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NAZARENO STRAMPELLI E IL GRANO SENATORE CAPPELLI NELL’AGRICOLTURA DI CAPITANATA

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Si terrà sabato 7 ottobre 2023 alle ore 9 nella Sala della Regina del Palazzo Dogana a Foggia il convegno su “Nazareno Strampelli e Senatore Cappelli – Il contributo allo sviluppo della genetica nell’agricoltura di Capitanata”. Strampelli fu uno dei più importanti esperti italiani di genetica del tempo e per anni ha lavorato anche in provincia di Foggia dove ha sperimentato in agro di Manfredonia il grano “Senatore Cappelli”. Le varietà di frumento create da Strampelli ed esportate in Messico furono una delle basi degli studi di miglioramento genetico che condussero alla “rivoluzione verde” degli anni Sessanta. Dal punto di vista pratico il suo metodo di incrociare varietà differenti per ottenere nuove cultivar si dimostrò vincente sul metodo allora più in voga di selezionare le sementi solo all’interno di una singola varietà (selezione massale).

Il convegno è organizzato da Grande Oriente d’Italia, Collegio dei MM.VV. Circoscrizione Puglia del Grande Oriente d’Italia, RR.LL. Raimondo de Sangro di San Severo, Evoluzione e Tradizione di Macerata e Strampelli di Rieti, Associazione Libero Pensiero “Giordano Bruno. L’evento è patrocinato dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Foggia, dall’Università di Foggia e dal CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Al convegno, dopo l’introduzione di Gabriele Falcone, M.V. R.L. Raimondo de Sangro n. 1267 all’Oriente di San Severo, e i saluti delle autorità, sono previsti gli interventi di Roberto Lorenzetti, scrittore e ispettore onorario del Ministero della Cultura (“Strampelli a Foggia. La creazione del Grano Cappelli”); Enrico Martinoli, già Consigliere di Amministrazione del CRA (“Strampelli, dalla stazione fitotecnica di Masseria Manfredini al CREA di Foggia”); Pasquale De Vita, Dirigente di ricerca e Responsabile della sede CREA di Foggia (“Le nuove varietà di grano per affrontare la sfida del clima e quella dei nuovi consumi”; Concetta Lotti, ordinario di Genetica agraria all’Università di Foggia (“Le nuove tecnologie di miglioramento genetico applicate al frumento); Nicola De Vita, CEO del Molino De Vita (“Grano Cappelli: l’esperienza della filiera Alce Nero”), Pascal Barbato, mastro fornaio (“Strampelli da una spiga a due”) e Carlo Cambi, giornalista e scrittore (“Il costo della non autonomia alimentare). Le conclusioni sono affidate a Luigi Giannì, Presidente Collegio M.V. Puglia.

Info e segreteria: Associazione Libero Pensiero “Giordano Bruno”

“LUCERA 2026, CROCEVIA DEI POPOLI”: IL DOSSIER DI LUCERA PER LA CANDIDATURA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA

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“Lucera 2026, Crocevia di Popoli e Culture” è il titolo del dossier della Candidatura di Lucera a Capitale italiana della Cultura, presentato sabato 23 settembre al Teatro Garibaldi durante l’incontro con il Comitato tecnico-scientifico e con il Comitato dei Promotori.

Partendo dalla lettera L, iniziale della città Lucera, è stato creato un monogramma composto ruotando in maniera oraria e antioraria la stessa lettera. «Il risultato è un crocevia grafico che indica l’incontro di linee che simboleggiano strade, culture, popoli. La lettura del logo è un chiaro riferimento atemporale. Lucera è il crocevia di popoli e culture passate ma anche un propulsore ed un crocevia di popoli e culture del futuro», spiegano dall’agenzia Scopro, che si è occupata della comunicazione di Lucera 2026. Il monogramma ottenuto da questa rotazione, oltre a simboleggiare il crocevia, ricorda una scintilla, una stella, l’inizio di qualcosa di luminoso e proiettato nel futuro.

«Il progetto “Lucera 2026″, città capofila dei Monti Dauni ed unica in Puglia candidata a Capitale italiana della Cultura, ha fatto scattare una scintilla, ha generato un patrimonio sociale e di collaborazione che durerà oltre ogni risultato», ha dichiarato il sindaco di Lucera Giuseppe Pitta, ringraziando tutti coloro che hanno dato il proprio contributo, in particolare i membri del Comitato tecnico-scientifico e il Comitato dei Promotori. «Lucera è molto fortunata perché ha un parterre di tutto rispetto che coinvolge l’intera Puglia. Possiamo contare su personalità del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, della musica, del cinema, dello sport tra le più rinomate d’Italia e non solo, che sono felici di sostenere il percorso di Lucera e dei Monti Dauni verso la candidatura», ha affermato Pitta.

Il progetto “Lucera 2026″ ha quindi il sostegno di un Comitato tecnico-scientifico composto da personalità illustri che sabato 23 settembre hanno preso parte all’incontro, sia in presenza che in collegamento video e telefonico.

«La candidatura di Lucera a Capitale italiana della Cultura la sento un po’ figlia dell’esperienza fatta in sette anni con PrimaVera al Garibaldi, durante i quali ho portato qui tantissimi artisti che hanno scoperto una città di un’importanza grandissima non solo nel Meridione d’Italia ma nell’intero territorio nazionale», ha dichiarato l’attore Fabrizio Gifuni, sottolineando che continuerà ad essere ambasciatore di Lucera.

A sostenere la candidatura ci sono anche l’artista Renzo Arbore, il cantante Albano Carrisi e l’attrice Rosa Diletta Rossi, intervenuti all’incontro in diretta telefonica. «Sono molto fiero di essere stato scelto come testimonial di questa bellissima operazione per Lucera, cittadina alla quale sono molto legato», ha commentato Renzo Arbore. «Anche se non ci sono fisicamente, sono lì in mezzo a voi, con lo stesso tipo di idea. Immaginare che Lucera diventi Capitale italiana della Cultura è un grande traguardo», ha evidenziato Albano Carrisi augurandosi di incontrare presto la comunità lucerina.

“Lucera 2026” ha acceso una luce importante sulla città, mettendo in rete persone competenti che possono portare la città alla ribalta nazionale. Tra queste c’è anche la direttrice d’orchestra Gianna Fratta che, in collegamento video, ha sostenuto: «Essere manager culturali significa riuscire a trovare le risorse economiche da mettere in campo. Ci sono tantissimi fondi, bisogna saperli intercettare e per farlo abbiamo bisogno di competenze progettuali».

Tra i cento membri del Comitato tecnico-scientifico hanno preso parte all’incontro, in video collegamento, anche il maestro d’orchestra Antonio Ciacca, l’economista Ciro D’Aries, il docente di Storia della musica Alberto Mammarella, l’attrice Stefania Benincaso, il presidente dell’associazione di promozione sociale “Per il Meglio della Puglia” Piero Gambale, la presidente del Premio Letterario I Fiori Blu Alessandra Benvenuto, lo storico dell’arte Antonio Petrone.

Tra i presenti in sala anche Paola Catapano, giornalista e comunicatrice scientifica al CERN di Ginevra, che ha evidenziato come anche la scienza sia cultura.

A fare da portavoce del Comitato tecnico-scientifico sarà il regista Luciano Toriello, che ha dichiarato: «Sono onorato di essere stato nominato portavoce del Comitato tecnico-scientifico formato da tantissimi uomini e donne di valore. Il mio compito sarà quello di sintetizzare una visione condivisa per valorizzare il dossier che ci porterà alla candidatura di Lucera 2026».

«Abbiamo chiesto a tutti i membri del Comitato tecnico-scientifico di diventare ambasciatori di Lucera e promuovere questa candidatura a livello nazionale e non solo. È iniziato un processo culturale di medio-lungo termine per l’intera comunità», ha spiegato Pasquale Gatta, co-coordinatore della candidatura a Capitale italiana della cultura con Fondazione LINKS.

Il Comitato ha compiti di consulenza tecnico-scientifica e di promozione del processo di candidatura; dà sostegno alla Cabina di regia e al Comitato dei Promotori per l’organizzazione del progetto; redige proposte, idee e progetti; promuove la partecipazione di enti e personalità al processo di candidatura; stimola, gestisce e promuove, attraverso le idee e le iniziative dei propri membri, attività che abbiano l’obiettivo di valorizzare e promuovere la cultura del “fare rete”.

Presente all’incontro anche il Comitato dei Promotori – rappresentato dal presidente Davide Calabria e dal notaio Orfina Scrocco (incaricata dal responsabile della governance della candidatura di coordinare le attività del Comitato dei promotori con la Cabina di Regia ed il Comitato Tecnico Scientifico, al fine di supportare la candidatura di Lucera a capitale della Cultura 2026) – composto da imprese, professionisti, associazioni e privati cittadini che scommettono sulla candidatura. Ad oggi il Comitato conta oltre 60 soci e ha già raccolto oltre 60mila euro (è possibile aderire al Comitato fino al 30 ottobre presentando formale istanza al Consiglio direttivo via mail a comitato@lucera2026.it).

Mercoledì 27 settembre alle ore 10.30 in Piazza Duomo ci sarà l’invio del dossier “Lucera 2026, Crocevia di Popoli e Culture”, alla presenza degli istituti scolastici e dell’intera comunità.

