Home Blog Pagina 462

L’INSEDIAMENTO FORTIFICATO DELL’ETA’ DEL BRONZO DI TORRE MILETO

I lavori sono stati finanziati dal Parco Nazionale del Gargano ed appaltati dal Comune di Sannicandro Garganico (FG) alla ditta Archeores di Avezzano per l’allestimento del cantiere e alla società Akhet s.r.l. di Roma per la direzione e la gestione del cantiere. I lavori di ricerca sul campo sono stati coordinati da David Wicks, con la direzione scientifica di A. M. Tunzi. Le indagini sono state realizzate nei mesi di maggio – giugno 2009, riprese nel mese di settembre 2009.

Il promontorio sul quale sorge l’insediamento protostorico di Torre Mileto, situato tra i laghi di Lesina e Varano sul versante settentrionale del Gargano, era già noto per la notevole concentrazione di materiale di superficie riconducibile all’età del Bronzo (GRAVINA 1995; 2002, pp. 21-52) e per la presenza di una Torre di avvistamento risalente, almeno, al XII-XIII sec. d. C.

Un primo saggio di scavo di limitata estensione nell’area occidentale del promontorio, realizzato negli anni ’90 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, aveva permesso di riconoscere un’area fortemente antropizzata della piena media età del Bronzo, a ridosso della quale insisteva una struttura di età basso medievale (TUNZI SISTO 1949). Nel corso delle nuove ricerche sono stati espletati una preliminare ricognizione di superficie ed il piazzamento topografico delle anomalie, riscontrate mediante stazione totale3. L’indagine, purtroppo, è stata condizionata da svariati fattori, quali la presenza del Villaggio Turistico “Cala del Principe”, che attualmente occupa all’incirca il 75% del sito archeologico, e l’estensione della macchia nell’area meridionale dell’abitato, protetta e oltretutto necessaria per limitare i danni del processo di erosione della costa.

I primi saggi di scavo all’interno dell’abitato sono stati impostati con l’obiettivo di comprendere la dislocazione planimetrica e valutare il grado di conservazione delle capanne protostoriche. A tal fi ne sono stati aperti cinque interventi (I-II-III-IV-V) in aree morfologicamente adatte ad ospitare tali strutture, evitando i disturbi medievali e moderni o sfruttandoli per facilitare la lettura delle seriazioni stratigrafiche. I dati di questa prima ricognizione e le emergenze archeologiche riconosciute all’interno dei saggi sono stati successivamente posizionati sulla fotografia aerea del promontorio. Da ciò è scaturita una più esaustiva lettura dell’abitato, inclusa l’identificazione di strutture antiche anche all’interno dell’area del villaggio turistico. In particolare, è stato possibile riconoscere con maggior precisione il percorso della cinta muraria che delimitava l’abitato dell’età del Bronzo, tanto da poter procedere all’esecuzione di due ulteriori saggi di scavo in prossimità della strada moderna di accesso al sito. I risultati delle indagini, sinteticamente presentati in questa sede, consentono di recuperare importanti informazioni sullo sviluppo dell’abitato fortificato di Torre Mileto nel corso della protostoria e delle epoche successive. I dati e le ipotesi interpretative rivestono in ogni caso carattere preliminare, non essendo stato ancora completato lo studio del materiale ceramico.

Fase I : impostazione della cinta muraria. La realizzazione di un intervento di scavo lungo la costa (saggio VI) ha permesso di riconoscere elementi di una complessa struttura muraria di notevoli dimensioni (largh. m 6,25 ca.), costruita al di sopra dei depositi descritti in precedenza. A nord-ovest è documentata la faccia a vista settentrionale di una struttura chiaramente di contenimento con andamento nord-ovest/sud-est, realizzata con grandi massi di calcare e depositi di pietre incoerenti miste a ghiaia e sabbia. Nella porzione sud-occidentale del saggio è visibile un secondo muro con caratteristiche analoghe, che costituisce il limite meridionale di quest’imponente struttura. In essa è identificabile un muro a secco (larg. m 0,80 ca.) del quale rimangono almeno 4 fi lari formati da grandi lastre di calcare, per un’altezza complessiva di m 0.55 ca. All’interno di questi muri di contenimento è riconoscibile il nucleo, composto da un’alternanza di strati: nella parte settentrionale sono localizzati limi rossastri piuttosto omogenei con occasionali pietre calcaree, al di sopra dei quali erano state allettate lastre di calcare disposte di piatto, nella parte centrale limi scuri misti a pietre e, a sud, concentrazioni di depositi compatti di calcare disgregato. Nella sezione esposta a ovest lungo la costa è stata documentata un’ulteriore sistemazione di grandi pietre all’interno del nucleo. Si tratta di un probabile muro a secco (larg. m 0,80) conservato per un’altezza di almeno m 0,65, che sembrerebbe rappresentare un contenimento costruito durante la realizzazione del nucleo della struttura muraria, probabilmente per dare stabilità alla costruzione principale. Il proseguimento di questa struttura di monumentali dimensioni, rinvenuta quasi interamente rasata nel saggio VI, sembrerebbe riconoscibile più a est nel saggio VII, dove risultava inglobata all’interno degli sviluppi strutturali della successiva fase II. Si tratta di un grande muro a secco di natura composita (larg. m 4 ca) conservata per un’altezza di almeno m 2, benché al momento non sia stato riconosciuto con certezza il suo limite inferiore. A sud è riconoscibile la cortina esterna costituita da grandi frammenti e schegge di calcare, della quale si conservano almeno 15 fi lari per un’altezza di m 1,75. Sul lato settentrionale, ovvero all’interno del nucleo, si addensavano potenti accumuli di materiale poco coerente, in parte privi di matrice e in parte misti a ghiaia e sabbia. All’interno di questi depositi, accanto alla base della cortina è stato rinvenuto un vaso quasi integro deposto in posizione capovolta, probabilmente una deposizione cultuale rientrante nell’atto di fondazione della struttura. Il nucleo incoerente descritto era rivestito sul lato settentrionale da una struttura di contenimento notevolmente inclinata verso sud; questa rappresentava il primo di una serie di simili apprestamenti riconoscibili all’interno della struttura, la cui funzione era probabilmente quella di aggiungere stabilità alla muratura a secco durante il processo di edificazione. L’assenza della formazione di piani di calpestio al di sopra o accanto a queste strutture, lascerebbe pensare che si trattasse di un processo costruttivo privo di interruzioni prolungate nel tempo. Un’analoga tecnica costruttiva era stata precedentemente documentata nella cinta difensiva dell’abitato di Punta Manaccora, dove una serie di muri a secco di limitate dimensioni conteneva nuclei di pietrame incoerente.

