Anche quest’anno, il borgo di Mattinata (FG) si prepara a vivere un’atmosfera natalizia unica grazie al tanto atteso Presepe Vivente, che promette di coinvolgere e incantare residenti e turisti con la sua magia senza tempo. Il primo appuntamento è fissato per il 22 dicembre, quando una colorata sfilata partirà alle 17:00 dalla rotatoria del paese, attraversando Corso Matino, per giungere fino alla suggestiva località di Via Archita 30 – Contrada Apollo, dove prenderà vita il tradizionale presepe.
La scenografia sarà un vero e proprio tuffo nel passato, con scene che riproducono le antiche tradizioni natalizie della zona, mettendo in risalto mestieri, costumi e usanze tipiche della cultura contadina pugliese. A partire dal 22 dicembre, l’evento si ripeterà nelle date del 23, 28, 29 dicembre 2024 e 3 e 4 gennaio 2025, con il Presepe Vivente aperto dalle 18:30 alle 21:30, regalando momenti di bellezza e riflessione a chiunque voglia immergersi nel calore del Natale.
Il 4 gennaio 2025, un momento particolarmente emozionante arricchirà l’evento: l’arrivo dei Re Magi. Alle ore 17:00, i tre Re Magi partiranno dal capolinea degli autobus e percorreranno Corso Matino, sfidando il freddo di gennaio per arrivare al presepe, dove renderanno omaggio alla Sacra Famiglia. Un momento di grande suggestione che attirerà l’attenzione di tutti i partecipanti, con la sfilata che trasporterà i visitatori in un’atmosfera di pura magia e spiritualità.
Un aspetto che rende il presepe vivente di Mattinata particolarmente speciale è la sua dimensione comunitaria. I protagonisti dell’evento sono infatti i membri dell’Associazione Mattinata a Cavallo, che da anni promuove l’amore per il territorio e le tradizioni locali. Tuttavia, quest’anno, il presepe vedrà la partecipazione di tanti altri cittadini del paese, che, pur non facendo parte dell’associazione, hanno scelto di dare il loro contributo per portare avanti un’iniziativa che negli anni scorsi ha riscosso grande successo. L’entusiasmo e la volontà di preservare e tramandare queste tradizioni si riflettono nella generosità di tutti coloro che hanno deciso di scendere in campo, per dar vita a un evento che coinvolge tutta la comunità.
Il presepe, in quanto rappresentazione vivente, si distingue per il suo realismo e per l’emozionante interazione con il pubblico. Ogni angolo della scena, ogni personaggio, ogni attività artigianale che si svolgerà nei vari “banchi” del presepe sarà un’occasione per immergersi nei dettagli di una tradizione che affonda le sue radici nella storia del nostro paese.
L’organizzazione, che da anni realizza questo evento, ha come obiettivo non solo quello di far rivivere la magia del Natale, ma anche di rafforzare il legame con la tradizione, riscoprendo quei valori di comunità e di condivisione che caratterizzano il territorio di Mattinata e la sua gente. L’evento, infatti, è una bellissima opportunità per far conoscere a tutti, anche a chi arriva da lontano, la bellezza di un borgo che custodisce una cultura ricca e genuina.
Quindi, non perdete l’opportunità di vivere un Natale diverso, fatto di tradizioni, calore e spirito di comunità: il Presepe Vivente di Mattinata è l’appuntamento imperdibile per chi vuole farsi coinvolgere in un’esperienza che sa di magia, storia e bellezza autentica. Vi aspettiamo dal 22 dicembre per un viaggio che saprà toccarvi nel cuore.
Cin cin al nuovo anno con il classico appuntamento del Concerto di Capodanno a San Severo. Appuntamento mercoledì 3 gennaio 2025 con gli Amici della Musica e la loro 56.ma Stagione Concertistica. Appuntamento al Teatro comunale “Verdi” (porta ore 19, inizio ore 19.30) con l’Orchestra Sinfonica ICO “Suoni del Sud” diretta da E. Di Pasquale. Un programma ricco e intenso con musiche tratte dai repertori di grandi autori e le immancabili melodie di Johann e Josef Strauss per arricchire ancora più il clima di festa trasmesso dall’evento. Un appuntamento ormai divenuto un classico della vita culturale e artistica di Capitanata, capace di richiamare il grande pubblico anche da fuori provincia.
L’edizione 2025 del Concerto di Capodanno conferma dunque una tradizione consolidata nel tempo e che ormai è un must della stagione concertistica del sodalizio giunta alla 56.ma edizione. «Anche quest’anno il concerto si conferma un momento di alto spessore artistico – commenta la prof.ssa Gabriella Orlando, presidentessa degli Amici della Musica di San Severo – grazie anche all’esibizione dell’Orchestra Sinfonica ICO Suoni del Sud, compagine orchestrale di grande pregio in tutto il Sud Italia. Un evento che, con il trascorrere degli anni, è sempre più spettacolo cult nel panorama pugliese, complici anche le presenze di chiara fama registrate sul palco del Teatro “Verdi”. Il Concerto di Capodanno, ormai alla sua 35 edizione, dà l’avvio agli appuntamenti concertistici del 2025 che rappresentano certamente un importante punto di riferimento nel mondo culturale e artistico dell’intero territorio di Capitanata». L’evento è organizzato con il sostegno del Ministero della Cultura, la Regione Puglia (Assessorato all’Industria Turistica e Culturale), l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Severo e Aiam (Associazione italiana attività musicali).
Orchestra ICO Suoni del Sud – Nata nel 1992 a sostegno delle attività didattiche della classe di Direzione d’Orchestra del Conservatorio di Musica “Giordano” di Foggia, l’Orchestra Sinfonica di Capitanata diviene ben presto una compagine di fondamentale riferimento nella produzione musicale della provincia. La crescita dell’Orchestra è il risultato dell’impegno, dell’entusiasmo dell’attenzione verso nuove tendenze culturali e prima fra tutte, della passione. non secondaria è la presenza dei maestri dell’orchestra, docenti del Conservatorio di Foggia con prestigiose esperienze artistiche e quali prime parti dell’Orchestra del Teatro “Petruzzelli” di Bari, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra della Rai di Napoli, Orchestra Sinfonica di Salerno, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro “Santa Cecilia” di Roma. Il continuo arricchimento dell’organico, mediante severe selezioni per l’ammissione, garantisce la presenza fertile produttiva della forza giovanile. Tra le principali attività vanno menzionate le molteplici collaborazioni alle registrazioni di musiche da film a Roma con musicisti
come Ennio Morricone, Nicola Piovani e Luis Bacalov o con artisti quali Andrea Bocelli, Katia Ricciarelli, Gianluca Terranova, Federico Guglielmo, Vincenzo Mariozzi, Lior Shambadal, Renato Bruson, Giuseppe Giacomini, Sherman Lowe, Michele Mirabella, Michele Placido, Lucio dalla, Gianni Morandi, Amy Stewart, Al Bano Carrisi, Antonella Ruggiero, Ornella Vanoni, i Pooh, Mino Reitano, Mario Rossini ed altri.
Ha inoltre realizzato numerose Stagioni Liriche presso prestigiosi teatri con direttori di fama internazionale nonché partecipato a trasmissioni televisive su Raiuno, Raidue, Mediaset. Nel 2022, l’Orchestra ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero della cultura d’istituzione concertistica orchestrale.
Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro venerdì 29 e sabato 30 dicembre con i seguenti orari: ore 10.30-12; ore 18-19.30. Costo biglietti di ingresso: Platea 25 euro; posto palchi centrali 20 euro; posto palchi laterali 15 euro, loggione 10 euro. Info e prenotazioni 3291286673 e 3486628775.