Entro il 15 dicembre 2023, la commissione definirà la short list delle 10 città finaliste, e la procedura di valutazione – dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo 2024 – si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.

CELEBRATA LA FESTIVITA’ DI SAN MATTEO, PATRONO DELLA GUARDIA DI FINANZA

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Questa mattina, presso il Santuario di San Matteo Apostolo di San Marco in Lamis, la Guardia di Finanza ha celebrato il suo Santo Patrono, San Matteo.

Alla messa, officiata dall’Ordinario Militare per l’Italia S.E.R. Mons. Santo Marcianò, hanno partecipato il Comandante Interregionale per l’Italia Meridionale, Gen. C.A. Vito Augelli, il Comandante Regionale Puglia Gen. D. Fabrizio Toscano, i Comandanti Provinciali di tutta la regione ed una rappresentanza di ufficiali, ispettori, sovrintendenti, appuntati e finanzieri dello Stato maggiore regionale e dei Reparti della Provincia.

Presenti anche le massime Autorità civili e militari locali, tra cui il Prefetto, il Questore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Sindaco di San Marco in Lamis ed il Commissario straordinario del Comune di Foggia.

Durante l’omelia, caratterizzata dalla presenza del coro polifonico della Legione Allievi di Bari, Mons. Marcianò, ha ricordato la figura di San Matteo, pronto a lasciare il suo lavoro di esattore per diventare apostolo evangelista ed il ruolo che i finanzieri, fortemente legati al loro Santo Patrono, svolgono ogni giorno, quali forze del bene, per contrastare il male dell’illegalità che in provincia si manifesta in modo particolarmente violento e corruttivo.

Al termine della celebrazione, la Fanfara della Legione Allievi ha offerto ai presenti, tra cui numerosi fedeli intervenuti presso il Santuario, un repertorio di musiche contemporanee, concluso con l’Inno nazionale.

SAN NICANDRO, FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

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Ecco il programma della Festa di San Francesco d’Assisi in programma per i giorni 1, 2, 3 e 4 ottobre.

Domenica 1° ottobre

Ore 8:00, 11:00, 19:00 SS. Messe

Ore 12,00 Supplica alla B.V.M. del Rosario di Pompei. Dopo la Supplica lancio della corona del Rosario di palloncini

Lunedì 2 ottobre

  1. Angeli Custodi – Festa nazionale dei Nonni In piazza IV novembre degustazione “pettole

Ore 16,00-18,00 Iscrizioni e inizio dell’anno catechistico con il Mago Peppe

Ore 19,00 S. Messa presieduta da don Nazario Marinacci

Martedì 3 ottobre

Vigilia della Festa di San Francesco

Ore19,00S. Messa presieduta dal nostro Vescovo Mons. Giuseppe Mengoli.

A conclusione della S. Messa il Sindaco pone la fascia tricolore alla statua di San Francesco d’Assisi

Ore 20,00 Canto del Transito di S. Francesco d’Assisi a cura del Coro Gregoriano “Cantemus Domino” diretto dal M° Claudio Bonfitto

Mercoledì 4 ottobre

Festa di San Francesco d’Assisi

Ore 19:00 Santa Messa

Ore 20:00: processione con la statua di San Francesco d’Assisi accompagnata con la banda musicale di San Marco in Lamis con l’esecuzione speciale del Coprifuoco con gli Ottoni, brano della tradizione di Assisi. A conclusione della processione accensione della lampada votiva.

In Piazza IV Novembre degustazione “pettole”.

SAN SEVERO WINTER JAZZ FEST COMPIE 30 ANNI

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Un traguardo importantissimo quello che si accinge a raggiungere il SAN SEVERO WINTER JAZZ FEST, 30 lunghi anni, grazie al suo ideatore e promotore Antonio Tarantino, direttore artistico e presidente dell’Associazione No-Profit “Amici Del Jazz San Severo”.

Una lunga storia, 30 anni in jazz, rassegna artistica internazionale avvicendatasi negli anni tra Teatro Comunale “G. Verdi” di San Severo e il “Time Square”, dal “No-Time” al “Caffè Tra Le Righe”, fino allo “Spazio Off” .

Traguardo reso possibile, specialmente in quest’ultimo periodo, grazie anche al costante ed encomiabile impegno culturale ed economico dello Spazio Off @ Teatro-Cucina di Paola Marino che giunge alla sua 13^ edizione, investendo sempre più risorse e una forza d’animo di fare sempre di più ed offrire il meglio al nostro meraviglioso pubblico che ci segue da anni.

Finalmente archiviata la torrida stagione estiva protagonista di tanti festival jazz in tutta la penisola che quest’anno, in più importanti manifestazioni, si è caratterizzata per la presenza   del consueto, l’abusato, il “sicuro”, per non dire il più facile.

Cartelloni dove si è trovato di tutto e di più, gli stessi protagonisti che si ascoltano di anno in anno, pochissime le novità e la ricerca dei nuovi talenti, dal famoso cantante pop-folk al gruppo rock, musiche più svariate, ecc.

Emblematico il caso di un festival jazz in Italia che è riuscito a fare un intero festival senza ……… il  j a z z, e con grande vanto del sindaco della città, che evidentemente non ha idea alcuna di quello che finanzia.

Ma va tutto bene, la piazza era piena, gli sponsor soddisfatti, i commercianti, i bar e gli albergatori pure.

E andrebbe bene pure a noi, appassionati derubricati “puristi”, se solo si togliesse quel piccolo imbarazzante sostantivo “ J A Z Z” che ormai poco o nulla significa nella maggior parte dei casi descritti.

Una delle peggiori e più fuorvianti battute letterarie del secolo scorso recitava così:

“se non sai cos’è, allora è jazz”.

Ai giorni nostri invece, bisognerebbe riaggiornarla:

“se in un brano che si ascolta riconosci swing, interplay, groove, improvvisazione, allora sai cos’è:  j a z z.  Diversamente, è altro”.

A parte le lodevoli eccezioni riscontrate, riprendiamoci il nostro pur piccolo spazio di provincia dal filo narrante del SAN SEVERO WINTER JAZZ FEST, una proposta artistica internazionale con un cartellone sempre fuori dal coro, coraggioso e intraprendente, alla ricerca del nuovo o del diverso, nuovi talenti internazionali ma anche del nostro territorio, o perlomeno di nomi meno battuti.

Se si vogliono ascoltare i fermenti nuovi che provengono da New York, dall’Europa o dall’Oriente, la nostra rassegna è la conferma di quanto finora operato dall’Associazione No-Profit “Amici Del Jazz San Severo” che giunge il prossimo anno al trentesimo compleanno di intensa operatività artistica e allo Spazio Off @ Teatro-Cucina di San Severo di Paola Marino che, nonostante i tanti rincari di varia natura, ha inteso non variare per la imminente edizione il prezzario degli abbonamenti e il costo del biglietto seriale.

UNO SFORZO CHE MERITA ANCOR DI PIU’ LA VOSTRA CORTESE ATTENZIONE ED IL VOSTRO SOSTEGNO.

SOSTENIAMO LA CULTURA JAZZ, UNISCITI ALLA NOSTRA RASSEGNA ARTISTICA INTERNAZIONALE SOTTOSCRIVENDO L’ABBONAMENTO.

Info e Prenotazioni:

348 04 22 174 – Associazione Amici Jazz San Severo

342 10 38 402 – Spazio Off

Spazio Off@Teatro Cucina

Piazza San Francesco, 12 San Severo [Fg]

Con l’intesa e l’auspicio di avervi sempre più numerosi, un caro abbraccio e arrivederci al 10 Novembre, primo grande evento del San Severo Winter Jazz Fest.

Antonio Tarantino

Direttore Artistico San Severo WJF

Presidente Associazione No-Profit “Amici Jazz San Severo”

VENERDI 10 NOVEMBRE PRZEMYSLAW STRACZEK Quartet

“FIG TREE”

event supported by Polish Institute in Rome

Przemyslaw Straczek : guitar

Marcin Kaletka : tenor / alto sax

Francesco Angiuli : double bass

Patryk Dobosz : drums

VENERDI 15 DICEMBRE SUBCONSCIOUS Trio

“ WATER SHAPES ”

Monique Chao : piano

Victoria Kirilova : double bass

Francesca Remigi : drums

VENERDI 12 GENNAIO ALBERTO IOVENE  Quartet

“ THE NEW DAY ” – Abeat Records 2023

  1. DANIELE DI BONAVENTURA

Alberto Iovene : piano

Daniele di Bonaventura : bandoneon

Camillo Pace : double bass

Mimmo Campanale : drums

VENERDI 16 FEBBRAIO ANDREA SABATINO TRIO

“ 35 ANNI SENZA CHET BAKER ”

Andrea Sabatino : tromba/flicorno

Bruno Montrone : piano

Aldo Vigorito : contrabbasso

VENERDI 22 MARZO ROBERTA GENTILE  ft PIETRO GALLO TRIO Roberta Gentile : voce

Pietro Gallo : piano / synth

Donato Sardone : double bass

Donatello Giorgio : drums

VENERDDI 19 APRILE MARE NOSTRUM JAZZ PROJECT

“ MIGRANTES ”

Vincitore Puglia Sounds Records 2023

Felice Lionetti : piano / synth

Marcello De Francesco : violino

Giovanni Mastrangelo : basso el.

