“LAST MINUTE” PER APPROVARE IL BILANCIO DEL COMUNE DI SAN NICANDRO

0
514
SONY DSC

Carissimo direttore,

ho letto  da Reggio Nell’Emilia  il tuo editoriale di domenica 28 aprile  sull’argomento del giorno  convocazione dell’assise  consiliare nella storica aula  di “Palazzo Zaccagnino”  per  il  4  maggio  in prima  convocazione ed il  6 maggio ,  in seconda convocazione,   per l’approvazione  “Last Minute”  del bilancio 2019/2021. Pure ho letto pubblicati  tanti interventi dei  giovani  in politica dell’ultima ora , mentre nulla in merito alla risoluzione della crisi da parte dei diretti interessati. Ed allora mi sono chiesto se durante la giornata intermedia  di domenica 5 maggio non sarebbe  stato utile  per   chi  oggi   “ …. fa   politica”    rileggere  la nota poesia  di Manzoniana memoria intitolata “5 maggio”  che inizia proprio  con “ Ei fu” riferendosi alla morte di  Napoleone ex  imperatore.

Pure  scrivevo  nei giorni scorsi  sul ….. “primo maggio, …. ultimo viaggio”, spero non finisca  tutto  così !

D’altronde    solo   a causa della  mancata  approvazione del bilancio triennale 2019/2021  ed annuale  ci sarà  l’avvio da parte del Prefetto di Foggia della procedura di scioglimento dell’assemblea consiliare di Sannicandro ,   a seguito del  superamento dei termini   imposti  dall’art. 151 del D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267 ( noto come TUEL). Cosicchè ,  e per quello che è dato  leggere nel tuo Blog  alla   data ultima del 06.05.2019  si  giungerà    “Last Minute”,  nella  più assoluta incertezza  e  assenza di una dichiarata   maggioranza    preventiva     a   sostegno    del  programma  del sindaco  Costantino Ciavarella.

Come   a  dire ……. sottintendendo   o   si vota il Bilancio così com’è (ed  in  presenza di rilievi dei  revisori dei conti)  oppure  tutti a casa  (SIC!),  aprendo  così il rifatto  portone di Palazzo Zaccagnino ad un nuovo Commissario Straordinario .

In questa assoluta  incertezza a  farne le spese sarà  la città, ovviamente.

E sarebbe   così l’ennesimo fallimento della politica  e  quello che la  proprio politica   temeva    ci sarà .   Una nuova    “gestione commissariale”, per portarci fino a nuove elezioni e quindi ad un nuovo sindaco   o addirittura  un  ex ?

Ciavarella, nell’ipotesi di nuove elezioni,   pagherebbe  così   l’errore originario,   sebbene  sia stato  lui  in  prima persona, in fondo, a vincere le elezioni del  ballottaggio con una mangiata di voti,   come  ha  mancato di   sottolinearlo   in questi ultimi mesi di tribolazioni.

Il primo cittadino ha   altresì   mancato la sfida  di rompere davvero  il meccanismo della macchina amministrativa , sotto alcuni aspetti davvero “ perverso “ in assenza di una seria  revisione,   come d’altronde avviene per le auto.

E,  per quelle  che non  la   superano più volte, altro non resta che procedere alla “rottamazione”.

Il sindaco Ciavarella, si è ritrovato  così  a  sfogliare  pure lui  il vecchio “ Manuale Cencelli”  distribuendo le poltrone in Giunta secondo principi di pura rappresentanza politica e non di merito. Ed  ha  continuato in questa ottica   miope   a  ragionare così,  in questi pochi mesi di amministrazione cittadina.

Ancora oggi, nella terza Repubblica, non si sa se questo “manuale Cencelli”  esista davvero , per essere  stato   apparentemente inventato durante la cosiddetta Prima Repubblica,  ma  si fa  questo  riferimento ogni qualvolta  che   si procede   alla  spartizione di incarichi   basata su interessi politici limitati e  di corrente anziché sulla “meritocrazia” ,  alla lotta politica tra le correnti, alla lottizzazione e all’esasperata proporzionalità nell’assegnazione del potere.

In buona sostanza  chi ha vinto  è stata  la  perfetta continuità col passato,  con   postazioni da offrire a questa o quella forza politica, col risultato che ci è voluto meno di un anno per travolgere  un equilibrio,  finito  dopo la   nomina del  vice  Sindaco Calello e  le dimissioni   dell’assessore Villani.

Insomma,   il sindaco   Ciavarella  è  finito per  farsi  risucchiare dalle contrapposizioni tra partiti e partitini,  finendo  così  per restarne risucchiato. E col passare dei mesi, tra un consiglio ed un altro mancato  ed  una Giunta rimasta immobilizzata,   la situazione non ha  fatto altro  che peggiorare.