Il monumentale impianto di Torre Mileto rappresenta, verosimilmente, la porzione finale di una prima fase di cinta muraria, realizzata a difesa dell’abitato protostorico8. All’esterno della cinta muraria, in appoggio alla faccia a vista meridionale della struttura, si notava la presenza di una serie di strati abbastanza compatti di limo argilloso con piccoli pezzi di calcare (spessore m 0,25 ca), al cui interno sono stati riconosciuti frammenti ceramici e carboni. Al di sopra vi era un deposito di schegge di calcare di piccole e medie dimensioni, con matrice sabbio –ghiaiosa poco coerente, sulla cui superficie poggiava uno strato di limo grigio-marrone piuttosto sottile e friabile, contenente alcuni frammenti ceramici. Tale superficie fu sigillata, nella fase successiva, dalla realizzazione di un’ulteriore struttura muraria9. In corrispondenza del lato interno della struttura più antica si è osservata, invece, la presenza di una sequenza stratigrafica obliterata dagli sviluppi successivi. Si trattava di un deposito di limo compatto rossastro omogeneo e piuttosto spesso (m 0.50 ca), contenente materiale antropico (frammenti di ceramica, selce e carboni), forse un iniziale piano di calpestio interno all’insediamento. Lo strato era coperto da un ulteriore sviluppo strutturale, forse una sottofase costruttiva analoga ai rivestimenti descritti. Non è quindi escluso che questo piano fosse funzionale alla costruzione stessa, dato che gli strati di terriccio compatto avrebbero potuto offrire maggiore stabilità interna alla struttura, secondo quanto documentato nel limitrofo saggio VI. All’interno del saggio VI, alla distanza di m 1 ca. dallo strapiombo roccioso, l’osservazione della sezione esposta ha permesso di riconoscere un focolare retrostante il muro di cinta. Di forma probabilmente circolare, era delimitato da pietre ed all’esterno da una deposizione di piccoli ciottoli privi di matrice; all’interno, sotto un sottile strato di bruciato, erano riconoscibili alcuni frammenti ceramici. L’insieme delle strutture descritte sembrerebbe inquadrabile cronologicamente nell’ambito della piena media età del Bronzo.

Le indagini all’interno dell’abitato. Dal materiale rinvenuto e dalla stratigrafia esposta dalle erosioni, appare evidente che il sito di Torre Mileto sia stato occupato da un importante insediamento, delimitato da un imponente circuito murario. Il percorso ipotizzabile per l’opera difensiva consente di ricostruire un abitato esteso almeno 30.000 mq, del quale solo una piccola porzione, corrispondente all’1% ca., è stato ad oggi oggetto di indagine stratigrafica. Nel corso dei cinque saggi di scavo, piani di frequentazione ed elementi strutturali collegabili a capanne protostoriche sono stati riconosciuti unicamente all’interno dei saggi I e IV; in particolare, nel primo saggio sono riconoscibili almeno due diversi livelli di abitazioni, verosimilmente databili a fasi del Bronzo medio e del

Indagini preliminari nell’insediamento fortificato dell’età del Bronzo di Torre Mileto

Bronzo finale. Al di sopra di questi piani si documentano attività strutturali riferibili alla prima età del Ferro. Nei restanti tre saggi (II-III-V), dove il banco roccioso è af orante ed alquanto irregolare, non sono riconoscibili tracce di impianti strutturali, pur non mancando lembi sopravvissuti di piani di calpestio con materiali di età protostorica.

L’età medievale. Nel corso delle indagini non sono stati identificati resti strutturali, né sono stati rinvenuti materiali riconducibili all’epoca romana ed alto-medievale. Risulta, invece, ben documentato nel sito di Torre Mileto il periodo relativo al basso Medioevo: le fonti storiche parlano, infatti, della distruzione da parte dei Saraceni di un villaggio “casale” sul promontorio; nel 1284 è già documentata la presenza di una torre, mentre nel 1568 è ricordata la ricostruzione e l’ampliamento della struttura, fi no a modificarne l’aspetto in quello riconoscibile attualmente (A. da MONTESARCHIO 1732; SARNELLI 1680. A queste notizie storiche potrebbero appartenere i resti murari documentati nel corso degli scavi. Si tratta di strutture che presentano un orientamento approssimativamente nord-est/sud-ovest, analogo a quello della torre. Sono state individuate due differenti tipologie murarie: la più antica è caratterizzata da strutture legate con malta (larg. m 0,80), mentre ad una fase più recente sembrerebbero appartenere una serie di muri a secco con analogo orientamento (larg. fra m 0.55 e m 0.60). Sulla base dei dati stratigrafici e, in particolare, della tecnica edilizia, è plausibile ipotizzare la presenza sul promontorio di un primo impianto rettangolare con asse principale est-ovest (m 37.50 x 37.0), al quale sembrerebbe riconducibile anche la torre, sì da raggiungere una lunghezza complessiva dell’insediamento di m 70 ca. L’uso di malta nelle strutture consentirebbe una datazione all’età normanna (circa XI-XII sec. d. C.)13. È del tutto plausibile identificare in questo impianto il villaggio ‘casale’ che, come attestato dai documenti, era già presente nel 1245. Ad una fase successiva risalgono, invece, i muri a secco che si presentano alquanto rustici, con una organizzazione che deriva in parte da quella dell’impianto precedente14. Queste strutture potrebbero essere riconducibili ad una nuova fase di vita dell’insediamento, successiva alla distruzione da parte dei Saraceni. La planimetria mostra una certa organizzazione delle strutture, ben divise da muri perimetrali a secco, forse limiti di proprietà. I nuovi edifici, dislocati non immediatamente vicini alla Torre, furono forse eretti per scopi difensivi. La cronologia di questa fase di attività costruttiva e la sua durata sono al momento incerte, benché notizie storiche ricordino un restauro e ampliamento della Torre di Mileto, avvenuto nel 1568. Le evidenze di epoca medievale sono largamente compromesse dall’inarrestabile fenomeno dell’erosione marina, che in quest’area ha creato un arretramento della costa di almeno m 5.

I risultati dei saggi di scavo hanno permesso di recuperare una notevole quantità di informazioni circa lo sviluppo dell’abitato di Torre Mileto nel corso dell’età protostorica. Le evidenze archeologiche documentate hanno portato in luce il potenziale informativo del sito ed in particolare l’eccezionale stato di conservazione delle strutture murarie di fortificazione dell’abitato che, una volta esposte interamente, rappresenterebbero un importante esempio di sistema difensivo dell’età del Bronzo, vista la conservazione in elevato di oltre m 2,50. Di rilevanza anche i risultati emersi nelle indagini all’interno dell’abitato, in particolare nei saggi I e IV, i cui livelli sovrapposti di capanne evidenziano la lunga occupazione del sito.