Antonio Cicoria : batteria

L’IPOCRITA SI RICONOSCE FACILMENTE

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Ci corteggia, con complimenti falsi, per poi colpirci alle spalle. È un narcisista spietato. Parla sempre male degli altri

Un amico che conosce bene vizi e virtù degli italiani mi ha detto: “In questo Paese ogni tanto bisogna dire una bugia, essere ipocriti, la verità diventa pericolosa…”. Premesso che la verità non sempre è facile a dirsi e ad ascoltare, non credo che l’ipocrisia sia una soluzione giusta all’antico vizio degli italiani di dissimulare, arrotondare la realtà e renderla opaca. Il rimedio, in questo caso, è peggiore del male, e a forza di praticare l’ipocrisia si rischia di renderla un atteggiamento naturale, con qualche improbabile giustificazione. Non pago le tasse? Sono troppe. Ho tradito il sacro vincolo dell’amicizia? Meglio tacere. Non ho il rispetto per gli altri? Mi fanno perdere la pazienza.

COME RICONOSCERE UNA PERSONA IPOCRITA

Nell’ipocrisia, che ha una radice riconducibile alla parola greca il cui significato è “simulazione”, c’è un meccanismo, quasi una coreografia che gioca tutto sull’apparenza. Una pagina meravigliosa del Vangelo è quella di Gesù che denuncia i sepolcri imbiancati: belli a vedersi all’esterno, ma pieni di marciume all’interno. L’ipocrita ha un volto pulito, senza rughe e senza macchie, si presenta con toni affabili, con voce suadente. Ci corteggia per poi colpirci, alle spalle, con il massimo del cinismo. Ma contro gli ipocriti abbiamo una carta da giocare: smascherali è molto più facile di quanto loro stessi possono pensare. Uno di questi segnali, primo o poi viene fuori. Gli ipocriti, accecati dal loro narcisismo, sono sempre pronti a parlare male di qualcuno, specie di chi potrebbe fare ombra ai loro presunti meriti. Usano il venticello della calunnia per denigrare qualsiasi persona e non hanno ritegno nel condire queste critiche anche con pesanti bugie. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con il consueto cicaleccio che possiamo fare sugli altri, con leggerezza e senza ferire nessuno. Gli ipocriti vivono blindati nelle loro certezze, non sono neanche sfiorati dalla grazia del dubbio. Ogni parola che pronunciano è una tavola della verità: guai a contraddirli, se si va bene è solo fatica sprecata. Se vi va male, sarete sommersi dagli insulti. Gli ipocriti di solito si auto-declamano maestri di morale. Non hanno difetti, non commettono né reati né peccati. Sono dei modelli di vita, che non trovate neanche in un convento francescano. Peccato solo che sia tutto finto.

CHE COSA VUOL DIRE ESSERE UNA PERSONA IPOCRITA?

Il comportamento dell’ipocrita è come la raffica di un fucile che sparge i suoi colpi a 360 gradi. In tutte le direzioni. Finge virtù e qualità importanti, ma in realtà non possiede né le une né le altre.  Semina parole e precetti ispirati alla morale, ma è il primo a non applicarli. Anzi, la sua è la classica morale dei moralisti: vale per gli altri ma non per sé stessi. L’ipocrita riesce a mostrare sentimenti autentici che non gli appartengono: la lealtà, l’amicizia, l’amore. Sparge complimenti, sorrisi, parole dolci: ma appena volti le spalle è ponto a ferirti, a dire ad altri tutto il male possibile su chi ha appena adulato di persona. L’ipocrita ha una malattia dell’anima che lo fa apparire esattamente il contrario di ciò che è nella realtà.

COME SI FA A CAPIRE CHE UNA PERSONA È FALSA?

Ipocrisia e falsità vanno di pari passo. Una persona ipocrita, come abbiamo visto, ha bisogno di dire bugie e chi è falso ha bisogno di mascherare le sue menzogne con l’ipocrisia. Spesso per capire la falsità di un uomo o di una donna, dovete partire dalla sua esteriorità, come nel caso dei sepolcri imbiancati e della loro doppia identità. La persona falsa, con il suo sorriso sempre ben stampato in faccia, è un maestro del perbenismo. Confonde l’etichetta con il senso della vita, e riduce tutto a un suo galateo, laddove la vera educazione, come la vera virtù, è quella che portiamo dentro e non solo nelle nostre manifestazioni esteriori. Chi è falso è sempre pronto a squadernare una regola da Monsignor della Casa, ma poi crolla di fronte alla prima prova con la quale dovrebbe dimostrare la sua lealtà. Nella sua vita tutto è una regola, un’etichetta, un come comportarsi. Peccato però che manchi la sostanza dei valori. Un altro segnale importante arriva dal linguaggio. La persona falsa è pronta a riempirvi di complimenti (per poi insultarvi e tradirvi): alcuni sono spudoratamente falsi, altri del tutto inutili.

COME RICONOSCERE UNA PERSONA INAFFIDABILE

Gli ipocriti, per ovvi motivi, sono sempre inaffidabili. Le persone inaffidabili, invece, possono esserlo anche in buona fede, convinte di stare dalla parte della ragione. Ma anche l’inaffidabile è facile da riconoscere in base ad alcuni segni che non lasciano dubbi. Le persone inaffidabili parlano molto, ma realizzano poco. Non hanno il senso del tempo e dello spazio: le loro vite vanno avanti alla giornata e restano sospese a mezz’aria. Parlano, anche di cose che neanche conoscono, e non ascoltano. Mostrano sempre la ricerca di un obiettivo, ma non si capisce mai bene di che cosa si tratta e come si possa raggiungere. Non riconoscono scadenze e impegni, e tendono sempre a procrastinare.

COME COMPORTARSI CON GLI IPOCRITI

Non è facile scegliere una linea di comportamento con gli ipocriti, anche considerando i numeri in base ai quali ne siamo circondati. Né possiamo immaginare un’unica regola, che valga per tutti. Iniziamo allora a fare una differenza, tra le persone per le quali non abbiamo alcun interesse né particolari doveri e quelle alle quali invece siamo legati in base a qualche vincolo. Di affetto, di relazione, di lavoro. Le prime le liquidate facilmente, utilizzando, in alternativa, le lezioni di Dante e di Totò. Dante è il poeta che ci ha insegnato la regola del “Non ti curar di loro, ma guarda e passa“. Perfetta per affrontare senza sprecare tempo e affannarsi in qualche chiarimento, il morbo della falsità. Totò invece ci ha regalato la potenza della pernacchia, un equivalente più scenografico e teatrale dell’indifferenza dantesca. Quando un bugiardo supera il limite, può partire la vostra pernacchia. Reale o virtuale è una decisione che lascio alla vostra sensibilità.

CHE FARE CON LE PERSONE FALSE

Poi ci sono persone false alle quali siamo legati. E qui le cose si complicano, in quanto il nostro obiettivo è comunque salvare la relazione. Serve gradualità nell’esame della situazione, guai a mettersi in cattedra, a dare giudizi sommari e senza appelli. In qualche caso, pensiamo alla lunga vita delle coppie, piccoli arrotondamenti della realtà possono anche avere una loro utilità e non sono sinonimi di ipocrisia. Contribuiscono a dare lunga vita alla coppia. Con questa premessa, affrontate la falsità a viso aperto. Metteteci anche voi la faccia. Iniziate prendendo un tantino le distanze, e dando così un segnale chiaro: “Guarda che ho capito la verità, e come stanno davvero le cose…”. Più che il classico abbinamento di bastone e carota, alternate qualche frase gentile, anche ironica e leggera, alla fermezza di un rimprovero a volto scoperto. La gentilezza impone reciprocità e in questo caso può fare la differenza. E in ogni caso, date sempre una via d’uscita al bugiardo che avete di fronte, e fategli capire che siete in grado di afferrare la sua falsità prima ancora che lui ( o lei) abbia pronunciato una sola parola non vera. (nonsprecare)

“CHIAMATA ALL’AVVENTURA” PER LA 6^ EDIZIONE DI “MONDE – FESTA DEL CINEMA SUI CAMMINI”

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Tra gli ospiti Salvatore Cascio, Sara Ciocca e Rosa Diletta Rossi. Quattro giorni di proiezioni, talk, cammini, masterclass, incontri, matinée e spettacoli. Dal 5 all’8 ottobre 2023 a Monte Sant’Angelo, sul Gargano.

“Chiamata all’avventura” è il tema che la direzione artistica di “Mònde – Festa del Cinema sui Cammini” ha scelto per fare da bussola e fil rouge a tutte le iniziative previste per la 6^ edizione della manifestazione, che dal 5 all’8 ottobre 2023 tornerà ad animare Monte Sant’Angelo, Città dei due Siti UNESCO e Capitale della Cultura pugliese del 2024.

Un tema che si colloca in ideale continuità con il  “Ritorno a casa” – e il suo invito alla restanza – dell’edizione 2022, ma che al contempo rappresenta un punto di rottura radicale rispetto ad esso.