Gli eventi di “Aspettando Natale 2024” del 17 dicembre:
ore 17:00 – Comunità “Don Tonino Bello” – Località San Nazario. Consegna doni ai bambini della Comunità dagli agenti della Polizia Locale di San Nicandro Garganico.
L’Associazione Impegno Donna è una Associazione di volontariato regolarmente iscritta all’albo regionale al n.824 dal 2007, codice fiscale 94047830719, iscritta al 1522 del Ministero delle Pari Opportunità dal 2005, che si avvale di prestazioni gratuite di soci con varie professionalità e competenze (avvocati, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali ecc.) nonché sensibilità e esperienze. La nostra storia:
➢ Nel 1991 un gruppo di donne elabora un progetto di utilità sociale denominato TELEFONO DONNA con fini di solidarietà nei confronti di soggetti in stato di disagio, e, in particolare, delle donne di Foggia e della sua provincia oggetto di violenze di qualunque tipo.
l’11 gennaio 1994 nasce l’Associazione senza scopo di lucro denominata “impegno donna”.
Il progetto prevede la realizzazione di un “centro di ascolto “capace di offrire alle donne ed alle famiglie del territorio un supporto di informazione e di orientamento – ed un sostegno in momenti di difficoltà.
➢ Il centro di ascolto “telefono donna “realizzato nel luglio del 1996, è attivo grazie ai suoi operatori volontari ed offre gratuitamente la professionalità e disponibilità dei suoi soci.
➢ La principale attività dell’Associazione è l’attività di ascolto telefonico e consulenza sociale, psicologica, legale, pedagogica alle donne/persone in difficoltà.
➢ Il centro d’ascolto “Telefono Donna”, è’ attivo 5 giorni alla settimana per circa 13/15 ore di ascolto, raggiungendo un numero di contatti nell’anno di circa 200 e di prese in carico pari al 50% dei contatti.
➢ Corre attraverso il filo telefonico l’opportunità di instaurare un “dialogo permanente” fra donne con l’obiettivo di favorire le donne, la coppia e le famiglie, dialogo tra genitori e figli, mondo del lavoro, istituzioni e cultura.
il Centro di ascolto “Telefono Donna”, che aderisce al coordinamento nazionale dei centri antiviolenza in Italia del Ministero delle Pari Opportunità 1522 dal 2005, è spazio aperto a tutte e a tutti coloro che vogliono confrontarsi con persone in grado di offrire gratuitamente il proprio tempo e la propria competenza ed esperienza professionale.
L’associazione ha altresì aderito alla formazione del “laboratorio foggia” – partenariato territoriale promosso dall’Università di Foggia, che vede insieme Enti locali, Enti ed Istituzioni nonché molteplici Associazioni presenti sul territorio.
➢ Le operatrici volontarie addette alla presa in carico delle situazioni sono formate all’ascolto.
L’equipe multidisciplinare è formata da 4 avvocati (un penalista e tre civilisti di cui due iscritti all’albo del gratuito patrocinio), da quattro psicologhe/ psicoterapeute; da due pedagogiste e due assistenti sociali.
Oltre alla collaborazione sistematica con le case rifugio in caso di necessità e con le forze dell’ordine, l’associazione ha continuato ad incrementare le collaborazioni con la rete delle Associazioni e delle Organizzazione del privato sociale locali che si occupano di questioni di genere, con Enti Pubblici (Provincia) anche per la stipula di un Protocollo per l’istituzione della “Rete contro la violenza alle donne ed ai minori della Provincia di Foggia”.
➢L’associazione ha collaborato con tante realtà associative territoriali per progetti mirati, attualmente è un corso un progetto approvato dal Ce.Se.Vo.Ca. di Foggia e dal Carcere di Lucera di attività di trattamento con uomini maltrattanti che hanno subito condanna e sono in carcere.
➢ A tale proposito siamo pronti ad attivare da settembre prossimo la “Linea Ascolto Uomini” tel. 3922463806
La nostra sede Operativa è sita in via della Repubblica n 54 .71122 Foggia
Telefono Donna 0881 772499
Sito www.impegnodonna.it
Fb: telefono donna, Presidente: Franca Dente.
BASTA MORTI ANNUNCIATE!
CHIEDIAMO INTERVENTI URGENTI CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
La morte di Celeste Palmieri ci insegna che senza la tempestività d’intervento le situazioni di violenza e ancor più quelle di femminicidio, prosperano indisturbate, fornendo solo gli elementi per cronache postume e vani rimpianti.
La violenza sulle donne si combatte applicando la Convenzione di Istanbul continuamente disattesa!
L’Associazione Impegno Donna di Foggia con tutte le associazioni che operano nel contrasto della violenza di genere e con tutti quelli che vogliono aderire, nel rispetto della Convenzione di Istanbul, e dei suoi obiettivi primari di PREVENZIONE, PROTEZIONE, e PUNIZIONE DICE BASTA QUESTE MORTI ANNUNCIATE RICHIAMANDO OGNUNA/O ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’:
• PUNIZIONE: degli autori di violenza con misure cautelari e sanzioni penali commisurate alla gravità dei reati e ADEGUATA FORMAZIONE di tutti gli attori di GIUSTIZIA affinché si sappia discriminare e valutare il rischio delle condotte violente.
• CERTEZZA DELLA PENA: senza riduzioni o sospensioni ingiustificate.
• PROTEZIONE DELLE DONNE: con i loro figli, che NON DEVE tradursi meramente in un allontanamento dalle loro case, dalla loro quotidianità, limitandone ancora una volta la libertà, ma garantendo i servizi di supporto per i loro BISOGNI REALI (abitazione, autonomia economica, sostegno al reddito, cure gratuite come prevede L R. Puglia n .29/ 2014)
• PREVENZIONE: con campagne di sensibilizzazione e progetti educativi su temi fondamentali quali la parità tra i sessi, l’affettività, gli stereotipi di genere.
• CONTRASTO: della vittimizzazione secondaria effettuata dalle Istituzioni, qualora possano ledere la dignità personale, la salute psicofisica e la sicurezza della donna con comportamenti non in linea con le norme nazionali e internazionali (vedi nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale)
• RICHIESTA: che il diritto alla bigenitorialità sia superato dal best interest di proteggere lo sviluppo del minore.
Condividi la petizione e fai firmare. Facciamo la nostra parte insieme perché siamo stanche delle morti annunciate.
Vogliamo un tavolo di confronto con il dipartimento delle Pari Opportunità e con i decisori Eugenia Roccella Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità; Carlo Nordio Ministro della giustizia; Michele Emiliano Presidente della Regione Puglia; Raffaele Piemontese Vice Presidente Regione Puglia.
I Carabinieri della Compagnia di Lucera hanno arrestato in flagranza di reato tre persone – tra cui un dipendente del Comune di Lucera – accusate di porto illegale e detenzione di ordigni esplosivi.
L’operazione, frutto di un mirato servizio di osservazione, si inserisce nell’ambito di un’azione più ampia volta a contrastare e reprimere la vendita illegale di botti e petardi, fenomeno dilagante in vista delle imminenti festività natalizie.
Il tempestivo intervento dei militari dell’Arma ha consentito di rinvenire, all’interno di un locale comunale situato nel piano seminterrato del complesso ove hanno sede gli Uffici del Giudice di Pace del centro federiciano, circa un quintale di artifizi pirotecnici classificati, nonché otto chili di ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale caratterizzati da elevata micidialità.