A.M. Tunzi

I CARABINIERI DEL NUCLEO TUTELA PATRIMONIO CULTURALE E L’ATTIVITA’ OPERATIVA DAL 2019

0

Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell’ambito delle numerosissime attività investigative avviate sui territori di Puglia e Basilicata e spesso conclusesi in altre regioni italiane o all’estero, ha restituito nel 2019, al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi.

Sotto il profilo repressivo, le investigazioni alle aggressioni al patrimonio culturale pugliese e lucano concluse lo scorso anno, hanno consentito di deferire all’Autorità Giudiziaria complessivamente 126 persone per reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d’arte, in danno del paesaggio ed altre tipologie di reato previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.

23 sono state le perquisizioni domiciliari e locali disposte dall’Autorità Giudiziaria a seguito dei risultati investigativi, eseguite da questo Nucleo.

Nell’arco dei dodici mesi sono stati complessivamente sequestrati 531 beni, di cui 176 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 339 reperti archeologici e 16 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 327.000 per i beni autentici e di € 400.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.

Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2019, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici iniziative investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 6 persone per lo specifico reato di scavo clandestino oltre che il sequestro preventivo di un’area archeologica di 20.000 metri quadrati, ma anche, attraverso l’attento monitoraggio di siti e-commerce ormai divenuti canale preferenziale per la compravendita di arte, il recupero di oltre 339 reperti archeologici databili IV sec. a.C. e di 55 armi antiche con il contestuale deferimento all’Autorità Giudiziaria di 27 persone per impossessamento e detenzione illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.

Nell’ambito delle indagini nel campo antiquariale si annovera l’importante rinvenimento di quattro dipinti raffiguranti immagini sacre, risalenti al XV, XVI, XVII e XIX sec., del valore commerciale di 150.000 euro, truffati ad un antiquario leccese.

Il ritrovamento delle opere d’arte, pronte per essere rivendute tra Catania, Napoli e Torino, ha consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di due persone per truffa aggravata in concorso. Le stesse, dopo aver illecitamente sottratto i quattro dipinti al legittimo proprietario, avevano tentato di metterli in vendita attraverso gallerie e case d’asta.

Sempre nell’ambito del settore antiquariale ed in particolare di quello archivistico e librario, sono stati rinvenuti e sequestrati 117 volumi antichi (XVII, XVIII e XIX sec.), trafugati dalla Biblioteca Provinciale di Foggia dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio. In relazione all’attività è stata deferita all’A.G. una persona per ricettazione, avendo la stessa tentato la vendita dei preziosi volumi alla Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana” di Foggia per 35.000 euro.

Le indagini nel settore dell’arte contemporanea hanno, inoltre, consentito il sequestro di 16 opere d’arte pittorica. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di dipinti, olii su tela, attribuiti falsamente ad artisti contemporanei.

In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo. In tale contesto sono state denunciate 51 persone.

Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:

  • 83 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
  • 18 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del MiBACT con la finalità di individuare i punti di criticità dei sistemi difensivi;
  • 54 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell’Arma Territoriale;
  • 38 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
  • 731 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.

Nel 2019, sono stati consumati solo 13 furti su beni culturali, il 40% in meno rispetto all’anno precedente. Anche il dato relativo a quelli consumati ai danni di istituti religiosi o luoghi di culto è sensibilmente migliorato: solo 2 furti a fronte di 7 dell’anno precedente.

I beni culturali ecclesiastici rappresentano, infatti, un’elevata percentuale del patrimonio culturale nazionale e comprendono soprattutto opere di pittura, scultura, mosaici, oggetti legati alle celebrazioni religiose (ostensori, calici, etc) ma anche beni librari e documenti storici che, nella quasi totalità dei casi, sono esposti senza alcuna vigilanza o misura di protezione.

In tale quadro, infine, sono state eseguite diverse importanti restituzioni di beni antiquariali recuperati nel corso delle attività di indagine. Tra queste si evidenziano le seguenti:

  • Ciciliano (RM), 12 Dicembre 2019, restituzione del reliquiario in argento del XIX secolo alla chiesa “Santa Maria Assunta in cielo”, trafugato il 2 Febbraio del 2009;
  • San Miniato (PI), 21 Novembre 2019, restituzione alla Cattedrale di “Santa Maria Assunta e San Genesio” di due sculture lignee intagliate dorate, raffiguranti due Angeli con Reggi Ceri del XVIII secolo, trafugate il 6 Aprile del 2000.

 

 

RAPINA E TENTATA RAPITA, TRE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE

0

Non si ferma la macchina investigativa dei Carabinieri della Compagnia di San Severo, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Foggia. Le consistenti indagini sviluppate, in alcuni casi, hanno riservato delle “amare” sorprese, ovviamente per i criminali.

Alcuni giorni fa, i militari della Sezione Operativa del N.O.R. di San Severo hanno eseguito tre misure cautelari, di cui due in carcere ed una agli arresti domiciliari, a carico di altrettanti soggetti per i reati di tentata rapina e rapina, quest’ultima addirittura risalente al 2017.

La vicenda fa riferimento all’arresto in flagranza di tre rapinatori – pronti ad agire in danno di un commerciante di Torremaggiore, in Corso Matteotti il 15 febbraio scorso – da parte dei Carabinieri della Sezione Operativa del N.O.R., intervenuti tempestivamente mentre i tre, già travisati ed armati di pistola e coltello, erano in procinto di scendere dall’autovettura a loro in uso, nella quale attendevano il momento propizio per agire indisturbati. In quella circostanza, i militari, in pochissimi secondi, circondarono il veicolo con a bordo i rapinatori, gelando ogni loro possibile reazione, e li arrestarono, evitando che si ingenerasse pericolo per l’incolumità dei molti cittadini, in quel momento presenti sul Corso. Nello specifico, i Carabinieri hanno tratto in arresto S.G. di San Severo, ritenuto responsabile di aver partecipato attivamente alla fase organizzativa della tentata, avendo preso parte alla pianificazione dei dettagli, accompagnando anche i complici sul posto per effettuare un sopralluogo preliminare.

Gli altri due arrestati, S.M. e D.C.A.R., già sottoposti ad altre misure restrittive della libertà personale per la tentata rapina del 15 febbraio scorso, nel corso delle attività investigative, venivano riconosciuti quali autori anche di un’altra rapina perpetrata nel marzo del 2017, in danno della Tabaccheria “Leone” di Torremaggiore. In quella circostanza, i due, dopo essersi introdotti all’interno dell’esercizio commerciale, travisati ed armati anche quella volta di pistola e coltello, minacciavano il titolare facendosi consegnare l’incasso giornaliero. La visione delle immagini del sistema di videosorveglianza del tabacchi rapinato nel 2017, evidenziò che la vittima, in un primo momento, accennò una reazione scatenando la rabbia dei rapinatori che afferrarono un espositore in metallo e lo scaraventarono violentemente contro il malcapitato. Questo “dettaglio” emergeva prepotentemente nel corso delle attività investigative condotte dai militari della Sezione Operativa, che intraprendevano un’attenta rivalutazione degli episodi delittuosi dello stesso tipo e, andando a ritroso nel tempo, rilevavano questa “singolare” circostanza anche nel corso della rapina in danno della Tabaccheria “Leone” di Torremaggiore, che all’epoca non fu pubblicizzato e che quindi solo gli autori della stessa potevano conoscere nel dettaglio.