Prendendo in prestito il nome di uno degli snodi narrativi individuati dagli studiosi di drammaturgia quali passaggi obbligati e archetipici di ogni narrazione classica, la “chiamata all’avventura” rappresenta il problema da affrontare, la sfida, l’anelito al cambiamento che si pone dinanzi all’eroe protagonista e che questi non può fare a meno di accogliere e affrontare. È questo il momento preciso in cui l’eroe, decidendo di mettersi in cammino per accogliere il suo destino venturo e tutte le novità di cui è foriero, dà il via alla sua storia. Da questo viaggio tornerà come una persona nuova.

La “chiamata all’avventura” è, quindi, una spinta a lasciare per sempre la propria dimensione ordinaria e ad andare incontro all’ignoto, allo straordinario che è nel mondo ma anche – inaspettatamente – dentro di ognuno.

«Per ridestare idealmente il nostro eroe dalla sua condizione di torpore iniziale, abbiamo pensato ad un particolare strumento sonoro della tradizione garganica, ma non solo, la “tròzzele” (o bàttola, in italiano) che è al centro del visual di questa edizione», spiega il direttore artistico di Mònde Luciano Toriello, che aggiunge: «Sarà il suono stridulo della “tròzzele”, tipica delle coreografiche processioni della Settimana Santa, ad accompagnarci alla scoperta delle proiezioni, dei cammini, degli eventi e degli ospiti del 2023».

Tra gli ospiti attesi a Mònde c’è Salvatore Cascio, l’indimenticabile Totò di “Nuovo Cinema Paradiso”, che racconterà in prima persona la sua storia, dall’esperienza nel film premio Oscar di Giuseppe Tornatore alla retinite pigmentosa, una rara forma di cecità ereditaria da cui è affetto. A Mònde sarà proiettato anche “A occhi aperti” di Mauro Mancini, cortometraggio interpretato dall’attore siciliano e che è stato prodotto da Movimento Film e Rai Cinema per Fondazione Telethon.

Altra ospite di spicco sarà Sara Ciocca, la giovanissima attrice che ha già recitato in “La Dea Fortuna”, “Il giorno più bello del mondo”, “America Latina” e che dal 5 ottobre tornerà su Rai1 con la seconda stagione della serie tv di successo “Blanca”. A Mònde ci sarà la proiezione del nuovo lungometraggio che la vede protagonista, “Nina dei Lupi” di Antonio Pisu, uno dei titoli della sezione “Giornate degli Autori EXTRA” (presentata a Venezia il 4 settembre scorso), che annovera alcuni dei film protagonisti della 20a edizione delle Giornate degli Autori, rassegna autonoma della Mostra del Cinema di Venezia, promossa dalle associazioni dei registi e degli autori cinematografici italiani ANAC e 100autori.

Torna anche quest’anno alla Festa del Cinema sui Cammini Rosa Diletta Rossi, attrice cinematografica, teatrale e televisiva di origine pugliese, protagonista della serie tv “Maria Corleone”. Sarà lei la madrina dei matinée dedicati agli studenti e incentrati su momenti di confronto, riflessione e dibattito.

Tra le proiezioni immancabile la sezione dedicata ai documentari sui cammini, mentre la novità del 2023 è la sezione “Green Screen”, che prevede film su tematiche ambientali e sostenibilità.

Come sempre a Mònde sarà possibile andare alla scoperta di identità, radici e memoria percorrendo le antiche vie di pellegrini e crociati. Camminatori più o meno esperti, desiderosi di vivere un’esperienza indimenticabile tra storia e natura, potranno esplorare il patrimonio della Città dei due Siti Unesco e del Parco Nazionale del Gargano. Tre i cammini in programma a Mònde 2023 – organizzati in collaborazione con l’Associazione Monte Sant’Angelo Francigena e MooVeng – grazie ai quali si andrà alla scoperta del convento delle monache insurrezionaliste e degli eremi del canyon di Pulsano, si seguiranno le orme degli antichi pescatori garganici lungo “L’antica Via del Sole” e si partirà alla ricerca del colosso della Foresta Umbra, il faggio più grande ed alto di tutta la faggeta (info su https://www.mondefest.it/i-cammini-di-monde-2023/).

“Mònde – Festa del Cinema sui Cammini” è un’iniziativa realizzata nell’ambito dell’Apulia Cinefestival Network 2023 con il sostegno di Regione Puglia e Apulia Film Commission, finanziata dall’Unione europea – Next Generation EU nell’ambito del progetto TOCC-Transizione digitale.

Realizzata con il contributo di: Comune di Monte Sant’Angelo, La Massarìa, ADTM.

Soggetto ideatore e organizzatore della manifestazione, per la Direzione artistica di Luciano Toriello, è MAD – Memorie Audiovisive della Daunia. La sezione “Giornate degli Autori EXTRA” è realizzata in accordo con le “Giornate degli Autori”.

L’evento è realizzato in collaborazione con: Ass. “Archivio MAD”, “Monte Sant’Angelo Francigena”, “MooVeng”.

APRICENA SI INTERROGA SUL DOPO POTENZA. MASELLI IN CAMPO?

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Masselli potrebbe scendere in campo. «Al momento sono in panchina»

Nella prossima primavera, la seconda capitale italiana (ed europea, secondo una recente rilevazione del Politecnico di Bari) del settore estrattivo sarà chiamata a rinnovare il proprio consiglio comunale.

Secondo il vigente testo unico sugli enti locali, l’attuale Sindaco di Apricena, Antonio Potenza, non sarebbe ricandidabile alla medesima carica, avendola ricoperta per due mandati consecutivi. Il condizionale è, però, d’obbligo.

Pende, infatti, l’incognita della modifica dell’art. 51 del medesimo testo unico, attualmente all’esame della   Commissione Affari Costituzionali del Senato, nella cui seduta del 20 settembre scorso, il senatore Meinhard Durnwalder (Südtiroler Volkspartei) ha illustrato il suo emendamento (al disegno di legge di Fratelli d’Italia per reintrodurre l’elezione diretta dei presidenti delle province) che, se votato e successivamente approvato in via definitiva, concederebbe ai sindaci la possibilità di candidarsi per un terzo mandato consecutivo.

Ma, si sa, gli iter legislativi non sono brevi e l’auspicato via libera al terzo mandato dei sindaci potrebbe non essere votato dal Parlamento o, comunque, non arrivare in tempi utili per l’eventuale “Potenza ter”, che, nel caso, sarebbe molto probabile.

Apricena non vuole, dunque, farsi trovare impreparata.

«La città non può correre il rischio di doversi poi accontentare di candidati sindaci frettolosamente individuati e non sufficientemente metabolizzati. Il dopo Potenza non è un tema che riguarda soltanto l’attuale coalizione di governo ma l’intera città. Per Apricena si profilano occasioni di sviluppo senza precedenti e che non ammettono rinvii. I treni o si prendono o si perdono. E’ quello che sta per passare è un treno irripetibile, di quelli che passano una volta sola. E’ in gioco il futuro di Apricena. Con Potenza la ricchezza (del territorio) si è trasformata in bellezza. Ora la bellezza si dovrà trasformare in benessere (diffuso). Ragion per cui occorre individuare sin da subito candidati all’altezza di fare ciò. Potenza lascia un’eredità pesantissima per chiunque gli verrà dopo e il rischio di apparire come la sua “brutta copia” è molto elevato. Abbiamo bisogno di altrettanta originalità e coraggio. Di chi sappia far valere gli interessi di Apricena con indubbia determinazione» dichiara Alfonso Masselli (in foto), che, nei giorni scorsi, ha aperto il dibattito sul suo profilo facebook.

Unanimi i commenti degli intervenuti: la persona giusta sarebbe proprio lui, Alfonso Masselli, l’“outsider” della politica apricenese, salito agli onori della cronaca anche estera per le sue tante iniziative volte alla valorizzazione di Apricena (dall’attivazione di corsi master del Politecnico di Bari alla riapertura dello storico cineteatro “Solimando”).

Ma a fare il suo nome non sono stati gli esponenti politici. E’ stata la gente comune. Una sorta di investitura dal basso.

«Sinceramente non me lo aspettavo. Questo mi onora e mi ha incoraggiato ad abbandonare la tribuna. Cosa che diversamente non avrei mai fatto. Ora sono in panchina, ovvero a disposizione della mia città».

«Nei giorni scorsi ho ricevuto una infinità di messaggi e telefonate da tantissimi dei miei concittadini, di ogni orientamento politico. Mi hanno esortato ad un maggior impegno, ad andare oltre la semplice messa a disposizione. La cosa che più mi ha colpito è che nelle loro parole non c’era traccia del loro pensiero politico, pur essendo molti di loro chiaramente schierati. Mi vedono come uno di loro. Forse perché non ho mai fatto politica attiva. Forse perché non ho mai espresso un voto ideologico. Tutta questa fiducia trasversale non poteva lasciarmi indifferente».

Nessuno della politica locale l’ha ancora contattata?

«Nelle scorse ore sono stato contattato da alcune associazioni e da alcuni esponenti politici, anche provinciali, che vorrebbero incontrarmi al più presto. Vorrebbero approfondire il mio programma, che sanno che ho in tasca da tempo e che porterò avanti a prescindere, come ho fatto finora. Mi hanno tutti chiesto massima riservatezza, per cui non posso dirvi di più su di loro. Vi posso però aggiungere che sono molto distanti tra loro e che sarebbero disposti ad azzerare le loro distanze. A tutti però ho messo in chiaro una cosa: non voglio colorarmi, non l’ho fatto finora e non comincerò di certo adesso. Non ho velleità politiche. Sono felicemente sposato con la mia città e, nel caso, scenderò in campo soltanto per essa. Al momento resto in panchina, ma non starò a girarmi i pollici» conclude l’“outsider” della politica apricenese.