All’esito delle operazioni, svolte in sinergia con personale specializzato del Nucleo Carabinieri Artificieri, i tre arrestati sono stati tradotti presso la casa Circondariale del capoluogo dauno su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia.
“C’è una legge regionale recentemente approvata, la numero 39 del 2024, che istituisce le residenze sanitarie assistenziali di San Nicandro Garganico e Troia, di proprietà e gestione interamente pubblica e incardinate nel l’organizzazione funzionale della Asl di Foggia. Eppure, mi risulta che non sia stato dato seguito alla vigente nuova normativa: per questo, ho scritto all’assessore regionale alla Sanità, alla Asl Foggia, al capo dipartimento regionale e a tutti i dirigenti competenti per sollecitare l’applicazione della legge.
In particolare, la gestione pubblica è inderogabilmente riferita ai servizi e alle attività sanitarie, con l’obbligo di subentro diretto da parte della Asl alla scadenza dei contratti attualmente in corso o operanti in regime di proroga. Tuttavia, pare che si operi ancora in proroga e ciò non solo non è conforme alla normativa approvata, ma potrebbe integrare anche gli estremi del danno erariale nei confronti della Regione Puglia.
Pertanto, è necessario intervenire con urgenza alla verifica dello stato dei contratti attualmente in vigore o in proroga e avviare il processo di subentro nella gestione pubblica della Asl di Foggia, esattamente come previsto dall’articolo 26 della legge. A tale proposito, è bene ricordare che qualora il periodo di proroga fosse già scaduto, il subentro dovrà avvenire entro e non oltre 40 giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, oppure entro 50 giorni nel caso di motivazioni documentate. Non solo: bisogna procedere al transito del personale in servizio nelle Rsa nell’organico della Asl e bisogna anche provvedere all’assegnazione dei posti letto previsti dalla norma.
Naturalmente, continuerò a verificare nelle prossime settimane fino a quando la legge regionale non sarà stata applicata a tutela del servizio erogato ai cittadini e dei diritti dei lavoratori”.
La scorsa notte ignoti balordi hanno preso di mira le nostre scuole cittadine arrecando non pochi danni.
Si sono introdotti nella scuola “Padre Pio” trafugando materiali e strumenti didattici: casse, strumenti musicali, computer e altro ancora.
Nelle stesse ore, hanno anche tentato di mettere a segno furti al Liceo “Fiani – Leccisotti, alla scuola media “Celozzi” e alla scuola elementare “San Giovanni Bosco”, distruggendo soprattutto i sistemi di videosorveglianza.
È un grave danno perpetrato all’intera comunità, ai nostri studenti, ai nostri figli.
Condanniamo fermamente tali atti ignobili a scapito della città. Le telecamere di videosorveglianza comunali e di privati saranno di valido apporto agli inquirenti, Carabinieri e Polizia Locale, per assicurare i responsabili alla Giustizia.
Non tolleriamo nella maniera più assoluta che la nostra comunità venga oltraggiata in questo modo e che a farne le spese siano proprio le scuole, luoghi in cui si formano i ragazzi, futuro del nostro territorio.
Arriva Natale e non possono mancare i “crust’la”, dolce tipico sannicandrese delle festività di ogni fine d’anno.
Ma perché si chiamano così?
Dai tempi dell’antica Roma si mangiava un biscotto denominato in latino “crustulum” e chiamato “crustula” in italiano. Un’assonanza perfetta con la parola “crust’la” tutta sannicandrese.
Il “crustulum” o “crustula” dei romani era un biscotto di frumento che si faceva con grano macinato finemente, miele e burro. La storia sembra dire che questo dolce serviva durante i sacrifici agli dei e consumato dai capi religiosi e poi da tutti gli altri.
Chiaramente, con il tempo, ci sono state molte varianti ma a Roma è possibile chiedere i “crustula” che vengono servizi con vino bianco e creme.
Se l’etimologia serve a qualcosa, possiamo dire che i “crust’la” hanno origini veramente molto lontane e, per il fatto di essere tondeggianti, pare esserci una spiegazione, cioè perché si riferiscono all’aureola di Gesù Bambino e perciò il loro consumo, normalmente, si accentua moltissimo durante il periodo natalizio.
Che dire? Solo una piccola curiosità per quanti ancora non si sono mai chiesti la giustificazione del termine che, in altri posti della nostra Puglia, viene chiamato diversamente.
Il Natale di Carlantino, iniziato con l’accensione dell’albero e la consegna delle letterine a Santa Claus da parte dei più piccoli, avrà proprio i bambini come protagonisti. Dopo il 14 dicembre, in cui proprio loro si sono cimentarsi nella realizzazione di oggetti in ceramica e domenica 15 dicembre con i bambini che hanno imparato a realizzare addobbi per il Natale utilizzando materiale di riciclo e tanta fantasia, sabato 21 e domenica 22 dicembre, il cuore del borgo si vestirà di colori, sapori e idee regalo con i caratteristici mercatini di Natale.
Il 4 gennaio, per aprire il nuovo anno nel segno dell’aggregazione e del divertimento intergenerazionale, sarà riproposta la Mega Tombolata che metterà insieme giovani e meno giovani. Il 5 gennaio, infine, si terrà la proiezione dello spettacolo teatrale “Napoli Milionaria” realizzato in passato proprio dai giovani del posto. Per l’occasione, alcuni cittadini di Carlantino sono diventati registi, produttori, costumisti e attori per mettere in scena una delle più belle commedie di Eduardo De Filippo.
“Gli eventi natalizi sono un’ulteriore occasione per ritrovarsi insieme, condividere iniziative, raccontare e raccontarsi”, ha dichiarato il sindaco Graziano Coscia. “Sono momenti importanti, perché è in questo periodo che le famiglie e gli amici hanno l’occasione di avere più tempo per stare insieme, progettare il futuro, condividere speranze e aspettative per l’anno nuovo che ci attende. Da parte nostra, l’Amministrazione comunale intende confermare e consolidare il proprio impegno sul sostegno a progetti, azioni e interventi che diano nuova linfa alle esigenze di famiglie, giovani e anziani, oltre a rinnovare lo slancio nella realizzazione di opere e servizi per riqualificare il paese e dotarlo di nuove infrastrutture, come abbiamo fatto per la nuova mensa scolastica”.
Uno dei gruppi gospel più apprezzati del mondo, la collaborazione con Mariah Carey e Sarah Connor
Hanno collaborato con star musicali del calibro di Mariah Carey e Sarah Connor, facendo vibrare al ritmo potente delle loro voci i teatri più prestigiosi e le cattedrali più imponenti di tutta Europa. Il 23 dicembre, alle ore 21, i 10 elementi del Detroit Gospel Choir, tra le formazioni gospel più affermate del mondo, saranno gli assoluti protagonisti del Concerto di Natale nella Chiesa Madre di Orsara di Puglia, dove il gruppo festeggerà i suoi primi 25 anni di storia.
“Abbiamo scelto di celebrare il concerto di Natale con uno dei gruppi gospel più apprezzati in assoluto”, dichiara il sindaco Mario Simonelli. Detroit è la culla di questa grande tradizione musicale. Il gruppo si avvale di voci conosciute in tutto il mondo, come quelle di Mr. Raymond Thompson, Shante Abram, Brenda Turner, Dorrey Lin Lyles e Hubert Samut. A caratterizzare la formazione sono il naturale swing, gli arrangiamenti R’n’B ma anche soulful e traditional, le spettacolari coreografie e i virtuosismi vocali che hanno portato il gruppo a cantare nei migliori teatri e nelle cattedrali più prestigiose d’Europa. Lo spirito religioso della cultura afro-americana e la tradizione spiritual si arricchiscono nel gospel fatto di armonie jazz e blues per trasmettere con entusiasmo i valori evangelici a un pubblico che si lascia coinvolgere.
