PER FITTO LA PUGLIA AGLI ULTIMI POSTI PER GUARITI, PENULTIMA PER TAMPONI E RISCHIO CONTAGI

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Queste le dichiarazioni sull’emergenza sanitaria Covuid-19 nella regione Puglia.

1)Aver rispettato il lockdown in maniera diligente e seria ha fatto la differenza tra le regioni del Sud e quelle del Nord. Ma ora che ci apprestiamo a vivere la Fase 2 non possiamo cullarci anche per l’allarme lanciato da molti esperti su una possibile ricaduta autunnale. Per questo è fondamentale, proprio ora, analizzare i dati per capire e porsi alcune domande e pretendere delle risposte.

2)Stando ai dati ufficiali, la Puglia è l’ULTIMA REGIONE in Italia per guariti (17,83%);
è la PENULTIMA REGIONE in Italia per tamponi effettuati 1,59 ogni 100 abitanti (peggio di noi solo la Campania 1,73);è la PENULTIMA REGIONE in Italia per il rischio contagio con valore 0,78 (ultimo il Molise 0,84).

3)Nei giorni scorsi avevo anche lanciato l’allarme su altri numeri, quelli sulla mortalità sia grezza sia specifica e in questi giorni è andata anche peggio: in Puglia si muore di più che nelle altre regioni del SUD, delle ISOLE, del Lazio e dell’Umbria, vale a dire 1 pugliese ogni 10.000 abitanti (mortalità grezza) e 10,23 decessi ogni 100 casi positivi (mortalità specifica).Peraltro oggi è squillato un campanello d’allarme: ad un numero notevolmente inferiore di tamponi (quasi la metà rispetto a ieri) corrisponde un numero di casi positivi superiore!

4)Senza fare terrorismo, perché non è questo il mio intento, bisogna accendere i riflettori su questi NUMERI per capire da cosa sono determinati, cosa sta accadendo e pretendere delle risposte chiare. Lunedì prossimo, 4 maggio, per quanto discutibile nelle modalità, si ripartirà ed è necessario ed urgente dare delle risposte a questi numeri. Emiliano piuttosto che imperversare, spesso anche commuovendosi, in tutte le tv a spiegare le sue spesso inutili e confuse ordinanze – che da giorni stanno creando scompiglio tra i sindaci pugliesi e ilarità su alcuni questioni – si preoccupi di spiegare perché in Puglia abbiamo questi dati così allarmanti.

5)Giorni fa il professore Lopalco su twitter mi rispose che fare tamponi a tutti gli operatori sanitari non era la stessa cosa che farli ai turisti che venivano in Puglia, la differenza me l’avrebbe spiegata non con un tweet… sono ancora in attesa, spero che prima o poi trovi il tempo, tra le tante trasmissioni televisive alle quali partecipa, di rispondere anche alle domande di oggi.

6)Mi appello, infine, anche agli organi di informazione perché aprano, anche con il coinvolgimento di tutto il mondo scientifico pugliese (spesso inspiegabilmente tenuto ai margini) un dibattito: i NUMERI (non miei, ma diramati ufficialmente e quotidianamente dalla Regione Puglia) in questo caso non sono opinioni o strategie politiche o polemiche strumentali ma sono FATTI OGGETTIVI probabilmente leggermente più importanti ed urgenti della discussione su chi può andare a pescare, tre giorni prima di quanto già stabilito, e cosa può pescare…

La risposta del prof. Lopalco non si è fatta attendere e così dichiara su “La Gazzetta del Mezzogiorno”

Il prof. Pier Luigi Lopalco, a capo della task force regionale anti-Covid replica punto per punto alle affermazioni odierne dell’onorevole Raffaele Fitto che definisce la Puglia una regione con un triste primato a livello nazionale per quanto riguarda l’emergenza Coronavirus.

Nella nota Lopalco elenca punto per punto le questioni facendole seguire dalla sua replica:

1) Stando ai dati ufficiali, la Puglia è l’ultima regione in Italia per guariti (17,83%); è la penultima regione in Italia per tamponi effettuati 1,59 ogni 100 abitanti (peggio di noi solo la Campania 1,73). «Innanzitutto – scrive Lopalco – il numero di tamponi effettuati è proporzionale alla diffusione della malattia. Ci sono intere province in Puglia che sono state appena sfiorate dal virus. Questo dato preso da solo non hanno valore. Anzi, in relazione ai risultati ottenuti, l’aver fatto un numero adeguato di tamponi è segno di efficacia del sistema della prevenzione. In Puglia il contact-tracing funziona molto bene e non è necessario fare tamponi a tappeto. Grazie ad un uso mirato della diagnostica in Puglia ben il 43% dei casi individuati sono ASINTOMATICI ed il 21% PAUCISINTOMATICI. Automaticamente il numero di guariti sembra artificialmente basso, poiché il dato viene registrato sistematicamente per coloro che hanno sintomi, ma lo stesso non avviene certo per gli asintomatici (per i quali, ovviamente, non ci sarà guarigione clinica non avendo proprio sintomi). Pertanto sul 43% dei casi asintomatici, nella piattaforma informatica non sono ancora riportati tutti i dati del doppio tampone negativo che certifica la guarigione di questi casi».

2) È la PENULTIMA REGIONE in Italia per il rischio contagio con valore 0,78 (ultimo il Molise 0,84). «Il fatto che il Molise (la regione meno colpita d’Italia) stia dietro la Puglia – afferma Lopalco – è sintomatico del fatto che questo valore (Rt) preso da solo non ha senso. La scorsa settimana il valore Rt della Sardegna era superiore a quello della Lombardia. Nell’ultima settimana solo 198 pugliesi si sono infettati, appena 5 su 100.000 abitanti. Il trend della curva Pugliese è decisamente in discesa dal 11 aprile».

3) Nei giorni scorsi avevo anche lanciato l’allarme su altri numeri, quelli sulla mortalità sia grezza sia specifica e in questi giorni è andata anche peggio: in Puglia si muore di più che nelle altre regioni del SUD, delle ISOLE, del Lazio e dell’Umbria, vale a dire 1 pugliese ogni 10.000 abitanti (mortalità grezza) e 10,23 decessi ogni 100 casi positivi (mortalità specifica). “I dati di mortalità grezza – risponde Lopalco – non sono confrontabili fra regione e regione. Se si va a valutare il tasso di letalità in ogni fascia di età (numero di morti su numero di casi) si osserva che è ben più basso della media nazionale. La mortalità grezza va quindi standardizzata quando si fanno confronti fra regioni. Inoltre il paragone può essere falsato avendo ciascuna regione sistemi diversi di ricerca dei casi, di diagnostica e di data di inizio epidemia. Il dato andrà valutato ad epidemia conclusa. Quello che possiamo vedere chiaramente è che la proporzione di ricoverati è decisamente più bassa della media nazionale e anche della maggior parte delle regioni meridionali, noi siamo dietro Basilicata, Sicilia, Campania ed Abbruzzo».

4) Peraltro oggi è squillato un campanello d’allarme: ad un numero notevolmente inferiore di tamponi (quasi la metà rispetto a ieri) corrisponde un numero di casi positivi superiore! “I campanelli di allarme – conclude Lopalco – suonano osservando ben altri indicatori, di certo non la fluttuazione giornaliera di un singolo giorno che è assolutamente fisiologica in un sistema di sorveglianza di questo tipo».