SANNICANDRESI ILLUSTRI (TERZA PARTE)

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Padre Costantino da Sannicandro

Lettore generale dell’Ordine dei Frati Minori, visse nel XIX° secolo. Nulla si conosce della sua vita e della sua attività di studioso e soltanto un opuscolo ci è pervenuto “L’era auguratrice di aurea età. Ragionamento”, stampato il 30 aprile 1848 a Lucera che pare abbia avuto una notevole incidenza sullo spirito pubblico dell’epoca perché scritto per esaltare la figura di Pio IX considerato angelo dell’universale riscatto e primo tra i Sovrani europei ad aver concesso la Costituzione. L’importanza dell’opera che, come si vede, dovette circolare in provincia di Capitanata all’indomani della promulgazione costituzionale del 10 febbraio 1848 mentre non si registravano altre opere rilevanti inneggianti alla riacquistata libertà, deriva appunto dal suo particolare contenuto politico tant’è che la stessa venga posta all’indice dalle autorità dopo i sanguinosi napoletani del 15 maggio 1848 quando la repressione dei movimenti liberali ordinata da Ferdinando II fu portata a compimento in tutto il regno con estremo rigore. Infatti un processo venne intentato tra il 15 aprile ed il 21 giugno 1851 presso la Gran Corte Criminale di Lucera nei confronti dell’avvocato Giuseppe Bracca il quale veniva condannato a 14 mesi di reclusione per la sola detenzione del libro ritenuto dai giudici “pernicioso perché contrario al Governo”.

Saverio Grana

Provveditore agli Studi che ha ricoperto anche altri uffici ministeriali. Commediografo, romanziere, poeta, giornalista. È uno dei fedeli e versatili scrittori sannicandresi dalla vena limpida e varia. La sua cospicua attività letteraria è stata soprattutto dedicata alla produzione teatrale in rosa e in versi.

Il primo lavoro “Grotteschi”, dramma in tre atti, fi messo in scena nel 1926 dallo Zacconi a Modena e Firenze poi ripreso dalla compagnia di Marcello Giorda e rappresentato a Torina, a Roma e in altre città. Subito dopo “La Santa Passione”, “Il nipote, “L’ultimo cavaliere di ventura”, “Fior di mughetto”, “La fiaccola riaccesa”, “Pasqua d’Albania”, “Italia” mentre numerosi altri lavori rimasero inediti benchè giudicati favorevolmente da apposite commissioni. Due romanzi rimasti inediti, “Evasione_” e “I morti e i vivi” sono, in grandissima parte, ambientati a San Nicandro e presentano forti elementi realistici, se pur artisticamente elaborati, di paesaggi, di fatti, di costumi, soprattutto di tipi (nei quali non durerebbero fatica a riconoscersi molte persone ancora viventi o sarebbero facilmente identificati individui da chi lo ha un tempo conosciuti o ben li ricorda oggi). Infini si dedicò ad un esteso e interessantissimo “Diario di guerra” sulla campagna di Russia alla quale egli prese parte da volontariato come comandante dei corrispondenti guerra.