Siamo sommersi di foto di minorenni postate da genitori narcisisti. Con il pericolo che finiscano nelle mani sbagliate, come avviene nella metà dei casi. Eppure gli allarmi non mancano.
Chissà quanti genitori, consapevoli o meno, conoscono un numero, che appartiene alle certezze delle statistiche ufficiali, molto impressionante: la metà delle foto dei minori che circolano sui social finiscono in mani sbagliate.
Non significa necessariamente pedofili, per intenderci, ma persone che hanno interessi e obiettivi pericolosi per i nostri bambini e i nostri nipoti. Vogliamo chiudere gli occhi di fronte alla vergogna di questo spreco della privacy, della sicurezza e del benessere dei minori? Vogliamo fare finta che non succede e non accadrà mai nulla? E allora, continuiamo ad andare avanti, come stiamo facendo da tempo, a rovesciare, giorno e notte, a qualsiasi ora e in qualsiasi momento, immagini dei minori sui social, in particolare Facebook e Instagram. Per dare un’idea di che cosa sto parlando in termini di fenomeno di massa, negli Stati Uniti il 90 per cento dei bambini sono, con le loro immagini, online. In Europa, Italia compresa, il 73 per cento dei bimbi compare sui social prima dei due anni. Piazzati, come le foto sull’album di famiglia, dai genitori.
La selfiemania è diventata un’ossessione per mamme e padri che fingono di ignorare tutti gli allarmi lanciati sia dai pediatri e dagli psicologi, sia dalla polizia che si occupa di reati minorili attraverso il web. Questi genitori incoscienti vanno dritti come muli, con i loro selfie ad alto rischio, e non tengono presente anche un piccolo dettaglio. La possibilità che un giorno i loro figli, non contenti delle immagini girate in Rete per volere dei genitori, ne chiedano una spiegazione. e la risposta non sarà facile. Al momento, lo sharenting, la condivisione online di immagini e notizie sui figli, apparentemente innocue, è diventato una moda che, anche grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, alimenta la pedopornografia. Tra i mesi di marzo 2023 e febbraio 2024, dunque in un anno, i post a tema “Family&Kids” pubblicati soltanto su Instagram e TikTok sono stati 1,4 milioni.
Lo spreco di questa febbre da web in versione minorenni ha tre punti critici. Il primo è scontato: la riservatezza dei minorenni, che dovrebbe essere totale e comunque ben protetta. E invece va a farsi benedire. E per favore non venitemi a parlare di leggi, regolamenti e divieti: quando scattano, e se scattano, il danno per il minore già è stato fatto. Secondo punto: la famiglia, da queste belle teste riscaldate dalla febbre del web dei genitori alle povere teste ancora innocenti dei bambini, tutta insieme, sta dando un contributo essenziale alla distruzione, e quindi allo spreco, della sua sicurezza. Non viviamo circondati dai lupi che aspettano i bambini fuori casa, ma siamo in un mondo dove risultano evidenti, e in aumento, reati che hanno a che fare con violenze di varia natura nei confronti dei minori. Violenze e rischi collaterali. Terzo: questi genitori smanettoni stanno anche calpestando l’autonoma capacità di giudizio dei bambini. Gli scienziati ci ricordano che un bambino già a 4 anni ha un chiaro senso di sé: dunque se proprio vogliamo sbatterlo online, su qualsiasi social, da Facebook a Instagram e dintorni, allora dovremmo avere il buon senso e buon gusto di ascoltare il bambino e chiedere almeno la sua opinione. Magari non ne ha voglia, e allora sarebbe il caso di rispettare la sua volontà.
Forse darò un dispiacere a qualche genitore, forse avrò la reazione indignata di un padre o di una madre, ma voglio dirlo forte e chiaro: diamoci una regolata con questo diluvio di immagini di bambini, figli e figlie, nipoti e nipotine, che facciamo circolare su Internet e in particolare su Instagram e TikTok. Per il piacere, più che giustificato, di condividere una gioia, un’emozione, e voglio anche crederci, ma molto spesso per puro e semplice narcisismo da Facebook-Fiera delle vanità, e questo è un fatto.
La legge europea, e di conseguenza quella italiana, lasciano ai genitori ogni scelta relativa alla privacy dei bambini da tutelare. E se per esempio una scuola, un centro vacanza, un campo estivo o sportivo, non rispettano le volontà espresse dai genitori, pubblicando senza permesso foto dei bambini sui social, padre e madre possono presentare un reclamo al Garante della privacy. Sarà lui a multare l’eventuale colpevole di violazione della privacy. Fatto sta, però, che la metà delle foto trovate nei database dei pedofili sono state postate dai genitori dei bambini. I francesi, ai quali piace sempre fare i primi della classe hanno introdotto nel codice civile la tutela della “vita privata” dei bambini molto piccoli: i genitori protagonisti dello sharenting compulsivo possono ritrovarsi con un giudice che sottrae loro la tutela dell’immagine dei figli per affidarla a terzi. Ma non bisogna sempre chiedere alle leggi il contenimento di fenomeno che potrebbero essere facilmente arginati con l’uso del buonsenso.
RISCHI FOTO BAMBINI SU FACEBOOK
Non chiedo alcuna forma né di censura né di autocensura, e tantomeno penso di invocare il silenziatore a un universo popolato da 1,6 miliardi di utenti in tutto il mondo. Sarei un folle. Ma chiedo uno sforzo di buon senso, di ragionevolezza, di responsabilità, di amore lucido, e non offuscato dall’egocentrismo, per i nostri bambini. E chiedo di valutare i rischi reali, non teorici o da allarmisti, di questa quotidiana e martellante violazione della privacy sulla pelle di chi non ha alcuno strumento di autodifesa. Il professore Stacey Steinberg, che insegna Legge al Levin College of Law dell’università della Florida, e dirige un Centro per bambini e famiglia, dice: «Una prima regola fondamentale per tutti, bambini e famiglie, è molto semplice. Non condividete su Internet nulla che non mostrereste in pubblico». Già, semplice. Ma quanti la rispettano?
Sappiamo che i bambini dilagano sul web, quando sono ancora molto piccoli. Negli Stati Uniti la stragrande maggioranza di bambini di due anni, siamo attorno al 90 per cento, ha già una presenza online: ci hanno pensato i genitori, gli zii e perfino i nonni. Per non parlare di chi non ha ancora visto la luce oppure è solo in fasce: foto di ecografie, macchie scure di un corpo che ancora deve nascere, e poi giù con una serie di immagini dei neonati, anche nella loro più privata intimità. Non vi sembra tutto esagerato?
Se non vi convince questa obiezione di fondo, passo a un altro aspetto che dovrebbe indurci a ridurre questo spreco di privacy da parte dei genitori a danno dei bambini. Se parlate con un qualsiasi funzionario della Polizia postale, che si occupa dei reati sul web, vi dirà che la maggior parte del loro tempo di lavoro passa a registrare, per poi fare indagini che spesso non portano a nulla, denunce di furti di foto su Internet. Foto di bambini, che potrebbero un giorno essere anche i vostri. Il periodico Atlantic ha raccontato la seguente storia, da brivido. Una blogger pensa bene di pubblicare le foto dei suoi gemelli mentre imparano a usare il vasino, salvo poi scoprire che quelle immagini sono state rubate, scaricate, ritoccate e condivise su un sito usato dai pedofili. Già, perché è inutile fare gli ipocriti: dietro i furti di foto dei bambini ci sono spesso i giri dei pedofili e dell’industria della pornografia. Ne volete diventare, in modo involontario, complici?
