LE ORIGINI DELLA FIERA D’OTTOBRE A SAN NICANDRO GARGANICO

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Civico 93 vuole fare un po’ di storia della manifestazione così come nel libro “La Fiera d’Ottobre tra passato e presente”, una raccolta di ricerche ed appunti storici.

Tutto parte dalla risoluzione del 1826 con la quale Re Ferdinando intese regolare la difficile materia della pastorizia nel Tavoliere delle Puglie attraverso disposizioni e decreti. La collocazione del decreto numero 7514 riguarda proprio la città di San Nicandro Garganico come appare nella Collezione delle Leggi anno 18942, tomo I, pag. 174. Decreto per autorizzare il Comune di San Nicandro Garganico in Capitanata a celebrare un’annua fiera nei giorni 16 – 17 e 18 luglio.

Attraverso queste concessioni ed autorizzazioni di fiere e mercati i Borboni comprendevano la importanza del commercio libero sotto un duplice profilo, quello economico perché si consentiva produrre e vendere di più superando la chiusa economia familiare dei secoli passati e quello culturale in quanto le fiere erano un punto di incontro e di confronto con gli altri operatori più esperti del settore. Non a caso, in Capitanata ci fu l’introduzione di nuove razze bovine, ovine ed equine selezionate per il miglioramento e la razionalizzazione dell’attività pastorale.

A San Nicandro Garganico, nel 1933, fu deliberato poi la istituzione della fiera-mercato nei giorni dedicati al protettore della città: 17, 18 e 19 giugno. La istituzione di questa seconda fiera accompagnava il tentativo di ripristinare e solennizzare la festività del Santo Patrono. Così per alcuni anni si ebbero due fiere: quella di giugno e quella di ottobre.

E’ da notate che, al momento della “statonica”, le greggi e i pastori erano assenti dal nostro territorio da giugno ad ottobre trovandosi nelle lontane terre dell’Abruzzo e del subappennino per l’alpeggio estivo. Perciò fare una fiera senza il suo naturale elemento, il bestiame, era cosa assurda. Già in epoca borbonica si era capita la necessità di spostare la fiera dopo luglio per consentite a tutti i lavoratori del settore di partecipare e commerciare. Perciò la ricorrenza ottobrina era ideale. Perché?

Per prima cosa, in settembre a causa della transumanza tornavano le greggi e i pastori. Poi l’8 di settembre, oltre ad essere la data tradizionale del trasloco, finivano e si rinnovavano i contratti di lavoro stagionale e molte più persone erano presenti in paese.

La fiera, poi, che cadeva subito dopo, in un periodo di stasi dei lavori agricoli e climaticamente favorevole, permetteva di rifornirsi del necessario: animali, utensili vari, masserizie che sarebbero servizi per il nuovo anno. E’ anche utile aggiungere che la fiera veniva a coincidere con il mese dedicato alla Madonna del Rosario. Ciò ha fatto sì che la fiera si arricchisse anche dell’aspetto religioso molto sentito dal popolo la cui devozione alla Madonna è stata sempre molto viva e che i tre giorni di ottobre si trasformassero in una (mancata) festa patronale.

Inutile aggiungere che la fiera di San Nicandro Garganico accompagnò la crescita economica del paese e fu tra le più grandi fiere della nostra provincia.