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VACCINAZIONI ANTI-COVID: IL CALENDARIO E L’ORDINE DELLE PRIORITA’

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Se non ci sono ulteriori variazioni, queste sono le quattro fasi della campagna di vaccinazione in Italia con l’ordine delle priorità.

FASE 1 (gennaio-marzo)

  • OPERATORI SANITARI E SOCIO-SANITARI
  • OSPITI LUNGODEGENZA
  • OVER 80

FASE 2 (aprile-giugno)

  • PERSONE CON COMORBILITA’ SEVERA, IMMUNODEFICIENZA E/O FRAGILITA’ DI OGNI ETA’
  • GRUPPI SOCIO-DEMOGRAFICI A RISCHIO ELEVATO DI MALATTIA GRAVE O MORTE
  • INSEGNANTI E PERSONALE SCOLASTICO AD ALTA PRIORITA’

FASE 3 (luglio-settembre)

  • INSEGNANTI E PERSONALE SCOLASTICO RIMANENTE
  • LAVORATORI DI SERVIZIO ESSENZIALI E DI SETTORI A RISCHIO
  • CARCERI E LUOGHI COMUNITA’
  • PERSONE CON COMORBILITA’ MODERATA DI OGNI ETA’

FACE 4 (ottobre-dicembre)

  • RESTO DELLA POPOLAZIONE CHE NON HA AVUTO ANCORA ACCESSO

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 3 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 3 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.591 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 950 casi positivi: 427 in provincia di Bari, 39 in provincia di Brindisi, 65 nella provincia BAT, 252 in provincia di Foggia, 87 in provincia di Lecce, 78 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione.

Sono stati registrati 25 decessi: 8 in provincia di Bari, 3 in provincia BAT, 4 in provincia di Brindisi, 6 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.060.971 test.

37.059 sono i pazienti guariti.

54.078 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 93.653 così suddivisi:

36.232 nella Provincia di Bari;

10.672 nella Provincia di Bat;

6.739 nella Provincia di Brindisi;

20.732 nella Provincia di Foggia;

7.267 nella Provincia di Lecce;

11.386 nella Provincia di Taranto;

526 attribuiti a residenti fuori regione;

99 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

SU YOU TUBE L’INEDITO DEL SANNICANDRESE MICHELE BERARDI

In anteprima nazionale esce oggi il singolo di Michele Berardi scritto e prodotto da Moreno de Ros e promosso dall’etichetta discografica Nuovi Eroi.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione del Video Maker Alessio Gravinese e la Vocal Coach e Assistente scenica Gessica Canova dello Solis Specimen (San Nicandro – Apricena).

Special Thanks – Jay Parker al sax (Los Angeles). Un ringraziamento speciale alle due co-protagoniste Diletta Galli e Maria Pia Martelli.

Da ieri è possibile ascoltare sul canale YouTube l’inedito del nostro concittadino Michele Berardi. Il video sarà presto scaricabile su tutte le piattaforme nazionali d internazionali di Spotify e Itunes.

https://youtu.be/xOqazcSF0EE

EDITORIALE DELLA DOMENICA. DA DOVE RIPARTIRE? LE SPERANZE E LE INCERTEZZE DEL 2021

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Dopo un anno che è storia, una terribile storia che ha sconvolto il mondo intero a causa del Covid-19, ci si chiede da dove ripartire per questo nuovo anno appena iniziato. I propositi sono senz’altro buoni e la forza per superare gli ostacoli c’è ma cosa occorre per vincere questa terribile battaglia che è sanitaria ed economica? La forza rinviene dall’esperienza di questi mesi appena trascorsi che nessuno rivuole più rivivere.

Dal punto di vista sanitario c’è la campagna di vaccinazione appena iniziata con la speranza che arrivino le dosi per tutti e che entro la fine dell’estate ci possa essere l’immunità di gregge da tutti auspicata. Il secondo problema, non meno importante, è quello dell’economia, del lavoro perduto, delle opportunità mancate. Irragionevole pensare che tutto possa tornare subito alla normalità perché continua il senso della paura, dell’incertezza e del clima di sfiducia.

Ma anche su questo fronte, c’è la grande opportunità dei fondi europei i quali, se il governo tiene agli scossoni all’interno della maggioranza, possono mettere in moto una serie di variabili economiche per lasciare il pantano in cui si trova la nostra Italia.

Molto, però, dipende anche da noi e dai nostri comportamenti. Dal 7 gennaio torneranno ad animarsi le scuole che diventano un primo segno di rinascita culturale, rinascita responsabile con la certezza di voler dimenticare il passato sempre nel rispetto delle regole di convivenza di attenzione sanitaria. Purtroppo le ferite dell’economia sono laceranti e le difficoltà crescono giorno dopo giorno. Ed allora il pensiero deve andare alla opportunità di nuovi modelli economici che non lascino indietro nessuno con scelte condivise.

Queste sono parole che dicono tutto e niente perché poi ci si chiede da dove ripartire e cosa fare materialmente. Gli attori di questo capitolo tutto da riscrivere sono la politica, il mondo economico, la cultura e la società. In verità, la prima non sembra dare segni né di tanta coerenza e né di stabilità mentre il mondo economico deve fare scelte che vadano nella direzione non di un liberismo sfrenato ma nella consapevolezza di una coesione con il mondo del lavoro in un equilibrio ove ci siano opportunità per tutti. La tanto bistrattata cultura diventa indispensabile perché ha la forza e la capacità di incidere nelle scelte e far ritrovare il senso del giusto e della comunità. Ed infine la società che deve aprire al suo interno una riflessione senza essere solo spettatrice di scelte ma di idee, anche provocatorie, tutte finalizzate nell’affrontare i problemi quotidiani in un cammino che inizia oggi e che deve proseguire per ogni nostro domani.

Il Direttore

LE CARTOLINE DI SAN NICANDRO

Continua la pubblicazione delle “100 cartoline di San Nicandro” del prof. Pasquale Colella che lo studioso Emanuele Petrucci ha messo gentilmente a disposizione di Civico 93. La 47^ cartolina porta la seguente didascalia: “Zona Cimetta – Via Taranto”.

TUTTE LE FAKE NEWS SUI VACCINI ANTI COVID. REPORT DELL’ISS

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I vaccini anti Covid sono poco sicuri e pericolosi? Le risposte dell’Istituto Superiore di Sanità a dubbi e fake news

I vaccini anti Sars-CoV-2 sono stati preparati troppo in fretta e non sono sicuri

Falso. I vaccini sono approvati dalle Autorità competenti solo dopo averne verificato i requisiti di qualità e sicurezza. L’Ema, l’Agenzia europea per i farmaci, ha approvato oggi il primo vaccino contro SARS-Cov-2.

In Italia i vaccini contro Sars-CoV-2 non arriveranno mai perché non sono stati ancora acquistati

FALSO. L’Italia è stata tra i primi Paesi al mondo a opzionare le quantità di vaccini necessarie per la somministrazione a tutta la popolazione. L’Italia infatti con Francia, Germania ed Olanda è stata tra i primi Paesi a firmare tutti i contratti formalizzati dalla UE per l’acquisizione di vaccini. L’avvio delle vaccinazioni in Italia è subordinato all’approvazione delle Autorità competenti per il loro impiego. Attualmente è stato autorizzato il vaccino a RNA prodotto da Pfizer BioNTech

E’ inutile vaccinarsi contro il Sars CoV-2 perché il virus è già mutato e il vaccino è inefficace

FALSO, non vi è alcuna evidenza al momento che la mutazione del virus rilevata nel Regno Unito possa avere effetti sull’efficacia della vaccinazione. I vaccini determinano la formazione di una risposta immunitaria contro molti frammenti della proteina cosiddetta Spike, quella, per intenderci, prodotta dal virus per attaccarsi alle cellule e infettarle. Quindi anche se ci fosse stata una mutazione in alcuni frammenti della proteina Spike è improbabile che possa essere sufficiente a rendere il vaccino inefficacie.

I vaccini costano tanto, potranno vaccinarsi solo i ricchi

Falso, i vaccini in Italia saranno resi disponibili gratuitamente per tutti i cittadini, a partire dalle categorie individuate come prioritarie. La vaccinazione, seppur con tempi diversi, sarà offerta a tutti.

Il vaccino a RNA è pericoloso perché modifica il codice genetico

FALSO. Il compito dell’mRNA è solo quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine da una parte all’altra della cellula, per questo si chiama “messaggero”.  In questo caso l’RNA trasporta le istruzioni per la produzione della proteina utilizzata dal virus per attaccarsi alle cellule, la proteina denominata Spike. L’organismo grazie alla vaccinazione produce anticorpi specifici prima di venire in contatto con il virus e si immunizza contro di esso.