Infine, il bambino è una persona, con i suoi diritti e con la sua unicità. Perché ridurlo a un’immagine a rischio mercimonio? Perché farlo diventare una sorta di pupazzo nel circo del web? Un giorno, quando saranno maturi, questi bambini potrebbero perfino rimproverarci di avere contribuito a creare una loro personalità online. E questa se non è proprio violenza, è qualcosa di molto simile.
Anche qui: non stiamo sempre a rincorrere leggi, norme, regolamenti. Parliamo di noi, dei nostri comportamenti, dei nostri stili di vita. E cerchiamo di essere conseguenti. Se vogliamo condividere la felicità delle immagini di un figlio (e da genitore capisco perfettamente questo desiderio), se vogliamo avvicinare alla nostra gioia anche familiari che vivono lontano, se vogliamo rafforzare la nostra comunità di affetti con questo tipo di strumenti, possiamo farlo con un minimo di sobrietà nell’uso del web. Per esempio: circoscriviamo la condivisione delle foto a un gruppo ristretto, di amici e familiari, senza fare lanci su Facebook o Instagram urbi et orbi. E ancora nella scelta delle immagini, quando le vogliamo mettere sul web, facciamoci guidare da un semplice principio: non inserire e condividere su Internet nulla che non mostreremmo in pubblico.
Tra l’altro sono proprio i nostri figli che si stanno interrogando sul diritto alla loro privacy, dopo avere assaporato tutti gli enormi vantaggi e tutte le suggestioni del web. Il successo planetario, grazie all’uso che ne fanno giovani e giovanissimi, di un’applicazione come Snapchat, che consente di scambiarsi foto e video per un tempo ristrettissimo di appena 10 secondi, ci dice più di qualsiasi teoria astratta quanto i minorenni ci tengano alla loro privacy. A differenza di tanti genitori. (nonsprecare)
Tra gli appuntamenti l’incontro con Stefano Dal Bianco, vincitore del Premio Strega Poesia 2024, e con l’esploratore Franco Michieli, i seminari-concerto con il Canto Beneventano e i 70 anni del viaggio di Alan Lomax sul Gargano, una mostra e un cammino.
È iniziato il 6 dicembre con l’apertura della mostra fotografica “Io sono” di Mattia de Nittis, visitabile fino al 6 gennaio, il programma “Natale in Grotta” della Green Cave di FestambienteSud a Monte Sant’Angelo. Segue in programma l’appuntamento del 14 dicembre con l’esploratore Franco Michieli che, dopo una giornata di alta formazione con Vivilitalia sull’orientamento naturale, già sold out, alle ore 18 presenterà il suo ultimo libro “Le vie invisibili. Senza traccia nell’immensità del Nord” (Edizioni Ponte alle Grazie), in un incontro aperto alla partecipazione di tutti.
Il 21 e 22 dicembre torna “La Grotta dei Poeti”, il piccolo festival dedicato ai libri e ai lettori. Il giorno 21 alle ore 17 con il Premio Strega Poesia Stefano Dal Bianco, che presenta la raccolta vincitrice “Paradiso” (Garzanti Editore), preceduto dagli interventi di Rosa Palomba, Serena Ferraiolo, Daniela Pirro e dei poeti Michela Lombardi, Raffaele Niro e Marco Rinaldi. Il 22 dicembre invece è la volta del doppio appuntamento delle ore 17 con la scrittrice Maria Pina Rinaldi con il suo romanzo “L’italiana in bicicletta” (Giunti editore), alle 18 con Donato di Bari e Maddalena Gatta che presentano “Remòa”, la loro nuova filosofiaba edita da Quorumedizioni.
Nei giorni 27 e 29 dicembre torna invece “FestambienteSud winter”, con due eventi di cultura musicale. Il 27 dicembre alle ore 17 l’appuntamento è con il seminario-concerto “Canto beneventano. Tracce sonore dall’Italia longobarda”, con il coro femminile dell’associazione Orbisophia di Benevento diretto dalla maestra Tetyana Shyshnyak. Il 29 dicembre alle 18.30 è la volta del convegno-concerto “Il paesaggio sonoro del Gargano. A settant’anni dal ‘mitico’ e breve viaggio di Alan Lomax e Diego Carpitella (22-25 agosto 1954)”, curato dall’etnomusicologo Salvatore Villani accompagnato nell’esecuzione musicale da Nicola Sansone, Leonardo Salcuni, Michele Pio Antonacci e Ruggiero ‘Rino’ Inchingolo come special guest.
Ultimo appuntamento è con il progetto Gargano Sacro, che propone il cammino d’inverno sul tema “Gargano. Il mito di un gigante”. Il cammino, in cinque tappe, guidato da Domenico Sergio Antonacci, parte il 2 gennaio da Rignano Garganico e arriva il 6 gennaio a Vieste, con pernottamenti a San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, Foresta Umbra e Masseria Sgarrazza. Per partecipare
Tutti gli eventi che, ad eccezione del cammino d’inverno, sono tutti a ingresso libero, sono ideati e organizzati da Legambiente FestambienteSud che ringrazia l’azienda MGS Verniciature Industriali per aver concesso un sostegno economico.
LA MOSTRA
Fino al 6 gennaio nella Green Cave
IO SONO
Mostra fotografica di Mattia De Nittis
IO SONO è Il racconto fotografico di Mattia de Nittis, un viaggio che, partendo dalle radici del nostro IO più profondo, svela come il nostro mondo interiore si riflette all’esterno, sulla superficie, sul nostro CORPO, ovvero la nostra casa. La fotografa analizza come i cambiamenti che viviamo e affrontiamo internamente si manifestano sul corpo che, come espressione del nostro essere interiore, è solo la punta dell’iceberg e non la verità assoluta come spesso crede lo spettatore.
Dietro ogni corpo ci sono storie da raccontare, quindi, e da vivere. IO SONO è un racconto puro, limpido e talvolta sfacciato, di quello che accade al corpo delle donne: le trasformazioni che affronta in seguito ai più svariati eventi della vita, ma anche la lotta interna, il lungo calvario per l’accettazione mentale e, di conseguenza, fisica di tutto questo.
Mattia Lucia de Nittis nasce a San Giovanni Rotondo il 22 Dicembre 1996. Conseguita la maturità scientifica, decide di seguire la sua grande passione e si laurea in fotografia presso la RUFA (Rome University of Fine Arts). Qui, ha modo di approfondire le sue conoscenze nel campo della fotografia e del cinema per poi specializzarsi in Fashion Photography presso lo IED di Roma. Assieme ad altre artiste, ha creato il collettivo Ammodo Studio, composto da sette giovani fotografe attive nella capitale, ognuna con uno stile differente. Attualmente la sua ricerca fotografica ruota attorno ai volti e alle linee del corpo femminile, che riscopre attraverso una visione del tutto personale.
