LESINA, CITTA’ FANTASMA A UN PASSO DAL MARE (L’ISTMO DELLO SCHIAPPARO)

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Si riporta un articolo dell’inviato di “Repubblica Attilio Bolzoni del 16/11/1999 che descriveva la fascia dell’istmo dello Schiapparo. Cosa è cambiato da allora?

LESINA – Su una striscia di sabbia che separa la laguna dal mare del Gargano, c’ è una città fantasma. Non ha nome. Non ha acqua. Non ha fogna. Non ha luce. Di notte, è rischiarata dai gruppi elettrogeni. Di giorno, è abbandonata alla sua sorte. L’ antica torre per avvistare i saraceni è in cima al promontorio, sotto c’ è solo una crosta di cemento. Lunga nove chilometri e larga qualche centinaio di metri, lunga e larga come la lingua di terra che arriva fino alla foce del fiume. La città fantasma è cresciuta anno dopo anno, quando le prime case dei pescatori della laguna e quelle dei contadini degli orti sono diventate le seconde case dei villeggianti. Ce ne sono più di duemila, forse anche tremila. Tutte abusive. Molte sono a un metro dal mare con le “verande” bagnate dalle onde, altre poggiate sull’ erba della riserva violata. Questa pattumiera in calce e mattoni, è finita – chissà, una svista – persino sulla mappa di un depliant turistico che fa conoscere l’Istmo, “il santuario della natura” in Puglia. La città fantasma è un’enclave del Comune di Lesina nel Comune di Sannicandro, due paesi in secolare guerra tra loro proprio per le fertili terre della laguna e per un po’ di mare in più. Su quei nove chilometri si sono riversati quelli di Sannicandro, hanno occupato come i barbari e poi tirato su muri e baracche. In estate, vivono lì in quindicimila. I cartelli stradali degli “stop” agli incroci sono stati piantati dagli abusivi, così come le targhe che indicano le “discese a mare” e i fili per attingere l’energia elettrica dai motori. Il Comune di Lesina chiede tasse sull’ immondizia e rilascia licenze commerciali agli abitanti fuorilegge, i vigili urbani e quelli sanitari arrivano da Sannicandro. In mezzo alla città fantasma passa anche una strada asfaltata, finanziata quindici anni fa dalla Regione. Un “mostro” di cemento nel Parco nazionale del Gargano, scandalo all’ italiana con pasticcio amministrativo, i due sindaci dell’Istmo che si beccano continuamente, dispetti, rivalse, uno schifo che chiamano “villaggio” e le Tremiti all’orizzonte. Tra questo mare e la splendida laguna popolata da aironi e anatre selvatiche, la città fantasma esisterà per sempre. Niente è “condonabile” per legge da queste parti, nulla si potrà mai “aggiustare” con una sanatoria, ma prima o poi finiranno a terra soltanto trenta o quaranta o cinquanta case sotto la torre di Mileto. Qui – gli emigranti che al ritorno dalla Germania o dalla Svizzera investivano i loro risparmi, i braccianti che non sapevano dove costruire, gli impiegati che desideravano la villetta a mare, i soliti furbi – la faranno tutti franca. Venti “manufatti” in attesa di demolizione, altri duecento “acquisiti” dal Comune di Lesina in attesa di non si sa che cosa, tutto il resto resterà in piedi. E c’ è qualcuno che continua ancora a costruire sul suolo del demanio. Recinzioni montate all’ alba sugli appezzamenti liberi, montagnette di sabbia nei cortili, piccoli cantieri sempre aperti. Dice il sindaco di Lesina Antonio Trombetta, che è dei Ds: “Alcune case le butteremo giù, poi dovremo trovare un soluzione di altro tipo, ma sono soltanto due i nostri concittadini che hanno casa laggiù, gli altri sono di quel paese…”. Ribatte il sindaco di Sannicandro Nino Marinacci, che è del Ccd: “Dobbiamo progettare un piano di recupero perché c’ è tanto da salvare a Torre Mileto”. Il sindaco Marinacci – che è anche deputato al Parlamento – sogna campi da tennis e parchi tra le catapecchie dei suoi elettori, spiega cosa “è possibile fare realisticamente”, parla di risanamento, fa vedere gli ultimi dati su quei nove chilometri di costa deturpata, “il mare più pulito della Puglia”. Si infuria l’onorevole, quando sente parlare di abusivi: “Ma quali abusivi, i cosiddetti occupatori non sono altro che i discendenti di quegli antichi pionieri che hanno bonificato la laguna con il loro sangue e il loro sudore”. I discendenti degli “antichi pionieri” li rintracciamo sull’ elenco telefonico, abbonati di Foggia. Gli abusivi della città fantasma hanno una sede da più di 10 anni, pagano una quota annua di 50 mila lire alla loro associazione, più di mille iscritti, un consiglio di amministrazione con 12 rappresentanti, un presidente, un cassiere, un segretario, insomma un club a tutti gli effetti. Loro lo chiamano un po’ pomposamente “il Consorzio”, è il comitato di chi ha costruito fuorilegge. “E’ il Consorzio per la valorizzazione dell’area”, spiega il presidente Giuliano Ciminelli. Nel nostro Sud, può accadere anche che qualcuno voglia “valorizzare” ciò che prima ha distrutto. E’ così: inutile provare a farli ragionare, gli abusivi non sentono ragioni. Ripetono ossessivamente, tutti i proprietari delle case illegali sotto la torre: “I colpevoli non siamo noi, colpevole è lo Stato che ci ha permesso di fare le case… tutti vedevano e nessuno ci diceva niente”. Insegnante di Lettere ai ragazzi di un istituto tecnico, Giuliano Ciminelli ha una casa abusiva dal 1963. “Ma verso la foce del fiume, non all’inizio della strada…”. L’ inizio della strada è un incubo. Palazzine di due piani sulla battigia, muri sventrati, vicoli come fessure tra un edificio e l’altro. E poi scalinate stile impero, balconi con i merli come nei castelli, piastrelle blu, rosse, gialle. “Eh, qui bisognerà proprio intervenire in qualche modo”, conviene l’assessore all’ Urbanistica di Sannicandro Luigi Urbano che sente “sua” la città fantasma sotto la giurisdizione del Comune di Lesina. Più avanti le case si allontanano di qualche metro dal mare, sono un po’ più nascoste dagli ulivi, verso il fiume c’ è pure qualche villetta bianca ben costruita. Sempre sul suolo demaniale, però. Lì vicino c’ è l’acqua dell’Adriatico che scorre nel lago di Lesina, anguille e orate, rane, pini, felci, paludi, un’ oasi. E’ il bosco isola che comincia, un piccolo paradiso terrestre che confina con la crosta di cemento. “Devo stare attento a come mi muovo con le demolizioni a Torre Mileto perché ho paura che qualcuno possa sfondare dall’ altra parte ed entrare nella riserva che è zona di inedificabilità assoluta”, confida preoccupato il sindaco di Lesina sempre più prigioniero della “guerra” tra i due paesi. Intorno alla laguna e sulle scogliere del Gargano ci sono villaggi “sanati” quasi interamente con la carta bollata. Le ruspe non arriveranno mai più. Sono in pericolo soltanto alcune catapecchie della città fantasma. Gli abusivi sono in preallarme, il “Consorzio” scenderà al più presto in piazza a difendere i diritti di tutti: le case delle vacanze con i pilastri che affondano sulla spiaggia.