E’ credenza popolare molto diffusa che la persona colpita da malocchio sia soggetta a cefalea, anemia, malinconia persistente, stato di ansietà e squilibri organici generali; alterazioni proprie di uno stato patologico. Di più, un malessere fisico e psichico che non si riesce a capire ed a curare viene attribuito al malocchio. Quello del malocchio è un concetto antichissimo, presente in tutte le culture del mondo. Non sorprende, quindi, che in tutto il mondo siano stati adottati i più svariati sistemi per combattere questo maleficio. Anche a San Nicandro questa credenza è molto diffusa e le misure protettive accertate prevedono vari sistemi. Uno dei più diffusi è’ “l’abitino” (l’ab’tina); si tratta di un piccolo sacchetto di stoffa, generalmente rettangolare, ricucito dopo che al suo interno siano stati inseriti più figurine di santi. Con “l’abitino” si realizza la protezione di un bambino dal momento della nascita a quello della puerizia, ma può essere destinato anche a tutte le fasce d’età. Si dice pure che basta un semplice complimento per il malocchio e, per eliminarlo, basta far seguire il complimento con una carezza o toccando la mano dell’altro. Poi sono d’uso altri sistemi quali: corna (le dita vanno rivolte in direzione delle persone ritenute artefici del malocchio), cornetti di metallo o rosso, ferro di cavallo dietro la porta di casa, “ficche” con le dita (vale a dire pollice fra indice e medio), forbici (collocate generalmente sotto il materasso), “fasc’natura” (sparisce l’olio gettato in una scodella d’acqua. Se le gocce d’olio si mantengono sull’acqua in modo limpido il malocchio non c’è. Se le gocce si allargano e poi scompare il malocchio c’è. Nell’acqua viene messo sale e pezzettini di carbone, ma alcuni anche usano coltello o forchetta o un paio di forbici. Chiaramente l’operatore deve preventivamente recitare una preghiera che, per essere veramente efficace, deve essere appresa la notte della viglia di Natale).
Quando poi il malocchio non riguarda la singola persona ma l’intera famiglia o la casa, si provvede con incenso e palma benedetta. Ma chi, sempre secondo le credenze, provoca il malocchio? Chi fa un complimento senza accarezzarlo o senza dire “San Martino” (Sant’ Martin’), oppure dica “Benedica” (B’n’dica), o anche “Beato te” (Viat’ a te). Un ultima cosa riguarda l’individuazione del colpevole del malocchio. Questo è difficile anche se qualcuno afferma che se il malocchio è stato fatto da una donna, le gocce d’olio, spesso, si dispongono nell’acque della scodella in forma di orecchino. (fotoweb)
Nino Modugno