Il vaccino è inutile perché l’immunità dura solo poche settimane

FALSO. La protezione indotta dai vaccini, sulla base dei dati emersi durante le sperimentazioni, durerà alcuni mesi. Solo quando il vaccino sarà somministrato a larghe fasce di popolazione sarà possibile verificare se l’immunità durerà un anno, come accade con l’influenza, più anni, come accade con la vaccinazione antipneumococcica o se sarà necessario sottoporsi a richiami

Il vaccino è inutile perché non uccide il virus e non ferma l’epidemia

FALSO – lo scopo del vaccino è quello di attivare il sistema di difesa dell’organismo contro il virus in modo che qualora dovesse venirne in contatto sia già pronto ad aggredirlo e renderlo inefficace.

Dopo la vaccinazione potrò finalmente evitare di indossare la mascherina e potrò incontrare parenti e amici in libertà

FALSO, Anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione bisognerà continuare a osservare misure di protezione nei confronti degli altri, come la mascherina, il distanziamento sociale e il lavaggio accurato delle mani. Ciò sarà necessario finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno con certezza che oltre a proteggere sé stessi il vaccino impedisce anche la trasmissione del virus ad altri. (ISS)

2021 L’ANNO DI DANTE: LA CRUSCA PUBBLICA OGNI GIORNO UNA SUA PAROLA

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Quest’anno è l’anno del padre della letteratura italiana, Dante Alighieri. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021, nel sito internet dell’accademia della crusca, ci sarà una parola o un’espressione di Dante alighieri arricchita da un commento per raggiungere un pubblico più ampio. Si tratta di motti, latinismi neologismi e locuzioni creati da lui e che ancora fanno parte del nostro patrimonio linguistico.

Il presidente Claudio Marazzini spiega: “Anche in questo modo si intende sottolineare la capacità creativa, l’attualità e la straordinaria leggibilità del grande poeta. Questa iniziativa tiene anche conto dei 700 anni dalla sua morte che quest’anno festeggia il nostro creatore della “Divina commedia “. Alcune delle espressioni saranno divenute proverbiali come ‘lo bello stilo’ (Inferno, I, 87), lo stile poetico di cui Dante è fiero, e che ha imparato dai grandi modelli classici, Virgilio per primo; ci saranno poi latinismi che arricchiscono la lingua volgare come per esempio Colubro (Paradiso, VI, 77); ‘serpente’ che indica specificamente l’aspide con cui Cleopatra si diede la morte; parole espressive come per esempio “botolo” (Purgatorio, XIV, 46) cane piccolo e di poca forza, ma che si sfoga nel latrare e abbaiare; voci onomatopeiche come tin tin” (Paradiso, X, 143) per indicare il gradevole suono prodotto dalle ruote del congegno di un orologio a sveglia, a cui viene paragonata la corona delle anime beate che appaiono a Dante, muovendosi in giro e cantando.

Per conoscere le iniziative dell’Accademia e quelle delle altre istituzioni fiorentine, è possibile consultare il sito web dell’Accademia della Crusca accademiadellacrusca.it e quello del Comune di Firenze 700dantefirenze.it.

Antonella Stefania

 

VACCINO ANTI COVID: PROSEGUE LA SOMMINISTRAZIONE, OTTIMA RISPOSTA DEL PERSONALE SANITARIO

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La campagna anticovid prosegue nei punti vaccinazione attivati nelle sei province pugliesi. Dopo l’avvio della prima fase del 31 dicembre e di Capodanno si va avanti tutti i giorni, sabato e domenica compresi.

“La risposta del personale sanitario è ottima – dichiara l’assessore alla sanità Pier Luigi Lopalco – le adesioni hanno raggiunto quota 78.800 e a questo numero va aggiunta la platea degli ospiti delle Rsa pugliesi, circa 22mila. Siamo impegnati nella somministrazione e si lavora anche nel weekend, a pieno ritmo, nei presidi ospedalieri. Nel tardo pomeriggio comunicheremo il dato aggiornato delle vaccinazioni già effettuate in Puglia”.

Nella Asl di Foggia sono attivi i punti nell’Ospedale di Cerignola, San Severo e Manfredonia. Da lunedì si aggiungeranno le Rsa di Monte Sant’Angelo e San Marco in Lamis.

Si prosegue a pieno regime anche al Policlinico Riuniti di Foggia, plesso D’avanzo, dove solo nella giornata di oggi si sono vaccinati 150 operatori sanitari.

Anche nell’Ircss Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo sono in corso le attività di vaccinazione: tra ieri oggi già vaccinati 164 operatori.

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 2 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 2 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 2021 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 344 casi positivi: 114 in provincia di Bari, 44 in provincia di Brindisi, 14 nella provincia BAT, 139 in provincia di Foggia, 10 in provincia di Lecce, 21 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 10 decessi: 3 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 5 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.053.380 test.

36.400 sono i pazienti guariti.

53.812 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 92.703, così suddivisi:

35.805 nella Provincia di Bari;

10.607 nella Provincia di Bat;

6.700 nella Provincia di Brindisi;

20.480 nella Provincia di Foggia;

7.180 nella Provincia di Lecce;

11.308 nella Provincia di Taranto;

524 attribuiti a residenti fuori regione;

99 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

LA VACCINAZIONE ANTI-COVID-19 PUO’ ESSERE OBBLIGATORIA?

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Obbligo alla vaccinazione anti Covid? Cosa dicono l’articolo 32 e la realtà. La lettera di Luigi Olivieri, pubblicata sul blog Phastidio.net, curato da Mario Seminerio

Il tema della presunta libertà di nonvaccinarsi o, meglio, del diritto di non vaccinarsi è inspiegabilmente salito alla ribalta di un dibattito pubblico incapace di comprendere i dettati delle norme ed impermeabile alle pronunce della Consulta.

L’interpretazione delle norme viene affidata a chi col diritto ha pochissima confidenza, mentre gli approfondimenti dei costituzionalisti e dei giuristi sono bollati come interventi di “professoroni”, incomprensibili e tendenziosi.

Dell’articolo 32 della Costituzione si è fatto un totem, senza comprenderne il reale significato. La norma è molto semplice:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. 

Sui social imperversa un commentino sottolineato stile Bignami, sintetico e lacunoso, che lascia apparire agli inesperti di diritto la “libertà di non vaccinarsi” come un diritto inviolabile. Le cose non stanno affatto così.

UNA LEGGE PER L’OBBLIGO

Basta saper leggere, utilizzando semplicissimi strumenti di comprensione del testo, l’articolo 32, per comprendere che è legittimo costituzionalmente prevedere l’obbligo del vaccino.

Infatti, leggendo al contrario il secondo comma dell’articolo 32, esso va così inteso: un determinato trattamento sanitario può essere imposto a ciascun cittadino solo con legge. Ed il terzo comma va letto nel senso che l’imposizione per legge di un trattamento sanitario non deve comportare pregiudizio alla persona umana: il trattamento, quindi, non può essere imposto a rischio e pericolo e senza la previsione di cautele ed eventuali risarcimenti, nel caso di danno da profilassi.

LA CONSULTA HA GIA’ SPIEGATO

Questi concetti sono spiegati perfettamente dalla sentenza della Corte costituzionale 307/1990:

La legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 della Costituzione se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale.

Infatti, da sempre, molti vaccini e trattamenti sanitari sono obbligatori, per legge.

In rapporto al terzo comma dell’articolo 32 della Costituzione, la stessa sentenza della Consulta 307/1990 aggiunge:

Con riferimento, invece, all’ipotesi di ulteriore danno alla salute del soggetto sottoposto al trattamento obbligatorio – ivi compresa la malattia contratta per contagio causato da vaccinazione profilattica – il rilievo costituzionale della salute come interesse della collettività non è da solo sufficiente a giustificare la misura sanitaria. Tale rilievo esige che in nome di esso, e quindi della solidarietà verso gli altri, ciascuno possa essere obbligato, restando così legittimamente limitata la sua autodeterminazione, a un dato trattamento sanitario, anche se questo importi un rischio specifico, ma non postula il sacrificio della salute di ciascuno per la tutela della salute degli altri. 

Un corretto bilanciamento fra le due suindicate dimensioni del valore della salute – e lo stesso spirito di solidarietà (da ritenere ovviamente reciproca) fra individuo e collettività che sta a base dell’imposizione del trattamento sanitario-implica il riconoscimento, per il caso che il rischio si avveri, di una protezione ulteriore a favore del soggetto passivo del trattamento. In particolare finirebbe con l’essere sacrificato il contenuto minimale proprio del diritto alla salute a lui garantito, se non gli fosse comunque assicurato, a carico della collettività, e per essa dello Stato che dispone il trattamento obbligatorio, il rimedio di un equo ristoro del danno patito”. 

Non pare sussistano residui dubbi sulla possibilità astratta che il Parlamento legiferi in merito all’obbligatorietà del vaccino anti Covid-19, producendo una legge capace di ottenere il bilanciamento degli interessi evidenziato dalla Consulta.

