Il mondo intero è inorridito dalla tremenda scena della caduta del ponte “Morandi” di Genova il 14 Agosto 2018 alle ore 11.50. Più di qualcuno ha vissuto la scena apocalittica in diretta, captata, dal telefonino, inorridito: “Oddio, Oddio cade il ponte”. Il panico, lo sconcerto immediato di tutti ci ha fatto pensare al costo in vite umane e al sacrificio tanto inutile quanto inconsapevole di chi, in quell’attimo fatale, si recava al lavoro o in vacanza con la famiglia. Abbiamo pensato ai soccorsi, alle famiglie distrutte fisicamente e moralmente per sempre e ai danni incomparabili che provocherà anche nel futuro la caduta del ponte.
Ma la prima espressione di uno dei due vicepresidenti del Consiglio, il signor Di Maio, pronunciata nell’immediato, è stata di odio sociale, usando parole inqualificabili contro i presunti responsabili da lui individuati: “Hanno abusato del denaro pubblico, hanno pagato la campagna elettorale di un tale, hanno esportato all’estero i proventi dei pedaggi”. Mettendo in programma, da subito, la revoca della concessione al gestore delle autostrade.
Sono, di converso, risuonate parole di risentimento feroce, mai sentite a memoria: “Sono le parole di uno sciacallo e di un bugiardo”. Lo stesso premier Conte afferma: “Per fare giustizia dei responsabili non possiamo attendere l’iter di questa giustizia italiana”. Parole irresponsabili se pronunciate dai massimi responsabili del Governo italiano. Parole che generano odio, confusione e ineducazione nei cittadini.
Noi tutti attendiamo una risposta esauriente al gravissimo avvenimento ma non possiamo invocare la giustizia sommaria, i processi ideologici ed emotivi per fini propagandistici. I cittadini di Genova hanno invece dimostrato “sapienza” pensando, per ora, alla ricostruzione della loro città, ma anche di tutti, spezzata in due. Sappiamo che quel ponte è stato costruito negli anni 60 con traffico non paragonabile all’attuale e con carichi dei Tir di gran lunga inferiori a quelli oggi trasportati. Le sollecitazioni che provoca oggi un Tir con carico di molte decine di tonnellate non sono quelle degli anni 60 di pochi quintali.
Non si può, infine, demandare ai privati, come afferma il Governo, la sicurezza delle infrastrutture che compete, in esclusiva, agli organi dello Stato. Non sono considerazioni, queste, a favore del gestore delle autostrade sol perchè è il privato che il Vicepremier Di Maio e Salvini considera corrotto da precedenti Governi. Sono frasi terribili e allo stesso tempo insensate.
Siamo ritornati, nostro malgrado, ai tempi di Roberspierre, allo giustizialismo ideologico per imporre, con la la ghigliottina, la propria ideologia. Roberspierre, dal suo stesso popolo, è stato giustiziato con lo stesso strumento da lui ideato. Perchè il Popolo francese si è reso conto dell’abominevole inganno che ha causato spargimento di sangue innocente. La giustizia sommaria ed insensata conduce a queste conseguenze estreme. Noi dobbiamo impedire che ciò avvenga, per salvaguardare la civiltà e il progresso dei popoli.
Michele Russi