SAN NICANDRO: NO AL DISCOUNT – NON SI PLACA LA RIVOLTA DEI COMMERCIANTI. A RISCHIO LA PRECARIA ECONOMIA DEL PAESE

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San Nicandro Garganico continua a far parlare di sé, e questa volta a pensarci sono i commercianti del paese che purtroppo si sentono abbandonati da chi invece dovrebbe tutelarli in una economia locale molto precaria che vede ogni giorno sempre più serrande chiuse a causa di uno spopolamento senza sosta e di una pressione fiscale senza precedenti. Chi resta ancora aperto è coraggioso e ha fegato da vendere perché il paese non dà più quelle garanzie di un tempo. Da una parte cittadini per  il fronte del SI che vedono in un discount una buona opportunità di sviluppo per il territorio, e da una parte il fronte del NO che vede una opportunità solo per pochi individui, e che i sogni di posti di lavoro sarebbero solo una chimera in quanto a conti fatti non apporterebbero nessuna ricchezza.

Con una ipotetica apertura potrebbero esserci dai quindici ai venti posti di lavoro che però andrebbero a inficiare sugli altri esercizi commerciali che con il calo delle vendite andrebbero a licenziare le unità produttive non avendo più gli utili necessari per mantenere in piedi lo stato occupazionale. Insomma, San Nicandro Garganico non può essere paragonata ad Apricena o a San Severo.

Ma c’è da dire che nel nostro Gargano vi sono state già simili aperture e che le cose non stanno dando poi tutta quella fortuna sperata dagli investitori. Potrebbe accadere anche qui! Si agisce di impulso, si agisce di pancia, ma comunque resta il fatto che la nostra economia è già al collasso da anni in ogni settore. Non c’è più voglia di investire in una terra apatica e difficile. I tempi d’oro sono finiti da un pezzo e oggi non restano che macerie frutto di cattive gestioni amministrative che negli anni hanno seminato disgrazie e povertà. Il lavoro lo creano gli imprenditori e questa è una cosa certa, ma come avviene in altre realtà, la politica, quella sana, effettua gli studi di fattibilità su ogni mossa amministrativa e mira a realizzare aziende di trasformazione, aziende che non inficiano con realtà già esistenti.

Un tempo si parlò di PIP (piani di insediamenti produttivi) sui terreni della Fondazione Zaccagnino, progetto rimasto sulle carte seppur vi fossero decine di aziende pronte ad investire su San Nicandro Garganico e sulla nostra manodopera. Un discount, a detta dei commercianti e di una buona parte di cittadini, abbasserebbe ulteriormente la domanda nei nostri piccoli esercizi commerciali annullando definitivamente la piccola bottega di quartiere, la macelleria, il forno, il fruttivendolo di fiducia che vende tutto “paesano” o il supermercato dove trovi tutto ciò che serve per la casa e per la nostra alimentazione. Insomma, i soldi dei nostri commercianti vengono reinvestiti in paese. I soldi di questi investitori di questa nota catena di discount, dove verranno reinvestiti?

Con molta probabilità altrove. Quindi si fa sempre più vana l’idea che una apertura del genere possa portare ricchezza e opportunità in paese. Venerdì 8 marzo vi sarà il Consiglio Comunale dove si dovrebbe votare il bilancio comunale e dove con molta probabilità si parlerà della delibera di giunta dove si chiede anche un atto di indirizzo al responsabile del settore ambiente  e attività economiche utile al raggiungimento degli obiettivi minimi per definire  la nuova disposizione dei posteggi nonché il numero complessivo da ridurre, in virtù delle rinunce e delle revoche delle concessioni; favorire l’apertura di medie strutture di vendita, di tipologia M1 ed M2 compatibilmente con il quadro normativo sopravvenuto successivamente all’adozione dello strumento urbanistico vigente, eliminando limiti insediativi in zone di territorio sulle quali è originariamente previsto la facoltà di insediamento di strutture commerciali; di eliminare il divieto previsto al punto 3.3 zone F, poiché in contrasto con il D.L.gs. n. 59 del 26.03.2010 e del D.L. n. 201 del 06.12.2011; subordinare e stabilire l’insediamento delle medie strutture commerciali per favorire l’incremento occupazionale da individuare quale obiettivo primario. (si suggerisce di leggere tutta la Delibera di Giunta Comunale la numero 31 del 26.02.2024). 

Cosa accadrà venerdì otto marzo? I commercianti sannicandresi non faranno sconti e saranno uniti e presenti per far valere le loro sacrosante ragioni. La politica non può certamente continuare a voltarsi. Le attività chiudono e il paese è diventato oramai un deserto.

Gino Carnevale