 

EDITORIALE DELLA DOMENICA. FIERA DI OTTOBRE DEL GARGANO: QUALI RISULTATI ATTESI?

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In attesa dell’evento della Fiera di Ottobre del Gargano che potrebbe essere il primo step per una manifestazione importante per San Nicandro ma anche di tutto il Gargano che si proietti nel tempo come punto di riferimento di tutto il territorio garganico ma anche dell’intera Capitanata, si vuole analizzare gli obiettivi e i risultati attesi dall’evento fieristico.

Innanzitutto le fasi del progetto che riguardano il coinvolgimento delle scuole da interessare per il progetto formativo (calendario formazione nel Borgo, visite guidate nella masseria didattica), l’incontro nelle scuole per diffondere, sia ai ragazzi che agli insegnanti, il senso dell’evento e i relativi contenuti: – la dieta mediterranea e gli aspetti nutrizionali e igienico sanitari: la piramide degli alimenti, mangiar bene e viver sano, le produzioni tipiche: il “chi è” degli alimenti, – conoscenza del territorio di San Nicandro Garganico con le sue tipicità, tradizioni e le sue produzioni, l’ambiente rurale e l’ecologia, – conoscenza della stagionalità di una produzione, o del percorso di filiera che si intende seguire; – realizzazione di eventi di sensibilizzazione cognitiva e visiva rispetto all’alimentazione, all’ambiente e al territorio.

Quali gli obiettivi e i risultati attesi? Il progetto si propone l’obiettivo generale di diffondere, favorire e migliorare la cultura alimentare e la conoscenza del territorio e delle sue produzioni agricole. Tale progetto mira ad avviare i destinatari (alunni delle scuole e in generale consumatori) all’assunzione di corrette abitudini alimentari dialogando con il mondo delle produzioni agricole e con le tradizioni culturali, storiche, ambientali del territorio che lo rappresenta.

Per gli alunni gli obiettivi specifici saranno: – promuovere una conoscenza consapevole dell’origine degli alimenti, e delle caratteristiche di alcuni di essi (produzioni tipiche DOP, IGP e biologiche) – sviluppare la conoscenza delle produzioni locali e la capacità di riconoscerle anche in relazione alla loro stagionalità; – promuovere la conoscenza del territorio e delle realtà agricole e del loro valore didattico;

Per i genitori e gli adulti in generale gli obiettivi specifici saranno: – far conoscere le attrattive locali; – trasferire alle nuove generazioni le tradizioni locali e le conoscenze in termini sociali dell’educazione alimentare; – stimolare e coinvolgere la partecipazione della comunità locale per consolidare la consapevolezza identitaria e stimolare l’educazione alimentare.

Per i docenti: – stabilire un coinvolgimento diretto con i genitori nella condivisione delle tematiche della sicurezza alimentare, del benessere e della conoscenza del proprio territorio e delle sue peculiarità produttive; – valorizzare i vicoli e le piazze del borgo e trasformarli in luoghi dove poter svolgere attività culturali; – stimolare gli insegnanti verso attività laboratoriali efficaci per l’educazione alimentare; – far conoscere le attività della rete delle masserie didattiche.

Per quanto attiene ai risultati cognitivi attesi: – acquisizione di conoscenze sugli aspetti nutrizionali e sulle corrette abitudini alimentari – acquisizione di conoscenze sulle principali produzioni locali e sulle caratteristiche di tipicità dei prodotti – riconoscibilità della stagionalità delle produzioni

Risultati comportamentali attesi – abilità di selezione nella scelta degli alimenti – assunzione di corrette abitudini alimentari (merenda in classe, dieta equilibrata) – cura e protezione dell’ambiente.

Si evince chiaramente un cambio di passo che vuole proiettare la fiera in una dimensione per ampia territorialmente ma, soprattutto, la sicurezza alimentare del proprio territorio e la valorizzazione delle proprie risorse. Un traguardo ambizioso che può e deve essere raggiunto.

Il Direttore

“POPOLI IN MOVIMENTO” A LACUS: SUL LUNGOLAGO DI LESINA LA MOSTRA DI FRANCESCO MALAVOLTA

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Sarà visitabile fino a domenica 1° ottobre. Negli scatti del fotoreporter disperazione e speranza dei migranti

È un cammeo incastonato nella Terra dei Laghi la mostra fotografica Popoli in Movimento di Francesco Malavolta, visitabile fino a domenica 1° ottobre sul lungolago di Lesina.

Sono foto “necessarie”, che raccontano storie. “Le foto sono un regalo”, secondo Malavolta, che ha colto disperazione e speranza negli occhi di un’umanità in fuga, alla ricerca di una vita migliore.

Ogni scatto è una testimonianza toccante. Il lago, con le sue sfumature, è la cornice ideale e concilia una doverosa e dolorosa riflessione che il fotoreporter vuole stimolare.

La mostra fotografica è stata inaugurata nell’ambito di Lacus, La Terra dei Laghi, progetto, brand ed evento promosso dai Comuni di Lesina, Cagnano Varano, Carpino e Ischitella.

Migrazioni è il tema della seconda edizione, finanziata dalla Regione Puglia e dall’Ente Parco Nazionale del Gargano, con il contributo dei quattro comuni che hanno stipulato un accordo di cooperazione, in partenariato con il Club per l’UNESCO di Foggia e Confartigianato Imprese Foggia, e con il patrocino di EBN Italia.

Dopo i saluti del sindaco di Lesina, Primiano Di Mauro, e della project manager Ester Fracasso di Pugliaidea, Francesco Malavolta ha presentato la sua mostra e ha accompagnato i visitatori ripercorrendo i suoi viaggi.

Popoli in Movimento nasce dall’esigenza del racconto. Lo scopo principale è la narrazione umana delle persone costrette a scappare dalle loro case, proponendosi di anteporre le storie delle singole persone e scostandosi dalla continua considerazione dei rifugiati come numeri.

Le foto in mostra sono state realizzate negli ultimi 12 anni nel Mar Mediterraneo, nel Mar Egeo, in Serbia, in Nord Macedonia, in Bosnia, in Italia, in Grecia, in Croazia, e arrivano a ritrarre le persone costrette a scappare dalla guerra in Ucraina in corso da febbraio 2022.

“L’incontro con la fotografia è stato casuale, è stata lei a scegliere me: un giorno è entrata a far parte della mia vita, trasformandosi in lavoro – racconta Francesco Malavolta – Anche il soggetto delle mie foto l’ho incontrato casualmente, quando in Puglia assistetti a uno sbarco di albanesi in fuga dalla dittatura. Fui attratto dalla moltitudine di persone che avevano lasciato tutto inseguendo un sogno di libertà: colsi la sfida di immortalare il movimento, dentro a un’immagine. Da allora i miei scatti testimoniano le migrazioni e il loro evolversi, concentrandosi sui loro protagonisti. Ogni scatto, un racconto. Ogni racconto, una storia. Ogni storia, un tentativo di salvare la peculiarità della Vita, ritratta sfuggendo alla logica spersonalizzante che presenta le migrazioni come ‘fenomeni idraulici’ e anonimi. La ‘mia fotografia’ è legata alla documentazione dei flussi migratori, via terra e via mare. L’umanità è da sempre in movimento, un movimento che assume tratti tanto più drammatici quanto più si cerca di ostacolarlo, ripiegando su paure e posizioni illogiche e anacronistiche. Il mio obiettivo è quindi rendere omaggio a un’umanità caparbia, che un passo alla volta guadagna centimetri di libertà”.

Francesco Malavolta è impegnato da oltre vent’anni a documentare i flussi migratori che interessano il nostro continente, gli ultimi segnati da un intensificarsi senza precedenti delle migrazioni. Ha viaggiato lungo i confini di un’Europa sempre più blindata e difficile da raggiungere, via terra o via mare. Da 12 anni collabora con la Comunità Europea, con varie agenzie di stampa internazionale come Associated Press, e con organizzazioni internazionali quali UNHCR e OIM.

COME CHIEDERE SCUSA IN CINQUE MOSSE

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Non abbiate fretta, ma cogliete al volo il momento migliore. Siate chiari, senza giri di parole. Con garbo leggero. Ed evitate i messaggi elettronici.

Una sola parola, molto breve. Ma potentissima. Quasi un soffio delle labbra per pronunciarla, eppure, detta al momento giusto e con la persona giusta, da sola, può cambiare il corso di una giornata, e perfino di una relazione umana. Scusa. Null’altro che questo, un termine che abbiamo del tutto cancellato dal nostro vocabolario quotidiano, in tempi di rancore facile e condivisioni difficili. In tempi nei quali essere gentili, e magari riconoscere un errore, cosa che, banalmente, capita a tutti e tutti i giorni, è considerato quasi un handicap, una forma di fragilità.

