LA XILELLA FASTIDIOSA O SCHIUMAROLA DELL’ULIVO “CAMMINA” VERSO IL NORD DELLA PUGLIA

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E’ di queste ore la notizia che la Xilella, sottospecie fastidiosa, si sta diffondendo anche in altre zone, oltre quelle del Salento, da Cisternino e dintorni per circa cinquemila kilometri quadrati colpendo ben tre provincie della Puglia. E’ stata riscontrata anche nel Nord Puglia, nel barese e Comuni limitrofi distanti qualche centinaia di chilometri dalle zone infettate.

Per fortuna il batterio, trasportato sugli ulivi da una piccola mosca, impiega molto tempo per infettare gli alberi, mesi se non anni. Ma questo non deve illudere gli agricoltori ben sapendo che devono prendere le dovute precauzioni per impedire il diffondersi del batterio anche nelle loro coltivazioni.

Purtroppo, nel passato gli amministratori pubblici e anche recentemente, hanno consigliato i proprietari dei terreni coltivati ad uliveto di impedire anche con ricorsi al TAR l’eradicamento delle piante infette, illudendoli che nel frattempo si sarebbero trovati rimedi con l’adozione di anticrittogamici. L’eradicamento delle piante infette e la loro distruzione col fuoco, attualmente, è l’unico rimedio efficace. Gli anticrittogamici: irrorando il fusto e le chiome degli alberi con rame e altri composti chimici, sono inefficaci e talvolta nocivi. Qualcuno consiglia di intervenire sul terreno sotto la chioma dell’albero, curandolo con le normali pratiche agrarie, dissodandone la crosta. Pratica che, seppur efficace nella teoria, quale strumento di prevenzione, richiede moltissimi anni per dimostrarne, scientificamente, l’efficacia.

Gli agricoltori si attivino quanto prima per prevenire questa malattia che provoca danni irreparabili alla produzione dell’olio extravergine d’oliva di cui la Puglia e il barese sono ai primi posti della produzione nazionale. Si calcola che la metà di olio d’oliva extra vergine sia prodotto dalla Puglia.Ai primi sintomi, foglie secche di color rossiccio sulla chioma, è sicuro campanello d’allarme per la presenza della malattia. L’unico rimedio per ora dimostrato efficace è l’eradicamento delle piante per poi bruciarle.

Per questi motivi la Comunità Europea ha inflitto, proprio in questi giorni, una pesante sanzione all’Italia per non aver messo in atto le disposizioni prescritte, la distruzione delle piante mediante il loro incenerimento.

Michele Russi