REFERENDUM PER RIDURRE I PARLAMENTARI DI CAMERA E SENATO, DURO COLPO ALLA DEMOCRAZIA

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A settembre saremo chiamati a votare per il referendum inerente la riduzione dei parlamentari. Da sempre sono stato un convinto assertore che la democrazia diventa tale solo e soltanto quando il popolo partecipa in massa, e sempre di più, dalla base ai vertici della Res Pubblica senza vincoli ma solo sorretto da idee ed ideologie che portino alla partecipazione e al coinvolgimento e non da biechi interessi personale o di “bottega”. Invece, da tempo ormai, ci stanno abituando a pensare, purtroppo, che la funzione del politico, democraticamente eletto, è quasi ingombrante e, a volte, deleteria. Il politico è diventato ultimamente, addirittura, l’ostacolo e non più la molla-volano e portatore di idee propositive attraverso dei programmi elettorali, anzi, egli non è più affatto punto di riferimento per la gente che, comunque, in un dato momento dell’anno si reca alle urne8sempre meno) per votare lui, il suo programma e la sua ideologia. Continuando in questo disegno criminoso antidemocratico e con leggi liberticide ci hanno ridotto i consigli comunali facendoli diventare, in molti casi, quasi un circolo chiuso(che non costavano niente), hanno soppresso le Comunità Montane( che non costavano niente ma erano una voce sovra territoriale di aree depresse e svantaggiate che oggi sono rimaste abbandonate a se stesse ma ancora con impiegati sempre allo stesso posto e non trasferiti ad altri enti) e ancora, hanno accorpato comuni piccoli e limitrofi escludendo, quasi del tutto, la partecipazione della gente democraticamente eletta alla loro gestione. In questi momenti di “oscurantismo politico-culturale, che oserei chiamare quasi con l’appellativo di “notte della repubblica”, c’è quasi una rivolta qualunquista a cui poi, i novelli capipopolo non sanno dare nessuna risposta ma solo lanciarsi, gli uni contro gli altri, ingiurie e slogan, spesso, di pessimo bon ton e con caduta di stile e di carisma in tutto il continente!

La cosa grave è che si sta diffondendo un’ignoranza nel senso della non partecipazione che fa paura. Senti dire ai tantissimi, tra cui la maggioranza giovani che dovrebbero essere il fiore all’occhiello del paese ITALIA :” io di politica non capisco niente e poi…sono tutti uguali…”. Dietro questa frase si cela un profondo malessere della nostra società civile che può e deve essere curato con il ritorno ai valori dei nostri padri fondatori della Repubblica, i quali, anche con ideologie molto diverse ma tutti insieme, ne hanno scritto le regole base in quel librone custodito al palazzo del Quirinale che si chiama “Costituzione Italiana”. Ci sarà un motivo se essi definirono il numero dei parlamentari e tutto il resto del nascente “sistema Italia” in quel testo che resta uno dei più fulgidi esempi di difesa della democrazia di partecipazione esistenti al mondo. Invece, da circa un 20ennio tutta la partecipazione si sta riducendo al fatidico “giorno del voto” e la domanda più orribile e qualunquista è :” tu per quale candidato voti?” e non per quale coalizione o partito si vota.

Ma altro fattore debilitante del sistema è anche la “disinvoltura” con la quale molti politici(???) passano da uno schieramento all’altro solo ed esclusivamente per interessi personali…e la gente li rivota pure!!…E perché sta succedendo tutto ciò che ci porta al rifiuto del sistema  politico – amministrativo a tutti i livelli della Res Pubblica? Perché non c’è più interesse al coinvolgimento della popolazione. Tutto il sistema politico-partitico è diventato, sempre più, una casta chiusa ed oligarchica, dove il parlamentare nominato ed eletto non esercita più il suo mandato in libertà e senza vincoli ma è obbligato ad “ubbidire supinamente” a ciò che gli viene ordinato, altrimenti non verrà mai più rinominato e rieletto…anche perché, spesso, si candidano e si impongono, quasi d’imperio in ogni coalizione politico-partitica, degli “yes men” senza preparazione alcuna. Gente che non ha mai fatto gavetta, scuola di partito, senza mai essere stati fra la gente, con la gente e averla ascoltata…e, infine, spesso, gente senza spina dorsale!! Allora delle due l’una: 1** non serve ridurre il numero di parlamentari, perché la “ignobile scusa” del risparmio a tutti i costi porterebbe ulteriormente solo “alcuni uomini soli al comando” a dirigere la Res pubblica come fosse “cosa loro” senza che nessuno dei “nominati o miracolati” abbia la forza e il coraggio di contrastare con idee diverse il loro operato piccolo dittatoriale e, quindi, la libertà sarebbe sempre più, offesa e svilita nei suoi valori fondamentali che sono libertà di pensiero, di parola e senza vincoli di mandato.