COME CHIEDERE SCUSA

Chiedere scusa può essere anche uno sforzo, visto che abbiamo paura, con questa parolina, di mostrarci deboli, remissivi, perdenti. O, peggio, sconfitti. E invece riconoscere un errore, anche quello banale che poi nel silenzio reciproco può gonfiarsi fino all’astio, con naturalezza e disinvoltura, è il modo più semplice per evitare sprechi enormi. Sprechi di tempo (gli scontri silenziosi e prolungati molto spesso si traducono in una enorme dispersione di tempo e di energie), di affetti, di relazioni. Di amore. E di buoni rapporti a tutti i livelli, a casa, in famiglia, come sul lavoro, dove talvolta contano anche le gerarchie e dire scusa può essere indispensabile.

COME CHIEDERE SCUSA IN MODO CONVINCENTE

Ma per pronunciare questa parola-chiave, che migliora tutte le relazioni umane, bisogna anche capire quale può essere il momento più giusto, essere capaci di utilizzare tono e parole giuste, e dimostrare di non essere un giocatore di poker che sta bluffando, trasmettendo, al contrario, la convinzione che stiamo facendo davvero sul serio.

MODI PER CHIEDERE SCUSA

Ecco allora cinque consigli essenziali, molto semplici, compresi alcuni errori da evitare per chiedere scusa nel modo giusto:

Non abbiate fretta. È vero che lasciare una ferita aperta nei rapporti umani, rinunciando comunque a riconoscere un errore, anche quando a sbagliare magari si è stati in due, può consumare il legame. Renderlo vulnerabile fino al punto di non ritorno e alla sua perdita. Ma per chiedere scusa, molto spesso bisogna sapere cogliere il momento giusto, e avere un tempismo corretto. Può essere un attimo dopo l’errore, o qualche tempo dopo. L’importante, comunque, è non avere fretta.

Siate chiari. Pochi giri di parole, e niente sguardi obliqui. Quando si chiede scusa, è sempre meglio essere diretti e guardare l’interlocutore negli occhi. Se possibile, evitate frase generiche, del tipo “Forse c’è stato un malinteso….”, che possono perfino irritare, e andati dritti al punto. Anche senza troppo approfondire (talvolta è controproducente), ma dando importanza a una cosa essenziale: la vostra sincerità.

Mettetevi in discussione e lasciate tempo all’altro. Chiedere scusa è un gesto di sana umiltà, e come tale ha ancora più valore. Quindi cogliete l’occasione per guardarvi dentro, capire meglio la genesi dei vostri errori: avrete più energia per superare il pregiudizio iniziale di consideravi deboli pronunciando la parola Scusa.  Allo stesso tempo, non incalzate il vostro interlocutore, una volta che avete chiesto Scusa. Per esempio, dicendo: “Mi perdoni?”. Oppure “Adesso è tutto a posto?”.  Questo meccanismo delle scuse sincere e semplici, antidoto allo spreco di affetti autentici, deve avere il suo tempo per sedimentare.

Evitate messaggi elettronici. Se possibile, e se non avete un’urgenza e una particolare necessità, evitate di chiedere Scusa utilizzando la tecnologia. Cioè con un sms o una mail o uno dei tanti messaggini che girano nella Rete. No, la cosa migliore, quando si tratta di scuse, è di esprimerle di persona. Guardandosi in faccia, appunto.

Attenti al tono. L’ironia e la leggerezza, che di solito sono ingredienti preziosi di una vita densa e ricca dal punto di vista della qualità umana, possono non essere adatte alla parola scusa che state pronunciando. Valutate se non è il caso di scegliere uno stile sobrio, specie se state pronunciando le scuse in un ambiente di lavoro. Ed evitate espressioni, anche con il sorriso e con il tono amichevole, del tipo: “Però anche tu…”. Rischiate solo di riaprire la ferita e di dovere ricominciare tutto daccapo.

SCUSE CON SMS

Teneri, divertenti, concilianti: Su Internet, attraverso il motore di ricerca di Google, trovate una vera enciclopedia di messaggi di scuse  via sms. Non teneteli in alcuna considerazione. Come abbiamo detto, le scuse elettroniche sono molto pericolose e possono avere un effetto opposto. Stessa cosa per le faccine, i cuoricini, le emoticon. Al massimo, concedetevi una frase leggera, propedeutica però a un incontro nel quale le scuse siano reali e con un contatto personale. Qualcosa del tipo: Ci vediamo? Prendiamo un caffè?

COSA DIRE AL POSTO DI SCUSA?

In teoria ci sono diverse alternative alla semplicissima parola scusa, in realtà è bene stare attenti a non sprecarle, utilizzandole fuori luogo. Le più ricorrenti sono: Mi dispiace, Perdonami, Ti chiedo perdono. Le ultime due sono molto ridondanti e devono essere giustificate da quanto è davvero avvenuto. La prima è molto vaga e concentrata su se stessi, potrebbe dare una sensazione sbagliata, di reiterato narcisismo, al nostro interlocutore. Poi c’è la frase del risarcimento: Come posso rimediare? Consideratela una battuta, le scuse non si vendono e si comprano come in un suk. Ancora: Sono stato un idiota. E’ sempre bene riconoscere la propria stupidità, visto che tutti ne siamo forniti. Ciò che varia è il dosaggio, e chiedere scusa è un segno di intelligenza. E’ tutta colpa mia: questo è il modo con il quale, scusandosi, si assume una responsabilità. Ma sarà vero? (nonsprecare)

BONUS CULTURA: 500 EURO PER I NATI NEL 2004

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I ragazzi nati nel 2004, che hanno compiuto 18 anni nel 2022, possono presentare domanda dal 31 gennaio 2023 al 31 ottobre 2023 ed ottenere il voucher da 500 euro.

Nel 2023 lo Stato mette a disposizione di tutti i nuovi maggiorenni senza distinzione il contributo da 500 euro da spendere in attività culturali come cinema, musica, libri, musei, corsi di lingua straniera ed altro.

Il buono è disponibile in forma elettronica per tutti i nuovi diciottenni che si registrano sul portale 18app.

Beneficiano del Bonus Cultura i ragazzi che hanno raggiunto la maggiore età nell’anno precedente all’utilizzo del buono. Non solo, i destinatari del contribuito devono anche essere residenti in Italia e in possesso, se previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità. I ragazzi che hanno raggiunto la maggiore età nell’anno 2022 possono beneficiare del bonus cultura nel 2023.

COMPIUTA LA 23^ EDIZIONE DEL PREMIO ROTARY DI LUCERA

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L’attesa è terminata, e con grande successo si è conclusa la 23ª Edizione del Premio Rotary Scuola di Lucera, un evento organizzato con passione e dedizione dal Rotary Club di Lucera, sotto la guida del Presidente Luigi Fantetti.

Il momento clou di questa edizione è stata la partecipazione straordinaria del colonnello Carlo Calcagni come ospite d’onore. Il colonnello Calcagni, una figura notevole con valori eccezionali, ha condiviso la sua testimonianza di vita, ispirando ed emozionando tutti i presenti.

Le date principali dell’evento sono state il 22 settembre e il 23 settembre. Il 22 settembre, presso il Cine-teatro dell’Opera a Lucera, è stato proiettato il documentario “Io Sono il Colonnello”, che ha messo in luce la straordinaria vita del colonnello Calcagni e i suoi valori inestimabili. A seguire, il colonnello ha partecipato a un coinvolgente dibattito.

Il 23 settembre, la tradizionale premiazione degli studenti presso l’Auditorium “R. Bonghi” alle ore 9:00. Gli studenti locali sono stati riconosciuti e premiati per i loro eccezionali risultati.

Il Rotary Club di Lucera esprime gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato a questo straordinario evento. La 23ª Edizione del Premio Rotary Scuola di Lucera è stata un’occasione unica per celebrare il talento degli studenti e trarre ispirazione dalla testimonianza del colonnello Carlo Calcagni.

GRANDINE, CHE DISASTRO: POMODORI DISTRUTTI E OLIVE PER TERRA

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Pomodori distrutti, olive a migliaia per terra strappate dalla furia di vento e grandine, stessa cosa per l’uva, con i vigneti sferzati e i grappoli sbattuti al suolo.

Sono disastrosi gli effetti delle grandinate che si sono abbattute su gran parte della provincia di Foggia, in special modo a San Severo, Lucera, Sannicandro, Torremaggiore. L’autunno inizia come peggio non poteva, nel segno di eventi atmosferici estremi e calamità che distruggono il lavoro di un anno intero. Particolarmente pesanti appaiono i danni ai prodotti orticoli, ma anche a vigneti e uliveti, proprio nel momento in cui ancora tante aziende agricole stavano per vendemmiare.

Danni enormi anche al settore olivicolo, con la stagione della raccolta sempre più vicina. Una mazzata incredibile, infausta, l’ennesima di quest’anno su un comparto agricolo che necessita sempre di più di trovare nuove soluzioni di difesa e maggiori garanzie assicurative e di ristoro contro calamità e disastri. (Comunicato CIA)

ENRICO CARUSO: LA LEGGENDA DI UNA VOCE

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Reading Teatrale con: Nazario Vasciarelli, attore/autore. Al pianoforte Michele Solimando

La vita del grande tenore, dagli esordi musicali nella Napoli di fine ‘800 fino ai successi artistici in America, da cantante-posteggiatore nei locali cittadini a star internazionale rivissuta attraverso il filo invisibile della traccia lasciata dalla immortale canzone di Lucio Dalla, “Caruso”.

