PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA 2021, LA SINGOLARE STORIA DI DONATO MANDUZIO

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Si ripropone un articolo scritto da Grazia Casavecchia della Comunità ebraica del Comune di San Nicandro Garganico

In occasione di questa giornata ho voluto raccontare la singolare e incredibile storia della piccola comunità ebraica di San Nicandro Garganico e di come essa visse quel periodo storico del fascismo.

Donato Manduzio nasce nel 1885 da una famiglia di braccianti e come tanti della sua epoca non riceve istruzione, imparerà a leggere e scrivere durante il servizio militare dal quale rientrerà invalido.

La sua infermità lo costringe a passare molto tempo seduto e si dedica molto alla lettura di testi di vario genere: romanzi, almanacchi, il rotolio e testi di magia, andando sempre alla ricerca del divino, di un essere al di sopra di tutto e di tutti; ma senza essere pago.

La notte tra il 10 e 11 agosto del 1930 sta dormendo nella sua umile casa imbiancata a calce e una voce lo sveglia e gli dice: ecco io vi porto una luce; nel buio e tenebre della notte Donato vede un uomo con una lanterna in mano già pronta con olio e stoppino; Donato chiede all’uomo di accendere la lanterna ma egli risponde di non avere fuoco e che invece proprio Donato può farlo, infatti si guarda nella mano, aveva già un fiammifero acceso.

Il Manduzio tolse di mano la lanterna all’uomo, la accende, spariscono le tenebre e con esse anche l’uomo.

Donato capirà il significato di quella visione solo il giorno dopo, quando trovandosi nel suo terreno a un kilometro da San Nicandro, un suo conoscente gli porta una Bibbia che lui non conosceva e né mai aveva sentito parlare.

La lettura della Bibbia lo sconvolge, la bellezza della creazione e l’esistenza di un Dio che governa il tutto accende in lui una LUCE, si proprio quella luce della visione.

Degli ebrei non aveva mai sentito parlare e immaginava che questo popolo fosse scomparso, lui si identifica talmente tanto che comincia ad osservare le leggi della torah (pentateuco) alla lettera, con semplicità e con tanta fede credendo di essere l’unico Ebreo al mondo.

Donato era un grande narratore, cantastorie popolare, tra l’altro sbarca il lunario recitando ai compaesani “I reali di Francia e il conte di Montecristo, ora racconterà loro anche la meravigliosa storia del popolo della Bibbia.

Grande è la sua meraviglia quando seppe da un venditore ambulante che gli Ebrei esistono ancora e che vivevano anche in Italia.

Subito, insieme al suo gruppo prende contatti con la comunità ebraica di Roma per ottenere un riconoscimento; la prima volta scrivono una cartolina postale la quale viene considerata uno scherzo.

La seconda invece è una lettera ben dettagliata e questa volta ottengono una risposta dal allora Rabbino Capo Angelo Sacerdoti il quale stupito gli chiede: in che modo siete venuti a conoscenza di questa fede al quanto impossibile conoscere in un paese disperso tra i monti del Gargano?

Lui risponde: “non ho sentito la Santa parola da nessuno, ma ne ho avuto la rivelazione direttamente da Dio.

La cosa non è facile il processo di conversione è lungo ma Donato e i suoi non vogliono rinunciare per nulla al mondo.

I neo-ebrei di San Nicandro e il regime fascista

Nel settembre del 1938 arrivano le prime leggi razziali che porteranno a gravi forme di discriminazione nel mondo e per i convertiti di San Nicandro significarono controlli e pressioni.

Da Roma scrissero che era meglio attendere tempi migliori per fare nuove richieste. In qualche maniera volevano preservare il gruppo, ma dai compaesani erano ben visti anzi li ritenevano degli illuminati.

A Donato gli proibiscono di riunirsi in casa sua per lo “shabbat” e paga anche una multa di 260 lire.

La vita della comunità prosegue tra ostilità delle autorità e principali festività Ebraiche fino a quando gli Alleati entrano a San Nicandro; tra loro dei soldati Ebrei della VIII^ Brigata  Britannica apprendono l’esistenza di uno stranissimo gruppo di Ebrei Garganici.

Al passaggio dell’armata i giovani sventolarono la bandiera Ebraica, essi si sono fermati scesero dai mezzi e subito dissero: shalom.

La casa di Manduzio divenne un via vai di personalità in visita, tra i quali anche Enzo Hayym Sereni, (l’ufficiale con gli occhiali nella foto) un grande sionista fautore del dialogo arabo-ebraico in Palestina.

Pochi giorni dopo fu paracadutato nel Nord Italia; catturato dai tedeschi deportato a Dachau e ivi ucciso nel 1944.

Dopo la liberazione nel 1945 finalmente il sogno di Donato, di veder e il gruppo riconosciuto ufficialmente, prima della sua dipartita si avverò.

Nel 1946 ebbero la circoncisione e nel 1948 muore Manduzio.

Tra il 1948 e il 1949 il gruppo fa l’aliyah.la salita, immigrazione ebraica nella terra d’Israele.

Le più decise a partire sono le donne, partire per la terra santa per il gruppo non significa migrazione ma piuttosto è un ritorno a casa.

A Sannicandro l’Ebraismo sembra essere finito rimangono solo tre o quattro donne tra cui anche la moglie di Donato che continua ad aprire la sua casa lo “shabath”.

Queste donne furono per l’attuale comunità come le madri  d’Israele “ Sara Rebecca Rachele e Lea” .

La comunità oggi conta un bel numero, è molto attiva e dinamica, ad essa appartengono giovani che studiano e insegnano nelle scuole ebraiche e famiglie convertite ufficialmente.

Ringrazio tutti per questa memorabile giornata e concludo con i versi del salmo di Davide 133

Ecco come è bello e come è dolce che i fratelli dimorino assieme nell’unità……

Per essere uniti bisogna essere umili.

Una massima dei padri dice: “Chi insegue la gloria essa fugge da lui ma chi non la insegue, essa insegue lui”.

Grazia Casavecchia