LE DIPENDENZE DEI GIOVANI. SAN NICANDRO IN LINEA CON L’ANDAMENTO COLLETTIVO?

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Quali comportamenti secondo i ragazzi possono generare dipendenza? Questo il tema di una indagine realizzata da Demoskopea nelle scuole medie superiori di tutta Italia, in occasione della IV edizione della Campagna Alla scoperta del corpo umano, iniziativa promossa ormai da Società Scientifiche, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, il contributo di Fondazione Pfizer e la partecipazione della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Dalle risposte di 13.360 giovani d’età compresa fra i 13 e 18 anni sembra che le tecnologie siano la prima causa alla base di comportamenti di abuso, non correlati a sostanze: sono infatti ben 88 ragazzi su 100 a pensarla in questo modo.

La classifica vede al primo posto i videogames (49 per cento), indicati soprattutto dai più giovani, seguiti da computer (44 per cento), TV e cellulare, indicati nella stessa percentuale (37 per cento circa). Nel 54 per cento dei casi le nuove tecnologie sono anche ritenute quelle più diffuse tra i giovani.

Sono le nuove forme di dipendenza, quindi, quelle che più minacciano il mondo giovanile: un rischio riconosciuto anche dagli insegnanti, che non solo denunciano la scarsa conoscenza da parte dei ragazzi dei problemi di dipendenza in generale (il 58 per cento ne sarebbe poco consapevole), ma confermano che telefono cellulare, televisione e computer sono i pericoli più sottovalutati.

L’inchiesta prevedeva anche che i ragazzi indicassero le malattie più diffuse nel mondo giovanile: tabagismo (55 per cento), anoressia e bulimia (30 per cento), tossicodipendenza (27 per cento) ed alcool (26 per cento) sono risultate le patologie più indicate, ma anche quelle ritenute maggiormente controllabili, visto che successivamente gli stessi giovani le hanno incluse tra quelle che temono di meno. Su 100 ragazzi, infatti, solo 4 temono il tabagismo, 9 l’anoressia-bulimia, 11 la tossicodipendenza. Il rischio è che i ragazzi, percependo queste patologie come controllabili, tendano a sottovalutarle a scapito della prevenzione e di un precoce intervento.

L’indagine ha infine dedicato un focus al tema del doping, da cui è emersa una scarsa conoscenza da parte dei ragazzi di questo problema: ben il 35 per cento non sa cos’è il doping e il 47 per cento non conosce quali danni comporta per la salute. Le sostanze dopanti sono addirittura collocate all’ultimo posto tra quelle ritenute capaci di portare a gravi conseguenze. Pur non conoscendo a fondo il problema, i ragazzi hanno in ogni caso una percezione negativa del doping, anche se, dei 10.000 ragazzi che hanno dichiarato di praticare almeno un tipo di sport, il 7 per cento ha ammesso di assumere sostanze dopanti e di averle utilizzate su consiglio dell’allenatore o di amici.