L’OBBLIGO CONTRATTUALE

Sta di fatto che chi si appella a letture radicali ed erronee dell’articolo 32 della Costituzione, rivendicando libertà e diritti assoluti inesistenti, non si rende conto che comunque l’accesso a servizi e, appunto, a libertà non è regolato solo dallo Stato e dalla legge, ma anche da contratti e prassi commerciali.

È un dato di fatto che le compagnie di trasporto abbiano tutto l’interesse (ad un tempo egoistico sotto il profilo del loro interesse, ma indirettamente generale, per gli effetti che producono le loro cautele) a consentire di viaggiare nei loro mezzi solo chi dimostri di essersi vaccinato: in questo modo, infatti, si assicurano la riduzione degli ingenti costi connessi alle misure di sicurezza necessarie.

Altrettanto possibile è che ogni altro esercente o professionista possa pretendere di intrattenere rapporti negoziali con chi possa ragionevolmente assicurare di non essere un potenziale portatore del virus. (smartmag)

“PARCO ARCHEOLOGICO E AMBIENTALE DI MONTE DELIO”, ACQUISIZIONE DI AREE OCCUPATE

Rientrano tra i compiti istituzionali del Comune, nella sua qualità di proprietario degli edifici e del patrimonio comunale, quelli relativi alla gestione delle controversie con i privati nonché le procedure espropriative per l’acquisizione delle aree necessarie per la realizzazione delle opere pubbliche.

Ciò detto, per l’amministrazione comunale di San Nicandro, si è reso necessario far ricorso ad una consulenza tecnica esterna e di supporto amministrativo, per l’acquisizione delle aree occupate per la realizzazione del Parco Archeologico e Ambientale di Santa Maria di Monte D’Elio relative alla procedura espropriativa già avviata dall’ente pubblico.

Pertanto, è stato affidato l’incarico professionale di consulenza tecnica relativa alla procedura espropriativa già avviata a seguito della adozione dei provvedimenti amministrativi del Comune di San Nicandro Garganico che riguardano i lavori di ristrutturazione e valorizzazione del sito di interesse archeologico e ambientale di Santa Maria di Monte D’Elio.

BUON ANNO DA CIVICO 93

Buon Anno a tutti dalla redazione di Civico 93

TE DEUM LAUDAMUS- AFICIONADOS

L’anno che stiamo per lasciarci alle spalle è stato, secondo l’opinione maggiormente condivisa, sicuramente da far cadere nell’oblio, meritevole solo di interminabili lamentele e di insulti più meschini. Eppure, nell’insoddisfazione e nella cecità generale, i cristiani, che camminano lieti nel buio, si ritroveranno ugualmente in chiesa per cantare il Te Deum, antico canto di ringraziamento al Signore. E’ vero che la realtà provoca e allo stesso tempo induce a porsi degli interrogativi decisivi: c’è qualcosa che può sostenere veramente la speranza dell’uomo, anche quando le circostanze si fanno difficili? In fondo, per che cosa vale la pena vivere?

E’ quello che ci siamo chiesti in questi giorni. Il disprezzo non può essere il sigillo definitivo a questo anno. Abbiamo raccolto così una serie di testimonianze di nostri amici, che a partire dalla propria esperienza cristiana, affermano che nonostante tutto anche questo anno donato è stato traboccante di Grazia e pieno di Lui. Che in ogni istante Cristo è presente e in Lui tutto è salvato, tutto è riscattato dal nulla, dall’insignificante, dall’ingiusto. Insomma, cosa sostiene le nostre vite? Cristo. Non il rifugio o la momentanea fiducia in un domani migliore: il domani in cui confidiamo potrebbe anche non corrisponderci a pieno o distruggere i nostri progetti.

Ma la Speranza cristiana consta nel Suo conforto. Ed è questa speranza che ci porterà a dire «Te Deum laudamus». Qualsiasi situazione siamo chiamati a vivere, in un preciso istante e in uno specifico luogo, siamo certi che la presenza amorevole di Cristo non verrà mai meno. Solo vivendo questa consapevolezza non si teme più nulla, anzi, la vita diventa la più bella e intrigante delle avventure!

Te Deum laudamus… di Mons. Giovanni Checchinato.

Quando ero parroco, mi divertivo a raccontare alcune storie ai bambini per aiutarli a capire il senso del Vangelo o del catechismo che stavo spiegando. Qualche volta le inventavo io, qualche volta usavo le piccole storie di Bruno Ferrero. Una che ho usato più volte è quella che trascrivo adesso; la trascrivo perché mi sembra risponda bene alla prima domanda: C’è qualcosa che può sostenere veramente la speranza dell’uomo? La risposta è “si”; ed è la fede in Chi ci invita a “buttarci” sulla sua Parola. Auguri a tutti!

Era una famigliola felice e viveva in una casetta di periferia. Ma una notte scoppiò nella cucina della casa un terribile incendio. Mentre le fiamme divampavano, genitori e figli corsero fuori. In quel momento si accorsero, con infinito orrore, che mancava il più piccolo, un bambino di cinque anni. Al momento di uscire, impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore.

Che fare? Il papà e la mamma si guardarono disperati, le due sorelline cominciarono a gridare. Avventurarsi in quella fornace era ormai impossibile… E i vigili del fuoco tardavano.

Ma ecco che lassù, in alto, s’aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò, urlando disperatamente: “Papà! Papà!”.

Il padre accorse e gridò: “Salta giù!”.

Sotto di sè il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma senti la voce e rispose: “Papà, non ti vedo…”.

“Ti vedo io, e basta. Salta giù!”, urlò, l’uomo.

Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del papà, che lo aveva afferrato al volo

Te Deum laudamus… di Mons. Luigi Negri.

Al compiersi di questo anno 2020 ripercorriamo velocemente i fattori di letizia e di sgomento che lo hanno segnato e che custodiamo nel nostro cuore come un’eredità comunque preziosa. Dico a voi tutti amici che mi avete riservato uno spazio così significativo e vero nel vostro cuore che anche quest’anno Dio ha continuato la nostra educazione. Tutto quello che è accaduto e che abbiamo vissuto ci consegna alla Sua presenza con una verità più profonda.

Fratelli è vero che noi amiamo il Signore più di prima e questo amore per Lui è il filo profondo che unisce nel nostro cuore persone, avvenimenti, gioie e dolori. Mentre concludiamo l’anno vorremmo poter restituire a Dio quello che ci ha dato da vivere e ringraziarLo perché lo amiamo più di prima e questo è un grande passaggio sulla strada della vita e della vita di fede. Di questa vita di fede siamo lieti perché ci richiama ai termini essenziali del nostro rapporto con il Signore. Dicevano i nostri antichi, con una saggezza che sapevano accrescere ogni giorno, “il mio cuore è lieto perché Dio vive “. Uniamo pertanto fratelli la nostra letizia alla grande letizia della Chiesa e facciamoci investire ancora una volta da quella pace che solo Dio dona e che rende buona la vita. E con la gioia nel cuore che hanno tanti bambini che guardando i loro genitori sono certi del loro bene per loro vi benedico e vi saluto con tutto il mio affetto.

Te Deum laudamus… di Don Roberto De Meo, parroco.

Come dire Te Deum laudamus… addirittura cantarlo…ringraziare e lodare Dio dopo un anno come questo? È una domanda che provoca la ragione fino in fondo, perché se gli altri anni compivo questo semplice rito in chiesa per abitudine, quest’anno, se non si hanno ragioni vere, c’è il rischio di essere presi per pazzi e ciechi!

Allora perché dovrei ringraziarLo? …perché anche quest’anno, il tempo che passa mi ha confermato ancora una volta che non sono “solo” nella grande avventura della vita! In ogni passo c’è stato Lui mettendomi accanto volti, occhi, cuori che potentemente sono stati segno Suo. Posso decisamente dire: è stato duro come anno…come sempre è e sarà dura la vita ma “Te Deum laudamus” perché Tu cammini sempre in mezzo a noi!

Te Deum laudamus… di Don Gabriele, sacerdote della diocesi di S.Marino-Montefeltro, curatore del sito Cultura cattolica.

In questi tempi la parola che più mi colpisce è la parola «speranza», e vengono in mente le parole di Péguy: «Ma la speranza, dice Dio, ecco quello che mi stupisce. Me stesso. Questo è stupefacente. Che quei poveri figli vedano come vanno le cose e che credano che andrà meglio domattina. Che vedano come vanno le cose oggi e che credano che andrà meglio domattina… La Speranza è una bambina da nulla. Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso. Che gioca ancora con babbo Gennaio. Eppure è questa bambina che traverserà i mondi. Questa bambina da nulla.»

