LA STORIA CHE VOGLIO RACCONTARE DOVREBBE INIZIARE COSI’: “C’ERA UNA VOLTA…”

0
1699

Peccato che non è una fiaba di fantasia ma è la realtà che tocca ciascuno di noi, chi prima e chi dopo.

Tanto tempo fa, nel nostro paese c’era il culto e il rispetto dei nostri cari defunti. Quando la persona cara raggiungeva la vita eterna, la famiglia la vegliava per almeno 24 ore, poi l’accompagnava in chiesa e dopo le esequie al cimitero, al suo passaggio davanti ad un’altra chiesa suonavano le campane, come a voler salutare quella persona che mai più sarebbe ripassata. Poi sono arrivate le agenzie e le campane non hanno più suonato (nessuno ha mai capito perché), il tempo per vegliare si è ridotto sempre più, negli ultimi tempi, molto spesso non si faceva in tempo a sapere che c’era il funerale che questi (il caro estinto) era già al cimitero, e non si capisce perché non si rispettano le 24 ore previste dalla legge.

Poi è arrivato il coronavirus… Dio ce ne scampi.

Si sono chiuse le chiese e non c’è stata più differenza tra coloro che sono morti di coronavirus e tutti gli altri; fin qui niente da dire, eravamo in emergenza totale e queste erano le regole da seguire e come tutti i cittadini le abbiamo rispettate. Finalmente dopo tanta attesa dal 4 maggio si potevano celebrare i funerali con il numero di persone stabilite (15), nel nostro piccolo paese qualcosa si è mosso ma solo per qualche giorno, poi tutto si è bloccato; il 18 maggio sono state aperte le chiese ma i funerali (si possono celebrare con il numero di capienza della chiesa) non sono ancora possibili: come mai? Sono previsti dal protocollo firmato dallo Stato e dalla CEI, si celebrano quasi o dappertutto, persino dove la pandemia ha fatto centinaia di vittime, ma da noi: no. Perché?

Come cittadino ho provato ad immaginare quali possono essere le motivazioni e quelle che ho trovato sono veritiere ma anche superabili: per quanto riguarda il servizio d’ordine e igiene dovrebbe essere a carico delle agenzie (così succede dove vivono i miei figli), in fondo oltre che a trasportare il morto non hanno mai fatto niente di eccezionale quindi possono benissimo fare questo servizio, visto i costi del servizio funebre. Forse mancano le persone per fare il servizio in chiesa alle messe al di fuori di quelle parrocchiali? Visto che neanche questo si fa per ricordare la persona cara. Ma anche questo è superabile, abbiamo una marea di associazioni e gruppi di ogni genere all’interno delle nostre parrocchie, e non si può dire che non è così basta vedere la processioni, per quale motivo non si mobilitano alcune persone di ogni gruppo; basta che ogni parroco dia un recapito telefonico dove ognuno può dare la propria disponibilità e così si fa il gruppo telefonico e quando c’è bisogno si mette l’avviso sul  gruppo, i primi che rispondono sono quelli che coprono come numero il fabbisogno, il gestore del gruppo avviserà che per quel giorno è tutto a posto. Inoltre abbiamo tante associazioni di volontariato e sportive al di fuori delle parrocchie alla quale si può chiedere la disponibilità inserendo anche i loro nomi nel gruppo dei disponibili, quando si vuole tutte le cose si risolvono. Mi sono chiesto tanti perché, mi sono letto il protocollo e non solo sono previsti i funerali, ma si dà la possibilità di aumentare il numero delle celebrazioni, se serve, e noi qui non abbiamo diritto ad una celebrazione personale al di fuori di quella parrocchiale: mi sembra davvero un controsenso, però a pensarci bene qualche anno fa qualcuno diceva che noi siamo un’isola a sé.

Come cittadino ribadisco che dobbiamo rispettare le regole, così come ci viene indicato quando siamo in chiesa senza fare storie, ma nello stesso tempo chiediamo il rispetto per le cose giuste, come poter salutare in modo dignitoso il nostro congiunto.

Si prega di non aggiungere commenti, basta solo il mi piace

(lettera firmata)