RISCHI DI UN GOVERNO BIPOLARE

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Il governo Conte si regge su una sorta di divisione in zone di influenza realizzata dalla coalizione. La Lega detta legge nella dimensione sociale, cioè sulla questione immigrati. M5s nella dimensione economica, in particolare sul welfare. Quanto durerà?

Due zone di influenza nel governo. Una politica decisamente più restrittiva nei confronti degli sbarchi dei migranti (o per essere più precisi, nei confronti delle organizzazioni non governative straniere impegnate nel salvataggio dei migranti) e il “decreto dignità” con vincoli più stretti sui contratti a tempo determinato sono probabilmente i due atti del governo Conte che più hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica. Se vogliamo riprendere una definizione novecentesca di ideologia sinistra-destra, le due azioni potrebbero apparire in contraddizione: la prima segue una chiara impostazione di destra, la seconda ha un’impronta di sinistra.

In realtà, di sorprendente c’è ben poco, se si legge attentamente il contratto di governo formalmente siglato da Movimento 5 stelle e Lega. Per mostrarlo, abbiamo codificato il contratto (o almeno la sua sintesi ufficiale) utilizzando il metodo proposto dall’Italian Legislative Speech Dataset – Ilsd. Questo metodo consiste nella codifica manuale di ciascuna proposizione contenuta in un dato documento che contenga l’esposizione di un concetto politico, attraverso uno schema di classificazione basato su una serie di categorie pre-definite. Tali categorie seguono largamente quelle identificate dal Comparative Manifesto Project, con una serie di parziali modifiche per adattarle al meglio alle specificità del caso italiano. La relativa enfasi sulla diverse categorie così definite nei vari documenti ufficiali dei partiti rende poi possibile identificare le rispettive preferenze politiche su varie questioni. Il vantaggio di questa procedura è che ci permette di collocare nello stesso spazio politico la posizione del contratto espressione del governo Conte con le posizioni più recenti dei partiti che siedono in Parlamento, come queste ultime emergono dal dibattito sul discorso di insediamento dello stesso governo Conte (un metodo ampiamente diffuso in letteratura).

Una volta fatto ciò, saltano subito agli occhi alcuni elementi. Innanzitutto, le due dimensioni salienti (perché più discusse) dell’attuale situazione politica appaiono essere, com’è ragionevolmente aspettarsi, quella economica – che contrappone chi vuole più stato (a sinistra lungo la dimensione orizzontale) o più mercato (a destra) – e quella sociale – che contrappone una posizione più progressista (valori in basso) su questioni come i diritti civili, ma anche nei confronti di una società multiculturale (tema migranti incluso) a una più conservatrice (in alto lungo la dimensione verticale) focalizzata su “legge e ordine” e su politiche più restrittive in fatto di accoglienza.

Nello spazio bi-dimensionale così definito, risulta evidente un chiaro scambio di influenza tra Lega e M5s, con i primi che ottengono la possibilità di perseguire la loro posizione preferita lungo la dimensione sociale e con i secondi che ottengono analogo risultato sulla dimensione economica (in buona parte legata alle politiche di welfare). Infine, l’analisi mostra come i due partiti che sostengono il governo Conte siano in realtà molto distanti tra loro, addirittura quasi agli antipodi, con la Lega a destra in economia, assieme a Forza Italia, e il M5s a sinistra. Sull’asse sociale la situazione mostra una Lega assai conservatrice contrapposta a un M5s che si presenta al Parlamento con un volto decisamente più progressista, in linea con il Pd e Leu.

Prospettive per il futuro. Questo sembrerebbe suggerire due cose. Finché Lega e M5s saranno soddisfatte dei reciproci guadagni che ottengono sulle dimensioni su cui esercitano un sostanziale potere “dittatoriale”, e finché i guadagni soddisferanno i loro rispettivi elettori (ipotizzando che all’elettorato leghista interessi principalmente o quasi esclusivamente il tema dell’immigrazione, mentre gli elettori pentastellati si accontentino di ottenere benefici in termini di welfare), i due alleati potrebbero continuare a cooperare senza reciproche interferenze, nonostante qualche malumore interno ai partiti, finora bloccato sul nascere (vale per Roberto Fico sul tema Ong, ma anche per la Lega per quanto riguarda il decreto dignità).

Se però le cose cambieranno, presto o tardi, per ragioni puramente politiche, potremmo aspettarci un M5s che inizierà (o ritornerà?) a guardare a sinistra e una Lega pronta a rispolverare l’alleanza di centro-destra anche a livello nazionale, provando magari ad accreditarsi come principale partito di quella coalizione.

Tutto questo avrà inevitabili ricadute sulla stabilità del governo Conte, che già ora sembra comunque indebolito dalla diversa e doppia polarità dei due partiti che lo compongono, con una Lega che guarda a destra e un M5s che sembra più orientato (anche nelle dichiarazioni parlamentari) a sinistra.

Andrea Ceron e Luigi Curini