Perché non sono le circostanze, e quelle drammatiche di quest’anno in particolare – e non la pandemia, ma le sue conseguenze, sia le Chiese chiuse che il sospetto divenuto regola dei rapporti – che segnano il clima del cuore, ma la certezza che ogni giorno porta con sé il compiersi di una promessa. Ogni giorno mi sembra una occasione nuova di vita, e persino quando sbaglio, non sono definito dal male. Anche la tua provocazione è segno di questa possibile speranza. Tte Deum laudamus… di Umberto Macchietta, militare e infermiere.

Volevo ringraziare Dio per questo anno passato, perché mi ha dato la possibilità di scoprire una Cosa reale, una cosa preziosa.

Non un’idea, ma un fatto, una reale verità.

Una preziosa Realtà, nascosta, imprigionata, mischiata con l’immondizia che questo anno ha prodotto.

Tanti hanno cercato, in questo periodo, mascherine, distanze, disinfettanti, politica, ragione e scienza (cose importanti), ma a me Dio ha fatto trovare una cosa più preziosa: una realtà vera, tangibile, che si può toccare, è talmente bella, ma talmente nascosta che nemmeno chi lavora in prima linea si è accorto che c’è: Cristo Gesù.

Per questo volevo ringraziarti Dio per avermi messo nella possibilità di trovarTi, di trovare tuo Figlio. Ora ti prego, chiedendoti perdono, di lasciare che questo mio stupore nell’ averti trovato, diventi ancora più reale, più vivo, più Sangue e Corpo.

Ti ringrazio di aver messo sulla mia strada persone che Ti conoscono meglio e in questo anno difficile mi hanno aiutato a trovarti e a viverti con più realtà. Non mi aspetto tanto di più dal nuovo anno, certamente il meglio per me e tutte le persone nel mondo, ma la cosa che vorrei tanto e trovare il mio Destino; Destino, che solo Tu, o mio Signore, puoi darmi.

Te Deum laudamus… di una studentessa.

Ti ringrazio Signore per questo anno complicato, pieno di paure, timori, sofferenze ma comunque segno della Tua costante Presenza.

Ti ringrazio perché ci sei stato sempre, in ogni momento. Anche il più buio.

Ti ringrazio perché hai permesso che io cadessi più volte, ridimensionando i miei calcoli e trovando riparo nella Tua misericordia infinita.

Ti ringrazio perché ti sei fatto carne nonostante i miei ripetuti e continui tradimenti.

Ti ringrazio perché ti sei rivelato a me anche quando volevo tenerti lontano dalla mia vita.

Ti ringrazio Signore perché con dolcezza mi conduci per mano nelle circostanze della vita, senza fretta.

Ti ringrazio perché i tuoi progetti non sono i miei.

Ti ringrazio mio Dio perché mi hai voluta, pensata per costruire il Tuo regno qui ed ora.

Ti ringrazio perché ogni mio respiro e istante che vivo è Tuo.

Ti ringrazio perché mi ami nonostante me.

Ti ringrazio mio Signore perché sei Amore.

Te Deum laudamus… di Maria Paola Santucci, studentessa.

Ti ringrazio Signore, anche per questo 2020. Ti ringrazio per le cose belle, per il sorriso della mia nipotina, le risate con il mio papà, per avermi lasciato anche per questo anno il materno affetto della mia nonna, per aver tra molti sacrifici quasi finito i miei esami universitari, per tutto il lavoro che questo anno mi hai offerto e con esso la possibilità di contribuire con un piccolo mattoncino alla grande cattedrale della tua Gloria.

Ti ringrazio per le belle giornate con i miei amici, che a quanto pare non sono più così scontate, come non lo è tutto il resto. Ti ringrazio per avermi messo di fronte persone veramente libere, che anche quest’anno mi hanno aiutato a puntare gli occhi nella giusta direzione, perché sappiamo essere così distratti a volte.

Ti ringrazio per la compagnia che mi hai messo di fianco, per l’esperienza con gli Aficionados e per i nostri parroci che anche quest’anno sono stati Presenza, segno di qualcosa d’altro. Ma voglio ringraziarti anche per i momenti difficili, anzi, voglio ringraziarti per la tua Presenza in questi momenti, perché «in te, domine, speravi: non confundar in aeternum». Ti ringrazio perché nonostante ci siano stati periodi drammatici e duri in questo anno, sei stato presente nel volto di quegli amici che mi hanno ricordato che in realtà stavo solo guardando nella direzione sbagliata. C’è qualcosa che salva la sofferenza e i sacrifici, ed è la croce.

Nelle mie preghiere in queste ultime settimane ti ho spesso chiesto di aiutarmi a portare la mia croce, ma spesso siamo troppo distratti per renderci conto che quella croce tu l’hai già portata, e morendo inchiodato su di essa hai salvato ogni circostanza; e siccome il cristianesimo non è solo un fatto avvenuto in passato, ma un fatto che si ripete ed è presente nella storia, nell’Eucaristia la mia croce si unisce alla tua e le mie sofferenze, i miei sacrifici e le mie “ribellioni” sono salvate, ogni volta. Basterebbe solo questo perché il mondo ti sia immensamente grato, cantando la tua gloria ogni secondo della propria vita. È stato un anno difficile, sacrifici per pagare gli studi, momenti di aridità, la dolorosa perdita del mio amato papà a causa del coronavirus. Come una persona che non ha incontrato Cristo può sopportare un simile dolore? La scoperta della positività, il magone prima delle telefonate in ospedale ogni giorno per sapere le condizioni di salute, l’impossibilità di poter fare qualcosa, la chiamata che annuncia il decesso, i sensi di colpa e una sepoltura quasi indegna? Qualcuno disse «Dio non ha promesso una vita facile, ma ha promesso che non avremmo mai dovuto combattere da soli». E infatti non ho combattuto da sola, in quei giorni i miei amici, da ogni parte d’ Italia e del mondo, mi hanno assicurato la loro preghiera. Ti ringrazio perché nonostante a volte mi senta stanca e sola, trovo sempre in te la forza di rialzarmi. Verrò a lodarti Signore anche per i momenti difficili, perché sei stato Presente e perché li hai salvati. Neanche questo, nonostante tutto, è stato un anno da buttare.

Non è la speranza in un 2021 migliore a chiudere questo anno, ma il desiderio di non staccare mai gli occhi dalla tua Presenza in ogni istante, perché dal nostro “sì” al tuo continuo tenderci la mano dipende la salvezza di ogni circostanza, anche la più brutta. Perché altrimenti non ne vale la pena.

Te Deum laudamus… di una insegnante.

Sono al capolinea di un anno che ormai volge al termine e da buon cristiana vale la pena pormi delle domande importanti: perché ringraziare? Perché il Te Deum?

Dio ti ringrazio per tutte le volte in cui quest’anno che è passato sono stata triste, di cattivo umore, offesa ed inadeguata.

Ti ringrazio per le mie fisse, per le mie ossessioni, per i miei pensieri stupidi e a volte bassi ed inutili che mi costringono a distogliere lo sguardo da me stessa e a fissarlo su di Te perché solo con Te, con quel po’ di preghiere che dico, riesco a mantenermi “fedele” al piccolo posto che mi hai assegnato.

Ti ringrazio anche per tutte le qualità che mi hai dato contrapponendole a quei innumerevoli difetti di cui sono “Super dotata”.

Te Deum laudamus per mio marito che è rimasto anche quest’anno affianco a me; per come tronca le mie lamentele e che mi ascolta solo quando serve.

Te Deum laudamus anche per le volte (poche però!) in cui invece le ascolta e cerca una soluzione pratica e si dimentica (quasi sempre!) che io invece volevo un complimento e che poi in realtà ha ragione lui perché – i complimenti non mi servono – le soluzioni pratiche invece mi servono moltissimo!

Te Deum laudamus per come mi conosce anche nei lati peggiori – quasi tutti – e nonostante tutto continua ad amarmi.

Te Deum laudamus per quanto sia diverso da me, per tutto quello che di lui mi fa arrabbiare, la poca voglia di parlare e la fatica che mi tocca fare per capirlo; per i suoi modi un po’ rudi perché sono occasioni di conversione… dopotutto se amare fosse facile non sarebbe la via per diventare Santi!

Ti ringrazio per i tanti amici e persone care che ho, molti dei quali sono compagni di cammino verso di Te ed in ognuno di loro ho messo qualcosa di bello…

Ti ringrazio perchè la mia vita è insostenibile senza di Te: troppo difficile accettare la malattia e la sofferenza dei miei cari ma, la mia inadeguatezza mi costringe a fare memoria di Te e quando cerco le ragioni di tutto ciò è sempre a Te che mi trovo costretta a volgere lo sguardo per arrivare ad un rapporto Vero, totalizzante, senza calcoli, con Te!