LA GROTTA DEI POETI
Piccolo festival di letteratura
21 e 22 dicembre
21 dicembre, ore 17
Incontro con il poeta
STEFANO DAL BIANCO
che presenta il libro
PARADISO, Edizione Garzanti
vincitore del Premio Strega Poesia 2024, del Premio Viareggio Rèpaci 2024 – Poesia, del Premio LericiPea Golfo dei Poeti – Poesia edita – 2024
La presentazione sarà introdotta dagli interventi di Rosa Palomba (assessore a cultura e turismo di Monte Sant’Angelo), Serena Ferraiolo (Fondazione Maria e Goffredo Bellonci), Daniela Pirro (Premio di poesia il Sentiero dell’Anima), e da un reading dei poeti Michela Lombardi, Raffaele Niro e Marco Rinaldi.
Un uomo se ne va a spasso col suo cane per le strade, i sentieri, i boschi, i campi e lungo il fiume nei pressi di un piccolo borgo nelle colline senesi. Tutti i giorni, per tante stagioni, l’uomo e il cane imparano e scoprono qualcosa, incappano in avventure nuove. Si crea così una sorta di concerto a tre voci, dove la terza, onnipresente e silenziosa, ma non del tutto, è quella del paesaggio. Una natura apparentemente non corrotta, a volte protettiva, a volte sottilmente inquietante, ma sempre in grado di trascendere, o di coprire, la penosa pena del vivere. Il paradiso è qui, sembra dire questo libro, quasi in barba alle tristezze e alla negatività di molta poesia di oggi. Eppure non c’è alcuna rimozione del dramma individuale e collettivo contemporaneo, che invece rimane ben presente, ma come se davvero fosse stato superato e relegato sullo sfondo da una sorta di superiore, adulta, saggezza.
Stefano Dal Bianco vive in provincia di Siena, dove insegna Poetica e stilistica all’università. Si è occupato prevalentemente di Francesco Petrarca, Ludovico Ariosto, Andrea Zanzotto. Ha pubblicato La bella mano (1991), Stanze del gusto cattivo (1991), Ritorno a Planaval (2001, 2018), Prove di libertà (2012). I suoi saggi di poetica sono raccolti in Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea (2019).
22 dicembre, ore 17
L’ITALIANA IN BICICLETTA
di MARIA PINA RINALDI, Giunti editore
È il 14 aprile 1906 quando Serafina si imbarca sul transatlantico Regina Margherita, lasciando la sua amata Italia senza sapere quando, o se, potrà farvi ritorno. Costretta a seguire il padre a Valparaíso, in Cile, Serafina abbandona Bari, l’atelier dello zio Luigi e, soprattutto, il ricordo bruciante della madre Marisa, una donna emancipata che le ha trasmesso la passione per la bicicletta, un simbolo di libertà e indipendenza, in un’epoca in cui questa passione è considerata sconveniente per una donna.
La traversata dell’oceano si rivela un’avventura straordinaria, popolata di personaggi intriganti e carica di storie di speranza e cambiamento. Tra questi, Serafina incontra Gustavo, un seduttore impenitente, e Alberto Evans, l’affascinante ma ombroso medico di bordo. Al suo arrivo a Valparaíso, una città cosmopolita e vibrante, Serafina sente un’iniziale diffidenza, ma sarà proprio la bicicletta, il ricordo più prezioso di sua madre, a indicarle la strada verso una nuova vita e la scoperta di se stessa. Un appassionato romanzo storico che intreccia rivalsa e formazione personale, L’italiana in bicicletta è una storia commovente di coraggio e determinazione, che offre uno sguardo intenso sull’emigrazione e sulle sfide di una giovane donna che lotta per affermare la propria identità. Sullo sfondo di una società che cambia, Serafina diventa un’eroina moderna, capace di conquistare il cuore dei lettori con la sua forza e il suo spirito indomito.
Pina Maria Rinaldi è nata nel 1981 in un piccolo borgo della Basilicata, ma ha trascorso gran parte della sua vita in Puglia, dove si è innamorata delle storie della sua terra. Animata dalla passione per i viaggi e le culture straniere, ha studiato Lingue e Letterature Straniere, vivendo in Germania e nel Regno Unito. Nel 2012 si è trasferita in Cile, dove ha vissuto per otto anni, tra Santiago, Valparaíso e il deserto di Atacama. Rientrata in Italia, si dedica al turismo e alla scrittura. L’italiana in bicicletta è il suo primo romanzo, nato dal desiderio di raccontare una storia universale di coraggio, emancipazione e riscatto.
22 dicembre, ore 18
REMÒA
di DONATO DI BARI, illustrazioni di MADDALENA GATTA
Quorumedizioni
La primavera era giunta, ma qualcosa impediva alla Natura di compiere il suo ciclo di rinnovamento. La sfera dell’Ignoranza stava distruggendo l’equilibrio tra gli elementi della Terra Madre.
Il pianeta fu colpito da eventi calamitosi devastanti a cui gli umani non furono in grado di far fronte.
Così la Natura riunì le geosfere sorelle, madame Goccia, il signor Vento e mister Macigno al cospetto della Terra Madre, appresero che solo sostenendo la sfera della Cultura tutto poteva cambiare e rinnovarsi.
La cultura arricchisce il cuore umano. E un cuore ricco non distrugge, ma accoglie, collabora e include. Genera rispetto, seme per la costruzione dell’armonia globale.
FESTAMBIENTESUD WINTER
XIX edizione
27 e 29 dicembre
27 dicembre, ore 17
Conferenza-concerto
IL CANTO BENEVENTANO
Tracce sonore dall’Italia longobarda
A cura dell’associazione Orbisophia di Benevento
La Schola Cantorum Orbisophia nasce nel 2020 dalla esigenza dell’Associazione Culturale Internazionale “Orbisophia” di concretizzare e dare forma allo studio e divulgazione del Canto Beneventano, repertorio di una grande importanza storica, artistica e culturale che testimonia il patrimonio sonoro liturgico della Chiesa Cattolica, nato sotto il dominio longobardo nel Sud d’Italia, intorno VII-VIII secolo, con il suo centro nella città di Benevento. Il coro della Schola Cantorum, diretto dalla maestra Tetyana Shyshnyak, è composto esclusivamente da voci femminili che danno vita alle antiche preghiere sopravvissute grazie alle notazioni musicali originali beneventane del XI secolo. Le ricerche del coro abbracciano tutte le testimonianze vocali del suono sacro, dall’antichità fino la nascita della musica polifonica.
Il Canto Beneventano rappresenta uno dei primi esempi musicali in Europa pervenuti fino d’oggi grazie alle melodie rappresentati dalla notazione neumatica originale del XI secolo, a campo aperto, nei manoscritti prodotti nel Monastero di Santa Sofia di Benevento e altri scriptorium sul territorio longobardo nel Sud d’Italia. L’associazione si avvale della eminente collaborazione del Professore MATTHEW PEATTIE, musicologo dell’Università di Cincinnati (USA).
29 dicembre, ore 18.30
Conferenza-concerto
IL PAESAGGIO SONORO DEL GARGANO
A settant’anni dal ‘mitico’ e breve viaggio di Alan Lomax e Diego Carpitella (22-25 agosto 1954)
A cura di Salvatore Villani
Dal 22 al 25 agosto 1954, 70 anni fa, i due etnomusicologi furono sul Gargano per raccogliere con registrazioni e fotografie, il repertorio di canti e di racconti della tradizione con contadini, allevatori e artigiani della Montagna del Sole. Quella raccolta rappresenta la prima documentazione fatta con mezzi tecnologici moderni di un repertorio significativo, rappresentando la prima base documentale per i le più recenti ricerche sulla cultura popolare del Gargano. Durante l’evento Le registrazioni sonore, le fotografie e l’esecuzione dal vivo di brani della tradizione di Monte Sant’Angelo, San Nicandro Garganico, Carpino, Cagnano Varano e Vico del Gargano, registrati da Lomax e Carpitella.