Le indagini effettuate dai Carabinieri, che hanno portato all’esecuzione delle misure a carico dei tre arrestati, rientrano in quelle più complesse e corpose sviluppate a seguito dell’incendio doloso, avvenuto il 26 gennaio scorso, dell’area di raccolta dei rifiuti del Comune di San Severo, gestito dalla Società BUTTOL s.r.l., per il quale proprio S.M. e S.G. furono tratti in arresto dai militari della Compagnia di San Severo, nel corso di una vasta operazione.

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 7 GIUGNO

0

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 7 giugno  2020 in Puglia, sono stati registrati 2.033 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e è risultato positivo un caso in provincia di Foggia.

Sono stati registrati 3 decessi: 2 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Bari.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 131.931 test.

Sono 3.253 i pazienti guariti.

733 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 4.511, così suddivisi:

1.488 nella provincia di Bari (1 caso registrato nei giorni precedenti è stato eliminato dal database);

380 nella provincia di Bat;

653 nella provincia di Brindisi;

1.162 nella provincia di Foggia;

519 nella provincia di Lecce;

281 nella provincia di Taranto;

28 attribuiti a residenti fuori regione.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

EDITORIALE DELLA DOMENICA. PER LO SCHIAPPARO PAROLE DI BUONSENSO TRA I SINDACI

0

Sembra essere passata inosservata la sentenza con la quale il Consiglio di Stato dichiarava soccombente il comune di San Nicandro nella vertenza confinaria degli usi civici contro il comune di Lesina.

Quella sentenza ha messo la parola fine ad una vicenda che le varie amministrazioni comunali hanno fatto durare tantissimo tempo con spreco di denaro pubblico. La chiusura della vertenza, finalmente, lascia lo spazio per poter fare una valutazione sul futuro di tutta la zona dell’istmo che da Torre Mileto porta fino alla foce dello Schiapparo.

In un incontro tra sindaci circa la valorizzazione dei due laghi, quello di Lesina è quella di varano, il sindaco Ciavarella ha posto l’accenno proprio sull’istmo adoperando la metafora dell’ascia di guerra che il comune di San Nicandro vuole definitivamente sotterrare. La sua affermazione è stata ben gradita soprattutto dal sindaco Cristino di Lesina e condivisa da tutti gli altri in virtù di una definitiva valorizzazione di quell’area. Infatti è stata sottolineata che è ormai terminato il tempo di costruire ancora su quel territorio in quanto ora occorre una grande opera di ristrutturazione delle strutture esistenti che darebbe ossigeno ad una economia che langue da tempo. L’intento sembra essere una accelerazione per chiudere in maniera tombale il contenzioso ben sapendo che quel territorio fa parte del comune di Lesina che, insieme a quello di San Nicandro, devono fare fronte unico presso gli enti regionali per la definizione del Pirt, per la qualificazione dell’intera zona e, soprattutto, per portare tutti i servizi necessari e di primaria necessità per la vita normale di ogni giorno e cioè strada, illuminazione pubblica, rete idrica e fognante.

Se le due amministrazioni prendono un impegno serio per un progetto di sviluppo turistico dell’istmo, senza più campanilismi di sorta, il sogno di tanti potrebbe diventare realtà. Certamente non si parla di qualche anno in quanto ci vorrà del tempo per la definizione della parte amministrativa che deve essere condivida dalla Regione Puglia e poi fare dello Schiapparo un cantiere aperto per la sistemazione degli immobili, delle attività commerciali e delle strutture turistiche.

Parlarne ora sembra veramente un sogno, ma quante cose sono state fatte partendo da un sogno. È questa una occasione che la politica non deve farsi sfuggire non per l’acquisizione di consenso ma per lasciare alle future generazioni una possibilità di sviluppo che i loro padri non hanno mai avuto, anche proprio per colpa della politica.

Il Direttore

LE CARTOLINE DI SAN NICANDRO

Continua la pubblicazione delle “100 cartoline di San Nicandro” del prof. Pasquale Colella che lo studioso Emanuele Petrucci ha messo gentilmente a disposizione di Civico 93.

La 18^ cartolina porta la seguente didascalia: “Zona Pozzi”.

 

ECCO LE INDICAZIONE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA’ PER I BAGNANTI E GESTORI

Con oltre 7.000 km di costa e un numero elevato di aree di balneazione (un quarto del totale europeo) abitate da 17 milioni di persone, che possono anche raddoppiare in alta stagione, può diventare significativo il rischio riconducibile al turismo balneare. Affollamenti, spostamenti, vicinanza e contatto sono infatti più frequenti nelle aree tipiche dell’ambiente balneare in stabilimenti, spiagge attrezzate o di libero accesso. Tale rischio può̀ assumere gradi diversi a seconda dei differenti indici sanitari valutati a livello regionale e locale.

Assume invece scarsa rilevanza il rischio correlato alla potenziale contaminazione delle acque da reflui o da escreti infetti presenti a monte dell’area di balneazione o diffusi da imbarcazioni. Le misure di controllo e monitoraggio a carattere ambientale e sanitario applicate in base alla normativa vigente, infatti, ma anche la suscettibilità̀ del virus alle variabili ambientali rendono trascurabile il rischio.

Sono queste le principali conclusioni del “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2” del Gruppo di Lavoro Ambiente-Rifiuti COVID-19 in collaborazione con il Ministero della Salute, l’INAIL, il Coordinamento di Prevenzione della Conferenza Stato Regioni, esperti delle ARPA e altre istituzioni, appena pubblicato con l’obiettivo di alzare il livello di sicurezza nelle spiagge in vista della stagione balneare.

Nel rapporto, per una balneazione sicura sono fornite raccomandazioni per tenere sotto controllo i rischi sanitari, integrando i documenti che INAIL e Conferenza Stato regioni avevano già pubblicato.

Si tratta di indicazioni semplici, di tipo tecnico che riguardano i controlli ambientali, dal funzionamento dei depuratori, al controllo delle acque reflue e degli scarichi illeciti e di norme igieniche/comportamentali da seguire in stabilimenti e spiagge libere indirizzate ai gestori degli stabilimenti balneari e agli stessi bagnanti.

