SAN NICANDRO: I CRUST’LA

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Arriva Natale e non possono mancare i “crust’la”, dolce tipico sannicandrese delle festività di ogni fine d’anno.

Ma perché si chiamano così?

Dai tempi dell’antica Roma si mangiava un biscotto denominato in latino “crustulum” e chiamato “crustula” in italiano. Un’assonanza perfetta con la parola “crust’la” tutta sannicandrese.

Il “crustulum” o “crustula” dei romani era un biscotto di frumento che si faceva con grano macinato finemente, miele e burro. La storia sembra dire che questo dolce serviva durante i sacrifici agli dei e consumato dai capi religiosi e poi da tutti gli altri.

Chiaramente, con il tempo, ci sono state molte varianti ma a Roma è possibile chiedere i “crustula” che vengono servizi con vino bianco e creme.

Se l’etimologia serve a qualcosa, possiamo dire che i “crust’la” hanno origini veramente molto lontane e, per il fatto di essere tondeggianti, pare esserci una spiegazione, cioè perché si riferiscono all’aureola di Gesù Bambino e perciò il loro consumo, normalmente, si accentua moltissimo durante il periodo natalizio.

Che dire? Solo una piccola curiosità per quanti ancora non si sono mai chiesti la giustificazione del termine che, in altri posti della nostra Puglia, viene chiamato diversamente