Musicisti: Salvatore Villani, – canto, liuto, chitarra classica e battente -; Nicola Sansone – voce, flauti, chitarra battente e francese -; Leonardo Salcuni – tamburello e percussioni -; Michele Pio Antonacci – voce, castagnette e fisarmonica -. Special guest: Ruggiero ‘Rino’ Inchingolo – mandolino, violino e fisarmonica.
IL CAMMINO
Dal 2 al 6 gennaio
IL CAMMINO D’INVERNO di GARGANO SACRO
Gargano. Il mito di un gigante
Un cammino dal 2 a 6 gennaio per vivere l’emozione di camminare d’inverno. Il Gargano possiede le ricchezze di un piccolo continente, scrigno di biodiversità, offre ambienti molto diversi, mare, monti, laghi costieri, valloni, foreste e steppe. Montagna sacra già per gli antichi, pullula di eremi, abbazie, santuari e magnifici centro storici. Viverlo nella stagione fredda è occasione per guardarlo con occhio diverso.
Il cammino, tematizzato sul mito del dio Gargano, si svolge in cinque tappe, con partenza il 2 gennaio da Rignano Garganico e arrivo il 6 gennaio a Vieste facendo sosta a San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, Foresta Umbra e Masseria Sgarrazza.
Informazioni e iscrizioni su https://www.greencave.org/event/il-cammino-dinverno-di-gargano-sacro/
Il Sindaco di Apricena, Antonio Potenza, insieme all’intera Amministrazione Comunale, è lieto di annunciare il ritorno della Notte Bianca, un evento ormai consolidato che celebra il Natale con una serata ricca di emozioni, condivisione e valorizzazione del commercio locale.
Domenica 22 dicembre, a partire dalle ore 19:00, Corso Roma e Piazzale San Francesco d’Assisi si trasformeranno in un palcoscenico di luci, suoni e colori. Un ricco programma attende cittadini e visitatori: parate luminose, spettacoli danzanti e circensi, esibizioni di artisti di strada, giostre e mascotte per i più piccoli. Non mancheranno stand gastronomici, musica con DJ set e un’atmosfera magica per chi desidera fare shopping nei negozi aperti durante l’evento.
“La Notte Bianca rappresenta una tradizione che esprime il vero spirito della nostra comunità: unità, gioia, accoglienza e sostegno reciproco”, dichiarano il Sindaco Antonio Potenza e l’Amministrazione Comunale. “Questo evento non è solo un momento di festa, ma anche un’importante opportunità per sostenere le nostre attività commerciali, che sono il cuore pulsante della nostra città. Invitiamo tutti a vivere questa serata con entusiasmo e a scegliere i nostri negozi per i regali di Natale, contribuendo a far crescere il nostro territorio.” L’evento si chiuderà idealmente con il Villaggio della Befana, previsto per il 6 gennaio 2025 alle ore 11:00, in Piazzale San Francesco d’Assisi. Una giornata che concluderà le festività natalizie con gioia, allegria e tante sorprese per grandi e piccoli.
Apricena vi aspetta per vivere insieme la magia del Natale e continuare la tradizione della Notte Bianca, un evento che è diventato simbolo delle festività natalizie e che appartiene ormai al cuore della città.
Il Vescovo Della diocesi di San Severo accolto dal direttore medico del P.O.,Francesco Gambarelli, dalla Dirigente dell’URP, Anna Rachele Cristino, dalla coord.inf. DMO, Lucia Rendina e accompagnato dal cappellano dell’ospedale, Padre Nicola Squarcella, ha visitato alcuni reparti per arrecare un messaggio di conforto e di incoraggiamento e per augurare un Santo Natale e la speranza per il futuro ai degenti piccoli ed adulti ricoverati.
Incontrando i direttori delle UU.OO ed il personale, ha espresso la Sua riconoscenza per il prezioso lavoro che affrontano giornalmente per la salute del prossimo.
Alle 11.00 è stata celebrata la Santa Messa, allietata dai canti dell’A.V.O. e le parole di Sua Eccellenza hanno riscaldato i cuori dei presenti, lasciando una forte testimonianza che con l’amore ed il rispetto possono essere affrontate le difficoltà e le malattie.
La Direzione Generale ringrazia il Vescovo, monsignor Giuseppe Mengoli per la Sua presenza e per le Sue parole di pace e di conforto.
La sentenza della Corte costituzionale tocca pilastri portanti della legge Calderoli. Si concentra sulle funzioni e non sulle materie e disegna un regionalismo cooperativo. Può essere la base per una nuova stagione di discussione sul federalismo fiscale. I confini di un regionalismo coerente con la Costituzione
La decisione della Cassazione, arrivata in queste ore, che ammette il referendum sull’abrogazione totale della legge Calderoli in materia di autonomia differenziata – e su cui ci riserviamo una valutazione più ponderata – segnala una volta di più, al di là del possibile esito referendario, l’urgenza di un nuovo disegno ordinato delle autonomie regionali
Su questo, la sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità di alcune parti fondamentali della legge Calderoli, fornisce un contributo decisivo (i contenuti essenziali della sentenza erano stati anticipati nel comunicato della Corte che avevamo già commentato qui).
In realtà, la sentenza va ben oltre le censure su specifiche disposizioni della legge. Inserisce i suoi richiami puntuali in una lettura complessiva dell’articolo 116 comma 3 coerente con principi fondamentali della nostra Costituzione. I giudici della Corte affermano con nettezza il carattere cooperativo del nostro regionalismo, il quale pur rispondendo “ad un’esigenza insopprimibile” della collettività nazionale, non può mai diventare “un fattore di disgregazione dell’unità nazionale e della coesione sociale”. E ancora la Corte evidenzia, in modo che non può essere più chiaro, come “il popolo e la nazione sono unità non frammentabili. Esiste una sola nazione così come vi è solo un popolo italiano, senza che siano in alcun modo configurabili dei “popoli regionali” che siano titolari di una porzione di sovranità”.
Dopo aver fissato i punti fermi del modello di regionalismo coerente con la Costituzione, la Corte, con una tecnica che combina interventi di revisione puntuale (in via additiva) con l’enunciazione di indicazioni di più ampio respiro che lasciano al legislatore l’onere successivo dell’aggiustamento, riconosce l’incostituzionalità di una serie di pilastri portanti della legge Calderoli.
La distinzione tra materie e funzioni
In particolare, la sentenza afferma che l’autonomia differenziata si realizza attraverso l’eventuale attribuzione di funzioni, intese come “compiti omogenei affidati dalla norma giuridica ad un potere politico” e non invece di materie, in quanto “a ciascuna materia afferiscono una gran quantità di funzioni eterogenee, per alcune delle quali l’attuazione del principio di sussidiarietà potrà portare all’allocazione verso il livello più alto, mentre per altre sarà giustificabile lo spostamento ad un livello più vicino ai cittadini”. Insomma, l’autonomia differenziata non può realizzarsi nell’attribuzione di blocchi di intere materie, ma soltanto di specifiche funzioni, la cui richiesta “va giustificata e motivata con precipuo riferimento alle caratteristiche della funzione e al contesto (sociale, amministrativo, geografico, economico, demografico, finanziario, geopolitico e altro) in cui avviene la devoluzione, in modo da evidenziare i vantaggi – in termini di efficacia e di efficienza, di equità e di responsabilità”. E queste richieste di funzioni devono essere “precedute da un’istruttoria approfondita, suffragata da analisi basate su metodologie condivise, trasparenti e possibilmente validate dal punto di vista scientifico”.