Quindi, non bisogna ridurre affatto, il numero dei parlamentari ma metterli in grado di legiferare e di svolgere il proprio mandato dando conto alla parte di popolo che li ha eletti di cosa hanno fatto per essi durante la legislatura. 2** Eliminare o svilire, di fatto, i due rami del nostro Parlamento, fino a farne addirittura a meno (con morte certa di un sistema democratico che ci ha visti risorgere dalle ceneri dell’assolutismo in cui si era caduti prima del 2° conflitto mondiale) e ridurre gli stessi parlamentari ad uno sparuto manipolo di “esecutori di ordini” senza dignità ma attaccati alla prebenda mensile e al fatidico ”vitalizio” (che tra l’altro non esiste più fin dal lontano 2013) che se non conseguito con onore, servendo il Paese e la sua gente, sarebbe un’umiliante compenso veramente “rubato”. Nel caso in cui dovesse davvero avverarsi lo scellerato taglio dei parlamentari mi viene spontaneo affermare che ebbe più coraggio (o incoscienza) l’imperatore Caligola che nominò senatore, addirittura, il suo cavallo!! Ridurre il numero dei parlamentari, quindi, non serve affatto ma serve un sistema elettorale dove l’eletto debba rispondere al popolo attraverso un sistema elettorale dove la gente si scelga il proprio esponente e a cui chiedere conto del suo operato durante e a fine mandato. Inoltre se i “nostri padri della novella democrazia”, che scrissero la Costituzione, pensarono a quel numero di esponenti con logica certosina, ci sarà stato un perché. Invece, oggi, stiamo vivendo un periodo buio per le nostre istituzioni democratiche, venti gelidi di assolutismo, perfino, in alcuni casi di rinnovata xenofobia, quasi che si cavalcasse l’onda di una novella rivoluzione francese che andava alla ricerca di teste da ghigliottinare, ad ogni costo e poi, furono gli stessi che la determinarono a perdere la loro testa sul patibolo sotto la tagliente lama della ghigliottina! Gli sprechi da tagliare sono altri e tutti sappiamo dove essi siano ma nessuno vuol mettere mano…tutti fanno come lo struzzo che nasconde la testa nella sabbia pensando che nessuno lo veda!

Quello della scusa dell’esorbitante numero dei parlamentari è l’ultimo dei problemi. Invece, esso diventa un problema serio perché essi sono ancora, anche se con molte lacune di rappresentanza, l’ultimo baluardo in difesa di una democrazia, sempre più malata, a causa anche di movimenti qualunquisti che sbraitando alla pancia della gente, scelgono di far vivere a questo nostro grande Paese la politica del Carpe Diem e senza un futuro per nessuna delle nostre giovani generazioni abituando tanta gente che, come il cardellino chiuso in gabbia, si accontenta ormai del cibo datogli dal padrone di turno senza più lottare e non di quello che, con dignità, dovrebbe andarsi a procurare tenendo la schiena dritta e in difesa delle istituzioni. Buttare giù e demolire è facile, perdere i diritti acquisiti sembra un’inezia ma, poi, nessuno te li restituisce più…Per perdere tutto basta un atto di insana follia…ricostruire è sempre difficile!

INTELLIGENTI PAUCA E ALLLORA AL REFERENDUM  PER IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BISOGNA VOTARE NO!! IN DIFESA DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E PER DIFENDERE NOI STESSI DA ATTACCHI QUALUNQUISTI, FATTI DI PERSECUZIONI E DI DEMONIZZAZIONE DI UN MONDO CHE CI HA DATO TANTO…E CHE ALTRI VORREBBERO DISTRUGGERE PER CREARE UN MONDO PICCOLO PICCOLO FATTO DI MISERIA E DISOCCUPAZIONE. ECCO ALCUNI DEI VALIDI MOTIVI PER VOTARE NO ALLA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI.

On. Nino Marinacci