E allora quello che mi fa soffrire che mi scomoda e che mi disturba, diventa il mio buon proposito per il prossimo anno: imparare a dire grazie anche per le mie croci quotidiane, piccole e grandi, perché questa misteriosa via verso Dio è la vera felicità!

Te Deum laudamus… di Michele Lombardi, seminarista.

Perchè ringraziare ugualmente il buon Dio?

È molto curiosa come domanda soprattutto in questi tempi dove vedo molta creatività nel mandare a quel paese questo anno. Chi lo fa con le lucette, chi lo fa con stendardi, tutti a mandare a quel paese questo anno. Beh alla fine non hanno torto, o meglio, alla fine se uno non incontra qualcosa di più grande del virus e della propria vita, non ha torto. Non mi va di mandare a quel paese questo anno, anzi, ringrazio Dio di questo anno. Perchè se c’è stato qualcuno o qualcosa capace di farmi alzare nei lunedì di marzo (già il lunedì è antipatico di suo, poi quelli in piena pandemia e lockdown, da spararsi) è Cristo. Cristo, Presenza che costituisce l’essere umano. La voglia di cercarlo, di scoprirlo negli istanti della mia vita durante il Covid (e ancora oggi) e il suo manifestarsi continuamente nella storia della mia vita hanno caratterizzato questo anno. Per questo rendo grazie. Alla fine se ho questo giudizio su quest’anno, sicuramente non è frutto di discorsi o sentimenti, ma un fatto: Cristo si è fatto carne, pertanto possono esserci anche altre 4 pandemie, ma questo fatto, questo avvenimento sovrasta su tutto.

Te Deum laudamus… di Cinzia Augelli, casalinga.

“Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa,

mentre la notte giungeva a metà del suo corso,

il tuo Verbo onnipotente, o Signore,

è sceso dal cielo, dal trono regale.”

…e sei Presente “qui e ora”, Cristo mio, a ristorarmi nella fatica e nell’oppressione di questo strambo tempo di ordinaria pandemia.

Sei Presente, si! Ti posso parlare! Senza maschere, Ti posso parlare!

Posso dirTi “Tu” come faccio con mio marito, con i miei figli.

Posso raccontarTi le mie delusioni e urlarTi le mie proteste e piangere con Te la mia pena: Tu mi concedi perenne Udienza.

Ti porto le mie domande e Tu rispondi. A modo Tuo sempre rispondi e affini la mia capacità di ascoltare la Tua voce e scorgere che sei all’opera nella mia vita.

E mi ami, mi ami attraverso ogni circostanza… ami perfino la mia ritrosia nell’accogliere il Tuo disegno quando stravolge i miei programmi.

Mi attendi, mio Paziente Dio Gesù!

Aspetti, Umile, che io, testarda e impaziente, Ti permetta finalmente di farmi sperimentare la dolcezza del Tuo giogo, la leggerezza del Tuo carico.

“Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa,

mentre la notte giungeva a metà del suo corso,

il tuo Verbo onnipotente, o Signore,

è sceso dal cielo, dal trono regale.”

…e vieni, sei con me ancora e sempre, in barba al distanziamento, vieni Divina Maestà “a portata di mano”. Vieni a farTi come me per farmi tua, per farmi Te…

…perciò, TE DEUM LAUDO!

Ti lodo e Ti proclamo Signore, mio Paziente Dio Gesù!

Si! TE DEUM LAUDO lietamente canto insieme alla Tua Chiesa, decisamente grido anche per chi non Ti riconosce!

Te Deum laudamus… di Francesco Lepore, giardiniere.

Cosa sostiene la mia speranza? La mia vita?

Cosa vuol dire svegliarsi al mattino e avere il coraggio di aprire gli occhi? Dopo 55 anni gli ideali o gli idoli costruiti da noi non bastano più, se mai sono bastati.

L’opera delle nostre mani si frantuma e uno cade nella logica conseguenza del cinismo.

Non basta neanche l’ideale come una cosa che si aggiunge alla vita e che sostituisce l’umano, uno spiritualismo che a volte chiamiamo cristianesimo che ha lo stesso sbocco del cinismo.

Perché il punto di partenza é sempre ciò che sono io e io non sono ciò che vorrei essere, sono ciò che sono: un nulla ma che ha questa speranza, questa domanda di compimento data all’origine.

Chi risponde alla concretezza del mio umano? Alle circostanze che accadono, pur dolorose, pur peccaminose…

La proposta cristiana mi ha sempre sorpreso perché non ha censurato nulla di me e Cristo si é fatto incontro nelle circostanze della vita.

Non un qualcosa che devo inserire a forza per far quadrare la vita.

Il Covid quindi é una circostanza come un’altra e se ci ha urtato sorprendendoci era solo perché si era distratti, si viveva con lo sguardo rivolto ad altro…

“La vita non é dura, è la fede che é scialba” mi disse una volta Don Divo Barsotti a un incontro pubblico…

Sono stato graziato perché fin da giovane ho incontrato realtà (gli scout e poi Don Giuss e la compagnia da lui nata) che mi hanno sempre sfidato a guardare chi realmente mi compie e a far diventare un intuizione certezza… essere certi.

Perché sentire affermare la verità della tua vita senza sconti, come un “muro” con cui continuamente scontrarsi alla fine purifica il nostro io balbettante, lo purifica insieme al tempo che passa che toglie tante energie e entusiasmi, che toglie falsi ideali e in cui emerge una domanda: «[Francesco], mi ami tu più di costoro?»

Non quindi un “qualcosa” che sostiene la mia speranza ma un volto nella notte, un “Tu”.

Un grido nella realtà con un volto preciso, un volto un carisma, una compagnia di amici che Dio mi ha dato, dentro un pezzo di pane da adorare o nell’inginocchiarsi di fronte a un “don” e confessarsi ricevendo il perdono.

La certezza nasce in una continua domanda anche un po’ anarchica ma nella fedeltà nel tempo a ciò che si é incontrato.

E uno si trova inspiegabilmente grato perché voluto e redento, e il tempo che passa diventa positivo, diventa grazia, grato perché chiamato per nome.

Uno cammina meno veloce di un tempo quasi zoppicando ma certo.

E uno si trova come il Miguel Manara a ripetere più coscientemente ciò che dicevo da giovane “Egli solo è” O come la grande poetessa Ada Negri: “Giovinezza non ti ho perduta”.

In Cristo nulla é perduto, nulla va in putrefazione ma tutto diventa eterno. Per questo aspetto il Te Deum con ansia ogni anno, perché la chiesa mi chiede di far memoria del Suo amore alla mia vita.

Te Deum laudamus… di Silvana Maccarone, insegnante.

Mi sono soffermata su una frase: “e che bisogna sperare nel 2021”.

La speranza non va confusa con l’ottimismo, “tutto andrà bene”.

“Per sperare occorre aver ricevuto una grande grazia” leggevo in un libro del Giuss. La grande grazia della certezza in una PRESENZA.

Ecco, questa grande grazia, questa Presenza, questo LUI che muove tutto, che mi fa vivere il presente con stupore (il battito della vita nel grembo di mia figlia, lo scalciare al passaggio della mia mano sulla sua pancia, il distacco da mia madre anche se doloroso, ma con netta certezza e conferma che la morte non è la fine) mi rassicura, mi da fiducia. Tutto ciò che Cristo mi dà (bello o brutto) è buono, è per la mia felicità. E allora il mio TE DEUM LAUDAMUS?

Grazie, Dio mio perché non mi abbandoni mai, anche quando ti dimentico, anche quando non esaudisci le mie preghiere, grazie per gli imprevisti della vita. Grazie e lode a te o Cristo per avermi donato la mia meravigliosa famiglia, grazie e lode a te o Cristo per aver messo sulla mia strada amici, belle persone, adulti, giovani e bambini, i quali ognuno, nelle varie circostanze, mi aiutano a crescere e migliorare.

Grazie e lode a te o Cristo per avermi creata, fatta per quella che sono, con i miei difetti e limiti e qualche piccolo pregio. Grazie o Cristo per avermi dato ragione e libertà di scegliere TE come unico mio bene.

Te Deum laudamus… di Maria Chiara Grana, studentessa.

Te Deum laudamus perché solo Tu dai senso a tutto, altrimenti è tutto una fregatura. Quando pensiamo di potercela cavare da soli, con le nostre forze ci metti davanti a prove che senza la Tua Presenza non potremmo affrontare oppure, nella migliore delle ipotesi, ci investirebbero come un treno. Dalla pandemia globale al casino in casa Tu, Dio, sei il senso a ogni sofferenza. “Anche se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché Tu sei con me

Te Deum laudamus… di Nazario Marinacci, seminarista.

