NON EROI MA LAVORATORI LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI PUBBLICI.

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Signor Direttore,

rispondo alla replica dei segretari generali dei sindacati confederali CGIL, CISL UIL, ad un lettore che lamentava l’inopportunità della scelta dello sciopero dei lavoratori pubblici, il 9 Dicembre.

Lo sciopero proclamato il 9 Dicembre, si somma e prolunga i quattro giorni del ponte dell’Immacolata.

Il lettore, nelle intenzioni, non contesta il diritto allo sciopero, come vorrebbe far intendere la demagogica replica dei sindacati confederali, ma evidenzia il maggior danno ai cittadini incolpevoli della diatriba sindacale.

Nel passato, da dirigente sindacale della CISL, ho difeso il diritto allo sciopero dei lavoratori ma preoccupato dei danni provocati ai cittadini.

Ho criticato pubblicamente anche sulla stampa, dissociandomi da iniziative sindacali di scioperi a ridosso delle festività, di scioperi a singhiozzo e improvvisi.

Ho rischiato, per questo atteggiamento, l’espulsione dalla organizzazione sindacale cui avevo dato la delega, nell’anteporre diritti non tutelati dei cittadini a quelli, seppur legittimi, dei lavoratori.

Occorre, da parte dei governanti, garantire il diritto allo sciopero e allo stesso tempo garantire i servizi pubblici nell’interesse del Paese.

La demagogia del Sindacato, come altri, è boomerang per chi la applica ma diventa ritorsione per chi è costretto a subirla.

Eroe è chi subisce danni per interruzioni “inopportune” di servizi, come quello del 9 Dicembre in pieno periodo del Covid19, e non i lavoratori che pur rivendicano loro diritti poco riconosciuti.

Michele Russi Padova