IL TOPO… IL POLITICO… IL PARTITO DI MAGGIORANZA ASSOLUTA IN ITALIA “ADP”… E IL POPOLO

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Stiamo attraversando un periodo storico confusionale sotto il profilo politico (governi arcobaleno e senza ideologia famosi per politici zompafossi e trasformisti che vi aderiscono solo e secondo i propri interessi). Si passa da un partito o movimento ad un altro con una disinvoltura tale che mi lascia sbigottito! Certo la “ legittima difesa e la sopravvivenza” nel vivere quotidiano sono giustificate perfino dal Vangelo, però…non così deve essere in politica dove ogni candidato si impegna con un programma ed uno schieramento e non così sfacciatamente! Il fenomeno del “trasformismo” in politica parte da lontano nel nostro Paese e, forse, è la caratteristica che più ci distingue nel mondo e ci fa perdere di credibilità sui tavoli istituzionali. Di episodi di trasformismo ne sono pieni i libri di storia (e pensare che c’è un detto latino che cita: ”storia magistra vitae”, penso, invece, che la storia sia maestra di vita del niente in assoluto, perché facciamo ciclicamente gli stessi errori…con l’aggravante della conoscenza pregressa, quindi l’errore diventa diabolico perché c’è l’aggravante della perseveranza). Diceva Agostino Depretis verso la fine del XIX° secolo: ”Se qualcheduno vuole entrare nelle nostre file, se vuole accettare il mio modesto programma, se vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo?”.

Nel gergo politico- parlamentare, il trasformismo indica una pratica politica che consiste nella sostituzione del confronto aperto tra la maggioranza che governa e l’ opposizione che controlla con la cooptazione nella maggioranza di elementi dell’opposizione per esigenze tipicamente utilitaristiche. Nella storia della politica italiana il trasformismo emerse in tutta la sua negatività dopo il 1880 nel Regno d’Italia, come prassi comune ai gruppi parlamentari, di Destra e Sinistra, di variare le maggioranze in base a convergenze d’intenti su problemi circoscritti anziché su programmi politici a lungo termine. Il singolo parlamentare non era legato a un partito, per il semplice motivo che nell’Italia dell’Ottocento i partiti organizzati non esistevano. La candidatura alle elezioni era personale e ciò favoriva l’individualismo del singolo deputato. La base elettorale era ristretta: il deputato rispondeva del proprio operato alla propria base clientelare. Il passaggio di un parlamentare da uno schieramento all’altro era segno della conclusione di una trattativa nella quale il deputato aveva mercanteggiato il proprio voto in cambio della soddisfazione di certi interessi privati. Durante il periodo in cui il trasformismo fu prassi politica, le maggioranze parlamentari, che di volta in volta si costituirono, poggiarono su singole personalità politiche che, manovrando il costituirsi delle varie combinazioni di gruppi parlamentari, risultarono l’unico elemento di stabilità politica o, per dirla in breve, esse furono e sono il risultato di un esasperato e disperato esempio di mantenere la “poltrona” a tutti i costi. Nella politica moderna, il termine trasformismo ha acquistato una connotazione prettamente utilitaristica, anti politica, e quel che mi inorridisce che fra la gente esso non è più un fatto eclatante verso coloro i quali si vendono i voti avuti e se stessi per mantenere uno status quo ante e la cosa scivola addosso in modo non più proprio negativa, purtroppo!

Il “trasformismo politico” attuale (il più spregevole ma imperante attualmente) viene infatti attribuito:

1**ad azioni chiaramente dettate dallo scopo di mantenere il potere o di rafforzare il proprio schieramento politico non per fini nobili come servire il popolo, bensì; per fini e tornaconto esclusivamente personali.

2**alla consuetudine di svilire il Parlamento dei propri ruoli istituzionali ed evitare, di conseguenza, il confronto parlamentare ricorrendo a compromessi, clientelismi e sotterfugi politici, senza tenere conto dell’apparente incoerenza ideologica di certi connubi o consociazioni.

3**alla carenza di una formazione parititco-ideologica in quanto gli stessi partiti e le loro ideologie sono stati svuotati dei loro contenuti da leggi assurde e liberticide della democrazia e della partecipazione popolare.

Conseguenze negative in tal senso sono:

1** lo scadimento del dibattito politico (viene a mancare una vera alternanza al potere),

2** l’allontanamento del sistema politico dall’ interesse collettivo verso il sistema paese (poiché il sistema politico obbedisce a logiche interne di proprio interesse, con spregio della responsabilità verso gli elettori);

3** la dimostrazione di scarsa moralità da parte dei parlamentari agli occhi dei cittadini elettori.

4** sfiducia del popolo verso i partiti e movimenti vari che saranno destinati a non durare più nel tempo ed essere, sempre più, punti di riferimento aleatori e portatori di interessi e non più di valori veri su cui una società civile dovrebbe fondarsi.

Non voglio prolungarmi oltre in tale mia discettazione di pensiero, perché, forse, chi è senza peccato scagli la prima pietra ed io per mentalità e coerenza, anche se di pietre ne potrei scagliare tantissime non lo voglio fare. La “legittima difesa”, quindi, è giustificata perfino dal vangelo per casi estremi come salvarsi la vita, difendere la propria famiglia e in difesa di altri valori non negoziabili…ma non in difesa delle proprie ambizioni! Invece, tanti politici in carica attualmente, dalla periferia (comuni) fino al vertice (Parlamento), usano tale motto per diventare, all’occorrenza, “trasformisti” o come li chiamo io in modo spicciolo “zompafossi senza scrupoli”. Si dice che “quando la nave affonda i topi scappano”. Però, il topo è un animale e se scappa lo fa solo per salvarsi la vita, quindi è giustificato. Invece, alcuni politici, a cui si è attaccata la poltrona al sedere, scappano da un partito o movimento che è in discesa solo per i loro biechi e personali interessi. Allora 100 volte meglio il topo…almeno sappiamo che lo fa per istinto di conservazione! Invece, tali politici, non democraticamente eletti, perché è da tanto che il popolo non si elegge più i suoi propri rappresentanti a causa di leggi astruse e liberticide, fondano o aderiscono, volta per volta, ad un partito in voga che si chiama ADP (Acqua dove pende), fregandosene del voto avuto dal popolo e dei valori non negoziabili che anche il peso di un voto avuto comporta.

E il “popolo sovrano” che fa? Il popolo ha il diritto-dovere di cambiare con la sola arma del voto tali politichesi ed invece? Spesso li giustifica, rivota e li osanna perfino. Allora se la serietà è ancora un valore di pochi… CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO!

                                                                                                                                           On. Nino Marinacci