LA SOLITUTIDNE DEL PRETE COME EDUCATORE E UNICO RESPOSANBILE DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Negli ultimi tempi sempre più spesso si verifica la fuga, da parte del prete, dalla comunità parrocchiale a lui assegnata dalla Diocesi. Le considerazioni dei fedeli, molto spesso generiche e superficiali, tendono a stigmatizzare il comportamento poco coerente, rispetto alla scelta del sacerdozio della persona consacrata che, sottoposta a compiti non sopportabili, getta la “spugna”.

Le ragioni vanno ricercate nella perdurante crisi di vocazioni della nostra generazione. La cronica carenza di sacerdoti induce le autorità religiose ad accorpare più parrocchie in unità pastorali per garantire l’assistenza religiosa al territorio. Con la conseguenza di aumentare il “carico di lavoro” già oneroso per una sola parrocchia, è insopportabile per l’unità parrocchiale rispetto all’aumentato numero di abitanti amministrati. Carichi di lavoro che comportano la gestione amministrativa e burocratica della unità pastorale, oltre alle pratiche religiose correnti. Celebrazioni di matrimoni, funerali, catechesi, rapporti con le scuole, con le amministrazioni comunali, logorano e demoliscono il sistema vitale del sacerdote.

Se consideriamo che le nuove norme di Diritto Canonico addossano ogni tipo di responsabilità al Parroco, ben si comprende la crisi esistenziale che sopravviene. I fedeli, specie negli ultimi tempi, esigono dal Sacerdote l’interessamento ai loro problemi quotidiani, unica fonte di attenzione, in una Società arida di rapporti sociali.

Se aggiungiamo continue e maggiori richieste di collaborazioni da parte degli Enti pubblici alle strutture parrocchiali, onerosità e complessità dei doveri del Parroco tutto diventa insopportabile.

Le sagre parrocchiali in molti casi vengono annullate per carenza di collaboratori, purtuttavia la colpa viene addossata, da noi fedeli, unicamente al “prete”.

Una più moderna e realistica organizzazione ecclesiastica deve farsi carico delle mutate relazioni sociali e prevedere un più accentuato coinvolgimento dei “laici” nell’esercizio della pastorale religiosa per sopperire alla carenza di vocazioni.

Michele Russi