INDAGINI PRELIMINARI NELL’INSEDIAMENTO FORTIFICATO DELL’ETA’ DEL BRONZO DI TORRE MILETO

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Si propone una sintesi relativa all’insediamento fortificato dell’età del Bronzo di Torre Mileto (Sannicandro Garganico) di Anna Maria Tunzi Sisto, David Wicks e Claudia De Davide.

Il promontorio sul quale sorge l’insediamento protostorico di Torre Mileto, situato tra i laghi di Lesina e Varano sul versante settentrionale del Gargano, era già noto per la notevole concentrazione di materiale di superficie riconducibile all’età del Bronzo e per la presenza di una Torre di avvistamento risalente, almeno, al XII-XIII sec. d. C.

Un primo saggio di scavo di limitata estensione nell’area occidentale del promontorio, realizzato negli anni ’90 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, aveva permesso di riconoscere un’area fortemente antropizzata della piena media età del Bronzo, a ridosso della quale insisteva una struttura di età basso medievale.

Il monumentale impianto di Torre Mileto rappresenta, verosimilmente, la porzione finale di una prima fase di cinta muraria, realizzata a difesa dell’abitato protostorico. All’esterno della cinta muraria, in appoggio alla faccia a vista meridionale della struttura, si notava la presenza di una serie di strati abbastanza compatti di limo argilloso con piccoli pezzi di calcare (spessore m 0,25 ca), al cui interno sono stati riconosciuti frammenti ceramici e carboni.

Nel corso delle epoche successive si verificò un’intensa attività di spoliazione della cinta muraria, forse attribuibile all’utilizzo dell’area come pietraia in un periodo successivo all’età del Bronzo. Si osserva, in particolare, un rimaneggiamento di alcune grandi pietre sulla superficie del monumento rasato, probabilmente funzionali alla realizzazione di una strada dopo la costruzione di una nuova apertura nella cinta originaria. All’età medievale è inoltre riferibile la creazione di un selciato composto da piccoli frammenti di selce e di calcare, al di sotto del quale vi erano tracce di due possibili sepolture (non scavate) nel saggio praticato lungo la costa, la cui attribuzione cronologica è al momento incerta.

Dal materiale rinvenuto e dalla stratigrafia esposta dalle erosioni, appare evidente che il sito di Torre Mileto sia stato occupato da un importante insediamento, delimitato da un imponente circuito murario. Il percorso ipotizzabile per l’opera difensiva consente di ricostruire un abitato esteso almeno 30.000 mq, del quale solo una piccola porzione, corrispondente all’1% ca., è stato ad oggi oggetto di indagine stratigrafica.

Nel corso delle indagini non sono stati identificati resti strutturali, né sono stati rinvenuti materiali riconducibili all’epoca romana ed alto-medievale. Risulta, invece, ben documentato nel sito di Torre Mileto il periodo relativo al basso Medioevo: le fonti storiche parlano, infatti, della distruzione da parte dei Saraceni di un villaggio “casale” sul promontorio; nel 1284 è già documentata la presenza di una torre, mentre nel 1568 è ricordata la ricostruzione e l’ampliamento della struttura, fino a modificarne l’aspetto in quello riconoscibile attualmente.

A queste notizie storiche potrebbero appartenere i resti murari documentati nel corso degli scavi. Si tratta di strutture che presentano un orientamento approssimativamente nord-est/ sud-ovest, analogo a quello della torre. Sono state individuate due differenti tipologie murarie: la più antica è caratterizzata da strutture legate con malta (larg. m 0,80), mentre ad una fase più recente sembrerebbero appartenere una serie di muri a secco con analogo orientamento (larg. fra m 0.55 e m 0.60).

Sulla base dei dati stratigrafi ci e, in particolare, della tecnica edilizia, è plausibile ipotizzare la presenza sul promontorio di un primo impianto rettangolare con asse principale est-ovest (m 37.50 x 37.0), al quale sembrerebbe riconducibile anche la torre, sì da raggiungere una lunghezza complessiva dell’insediamento di m 70 ca. L’uso di malta nelle strutture consentirebbe una datazione all’età normanna (circa XI-XII sec. d. C.) . È del tutto plausibile identificare in questo impianto il villaggio ‘casale’ che, come attestato dai documenti, era già presente nel 1245. Ad una fase successiva risalgono, invece, i muri a secco che si presentano alquanto rustici, con una organizzazione che deriva in parte da quella dell’impianto precedente. Queste strutture potrebbero essere riconducibili ad una nuova fase di vita dell’insediamento, successiva alla distruzione da parte dei Saraceni. La planimetria mostra una certa organizzazione delle strutture, ben divise da muri perimetrali a secco, forse limiti di proprietà. I nuovi edifici, dislocati non immediatamente vicini alla Torre, furono forse eretti per scopi difensivi. La cronologia di questa fase di attività costruttiva e la sua durata sono al momento incerte, benché notizie storiche ricordino un restauro e ampliamento della Torre di Mileto, avvenuto nel 1568. Le evidenze di epoca medievale sono largamente compromesse dall’inarrestabile fenomeno dell’erosione marina, che in quest’area ha creato un arretramento della costa di almeno m 5. I risultati dei saggi di scavo hanno permesso di recuperare una notevole quantità di informazioni circa lo sviluppo dell’abitato di Torre Mileto nel corso dell’età protostorica. Le evidenze archeologiche documentate hanno portato in luce il potenziale informativo del sito ed in particolare l’eccezionale stato di conservazione delle strutture murarie di fortificazione dell’abitato che, una volta esposte interamente, rappresenterebbero un importante esempio di sistema difensivo dell’età del Bronzo, vista la conservazione in elevato di oltre m 2,50.