Norme ambientali

Le norme ambientali richiamano e rafforzano la vigilanza su eventuali scarichi illeciti di reflui nei corpi idrici (mare, fiumi, laghi), sul controllo degli impianti di depurazione e sugli scarichi da imbarcazioni. Una particolare attenzione deve essere anche indirizzata all’applicazione delle norme di controllo delle acque di balneazione. È possibile prevedere sospensione, a carattere cautelativo, della balneazione qualora i dati storici di monitoraggio segnalino l’area come interessata, direttamente o indirettamente, dalla presenza di reflui non depurati, scarichi illeciti e/o contaminazione da fosse settiche, che possono influenzare la qualità delle acque nell’area di balneazione.

Tra le diverse indicazioni, per gli stabilimenti e per i bagnanti viene raccomandato:

  • di prenotare l’accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie, in modo da prevenire assembramenti, e registrare gli utenti, anche per rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi, mantenendo l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy;
  • di utilizzare cartellonistica e locandine con le regole comportamentali per i fruitori delle aree di balneazione e i bagnanti per prevenire e controllare i rischi – comprensibili anche per utenti di altre nazionalità;
  • di regolamentare gli accessi e gli spostamenti sulle spiagge, anche attraverso percorsi dedicati, e disporre le attrezzature, in modo da garantire in ogni circostanza il distanziamento interpersonale;
  • di garantire distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare, in ogni circostanza, anche durante la balneazione;
  • di controllare la temperatura corporea, ove possibile, del personale e dei bagnanti con interdizione di accesso se questa risulta superiore ai 37,5°C;
  • di vietare qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti, quali, tra l’altro, attività di ballo, feste, eventi sociali, degustazioni a buffet;
  • di interdire gli eventi musicali con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale;
  • di pulire, con regolarità almeno giornaliera, le varie superfici, gli arredi di cabine e le aree comuni e sanificare in modo regolare e frequente attrezzature (sedie, sdraio, lettini, incluse attrezzature galleggianti e natanti), materiali, oggetti e servizi igienici, limitando l’utilizzo di strutture (cabine docce singole, spogliatoi) per le quali non sia possibile assicurare una disinfezione intermedia tra gli utilizzi promiscui;
  • di non trattare in alcun caso spiagge, terreni, arenili o ambienti naturali con prodotti biocidi;
  • di evitare l’uso promiscuo di qualsiasi attrezzatura da spiaggia;
  • di dotare i bagnanti di disinfettanti per l’igiene delle mani;
  • di fornire disinfettanti e DPI adeguati al personale (mascherine, schermi facciali, guanti) e utilizzare obbligatoriamente DPI in caso di contatti ravvicinati con bagnanti e attività a rischio.

L’informativa e la sorveglianza, in ambienti di libero accesso, come le spiagge libere, risulta di difficile praticabilità. Pertanto, in questo ambito sono chiamati i sindaci e/o agli altri enti locali competenti a dover applicare ogni adeguata misura volta a garantire condizioni di riduzione dei rischi e, ove necessario, a definire attività di vigilanza sul rispetto delle misure da parte dei fruitori delle spiagge, a regolamentare gli accessi per consentire il distanziamento interpersonale, individuare le procedure di sanificazione delle attrezzature e delle aree comuni.

Rimangono valide le seguenti indicazioni per tutti:

  • rispetto del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro;
  • responsabilità di vigilanza sul distanziamento anche dei bambini;
  • misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani;
  • igiene respiratoria: starnutire e/o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito;
  • uso di mascherine quando le misure di distanziamento siano di difficile mantenimento (le mascherine dovranno essere smaltite con i rifiuti indifferenziati).

Il rapporto enfatizza come la possibilità̀ di contenere e controllare la diffusione di COVID-19 è fondamentalmente legata ai comportamenti individuali – soprattutto il distanziamento fisico, nel rispetto degli altri. Quest’ultima necessità può̀ comportare in molti casi modalità di fruizione degli ambienti diverse rispetto alla prassi consueta, come il contingentamento degli accessi su prenotazione e l’adeguamento alle rigorose regole comportamentali, tra cui la vigilanza sui bambini.

Ogni messaggio comunicativo deve essere improntato alla consapevolezza del ruolo che ognuno deve assumere riguardo alla conoscenza e al rispetto delle rigorose norme che caratterizzeranno questa stagione balneare, con la necessità che tali norme siano adeguatamente diffuse e illustrate ai professionisti del settore e alla popolazione generale.

(Foto di Torre Mileto con vista l’Abbruzzo)

PARTITO DEMOCRATICO: “E CON LA SOGET COME LA METTIAMO?”

L’affidamento del servizio di riscossione e accertamento dei tributi locali, gestito dalla Soget, è scaduto dallo scorso mese di aprile. Certamente, in piena emergenza sanitaria, i problemi erano altri da affrontare, tuttavia, vogliamo sapere quali atti sono stati messi in atto per fronteggiare questa annosa questione?

Ci risulta che il sindaco è a conoscenza della questione, non da aprile, ma da diverso tempo, infatti, il suo programma elettorale prevedeva l’immediata internalizzazione del servizio (gestione diretta dal comune).

Chiediamo pubblicamente al sindaco di far predisporre tutti gli adempimenti affinché mantenga gli impegni assunti in campagna elettorale, il Partito Democratico non tollererà nessuna proroga immotivata.

I cittadini sono stanchi di continuare a ricevere cartelle “pazze” di accertamenti e poi dover affrontare il disagio di lunghe file per chiedere l’annullamento delle stesse e qualche volta anche il pagamento non dovuto perché sprovvisti di ricevuta.

Intanto, il sindaco si attivi a chiedere immediatamente il rimborso delle spese anticipate dall’ente per le migliaia di raccomandate inviate ai cittadini e dei costi sostenuti per l’ospitalità concessa alla società (energia elettrica, riscaldamento, telefono, internet, pulizia, ecc.), nonostante il contratto prevedesse che il soggetto attuatore del servizio si dotasse di un proprio ufficio.

Partito Democratico

MOVIDA VIOLENTA: ACCOLTELLA UN 19ENNE, ARRESTATO

0

I Carabinieri di Carpino, nei giorni scorsi hanno arrestato in flagranza, per tentato omicidio, un 21enne del luogo che, per alcuni sguardi provocatori accoltellava un carpinese 19enne.

I Carabinieri, nell’ambito dei servizi per arginare il contagio da coronavirus e prevenire assembramenti, svolgono una vigilanza nei luoghi della “Movida”, ove le persone si ritrovano ed aggregano, in particolare nei fine settimana.

E proprio durante lo svolgimento di tale servizio che, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Carpino, interveniva in quel centro storico, ove alcuni istanti prima uno sconosciuto aveva accoltellato un giovane, fuggendo precipitosamente.

