SAN NICANDRO: “TU SI’ COME L’OGGHJ, STA SEMP’ A GALLA”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “Tu si’ com’ e l’ogghj, sta semp’ a galla” cioè “Tu sei come l’olio, stai sempre a galla”.

In merito al motto riportato, diciamo subito che esistono persone le quali credono e pretendono di avere sempre ragione. Infatti, l‘allusione di cui alla tesi riportata e diretta a persone che per qualche inspiegabile motivo riescono sempre ad avere ragione della situazione, anche se non la meritano. Questo modo di proporsi non ci sorprende affatto perché la psicologia ci insegna che sono connaturati all‘uomo un insieme di atteggiamenti psichici è un complesso di caratteristiche e disposizioni che ne influenzano il temperamento e il comportamento, a tal punto che a ciascuno di noi puoi essere attribuito, a seconda delle manifestazioni rivelate e rilevate, un carattere dolce e flessibile, accomodante oppure ostinato. Di qui, a volte, la presunzione, l‘arroganza e, infine, la prepotenza dell‘uomo per vedersi riconosciute, anche se non sempre meritatamente, richieste, meriti e ragioni. Spesso ci si riesce, ma c‘è anche quando si soccombe. Diciamo che su un poi l‘eterna vicenda della storia umana: da una parte c‘è chi comanda e dispone, dall‘altra, c‘ pure chi ubbidisce ed esegue. Tuttavia, noi crediamo che sia tempo ormai di porre fine a situazioni sociali che mortificano l‘uomo è lo avviliscono, perché, in effetti, è sempre una mortificazione per l‘uomo reclamare i propri diritti, naturali o positivi o legittimi che siano.

Noi non siamo degli esperti in materia, ma in cioè ci facciamo guidare dal mio. Senso. Noi riteniamo che il “diritto” costituisca in sè un titolo legittimo per l‘uomo a ottenere, a reclamare, a conseguire. Ma no. Sempre eh così. Le ricorrenti manifestazioni d i nostri operai o impiegati finalizzate a difendere il loro salariale o il loro posto di lavoro ci sembrano una palese riprova che certe incomprensioni o prepotenze non siano ancora passate di moda. Abbiamo bisogno, dunque, di una migliore giustizia sociale e di una rinnovata perequazione che riconoscano i diritti e i doveri di ciascuno, ma in maniera giusta ed equa, diciamo in misura funzionale alla vita dell‘uomo, cioè senza creare disuguaglianze o diversità.

La società di oggi, così come è venuta strutturandosi, non offre garanzie certe per una vita a misura d‘uomo. Noi ci auguriamo che questo nuovo assetto sociale, cui noi ardentemente aspiriamo, non resti soltanto una “voce che grida nel deserto”, vale a dire, una eterna aspirazione che altro non farebbe se non perpetuare il disincantato ritornello dei poveri di dei soffrenti, che ca tempo immemorabile reclamano più umane condizioni di vita e di lavoro. È tempo ormai di girare lo sguardo all‘indietro per non perdere di vista chi soffre, per aiutare coloro che il progresso, incurante dei mali del mondo, ha lavato Lugo il cammino, ai margini della strada