Le letture sceniche, attraverso le parole del grande tenore che si confessa a poche ore dalla morte, raccontano -come un flusso di coscienza- gli esordi, la fame, la fortuna, la generosità, i rapporti sentimentali con le donne della sua vita, la tragicità e la vergogna del tradimento della prima moglie Ada Giachetti e l’amore salvifico e tenero con la seconda moglie, Dorothy Pennigton, il tutto senza rinunciare ai colpi di scena e a momenti di simpatia legati ad aneddoti gustosi.

Il Reading Teatrale, è scritto e interpretato dall’attore Nazario Vasciarelli, al suo 21° spettacolo come autore/attore /regista.

Lo accompagnano in questa nuova avventura il tenore Costantino Minchillo, e il pianista M° Michele Solimando che si esibiranno in famosissimi brani musicali tratti dal repertorio di Enrico Caruso, classici napoletani e lirici, che scandiscono per capitoli la narrazione della vita del grande tenore.

BIETOLA DI CAMPAGNA O SELVATICA (‘GGHIETA) NELL’ATLANTE DEI PRODOTTI TRADIZIONALI DELLA PUGLIA

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Descrizione sintetica del prodotto

In Puglia è molto utilizzata la bietola da costa, sia quella coltivata (Beta vulgaris L.  subsp. vulgaris L.) sia quella spontanea presente negli incolti e in prossimità del mare (la bietola comune, Beta vulgaris L. subsp. maritima (L.) Arcang.).

La bietola comune era conosciuta già in epoca romana. È resistente alla salsedine e perciò molto diffusa lungo le coste mediterranee. È una pianta erbacea perenne provvista di una rosetta fogliare quasi appressata al suolo. Si raccoglie da ottobre ad aprile.

L’uso alimentare della bietola comune è conosciuto in Italia e in Europa; tuttavia, attualmente, se ne fa largo consumo solo in Italia meridionale e nelle isole. Si utilizza in vario modo alla stessa stregua della bietola da costa in tantissime ricette. Famose sono le bietole con le fave e con il pomodoro. (Dal libro “Piante spontanee nella cucina tradizionale molese” di Vito V. Bianco, Rocco Mariani e Pietro Santamaria – Levante editore, Bari, 2009).

Processo produttivo

La raccolta delle piante viene eseguita a mano con un coltello. Vengono selezionate le piante commestibili che poi vengono mondate e lavate ripetutamente per eliminare i residui terrosi.

In Puglia esistono diverse varietà locali di bietola.

Storia e tradizione

Era conosciuta già in epoca romana, come riporta Plinio il Vecchio nel Libro XX della Storia Naturale. In alcune località c’è ancora la consuetudine di raccogliere le foglie giovani dal gusto simile allo spinacio. Dalla bietola comune sono derivate la bietola da zucchero, la bietola da costa e la bietola da orto detta bietola rossa o carota rossa. Di seguito alcuni riferimenti bibliografici sintetici:

Bruni A., 1857. Descrizione botanica delle campagne di Barletta. Stamperie e Cartiere del Fibreno, Strada Trinità Maggiore n. 26, Napoli.

Cirillo F., 1914. Cenno storico della città di Cerignola, Cerignola, Pescatore.

De Cesare C., 1859. Delle condizioni economiche e morali delle classi agricole nelle tre provincie di Puglia.

Il mensile locale Realtà Nuove di Mola di Bari ha pubblicato nel 1995 una guida al riconoscimento e ricette delle piante spontanee della flora molese: “I fogghie de fore” (la “e” in dialetto molese è muta)

 

I CAMMINI DI MONDE 2023: DALLA COSTA ALLA FORESTA UMBRA PASSANDO PER GLI EREMI DI PULSANO

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La “Chiamata all’avventura” di Mònde è aperta a tutti i camminatori, più o meno esperti, che hanno voglia di lasciare i sentieri battuti e andare alla scoperta del territorio del Gargano e di se stessi, vivendo un’esperienza indimenticabile tra storia e natura.

I cammini sono, come sempre, parte integrante della programmazione di “Mònde – Festa del Cinema sui Cammini”, l’unico festival cinematografico che unisce l’esperienza del territorio al suo racconto cinematografico. Durante la 6^ edizione della manifestazione, in programma dal 5 all’8 ottobre a Monte Sant’Angelo, sarà possibile partecipare ad un ricco programma di escursioni percorrendo le antiche vie di pellegrini e crociati, alla scoperta del patrimonio della Città dei due Siti Unesco, Capitale della Cultura pugliese del 2024, e del Parco Nazionale del Gargano.

Sono tre i cammini organizzati in collaborazione con l’Associazione Monte Sant’Angelo Francigena e MooVeng, che permetteranno a curiosi e avventurieri di visitare luoghi mistici, percorrere sentieri antichi e immergersi in una natura suggestiva.

Si parte venerdì 6 ottobre per andare alla scoperta del convento delle “monache insurrezionaliste” e degli eremi del canyon di Pulsano. A pochi chilometri dall’abbazia di Pulsano, infatti, ci sono i resti di un monastero risalente almeno al XII secolo: il monastero di San Barnaba che ospitava una comunità di monache, divenute celebri perché insorsero contro il Papa Innocenzo II, schierandosi addirittura con l’antipapa, Anacleto II. Per chi lo desidera, il viaggio continuerà nella natura aspra e selvaggia della valle di Pulsano, alla scoperta degli eremi. Il ritrovo è alle ore 8.00 in Piazza Ciro Angelillis (Belvedere) a Monte Sant’Angelo per partire alle ore 8.30. Si arriverà alle 9.30 al convento di San Barnaba. Il rientro a Monte Sant’Angelo è previsto alle 13.30. Durata del cammino: 5 ore; distanza da percorrere: 9 km; difficoltà: escursionistico (turistico per chi arriva a San Barnaba).

Sabato 7 ottobre si andrà sulle orme degli antichi pescatori garganici lungo “L’antica Via del Sole”, un antico tratturo che collegava Mattinata a Monte Sant’Angelo per la vendita del pesce. A Mònde si percorrerà all’inverso questo antico tratturo, tra gli scenari panoramici e i paesaggi mozzafiato della Valle di Carbonara, Monte Sacro e il mare di Mattinata, fino ad arrivare a Monte Saraceno e alla splendida spiaggia di Punta Grugno. Il ritrovo è alle ore 8.30 davanti l’hotel “Casa del Pellegrino” di Monte Sant’Angelo per partire alle ore 9.00 con la navetta. Il cammino avrà inizio alle 9.30, il rientro a Monte Sant’Angelo è previsto alle 13.30. Durata del cammino: 5 ore; distanza da percorrere: 7 km; difficoltà: escursionistico.

Domenica 8 ottobre si partirà alla ricerca del colosso della Foresta Umbra.  Il sentiero ad anello, quasi tutto pianeggiante, parte dal laghetto d’Umbra e conduce nei pressi di uno dei faggi più grandi e alti di tutta la Foresta. Lungo il percorso si potranno ammirare tassi millenari e faggi dalle dimensioni impressionanti. Per i più sportivi ed avventurosi ci sarà, inoltre, la possibilità di noleggiare gratuitamente le E-bike (solo 5 posti disponibili) messe a disposizione da “MooVeng – Noleggio e tour green in Puglia”, per un mini tour guidato di due ore.  In questo caso l’appuntamento è alle 9.30 presso l’Elda Hotel (Si consiglia di indossare una giacca per proteggersi dal vento e dalle basse temperature). Durata del cammino: 5 ore; distanza da percorrere: 5 km; difficoltà: turistico. Il ritrovo è alle ore 8.00 davanti l’hotel “Casa del Pellegrino” di Monte Sant’Angelo per partire alle ore 8.30 con la navetta. Si arriverà alle 9.30 alla Foresta Umbra e si partirà per il cammino. Il rientro a Monte Sant’Angelo è previsto alle 13.30.

I cammini sono gratuiti ed a numero chiuso, è obbligatoria la prenotazione (inviare una mail a msafrancigena@gmail.com o un messaggio al seguente numero 347 29 96 495, specificando il nominativo di tutti i partecipanti e un contatto telefonico. A questi stessi contatti è possibile prenotare anche il tour in E-bike). È obbligatorio indossare le scarpe da trekking. Si consiglia abbigliamento da trekking traspirante, un’abbondante riserva d’acqua e snack energetici (ad esempio frutta secca). I cammini non prevedono un’assicurazione per infortuni. Ai partecipanti sarà chiesto di firmare una liberatoria. Il programma potrebbe subire variazioni dovute a condizioni climatiche avverse o ad imprevisti.

“Mònde – Festa del Cinema sui Cammini” è un’iniziativa realizzata nell’ambito dell’Apulia Cinefestival Network 2023 con il sostegno di Regione Puglia e Apulia Film Commission, finanziata dall’Unione europea – Next Generation EU nell’ambito del progetto TOCC-Transizione digitale.

Realizzata con il contributo di: Comune di Monte Sant’Angelo, La Massarìa, ADTM.

Soggetto ideatore e organizzatore della manifestazione, per la Direzione artistica di Luciano Toriello, è MAD – Memorie Audiovisive della Daunia. La sezione “Giornate degli Autori EXTRA” è realizzata in accordo con le “Giornate degli Autori”.