Il comandante di Stazione, in quei concitati momenti, accertava sul posto, che il giovane, riverso a terra, era stato colpito da più fendenti ai fianchi e alle gambe e stava perdendo molto sangue, pertanto si prodigava affinchè al ferito fosse assicurata immediata assistenza sanitaria. Contestualmente raccoglieva “a caldo” le prime testimonianze e la descrizione del responsabile, che gli consentivano di individuare l’accoltellatore, rintracciandolo, subito dopo, in un vicolo non lontano dal luogo dell’evento, con ancora i vestiti sporchi di sangue.

Immediato il fermo del giovane, che perquisito, deteneva ancora in tasca il coltello a serramanico utilizzato, subito sottoposto a sequestro.

Complessa la ricostruzione del movente della violenta aggressione, che avrebbe potuto avere più gravi conseguenze, se alcuni giovani presenti non avessero subito sottratto ed allontanato il ferito, facendo così interrompere l’azione dell’accoltellatore.

Solo a notte inoltrata, raccolte le preliminari testimonianze, la dinamica dell’accaduto andava ad assumere una connotazione più aderente all’evento poiché emergeva che l’accoltellamento era scaturito da alcuni sguardi provocatori.

Il ferito, sottoposto ad accertamenti sanitari presso l’Ospedale di San Giovanni Rotondo, veniva giudicato guaribile in giorni 10 e dimesso, per lesioni al fianco ed ad una gamba, provocate da due fendenti da arma da taglio.

Il responsabile veniva arrestato e trasferito al Carcere di Foggia, a disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, che ne convalidava l’arresto.

FURTO DI MANDORLE, 4 PERSONE ARRESTATE

0

I Carabinieri di San Giovanni Rotondo, al fine di arginare il crescente fenomeno dei furti nelle campagne, hanno predisposto nei giorni scorsi specifici servizi con personale anche in abiti civili.

Nel corso di un servizio pomeridiano, in località Lenzalonga agro di San Giovanni Rotondo, all’interno di un fondo agricolo attiguo alla SP 58 che collega San Giovanni Rotondo a Manfredonia, i militari sorprendevano quattro soggetti, tutti residenti in Margherita di Savoia i quali, approfittando dell’assenza del proprietario, si erano arbitrariamente introdotti in quel fondo e, muniti di vari attrezzi, stavano razziando gli alberi di mandorle ivi situati.

L’intervento immediato dei carabinieri poneva fine a quell’attività delittuosa.

Durante il controllo, veniva accertato che poco distante dal fondo, i malviventi avevano parcheggiato la loro autovettura all’interno della quale era riposto parte del raccolto mentre altre cassette di plastica erano state riempite di mandorle pronte per essere trasportate.

La perquisizione dell’autovettura permetteva di rinvenire arnesi utilizzati per i furti in ambito agricolo, quali una vanga, una mazzola, una tenaglia e tre paia di forbici per potatori, sottoposti a sequestro.

La refurtiva veniva riconsegnata al legittimo proprietario.

Al termine delle formalità di rito gli arrestati, alcuni dei quali con precedenti specifici, venivano accompagnati presso i rispettivi domicili dove sono stati posti agli arresti domiciliari.

Il Tribunale di Foggia convalidava gli arresti e applicava nei confronti di due di loro l’obbligo di dimora nel comune di residenza con divieto di uscire di casa dalle ore 21.00 alle ore 07.00.

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 6 GIUGNO

0

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 6 giugno 2020 in Puglia, sono stati registrati 2378 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 4 casi, così suddivisi:

3 casi nella provincia di Foggia;

1 caso nella provincia di Bari.

E’ stato registrato un decesso in provincia di Foggia.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 129.898 test.

Sono 3.231 i pazienti guariti.

758 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 4.511 così divisi:

1.489 nella Provincia di Bari

380 nella Provincia di Bat

653 nella Provincia di Brindisi

1.161 nella Provincia di Foggia;

519 nella Provincia di Lecce;

281 nella Provincia di Taranto;

28 attribuiti a residenti fuori regione.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

 

800.000 EURO IN ARRIVO AD APRICENA: UNA RETE DI PISTE CICLABILI IN TUTTA LA CITTÀ

0

Una bella notizia per Apricena. Copsì dichiara il sindaco Potenza: “Abbiamo candidato ad un bando regionale del 2019 un bel progetto per la realizzazione di piste ciclabili. Riqualificheremo diverse zone della nostra città. Un contributo a fondo perduto di 800.000 euro!! Su 80 progetti arrivati in Regione, il nostro è l’unico della Provincia di Foggia ad essere stato finanziato, a testimonianza che i nostri progetti sono sempre tra i migliori. Un ringraziamento speciale ai nostri collaboratori tecnici per il lavoro svolto e per l’instancabile servizio e collaborazione che giornalmente ci donano.
Continuiamo senza sosta a migliorare la nostra città e al tempo stesso apriamo decine di cantieri che danno occupazione a tanti nostri concittadini”.

GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE

É urgente trovare l’equilibrio tra vincoli per la tutela ambientale ed una strategia di sviluppo sostenibile del territorio del Parco Nazionale del Gargano. Quel visionario di mio padre ne ebbe già la geniale intuizione proponendo un parco del Gargano con la sua tesi di laurea in Architettura.

Sono passati tanti decenni ma c’é ancora tantissimo lavoro da fare per il nostro promontorio, da promuovere con tutela e costruendo una visione di futuro reale per i bellissimi borghi che ne fanno parte e soffrono un fenomeno di spopolamento sempre piú in accelerazione. Questo é il momento per prendersi cura dei territori fragili e riscrivere il delicato rapporto fra cittá e territorio.

Patrizia Di Monte

COMUNICATO DEL Co.Pa.S.I.S.

Si pubblica il comunicato dal Co.Pa.S.I.S. (Commissione per la Pavimentazione Stradale Istmo Schiapparo)                                                  

Alla luce dell’emergenza CORONAVIRUS degli ultimi mesi, l’attività di cui ci siamo fatti promotori si è arrestata per il tempo complessivo della quarantena in risposta alle norme e direttive nazionali. Nella precedente pubblicazione, datata febbraio 2020, annunciavamo la nascita di una commissione per la pavimentazione stradale dell’Istmo Schiapparo.

La situazione resta comunque attenzionata e delicata, ma ci sentiamo comunque in dovere di portare avanti questo progetto di sensibilizzazione e informazione utilizzando il canale di comunicazione virtuale. Vogliamo fare un appello a tutti i cittadini che come noi hanno a cuore la delicata e complicata situazione dell’Istmo a diventare ognuno portavoce promotore di questa iniziativa, considerata la necessità e l’urgenza di ripristinare la strada , sia per i danni che subiscono le auto di tutti percorrenti, sia per l’estremo bisogno di garantire la zona dal punto di vista della sicurezza (migliorare l’accessibilità dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine), sia per agevolare e migliorare l’accesso della ditta alla raccolta rifiuti e l’attività di monitoraggio e di vigilanza urbana ecc.

