SAN NICANDRO: “QUANT’ CCHIU’ IAUT’ SAGGHJ, TANT’ CCHIU’ PERICOLOSA IE’ LA CADUTA”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “Quant’ chhiu’ iaut’ sagghj, tant’ cchiu’ pericolosa ie’ la cadutacioè “Quanto più in alto sali, tanto più pericolosa è pericolosa la caduta”.

Il proverbio ha una duplice spiegazione collegata alla interpretazione della locuzione avverbiale “in alto”. Questa, infatti, può essere intesa in senso fisico-geografico (andare in alto) che in senso etico-professionale (ricoprire ruoli di primo piano). Cadere fisicamente dall’alto, il tonfo è tanto più grande quanto è più elevato il posto da cui di cade.

A livello morale, viceversa, quanto è piuttosto grave l’accaduto (disonestà, frode, immoralità, ECC.) e quanto più esso proviene “d’alto loco”’ tanto più pregiudizievole è il danno che se ne ricava.

Questo è il profondo significato del nostro proverbio. Ad esso, naturalmente, risultano implicitamente annessi e connessi tutti i possibili e probabili accorgimenti da prendere ed adottare nelle varie circostanze per non “cadere” in errore. È vero che là dove l’accortezza è la cautela, la prudenza e il riserbo, la sagacia e l’ingenerosità agiscono di concerto, il rischio di fallire viene notevolmente ridotto.

Più siamo “in vista” maggiore è il pericolo in cui possiamo incorrere, perché preponderanti divengono le responsabilità cui rispondere e corrispondere con atteggiamenti e comportamenti strutturalmente adeguati, socialmente congrui, moralmente convenienti. Donde n la necessità per l’uomo di comportarsi tanto più onorevolmente quanto più grave è il carico delle obbligazioni sociali e morale che gli dedicano dall’ufficio cui è preposto.