LA MUSICA POPOLARE NEL GARGANO

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Il Gargano viene indagato per la prima volta nel 1954. La prima raccolta è la 24 b: fu effettuata da Alan Lomax e Diego Carpitella nell’ambito di una ricerca sistematica in tutta la penisola, che li portò a registrare circa 3000 documenti sonori. La raccolta, che comprende 53 documenti sonori, con vari organici vocali e strumentali, registrati nei comuni di Sannicandro Garganico, Cagnano Varano, Carpino e Monte Sant’Angelo), è tuttora conservata presso gli Archivi di Etnomusicologia di Roma (è la denominazione che l’etnomusicologo Diego Carpitella diede nel 1989 al Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare (CNSMP) dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quando fu nominato conservatore). Nel 1958 viene effettuata la seconda campagna di registrazioni, a cura di Diego Carpitella ed Ernesto De Martino. E’ la raccolta 43, anch’essa depositata presso gli Archivi di Etnomusicologia, comprende 73 documenti registrati a Vico del Gargano, Ischitella, Peschici, Sannicandro Garganico e Cagnano Varano. Nel 1966 Remigio de Cristofaro realizza la terza ed ultima raccolta patrocinata da un ente pubblico. La raccolta 104, più estesa rispetto alle due precedenti, comprende 95 documenti registrati a Vieste, Peschici, Monte Sant’Angelo, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano, Rodi Garganico, Ischitella, San Giovanni Rotondo, Rignano Garganico, Manfredonia, Mattinata. La raccolta interessa 11 paesi del Gargano e fu effettuata dall’etnomusicologo originario di Ischitella per conto della Rai con il mitico registratore “Geloso”. Anch’essa è depositata presso gli Archivi di Etnomusicologia. Il 10 dicembre 1966 Diego Carpitella e Roberto Leydi, che stavano preparando uno spettacolo a Milano con cantori e suonatori tradizionali, si recano a Carpino per effettuare una raccolta di canti del paesino garganico. In quest’occasione registrarono la cosiddetta Tarantella del Gargano, che tanto successo ebbe presso i gruppi di riproposta (fino ad oggi se ne contano più di una trentina di versioni). In realtà era un sonetto (sunèttë) nella forma di tarantella alla mundanarë. L’iniziatore di questa operazione fu Roberto De Simone nel 1972 con la Nuova Compagnia di Canto Popolare (LP lo guarracino , Ricordi, SMRL 6151, 1972). Dal 1990, dopo la scomparsa di Carpitella, l’attività degli Archivi di Etnomusicologia è diretta da un comitato scientifico che ha avviato un insieme di interventi di ampio raggio tra cui la ricognizione, inventariazione e catalogazione informatizzata del patrimonio sonoro conservato e la pubblicazione di scelte antologiche dalle più importanti raccolte. Insieme al lavoro di ricognizione, dal 1993 è stata intrapresa la pubblicazione di un periodico, “EM – Rivista degli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia”, pubblicata dall’editore Squilibri di Roma. L’archivio fotografico dell’Accademia di Santa Cecilia conserva preziose immagini legate alla sua attività nel corso del Novecento. Si tratta di circa 12000 immagini. La documentazione fotografica offre, inoltre, le splendide testimonianze dell’attività di ricerca svolta dal Centro Nazionale di Studi sulla Musica Popolare, particolarmente negli anni Cinquanta, immagini a supporto delle registrazioni oggi conservate nelle raccolte degli Archivi di etnomusicologia. Bisognerebbe verificare se ci sono immagini scattate dagli etnomusicologi che hanno raccolto i documenti sonori del Gargano. Padre Remigio de Cristofaro ha trascritto recentemente i testi e le partiture dei “Canti del popolo di Ischitella”, da lui raccolti nella “campagna” del 1966. Nel convegno sulle “Tradizioni popolari oggi ”, svoltosi a Monte Sant’Angelo nell’agosto 2004, ha sottolineato che questo lavoro è ancora da avviare per tutti gli altri 10 paesi del Gargano.

Laura Ruzza

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