La cura delle opere urbanistiche della zona Istmo Schiapparo in riferimento ad una rivalutazione complessiva è la nostra priorità.

Attraverso questo Comitato, legalmente registrato, intendiamo collaborare attivamente con il Comune di Lesina e con la Regione Puglia per migliorare il territorio sopra citato. Siamo aperti e propensi a collaborare con quanti hanno interesse a favore di tutta la comunità schiapparese.

Vorremmo rivolgere una esortazione direttamente a quella fetta di popolazione dal talento innato a non demolire ogni tipo di iniziativa di bene comune e precisare che l’impegno che ci siamo assunto è l’interesse  generale, QUELLO DI TUTTI. Esso mira a riqualificare la zona, a migliorare la vivibilità e la circolazione di chi risiede stabilmente e visita spesso la zona Schiapparo di cui molti sono parte integrante dei possessori (se non tutti) dei fabbricati.

Un richiamo anche agli imprenditori sannicandresi: vi chiediamo di valutare, collaborare e portare a conoscenza di tutti l’iniziativa COPASIS, considerando la valenza turistica ed economica per la nostra città. Ricordiamo: l’Istmo Schiapparo fa parte si del territorio di Lesina, ma la vicinanza a San Nicandro, porta la maggior parte dei suoi “abitanti” nel nostro Comune per soddisfare le proprie necessità.

L’idea è quella di coinvolgere tutti, proprietari delle case, fornitori di materiali edili, meccanici, tecnici, esercizi commerciali alimentari, di carni, di prodotti ittici, caseari, ristoranti ecc.) a partecipare attivamente ed in prima persona iniziando dalla raccolta del contributo euro. Contiamo molto sulla collaborazione di rappresentanti di fiducia dei vari quartieri affinché si facciano iniziatori e chiedere ai loro coabitanti l’importo volontario da accreditare con i relativi nominativi sul conto corrente bancario n. 411 (IBAN IT71 M053 8778 6100 0000 3191 411) presso la Banca Popolare Emilia Romagna, filiale di San Nicandro Garganico, Corso Umberto n. 86, oppure versandoli ad un componente il Comitato COPASIS dietro rilascio di una regolare ricevuta.

Per la fine di giugno, precisamente sabato 27, alle ore 9,30, nello spiazzale via dei Pini, difronte alla piazzola deposito rifiuti, distante circa trecento metri dall’ex Orchidea, in località Istmo Schiapparo terremo un incontro con tutti i rappresentanti di quartiere per rendere noto la somma incassata.  Alle ore 11,30 apriremo le buste dei preventivi di spesa delle diverse ditte di lavori di asfalto e valuteremo la più  favorevole.

L’importo totale per asfaltare il tratto dal tratturo corto alla foce Schiapparo si aggira all’incirca su euro 120.000,00 (centoventimila).

La quota volontaria indicativa per realizzare questo progetto è di euro 100,00 (cento) pro sostenitore. Ognuno potrà contribuire e stabilire in misura che riterrà più opportuno.

N.B  si potrà prendere in considerazione con i rappresentanti di quartiere anche il ripristino della restante strada da tratturo corto verso torre Mileto.

Qui di seguito i numeri di telefono dei componenti il COPASIS:

Centola        Giuseppe          Presidente                       – 320 – 5355463

Scimenes     Francesco        Vice Presidente               – 328 – 567 75 68

Grana           Giuseppe          Segretario – Contabile  – 348 – 336 34 23

Giorgio         Luigi                 Revisore – Contabile      – 333 –  132 62 48

Morsillo       Matteo              Consigliere                      – 392 –   321 32 55

Tiscia             Nazario           Consigliere                     – 329 –   337 16 24

Quanto detto innanzi, ai fini della trasparenza e della tracciabilità delle somme acquisite, si potrà chiedere direttamente al revisore contabile le modalità di spesa e delle predette somme, secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di trasparenza.

COPASIS

 

 

SPIAGGE LIBERE E COVID-19, ASSOCIAZIONI E DRONI

0

Gestire le spiagge pubbliche con l’aiuto delle associazioni che fanno parte del sistema regionale e nazionale della Protezione civile, al fine di evitare assembramenti e assicurare il distanziamento sociale; garantire assistenza sanitaria sia da terra che da mare, sempre attraverso le associazioni; effettuare il controllo aereo delle spiagge con l’utilizzo di droni, che consentiranno in tempi brevi di contrastare eventuali violazioni alle ordinanze. Il tutto attraverso il coordinamento della sezione regionale di Protezione civile della Puglia e insieme alle forze dell’ordine. Sono i punti chiave del piano speciale per far ripartire in sicurezza la balneazione nelle spiagge libere inviata dal presidente del comitato permanente della Protezione civile regionale, Ruggiero Mennea, al presidente della Regione, Michele Emiliano, agli assessori al Demanio e alla Protezione civile, Raffaele Piemontese e Antonio Nunziante, al capo di gabinetto Claudio Stefanazzi e al dirigente della Protezione civile pugliese, Mario Lerario.

“Voglio fare un appello ai sindaci – sottolinea Mennea – in modo che le spiagge libere possano essere sicure e fruibili e, soprattutto, gestibili dal punto di vista della sicurezza. Non dimentichiamoci mai che siamo ancora in stato di emergenza nazionale, almeno fino al 31 luglio 2020. Il modello che ho proposto, che è ora all’esame dell’assessore al Demanio, garantisce la sicurezza di tutti, ma occorre fare presto perché se scoppia l’estate e la gente si riversa sulle spiagge, sarà difficile assicurare i flussi, la disciplina e il rispetto delle regole”.

Mennea sottolinea che “l’obbligo della mascherina, il distanziamento e la sanificazione costante dei servizi igienici (che sulle nostre spiagge libere sono quasi assenti) possono rappresentare un grosso problema in spiaggia, senza dimenticare che il virus si diffonde anche attraverso gli escrementi umani”. “Ma se i sindaci – sostiene – non sono pronti ad affrontare il problema, rischiamo di mandare a monte tutti gli sforzi fatti in questi mesi, anche privando i cittadini della propria ‘libertà’. Soprattutto in questo periodo di crisi economica, però, è assolutamente necessario garantire la fruizione delle spiagge libere, ma in tutta sicurezza per evitare contagi. Per questo – conclude il presidente del comitato permanente della Protezione civile – il mio appello è sia ai sindaci che al presidente della Regione, perché acceleri questo piano speciale di gestione delle spiagge libere”.