La Corte procede poi di fatto ad applicare queste indicazioni di metodo, arrivando a individuare insiemi di funzioni per i quali il trasferimento è sì possibile, ma “in linea di massima difficilmente giustificabile secondo il principio di sussidiarietà”: il commercio con l’estero, la tutela dell’ambiente, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, i porti e aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e di navigazione, le professioni (in particolare quelle ordinistiche), l’ordinamento della comunicazione, le norme generali dell’istruzione. La sentenza avverte che “le leggi di differenziazione che contemplassero funzioni concernenti le suddette materie potranno essere sottoposte ad uno scrutinio stretto di legittimità costituzionale”. Di fatto, la Corte ridefinisce il perimetro delle funzioni regionalizzabili previste dall’art. 116, c. 3 e dall’articolo 117, c. 3, escludendo quelle in cui i principi fondamentali della Costituzione e l’ordinamento unionale determinano ostacoli difficilmente superabili per una loro devoluzione asimmetrica.
Il focus della Corte sulle funzioni, e non più sulle materie, come oggetto di regionalizzazione asimmetrica rimescola le carte su un elemento chiave dell’architettura della legge Calderoli: la distinzione tra materie Lep e materie non-Lep, le prime che devono attendere la determinazione dei Lep – e dei relativi fabbisogni standard – per essere eventualmente regionalizzate, le seconde che invece possono entrare subito nella trattativa. In realtà, le materie sono in generale “contenitori” di molteplici funzioni eterogenee in quanto a rilievo dei Lep, ed è a queste ultime che, dice la Corte, bisognerebbe guardare. Stabilisce infatti che qualora “lo stato intenda accogliere una richiesta regionale relativa a una funzione rientrante in una materia “non-Lep” e incidente su un diritto civile o sociale, occorrerà la previa determinazione del relativo Lep, a partire dal costo standard”.
Il finanziamento delle funzioni devolute
La Corte giudica poi incostituzionale tutto il procedimento di determinazione dei Lep previsto dalla legge Calderoli (e dalla legge di bilancio del 2023, con il ruolo della cabina di regia e della Commissione tecnica fabbisogni standard), che esclude il Parlamento, e attribuisce al governo una “delega in bianco”. Senza ricorrere a una dichiarazione di incostituzionalità, la sentenza riconosce poi al Parlamento prerogative piene sulla legge (rinforzata) di approvazione dell’intesa, con possibilità di apportare modifiche sostanziali all’accordo concluso tra governo e regione richiedente e non invece limitarsi, come previsto dalla legge Calderoli, a un mero “prendere o lasciare”.
La Consulta afferma poi la “doverosità” e non la “facoltatività” del concorso delle regioni differenziate agli obiettivi di finanza pubblica nazionale, così come la non-applicabilità dell’autonomia differenziata alle regioni a statuto speciale. Per queste ultime “l’ulteriore specializzazione e il rafforzamento dell’autonomia devono scorrere sui binari della revisione statutaria e, entro certi limiti, delle norme di attuazione degli statuti speciali”.
La sentenza interviene anche sulla questione assai articolata del finanziamento delle funzioni trasferite, lasciando per la verità qualche dubbio interpretativo. Da un lato, prescrive che anche per le funzioni non-Lep le risorse da attribuire siano determinate secondo fabbisogni standard, per non finanziare eventuali inefficienze insite nella spesa storica, forse sottovalutando le difficoltà tecniche che rendono problematica la standardizzazione senza un aggancio a specifiche prestazioni da fornire ai cittadini, come sono appunto i Lep. Dall’altro lato, suona un po’ singolare la previsione che nel caso in cui il costo effettivo delle funzioni devolute sia inferiore alle risorse attribuite secondo i fabbisogni standard, le risorse risparmiate debbano essere arretrate dalla regione allo stato: se risultato di un’efficienza superiore a quella assunta nella determinazione dello standard, dovrebbero essere legittimamente trattenute dalla regione.
Infine, la Corte critica la legge Calderoli quando prevede di ricorrere a un mero decreto interministeriale per la revisione periodica delle aliquote di compartecipazione dei tributi erariali impiegati per finanziare le funzioni trasferite allo scopo di garantire l’allineamento tra risorse e fabbisogni. Certamente, quando la Corte prescrive che sia il Parlamento a occuparsene, attraverso lo strumento della legge rinforzata, offre maggiore trasparenza a questo ingranaggio assai delicato del meccanismo di finanziamento. Tuttavia, la soluzione, con cui si affida a ogni singola intesa stabilire le modalità di revisione periodica, non sembra assicurare quel coordinamento trasversale nella valutazione della posizione finanziaria tra le singole regioni differenziate che è stato da più parti raccomandato (rischio di sfasamenti nei tempi e nei metodi di calcolo e di monitoraggio di fabbisogni standard, gettiti da compartecipazioni, Lep).
Verso un Senato delle regioni?
Infine, la sentenza sottolinea con forza, in una visione integrata del regionalismo, la necessità di dare finalmente attuazione al federalismo fiscale “simmetrico” sulle funzioni già oggi attribuite a tutte le regioni a statuto ordinario, che è ancora lettera morta dalla legge 42 del lontano 2009. Da un lato, dunque la Corte stringe le maglie della devoluzione di nuove funzioni a singole regioni; dall’altro, lascia prefigurare come il dibattito sull’autonomia differenziata potrebbe condurre, più fondatamente, a una nuova stagione di devoluzione di alcune funzioni pubbliche, ma a favore di tutto il comparto regionale e non di singoli territori. Insomma, si tratta di una sentenza che reinserisce il regionalismo e la differenziazione dentro binari che sembravano essersi smarriti per strada indicando, allo stesso tempo, come affermato proprio in questi giorni dallo stesso presidente della Camera Lorenzo Fontana, la necessità di rivedere il riparto di competenze dell’articolo 117, comma 3 della Costituzione. Una strada già indicata anche da alcuni disegni di legge di revisione costituzionale presentati dalle opposizioni, che lasciano intravvedere, proprio su questo specifico terreno delle riforme, una possibile convergenza bipartisan all’insegna di un nuovo regionalismo, rinforzato e convergente al centro con la trasformazione del Senato nella Camera delle regioni, come avviene in tutti gli altri paesi federali. (lavoce)
I Carabinieri della Compagnia di Foggia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre persone, accusate di sequestro di persona ai danni un minore.
Secondo la ricostruzione fornita dai militari dell’Arma, che hanno operato sotto la direzione della Procura della Repubblica di Foggia, la sera del 28 novembre scorso gli indagati – unitamente a due loro parenti, che dovranno rispondere dello stesso reato e che sono già stati tratti in arresto in flagranza nell’immediatezza dei fatti – avrebbero fatto irruzione, armati, presso un’abitazione ubicata in località Rignano Scalo di Foggia, dove avrebbero sequestrato un quindicenne contro la sua volontà. Alla base del gesto vi sarebbero dissidi sorti in ambito familiare. Tra i presunti autori del rapimento – di cui cinque compiutamente identificati – solo due avrebbero riconsegnato il minore ai suoi genitori in nottata.
Lo stesso giorno i Carabinieri della Compagnia di Foggia, supportati dallo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori ‘Puglia’, nel corso di perquisizioni effettuate durante le indagini, in località Borgo Incoronata hanno rinvenuto, presso l’abitazione di un indagato, circa 1 kg di cocaina, pistole a salve e munizioni per fucile.