Carissimo direttore,
ho letto da Reggio Nell’Emilia il tuo editoriale di domenica 28 aprile sull’argomento del giorno convocazione dell’assise consiliare nella storica aula di “Palazzo Zaccagnino” per il 4 maggio in prima convocazione ed il 6 maggio , in seconda convocazione, per l’approvazione “Last Minute” del bilancio 2019/2021. Pure ho letto pubblicati tanti interventi dei giovani in politica dell’ultima ora , mentre nulla in merito alla risoluzione della crisi da parte dei diretti interessati. Ed allora mi sono chiesto se durante la giornata intermedia di domenica 5 maggio non sarebbe stato utile per chi oggi “ …. fa politica” rileggere la nota poesia di Manzoniana memoria intitolata “5 maggio” che inizia proprio con “ Ei fu” riferendosi alla morte di Napoleone ex imperatore.
Pure scrivevo nei giorni scorsi sul ….. “primo maggio, …. ultimo viaggio”, spero non finisca tutto così !
D’altronde solo a causa della mancata approvazione del bilancio triennale 2019/2021 ed annuale ci sarà l’avvio da parte del Prefetto di Foggia della procedura di scioglimento dell’assemblea consiliare di Sannicandro , a seguito del superamento dei termini imposti dall’art. 151 del D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267 ( noto come TUEL). Cosicchè , e per quello che è dato leggere nel tuo Blog alla data ultima del 06.05.2019 si giungerà “Last Minute”, nella più assoluta incertezza e assenza di una dichiarata maggioranza preventiva a sostegno del programma del sindaco Costantino Ciavarella.
Come a dire ……. sottintendendo o si vota il Bilancio così com’è (ed in presenza di rilievi dei revisori dei conti) oppure tutti a casa (SIC!), aprendo così il rifatto portone di Palazzo Zaccagnino ad un nuovo Commissario Straordinario .
In questa assoluta incertezza a farne le spese sarà la città, ovviamente.
E sarebbe così l’ennesimo fallimento della politica e quello che la proprio politica temeva ci sarà . Una nuova “gestione commissariale”, per portarci fino a nuove elezioni e quindi ad un nuovo sindaco o addirittura un ex ?
Ciavarella, nell’ipotesi di nuove elezioni, pagherebbe così l’errore originario, sebbene sia stato lui in prima persona, in fondo, a vincere le elezioni del ballottaggio con una mangiata di voti, come ha mancato di sottolinearlo in questi ultimi mesi di tribolazioni.
Il primo cittadino ha altresì mancato la sfida di rompere davvero il meccanismo della macchina amministrativa , sotto alcuni aspetti davvero “ perverso “ in assenza di una seria revisione, come d’altronde avviene per le auto.
E, per quelle che non la superano più volte, altro non resta che procedere alla “rottamazione”.
Il sindaco Ciavarella, si è ritrovato così a sfogliare pure lui il vecchio “ Manuale Cencelli” distribuendo le poltrone in Giunta secondo principi di pura rappresentanza politica e non di merito. Ed ha continuato in questa ottica miope a ragionare così, in questi pochi mesi di amministrazione cittadina.
Ancora oggi, nella terza Repubblica, non si sa se questo “manuale Cencelli” esista davvero , per essere stato apparentemente inventato durante la cosiddetta Prima Repubblica, ma si fa questo riferimento ogni qualvolta che si procede alla spartizione di incarichi basata su interessi politici limitati e di corrente anziché sulla “meritocrazia” , alla lotta politica tra le correnti, alla lottizzazione e all’esasperata proporzionalità nell’assegnazione del potere.
In buona sostanza chi ha vinto è stata la perfetta continuità col passato, con postazioni da offrire a questa o quella forza politica, col risultato che ci è voluto meno di un anno per travolgere un equilibrio, finito dopo la nomina del vice Sindaco Calello e le dimissioni dell’assessore Villani.
Insomma, il sindaco Ciavarella è finito per farsi risucchiare dalle contrapposizioni tra partiti e partitini, finendo così per restarne risucchiato. E col passare dei mesi, tra un consiglio ed un altro mancato ed una Giunta rimasta immobilizzata, la situazione non ha fatto altro che peggiorare.