L’evento è realizzato in collaborazione con: Ass. “Archivio MAD”, “Monte Sant’Angelo Francigena”, “MooVeng”.

 

UN PONTE DI LIBRI TRA ORSARA E TRANI, GRANDE SUCCESSO PER I DIALOGHI

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Un pubblico numeroso e attento ha gremito gli spazi della Terrazza dell’Abbazia Sant’Angelo, a Orsara di Puglia, per l’incontro inaugurale della ventiduesima edizione de “I Dialoghi di Trani” che si è svolto il 20 settembre e ha battezzato il rapporto di collaborazione tra il Comune orsarese e l’organizzazione del Festival di idee, libri e autori.

Alla presenza di rappresentanti istituzionali e delegati dei Comuni di Trani e Orsara, oltre che della Regione Puglia, l’autore Piero Dorfles ha dialogato con la giornalista Lucia De Mari, assessore alle Culture del Comune di Trani, su come “Leggere ti cambia la vita”.

“Siamo molto soddisfatti del successo avuto dall’iniziativa”, dichiara Concetta Terlizzi, delegata comunale per Eventi e Cultura che aggiunge: “Sulla lettura, anche attraverso l’attivazione della Biblioteca di Comunità ma non solo, la nostra amministrazione comunale sta portando avanti una serie di iniziative molto importanti, intergenerazionali, con un’attenzione particolare all’educazione alla lettura nei giovani e nei bambini. Durante tutta l’estate si sono susseguiti numerosi incontri, presentazioni, eventi e iniziative che hanno sempre avuto come loro focus la lettura, i libri, l’amore per il racconto e il raccontarsi”.

“La collaborazione con I Dialoghi di Trani”, spiega Mario Simonelli, sindaco di Orsara di Puglia, “ci è parsa del tutto naturale, proprio per la propensione e la vocazione di entrambe le nostre comunità a essere ponti di cultura e di scambio.

Particolarmente suggestiva la location scelta per l’evento. I partecipanti hanno potuto ammirare il tramonto sulla panoramica terrazza dell’Abbazia di Sant’Angelo, splendido e storico complesso di edifici sacri che ospita al suo interno l’antichissima Grotta di San Michele. Tutto il complesso e, in particolare, la Grotta dedicata all’Arcangelo ‘con la spada’ negli anni sono stati oggetto di diversi interventi per il mantenimento e la cura di siti di grande rilievo storico, artistico e religioso. Ed è proprio “la cura” il tema della ventiduesima edizione del Festival di idee, libri e autori.

“La potenza e la ricchezza della parola cura si dispiega nella varietà delle sue declinazioni che investono la sfera personale e emotiva e quella sociale e pubblica”, si legge nella presentazione dell’edizione 2023 de I Dialoghi di Trani. “Le relazioni improntate alla cura sono fondamentali per il sussistere della convivenza umana e i campi di applicazione della cura investono praticamente tutte le attività umane. La cura è tensione e azione, è un’attenzione che si traduce in un fare. Esseri viventi, cose, processi che hanno bisogno di un sostegno divengono oggetto di cura. Per mantenere, sostenere il mondo in cui viviamo è necessaria la cura, che si pone dunque anche il compito impegnativo di riparare quanto è stato danneggiato dall’essere umano, affinché il pianeta sia ancora vivibile per le generazioni future, e di governare crisi ecologica, sanitaria, sociale e economica. In questo senso il bisogno di cura si lega al principio di responsabilità per delineare prospettive all’altezza delle sfide poste alla nostra umanità. Ne I Dialoghi si metteranno a confronto, in azione e in scena forme, esperienze e esigenze di cura maturate in ambito medico-sanitario, scientifico, ambientale, politico-sociale, didattico, etico-filosofico, letterario, artistico facendo interagire la pluralità dialogante delle diverse voci”.

FICHI, DOLCE REGALO DI FINE ESTATE

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Contengono fibre e antiossidanti e prevengono la pressione alta. Inoltre migliorano la digestione grazie al contenuto di prebiotici

L’estate ci delizia con tanti frutti, ma i più amati, grazie al loro gusto particolare e dolce, sono i fichi. Alcune specie maturano due volte l’anno, altre, invece, solo una volta. I fichi che maturano a maggio sono detti fioroni e sono in genere più grossi e meno dolci di quelli che maturano a luglio e agosto (detti fichi forniti), e in settembre (fichi tardivi). I fichi freschi forniscono al nostro organismo circa 50 calorie ogni 100 grammi che aumentano, però, nel caso dei fichi secchi che apportano al nostro corpo 249 calorie ogni 100 grammi di prodotto.

Nella parte commestibile sono abbondanti sostanze gommose, zuccheri (glucosio 55-75%) e mucillagini, accompagnati da proteine (4-5%), sali minerali (in particolare potassio 850 mg/100 gr), vitamine del gruppo B, vitamina C ed A e altri costituenti ad azione alcalinizzante.

Sono ricchi di fibra vegetale e sono consigliati a chi soffre di stitichezza, perchè sono a tutti gli effetti dei lassativi naturali e al pari di prugne e kiwi. Ricchi di zuccheri, vitamine e sali minerali, i fichi possono essere considerati una buona fonte di energia, deliziosa e 100% naturale, da consumare ogni volta che si ha bisogno di un po’ di sprint in più evitando di ripiegare invece su dolci o caffè.

I fichi sono ricchi di calcio e di altri minerali, per questo un consumo regolare assicura una buona salute delle ossa. Ricchi di polifenoli, antiossidanti naturali, contribuiscono a mantenere giovani le cellule del nostro corpo e aiutano a prevenire diversi tipi di tumori tra cui seno, colon e prostata. Sono un cibo ideale anche contro l’ipertensione arteriosa.

I fichi hanno anche potere antinfiammatorio, ecco perché sia consumarli che applicarli direttamente sulla pelle può aiutare a risolvere problemi come l’acne, ma aiutano anche il sistema immunitario a svolgere le sue funzioni e quindi a proteggere meglio il nostro organismo dagli agenti esterni.

Contengono prebiotici, ovvero quelle sostanze di cui si nutrono i batteri buoni che normalmente vivono nel nostro intestino. Quando la flora batterica è equilibrata ne beneficia non solo la nostra digestione ma tutto il nostro corpo.

I fichi, anche secchi, sono un ottimo spuntino durante i nove mesi di gravidanza, quando aumenta il fabbisogno del corpo di vitamine e sali minerali. In particolare la presenza di calcio in questi frutti contribuisce a raggiungere il fabbisogno giornaliero utile al nascituro per sviluppare correttamente spina dorsale e ossa.

a cura di Giorgio e Cinzia Myriam Calabrese

PROGETTO PER IL RICONOSCIMENTO DELLA DOP OLIVA ALTA DAUNIA PARANZANA

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Il brand Oliva Peranzana rappresenta un riferimento per il territorio nazionale e grazie alle sue rinomate e riconosciute qualità merceologico-sensoriali fa registrare una progressiva crescita nel trend delle vendite. L’oliva presenta peculiarità distintive grazie alla forte emanazione del suo territorio, storicamente vocato, a cui il Consorzio sta lavorando per rafforzare un’immagine e un’idea imprenditoriale vincente. Una “vision integrata” intesa come costruzione di un’identità territoriale-branding da consolidare soprattutto attraverso la crescita della competitività delle imprese dei mercati internazionali. I prossimi obiettivi da raggiungere sono migliorarne la qualità, comunicare i caratteri distintivi delle produzioni, potenziare il ricorso alle certificazioni internazionali, alle protezioni di origine e all’analisi sensoriale. Strumenti questi da applicare e condividere anche con le istituzioni per offrire una ulteriore opportunità di crescita al sistema produttivo del territorio e alla sua rete d’imprese. Di questo e altro ancora si parlerà nel convegno di presentazione del progetto della DOP Oliva Alta Daunia in programma venerdì 29 settembre 2023, alle ore 18.30. nella sede del Gal Daunia Rurale di San Severo. L’incontro è organizzato dal Consorzio Peranzana Alta Daunia, Università degli Studi di Foggia con il patrocinio della Regione Puglia e del Gal Daunia Rurale. Media partner Like Rivista Enogastronomica.

L’apertura dei lavori è affidata a Paki Attanasio, presidente Gal Daunia Rurale 2020, Dante de Lallo, direttore Gal Daunia Rurale 2020, e a Giuseppe Lipartiti, presidente Consorzio Alta Daunia Peranzana. La presentazione del progetto è a cura di Nazzario D’Errico, direttore Consorzio Alta Daunia Peranzana; Milena Sinigaglia e Antonio Bevilacqua del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria dell’Università di Foggia. Previsti gli interventi delle organizzazioni di categoria provinciale: Confagricoltura, Coldiretti, CIA, Copagri  e delle OP Peranzana Alta Daunia, Parco della Peranzana, Terre d’Ulivo, Oliveti Dauni in Confagricoltura Foggia e APO Foggia. Presente anche Massimo Lombardi, dirigente medico oncologo SSD di Rete Oncologica Ospedale Territorio. Le conclusioni del convegno sono affidate alla senatrice Gisella Naturale, Vicepresidente 9ᵃ Commissione Agricoltura, Attività Produttive e Turismo.