Ci stiamo ormai lasciando alle spalle questo anno, un anno difficile, faticoso, per molti doloroso a causa della pandemia che stiamo vivendo. Durante questo anno, piú volte siamo stati motivati alla speranza. Ogni istituzione, Stato, Chiesa, Sanità, ognuna nel suo modo proprio, ci ha invitati ad avere sentimenti si fiducia, appunto di speranza. Partendo da questa considerazione, noi cristiani, in quanto persone chiamate da Cristo ad essere sale della terra e luce del mondo, abbiamo il gravoso dovere di annunciare a tutti il vero significato di speranza. Mai come ora è necessario e doveroso ricordare che la speranza è una persona: Il Signore Gesù Cristo. La festività natalizia, che in questi giorni stiamo celebrando, ci fa rivivere il mistero di Dio, che tanto ha amato l’uomo da porre la sua dimora fra noi, si è fatto piccolo per fare noi grandi, si è fatto uomo per far diventare noi Dio (sant’Attanasio di Alessandria). Stiamo celebrando quindi il mistero della presenza di Dio in mezzo a noi. Ed ecco ora l’annuncio di speranza: questa presenza non è un evento passato, ma Egli si fa sempre presente in mezzo a noi anche nel qui ed ora di questo nostro tempo così travagliato. Egli si fa presente ora nelle terapie intensive, nelle case segnate dal lutto e dal dolore per la perdita di persone care, si fa presente nelle famiglie preoccupate per i suoi ammalati e nelle tante situazioni di povertà e disagio che la pandemia ha causato. Ecco perché noi, con gioia tra poche ore canteremo esultanti il Te Deum di ringraziamento, per ringraziare il Signore dell’unico, grande, incommensurabile dono, dal quale scaturiscono tutti gli altri suoi benefici, ossia il dono della sua gratuita e amorevole presenza, una presenza piccola certo, fragile, oserei dire impercettibile, ma sicuramente vivificante e ricreatrice. Possa la Madre della speranza Maria Santissima sostenere il nostro cammino nel nuovo anno che iniziamo. Possa Ella fortificare la nostra fede in Colui che è la nostra forza, la nostra speranza.

Te Deum laudamus… di Fabio Scaffardi, giornalista.

Te Deum Laudamus, perché anche quest’anno non è passato invano. Più il tempo passa e più, per grazia di Dio, cresce l’amore per Gesù, Maria Santissima e San Giuseppe Custode, più aumenta il desiderio di affidarsi totalmente alla Sacra Famiglia di Nazareth. Ti ringraziamo perché ci fai cambiare continuamente e ci ricordi di non conformarci al pensiero del Mondo.

Te Deum Laudamus, perché ci continui a mettere sul cammino amici e persone con un gran cuore, e ci fai attaccare a loro: sono tutti segni Tuoi. Ti ringraziamo perché ci sostieni nella speranza anche nei momenti più bui della malattia dei nostri cari e dei nostri amici, e non ci permetti di cedere alla disperazione. Deo Gratias.

Te Deum laudamus… di Leonardo Frascaria, studente.

Perché avventurarci nel 2021? Chi può sostenere l’essere umano di fronte ad una pandemia che ha già portato via tante persone? Chi di fronte ai drammi della nostra vita può accompagnarci in questa strada? Solo Tu Signore, Tu che hai scelto di farti uomo, Tu che con la croce hai scelto di morire per noi e salvarci da ogni nostra paura, ogni nostra malattia, ogni nostro dramma. Perché solo Tu dai un senso a tutto ciò che accade, solo in Te chi ha perso una persona cara ha la certezza che non l’ha persa per sempre ma la incontrerà nuovamente un giorno. Ti lodo Dio perché sei essenza del tempo che scorre.

Te Deum laudamus… di Carmela Di Lella, studentessa.

Facendo un resoconto generale, dando un veloce sguardo a questi mesi, non posso non sentirmi rivestita di una Grazia speciale, quella del Cristianesimo. È doveroso dire che il motivo della goduria che la mia vita assapora ogni giorno è solo uno: ho avuto la fortuna sfacciata di incontrare Cristo. Di fronte a questa consapevolezza non mi resta che ringraziare il buon Dio per ogni singolo momento “donato”, rinvigorito dalla sua Presenza. Questa coscienza mi porta a fare un sospiro di sollievo anche per l’anno venturo: le gioie, i dolori, il tempo con la famiglia, con il fidanzato o con gli amici, lo studio, il lavoro e tutto ciò che il 2021 comporterà sono sul palcoscenico di un’opera già compiuta, il cui regista è Dio.

Te Deum laudamus… di Pasquale Coco, studente.

Perché andiamo a cantare il Te deum Laudamus?

Parto da questa domanda: perché devo ringraziare il Signore per quest’anno in cui ci sono stati tanti problemi, sono morte tante persone, c’è la crisi economica e per finire c’è stato il terremoto in Croazia. Ovunque si sente gente che non vede l’ora di mandare a quel paese quest’anno. Di primo impatto anche a me verrebbe voglia di farlo ma se penso che tutto è fatto da Dio ed è fatto per me e che ha uno scopo e sono certo, perché ho sperimentato che il Signore fa bene tutte le cose, allora ha sicuramente fatto bene anche il 2020 anche se io non lo riconosco. Ma se ci penso bene mi sono svegliato tutte le mattine, ho avuto un tetto sulla testa, ho avuto da mangiare tutti i giorni con tanti dolci, ho avuto l’affetto dei miei cari e di tanti amici nei quali L’ho riconosciuto sempre, non sono mai solo perché Lui è sempre con me, ogni istante è pieno di Lui,per cui cosa ho da temere? Posso solo ringraziare, ecco perché andrò a cantare il Te Deum con un cuore pieno di gratitudine perché tutto mi è regalato.

Te Deum laudamus… di Costantino Vocino, studente.

Te Deum laudamus… non perchè, nonostante le nostre preghiere e i nostri “motti”, il virus ancora ci affligge e continua a mietere vittime ma perchè con la Tua presenza ci permetti di vivere questa realtà in modo diverso.

Te Deum laudamus… della fam. Augello.

Ieri sera pensavamo a nostro figlio Giuseppe, che era distante dalla Chiesa. Ci siamo detti che in fondo, se non ci fosse stata la pandemia, noi non avremmo mai potuto partecipato alla vacanza a Firenze, perché sarebbe stata organizzata in Trentino e in tempi diversi. Con noi non sarebbe mai venuto Giuseppe il quale non avrebbe fatto quell’esperienza che lo ha fatto cambiare.

Da tempo desideravamo e pregavamo per la conversione dei nostri figli che, come spesso accade con l’adolescenza, si allontanano dalla chiesa e non seguono più, distratti dai desideri che fanno allontanare dalle regole e seguire sempre più il peccato.

La vacanza é riuscita a far incrociare gli sguardi giusti, di amici che hanno in comune lo stesso Destino e che hanno ridestato la giusta attenzione al seguire. Il seguire nonostante le pandemie, nonostante le avversità con la gioia negli occhi di chi cammina e sa bene dove andare.

Te Deum laudamus… di Giovanni Giagnorio, studente.

Te Deum Laudamus perchè ci hai donato un anno ricco di occasioni per incontrarTi nuovamente; e questo fa sì che il nostro cuore sia sempre lieto, mai disperato, anche nelle circostanze più incerte. Perchè la nostra Speranza poggia sulla certezza che Tu ci mantieni continuamente alla Tua Presenza. Grazie Signore per i volti che ci hai messo dinnanzi durante questo anno e per la nostra amicizia, e fa’ che possiamo sempre richiamarci alla Verità nonostante tutti i nostri limiti e i nostri difetti.

Te Deum laudamus… di Michele Gaggiano, psicologo.

Si conclude il 2020 e sono qui seduto verso l’Immenso per dire Grazie. Un anno difficile, di paure, di perdite e di mancanze. Ma anche di lotte, di successi e di coraggio. Guardo al 2021 con la speranza di un povero mendicante coperto solamente dall’ Amore di Dio. Sarà sempre eternamente Lui il mio unico Destino.

TE DEUM LAUDAMUS, SEMPER.

Te Deum laudamus… di Pier Paolo Bellini, docente universitario.

Carissimi Aficionados,

la fonte di speranza, in questi frangenti, è l’incontro con persone affezionate tra loro perché affezionate al vero. Finché Dio concede, lungo il cammino di disperanza dei più e dei più cari, di potersi affezionare a Lui attraverso i suoi affezionati, saremo obbligati a sperare. È come un bimbo nel deserto della città, la nostra compagnia: un bimbo che risale la corrente della disperazione silenziosa facendo nascere, fiore inatteso, amicizie più forti di ogni male, perché generate e sostenute dal bene. La nostra speranza è nel veder fiorire dal nulla compagnie così.

Un abbraccio.

Te Deum laudamus… di Maria Assunta Manduzio, insegnante.

La domanda da porsi al volgere di questo “particolare” anno è:

Perché non lodarti Signore?

Perché non si sono realizzati i miei progetti?

Perché non è andata secondo i miei piani?