Questa “ luna di miele “ con la città durata circa nove mesi è così finita anticipatamente già da un pezzo con un possibile “abort ” . Non c’è stato in prospettiva l’adesione piena ad un progetto comune, un’idea di città, una visione amministrativa definita a guida dell’azione dell’esecutivo: i diversi assessorati , come spesso da noi accade, hanno finito per fare storia a sé, non rispondendo alle indicazioni politiche di una coalizione , ma bensì hanno agito in nome e per conto proprio e neppure dei partiti che li hanno espressi.
E’ fin troppo chiaro, che non serve a nessuno arrivare all’approvazione di un bilancio in questo quadro di incertezze, senza una preliminare discussione ed adesione, significa non poter più muovere risorse da un capitolo all’altro, significa in altri termini “favorire” l’interesse di un assessore piuttosto che di un altro.
Solo così si possono spiegare i così detti “ mal di pancia”, così si giustificano o si vorrebbero giustificare alcuni interventi e le non decisioni prese sui “ debiti fuori bilancio” in queste settimane e i plausibili rilievi mossi dai “revisori dei conti” sull’accertamento di responsabilità contabili personali.
Tutto ciò non sarebbe comprensibile dai cittadini comuni e del perché ci troviamo ancora una volta a fronteggiare “debiti fuori bilancio” di una certa (in)consistenza, se Sannicandro non avesse bisogno da anni di una ricostruzione del tessuto socio, economico e culturale in assenza strategie di rilancio della competitività economica e per evitare che il comparto pubblico resti ancora fermo con tanti nodi irrisolti anche dai posti rimasti vacanti in organico.
Sono in tanti, a sperare in una svolta positiva di Palazzo Zaccagnino, ponendo fine a quelle guerre sotterranee che si stanno combattendo tra gruppi politici e persino in seno alle forze partitiche.
Siamo tornati di colpo al punto di partenza. Sono passati circa 9 mesi dal giorno dell’insediamento, ed è evidente come passi in avanti, su questioni strategiche per il rilancio della città, non siano stati fatti minimamente. Persistendo queste condizioni, è davvero difficile andare avanti tra aspettative disattese e necessità urgenti allo sviluppo della città e che con tutto ciò non ha davvero nulla a che fare.
Uno schiaffo per la città. Così, non si può proprio andare avanti. Il sindaco Ciavarella in questi giorni ha provato a metterci una pezza.
In questa “crisi” non c’è stata nessun azzeramento della Giunta, d’altra parte nessuno sembra l’abbia formalmente chiesta, per quanto emerso sulla stampa locale.
“Cosa diversa sarebbe la verifica, che avviene quotidianamente da parte del sindaco nei confronti dell’operato degli assessori, così come è naturale che sia dopo 9 mesi di amministrazione, ricalibrare gli obiettivi è d’obbligo come fare un “tagliando alla macchina comunale”.
Rifugiandosi dietro il solito refrain, e cioè che “l’attuale maggioranza si è trovata alle prese con il lascito disastroso del passato: settori caotici, procedimenti amministrativi confusi e bloccati dall’incompetenza funzionale con la “ polvere nascosta sotto il tappeto”.
Non è sufficiente restare in silenzio su alcune problematiche, e di alcune questioni si potrebbe , anzi dovrebbe , anche discutere: lo sa il sindaco, lo sa la Giunta e lo sanno i consiglieri di maggioranza e minoranza.
D’altra parte, se le spaccature in seno alla maggioranza stanno soffocando l’azione amministrativa propria della Giunta e dei Dirigenti sarebbe inutile tirarla per le lunghe, i problemi resterebbero e le soluzioni nel medio e lungo periodo non se ne vedrebbero.
Così, dopo il ballottaggio, e con le nomine in Giunta di alcuni tra gli eletti più esperti e navigati, in Consiglio comunale si sono ritrovati – un po’ causalmente – anche “illustri sconosciuti” ed esperti dei “zomba fossi” , e la qualità del lavoro dell’assise civica ne ha probabilmente risentito, eccome.
In questi pochi giorni che restano come “LAST MINUTE” il mio pensiero va al “5 maggio“ , sarà per alcuni … l’ultimo viaggio, vedremo ! Meditate gente, meditate .
Gianni Della Torre