Questa  “ luna di miele “  con la città durata circa  nove mesi  è  così  finita anticipatamente  già da un pezzo con un  possibile  “abort ” . Non c’è stato  in prospettiva   l’adesione piena  ad   un  progetto comune, un’idea di città, una visione amministrativa definita a  guida  dell’azione dell’esecutivo: i diversi assessorati , come spesso da noi accade, hanno finito per fare storia a sé,  non rispondendo  alle indicazioni politiche di  una coalizione , ma  bensì hanno agito in nome e per conto proprio e neppure dei partiti che li hanno espressi.

E’ fin troppo chiaro,  che   non serve  a nessuno  arrivare all’approvazione di un  bilancio in questo quadro di incertezze,  senza una preliminare discussione ed adesione,   significa   non  poter  più  muovere  risorse  da un capitolo  all’altro,   significa   in altri termini “favorire” l’interesse di un assessore piuttosto che di un altro.

Solo così si  possono  spiegare  i   così detti “ mal di pancia”, così si  giustificano o si vorrebbero giustificare   alcuni  interventi e  le non decisioni prese  sui “ debiti fuori bilancio”   in  queste settimane e   i plausibili rilievi mossi  dai  “revisori dei conti”  sull’accertamento di responsabilità contabili  personali.

Tutto   ciò  non sarebbe  comprensibile dai   cittadini  comuni  e del perché ci troviamo  ancora una volta   a fronteggiare “debiti fuori bilancio” di una certa (in)consistenza,   se   Sannicandro   non   avesse  bisogno da anni di una  ricostruzione  del tessuto socio,  economico e culturale in assenza  strategie di rilancio  della competitività economica e  per evitare  che il comparto pubblico resti ancora  fermo  con  tanti  nodi  irrisolti anche dai posti rimasti vacanti in organico.

Sono in tanti, a sperare in una  svolta  positiva di   Palazzo Zaccagnino, ponendo fine a quelle  guerre sotterranee  che si stanno combattendo tra gruppi politici e persino in seno alle forze partitiche.

Siamo  tornati di colpo al punto di partenza. Sono passati circa 9 mesi  dal giorno dell’insediamento, ed è evidente come passi in avanti, su questioni strategiche per il rilancio della città, non siano stati fatti minimamente. Persistendo  queste  condizioni, è davvero difficile andare avanti  tra aspettative disattese   e  necessità  urgenti allo sviluppo della città  e che con tutto ciò   non ha davvero nulla a che fare.

Uno schiaffo per la città. Così, non si può proprio andare avanti. Il sindaco  Ciavarella  in questi giorni  ha provato a metterci una pezza.

In  questa  “crisi”  non c’è    stata  nessun  azzeramento della Giunta,  d’altra parte nessuno  sembra  l’abbia  formalmente  chiesta, per  quanto emerso sulla stampa locale.

“Cosa diversa sarebbe  la verifica,    che avviene quotidianamente da parte del sindaco nei confronti dell’operato degli assessori,  così come è naturale che sia  dopo  9 mesi di amministrazione,  ricalibrare  gli obiettivi  è  d’obbligo come  fare un “tagliando alla macchina comunale”. 

Rifugiandosi dietro il solito refrain, e cioè che “l’attuale maggioranza si è trovata alle prese con il lascito disastroso del passato:  settori caotici, procedimenti amministrativi  confusi e bloccati  dall’incompetenza funzionale con la “  polvere nascosta sotto il tappeto”.

Non   è sufficiente  restare in silenzio  su alcune problematiche,   e  di alcune questioni si  potrebbe ,   anzi dovrebbe ,  anche discutere:  lo sa il sindaco, lo sa la Giunta e lo sanno i consiglieri di maggioranza e minoranza. 

D’altra parte,  se  le spaccature in seno alla  maggioranza  stanno soffocando l’azione amministrativa propria della Giunta e dei Dirigenti sarebbe  inutile tirarla per le lunghe,  i problemi   resterebbero  e le  soluzioni  nel medio e lungo periodo non se ne vedrebbero.

Così,  dopo il  ballottaggio,  e con le  nomine  in Giunta di alcuni tra gli eletti più esperti   e navigati,  in  Consiglio comunale si sono ritrovati – un po’ causalmente – anche “illustri sconosciuti”    ed esperti   dei  “zomba fossi” , e la qualità del lavoro dell’assise civica ne ha  probabilmente risentito, eccome.

In questi pochi giorni che restano come “LAST MINUTE” il mio  pensiero va  al  “5  maggio“ ,  sarà per alcuni  … l’ultimo viaggio, vedremo ! Meditate gente, meditate .

Gianni Della Torre