Perché la Tua volontà, non si è incontrata con la mia?

Te Deum canto perché

Hai instillato in me la consapevolezza della mia vigorosa fragilità,

della mia misera superbia,

della mia libertà nel soggiacere alla Tua divina Volontà.

Ti lodo Signore non perché sono visionaria, e non mi rendo conto della realtà ma, per avermi donato la grazia della Tua presenza costante e persistente, nonostante tutto, nonostante me.

“… sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato (…) Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno.”

Buon anno a tutti voi… E che sia per tutti un’occasione per rincontrare Cristo e riconoscerLo ogni volta!

TE DEUM LAUDAMUS!

LA CONFIDENZA DELL’ANNO 2021

Questa notte con tono pacato il nuovo anno così mi ha confidato: “puntuale come sempre arriverò dopo la mezzanotte del trentun Dicembre. Con me la valigia della diversità equilibrio enigmatico dell’umanità, all’interno pregi e difetti discordanti nei diversi aspetti:

il brutto e il bello, il ricco e il poverello, il bonario e il nervoso, l’estroverso e lo scontroso, il sano e il malato, il vincente e lo sfortunato, la vecchiaia e la gioventù, i vizi e le virtù.

La pestilenza con la nuova denominazione (covid 19, droga, pornografia, gioco d’azzardo e corruzione), naturalmente il miracolo della guarigione.

Le previsioni per le confuse quattro stagioni, sereno e variabilità, terremoti e alluvioni, piogge e siccità; tutti fenomeni annotati sul mio datario definito da voi calendario, il tutto per assegnazione e non per estrazione.

La vita o la sorte di ognuno, inizia con la nascita e finisce con la morte la quale, senza distinzione miete con il falcione i bimbi ancora tenerelli, i giovani e i vecchierelli.

Questo nessuno la vuol capire che si nasce per morire.

L’economia e la politica possono mutare in bene o in peggio in men che si dica tenendo presente che ogni crisi arreca il germe della rinascita il cui seme riesce a rompere il guscio più duro; così è stato in passato, così avverrà nel futuro; tanto la giostra non si arresta, continua a ruotare intorno a se stessa.

Non ho portato le risposte dei tanti perchè, la spiegazione non tocca darla a me.

Io non rappresento il Fato, è così che sempre è stato.

I curiosi bramano di sapere se dell’altro sarò migliore? Ebbene che ognuno inizi col compiere il proprio dovere con Amore, allenato nell’aiutare, ricco nel donare, veloce nel perdonare, umile nell’onore, felice nel dolore, fedele nell’amore.

Buon inizio a te ed ai tuoi conoscenti da me 2021, intimo confidente”.

Antonio Monte

SAN NICANDRO, GLI AUGURI DI FINE ANNO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Siamo giunti al termine di un anno drammatico, come Amministratori ci sentiamo vicini a tutti coloro che vivono in una condizione di malattia  e di disagio, a loro esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro affetto.

Un pensiero speciale al nostro Primo Cittadino auspicando che possa tornare al più presto alla guida della nostra Città e a tutte le famiglie che stanno affrontando la quarantena, la distanza, l’isolamento, il lutto, le malattie, l’instabilità economica e sociale.

L’atmosfera di questi giorni di festa nella nostra città è  malinconica, non si percepisce la gioia e l’allegria che hanno sempre caratterizzato il Natale a San Nicandro.

Nonostante le difficoltà che abbiamo affrontato in questo anno particolare, abbiamo lavorato con entusiasmo e determinazione e continuiamo a guardare lontano con spirito fiducioso e positivo, la speranza del vaccino fa intravedere per il 2021 la luce.

Auguriamo a tutti i cittadini un Nuovo anno migliore di quello passato, di salute, di armonia, di sviluppo e solidarietà, con la speranza di alimentare l’amore per la nostra Comunità e rafforzare la volontà di collaborazione per la costruzione del nostro futuro: dobbiamo trovare la forza per resistere e per rinascere, noi faremo del nostro meglio e staremo al vostro fianco.

Auguri di ogni bene.

L’Amministrazione Comunale

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 31 DICEMBRE 2020

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 31 dicembre in Puglia, sono stati registrati 10.836  test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.661 casi positivi: 698 in provincia di Bari, 108 in provincia di Brindisi, 226 nella provincia BAT, 298 in provincia di Foggia, 102 in provincia di Lecce, 225 in provincia di Taranto, 2  residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 21 decessi: 11 in provincia di Bari, 1 in provincia BAT, 4 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.044.314 test.

35.490 sono i pazienti guariti.

53.002 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 90.964, così suddivisi:

35.127 nella Provincia di Bari;

10.500 nella Provincia di Bat;

6.501 nella Provincia di Brindisi;

20.016 nella Provincia di Foggia;

7.090 nella Provincia di Lecce;

11.115 nella Provincia di Taranto;

518 attribuiti a residenti fuori regione;

97 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

VACCINO ANTI-COVID, AVVIATA LA FASE 1: ATTIVATI 26 PUNTI DI VACCINAZIONE IN PUGLIA

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L’inizio della campagna vaccinale era previsto a gennaio, la Puglia ha anticipato i tempi dando il via oggi alla Fase 1.

26 punti di vaccinazione attivati in tutta la regione, 1558 le dosi somministrate in questa prima giornata, il triplo rispetto al V-Day del 27 dicembre.

I vaccini, arrivati in Puglia ieri, distribuiti negli 11 hub regionali e presi in consegna e stoccati, garantendo la catena del freddo, dal personale delle farmacie ospedaliere. La conservazione avviene all’interno di ultra freezer a -80 gradi.

“Dagli hub le farmacie hanno provveduto a preparare tutti i pacchetti che sono stati immediatamente distribuiti ai centri periferici – spiega l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – Dalla provincia di Foggia alla provincia di Lecce, in tutta la regione, siamo partiti contemporaneamente questa mattina. Sono più di 1500 le dosi da somministrare nella giornata di oggi. È un numero importante considerando che è soltanto la partenza. Nei prossimi giorni intendiamo accelerare questa somministrazione, perché l’obiettivo è quello, entro una settimana, di concludere la gran parte dei vaccini che sono stati spediti in questa prima tranche che sono circa 30mila”.

“Oggi si comincia con operatori sanitari e residenti nelle RSA – aggiunge Lopalco – sia gli operatori sanitari che gli anziani residenti nelle strutture residenziali fanno parte di questo primo round di vaccinazione. Sono coloro che stanno in prima linea e quelli che sono più fragili e suscettibili di malattia grave. Nell’ambito degli operatori sanitari, la cabina di regia regionale ha anche stabilito 4 gruppi di priorità, in relazione ai rischi dell’esposizione individuale”.

Anche l’assessore Pier Luigi Lopalco, in qualità di medico, si è prenotato per fare oggi il vaccino insieme al personale sanitario. “Spero che il nostro esempio – dichiara Lopalco – induca gli operatori sanitari che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale a farlo subito. La strada della scienza e della medicina è quella che ci condurrà fuori da questa pandemia. Adesso è il momento di agire, di dare prova di responsabilità ed efficienza. Non posso nascondere l’emozione che ho provato nell’essere in fila insieme agli infermieri, agli operatori del 118, ai medici, al personale amministrativo che opera nel settore salute, insomma a chi si sta battendo da mesi contro il covid ciascuno nel suo ruolo e senza risparmiarsi. Mi sento parte di una squadra unita che davvero sta dando il massimo per il bene comune”.

