio ma soprattutto contro chi si macchia di sangue innocente.

LA POLITICA DI SAN NICANDRO E’ VICINA ALLA FAMIGLIA DEL MARESCIALLO UCCISO A CAGNANO

Ci sono momenti per sorridere e momenti per riflettere augurandoci che non arrivi mai quello del non ritorno, del pianto. Oggi non solo Cagnano Varano ma l’intera comunità garganica è stata colpita da questo atto delinquenziale senza precedenti.
Noi consiglieri comunali di San Nicandro Garganico Anna Angela Accadia, Costantino Valentino Sassano e Pietro Paolo Mascione ci stringiamo al condiviso dolore che ha colpito la Famiglia dell’Arma dei Carabinieri per la perdita del compianto Vincenzo, ringraziando ogni singolo carabiniere per la garanzia di legalità che offre a questo aspro territorio.

ULTIM’ORA, GRAVEMENTE FERITO IL MARESCIALLO DEI CARABINIERI DI CAGNANO VARANO

Una notizia di cronaca dell’ultimo minuto. Il maresciallo dei Carabinieri di Cagnano Varano è stato gravemente ferito da un colpo di pistola.

Nulla si sa della dinamica. Sono in corso le indagini e gli accertamenti di rito. Sembra che sia stato solo un uomo a compiere il gesto delittuoso.

SAN NICANDRO, NOMINA DEGLI SCRUTATORI PER LE ELEZIONI EUROPEE

Tutte le operazioni relative alle elezioni europee sono partite da tempo e si susseguono gli adempimenti dei singoli comuni per essere pronti al grande evento elettorale che coinvolge l’intera Europa. Tra gli adempimenti delle amministrazioni comunali, quello che più è atteso è la nomina dei componenti dei singoli seggi elettorali e, quindi, la nomina degli scrutatori in quanto il Presidente è nominato dalla Corte d’Appello regionale il quale a sua volta, nomina il segretario di seggio.

Quando si comincia a parlare di queste nomine, ecco che ogni volta si presenta il problema: “Perché non si ricorre al sorteggio?”. Per un semplice motivo in quanto il sorteggio non è previsto. Con questo non si vuol dire che non lo si possa fare, ma occorre la volontà dell’amministrazione a percorrere questa strada.

Già alcuni comuni della nostra provincia hanno già pubblicato un avviso per la nomina degli scrutatori per venire incontro alle esigenze economiche dei cittadini più bisognosi dando la priorità nella nomina a coloro che siano disoccupati iscritti presso il Centro Territoriale per l’Impiego oppure a studenti iscritti alle scuole superiori o all’università purchè non lavoratori e iscritti comunque nell’Albo degli Scrutatori. Basta presentare domanda da parte dell’interessato. In seguito, la Commissione procede alla nomina degli scrutatori tra il 25° e il 20° giorno antecedente alla data delle consultazioni, e cioè tra il 1° maggio e il 5 maggio. Per la nomina è previsto il sorteggio pubblico tra tutti coloro che hanno presentato regolarmente la domanda e che risulteranno iscritti nell’Albo degli Scrutatori.

Poiché a Civico93 sono già arrivate richieste di precisazioni in tal senso, si è voluto solo chiarire la possibilità di una soluzione diversa da quella formale della Commissione Elettorale Comunale di San Nicandro da cui dipende direttamente la individuazione degli scrutatori di ogni singola sezione.

LUNEDI’ LA NUOVA EDIZIONE DE “LA PASSIONE VIVENTE” DELLA CHIESA DEL CONVENTO

Tra qualche giorno, lunedì 15 aprile prossimo, l’atteso appuntamento con “La Passione Vivente” organizzata dalla Chiesa del Convento.

Come già preannunciato, quest’anno c’è un progetto nuovo rispetto a quelli precedentemente realizzati in quanto l’evento si spoglia di spettacolarità e si riveste di essenzialità religiosa per ripercorrere in Via Crucis il Mistero del Sacrificio di Cristo, attraverso le canoniche stazioni.

La Chiesa si è da sempre avvalsa di mani e del genio di artisti, quali pittori, scultori e architetti per raccontare nei secoli la storia biblica dell’umanità e soprattutto delle origini e della presenza di Dio nella vita di ciascun uomo Religione e Arte – Arte e Religione: un connubio riuscitissimo che non conosce fine e deprezzamento per i valori di Verità e di Abilità riconosciuti e custoditi in ogni tempo e per tutti i popoli, cristiani e non.

Ciò ha suggerito, per questa edizione, di invitare artisti della nostra città, a rappresentare le varie Stazioni della Via Crucis, ognuno nel proprio stile, competenze e abilità interpretative e lasciare una propria testimonianza nel patrimonio di valore artistico locale.

I lavori saranno esposti durante la Via Crucis che percorrerà alcune strade cittadine in corrispondenza della Stazione rappresentata. Le Stazioni, con le riflessioni e le preghiere, si concluderanno, inoltre, con meditazioni inedite e suggestive dell’Agonia di Gesù che contribuiranno a far entrare ciascuno più profondamente nel Mistero della Passione di Cristo.