LA CAPITANATA NEI RAPPORTI ARTISTICI TRA PUGLIA E DALMAZIA NEL MEDIOEVO

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“Crocevia Adriatico: la Capitanata nei rapporti artistici tra Puglia e Dalmazia nell’età medievale” è questo il tema della conferenza organizzata dal Centro di Ricerca e di Documentazione per la Storia della Capitanata, presieduto dal prof. Giuseppe Clemente. A parlarne sarà Emanuela Elba, dottore di ricerca in Storia dell’Arte comparata dei Paesi del Mediterraneo e Assessore alla Cultura a Putignano (Bari), sua città natale. L’incontro, patrocinato dal Comune di San Severo, si svolgerà presso la sala conferenze Biblioteca comunale “Minuziano”, in largo Sanità a San Severo, il 4 febbraio 2016, alle ore 18.
Un legame di forte reciprocità lega sin dall’antichità i territori adriatici, entro i confini di uno spazio circoscritto e riservato in cui il mare non funge da elemento di separazione, ma semmai da fattore di unione, rendendo i contatti più fluidi e dinamici. La conferenza intende approfondire il tema delle relazioni artistiche e culturali che collegarono in particolare la Puglia e la Dalmazia durante il Medioevo, portando l’attenzione su alcuni “itinerari di riflessione”, significativi per comprendere il ruolo del tutto privilegiato svolto, in tale contesto, dalla Capitanata, che fu vero e proprio crocevia degli spostamenti di mercanti, viandanti e pellegrini tra le due sponde. Prova decisiva dell’incidenza di questi rapporti è in ambito religioso la diffusione che ebbe in Dalmazia per tutto il Medioevo il culto dei santi Michele e Nicola, santi “d’oltremare”, che alla Puglia rinviano direttamente per la presenza dei principali luoghi di culto a loro dedicati.
Ma ad assicurare il radicamento della devozione dei due santi sul territorio, determinante fu soprattutto il ruolo dell’Ordine benedettino, principale veicolo propulsore della cultura e delle tradizioni liturgiche italo-meridionali. Sono le comunità monastiche sparse lungo tutto il litorale dalmata, specie quelle del basso Adriatico in costante contatto con i centri pugliesi #- in particolare quelli dell’area garganica – a promuovere la realizzazione di monumenti e imprese figurative che, nelle dedicazioni e nelle scelte iconografiche, diventano espressione di una precisa volontà auto-rappresentativa degli stessi committenti, il più delle volte appartenenti alle classi alte. Queste testimonianze, in qualche caso legate all’attività di maestranze itineranti, documentano la circolazione di modelli comuni, legittimando l’appartenenza dei territori del basso Adriatico a un’unica identità culturale, che travalica i confini geopolitici in una dimensione extraregionale.

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