COME E DOVE IL COVID HA UCCISO DI PIU’ IN CAPITANATA

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Per capire quanto e come il Covid stia uccidendo, non bastano i dati che quotidianamente vengono forniti dalla Protezione Civile e dall’Istituto Superiore di Sanità. Quelle cifre riguardano le vittime “conclamate” del micidiale virus, cui vanno aggiunte quelle non diagnosticate e quelle Covid-correlate. I dati Istat confermano quanto si temeva. La mortalità ufficiale è molto più bassa di quella reale, sulla cui attendibilità gravano almeno tre fattori: i decessi imputabili comunque al covid, ma non calcolati tra quelli ufficiali perché non è stato eseguito il tampone; la mortalità indiretta covid-correlata (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate); una ulteriore quota di mortalità indiretta, non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale.
A dare una dimensione più corrispondente alla realtà sono i dati dell’Istat sulla mortalità generale. L’istituto di statistica mette in relazione la media dei decessi verificatisi nei singoli comuni nel quinquennio 2015-2019 con quelli registrati in questo terribile anno 2020. Il periodo preso in considerazione è quello che va dal 1 marzo al 31 ottobre. La differenza tra i decessi medi del quinquennio 2015-2019 e i decessi 2020 può essere ritenuta un’attendibile quantificazione dell’incidenza reale della pandemia sulla mortalità della popolazione. Ma per difetto, purtroppo.
Il puro raffronto tra i morti di quest’anno e la media di quelli registrati tra il 2015 e il 2019 non può tenere conto del fatto che il trend dei decessi, prima dell’arrivo della pandemia, era in calo, di circa il 5% tra il 2015 e il 2019. Se non ci fosse stato il virus, quest’anno avremmo sicuramente registrato un numero di morti complessivo inferiore. Quindi alla differenza tra i decessi di questo anno e quelli del quinquennio precedente andrebbe algebricamente sommato il probabile saldo negativo, che però non può essere quantificato con certezza.
Premesso tutto ciò, vediamo come sono andate le cose in provincia di Foggia (alla fine dell’articolo trovate comunque una tabella riassuntiva).
Cominciamo dalle notizie positive. Non tutti i comuni registrano differenze positive tra i decessi 2020 e quelli 2015-2019. Nel comuni meno colpiti dal Covid ci sono stati meno morti. I tredici fortunati paesi sono Alberona, Ascoli Satriano, Cagnano Varano, Candela, Carapelle, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Castelluccio Valmaggiore, Celenza Valfortore, Ischitella, Peschici, Roseto Valfortore, Sant’Agata di Puglia, Serracapriola, Torremaggiore, Vieste.
Il comune che ha fatto registrare la più rilevante riduzione dei decessi è stato Casalnuovo Monterotaro, con il 34,1 % di morti in meno, nel 2020, rispetto alla media del quinquennio precedente.
Ribadiamo: che vi siano stati meno decessi non significa necessariamente che nessuno sia morto a causa del Covid, ma che il numero di (eventuali) decessi dovuti al virus è stato compensato da un trend generale che andava verso un sensibile calo della mortalità complessiva.
La mappa dei decessi sembra essere stata disegnata principalmente dalla presenza o meno sul territorio comunale di case di riposo per anziani o comunque da una particolare concentrazione di anziani. A registrare i maggiori incrementi di mortalità sono stati, sempre considerando il periodo che va dall’1 marzo alla fine di ottobre, Celle San Vito e Panni, con numeri da brivido: + 127,3% Celle, +108,3% Panni, seguiti da Faeto, con +85,2%.
Considerata la piccola dimensione di questi comuni, non è un’iperbole affermare che il virus stia decimando la popolazione.
E nei grandi centri, com’è andata? Vediamo i dati nelle città della Pentapoli e nei comuni maggiori. Oltre all’incremento percentuale diamo i numeri assoluti, ovvero quanti morti in più si sono verificati da marzo ad ottobre di quest’anno, rispetto a quelli mediamente registrati nello stesso periodo nel quinquennio precedente: Foggia (132, + 13,8%), San Severo (65, + 13,7%), Manfredonia (82, 25,5%), Cerignola (57, +19,8%), Lucera (7, +3,3%), Sannicandro Garganico (12, + 9,4), Torremaggiore (-6, -5,4%), San Giovanni Rotondo (15, +9,2%), San Marco in Lamis (12, + 12,9%).
Nella tabella qui sotto, potete vedere le statistiche riferite a tutti i comuni della Capitanata, in ordine alfabetico.

FINANZA: SEQUESTRI E ARRESTI DURANTE I CONTROLLI ANTI COVID-19

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Nell’ambito dell’intensificazione dei controlli attuati sul territorio della Capitanata volti al rispetto delle prescrizioni del Governo in materia di limitazioni agli spostamenti e alle attività commerciali, i finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, nei giorni a cavallo del Natale, hanno tratto in arresto in flagranza di reato cinque pregiudicati e sequestrato stupefacenti, contanti, veicoli e merce oggetto di furto.

Un primo arresto è stato eseguito in Orta Nova (FG). In particolare, nel corso di un pattugliamento lungo una via cittadina, è stato sottoposto a controllo di routine M. A., 49 anni di Orta Nova, con precedenti penali in materia di stupefacenti, che avrebbe dovuto essere agli arresti domiciliari. I finanzieri hanno quindi perquisito l’abitazione dello stesso, dove, anche grazie all’ausilio del pastore tedesco antidroga del Corpo EFRES, hanno rinvenuto oltre 40 dosi di cocaina, un disturbatore di frequenze telefoniche e materiale vario per la preparazione delle dosi di stupefacente e contanti per circa 6.000 euro verosimilmente provento dell’attività di spaccio.

Sono stati rinvenuti anche 425 pacchetti di tabacchi lavorati estero di contrabbando. Inoltre nella disponibilità del soggetto sono state trovate n. 4 autovetture oggetto di furto, oltre a numerosi pezzi di ricambio di auto di provenienza illecita.

Il soggetto è stato quindi tratto in arresto in flagranza di reato ed associato, su sentito il Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Foggia, alla locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Altri quattro arresti sono stati eseguiti nei pressi di un laterificio alla periferia di Lucera dove sono stati fermati nell’immediatezza di un furto di circa 60 Kg. di rame, noto anche come “l’oro rosso” per il suo alto valore di mercato.

I malfattori, G.S., 59 anni, D.P., 47 anni, S.B., 20 anni, L.S., 19 anni, tutti di Lucera, sono stati sorpresi mentre caricavano pesanti sacchi su un’autovettura. Insospettiti dai movimenti furtivi, i finanzieri hanno intimato l’alt al conducente dell’auto che ha evitato lo stop lanciando l’auto a folle velocità sulla strada provinciale per Pietramontecorvino. Dopo un breve inseguimento a sirene spiegate, l’autovettura è stata bloccata. L’immediata perquisizione del veicolo ha permesso di rinvenire il rame oggetto di furto, raccolto in alcuni sacchi di iuta.

Stante la flagranza di reato in concorso, i militari hanno eseguito perquisizioni presso le dimore dei soggetti responsabili del furto, all’esito delle quali, con l’aiuto di due unità cinofile del Corpo (i cani BAGARO e VACO), sono stati rinvenuti presso il domicilio di uno degli arrestati alcuni grammi di cocaina, centinaia di euro verosimilmente provento di attività illecita e materiale vario per la preparazione delle dosi d stupefacente da destinare alle piazze dello spaccio.

Presso il domicilio di un altro dei fermati è stato inoltre trovato un mezzo agricolo di provenienza furtiva.

Tutti e quattro i soggetti, come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Foggia, sono stati posti agli arresti domiciliari, poi convalidati nel giudizio per direttissima tenutosi il pomeriggio del giorno dopo. La misura cautelare di uno degli arrestati è stata aggravata con la disposizione della sua traduzione in carcere.

I risultati conseguiti, evidenziano ancora una volta il constante ed incessante sforzo operativo del Corpo nel quotidiano controllo del territorio e nella lotta ad ogni attività criminale e forma di guadagno illecito.

L’INFORMAZIONE DI CIVICO 93

Alla fine del mese di dicembre si fanno i bilanci dell’anno che finisce. Oggi si vuole fare solo una breve riflessione sul ruolo dell’informazione che Civico 93 ha fornito ai suoi lettori nel 2020.

I numeri delle visualizzazioni sono la fotografia precisa delle tante notizie pubblicate e sono numeri importanti per una testata che ha l’ambizione di essere strumento di coesione sociale per la comunità. Resta fondamentale il ruolo che la stampa locale assume per la crescita culturale di un’area ed il motivo è semplice in quanto è più facile la condivisione di un fatto che è anche notizia perché si riduce la distanza dal luogo di cui parla e la notizia.

Civico 93 ha accompagnato i suoi lettori in questo anno di emergenza sanitaria con quante più informazioni possibili dal punto di vista sanitario non trascurando i pesanti giorni del lockdown totale della primavera scorsa in cui abbiamo riproposto pezzi indimenticabile del teatro dialettale che poi si sono ripetuti in questo periodo natalizio.

In ogni giorno dell’anno c’è stato almeno un articolo che riguardava la nostra città di San Nicandro ed il motivo è stato quello di voler contribuire ad accorciare le distanze tra la società civile e tra questa e la politica senza nessuna anarchia informativa e comunicativa.

Abbiamo sempre puntato l’obiettivo sulla nostra economia, sulle nostre tradizioni, sullo sviluppo della nostra comunità a livello culturale e turistico. Abbiamo posto problemi per soluzioni a vantaggio di tutta la comunità. Abbiamo auspicato con forza il ruolo dell’associazionismo e del volontariato come elementi indispensabili di crescita collettiva. Abbiamo cercato di offrire idee e soluzioni che però solo la politica può attuare.

Civico 93 continuerà nel 2021 sempre con lo stesso impegno mettendosi a disposizione dei suoi lettori per qualsiasi problema che riguardi la città di San Nicandro. Auspichiamo una forma di collaborazione con tutti voi che vada nella direzione di migliorare in ogni settore la nostra cittadina e costruire una vicinanza che possa diventare rete per un territorio da migliorare.

Buon anno 2021.