LINEE STATALI FERGARGANO PER L’ITALIA, SI RIPARTE DALL’11 GIUGNO

È ufficiale: le linee statali ripartono l’11 giugno con la corsa notturna Vieste-Torino e la diurna Vieste-Roma. Dal 12 giugno sono previste corse in partenza e in arrivo da Torino e Roma.

I servizi saranno effettuati nel rispetto del distanziamento sociale (ridotta la capienza dei posti a sedere) e utilizzo di un dispenser gel igienizzante a bordo dei pullman che saranno sanificati a ogni partenza corsa. Prenotazioni aperte sul nostro sito: affrettatevi ad acquistare i biglietti per via dei posti limitati.
Info 0882228960

ESCURSIONE MEDITATIVA ITINERANTE NEI BOSCHI DEL GARGANO

0

Quando: sabato 13 giugno, ore 09.30/15.00
Dove: Bosco Quarto (Monte S. Angelo)

Vivi una domenica di relax e spensieratezza sul Gargano

GarganoNaTour è soprattutto immersione totale nella natura ed è per questo che siamo entusiasti di proporre una nuova e originale esperienza di trekking in collaborazione con la dott.ssa Barbara Violano, esperta di medicina tradizionale cinese e meditazione.
In occasione della Giornata Mondiale del Benessere, all’interno di uno dei boschi più belli del Gargano e circondati dagli armoniosi suoni della natura, ci lasceremo guidare in un percorso meditativo alla ricerca di una connessione più profonda e vera con noi stessi e ciò che ci circonda.
Un’esperienza di cammino e meditazione nella natura il cui obiettivo è raggiungere una nuova consapevolezza e un maggior grado di benessere, stati imprescindibili per riuscire a vivere meglio la quotidianità e le sfide di tutti i giorni.
Sarà una lezione itinerante lungo il suggestivo itinerario all’ombra delle alte chiome degli alberi monumentali che, in questa fine di primavera, offrono giochi di luci e ombre unici.

INFORMAZIONI PERCORSO
Punto di incontro: San Giovanni Rotondo
Ora: 9:30 – 15.00
Grado di difficoltà: T (turistico, facile)
Gli orari sono approssimativi e possono subire variazioni.

QUOTA 20 euro
Altre informazioni al 3931753151 / info@garganonatour.it

GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE, IL PARCO DEL GARGANO COMPIE 25 ANNI

0

Il Parco Nazionale del Gargano festeggia i suoi 25 anni di vita proprio oggi, 5 giugno, in occasione della Giornata Nazionale dell’Ambiente dedicata alla biodiversità con lo slogan “È il momento per la natura”.

Con i suoi 120 mila ettari, Il Parco Nazionale del Gargano è il quinto Parco più grande d’Italia. La flora e la fauna garganica sono caratterizzate dalla presenza di un elevato numero di habitat: 162 uccelli nidificanti, 62 specie di mammiferi, 19 di rettili e 9 di anfibi. A questo si aggiungono circa 2400 entità vascolari che fanno del parco uno dei “distretti floristici” più interessanti d’Italia. Apprezzate in tutto il mondo le oltre 90 specie di orchidee spontanee che in primavera attirano visitatori da ogni dove.

Il Parco Nazionale del Gargano gestisce l’Area Marina Isole Tremiti e accoglie otto riserve naturali dello Stato, di cui due riconosciute dall’UNESCO Patrimonio Naturale dell’Umanità (Umbra e Falascone).

Celebriamo questa giornata dell’ambiente esaltando il nostro immenso patrimonio naturale e culturale – dichiara il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Pasquale Pazienza. In questa giornata di festa è doveroso ringraziare e salutare il Consiglio direttivo uscente”.

DONAZIONE AVIS

Non sono molti motivi per cui esco, anzi. Cerco di essere prudente, il virus non è scomparso, a tornare indietro ci metteremmo niente.

Lavoro da casa, faccio la spesa una volta la settimana, un salto in libreria, Una cosa però non tralascio mai: i miei appuntamenti per donare. Perché #ChiDonaSalvaLaVita, ed a questo non posso rinunciare.

Domenica 7 giugno, alle ore 8:00, vado al Poliambulatorio per la donazione. Vi aspetto.

206° ANNUALE DI FONDAZIONE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

0

Anche presso la Caserma Guglielmi, sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia, questa mattina  alle ore 10.30, in occasione della Celebrazione del 206° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, alla presenza del Prefetto della Provincia di Foggia S.E. Dott. Raffaele Grassi e del Comandante Provinciale Col. Nicola Lorenzon, si è tenuta una sobria cerimonia con la deposizione di una corona d’alloro in onore dei Caduti presso la targa commemorativa dedicata al Brig. Alfredo Guglielmi, Medaglia d’Oro al Valor Militare.

In questo periodo particolarmente difficile, caratterizzato dalla diffusione del virus COVID-19, l’Arma di Capitanata si è sempre impegnata per mantenere alti, vivi e forti i principi di libertà, giustizia e rispetto delle regole del vivere civile, operando in un contesto sociale particolarmente sensibile al ripristino dei valori di legalità e sicurezza. Il Comando Provinciale di Foggia, strutturato su sette Comandi di Compagnia, Foggia, Cerignola, Manfredonia, San Severo, Lucera, San Giovanni Rotondo e Vico del Gargano, 1 Tenenza e 57 Comandi di Stazione, con una forza complessiva di quasi mille Carabinieri, si avvale anche di numerose specialità presenti sul territorio, ovvero dei Carabinieri Forestale, dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Puglia, del Nucleo Anticrimine del ROS, dei Carabinieri per la Tutela della Salute e dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro.

Importante l’impiego del personale del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, dislocato sul campo nei centri abitati e nelle campagne di tutta la provincia: dall’inizio dell’anno al 31 maggio sono stati proiettati su strada 28843 servizi preventivi che hanno consentito di controllare 71936 veicoli e identificare 107063 persone cioè + 23% rispetto lo stesso periodo del 2019. Si è proceduto per 6114 delitti pari all’79% del numero complessivo dei reati, attestatisi a 7744.

Sono state arrestate 571 persone e denunciate 2800 secondo un trend che dovrebbe confermare la media dei 1370 arresti annui, se non addirittura superarla.

Il legame fra i cittadini e i Carabinieri si fonda, da oltre due secoli, sulla generosità con cui l’Arma ha sempre interpretato il proprio ruolo, non limitandosi a prevenire e perseguire i reati, ma anche ad essere sempre vicina alla popolazione, come in questo periodo particolarmente difficile in cui diverse sono state le richieste di aiuto alle quali l’Arma ha prontamente risposto, con piccoli grandi gesti di solidarietà, garantendo un supporto alle piccole grandi esigenze quotidiane.