EDITORIALE DELLA DOMENICA, AUTUNNO A SAN NICANDRO

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Prima l’alba che annuncia il giorno, poi timidi passanti come ombre nella notte che si recano in campagna, studenti in corsa verso portone Perrone, qualche ambulante venuto da chissà dove che si sistema agli angoli delle strade, un continuo via vai per la spesa quotidiana e ricomincia un nuovo giorno per San Nicandro.

È’ una cittadina come tante altre ove si sente il sapore dell’autunno e i nuovi colori che ci regala la natura. Dove ci sono gli alberi si può ammirare la leggerezza delle foglie che si poggiano timidamente per terra quasi fossero ospiti inattesi. Il contatto con il suolo è quasi impercettibile e le foglie che cadono sembrano seguire un’armonia musicale di stile viennese con il loro dondolarsi.

Peccato che a San Nicandro tutti lavorano e non hanno il tempo di assistere alla scena straziante della morte delle foglie. Ma il lavoro prima di tutto, prima dello spettacolo autunnale di questa danza mattutina. In giro c’è pochissima gente ma tutta indaffarata per la quotidianità di ogni giorno. Giovani non se ne vedono, sono tutti a scuola o al lavoro, gli anziani preferiscono adagiarsi sui loro ricordi, qualche artigiano che, ancora stanco dalla fatica del giorno precedente per il lavoro di bottega, si attarda ad aprire la serranda della propria azienda e cominciare il da farsi per le consegne che non può più rimandare a causa del troppo lavoro che, fortunatamente, ha avuto dalla sua clientela. Ogni tanto qualche impiegato lo si vede al bar ma giusto per un veloce caffè perché ha la propria scrivania piena di pratiche da smaltire e lui non vede l’ora di sistemarle.

Insomma una cittadina laboriosa, in continuo fermento ove tutto diventa poesia, ove il domani è visto come continuità dell’oggi e non con l’indifferenza di chi non ha più sogni.

A proposito di sogni, non è che tutto questo è solo un sogno di una notte? Può darsi. Comunque poi si esce e si vedono le cose di sempre come quel cane che gioca con le foglie mentre lui continua a divertirsi perché le vuole afferrare al volo.  Forse è stato solo un bel sogno ma, come si sa, i sogni durano poco e lasciano, quasi sempre, l’amaro in bocca.

Il Direttore