PERCHÉ SI DICE…

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(carrellata di alcuni detti, che spesso citiamo senza sapere il perché)

 

NG’ FA SÓTTA LA NÉVA CA DÒPE CE SMANDA

Così ammoniscono coloro i quali credono di fare i furbi, nel senso di agire male avendo cura di ben coprire le proprie malefatte. La copertura delle cose non lecite è sinonimo di persona che si crede pulita facendo i propri bisogni corporali in giro intorno casa mentre nevica, approfittando del fatto che dopo pochi minuti tutto sarà coperto dal candido manto e quindi tutto sembrerà lindo e pulito. Ma al primo sorgere del sole, la neve si scioglie e la porcheria, che non si scioglie, rimane allo scoperto con grande vergogna, per la fama di persona pulita del colpevole. Quindi questo modo di dire, che nel suo enunciato sembra cosa per lo meno plateale, è pieno di significato morale perché pieno di verità.

PAJÀ A TAT’ MÒRT’

(Pagare a babbo morto)

Vi sono dei cattivi figli che contraggono debiti, all’insaputa dei genitori, ben sapendo che un giorno, allorché il padre passerà nel mondo dei più, saranno loro a ereditare tutto il patrimonio e potranno così soddisfare i creditori, che proprio con tale prospettiva gli hanno concesso i prestiti. Il sistema ha dato luogo alla locuzione “pajà a tat’ mòrt” (pagare a babbo morto). Si racconta di un tale che aveva prestato forti somme a uno di questi…. amorevoli figli e, trovandosi in condizione di aver bisogno di recuperare prima che l’ignaro genitore del suo creditore avesse tirato le cuoia, alla richiesta giustamente, si senti rispondere: – Ma io vi ho promesso, e mantengo i patti, di pagare a “babbo morto!”. È vero, ma io non credevo che le cose andassero così per le lunghe”. E l’altro, di rimando: “capisco, ma che colpa ne ho io?… Io sapevo di avere un padre, ma non un padreterno!”